martedì 31 ottobre 2017

"La strada senza ritorno": Sapkowski in salsa horror, tra gatti e maledizioni


Andrzej Sapkowski è un autentico paradosso. 
No, let me explain: Sapkowski è di per sé un normale scrittore dell'Europa dell'Est, più a suo agio con la narrativa breve che con la forma del “romanzo”, il cui successo in madrepatria dal 1990 è stato reso possibile dalla fortunata sequenza di diverse storie, dal protagonista lo strigo Geralt, in un'ambientazione tardo medievale grimdark e satirica verso i canoni del fantasy classico. 
Sapkowski non è certo un genio, ma è uno scrittore talentuoso, che sebbene disprezzi il carattere “letterario” dei suoi romanzi, gioca con le parole, usa citazioni raffinate, non esita a rivolgersi (anche) a un pubblico colto. Tuttavia, il successo dello strigo/witcher in Polonia appare collocabile negli anni tra il 1995 e gli inizi del '2000. In altre parole, Sapkowski era a suo agio con il genere fantasy (quasi) vent'anni fa e da quel momento in poi si è mosso in altre direzioni letterarie: il romanzo sulla guerra russo-afghana, “Viper” (2009) e la trilogia Hussita, “Narrenturm” (2002). Oltre a ciò, almeno stando alle Wiki italiane, inglesi e polacche, si è dedicato nuovamente alla forma breve, con l'eccezione commerciale del romanzo “La Stagione delle Tempeste” (2013), che devo ancora recuperare.

venerdì 27 ottobre 2017

Nuova collaborazione con Heroic Fantasy Italia


Sono lieto di annunciare una nuova collaborazione a partire da questo venerdì con il sito Heroic Fantasy Italia gestito dall'Alessandro Iascy responsabile della collana True Fantasy della Watson Edizioni. Avevo recensito a marzo l'antologia della casa editrice – tra alti e bassi, ma nell'insieme divertendomi – Eroica! Sword&Sorcery all'italianaAlessandro è anche tra i responsabili della rivista cartacea Andromeda – tra le poche nel settore a presentare congrui contenuti, senza limitarsi a un paio di pagine e un racconto di circostanza. Il sito è stato creato recentemente, ma vanta già un buon numero di collaboratori, così come l'affiliazione al prestigioso Black Gate; tra i primi articoli troviamo il nostro Lorenzo Davia che spesso commenta qui sul blog, che ha redatto un articolo sui videogiochi Lovecraft(iani), così come divagazioni sull'antologia Zappa&Spada della Acheron e approfondimenti sui classici della Letteratura Fantasy, a partire da Jack Vance.

Una rara immagine di Andre Norton nel 1937, a bordo della nave Amor.
All'epoca scriveva romanzi di spionaggio.
Alessandro mi ha proposto di gestire una rubrica dedicata alla gigantessa del Fantasy Andre Alice Norton, opportunità che ho accolto volentieri dopo una breve riflessione: ricordavo d'aver letto qualcosina della Norton tra i vecchi Urania della biblioteca, ma volevo approfondire.
Sarebbe stato facile imbastire l'ennesima serie su Sapkowski, che sono stato tra i primi a trattare in Italia su Cronache Bizantine o su Alan Moore e Lovecraft, riciclando il lavoro sulle annotazioni. Sentivo però di voler approfondire un argomento inedito e in tal senso non sono rimasto deluso: la Norton è una scrittrice particolare, che come tante sue coetanee che scrivevano negli anni '60/'70 è stata lentamente mummificata nel santino proprio di quegli anni. Si veda in tal senso la riluttanza a rivedere e condannare un personaggio sgradevole e sopravvalutato come la Marion Zimmer Bradley, al cui confronto la Norton appare molto più originale, molto più capace e francamente molto più simpatica. 
Andre Norton, vivendo dal 1912 al 2005 permette di abbracciare interi periodi storici radicalmente diversi l'uno dall'altro: passiamo dal pulp degli anni '30 e '40 all'esplosione fantasy degli anni '60 e '70. La Andre Norton ha inoltre anticipato tanti dei meccanismi dell'editoria di massa affermatosi poi dagli anni '80 e ora polarizzatosi attorno a un ristretto gruppo di autori “famosi”, come Stephen King e George R.R. Martin: a partire dagli anni '50 consapevolmente mira a creare un suo “brand”, associato al nome della Norton. E' un aspetto sottovalutato dalle poche biografie che ho trovato al riguardo. Tuttavia, al contrario del twittare polemico e conformista di scrittrici come la Rowling, la Norton ha gestito nell'intero arco della sua esistenza una vasta corrispondenza, che ha permesso di “lanciare” tanti scrittori e scrittrici; la sua concezione inoltre dei setting e degli universi di sua invenzione è sempre stata “libera”, aperta a ogni collaborazione che si presentasse.


Cum grano salis – anzi, con un sacco di sale, più che un granello – la rubrica dovrebbe avere un articolo ogni venerdì, al peggio ogni due. Questo non dovrebbe impattare sulle pubblicazioni del blog, che proseguirà as usual, forse concentrandosi maggiormente sulla prima parte della settimana.

lunedì 23 ottobre 2017

Il Libro della Polvere: La Belle Sauvage. Philip Pullman alla riscossa


Malcom Poltstead è un ragazzo di undici anni, un garzone presso la locanda “The Trout”, uno snodo carovaniero lungo il Tamigi, nel centro della città di Oxford. I genitori gestiscono la locanda assieme ad Alice, un'altra ragazza a contratto, mentre Malcom serve ai tavoli, pulisce ed esegue piccole commissioni a bordo della sua canoa, la Belle Sauvage
Una delle sue destinazioni preferite è il convento di Godstow, una comunità di vetuste monache fuori dal mondo, che accolgono spesso visitatori itineranti, pellegrini e poveri che richiedono rifugio. Malcom è in contatto con Suor Fenella, un'anziana responsabile della cucina, che gli racconta le ultime novità e gossip relative al Magisterium
Pian piano, Malcom scopre che le suore sono state incaricate di custodire e crescere una neonata, Lyra Belacqua, affidata loro in totale segretezza. 
Con i sentimenti di un figlio unico, Malcom si affeziona rapidamente alla bambina, che giura solennemente di proteggere. 

E' la Lyra protagonista della trilogia “Queste Oscure Materie”: la figlia illegittima di Lord Asriel, il famoso esploratore artico, personaggio dai tratti faustiani e Marisa Coulter, la Nicole Kidman dal scimmiottino d'oro, fanatica agente della Chiesa. 
Il Libro della Polvere, nonostante le affermazioni di Pullman, è pertanto un prequel: si pone prima degli eventi della Bussola d'Oro, descrivendo le azioni e i perigli per affidare Lyra al Jordan College. 
Si tratta di un mondo fisso in un'età edoardiana, caratterizzato da un'Europa di piccole nazioni e piccoli gruppi etnici, dalla tecnologia dieselpunk. Ogni persona ha un daimon: un animale guida, socratico, che personifica la sua anima e la sua tendenza interiore. Quando si è bambini, il daimon può assumere la forma che si desidera e soltanto nell'adolescenza si trasforma nell'animale che il ragazzo è destinato a diventare. E' tipico ad esempio della servitù ossequiosa avere come daimon un fedele cagnolino, mentre Lord Asriel ha un leopardo delle nevi; in tal senso i daimon segnalano anche l'appartenenza a una determinata classe sociale. L'Occidente della trilogia è inoltre fortemente influenzato dalla Chiesa, in particolare il Magisterium, che sovrintende a ogni possibile ricerca scientifica. Si riproduce in quest'ambito uno scontro di vecchia data tra Monarchia e Chiesa, tra Università e Chiesa, tra ingerenze nel potere civile e ingerenze nel potere ecclesiastico. 
E' una Cold War, tanto in The Book of Dust che nel seguito del Golden Compass: un conflitto di spie, di sicari, di scontri notturni.

venerdì 20 ottobre 2017

Un archibugiere, un nano e una vampira entrano in un bar...


“Alle origini, c'era solo fuoco. E dal fuoco venne il calore. E dal calore, forma. E la forma si divise in otto. E gli otto erano la sostanza grezza del Caos, martellata e scolpita in armi mortali dai fabbri prescelti del maledetto Soulmaw, l'armaiolo di Khorne”.
S'interruppe per un momento, prima di continuare. “Ma come i reami tremavano e l'Era del Caos diventava l'Era del Sangue, si pensò che le armi conosciute come gli Otto Lamenti fossero state perse per sempre”. Nel fuoco, scene di morte e pazzia si succedevano senza fine, in un ciclo eterno.
Grungni, Signore di tutte le Forgie e Mastro Fabbro, sospirò.
“Fino ad ora”.

Owain Volker è un tiratore scelto della corporazione degli archibugieri proveniente dal reame di Sigmar, l'Azyr; trasferitosi nella megalopoli di Excelsis, fulcro di Ghur, il reame delle Bestie, sta difendendo la città da un'infestazione Skaven. E' una guerra lontana dagli scintillanti conflitti degli Stormcast: uno sporco conflitto di trincea, una deratizzazione condotta con polvere da sparo e preghiere, mentre duardin e umani bombardano le ondate di carne al macello degli skaven. Durante uno degli attacchi, gli uomini ratto sfondano le linee: a un passo dalla morte, Volker è salvato dall'intervento di un dio storpio, dalle fattezze di un duardin: è Grungni, sopravvissuto Dio dei nani.

mercoledì 18 ottobre 2017

Laurea magistrale!


Allora... dove eravamo rimasti?

Non avevo intenzione di abbandonare il blog per così tanto tempo (tre settimane!), ma dalla seconda metà di settembre sono rimasto impegnato a correggere i capitoli della Tesi magistrale. Speravo di alternare la correzione a sporadici aggiornamenti sul blog, ma le doppie correzioni della relatrice e del correlatore sono arrivate nell'arco di pochi giorni... e complice l'ansia per il discorso di laurea magistrale, per le procedure burocratiche, per la stampa in copisteria, ecc ecc. Non ero davvero nelle condizioni di mettermi a scrivere per il blog, o aggiornare i social.