giovedì 28 aprile 2016

Il Signore dei Film - Compagnia dell'anello parte 2 (analisi)


Il giovedì della scorsa settimana avevano dato in televisione su Italia 2 la prima parte dell'edizione estesa del Signore degli Anelli, come mi hanno comunicato ormai usano fare ogni quattro mesi.
Stranamente, spot pubblicitari a parte, era davvero la parte 1 della Compagnia dell'Anello ed era davvero la versione estesa.
Questa serie di articoli vorrebbe accompagnare ogni giovedì con una carrellata di curiosità, appunti
filmici e osservazioni pungenti sulla trilogia jaksoniana.
Di proposito, ho depennato le osservazioni relative alla fonte cartacea, preferendo invece un'analisi puramente sulla celluloide.
Rivedendo La Compagnia dell'Anello parte 1, il primo appunto che mi è balzato all'occhio è la scelta di chi l'ha trasmesso di tagliare al Concilio di Elrond. Scelta che lascia perplessi perchè ero convinto che sarebbero arrivati fino a Moria, ma che dal punto di vista “cronologico” ha il suo senso, essendo due ore per giovedì.
Pertanto, ho recuperato dall'articolo precedente la sezione sul Caradhras e su Moria, arricchendola già che c'ero con qualche nuovo appunto.
Un altro errore dalla mia parte, è una certa confusione tra nomi originali inglesi e traduzioni italiane, che spesso alterno senza rifletterci. Essendo l'articolo in italiano, ha senso che lo siano anche i nomi, sebbene nel caso degli appunti geografici mi venga naturale usare il termine inglese!
Lothorien è un buon esempio! Non appena avrò più tempo a disposizione, ricontrollerò e nel caso correggerò eventuali aporie della parte 1.

La versione estesa dello scorso giovedì conferma la mia impressione che Jackson, dovendo tagliare, abbia di proposito tagliato l'aspetto più fiabesco della storia, sacrificando Tom Bombadil e la volpe “parlante” dei primi capitoli a favore di una maggiore introspezione psicologica.
Scelta saggia, perchè mi sembra ovvio che fossero “residui”, influenze di scarto de Lo Hobbit che nel Signore degli Anelli anche cartaceo non avrebbero mai dovuto avere spazio.
Scelta dunque e certo non casuale, se si osserva che tutti gli altri eventi, dall'incontro con gli elfi dopo Hobbiton, ad alcuni dettagli della festa di Bilbo, alla stessa Brea sono riprodotti o accennati tutti: ogni passaggio che sembrava “tagliato” dalla versione normale qui ricompare.
Tranne Bombadil, per ovvia e giustissima scelta ideologica.

lunedì 25 aprile 2016

Regina del Sole, di Karl Schroeder


In una galassia lontana lontana, ma scientificamente accurata, l'universo di Virga rappresenta uno dei tanti esperimenti dell'uomo nella corsa alle stelle: una bolla gigantesca, un vivente ecosistema che spazia per migliaia di chilometri nello spazio profondo.
Al suo interno, la materia prima disponibile è stata convertita per creare piccoli habitat, che ruotano intorno a soli artificiali, che forniscono calore, vita e ossigeno alla cittadinanza.
A tutti gli effetti, un sandbox spaziale, dove la civiltà umana è balcanizzata in micronazioni eternamente in lotta.

Nel primo libro della trilogia di Karl Schroeder, la nazione di Slipstream è minacciata dalla Formazione di Falcon, un impero militarista in piena espansione. L'unica speranza consiste nell'impossibile missione di arrivare fino a Candesce, il sole artificiale più grande di tutta Virga e manipolarne le variabili per avvantaggiare la piccola flotta di Slipstream.
La missione riesce, ma la moglie del comandante, Venera Fanning, resta dispersa in azione nella fascia di relitti e antichi abitati che circondano il sole di Virga.


Se il primo libro di Schroeder – Il Sole dei Soli – era una missione corale che raccontava un'avventura piratesca attraverso tutta Virga, il secondo – Regina del Sole – restringe invece a un'unica protagonista, Venera Fanning e a un'unica ambientazione, Spyre.
Prima, il ritmo del romanzo era veloce, frenetico: una successione di “meraviglie” e combattimenti, estesi sia nello spazio che nel tempo.
Dopo, con Regina del Sole, il ritmo si dilata, diventa lento e strascicato: una successione di intrighi di corte, di presentazioni di personaggi/psicologie bizzarre, di dialoghi e vendette. Spazio e tempo si restringono a pochi lembi di terra, di edifici e di persone: aumentando a dismisura però il livello di dettaglio e approfondimento.
A voler esagerare, Il Sole dei soli è un telescopio, Regina del Sole un microscopio.

venerdì 22 aprile 2016

La Notte selvaggia di Jim Thompson


E' difficile giudicare il carattere di una persona online, tanto più di uno scrittore e di un colosso quale Ramsey Campbell. Tuttavia, dalle interviste, agli interventi, ai video Ramsey Campbell comunica immancabilmente un'impressione positiva, di un uomo esperto, garbato, sempre disposto ad aiutare un collega o un appassionato. L'unico suo libro che ho letto, La bambola che divorò sua madre, risale ai primi anni delle superiori, non ho idea pertanto della sua qualità come scrittore. E non so nemmeno se sia davvero “friendly”, o se questo genere di collaborazione (rispondere alle email, accettare interviste anche da siti e blog di appassionati, senza distinzione) sia normale usciti dall'arcadia snob italiana.

Certamente, dando un'occhiata sui siti lovecraftiani/gotici che frequento lo vedo spesso intervistato, o coautore di articoli e consigli. Notte selvaggia, di Jim Thompson è uno dei volumi consigliati in una classifica di tredici romanzi dell'orrore che ha scritto per Horror Novel Reviews. Alcuni titoli non li avevo mai sentiti, altri non li consideravo orrore (Beckett), altri ancora sono disponibili in versione originale su Gutenberg. A meno che non siano spazzatura, tenete d'occhio quella lista per avere un' idea sulle future recensioni.

Carl Bigelow è un ragazzo che compensa la bassa statura con tanta buona volontà e voglia d'impegnarsi, disposto a studiare tanto e lavorare altrettanto pur di avere una vita onesta e intelligente.
Il suo arrivo alla cittadina di provincia di Peardale coincide con una serie di opportunità: l'affitto per pochi spiccioli di una stanzetta con pasti in comune, delle tasse per la scuola convenienti, persino una pronta assunzione alla panetteria locale, con paga anticipata.
Se non fosse che Bigelow non è Bigelow. Dietro le lenti a contatto colorate, le medicine e le scarpe col rialzo si nasconde un uomo alcolizzato al servizio della Mafia, di un boss dal nome “L'Uomo”.
Sicario tormentato dalla tubercolosi, è un ometto ingegnoso, sempre disposto a manovrare gli altri per i suoi fini. Il suo obiettivo è un uomo che ha spifferato un importante giro di scommesse e che dovrà presto testimoniare in tribunale. L'assassinio deve apparire un incidente, senza destare il benché minimo sospetto. In una cittadina dove già la gente muore di suo, di vecchiaia e depressione, Bigelow non deve far altro che facilitare un processo già in atto...

giovedì 21 aprile 2016

Il Signore dei Film - Compagnia dell'anello parte 1 (analisi)


Un mio collega d'università che possiede la televisione (o è la televisione a possedere lui? Ahimè...) mi ha subito informato sollecito che stasera trasmettono la parte uno della Compagnia dell'Anello nell'extended edition di Peter Jackson, su Italia 2, alle 21.10. 
Certo, potremmo addurre ottime argomentazioni per spiegare come non ci sia alcun sprone a guardare un film sulla televisione, sopportando l'ingestione forzata di nauseabonde pubblicità, caroselli, tagli e interruzioni inopportune, per non rammentare gli usuali sbagli nell'alternare le diverse parti (parte 2 prima della parte 1 ecc ecc).
E allo stesso modo, potremmo scrivere il solito articolo di cinquecento parole o meno in cui spieghiamo senza conoscenza di cinema, perchè cinematograficamente Il Signore degli Anelli è un brutto film, o in cui argomentiamo senza aver letto nulla di fantasy come Tolkien sia un “autore banale”. Purtroppo l'offesa senza valide argomentazioni a supportarne l'evidenza è quel genere di caratteristiche dei blogfamosi” che non riesco a replicare, come non mi diverto a gettar letame sui passanti quando passeggio in campagna.
Una lamentela pungente, un buon discorso non impedirà mai a una buona porzione della popolazione di sedersi in poltrona e guardare nonostante tutto il film dalla televisione, pur conscio di blu-ray spesso in svendita o delle opportunità sui Torrent. 
Quindi, perchè non approfittarne?
Di recente, cercando saggistica su Tolkien per un progetto, ho letto un saggio di curiosità sul making off della trilogia filmica, che spezzetta i movies in sequenze che analizza, offrendo per ciascuna i commenti del pubblico al cinema, le informazioni erudite, le curiosità più eccentriche, gli errori e le incongruenze sul set.

The Lord of the FilmsThe Unofficial Guide to Tolkien's Middle-Earth on the Big Screen è solo una raccolta di curiosità scritta da un fan per i fan, probabilmente pubblicata all'epoca in una qualche edizione piena di foto colorate e scritte sgargianti. Sono allegate curiosità sul merchandising, interviste a comparse ed effettisti, persino guide ai segreti sui dvd in vendita ai primi '2000.
L'aspetto davvero interessante sta proprio qui: The Lord of the Films proprio in virtù dei sui difetti, del suo essere “basso” è un ottimo termometro per l'atmosfera fantasy che si respirava tra la fine dei nineties e l'inizio di questo nuovo, perfido secolo. Sono nato nel '92, quindi potete comprendere che ora, nel 2016, passato un decennio dall'uscita del Ritorno del re (2003) mi sembra sia giunto il momento per giudicare chi/cosa/come salvare di quel periodo.
In altre parole, The Lord of the Films non interessa in quanto dice sul Signore degli Anelli, ma in quanto dice sui fan del Signore degli Anelli a inizio '2000.
Per citare un esempio tra i tanti, l'autore non sa ancora se Jackson dirigerà Lo Hobbit, che immagina un'eventualità a dir poco impossibile. Considerando l'orrido risultato, sarebbe stato meglio se il progetto fosse rimasto davvero impossibile...

Il rilascio ogni giovedì della trilogia sulla televisione dovrebbe pertanto permettermi un nuovo appuntamento settimanale, in cui commentare spezzone dopo spezzone la trilogia, usando quest'Unofficial Guide per mostrarvi dettagli che io per primo non ho mai notato.
Se non ci saranno imprevisti, ci si darà appuntamento per 6 settimane di fila.


martedì 5 aprile 2016

Vorwarts! Clara Horbiger e l'invasione dei Seleniti, di Alessandro Forlani (serie)


Impero degli Asburgo, anno delle magnifiche sorti e progressive 1847.

Al golfo di Venezia, la folla in attesa del plenilunio assiste alla comparsa di una seconda Luna, un mostruoso oggetto non identificato rivelatosi un'astronave aliena. Sono i Seleniti, alieni lunari dalle sembianze di struzzi – una razza avanzatissima, ma sprofondata nella demenza senile – i cui piani di battaglia e d'invasione fanno sembrare i marziani di Wells un capolavoro di razionalità.
Fugge al massacro Clara Horbinger, figlioletta di un colonnello dell'esercito asburgico. Nell'occasione, l'adolescente svela poteri occulti, di magia nera e rianimazione dei cadaveri.
Intanto il centro del mondo per gli Asburgo, cioè Vienna e Milano, Austria e Lombardo-Veneto, passano sotto attacco...


L'attacco degli struzzi colpisce senza ne logica, ne pietà: le guarnigioni militari vengono ignorate, i civili massacrati, le linee nevralgiche dei ponti e fortilizi ignorati a favore della distruzione indiscriminata di villaggi e treni.
A Milano una riunione d'emergenza di Radetzky, l'arciduca Ranieri e gli ufficiali in campo decidono per un attacco preventivo a Padova per bloccare l'insulsa invasione. Gli struzzi vanno fermati; ma è chiaro che si sottovaluta il bizzarro nemico.
Vedendo un collegamento tra gli struzzi e gli alieni delle riviste di fantascienza, Thomas Horbiger, il padre di Clara, contatta uno scribacchino, Michele Beltramini, per meglio comprendere la nuova minaccia. Affianca loro un'algida tenente, Caterina, e li spedisce a indagare nel torbido mondo dei feuilleton e della fantascienza... dove incontrano un trio di piemontesi guidati dall'avvocato Nigra con un'uguale missione. Di ritorno da Pesaro, dopo l'incontro con un certo “Forlani” e il suo Venite Invademus, il treno è attaccato dai Seleniti. Piemontesi e austriaci combattono fianco a fianco per sopravvivere. Solo un reggimento di non morti resuscitato da Clara permette la vittoria...


L'orgoglio della Casa d'Asburgo, l'esercito austriaco del Lombardo-Veneto, si scontra con le orde barbare degli Struzzi a Padova. I soldati che hanno liberato l'Europa dalla tirannia del nanerottolo corso e che vigilano contro la rivoluzione liberale in agguato, si battono contro un nuovo nemico. 
I piani di battaglia sono validi, il morale alto: ma gli alieni non ragionano seguendo le regole e l'onore dei vecchi condottieri. La battaglia è una rotta disastrosa.


A Milano, Beltramini cerca di convincere Radetzky e Ranieri della necessità di un nuovo leader guerresco, uno che sappia guidare e infiammare le truppe contro gli struzzi. Mentre si nomina un possibile candidato nell'ahimè defunto Raimondo de Montecuccoli, avviene un rapimento.
Un automa da servizio tramutato in golem rapisce Clara, che finisce nelle mani di un nemico molto più terribile degli alieni: i piemontesi! L'automa era infatti la creazione di un negromante, Borri, al servizio dei Savoia. In accordo con Nigra, vorrebbero resuscitare Raimondo de Montecuccoli e unire le due forze, austriache e piemontesi, contro gli struzzi.
Per resuscitarlo tuttavia, serve il potere di Clara...
A bordo di un dirigibile stealth, Borri, Clara e un manipolo di racchettieri piemontesi si dirigono verso la cripta di Montecuccoli, e cioè verso Vienna.


Il rinato Conte de Montecuccoli, dovunque vada, assume comando: è un morto vivente con più autorità e vitalità di tanti “viventi”. Dopo una parentesi onirica presso il villaggio natale di Clara, dove la ragazza si rende conto di esser cresciuta e aver fatto i conti col passato, i nostri protagonisti arrivano a Milano. La città è barricata, alle strette per i Seleniti in avvicinamento. Le truppe di stanza, i rifornimenti in arrivo a passo di marcia, le aeronavi, la cavalleria e l'artiglieria: c'è quanto basta a formare un esercito, attende solo un leader in grado di condurli all'attacco...


Si direbbe che ogni pedone, ogni pezzo è pronto, se non fosse che gli struzzi rovescerebbero la scacchiera in un impeto di violenza irrazionale. Alla barbarie dell'alieno, corrisponde la barbarie dell'umano: le truppe galvanizzate da Montecuccoli si scontrano con gli Struzzi nel tritacarne definitivo.