Ultimamente la
saggistica mi interessa molto di più che la narrativa. Non
capisco da quando è successo; dopo aver infatti scritto la tesi mi
aspettavo un certo senso di disgusto all'idea di tornare a leggere
saggi di storia, ma al contrario ne ho ricavato uno sprone ad
approfondire sempre di più determinati argomenti di mio interesse.
Inoltre, per quanto suoni paradossale, trovo che i saggi in lingua
inglese siano molto più leggibili dei romanzi: certo, è in parte a
riprova di un livello molto basso della prosa universitaria
oltreoceano, però è così. Sempre più di frequente con molti
romanzi che nemmeno cito qui sul blog, sopravviene la noia. Non sono
scritti per forza male, o non sono mal costruiti: tuttavia
dover ogni volta leggere “del giovane protagonista”, contro
“l'antagonista”, con i colpi di scena presenti dove devono
esserci e il percorso di crescita dell'eroe, e il dialogone finale...
Non sono i difetti che mi fanno sbadigliare (quelli piuttosto mi
fanno incazzare...), è l'estrema prevedibilità della struttura
narrativa, con quel dato eroe, quel dato “nemico”, quel dato
svolgimento.
La serie di Providence,
di Alan Moore, mi ha finalmente riportato a una narrativa in grado di
combattere ad armi pari con la saggistica. Per la prima volta da
qualche mese ho avuto l'impressione di leggere un qualcosa che
di fronte alla saggistica non si rintanasse nei soliti schemi, ma
anzi le desse battaglia, senza perdere colpi. Providence, in tal
senso, mi ha soddisfatto: è una serie solida, incredibilmente
profonda e complessa, dove (finalmente!) trovo carne al fuoco su cui
discettare.
La serie (composta di
dodici capitoli) segue le vicissitudini di Robert Black, giornalista
del New York Herald nel 1919. Il nostro giovane protagonista,
emigrato a New York dalla cittadina di Milwaukee, indagando per conto
del suo giornale su alcuni fatti di cronaca, conosce il Dr Alvarez,
che in seguito ad alcune sue domande su un testo ritenuto maledetto,
Sous le Monde, gli rivela il primo gradino di un mondo sotterraneo e
nascosto, di testi antichi e strani rituali.
Black, ancora
traumatizzato dal suicidio del fidanzato Jonathan Russell, ne
approfitta per chiedere un permesso al direttore dell'Herald e
imbarcarsi in un'investigazione ai limiti del soprannaturale tra il
New England e il Massachusetts... il suo intento è di scrivere un
romanzo che documenti la storia del soprannaturale nell'America pre
moderna.
Alan Moore chiaramente
escogita Robert Black come una (voluta) confusione tra caratteri
antitetici di H.P. Lovecraft: da un lato, è un immigrato ebreo,
omosessuale; dall'altro però ricorda Lovecraft perchè è un giovane
scrittore insicuro, timido, fobico, con ambizioni di romanziere
“impegnato” che non riesce però a concretizzare niente al di là
della narrativa breve.
A questo personaggio
già in contraddizione, Moore aggiunge un'ambientazione e una storia
che gioca abilmente con i racconti brevi di Lovecraft senza però
riconoscervene il canone, ma anzi citandolo con lievi correzioni che
in apparenza innocue distorcono l'edificio “classico”
lovecraftiano fino a farlo crollare. Un po' come quando rimuoviamo un
sassolino da una montagna e la vediamo crollare in una valanga di
schegge e sassi. Come se non bastasse, il sassolino tolto è dato
proprio da quegli elementi che in Lovecraft sono sempre stati più
controversi: nei quattro episodi finora tradotti compaiono infatti il
meticciato e la purezza di sangue, gli immigrati, l'occulto e
sopratutto il “rimosso”, cioè il sesso, le donne e nel caso del
protagonista stesso, l'elemento antisemita.
Fare leva su questi
elementi per atteggiarsi ad autore rivoluzionario nel frattempo
confezionando l'ennesima opera becera e banale è già stato fatto
tante volte. Sedicenti liberal ansiosi di dimostrare la loro
(inesistente) superiorità di vedute rispetto a quel brutto razzista
di Lovecraft hanno tante volte inserito a forza gli elementi che
reputavano “mancassero”. Il risultato è sempre stato rozzo,
un'operazione di chirurgia che degenerava in un macello. Perchè al
di là di una non specificata “superiorità culturale”, non c'è
alcun lavoro ne di documentazione, ne di analisi del corpus di testi
su cui si vorrebbe operare. E il risultato è sempre bambinesco.
Non così con
Providence.
Sarebbe superfluo citare il lavoro di documentazione, che
costituirebbe già una storia a sé. Sopratutto, però, è magistrale
come Moore sappia creare un'opera fobica, che sembra concentrare in
vignette calme e lente una terribile ansia. Providence può venir
letto sia come sovversione del canone lovecraftiano, sia
paradossalmente come una sua dimostrazione. Questo perchè il fumetto
giunge a incarnare tutte le fobie che Lovecraft aveva, concentrandole
nel nevrastenico protagonista, che è in tal senso un vero
intellettuale nella tradizione dei Miti. Se nel Neonomicon c'era una
violenza di fondo, una forzatura rispetto ai testi di Lovecraft, qui
in Providence la forzatura c'è, ma non si vede: proseguendo con
l'analogia Moore ha scassinato il canone lovecraftiano senza lasciare
la minima traccia, nel più assoluto silenzio.
E nella casa/canone che
ha scassinato ha lasciato però un vero casino di mobili spaccati,
materassi svuotati e insomma un canone completamente rivoltato a
metà. Ma il modo in cui l'ha fatto! Ah, un furto con scasso
raffinatissimo, poco da dire.
L'edizione della Panini Comics raggruppa le prime quattro puntate.
Considerando che altre
case editrici per l'identico prezzo avrebbero avuto la faccia tosta
di proporre un volume in formato piccolo, ritengo che tutto sommato
ci è andata bene. La copertina è solida, le pagine ampie e spaziose
danno modo di mostrare i dettagli delle vignette, invero minuziosi.
In coda al fumetto, ci sono le pagine con le copertine alternative,
così come un breve saggio di Antonio Solinas, davvero ben fatto
rispetto alla media del genere.
Le note che seguono
sono in parte mie, in parte tradotte dall'ottimo sito Facts in the case of Alan Moore's Providence. Mi sono limitato alle annotazioni ufficiali ufficiali,
evitando di tradurre le annotazioni relative ai testi in appendice a
ogni singolo numero (Il Common Place Book, di Robert Black). Se volete
davvero scendere in profondità vi consiglio il sito in lingua
inglese e se volete proprio perdervi nella Tana del Bianconiglio, i
commenti deliranti in calce a ogni articolo.
La traduzione della
Panini Comics ha mescolato parole inglesi e italiane, con rese
alterne. Avrei infatti preferito che si traducesse il titolo ad
esempio, The Yellow Sign, così come alcuni degli slang newyorkesi
risultano va da sé traducibili solo perdendo la connotazione locale.
Vedremo come va con i numeri 5-8.
L'idea è di compilare,
come avevo fatto con Nemo, delle note a piè di pagina per tutti e
quattro i capitoli presenti in questa prima raccolta. Fatemi sapere
che vi sembra e se l'idea suscita interesse, è un lavoraccio...
L'edificio raffigurato
sulla copertina è il 317 W 14th, St New York, New York,
10014.
L'indirizzo corrisponde
a quello fornito da H.P. Lovecraft nel racconto “Aria fredda”, su
cui come detto, questo primo numero gioca abilmente.
Le citazioni che traggo
da Aria fredda provengono dall'edizione dei Grandi Tascabili Newton
Compton, Le Storie dell'Orrore Puro, Tomo I, ristampa settembre 2004.
La versione originale,
“Cool Air”, è legalmente scaricabile da Gutenberg&simili se
preferite l'inglese.
Purtroppo compresi subito che tra i mali dovevo scegliere il minore; ed invece, dopo un po', scovai per caso un caseggiato nella Quattordicesima ovest che mi parve meno ripugnante degli altri.
Era una palazzina di mattoni a quattro piani color marrone bruciato, che non doveva avere più di quarant'anni, la cui facciata recava ancora decorazioni di legno e di marmo, ed il cui fasto decaduto, pur offuscato dagli anni, testimoniava di un buon gusto e di uno splendore da tempo andati.
La luce accesa al
quarto piano, color blu azzurro, si riferisce all'alloggio del dottor
Muroz nel racconto di Lovecraft.
La padrona, una spagnola molto trascurata e quasi barbuta di nome Herrero, non saliva ad angosciarmi con le sue chiacchiere, né mi prendeva a brutte parole per aver tenuto accesa fino a tardi la luce del pianerottolo del terzo piano (…) La signora Herrero sparì su per le scale del quarto piano, ed io tornai in camera. L'ammoniaca non gocciava più...
Lo specifico indirizzo,
realmente esistente, era la casa di George Kirk, uno degli amici di
Lovecraft quando visse a New York nel 1925.
Retro della copertina
Una mappa
dell'amatissima Providence, Rhode Island, luogo di nascita di H.P.
Alla sommità possiamo
distinguere il cimitero di Swan Point, dove Lovecraft è attualmente
sepolto (anche se, come sappiamo, la tomba è vuota).
Pagina 1.
Vignetta 1.
La lettera è rivolta a
Jonathan Russell, a cui il protagonista, Robert Black, si riferisce
come Lillina “Lily” Russell. L'uomo che sta stracciando la
lettera è Jonathan Russell e ha appena ricevuto il rifiuto di
Robert.
Nonostante la lettera
risalga all'aprile 1919, il primo albo di Providence inizia il 5
giugno 1919
(si veda pag. 30).
“Huysmans” si
riferisce allo scrittore del decadentismo Joris-Karl Huysmans, la cui opera maggiormente famosa è À rebours (Controcorrente).
Vignette dall'1 alla 4.
L'intera pagina è
costruita in modo da concentrare il punto di vista verso il centro di
ogni vignetta che si allarga progressivamente verso il lettore,
ingrandendo la visuale e retrocedendo sempre più vicino sia al
lettore “reale”, che al lettore nel fumetto, e cioè Jonathan
Russell.
Il commentatore, Joe
Linton, osserva che questo genere di struttura della pagina compare
spesso sia in Providence, che in precedenza in Watchmen.
Possiamo anche notare
come le pagine della lettera strappate rivelino cosa c'è sotto, in
questo caso Bryant Park. Le parole in questo caso cedono il passo al
“reale” di New York. Questo tema è portante in tutta la serie:
l'idea di più strati sovrapposti da svelare man mano, sia per quanto
riguarda Black stesso (il nascondere le sue origini ebree e il suo
essere omosessuale) sia per quanto riguarda il rapporto tra immagini
e parole (prima della parola c'è sempre l'immagine) sia in senso
stretto (i culti di adorazione degli dei lovecraftiani nascosti
“sotto” la buona società).
Sia in Providence che nel Neonomicon i bordi e lo sfondo sono neri, anziché bianchi. Le vignette pertanto, spesso si uniscono allo sfondo, si amalgamano, si confondono, specie nelle zone d'ombra.
Nella vignetta 3 e
nella 4 il vestito nero di Jonathan Russell si getta nello sfondo
senza soluzione di continuità.
I bordi di ogni
pannello sono inoltre disegnati a mano, frastagliati, decisamente
irregolari.
Vignetta 2 - 3
La caratteristica forma
della fontana che spunta tra le pagine ci permette di collocare
Russell a Bryant Park, a New York. La posizione di Russell sembra
essere vicina alla biblioteca, rivolto a Ovest verso la Sesta Avenue.
Lo spazio tra gli edifici nel centro delle vignette dovrebbe essere
la 41esima Avenue.
Vignetta 4
La voce è di Ephraim
Posey, che interviene nel flusso di pensieri di Russell, sancendo
inoltre il passaggio dalla parola scritta (della lettera) alla parola
viva del dialogo (dialogo pur sempre nel balloon del fumetto).
Pagina 2.
L'ambientazione sono
gli uffici del New York Herald, giornale realmente pubblicato a New
York dal 1853 al 1924. Il nome Herald/Araldo diventerà nel corso
della serie una parola ambigua, perchè Black si presenterà come
giornalista dell'Herald, ma anche inconsapevolmente come “Araldo” (di qualche
divinità lovecraftiana?).
Compaiono in ordine:
Ephraim Posey (sinistra), Prissy Turner (centro), Freddy Dix
(centro-destra) e il nostro sprovveduto protagonista, Robert Black
(destra).
Sembra esserci
chiaramente una catena di affetti non contraccambiati: Dix ci prova
senza successo con Turner, che sua volta è interessata senza
speranza a Robert Black.
Il titolo sul giornale
si riferisce al Trattato di Versailles (che verrà siglato il 28
giugno 1919).
Sanciva la fine della
guerra stabilendo le basi della seconda attraverso l'inumano carico
di risarcimenti imposto agli ora defunti Imperi centrali.
L'autore dell'articolo
è Robert Black, il nostro protagonista. Sappiamo da Moore che è una
fusione tra Robert Blake, il protagonista immaginario de L'abitatore del buio, basato
sullo scrittore e amico Robert Bloch e Samuel Loveman, un altro amico
di Lovecraft. Rimane il protagonista di tutta la serie. E' di
carattere eccezionalmente riservato, di buona educazione, colto.
Nasconde il suo essere di origini ebree (immigrato) e di essere
omosessuale.
Hearst è ovviamente
William Randolph Hearst, il colosso della stampa americana noto per
un genere di giornalismo spicciolo e sensazionalista, spesso
incurante delle sue conseguenze.
In Italia è sempre
stato l'unico giornalismo che conosciamo, ma questo è un altro
discorso...
Le Dime Novel precorsero i giornaletti pulp. Era narrativa di massa, rivolta a fine
ottocento ai ceti più bassi. Lettura becera, d'intrattenimento, che
aiutò l'alfabetizzazione del popolo certo più di tanti altri
prodotti della cultura “alta”.
Le pubblicità fuori
dalla finestra sono reali pubblicità dell'epoca, confrontabili
online. Notiamo in particolare la Blue Label Ketchup, Packard Black D
Shoe Polish, Turkish Trophies...
Il titolo The Yellow
Sign si riferisce al ciclo di Miti creato da Robert W. Chambers nel
suo libro Il Re in Giallo (1895), in seguito fatto proprio e adattato
dai Miti di Cthulhu. The Yellow Sign è un glifo che rende
mentalmente succubi dal Re in Giallo. Le storie di Chambers accennano
anche una città aliena, esistente in un'altra dimensione, chiamata
“Carcosa”.
Il commentatore Padraig
O Mealoid - che chi ha letto le mie note su Nemo ricorderà - compare
anche qui, suggerendo che tutto il primo albo abbia continui
riferimenti ai colori: The Yellow Sign, Black D Shoe Polish, Blue
Label Ketchup ecc ecc
Pagina 3
Vignette 1-4
Alan Moore in questa
sequenza usa per ogni vignetta una diversa prospettiva sulla stanza,
mettendo così in risalto le interazioni tra i quattro personaggi in
dialogo ( mantenendo però sempre il punto di vista “centrato”).
Vignetta 1
Il Diavolo del Jersey è
un mostro presente nei giornali americani a partire dal 1909. Essendo
troppo recente per dirsi “mitologico” ma non abbastanza
“contemporaneo” per essere una leggenda metropolitana,
rappresenta una via di mezzo fra i due, com'è simboleggiato dal suo
bizzarro aspetto.
Bobby, qual era quel libro che faceva impazzire tutti?
Uno dei malintesi
frequenti tra chi pensa di conoscere Lovecraft, ma in realtà sa ben
poco, è ritenere che i libri del Mito di Cthulhu e il famigerato
Necronomicon immediatamente ti facciano impazzire. Sicuramente nei
racconti di H.P. contribuiscono allo squilibrio mentale dei
personaggi, ma l'idea che da soli rendano folli non c'è: un libro
resta solo un libro. Joe Linton giustamente osserva che
quest'invenzione deriva dal gioco di ruolo Il Richiamo di Cthulhu,
famoso già dagli anni ottanta, quando si perdevano così tanti Punti
Follia da rendere il personaggio inutilizzabile. Sicuramente si
riferisce anche al racconto di Chambers Il Re in Giallo, dove
l'omonima opera teatrale rende folli chi la legge o ascolta.
Vignetta 2.
Sous le Monde è un'espressione francese per “Sotto il Mondo” (la versione italiana della Panini Comics non sembra averlo tradotto, mantenendo anche nelle spiegazioni l'accezione francese). Sous le Monde è un'invenzione letteraria di Moore, l'analogo per Providence de Il Re in Giallo, che nel ciclo di Chambers, fa impazzire i suoi lettori. La frase “Sous le Monde” sembra esser presa dalla prefazione di Victor Hugo a Odes et Ballades (1822):
“Sous le monde réel, il existe un monde idéal, qui se montre resplendissant à l’œil de ceux que des méditations graves ont accoutumés à voir dans les choses plus que les choses.”
Sotto il mondo reale, c'è un mondo ideale, che si mostra splendente agli occhi di chi in seria meditazione sono abituati a vedere le cose come qualcosa di più delle cose.
Che faceva impazzire...? Ah, parli di Sous le Monde, negli anni Ottanta, ma non credo che...
Si riferisce al 1880 e
al 1890, caratterizzati dal movimento decadentista nell'arte e nella
letteratura, in particolare in Francia e in Inghilterra, dove gli
esibizionismi di Oscar Wilde e dello Yellow Book diedero vita
all'espressione I Gialli Novanta/ Yellow Nineties.
Stando al commentatore,
Alan Moore ha scritto sul decadentismo nell'opera 25000 Years of Erotic Freedom, che mai stampata qui in Italia è per me (purtroppo)
sconosciuta.
“Sous le Monde”? Cos'è, francese?
Razzismo culturale: Possey sembra considerare reale solo quanto è scritto in inglese.
Secondo il commentatore Raul Moreno è anche un meta-riferimento:
Moore ci sta sottolineando come Sous le Monde sia inventato e il
titolo reale sia Il Re in Giallo.
Alla sinistra della
spalla di Robert Black vediamo l'innovativo sistema di posta
pneumatica.
Vignetta 3
Il Re in Giallo (1895)
è il capolavoro weird di Robert W. Chambers. E' una serie di storie
brevi che mescolano fantasy, fantascienza, narrativa sperimentale e
lavori realistici basati sulle esperienze dello stesso Chambers a
Parigi.
In riferimento a
Providence, sono d'annotare l'opera teatrale Il Re in Giallo, The
Yellow Sign, la già nominata Carcosa e il Lago di Hali, tutte fra
loro collegate dalla figura sconosciuta e macabra del Re in Giallo.
Per quanto riguarda Hastur, Carcosa e Hali, Chambers rubò i termini
al suo collega Ambrose Bierce. Riferimenti alla mitologia di Chambers
sono presenti in Lovecraft.
Pagina 4
Vignetta 1
Dottor
Alvarez è l'equivalente di Providence per il Dr. Munoz del racconto
“Aria fredda”.
La
Quattordicesima ovest era anche l'indirizzo del Dr Munoz in “Aria
fredda”.
Vignetta 2.
Ah. be', forse un giorno, se lo vuole la Provvidenza.
E' sia Moore
che si dà da solo di gomito, sia un riferimento all'intera serie,
Providence per l'appunto, sia un riferirsi a Lovecraft stesso, che
come Robert Black non riuscì mai a scrivere un romanzo, nonostante i
buoni propositi.
Vignetta 3.
Be', quando hanno pubblicato Sous le Monde, sembrerebbe che alcuni lettori siano impazziti e si siano suicidati.
Un altro
riferimento alla prima storia de Il Re in Giallo, Il Riparatore di Reputazioni.
Vignetta 4
Oh, solo il pensiero mi dà la pelle d'oca.
Non nutrite troppe speranze. Per quanto ne so, Alvarez potrebbe essere rigido come un cadavere. Comunque, ci proviamo.
Sono tutte
descrizioni calzanti per il Dr Munoz in Aria Fredda. Come per tutti i
dialoghi in Providence, c'è un'ambiguità di fondo: la pelle d'oca
potrebbe derivare dall'aria fredda, così come dal senso di
raccapriccio e “sbagliato” dato dal colloquiare con un cadavere
rianimato. Rigido come un cadavere può essere inteso sia come una
persona chiusa e noiosa, “rigida”, sia come una persona
effettivamente morta (qual'è il Dr Munoz nel racconto di Lovecraft).
Questo genere di giochi verbali rendono meglio nella versione
inglese.
Pagina 5
Vignetta 1
L'ambientazione
ritorna a Bryant Park.
Sull'acqua
fluttuano le pagine strappate della lettera a Pagina 1.
Vignetta 2
Mi sembra
superfluo sottolinearlo, ma il commentatore inglese osserva che le
scarpe di Jonathan hanno ricche ghette bianche (stile Zio Paperone,
per intenderci).
L'edificio
sulla destra, chiamato Giardino di Uscita, è in realtà un
dispositivo consistente in una camera a gas che permette a chi lo
desidera di suicidarsi. I Giardini compaiono nella Camera Letale
della prima storia di Chambers, Il Riparatore di Reputazioni.
Le camere,
come tanti altri dettagli, sono varianti tecnologiche dell'altrimenti
irreprensibile costruzione filologica di Moore. Palese il riferimento
a cosa avverrà di lì a qualche decennio in Europa, considerando che
il protagonista è inoltre ebreo...
Pagina 6
Vignetta 1
Molte delle
strade di New York ancora nel 1919 non erano pavimentate e il
traffico era un'eclettica mescolanza di automobili e carri trainati
da cavalli.
Vignetta 2
I pannelli
color seppia/grigiastro segnalano un flashback.
L'ambientazione
è Milwaukee, nel Wisconsin.
Il ragazzo è
ovviamente Robert Black, seduto al tavolo coi genitori.
L'enfasi sul
diventare un dottore e il tono del dialogo rivelano al lettore che
Robert Black è un immigrato di origini ebree.
A sinistra
si può vedere una silhouette ritagliata di Robert Black. Lovecraft
aveva una sua silhouette ritagliata da E.J. Perry.
Vignetta 3
Horn&Hardart
era un fast food automatizzato con numerosi punti di ristoro nella
New York degli anni '20.
Vignetta 4
Di nuovo il
color seppia indica un flashback. Robert Black parla con suo padre.
Black,
essendo omosessuale, si allontana dalla piccola città di origine per
recarsi nella grande metropoli (New York) dove sarà maggiormente
accettato.
Pagina 7.
Vignetta 1
Compare per
la prima volta Charles.
Il fast food
automatizzato era in realtà una serie di scomparti completi di
forchette e piatto, in cui inserivi la moneta e da cui ritiravi il
piatto pronto. “Automatizzato” solo alla lontana...
Vignetta 2
Charles,
come Black, dev'essere gay o conoscere i circoli di New York,
altrimenti non potrebbe conoscere la relazione segreta tra Black e
Jonathan/Lilly Russell.
Vignetta 3
Vera è a
quanto pare l'amante di Charles.
Wearing her
hair up slang dell'epoca per dire di non essere apertamente gay.
Dropping
hairpins era slang del tempo per lasciare indizi di essere gay, come
primo passo a flirtare.
Questi modi
di dire erano intraducibili, infatti nella versione italiana il senso
collegato dell'espressione si è perso:
Come sempre. Finge ancora di essere dell'altra sponda, ma semina sempre indizi.
Charles
indossa anche un fiocco rosso, simbolo usato dagli omosessuali di New
York per riconoscersi negli anni '20, stando al libro Gay New York.
Pagina 8
Vignetta 1-4
Gioco di
riferimenti incrociato tra le vignette: il giornale sulla sinistra
della vignetta 1 diventa il giornale Herald del direttore Posey nella
vignetta 2; il vizio dell'alcool sulla sinistra della vignetta 3
diventa il vizio della coppia nella zona portuale nella vignetta 4
Vignetta 2
Di nuovo il
color seppia indica un flashback. Il giovane uomo è Robert Black,
assunto dal suo (ora) direttore Ephraim Posey.
Vignetta 3
Sulla
sinistra si vede chiaramente una dimostrazione del Movimento per la
Temperanza – Drink The Demon That Is Haunting America - parte di
quella che sarà la campagna per il (disastroso) Proibizionismo.
Black sta
camminando lungo la Quinta Avenue. Sulla destra c'è il Flatiron, gli
alberi dietro Robert Black sono del parco Madison Square. Nelle sue
parti principali la via è rimasta la stessa anche oggigiorno, si veda Google street view.
Vignetta 4
Di nuovo il
color seppia segnala un flashback. Black sta passando per una zona
d'incontri gay. La sua schiena data al lettore indica la sua mancanza
di apertura, la sua riservatezza.
Il marinaio
indossa il tipico cappello dixie cup.
Pagina 9.
Vignetta 1.
Il color
seppia segnala un flashback.
Lillian
Russell è un altro nome per il Jonathan Russell che stracciava la
lettera all'inizio e che abbiamo visto suicidarsi a pagina 5. A
questo punto il lettore in effetti è ancora confuso se Russell sia
un uomo o una donna: nei flashback Black è talmente nervoso sul suo
essere gay da immaginarlo come una donna (Lilly).
Anzi, non mi è giunta voce che vivevi sopra l'Ariston quando c'è stata la retata del 1903?
I bagni
Ariston, sotto l'Hotel Ariston a New York, erano un ritrovo storico
per gli omosessuali. Vennero colpiti da un raid della polizia nel
1903, prima volta che la polizia newyorkese agiva contro la
minoranza.
vignetta 3.
Il color
seppia segnala un flashback.
Gautier è
ovviamente Theophile Gautier, lo scrittore romantico francese.
Swinburne è
Algeron Charles Swinburne, poeta inglese.
De l'Isle
Adam è August Villiers De l'Isle-Adam, uno scrittore simbolista
francese la cui raccolta Contes cruels (1883) diede il nome a un
intero sottogenere della narrativa horror.
Forza, vieni. Io sarò Venere e tu sarai Tannhauser...
Sicuramente
un riferimento al romanzo di Aubrey Beardsley The Story of Venus and Tannhauser (1907), pubblicato in origine come Under the Hill.
Beardsley era noto come un artista degli Yellow Nineties, assieme a
Oscar Wilde e Il Grande Dio Pan di Arthur Machen.
Vignetta 4.
Black è
arrivato all'indirizzo della casa di Alvarez/Muroz.
Le case
disegnate sono uguali a quelle presenti all'epoca e che si trovano lì
tutt'ora, Google Street View docet.
Pagina 10
E' la casa
di Alvarez, anche presente sulla copertina. Le luci sono accese al
quarto piano, appartamento del Dottore.
Pagina 11
Compare per
la prima volta Miss Ortega, l'equivalente di Providence per la Miss
Herrero di Lovecraft in Aria Fredda.
Miss Ortega
risponde alla porta in ritardo, avvolta nella pelliccia.
Le ragioni
sono mostrate al lettore a termine dell'albo.
Sì? E' in
italiano anche nel testo originale in inglese. Perchè non è
ovviamente italiano, ma spagnolo.
Pagina 12
Vignetta 1
Prima
comparsa del Dr Alvarez, l'equivalente di Providence per il Dr Munoz
della storia di Lovecraft “Aria fredda”.
“Señor Alvarez? Este caballero es del periódico. Como siempre le digo, todos deberían saber de usted. Mr. Alvarez?”
Traduzione:
Signor Alvarez? Questo signore è un giornalista. Come dico sempre,
tutti dovrebbero sapere di te. Mr Alvarez?
“Oh, muy bien. Puede pasar. Espero verla más tarde, querida señorita Ortega.”
Traduzione:
Oh, molto bene. Può entrare. Spero di vederla più tardi, mia cara
Miss Ortega.
Anche il
Dottor Alvarez è scarsamente vestito: indossa solo una giacca da
camera - probabilmente per la stessa ragione di Miss Ortega.
Vignetta 2
“Lo veré esta noche… y háblele bien de usted a este joven.”
Traduzione:
La vedrò stanotte... e parli bene di lei a questo uomo così
giovane.
Si può
notare come la carnagione di Black, normalmente molto chiara al
confronto con i suoi colleghi dell'Herald, sembri però “scura”
se confrontata con il cadaverico Alvarez.
Il colorista usa una
palette fredda, che oscilla tra il blu e il verde.
Vignetta 3
Va da sè
che sia il freddo, che la malattia di Alvarez che il sistema di
raffreddamento ad ammoniaca siano riferimenti ad “Aria Fredda”,
di Lovecraft.
Particolarmente
ingegnosa l'idea di Moore e Burrows di mostrare solo il respiro e la
nebbiolina ghiacciata che ne deriva di Black, lasciando invece
sottintendere che Alvarez sia un cadavere dalle funzioni vitali
cessate da tempo.
Pagina 13
Vignetta 1
Claude
Guillot è un'altra delle invenzioni di Moore, un nome proprio che è
anche un probabile gioco linguistico con la parola “guillotine”.
A sinistra
c'è una raffigurazione incorniciata di un cuore umano, sezionato.
Questa e altre raffigurazioni disperse per lo sfondo rinforzano il
background medico di Alvarez.
Vignetta 2
Il capo
d'abbigliamento raccolto da Alvarez sembra essere un paio di mutande.
Il chiaro sottinteso, se leggiamo il dialogo, è che Miss Ortega e
Alvarez sono in una relazione amorosa e che Black è arrivato proprio
nel momento in cui facevano sesso (dato confermato dal fatto che
anche Ortega indossa solo una pelliccia). Questo rapporto è
ovviamente stato inventato da Moore e non compare in Aria Fredda,
dove anzi Ortega/Herrero è una spagnola e dunque per Lovecraft una
subumana “quasi barbuta”.
Vignetta 3
"Sfarda"
è un riferimento agli ebrei sefarditi nati in Spagna, un riferimento
sottile all'eredità spagnola sia del dottore che della sua serva,
oltre che dell'ebraismo del nostro protagonista, Black.
Pagina 14
Si ritorna
temporalmente a pagina 5, a Jonathan/Lilly/Russell che si suicida nel
Giardino di Uscita di Bryant Park.
L'aspirante
suicida aspetta la morte ascoltando la musica che preferisce da un
fonografo (la mano nella prima vignetta è di Jonathan).
Pagina 15
Vignetta 3
Aria Fredda,
il racconto originale, specifica l'amore per i libri rari e antiqui
di Munoz/Alvarez:
Mi raccontava degli esperimenti segreti che aveva condotto e dei risultati stupefacenti che aveva raggiunto, ed io tremavo leggermente alla vista di certi rarissimi volumi che gremivano gli scaffali della sua libreria.
“Kitab
Al-Hikmah Al-Najmiyya” è arabo per il “Libro della Saggezza
delle Stelle”. Il libro è l'equivalente per Providence del
Necronomicon, di Lovecraft.
Molti libri
arabi sull'alchimia, sull'occulto, sulla filosofia e sulla medicina
arrivarono in Europa nell'Alto Medioevo, contribuendo alle fondamenta
della cultura europea.
Anche per il
Necronomicon di Lovecraft l'origine è simile, attribuibile all'arabo
Al Azif (a volte reso in altre versioni come Kitab Al-Azif o simili).
Vignetta 4
Non è molto noto. Per molti anni si pensava fosse uno scherzo, una finzione.
Di nuovo,
Moore si sta creando un suo mondo alternativo di testi
“classicamente” lovecraftiani: invece che Il Re in Giallo, il
Sous le Monde, invece che Al Azif/Necronomicon, il Kitab Al-Hikmah
Al-Najmiyya/Libro della Saggezza delle Stelle.
Khalid Ibn
Yazid è l'equivalente di Moore per l'Arabo Pazzo di Lovecraft, Abdul
Alhazred.
Pagina 16
Vignetta 1
Dr Estes è
l'equivalente in Lovecraft del Dr Torres di “Aria Fredda”.
Alcuni, quali la rianimazione dei cadaveri...
E' un
riferimento a Herbert West - Rianimatore.
Il trapianto delle anime...
Si riferisce
a La cosa sulla soglia, di Lovecraft e forse forse L'ombra venuta dal tempo.
Due metodi
su quattro non sono nominati, ma si presume siano la sopravvivenza
della carne attraverso il freddo, come nel caso di Alvarez e
l'inserimento del cervello in vita in un'unità di supporto vitale,
com'è hobby dei Mi-Go in Colui che sussurrava nelle tenebre.
Vignetta 2
Un certo Signor Suydam, di Flatbush,
E' un
riferimento a L'Orrore a Red Hook. Suydam è anche nominato nel
Cortile e nel Neonomicon.
Vignetta 3
La statua
mutilata a sinistra sembra essere una copia della Venere di Milo.
Vignetta 4
Il New York
Herald aveva mandato l'intrepido Henry Morton Stanley in un viaggio
di soccorso in Africa alla ricerca dello scomparso David Livingstone
- l'avvenimento, successo quarant'anni prima, dà un indizio sulla
reale età di Alvarez.
Pagina 17
Vignetta 1
La Statua di
Atena e i gufi elettrici sono veramente presenti nell'edificio dell'Herald, pedissequamente disegnati in seguito anche nel fumetto.
Vignetta 2-3
Black sembra
nervoso al sentire di una società “nascosta”, fraintendendola
per il codice di riconoscimento tra gli omosessuali di New York, o
per un sospetto che Alvarez abbia scoperto le sue origini di
immigrato ebreo.
Vignetta 4
Questa verità è una terra sommersa sotto molte braccia di oceano.
Riferimento
doppio sia all'isola sommersa di R'lyeh, sia al segreto personale
dell'identità sessuale di Blake.
Pagina 18
Vignetta 1
Di nuovo
alla camera del suicidio, il “Giardino d'Uscita” a Bryant Park.
Il servitore sembra aspettare che il gas letale abbia compiuto il suo
effetto. Possiamo notare a destra un elenco di registrazioni e a
sinistra un dispositivo per pompare il gas nella stanza.
Vignetta 4
E'
pomeriggio tardo, a giudicare dalla luce.
Una farfalla
bianca (una falena, forse) giace sul suolo, morta, uccisa forse da
un'esalazione dei gas nella camera.
Pagina 19
Vignetta 2
Dr Alvarez a
sorpresa offre una spiegazione perfettamente razionale per i suicidi
associati a Sous le Monde.
Vignetta 3-4
Black pensa
si riferisca all'America nascosta del discorso precedente, ma in
realtà il Dr Alvarez sta probabilmente pensando alla sua relazione
con Miss Ortega.
Non dobbiamo mai allontanare chi ci ama. Senza di loro, è una maledizione.
L'osservazione
di Alvarez sembra adattarsi perfettamente a Black: il protagonista ha
rifiutato il suo amore, Russell, che di conseguenza abbiamo visto
suicidarsi. Stando ad Alvarez, è pertanto maledetto.
Vignetta 4
Nel mio caso, senza la Signora Ortega, credo che andrei a pezzi
E' una
descrizione di quanto letteralmente succede al Dr Munoz nel finale di
“Aria Fredda”.
Pagina 20
Vignetta 1
Black si
fissa la mano con cui ha stretto l'addio ad Alvarez, probabilmente
perché gelida dal contatto col morto vivente.
Pagina 21
Vignetta 2
Il color
seppia segnala un flashback, in questo caso recente. Black si molla
con Jonathan/Lillian Russell.
Vignetta 3
A sinistra,
i vecchi autobus a due piani.
Vignetta 4
Il color
seppia segnala un flashback, Black che se ne va da Jonathan/Lillian
Russell.
Come fai a essere così tanto vile? Nascondi la tua religione, nascondi la verità su di noi...
Si riferisce
ai due segreti che Black tenta di nascondere in continuazione: la sua
omosessualità e il suo essere ebreo.
Sei così gelido...
Riferimento
(in)volontario al Dr Alvarez e al suo dispositivo refrigerante ad
ammoniaca.
Pagina 22
Vignetta 1
Il New York
Herald Building, prima descritto da Alvarez è ora mostrato alla luce
della sera. Se ne trovano ancora diverse foto, l'edificio fu infatti
demolito nel 1921 (ora rimane Herald Square).
Pagina 23
Vignetta 1
Dix e Posey
stanno discutendo la proposta di vietare l'alcool da parte del
Movimento per la Temperanza.
Vignetta 2
Bobby, sei stato via tutto il pomeriggio. Cos'è, sei uscito con una donna?
Dimostra
ancora una volta quanto bene Black abbia nascosto la sua identità
sessuale.
Si vede
inoltre di nuovo il servizio di posta pneumatica (tra Dix e Turner).
Pagina 24
Vignetta 1
Ah, un povero scemo l'ha fatta finita nel Giardino d'Uscita di Bryant Park.
Per la prima
volta la camera per il suicidio viene definita il Giardino d'Uscita.
La stessa definizione – o idea – era già comparsa in un vecchio
fumetto di Moore, La Ballata di Halo Jones (che avevo anche recensito secoli fa sul blog, manco a farlo apposta...)
Pagina 25
Non ci sono
riferimenti nascosti nella tensione pazzesca raggiunta in
quest'ultima pagina, ma si possono fare un bel po' di riflessioni.
Robert
Black, dopo aver promesso a Miss Ortega che i giornalisti non
mentono, fa proprio ciò, per proteggere la reputazione del suo ex,
Russell. In tal senso, attribuire il suicidio ad aver letto Sous Le
Monde è un modo come un altro per distrarre l'attenzione da altre
possibili cause, quali per l'appunto la separazione da Black.
Chiaramente
il nostro protagonista è dilaniato dal senso di colpa.
Pagina 26
Vignetta 1
Miss Ortega
ritorna come promesso da Alvarez: per la pagina di chiusura Alan
Moore usa l'identica sequenza e inquadratura della lettera lacerata a
inizio storia: in questo caso a “svelarsi” è il corpo di
mezz'età della gentile miss, mentre la copertina e le parole sono in
questo caso sostituite dalla pelliccia.
Pagina 27
Due veloci
note sulla copertina dello zibaldone di Robert Black: il dio greco
Hermes, essendo il “messaggero”, l'araldo (come il New York
Herald) sembra un adeguato patrono per il giornalismo. Fuso con il
dio Thot e con Ermete Trismegisto era inoltre in età tardo antica
il protettore della magia occidentale.
MCMXIX vuol
dire 1909.
6 commenti:
Avevo già adocchiato questo Providence in fumetteria, ed ero indeciso se prenderlo o meno.
Ho ancora il dubbio, perché penso che ormai Lovecraft inizi a diventare un po' troppo abusato, ma in ogni ho evitato di leggere tutte la annotazioni per non rovinarmi una possibile sorpresa.
Ma andremo avanti in eterno a ritornare a Lovecraft? O magari tra qualche decennio inizieremo a "rimaneggiare" qualcun'altro, tipo King?
Ai posteri l'ardua sentenza!
Beh, se sei stufo di Lovecraft, ovviamente non te lo consiglio. Il lavoro di Moore si regge tranquillamente sulle sue gambe, è dipendente dagli scritti di H.P. ma non li imita pedissequamente. Valuta un po'...
King sarebbe un autore interessante da riscrivere, ma essendo ancora vivo (well, sort of...) non credo la prenderebbe bene... In effetti ci si dimentica che se tutto ciò è possibile, è solo perchè su Lovecraft è cessato il copyright. Chissà quali rivisitazioni della Terra di Mezzo potremmo leggere, in assenza della Tolkien Estate, ad esempio.
Sulla scena anglosassone ti dò ragione che Lovecraft è stato esplorato sufficienza. Qui in Italia c'è ancora spazio di manovra, considerando che gli spin off e le varie imitazioni finora si sono limitate agli aspetti più baracconi e/o famosi: Cthulhu, cultisti, Shoggoth ecc ecc
Complimenti per l'articolo, molto approfondito.
Grazie dei complimenti! E' anche larghissimo merito delle annotazioni che ho tradotto dall'inglese.
Io... Io... Rimango sempre affascinato da quello che scrivi.
Mi lasci sempre da ragionare :)
Troppo gentile, Grande Arbitro! :)
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