lunedì 8 agosto 2016

Caffè freddo, come fare: una guida per caffeinomani frustrati dall'estate


Secondo il manuale che sto studiando e che ho deciso di non citare, perché filo-americano, il Sud degli Stati Uniti fu abitato in massa solo dagli anni '80, grazie alla diffusione dell'aria condizionata.
La migrazione dei bianchi dalle città “nere” e “liberal” verso i suburbs, la California e le terre del sole non sarebbe potuta avverarsi senza il refrigerio dell'aria condizionata, che rende possibili lavori da scrivania altrimenti difficili per lunghe ore, tra l'afa, ventilatori che ruotano lenti e rigagnoli di sudore. L'idea è affascinante, ma come tutte le teorie incentrate sulla tecnologia sembra dimenticare un gran numero di elementi culturali, economici e politici.
Magari bastasse l'aria condizionata, a elevare i ritmi di lavoro...

Ad ogni modo, qui in Italia il caldo da luglio ha colpito duro e le mie abitudini da bevitore di caffè ne hanno risentito. Badate, è possibile bere caffè caldo a luglio, esattamente come si può mangiare un gelato a gennaio: basta scegliere l'ora giusta. Se ci si sveglia presto, diciamo verso le sei, una bevanda bollente non è così terribile da trangugiare.
Tuttavia, blogger masochisti a parte, l'unico caffè veramente bevibile è il caffè freddo.
Ora, il caffè freddo dei bar non è, a differenza di quello che si può pensare, qualcosa d'impossibile da replicare. Anzi, con la ricetta che vi sto per proporre, mutuata dal solito The Coffeist Manifesto, vi ritroverete con un caffè anche migliore, certo più economico e sano.
Il caffè che vi spacciano come “freddo” nei bar non è che un semplice caffè amaro sparato sul ghiaccio e ulteriormente diluito con abbondanti dosi di acqua ghiacciata. Man mano che i cubetti si sciolgono, il sapore del caffè eccessivamente amaro diventa “sopportabile”, ma siamo lontani da un'idea intelligente di caffè freddo. E' caffè normale, diluito, troppo amaro, che perciò viene spesso affogato in creme, zucchero, panna e in definitiva qualunque cosa zuccherosa che possa mascherarne il gusto francamente un po' merdoso (o fangoso, se siete baristi e vi sentite offesi).
Ma perchè pagare per una roba del genere quando potete avere a casa un ottimo caffè freddo, in quantità e buono per giorni?

Il materiale che vi serve:

  • due contenitori di vetro abbastanza grandi, diciamo le dimensioni perfette sono quei grandi barattoli della marmellata, ma vanno bene anche due bottiglie di vetro.
  • Caffè fresco, almeno 100 grammi. Di solito i miei si trovano bene con il Fairtrade Arabica 100% Ecor (di solito non accettano altro caffè, ma non posso dire che mi dispiaccia l'equosolidale, nel caso in questione il gusto è "medio"). 
    Il gusto verrà diluito, per cui consiglio di usare qualcosa di non troppo delicato.
  • Un filtro di qualunque tipo, io uso un passino per lo yogurt, ma vanno bene anche i filtri di carta del caffè secondo Steven Ward, o qualunque filtro abbiate in cucina che sia abbastanza sottile (non in legno e ovviamente non in uso per altro, come tè o bevande/cibi dai gusti delicati). Lo userete per filtrare il caffè, per cui si sporcherà un bel po'.
La procedura in 7 semplici fasi:

1. Versate 100 grammi di caffè/ una tazza grande nel primo di uno dei due contenitori.
E' un bel po' di caffè macinato, per cui cercate di farlo mentre non ci sono parenti/fidanzate/colleghi di stanza che potrebbero ingiustamente obiettare a un simile “spreco”. Non serve che siate precisi al milligrammo, dopo il primo tentativo andrete ad occhio col cucchiaio.

2. Versate 200 grammi (due tazze grandi/un pentolino piccolo) di acqua sul punto di bollire nel contenitore col caffè macinato. Per capirci, basta che guardiate se l'acqua presenta le bollicine che preavvertono la bollitura; o altrimenti non appena bolle chiudete il fuoco e lasciate riposare un minuto circa, prima di versare. Agitate e rimescolate, stando attenti a non ustionarvi. Non preoccupatevi se l'acqua ha la densità del fango di una torbiera, è normale.

3. Riempite il resto del contenitore con acqua fredda (va bene anche acqua tiepida, l'acqua fredda ha solo il vantaggio di essere più rapida). Occhio all'escursione termica.

4. Agitate e rimescolate con virile energia.

5. Tappate con fermezza.

6. Mettete a riposare per 16, 24 ore in frigorifero (consiglio 24 ore, abbiate pazienza).

7. Prendete l'altro contenitore, metteteci sopra il filtro e versateci sopra il caffè del contenitore al fresco. Gran parte dei fondi di caffè resteranno sul fondo. Buttateli nella spazzatura, senza congestionare lo scarico del lavabo della cucina. Se avete usato troppo caffè e non vi sembra “puro” a sufficienza, passate col filtro una seconda volta.


Avrete così mezza bottiglia di caffè freddo, pronto al consumo. E' caffè concentrato, ma risulterà molto meno amaro del caffè “da bar” e molto più economico. Dovrebbe durare una settimana buona. Ricordate che pur essendo deliziosamente fresco, resta pur sempre caffeina concentrata, per cui non bevetene bicchieroni interi, specie alla sera.
The Coffeist Manifesto consigliava di diluire il caffè con acqua fresca, a seconda della necessità.
Personalmente, trovo che tolga troppo gusto al caffè: usate piuttosto latte freddo, dando così ancora più consistenza (quasi un sorbetto?) al vostro caffè. Anche le sperimentazioni con il latte dolce, alle mandorle o al riso, mi hanno dato buoni risultati e possono aiutare chi soffre di allergia ai latticini.
Finora ho provato questa ricetta americana quattro volte e ormai vado completamente ad occhio.
Per i miei gusti, consiglio di abbondare sia coi 100 grammi di caffè che con i 200 di acqua calda.
Meglio troppo, che troppo poco: al primo tentativo, il gusto del caffè era infatti troppo debole, bisognava quasi rigirarselo sulla lingua. Un esperimento interessante sarebbe di bollire il latte invece che l'acqua, o di provare a mescolare al caffè freddo cacao o sostanze zuccherose di questo genere. Vorrei anche provare a versare il caffè freddo nelle formine per i cubetti da ghiaccio, per avere cubetti pronti da versare nel caffè “normale”, caldo alla mattina.
Sperimentate, andate ad occhio, vedete quale tipologia di caffè si adatta meglio al trattamento: non è un metodo da seguire alla lettera, ma da variare a seconda delle esigenze.

Il mio consiglio per una perfetta degustazione è una tazza di porcellana, una pipa accesa, una marcetta inglese e una sera tranquilla. Vi sembrerà di essere in una colonia africana, tranne che per i selvaggi, efficacemente sostituiti da concittadini in infradito, canottiera e catene d'oro più offensive di qualsiasi zagaglia&astuccio penico.
  

2 commenti:

Matteo ha detto...

Il caffé freddo mi ricorda quello shackerato, che preparavo nelle calde estati dei miei lontani trascorsi da barista, seguendo regole ferreee e sotto il controllo del "capo bar". Doveva avere almeno 1 cm di schiumetta, essere preparato in un certo tempo limite e ovviamente servito sempre col sorriso (no, non era un bar a Trieste come immaginerai).

Su quell'ultima frase poco da dire, i nostri concittadini, con quel look obbligatorio per l'estate, vengono anche in ufficio nelle stesse balneari condizioni. E siamo ben lontani dal caldo della California...

Coscienza ha detto...

@Matteo Poropat
Diciamo che cerco sempre di avere il caffè "puro" (per quanto sia un'assurdità) mi va bene il retrogusto amaro, odio riempirlo di zucchero o schiumetta (anche se risulta molto più invitante, indubbiamente^^).
Cmq se eri barista puoi correggermi se scrivo assurdità >.<

Sull'ultima frase, era un po' da "vecchio trombone" per dirla alla Jacopo, ma credo renda l'idea: certe stagioni sono belle proprio per i vestiti che obbligano la gente a indossare (i cappelli e gli impermeabili in autunno, per dire). L'estate ahimé crea mostri in quel campo, tra canottiere o direttamente panze sudate, anche in luoghi come il museo (proprio ieri ho avuto un bizzarro esemplare di triestinus cafonis in Centrale)