giovedì 19 giugno 2014

La piovra nella cultura giapponese (e non solo)


Quest'articolo vorrebbe essere una veloce carrellata del ruolo dell'Octopus, o meglio in italiano del “polpo”, all'interno della storia dell'arte, con particolare riferimento al Giappone e in secondo luogo all'Europa nell'Ottocento. Potreste considerarlo un collage d'immagini che spaziano in più campi e sareste perfettamente nel giusto. Non m'interessa scrivere un saggio – tanto non lo leggereste – ma piuttosto rintracciare un filo rosso tra diverse raffigurazioni.

Molto dello sforzo non è mio, ma di diversi blog inglesi, a cui pago tributo nelle fonti in fondo all'articolo. Inoltre, per quanto sia benissimo consapevole delle differenze tra octopus/ piovra/ polipo ho scelto di usarli come sinonimi, altrimenti l'articolo diventava ridondante. 
Diciamo che parliamo di tentacoli umidi, curiosi e appiccicaticci. Non me ne vogliano i biologi marini.

La piovra (o meglio l'octopus) è sempre stato un simbolo popolare per indicare la rapacità della grande finanza, o del regime tirannico che opprime i piccoli popoli. L'idea del grande male finanziario che strozza e annichilisce l'individuo è un classico; costituisce per così dire la satira della “mano invisibile del mercato” tanto diffusa e potente da diventare groviglio di tentacoli avidi.

In questo caso, l'octopus rappresenta la Standard Oil, che stritola con un primo tentacolo Capitol Hill, con un secondo stringe un'altra State Capitol mentre con il terzo si fa strada verso la Casa Bianca. Altri tentacoli in lontananza fanno a pezzi mercati stranieri mentre in primo piano un buffo gruppetto di uomini d'affari americani in vestito bianco si dimena nella terribile stretta.



In questo caso, invece, la piovra è un simbolo del popolo slavo in lotta contro la tirannide Zarista. La piovra rappresenta dunque l'imperialismo moderno, a cui si contrappone la figura romantica di un uomo medievale con un'affilata ascia nelle braccia nerborute. I diversi nomi sui tentacoli sono le caratteristiche del regime zarista, che nella Russia d'inizio Novecento non erano abilmente mascherate come nei regimi liberali europei e oltreoceano.



La Francia intrappolata dalla piovra.
La testa “pensante” della piovra rappresenta un ufficiale di alto grado francese, forse il generale Boisdeffre o il generale Gonse. Veste un cappello piumato con la scritta “Militarismo”. A ogni braccio della piovra, saldamente fissa su Parigi, corrispondono una diversa etichetta: il tentacolo “Corruzione” stringe il petto di una fanciulla con la Bilancia (Giustizia); il tentacolo “Assassinio” fa svenire la fanciulla “Onore”; due ufficiali militari, Albert Piquard e un certo Alfred Dreyfus si dibattono inermi nella terribile morsa del “Tradimento” e del “Disonore”. 
Unico a combattere ancora è Zolà, lo scrittore dagli occhialetti tondi, che punzecchia il tentacolo con una penna acuminata “Ti accuso!”.


Ario Maru stava passeggiando sulla spiaggia, perso nei propri pensieri, diretto a Kikai-jima alla ricerca del suo maestro in esilio Shunkan, quando venne attaccato da una piovra gigante. 
O almeno così dice la leggenda. Stampa di Kuniyoshi (datata al 1833-35)



E' assai probabile che il disegno di Kuniyoshi abbia ispirato nel 1806 un'illustrazione di Toyohiro (1773-1828). Una gigantesca piovra con grossi occhi sporgenti sta assalendo una nave piena di passeggeri spaventati. L'intrepido Ario Maru è l'unico ad alzare intrepido la spada per mozzar via il tentacolo del mostro più vicino. L'esempio viene dalla collezione della Waseda University.



Una piovra attacca proditoriamente un bambino che da piccolo Ercole si divincola nella terribile morsa. Stampa di Koryusai del 1772. Dalla Mead Art Museums a Amherst, Mass.



Una piovra strangola un pescatore di perle nella Baia di Shido, da una serie di schizzi di Yoshitoshi (1839-1892) del 1882.



Un esempio su questa tematica compare già nel 1773-74. 
Mostra una gigantesca piovra che cerca un appiccicoso Hug da una pescatrice di perle alquanto carina. Stampa della collezione del Los Angeles County Museum of Art.



Questa è forse l'immagine più famosa di Hokusai.
Una nuotatrice viene assalita da due polipi: il più grande l'attacca alle gambe, il secondo, più piccolo, la bacia. Non è la mia stampa preferita e devo ammettere che almeno per me è un tantino disgustosa; anche se stando a chi conosce il giapponese la descrizione è piuttosto esplicita... 
Con tanto di risucchi e rumori onomatopeici.




Tra i tanti noiosi divieti che opprimono al vita di un monaco buddista, non dobbiamo dimenticare il divieto di mangiare carne (o pesce, o altri esseri viventi). Tuttavia, con un certo voltafaccia, Ikkyu Sojun (1349-1481) scrisse una volta, riferendosi alla bontà di mangiare un polpo:

“Tantissime braccia, come la Dea Kammon; sacrificato per me, guarnito con cedro, ti riverisco altrettanto! Il gusto del mare, a dir poco divino! Mi dispiace, Budda, questo è un altro precetto che non posso tenere.

Il caso di Ikkyu non è solo il caso di un buddista devoto che aveva deciso di mangiare un octopus, ma è direttamente collegato a un episodio moraleggiante: 

“Un giorno, la madre di Zenko cadde gravemente malata. 
Disse al figlio che sarebbe potuta guarire solo mangiando carne di polpo. 
Essendo un monaco buddista, Zenko non poteva mangiare esseri viventi, ma decise di rompere i suoi voti per andare incontro al bisogno della madre. Alcuni dei paesani del luogo videro Zenko acquistare un polpo da un pescatore e lo rimproverarono. Quando Zenko allora si mise a pregare Yakushi invocando un aiuto, il polpo si trasformò in una serie completa di otto pergamene sutra, dalle cui pieghe uscivano mirabili raggi di luce che andavano in ogni direzione. I paesani che avevano criticato Zenko si misero tutti a elevare grandi preghiere e abbassarono le proprie mani insieme in onore del Budda Yakushi. Quando nominarono il nome di Yakushi, le pergamene miracolosamente si (ri)trasformarono nel polpo, che subito saltò nello stagno del Tempio; il polpo si trasformò poi in Yakushi stesso, che emanò una luce azzurra del colore dei lapislazzuli. Quando la luce colpì la madre di Zenko, questa guarì immediatamente. 
Da quel momento in poi, Eifukuji diventò ovunque famoso come il Tempio del Polpo Yakushi.”

La storiella proviene dal testo “Medicine Master Buddha: The Iconic Worship of Yakushi in Heian Japan”. Trappole per polpi – Sogni fluttuanti sotto la luna d'estate.


Minuscolo oggetto d'avorio collegato a una poesia di Basho composta nel 1688. 
Basho compose questo poema nell'aprile del 1688, e lo pubblicò nelle “Backpack Notes”.
Le trappole per i polpi vennero preparate nel pomeriggio e alzate la mattina seguente, dopo che le piovre c'erano finite dentro. Gli octopus nei vasi – che stanno chiaramente a simboleggiare le truppe del Clan Heicke che furono massacrate su quelle spiagge alla fine del XII secolo e i cui fantasmi apparvero in seguito davanti al viaggiatore nell'opera “Backpack Notes” – stanno avendo “sogni fluttuanti” non sapendo che stanno per essere raccolti e uccisi. Allo stesso modo infatti le truppe del clan vennero uccise sulla spiaggia, scoperte addormentate nel loro accampamento. Basho giustappone la “luna estiva” (natsu no tsuki) che la tradizione classica riteneva tanto breve quanto la notte estiva e che associavano all'effimero, con la trappole per polpi (takotsubo), una parola “bassa”, del dialetto del luogo, rinnovando così il tema della transitorietà della vita. Il poema intendeva essere sia umoristico che triste al tempo stesso.

Kuniyoshi divenne famoso con i suoi disegni di prodi guerrieri.
Una serie in particolare appare chiaramente ispirata, se non plagiata, da una delle maggiori opere cinesi, I Briganti (Suikoden). Un tipico classico cinese di banditi adorabili mascalzoni che combattono un potere tirannico. In questo caso Kuniyoshi non segue la storia cinese del tutto fedelmente, in quanto nella versione originale solo uno dei banditi cinesi era tatuato – in questo caso invece lo sono tutti! Molto probabilmente si può dire che Kuniyoshi “giapanizzò” la leggenda cinese.


Nel disegno in questione l'uomo ha un tatuaggio sulla spalla sinistra, che raffigura una piovra che lotta contro l'attacco di un grosso calamaro. Sulla parte sinistra del petto si può inoltre scorgere il tatuaggio di un'aragosta.

Illustrazione di Kyosai (1831-89) proveniente dal primo volume del romanzo di Robun, pubblicato nel 1872. Il Reverendo Octopus predica ai Pesci:
“Consapevoli che c'era una modernizzazione in corso sulla terraferma, i pesci hanno deciso di rendere moderno anche il loro mondo. L'Octopus predica su come arrivare a ciò.”



Illustrazione presa dal pannello centrale di un trittico che mostra un gruppo che recita ben 1,000,000 preghiere attorno a un gigantesco octopus. La piovra in questione rappresenta lo smidollato governo Tokugawa, mentre il corpo avvolto dalle fiamme di fronte all'octopus è l'assassinato Li Naosuke. Vicino al cadavere, il Ronin Mito che aveva attaccato Li viene ritratto con in mano un ventaglio con sopra scritto “colpo diretto”.
Informazioni prese da Comic Genius: Kawanabe Kyosai, pag. 188.



Ritorniamo a Kuniyoshi, artista che riusciva a essere prolifico, senza tuttavia abbassare mai l'altissima qualità dello stile. In questo caso abbiamo una piovra gigante che lotta contro un orso. L'arbitro del “ring” è un Tombo, un tipo di libellula, tradizionale simbolo del Giappone.



Polipi che giocano. – Stampa giapponese di Kuniyoshi della collezione del British Museums.
Scrive Timothy Clark al riguardo:

“ Gli octopus imitano i giochi degli umani usando foglie da piante di patata come ombrelli, armi e altri oggetti. Sono ritratti con nasi camusi e occhi sporgenti che sono fissi in un'espressione accigliata alquanto comica. Kuniyoshi non ha altre intenzioni che far ridere gli spettatori, anche se non si può non ammirare l'economia di linee e al contempo l'energia del disegno. Vengono rappresentate cinque diverse scene: un acrobata con un musicista e un annunciatore; il duello tra Benkei e Ushikawa; un mercante di strada che vende dolci a dei bambini, una danza e un giudice di Sumo con alcuni lottatori.”



Uno dei sette Dei propiziatori travestito da polpo – Scrive a questo proposito Mock Joya:

“Racconti popolari e stampe presentano Tako come una figura grottesca con un'espressione imbronciata e un hachimaki (una bandana di tessuto) avvolta intorno alla testa colorata di rosso. Danza tenendo un ventaglio con una delle otto gambe. Dall'immagine del Tako “danzante” deriva il termine di uso comune Tako-nyudo, usato per riferirsi scherzosamente alle persone calve.


Quali altri collegamenti vi vengono in mente?
Ci sarebbe tutto il mondo del cinema, da toccare... Il Kraken, i pirati dei Caraibi... 
Per non parlare della raffigurazione invece occidentale della Piovra e delle creature marine mostruose... 
E che dire del Doodle di Google, che qualche giorno fa mostrava un allegro polipo che doveva scegliere alla vittoria dei Mondiali?
E i romanzi? Ventimila leghe sotto i mari, di cui il capitolo dell'attacco della piovra al Nautilus era quello che più impressionava i giapponesi (non a caso...) .
Imbracciamo la scure e difendiamo il vascello dai tentacoli, presto! ^___^

Fonti:
Il blog da cui ho preso (e tradotto: faticaccia!) parte dell'itinerario è Vegder's Blog- Octopi Wall StreetIl blog è pieno di articoli interessantissimi, se vi piacciono stampe giapponesi e mitologie varie. I've taken all the images and most of the information from the excellent site Vegder's Blog, a wonderful place for any Japan addict. 

6 commenti:

Unknown ha detto...

La stampa di Hokusai con l'aggressione della nuotatrice è una cosa ripugnante O_o

Alessandro Forlani ha detto...

Condivido l'appetito delle piovre per le pescatrici di perle

Coscienza ha detto...

Un culto di giovani pescatrici di perle di uno sperduto villaggio costiero giapponese che adorano Cthulhu... Ecco un'idea u_u

Coscienza ha detto...

Sì, è quel genere di cose che può scioccare chi non c'è abituato... :-D

Alessandro Forlani ha detto...

Io sarei più per un culto di giovani cthulhu di uno sperduto innominabileabissallecosmico fondale oceanico che adorano pescatrici di perle

Coscienza ha detto...

Ci credo, il meglio che puoi avere sui fondali oceanici come la fossa delle marianne sono granchi bianchi e quegli orribili pesci abissali :-D