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giovedì 14 marzo 2013

Tombarola di professione (Tomb raider)


Uff! (sospira) Uno strano ibrido, questo Tomb raider
Quando ieri ho terminato l'avventura, ero a metà fra la contentezza e l'insoddisfazione.
Qualche impressione di getto, alla spicciola.

Il corpo di Lara (cit).

Come già evidenziavo, forse con eccessiva enfasi, nell'anteprima presentata all'E3 2012,
questo nuovo Tomb raider presenta un'attenzione che spesso confina nell'ossessione narrativa per le sensazioni crude e viscerali


Per la prima metà del videogioco, Lara viene sballottata, trasportata dall'onda degli eventi, che imprimono un segno indelebile prima che sul suo corpo, sulla sua mente. 
Quando si giunge ad assaporare il video finale, si prova un'indefinibile sensazione di crescita del personaggio, che matura dopo varie e tormentate peripezie. 
Non un evoluzione forzatamente positiva, anzi: ci sono cicatrici nel suo sguardo e pesanti traumi.
" A survivor is born " non è solo una frase d'esordio pubblicitario, è in modo più sottile, sottopelle, la verità: la personalità che poi Lara esibirà nelle prossime avventure viene forgiato nei crudi eventi di questo prequel decisamente sanguigno. Prendiamo l'estrema confidenza, sicurezza di sé che il personaggio classico di Lara tendeva spesso a esibire: questo tratto comincia ad affiorare negli ultimi capitoli, quando sempre più spesso l'eroina tende a mostrare una spavalderia che spesso sconfina nell'arroganza più pura.

In questo senso, non si può transigere: gli sceneggiatori hanno- per una volta! - compiuto un gran lavoro, nel delineare un personaggio che cresce e muta di capitolo in capitolo. Nelle prime ore dell'avventura, la differenza con l'abilità e agilità di Lara diventa palese: manovriamo una protagonista che soffre e si lamenta, che è "impaurita", che spesso sprofonda in crisi depressive.
La maestria in questo senso della telecamera nello seguire l'agire&soffrire di Lara è ammirevole: la sensazione di "partecipazione" alle vicende della protagonista diventa a tal punto notevole, che le fin troppo numerose cutscene rompono e disturbano, spezzando "l'incanto" di un gameplay narrativo in tal senso sicuramente azzeccato.

In effetti questa Lara "adolescente" è in alcuni punti resa anche troppo bene, per cui non si può sfuggire a un leggero fastidio, quando il tuo personaggio esita ai tuoi comandi, o precipita alla morte perché troppo nervoso, troppo indeciso.

E le lodi agli sceneggiatori non possono tuttavia farmi chiudere un occhio sui bachi nella sceneggiatura: i personaggi di contorno sono archetipi senza reale caratterizzazione, che assolvono a ruoli fiabeschi, passando dalla serpe in seno, all'amica fedele, ma sciocca, al vecchio mentore che svolge il ruolo paterno che Lara perde in giovanissima età. Personaggi manichino, piatti, nei cui confronti manca qualsivoglia sforzo utile: quasi gli sceneggiatori avessero paura d'allontanare l'attenzione dal protagonista principale. 
Da Lara, appunto.

c'è anche un geek! Indovinate che fine fa? ^^
E questo non è tutto: nella trama eccessivamente lineare assenti in toto sono ogni plot twist, ogni minimo colpo di scena. Come deve andare, va: e tanti saluti a possibili sorprese.
Pazienza: resta pur sempre l'evoluzione fenomenale di Lara, che non è certo poco.