Ritengo indispensabile nel tratteggiare
un'ambientazione che veda una massiccia componente industriale/
vittoriana, o in ogni caso afferente all'età moderna
(1600-1700-1800), ricorrere alla pubblicità, intesa nel suo senso
più ampio, sia umana (strilloni, volantinaggio, uomo sandwich) che
in forma di stampa, i manifesti da incollare sulle pareti, e gli
inserti pubblicitari all'interno dei giornali. In tal senso
interessante era un frammento della "Macchina della realtà",
in cui Sybil Gerald legge alla sua prostituta compagna di stanza
(analfabeta) svariati inserti pubblicitari del quotidiano:
- Hai qualcosa che ha bisogno di
essere rammendato? - chiese Hetty.
- No, grazie.
- Allora leggi qualche annuncio - le chiese Hetty. - Odio quelle balle di guerra.
C'era PORCELLANA HAVILAND, da Limoges,
Francia; VIN MARIANI, il tonico francese, con una dichiarazione di
Alexandre Dumas, un Libretto Descrittivo, Ritratti, Autografi di
Celebrità, visibili nella sede di Oxford Street; CERA AI SILICONI
PER PLACCATURE IN ARGENTO, non fa graffi, non consuma, è diversa da
ogni altra; il CAMPANELLO PER BICICLETTA "NUOVA PARTENZA"
ha una tonalità tutta sua; l'ACQUA LITIOSA DEL DOTTOR BAYLEY cura
il morbo di Bright e la diatesi gottosa; la MACCHINA A VAPORE
TASCABILE "REGENT" DI GURNEY, destinata alle macchine da
cucire domestiche.
Il frammento in se risulta
pesantissimo da leggere (zampino di Sterling docet?), ma offre un
buon esempio di come la pubblicità possa contribuire al senso
d'immersione del lettore/ giocatore nell'ambientazione. Sono quel
"più" che descrive una vita quotidiana spesso assente
nelle trame ipertrofiche d'azione di libri e videogiochi.
Un buon espediente, insomma, con
l'utile bonus d'essere involontariamente sarcastico.
Vi ricordate i poster di Fallout?
Per non parlare dei video anni 20 di
Bioshock, o in tempi più recenti dell'ottimo Dishonored!
Sono tutti funzionali
all'ambientazione; e non sono un dettaglio fra i tanti, ma forse IL
dettaglio per eccellenza, che più s'imprime nel lettore. Inserire o
menzionare la pubblicità non è dunque solo una buona idea, è
piuttosto doveroso e necessario.
E a proposito di prostitute, Alan Moore
nella Lega degli straordinari gentlemen offre un'infinita serie di
finte pubblicità vittoriane, rivisitate alla luce del ventunesimo
secolo, con una considerevole dose di cinismo e satira.