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venerdì 8 novembre 2013

Acquisti Lucca Comics 2013



Espansione U.S.A. Di Sine Requie.
Il successo di Sine Requie ormai domina gli scaffali di ogni libreria nerd, di ogni rivendita di giochi di ruolo. Dopo Dungeons&Dragons è il gioco di ruolo più venduto in Italia. 
Successo meritatissimo per il macabro sistema a tarocchi, per la cura maniacale con cui vengono gestite le diverse ambientazioni pesantemente distopiche. 
Dopo il regno di Osiride, espansione fin troppo solare e stereotipata in certi dettagli, insomma sottotono, il duo Cortini&Moretti torna con un supplemento lungamente atteso. 
U.S.A. è un supplemento che spinge ancora di più il pedale sulla narrazione, lasciando all'osso i dettagli "tecnici" di gioco, eliminando l'inutile avventura finale e fornendo in compenso un buon numero di spunti per infinite avventure. Non è perfetto: la prima parte puramente "distopica", presa pari paro da Essi Vivono è condotta magnificamente, avvalendosi di un gioco di bianco/nero contro colori accesi mai così azzeccato. 
La seconda, che s'incentra sul KuKluxKlan, sul Texas assediato dai Non morti e sulla città libera di New Orleans è meno ispirata. Come nei casi peggiori dei precedenti supplementi, si ha l'impressione che abbiano compilato una lunga fila di stereotipi. Si poteva inoltre spendere qualche parola in più sui mutanti nati dalle radiazioni e qualche parola in meno sui Burattini, che divertono ma continuo a sentire estranei spesso al duro realismo (?) del resto del gioco.
26.50 davvero ben investiti.

venerdì 28 giugno 2013

Sulla Luna con un Razzo proiettile (Castle Falkenstein)

Continua la traduzione spicciola degli articoli che compongono la rivista Steam Age, supplemento ruolistico dell'old but gold Castle Falkenstein.

Stavolta ci occupiamo di viaggi nello spazio, e prodi conquiste dell'uomo occidentale sul suolo lunare. C'era un tempo in cui ancora sognavamo di andare nello spazio, e preparavamo vascelli a energia eterica, e razzi proiettile spinti dall'energia idraulica di giganteschi cannoni Jules Verne.

Poi la guerra fredda contro i robot elettrici della Russia Bolscevica terminò, e astronauti dai baffetti manubrio e cosmonauti dalle lunghe barbe si trovarono insieme al bar, disoccupati.
A tracannare birra per dimenticare il passato.

Come racconta Bryan Talbot nella sua introduzione a Cuore dell'Impero:
 "Arruolatosi, come ogni giovane uomo ben pensante avrebbe dovuto fare, durante la guerra del Golfo, Bryan si trovò negli Ussari di Sua Maestà il Principe del Galles, combattendo fianco a fianco con i nostri alleati musulmani condotti dal cavalleresco Saddam Hussein, contro le ingioiellate macchine da guerra condotte dal malvagio Sha' di Persia. "
E così dal competere nello spazio, si passò a cacciare pastori di capre, e a usare le macchine analitiche non per mandare razzi nello spazio, ma per classificare, sorvegliare, punire i cittadini.

Addio al sogno spaziale, welcome to the Panopticon!

Note sulla traduzione: non so bene perché, ma ho trovato questo nuovo articolo difficile da rendere in italiano. Quindi ho cercato di mantenere il tono giornalistico, e mi sono preoccupato meno del solito della completa aderenza al testo originale. Mi perdonino i puristi. ^^

Lunar Shell


barone adam von richten
Mentre scrivo questo rapporto, il razzo sta venendo preparato per il suo battesimo del fuoco, verso la nostra sorella dal corpo celeste, la Luna. Creato dal rinomato scienziato Barone Adam Von Richten, il razzo è il primo tentativo di questo pianeta di superare i suoi limiti terrestri.
L'obiettivo: di raggiungere i confini dell'etere e atterrare su un altro pianeta.
Il razzo- proiettile è un marchingegno veramente singolare.
Costruito con i materiali più resistenti, ricorda fortemente un proiettile più grande del normale.
Il suo lungo corpo termina con una punta che si assottiglia, permettendogli di scivolare attraverso sia l'aria che l'etere. Il razzo ha inoltre tre finestre: una sul davanti, e due sui lati. Le finestre sono state costruite da strati di cristallo al piombo che sono stati incollati fra di loro con resina di alberi di pino. Secondo il Barone Von Richten, questa soluzione ha permesso la maggior resistenza e la contempo la miglior visibilità.


lunedì 1 aprile 2013

Cuore dell'Impero (Bryan Talbot)


Cuore dell'impero è quel genere di fumetto che può venire classificato con difficoltà.
Le più vecchie recensioni si calano con sicurezza nell'etichetta di fantascienza, nella wikipedia più recente viene classificata come ucronia vittoriana, nostalgico controverso inno all'impero britannico.

Io, dal mio canto, definirei Cuore dell'Impero come un'opera Storica, che richiede al lettore un'attenzione e una conoscenza della storia inglese notevoli, a partire dalle premesse, imperniate sulla reggenza di Cromwell, verso la metà del seicento.
Impaludate le vesti di lord Protettore, iniziò una dittatura precocemente spenta dalla sua morte, che permise l'instaurarsi della dinastia Stuart. L'abolizione della dittatura cromwelliana coincise con un esodo di massa di puritani e oppositori, che andranno a costituire il nucleo essenziale degli Stati Uniti. E' forse ardito, ma si può dire che senza quella linfa vitale e messianica dei padri missionari e dei puritani difficilmente il continente americano sarebbe stato colonizzato con tanta rapidità e pragmatica efficienza.

Nell'ucronia di Bryan Talbot succede il contrario: Cromwell riesce a trasmettere il potere ai figli, ed è solo diversi secoli più tardi che una rivoluzione monarchica riporta sul trono i suoi legittimi eredi.
Il danno intanto, è fatto; gli Stati Uniti sono ancora piccole colonie oltreoceano, mentre l'impero britannico si è allargato a occupare Europa e Asia, giungendo a competere come macropotenza solo con una Russia "comunarda" che rimane sullo sfondo e con diversi staterelli frammentati.

Londra, intanto è diventata una metropoli steampunk ipertrofica e gigante, dove una moda neo-vittoriana-elisabettiana-restauratrice si accompagna a braccetto con odii razziali, patriottistimo idiota e sorde proteste di masse di poveri.

Alan Moore- sì di nuovo lui- consiglia Cuore dell'impero definendolo un'opera ancora al passo con i tempi, che anzi li supera, sia nella storia che nell'uso dell'inquadrature, impressione che confermo: sembra di leggere un fumetto all'avanguardia, quasi sperimentale.

I dialoghi affilati come rasoi arredano una complicata struttura a chiocciola di rimandi e flash back, che vengono a costruire un'opera ipertrofica, che propone una storia che non concede al lettore stanchezze o esitazioni. I diversi piani temporali vengono volutamente confusi, incrociati in complicati arabeschi di citazioni e riferimenti alla cultura britannica, al New age, alle religioni orientali. C'è anche un bel po' di brutalità, di sesso (nei fumetti consigliati da Moore è una costante, lol) e qualche tocco splatter.

Di fronte alla merda superoistica che invade gli scaffali librari, ravvivata nei migliori dei casi da qualche esperimento di crossover- ma sempre all'interno dei canoni "facili" di Marvel & DC- l'opera di Bryan Talbot spicca per dinamismo e coraggio.

E' triste che un fumetto degli anni novanta "osi" più dei fumetti odierni, dove se non cacci in gola la pappa pronta al lettore sei automaticamente "fuori". Dove se non tratti strisce umoristiche e/o con il solito Uber Mensch che salva il sacro potere capitalista americano, non ricevi ne fondi, ne lettori.

Ma diamo un'occhiata ai personaggi.