domenica 19 febbraio 2012

Improbabili guerriere

All'uscita del primo libro della Troisi sia appassionati lettori che (pochi ahimè) critici erano stati concordi nell'attribuire parte dell'immeritato successo alla copertina, che figurava una donnina in latex nero degno di una dominatrice.
Poco sorpredentemente la copertina aveva fatto presa sia sugli adolescenti maschi in perenne tempesta ormonale, sia sulle ragazze, che si erano viste trasmesse una (pseudo) immagine di donna forte e risoluta.
Ricordo un commento di un'amica:

" L'ho preso per l'immagine in copertina, fantastica! E la storia d'amore fra lei e Sennar..."

Sigh.

Più interessante scoprire cosa succederebbe se davvero un modello provasse a impersonare le pose dei disegni fantasy che spesso ingombrano le librerie. La guerriera/ maga/ pistolera oltre che attraente è in effettiva posa da combattimento? O almeno mostra una posa quantomeno naturale?

Dal punto di vista intellettuale- sociologico Pierre Bourdieu chiaramente esplicita nella sua opera "Dominio maschile" l'incapacità di un sistema maschile, quale l'editoria e le scelte in fatto di marketing che ne conseguono, di realmente adeguarsi al modello femminile. In altre parole la sottomissione della donna, per quanto si tenti di trasmettere il messaggio opposto risulta inevitabile; il disegnatore uomo nel momento stesso in cui sceglie un'eroina "decisa e risoluta" in realtà la dipinge come stereotipo della donna- tentatrice e dannata, trasmessa già dalla tradizione cristiana.
Si ripete il clichè che non manca nella narrativa stessa dell'angelo casto e puro o unica alternativa della puttana tentatrice a cui l'uomo deve resistere.

Da un punto di vista più tecnico e concreto vi è stato chi ha tentato di ricreare le pose delle diverse eroine di fumetti e romanzetti fantasy. Questo coraggioso idiota volontario è lo scrittore Jim C. Hines, che incuriosito da alcune pose delle protagoniste dei suoi romanzi ha provato a imitarle.



giovedì 16 febbraio 2012

Crudele ritratto dell'autore esordiente


Dopo quasi un anno che ho ripreso a scribacchiare non solo articoli, ma narrativa di basso livello, posso con tranquillità affermare che la scena degli esordienti italiani si presenta deprimente a dir poco. Le caratteristiche base che ho intravisto in buona parte dei testi che vengono offerti alla critica su forum di scrittura come Writer's Dream sono all'incirca:

- Ricerca di uno stile particolare, ampolloso e astratto, sul modello dei grandi prosatori del secolo scorso. Salvo rari casi italianissimo ricorrere a frasi musicali, metafore, dissertazioni (pseudo) filosofiche. Il tutto avviene ovviamente a scapito della chiarezza e dell'interesse del lettore, mettendo in secondo piano quanto dovrebbe costituire il fulcro di ogni romanzo: azione e personaggi. In altri termini: parole per amore di parole.

- Personaggi in molti casi monodimensionali, fastidiosamente perfetti, narcisistici, pienamente rientranti nei dogmi del politically correct. Ho anche riscontrato una certa tendenza al ricorso di personaggi Mary Sue: protagonisti ricalcati sulle migliori qualità dello scrittore. In questo senso ho spesso notato il ricorso da parte maschile a protagonisti femminili, che di fatto rimangono tuttavia autentici mary sue, emanazioni dei pensieri e del carattere dello scrittore.
Il risultato? Improbabili femmine d'incredibile bellezza manovrate dal burattinaio-scrittore maschio, che ragionano di fatto come uomini, ma vengono descritte come fuoriuscite dall'ultima rivista di playboy.


- I frammenti di trama e i racconti lunghi spesso postati mostrano nel più dei casi tragici drammi interiori, lunghi monologhi e scene di vita quotidiana. L'elemento fantastico/ orrorifico/ i pochi momenti d'azione rimangono subordinati alle pippe mentali.. Emh volevo dire alle profonde dissertazioni filosofiche del giovane autore.

tipico scrittore esordiente: morde se provocato 
Con questo non voglio affermare che la scena esordiente italiana faccia schifo... Tuttavia la generale piattezza delle vicende proposte rimane innegabile. La mancanza d'idee è da riscontrare nelle deliranti scelte editoriali italiane, ormai totalmente rivolte a inseguire l'ultima moda del mercato, invece che ricercare prodotti di qualità.
Non occorre trascurare un certo fastidioso moralismo, in cui ostracizzate appaiono ogni possibile scena di violenza, e non mi riferisco certo a stupri e torture, quanto banali scene di combattimento.
La reazione di fronte all'accurata descrizione di un po' di sangue o cervella sparse da un colpo di pistola è un costernato orrore da gentildonna vittoriana. Un atteggiamento "ah che schifo" che non giova a chi vollesse concentrarsi sull'azione al cardiopalmo.
Non diverso l'atteggiamento nei confronti delle scene di sesso, spesso ricche d'insopportabile buonismo borghese, volgari eppure banali.

Sangue! Tette! Realismo!

Avete presente quei biscotti da colazione privi di gusto, magari ben confezionati, ma che rapidamente stancano? Ecco, l'impressione è questa. E cosa ne fate dei biscotti insapori? Li mettete da parte, a malincuore, ma risolutamente.