Lo scrittore è ossessionato dal ritmo.
Non dal ritmo del romanzo, ma dal ritmo di scrittura.
Caratteri e parole assumono velocemente
un significato magico, se non taumaturgico ai suoi occhi.
Oggi ho scritto 1000 parole. Oh scusa,
intendevo 1000 caratteri, spazi compresi.
Oggi ho scritto cinque parole, ma erano
le conclusive del mio racconto.
Oggi ho scritto 452 parole, me ne
mancano ancora 8 per concludere la mia tassa giornaliera!
E così via.
Come osservava lo chic Murakami nel romanzo
autobiografico " L'arte di correre", la scrittura ha molti punti in contatto con la
corsa.
Più ti alleni, più corri fluido.
Più scrivi, più diventa
facile organizzare capitoli e personaggi, collocare ognuno al proprio
posto, avere con le parole sempre maggiore dimestichezza.
Tuttavia,
solo gli scrittori più validi possono ambire alla maratona.
O
meglio, al famigerato Nanowrimo.
Ne vogliamo parlare? Dei tantissimi- perché sono tanti- blogger che dichiarano che proveranno a scrivere
il romanzo "nel cassetto" nel giro di un mese, per poi
soccombere a metà strada, o esalare l'ultimo respiro nelle ultime
settimane. Relitti impreparati, dal fiato boccheggiante.
Personalmente, non ho mai sento la necessità d'affrontare una maratona di scrittura.
In parte perché consapevole dei miei onesti limiti, non solo nella scrittura, ma nel
tempo vero e proprio a disposizione. Dall'altro, non credo che i
risultati valgano lo sforzo.
Non serve scrivere mille parole al
giorno (stupido King docet) se poi si rivelano foriere di una marea
di cattive abitudini scrittevoli, trasformando lo scrittore in
un essere scimmiesco che pesta tasti a caso sulla tastiera per
raggiungere sta benedetta quota prefissata.
A ragionare in questo modo, si finisce
sempre per barare.
A scrivere muri di pov omnisciente
(gulp!)
O paragrafi di continuo mieloso
infodpump (doppio gulp!)
O a drogare i protagonisti di cattiva
letteratura per farli finire dove vuoi, per meglio affrettare questo
romanzo che sta rapidamente diventando un tormento...
Tuttavia...
Guardando un vecchio racconto fan
fiction che mi trascino da oltre due anni su un forum, con
commentatori che implorino che aggiorni dopo oltre cinque mesi
d'assenza...
Considerando che "Donne,
dirigibili e brutti contadini" si è arenato sulla sua scaletta
iniziale, che all'entusiasmo dei primi mesi è subentrato un ritmo
tanto lento quanto scarso...
Occhieggiando con vago timore la patina
di polvere sui progetti iniziati e mai finiti, abbandonati a metà
costruzione, come titanic trasformati in pescherecci arrugginiti...
Forse imporsi un tetto minimo di parole
da scrivere al giorno, assicurandosi così di terminare tanti
ambiziosi progetti non è forse un'idea così malvagia. Destino
vuole, che in questi giorni finissi sulle
strategie evolutive del buon Mana. Che
leggendo questo post sbirciassi il blog dell'istrionico Chuck Wending,
infernale scrittore che all'appello ha parecchi saggi sull'arte di
scrivere, o più prosaicamente, su come costringersi a scrivere. Opere in realtà raccolta degli articoli sul suo blog, che basta
visitare alla seconda pagina per ottenere un primo consiglio.