Quando s'inizia
a leggere, non si riesce a smettere.
Il quarto volume dei “Libri di
Sangue” costruisce sulle fondamenta dei precedenti, con un Barker
ormai a suo agio con la kinghiana cassetta degli attrezzi forgiata
con i primi racconti.
Le storie tendono ormai a
diventare veri e propri racconti lunghi, dilatano scene e
approfondimenti psicologici, mentre si abbandona gradualmente le
rivisitazioni dei classici, così come tutto il vecchio ciarpame di
angeli, demoni, pentacoli, ecc ecc
Al contempo, c'è ancora
un gancio, in quest'antologia del 1985, ai primi lavori e un'idea di
horror classica, con tutti i suoi limiti e vantaggi.
“Apocalisse”
è una ghost story originale, ma che rientra nei canoni del genere;
“Vade Retro, Satana” è una storia ammonitrice dentro una
tradizione gotica di vecchissima data. E nel contempo... la modernità
di “Libertà agli oppressi”, de “La condizione inumana” e
sopratutto del cronenberghiano “L'età del desiderio”: si
avverte, giunti a questa fase, una spaccatura netta nella produzione
barkeriana degli inizi.
Con nostra fortuna e come
dimostreranno i lavori successivi, ha prevalso la linea immaginativa
e non l'horror da un tanto al chilo al supermercato...