lunedì 26 febbraio 2018

Creature, di Clive Barker: un horror alla mano


Non esistono freni sul treno di Barker: si sale e non si scende, fino a quando non si arriva a destinazione, qualsiasi essa sia: può essere l'una di notte, le nove del mattino, il mezzogiorno di una pausa pranzo. 
Quando s'inizia a leggere, non si riesce a smettere. 
Il quarto volume dei “Libri di Sangue” costruisce sulle fondamenta dei precedenti, con un Barker ormai a suo agio con la kinghiana cassetta degli attrezzi forgiata con i primi racconti. 

Le storie tendono ormai a diventare veri e propri racconti lunghi, dilatano scene e approfondimenti psicologici, mentre si abbandona gradualmente le rivisitazioni dei classici, così come tutto il vecchio ciarpame di angeli, demoni, pentacoli, ecc ecc
Al contempo, c'è ancora un gancio, in quest'antologia del 1985, ai primi lavori e un'idea di horror classica, con tutti i suoi limiti e vantaggi. 
“Apocalisse” è una ghost story originale, ma che rientra nei canoni del genere; “Vade Retro, Satana” è una storia ammonitrice dentro una tradizione gotica di vecchissima data. E nel contempo... la modernità di “Libertà agli oppressi”, de “La condizione inumana” e sopratutto del cronenberghiano “L'età del desiderio”: si avverte, giunti a questa fase, una spaccatura netta nella produzione barkeriana degli inizi.
Con nostra fortuna e come dimostreranno i lavori successivi, ha prevalso la linea immaginativa e non l'horror da un tanto al chilo al supermercato...

venerdì 23 febbraio 2018

"Mondo Plastica", della Radium: estetica giapponese, storia occidentale


Ricordo come se fosse ieri la prima campagna crowdfunding della Radium, ovvero “Rim City”.
Ricordo il primo giorno, l'esordio con quella soglia che sembrava irraggiungibile.
Ricordo i backers riluttanti, i fan che non sapevano usare Indiegogo, la frenetica campagna, gli omaggi dei colleghi disegnatori e le condivisioni, i nuovi perk e il rush finale...
Ricordo il meritatissimo, inaspettato, successo. Non era affatto poco che una campagna crowdfunding per un fumetto raggiungesse simili cifre, pur con la mente, il braccio e le migliaia di fedeli seguaci del Doc Manhattan. Era un risultato impressionante. Anzi, è tuttora un risultato impressionante. Come altrettanto impressionanti risultarono le successive campagne, tutte parimenti eccentriche, tutte parimenti testardamente uniche, tutte parimenti completate con successo, da “Quebrada” al lovecraftiano “Shadow Planet” tanto analizzato qui su Cronache Bizantine.

La nuova campagna partita la scorsa settimana meritava una menzione tutta speciale per tante sue caratteristiche: dopo “Shadow Planet” e dall'esordio nel 2015 con “Rim City” raramente leggevo di un fumetto altrettanto interessante.
Non si tratta di originalità, nel caso di “Mondo Plastica”.
E non si tratta nemmeno di qualità grafica, seppure superba nel suo complesso.
Si potrebbe invece scrivere di un perfetto connubio tra diversi fattori, tutti egualmente eccellenti.


lunedì 19 febbraio 2018

Sudario, di Clive Barker: il fascino tossico del cinema


La rilettura dei “Libri di Sangue” di Barker procede con lo stesso ritmo forsennato di un cuore tachicardico: meno d'una settimana per completare il terzo volume, intitolato nell'edizione Sonzogno, “Sudario”.

L'aggettivo “lovecraftiano” sottintende un'adesione alle idee e all'immaginario di HP Lovecraft.
Mi sembra implicito nel termine: lovecraftiano, di Lovecraft, appartenente allo scrittore. 
Il problema sta nella delimitazione di cosa si dovrebbe considerare “lovecraftiano” e cosa invece costituisce patrimonio comune dell'horror. 
Ad esempio un racconto dove il protagonista viene assalito dai topi, non è un racconto lovecraftiano, nonostante la gemellanza con “I ratti nei muri”. Cifra distintiva di quella storia non erano solo i topi, ma la discendenza genealogica, la maledizione genetica perpetuata di generazione in generazione, la discesa nella follia... troviamo ovunque storie horror con ratti assassini, non sono certo un elemento lovecraftiano. 
Allo stesso modo, i portali extra dimensionali sono esistiti dagli albori della letteratura popolare, dalle dime novels, dal pulp, dalla fantascienza dozzinale. Il concept “entità aliena proveniente da un'altra dimensione” non è certo propriamente lovecraftiana. Tuttavia, se quell'esistenza aliena con il suo stesso esistere pone in negazione la Terra e tutto ciò che definiamo “realtà”, o in altre parole, se quell'entità smentisce lo stesso concetto di “esistere”, come il costrutto verbale associato a questo termine, come la stessa possibilità di formulare un pensiero... forse ci stiamo avvicinando a qualcosa che si potrebbe definire lovecraftiano, nel senso che sprigiona un autentico terrore esistenziale.

lunedì 12 febbraio 2018

Ectoplasm, di Clive Barker: surrealismo e body horror


“L'uomo illustrato” di Ray Bradbury è un'antologia di racconti che presenta come voce narrante un uomo completamente tatuato, capace all'occorrenza di animare i propri disegni col fine di raccontare una storia. I singoli racconti corrispondono ai diversi tatuaggi dell'uomo, che “illustra” così la raccolta. 
La serie dei Libri di Sangue, di Clive Barker, esibisce una versione horror di quest'artificio di Bradbury: nel primo racconto dell'antologia, Infernalia, la storia è letteralmente narrata sulla pelle del protagonista, dando così vita alla sigla introduttiva della serie, “Siamo tutti libri di sangue/in qualunque punto ci aprano/siamo rossi”.

In occasione dell'uscita a marzo del seguito di Hellraiser e della contemporanea uscita adesso a febbraio di Hellraiser: Judgement, ho pensato d'iniziare una rilettura dei Libri di Sangue di Barker, da concludersi tra tre settimane o giù di lì in coincidenza con la versione italiana della Independent Legions. La serie dei Libri di Sangue si compone di sei antologie di racconti con le quali Barker esordì nella seconda metà degli anni '80. Si tratta di un corpus unico di storie, che per quanto diverse, appaiono firmate dall'identica sensibilità splatterpunk, controcorrente e fortemente ironica. Si trattava già di un successo lusinghiero che Barker riuscisse a pubblicare e guadagnare negli anni dove più dominava nell'horror il formato del romanzo lungo di King, ma lascia a distanza di decenni stupefatti constatare quante e quali idee Barker avesse inserito in così poche pagine. Come lettore e blogger, devo ammettere che preferirei un ritorno di un formato del genere, adatto all'ebook, piuttosto della fase kinghiana della seconda metà degli anni '90, quando Barker vergava imponenti colossi indigeribili come “Galilee” e “Il Canyon delle ombre”. Costituiscono per un fan opere imperdibili e ancora un volta dalle idee originali, ma rimane innegabile una terribile dispersività di scene e personaggi nel mare magnum di capitoli su capitoli di eventi quotidiani.
Avevo già in precedenza recensito il primo libro, Infernalia, e anche se non sopporto lo stile con il quale scrivevo all'epoca, rimango d'accordo col giudizio: una buona raccolta e un buon esordio. Col senno di poi rivaluterei quel gioiellino di potenza visiva strafottente che è l'ultimo racconto, “In collina, le città”, oltre all'incipit alla Bradbury, “Il libro di sangue”, per l'appunto.
In Italia Clive Barker è famigerato per la discontinuità delle traduzioni e i prezzi su Ebay lievitano a numeri da capogiro. Il mio consiglio è come sempre di rovistare nei mercati dell'usato “reali”, dove il venditore, specie se anziano, si limita a considerare i romanzi di Barker come tascabili di scarso, se non nullo valore. Il disprezzo per il genere horror gioca a vantaggio del lettore, perchè automaticamente deprezza il valore del testo. Le edizioni più diffuse sono quelle Sonzogno, risalenti alla ristampa del '2000, ma trovate anche numerose e valide scans online, Scribd compreso.
Infernalia ed Ectoplasm sono in seguito stati ristampati e sono ancora disponibili dalla Castelvecchi editore, con gli arbitrari titoli “Le stelle della morte” e “La sfida dell'inferno”.
Il recupero e il successo delle uscite inedite della Independent Legions mi lascia tuttavia fiducioso che Barker possa finalmente venire recuperato. Nel frattempo, è doveroso supportare ogni sforzo italiano in questa direzione.

venerdì 9 febbraio 2018

Altered Carbon: segreti e citazioni della serie tv


Fan Art di Hidrico Rubens
La serie di Takeshi Kovacs, di Richard K. Morgan, è una trilogia di libri cyberpunk che smentisce lo snobismo e il rimprovero d'eccessiva letterarietà del genere. 
William Gibson è stato spesso accusato di scrivere con uno stile incomprensibile, Bruce Sterling si diletta con barocchismi; il tutto non fa che evidenziare la povertà stilistica della fantascienza, dove il riferimento e l'esplicita ripresa di un canone “alto” allontana il lettore di genere, mentre la struttura fantascientifica allontana il lettore mainstream.

Richard K. Morgan, in tal senso, si pone dentro un'altra tradizione, ovvero quella del pulp.
I suoi libri sono una formidabile macchina narrativa dove il motore è un action muscolare, la benzina un ritmo forsennato, la carrozzeria descrizioni attente e feticistiche, mentre infine a trattenere questo bolide della velocità cyberpunk ci pensa un guardrail tanto noir quanto di fantascienza hard. 
In altre parole Richard K. Morgan è un autore che sfrutta il cyberpunk per spingere il pulp verso una terra incognita di estremi raramente toccata da qualsiasi categoria.
Come ho scritto in altre occasioni, se c'è una narrativa sotto steroidi, è questa. Il cuore letterario batte debole, rischia più di una volta un infarto, ma i muscoli del genere brillano alla luce del neon.

lunedì 5 febbraio 2018

Il virtuoso della realtà virtuale


E' usuale pensare per chi non ha mai usato il mercato dell'usato, che si trovino occasioni e offerte al di là di ogni realistica previsione. Libri antichi gettati nella spazzatura. Grimori antichi smarriti sugli scaffali a un euro. Lampade magiche. Tappeti volanti. Venditori onesti.
Ora, non ho idea sul mercato dell'oggettistica. 
Sono solo un povero blogger che dalle superiori all'università passa molto del suo tempo nelle rigatterie alla ricerca di libri interessanti. So ad esempio che gli abiti, ammesso e non concesso che siano convenienti, risultano spesso impraticabili, perché sempre troppo piccoli, troppo stretti, troppo angusti. Avevo un collega che amava indossare vestiti degli anni '50 e pur essendo di corporatura, altezza e peso nella media, falliva nell'indossare più della metà degli abiti che trovava. Dal 1950 in giù, l'essere umano era uno gnomo, un nano macilento. Basti guardare le foto dei soldati inglesi nella seconda guerra mondiale: una vasta parata di tisici, di facce esangui, di dita scheletriche, di mustacchi spelacchiati. I corpi cambiano a seconda dei decenni, è un dato da considerare con attenzione tanto nello studio quanto nella ricostruzione di film e romanzi. 
E i libri. Oh, i libri. La quantità di libri in arrivo nelle rigatterie supera di gran lunga qualsiasi livello di assorbimento del lettore più inveterato. Migliaia su migliaia di tascabili. Colonne di Harmony. Scaffali su scaffali accatastati di manuali di medicina degli anni '60, di politologia sovietica degli anni '70/'80 e di gossip e tormentoni politici del secondo dopoguerra di scarso interesse allora e di nessuno oggigiorno. Testi già vecchi in partenza, buoni solo l'innesco del focolare.
Si trovano ovviamente gemme e curiosità rare, sfuggite all'aumento di prezzo del rigattiere, mimetizzati nell'intersezione tra il romanzo americano “più venduto negli ultimi dieci anni” e ora dimenticato e l'ennesima auto produzione italiana tutta vanagloria e niente sostanza. Ho acquistato saggi di storia a un euro altrimenti fuori produzione e disponibili solo in biblioteca, così come ho trovato a poco meno di tre euro “Il Corvo” nella prima traduzione italiana di fine anni '90. Sono certo buoni affari, ma solo perchè si è personalmente interessati; non si tratta di un'oggettiva qualità rivendibile.