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venerdì 14 aprile 2017

Lo sventrademoni, di William King - rileggendo la saga di Gotrek&Felix


Con Sventrademoni William King prosegue sulle già solide fondamenta gettate con Sventraskaven, proponendo una vera e propria espansione al secondo romanzo, una versione 2.5 che recupera protagonisti e antagonisti gettandoli in tutt'altra ambientazione. Una sorta di prosegu(it)o

Come sempre succede con le avventure di King, ha tutto inizia in una locanda dove nel corso di una rissa Gotrek incontra un suo vecchio amico, Snorri Mordinaso. I due, dopo aver svuotato il locale di ogni goccia di birra, scoprono che una spedizione di nani sta per partire a giorni, diretta in uno dei luoghi forse più pericolosi del Vecchio Mondo: la Desolazione del Caos. Con grande sconforto di Felix, Gotrek accetta prontamente. 

La missione è diretta alla roccaforte perduta di Karag Dum, un tempo un'orgogliosa cittadella nanica conquistata dai lacchè degli dei oscuri molti secoli prima. Gotrek e Snorri avevano entrambi tentato di raggiungere la fortezza a bordo di vagoni corazzati, ma assediati dalle forze del Caos la spedizione si era risolta in un fallimento. 
Presso una miniera abbandonata, tuttavia, Gotrek e Felix scoprono una nuova arma rivoluzionaria, capace di cambiare le carte in tavola: i nani, in gran segreto e contro le regole della Gilda degli Ingegneri, hanno costruito un dirigibile, una vera e propria nave volante. E' lo Spirito di Grungni, guidata dal capitano-inventore folle Malakai Makaisson, un nano fattosi sventratore per progetti d'ingegneria... non esattamente in regola con le norme antinfortunistiche dei nani. Si può dire così.

venerdì 7 aprile 2017

Lo sventraskaven, di William King - rileggendo la saga di Gotrek&Felix


Ho sempre trovato interessante il termine “sventratore”, perchè l'originale inglese, “slayer” poteva essere tradotto in molti modi, ben lontani da quello “sventrare” che si è affermato nel tempo tra i giocatori di Warhammer. Anni fa, quando ancora esisteva Warhammer Fantasy, il team di traduttori italiano doveva accuratamente bilanciare tra l'accuratezza della traduzione e la sua effettiva utilità: è inutile tradurre alla lettera e sommergere il giocatore di omonimi che rendono le battaglie un incontro tra avvocati e linguisti.

Con Age of Sigmar vedendo come ogni singolo termine sia inglese e la traduzione abbia la stessa legnosità di Google traduttore, devono essersi affidati a uno studente retribuito con un tozzo di pane e un po' di colla per metallo da sniffare per consolarsi. Ho sfogliato un paio di Battletome (Perchè non tradurli come Libri dell'esercito, semplicemente?) e il livello di sofisticatezza è praticamente inesistente: c'è un proliferare di campioni, condottieri e “grandi guerrieri” che rendono il tutto indigeribile. Se volete invece scoprire la raffinatezza e l'indecisione che motivò la scelta dietro il termine sventratore, ci viene in soccorso il White Dwarf 66, del giugno 2004, ai tempi di Tempesta del Caos (rubrica “Brancolando nella Tempesta”, di Luca Amadori):
Prima di tutto colgo l'occasione per scrivere una spiegazione riguardo alla traduzione di Slayer con Sventratore che non ho mai avuto occasione di illustrare. Sia ben chiaro fin da subito che il termine Sventratore non mi è mai piaciuto e che non mi piacerà mai.
Quando affrontammo il libro dei Nani per la
nuova edizione vedevo già scorrazzare allegri Ammazzatroll, Ammazzagiganti, Ammazzaskaven, Ammazzadraghi e Ammazzademoni in un turbine di creste e barbe arancio e asce affilate. Ah che bello! Sì... ma avremmo avuto i Nani Ammazzatori? I Nani Uccisori (quindi Ucciditroll ecc.) o i Nani Assassini? Oh no... non c'era via d'uscita. Sventratori erano e Sventratori sembrava che volessero rimanere. Sigh!
Che tremenda sconfitta.

Se il termine Sventratore è a mio parere ancora troppo “basso”, rimane una soluzione soddisfacente. E' questo genere di sottigliezze che distingue un universo fantasy pur sempre basato su un gruppo di soldatini e dei dadi da tirare in compagnia da un hobby con una sua dignità.

venerdì 31 marzo 2017

Lo sventratroll, di William King - rileggendo la saga di Gotrek&Felix


Ci sono romanzi che affrontati a mente fredda si liquiderebbero come emerite idiozie, operette ingenue che al più intrattengono. La storia è convenzionale, i personaggi sono cliché appena abbozzati, i colpi di scena non li avverti nemmeno, sono una carezza intuibile da pagina uno. Sono romanzi che razionalmente verrebbe da demolire pezzo per pezzo. Eppure, alcune rarissime volte, sono talmente divertenti, talmente carismatici, talmente pieni di azione caciarona, che perdoni loro ogni difetto. Certo, questa non dev'essere una scusa per violare ogni regola della narrativa, eppure, ripeto, ogni tanto il miracolo avviene... 

La saga di Gotrek e Felix di William King non appartiene certo alla categoria delle opere qui sopra, non è certo tanto pessima: bisogna però riconoscere che accumula di stereotipo in stereotipo, procedendo alcune volte con tanta rozzezza da far sembrare scribacchini come Terry Brooks il Dante del fantasy. Mentre autori come Dan Abnett, pur popolando metà della Black Library, sono diventati scrittori al cento per cento, autori che meriterebbero molta più attenzione dai “letterati”, dall'altro William King tra gli anni '80 e '90 confezionava storie scritte molto alla buona, dove il materiale di base si sente parecchio. Non siamo ai livelli di un tie-in, di una trasposizione diretta, com'è ad esempio per la narrativa di Shirley tratta dai videogiochi, ma ci si avvicina pericolosamente. 
Eppure... quant'è divertente la saga di Gotrek?