giovedì 21 marzo 2013

Diecimila visite ^_^



Un'elfa steampulpfantasy di Wolsung in regalo! (treno non incluso)
Alla fine anche questo piccolo blog ha raggiunto questo dubbio primato numerico, e non potevo non profittarne per fare il punto sull'attuale situazione.

Considerando che nell'insieme non ho mai rincorso meme o facili facili articoletti di cinquanta parole, né infarcito gli articoli d'immagini e infine che non tengo sciocche rubriche in stile televisivo che fin troppo facilmente contagiano la stessa bloggosfera, ebbene! Mi ritengo soddisfatto
Scherzavo con un amico, alcuni giorni fa: le statistiche stanno ai blogger come il porno alle persone normali. C'è soddisfazione, nel constatate che c'è gente che ti legge, gente che torna a leggerti, che addirittura in casi di sempre più raro coraggio, decide di commentare.
Ed è bizzarro, in un certo senso, che sia ancora qui con questo piccolo blogghino mentre altre realtà ben più promettenti sono dall'anno in cui ho creato il blog (2011) rapidamente collassate, e/o scomparse.

Chi devo ringraziare?
Naturalmente voi, lettori! Le statistiche sull'intero periodo (fine 2011- inizio 2013) indicano come principale chiave di ricerca "zenoraptor" ( meno male!), dama del lago (why?) e svariate chiavi tutte più o meno inquietanti, delle quali resta la mia preferita "Sindaco di Sorso vaffanculo!", in cui viene spontaneo immaginare la scena :-D

Al di fuori di Facebook e Google, la stragrande maggioranza delle visite provengono dai lurker che seguono i miei commenti su Baionette Librarie, a cui levo il mio cappello coloniale in segno di rispetto.

Ovviamente ringrazio Forlani, fra i primi a commentare in un gennaio 2012 in cui meditavo d'eliminare il blog. Quando si dice il caso! Arcamalion, scomparso, spero felicemente nel mondo del lavoro, fra i primi a inserire quest'umile blogghino in una blog roll. Daniele Tredici, che si è sciroppato le avventure di Katherina per un'intera estate, regalando commenti intelligenti e particolareggiati; infine in tempi più recenti Amnell e Inchiostromanzia, infaticabili lettrici.

E adesso?

giovedì 14 marzo 2013

Tombarola di professione (Tomb raider)


Uff! (sospira) Uno strano ibrido, questo Tomb raider
Quando ieri ho terminato l'avventura, ero a metà fra la contentezza e l'insoddisfazione.
Qualche impressione di getto, alla spicciola.

Il corpo di Lara (cit).

Come già evidenziavo, forse con eccessiva enfasi, nell'anteprima presentata all'E3 2012,
questo nuovo Tomb raider presenta un'attenzione che spesso confina nell'ossessione narrativa per le sensazioni crude e viscerali


Per la prima metà del videogioco, Lara viene sballottata, trasportata dall'onda degli eventi, che imprimono un segno indelebile prima che sul suo corpo, sulla sua mente. 
Quando si giunge ad assaporare il video finale, si prova un'indefinibile sensazione di crescita del personaggio, che matura dopo varie e tormentate peripezie. 
Non un evoluzione forzatamente positiva, anzi: ci sono cicatrici nel suo sguardo e pesanti traumi.
" A survivor is born " non è solo una frase d'esordio pubblicitario, è in modo più sottile, sottopelle, la verità: la personalità che poi Lara esibirà nelle prossime avventure viene forgiato nei crudi eventi di questo prequel decisamente sanguigno. Prendiamo l'estrema confidenza, sicurezza di sé che il personaggio classico di Lara tendeva spesso a esibire: questo tratto comincia ad affiorare negli ultimi capitoli, quando sempre più spesso l'eroina tende a mostrare una spavalderia che spesso sconfina nell'arroganza più pura.

In questo senso, non si può transigere: gli sceneggiatori hanno- per una volta! - compiuto un gran lavoro, nel delineare un personaggio che cresce e muta di capitolo in capitolo. Nelle prime ore dell'avventura, la differenza con l'abilità e agilità di Lara diventa palese: manovriamo una protagonista che soffre e si lamenta, che è "impaurita", che spesso sprofonda in crisi depressive.
La maestria in questo senso della telecamera nello seguire l'agire&soffrire di Lara è ammirevole: la sensazione di "partecipazione" alle vicende della protagonista diventa a tal punto notevole, che le fin troppo numerose cutscene rompono e disturbano, spezzando "l'incanto" di un gameplay narrativo in tal senso sicuramente azzeccato.

In effetti questa Lara "adolescente" è in alcuni punti resa anche troppo bene, per cui non si può sfuggire a un leggero fastidio, quando il tuo personaggio esita ai tuoi comandi, o precipita alla morte perché troppo nervoso, troppo indeciso.

E le lodi agli sceneggiatori non possono tuttavia farmi chiudere un occhio sui bachi nella sceneggiatura: i personaggi di contorno sono archetipi senza reale caratterizzazione, che assolvono a ruoli fiabeschi, passando dalla serpe in seno, all'amica fedele, ma sciocca, al vecchio mentore che svolge il ruolo paterno che Lara perde in giovanissima età. Personaggi manichino, piatti, nei cui confronti manca qualsivoglia sforzo utile: quasi gli sceneggiatori avessero paura d'allontanare l'attenzione dal protagonista principale. 
Da Lara, appunto.

c'è anche un geek! Indovinate che fine fa? ^^
E questo non è tutto: nella trama eccessivamente lineare assenti in toto sono ogni plot twist, ogni minimo colpo di scena. Come deve andare, va: e tanti saluti a possibili sorprese.
Pazienza: resta pur sempre l'evoluzione fenomenale di Lara, che non è certo poco.

martedì 5 marzo 2013

Uno starnuto.


Non sono un grande fan della televisione.

Non intendo demonizzarla, giacché troppi apocalittici ingombrano le discariche di giornali e siti web, lamentando i molteplici pericoli della rete, dei videogiochi, della televisione. 
Non ritengo che spegnendo la televisione si giunga a meravigliose scoperte sulla natura del cosmo, o a improvvisi scoppi di vitalità repressa dal behemot catodico. 
Lo spettatore dal cervello atrofizzato passando dalla televisione a Internet non realizzerà grandi progressi, se le sue attività si limiteranno a interminabili ore di cazzeggio sui social network, 
o a (in) esauste seghe su you porn.

Se non cambiano le modalità di fruizione del medium, dal passivo di cinema&televisione, 
al più attivo ruolo svolto con la rete serve poco rottamare il cubo nero.
In altre parole, senza cambio di mentalità non c'è reale progresso.


Tuttavia, ogni volta che in casa d'altri fisso costretto qualche rozzo programma, 
non posso sfuggire alla totale sensazione d'irrealtà di reality e telegiornali. 
Non sembra reale, quella roba. 
Non c'è alcun nesso fra quanto la giornalista televisiva afferma e quanto conosco. 
C'è una totale dissonanza cognitiva. Il mondo presentato dalla televisione puzza di realtà alternativa.
Ucronia. Matrice spiazzante. E la pulizia dei volti? La perfezione dei movimenti?
Le notizie vengono trasformate, mutate. Bianco diventa nero, nero diventa bianco. 
La natura della trasmissione catodica distorce la natura stessa della realtà. 
O meglio, come ogni medium crea la sua piccola porzione di realtà, al cui interno domina con sovranità assoluta. Well, il 99% delle volte, almeno.