venerdì 8 gennaio 2016

Il Sole dei soli, di Karl Schroeder - Analisi dell'ambientazione


In un lontano futuro, l'umanità ha popolato la Galassia.

Nella sua corsa alle stelle, accanto alla più consueta terraformazione, si è scelto di creare habitat ex novo, costituiti da bolle di atmosfera della grandezza d'interi sistemi solari. Questi micro (macro?) ambienti vengono poi “accesi” dall'interno creando piccoli soli artificiali, in grado di sostentare e dare vita a minuscoli insediamenti. La gravità è data dalla rotazione dell'insediamento stesso, così come le materie prime dal materiale già disperso nello spazio prima che venisse “incapsulato”.
E' una sorta di acquario al contrario, o se si preferisce un palloncino al cui interno viva un suo piccolo mondo. Col tempo, le dimensioni gigantesche di questi habitat, la naturale frammentazione dei loro insediamenti, l'accendersi e spegnersi dei piccoli soli causano la nascita di vere e proprie nazioni in lotta fra loro. Nel mezzo, il buio, le tenebre, l'assenza di vita. I paesi che non hanno un sole forte, o il cui sole sta morendo sono presto relegati alla periferia; chi non può permettersi una gravità forte soccombe militarmente alle nazioni più vaste, in grado di dare maggiore solidità (nel senso letterale del termine) ai propri cittadini. Sopra tutto, a generare materia prima e calore, c'è il Sole dei soli del titolo, Candesce.
Intanto, al di fuori di queste bolle, l'accelerazione tecnologica prosegue senza sosta: l'umanità diventa incorporea, spettri digitalizzati che vivono in paradisi artificiali governati dall'entità chiamata “Natura Artificiale”. Nelle bolle, al contrario, il livello tecnologico resta fermo agli anni 20/30 del 900 tra aeronavi, monarchie costituzionali, spade e uniformi. C'è il gusto dell'antico.
Secolo dopo secolo nella popolazione si diffonde l'idea che non c'è altro, al di fuori della bolla, che il mondo di Virga sia l'unica realtà possibile. L'assenza di gravità, i soli artificiali e la lotta tra nazioni sono la normalità, mentre nomi come stelle, pianeti e animali perdono significato.

Hayden Griffin non era che un bambino quando i suoi genitori accesero un sole pirata.
La nazione cui apparteneva, Aerie, non aveva avuto possibilità contro la potenza militare di Slipstream, un regno il cui sole gravita attorno a un asteroide, che fornisce la gravità alla capitale. I vassalli di Slipstream non hanno scelta se non aggregarsi all'elisse irregolare che l'asteroide compie attorno al Sole dei soli. L'alternativa dopo la sconfitta, sarebbe stata restare al buio, in periferia di Virga, decadendo a poco a poco. I genitori di Hayden, tuttavia avevano preparato un alternativa: un sole pirata, attorno cui far rinascere Aerie.
Il fallimento dell'accensione kamikaze di questo sole artificiale parte il romanzo. 
Hayden, persi i genitori entra nell'ambiente politico di Slipstream, con l'unico obiettivo di vendicare i genitori: ma scoprirà presto che esistono nemici e minacce molto più grandi e pericolose che il piccolo regno di Slipstream nella piccola bolla di Virga...

E' la seconda volta che leggo Il Sole dei soli e l'amore di Karl Schroeder per il suo piccolo mondo, Virga, continua a meravigliarmi. E' un punto fisso in molte mie recensioni positive sottolineare l'importanza e il piacere che derivano dal creare un mondo dettagliato e perfettamente plausibile. Certamente questo pregio è sottolineato ripetutamente con evidenziatore rosso nel Sole dei soli.
Schroeder riesce nel miracolo di creare un universo interessante e ricco di sense of wonder, che mentre apre immensi scorci d'approfondimenti, nel contempo non è mai pesante per il lettore.
Il primo capitolo, che ho descritto nel preambolo, inserisce spiegazioni e dettagli col contagocce, attraverso dialoghi e senza infodump: la lettura si mantiene leggera e fluida, senza che si comprometta la leggibilità o la comprensione, persino per un lettore non avvezzo alla fantascienza.
La mia sinossi dell'opera, per quanto mi sia sforzato di scriverla stringata e chiara, complica l'ambientazione di Schroeder inutilmente: il romanzo è più esplicativo delle recensioni, un risultato raro. Di solito l'iper dettaglio restringe l'azione generale, ma stavolta è l'inverso: sappiamo che Virga non è l'unico universo conosciuto (altrimenti sarebbe fantasy) e sbirciamo alcune volte com'è il resto del mondo e a quale (alieno) livello sia arrivata l'umanità. Il romanzo gioca perciò su due livelli: il primo, il principale, che è Virga, quest'universo quasi steam/dieselpunk con pirati e battaglie navali; il secondo, sotto traccia, che allude alla creazione artificiale di Virga e all'hard sf che aspetta chi esce dalla bolla.
Ma se avete ancora dubbi su come il romanzo si spieghi “da solo”, perchè non dimostrarvelo?
Un dialogo didattico impartito da una straniera fuori dalla bolla a un ragazzino sempre vissuto a Virga. L'occasione pedagogica permette di dilungarsi maggiormente:
– Vedo che abbiamo un grosso lavoro da fare, – rispose l'armaiola, lanciando a Hayden un'occhiata divertita. – Lo sai cos'è un pallone, giovanotto?
– Una sacca per metterci dentro il gas, – rispose prontamente Martor.
– Giusto. Ebbene, Virga, il vostro mondo, è un pallone. Un pallone enorme, dal diametro di ottomila chilometri, che orbita nelle estreme propaggini del sistema stellare di Vega. Virga è un mondo artificiale, costruito dall'uomo.
– Questo è davvero strano, signora, – disse Martor, con un sorriso forzato.
– Ma è assolutamente vero, giovanotto. I vostri soli non sono forse artificiali? E allora perché non può esserlo anche il resto del mondo? – Martor sembrava un po' meno sicuro di sé. – Ora, il problema è che anche un sole a fusione, in grado di riscaldare e illuminare tutto ciò che si trova entro una distanza di diverse centinaia di chilometri, è solo una minuscola scintilla in un volume così grande. Specialmente dato che le nuvole e altri ostacoli assorbono molto facilmente la luce. Sessanta, ottanta, perfino cento soli non sono sufficienti a illuminare completamente l'interno di Virga. E così abbiamo grandi volumi di aria non illuminata né riscaldata: è quello che viene chiamato l'inverno.

L'ambientazione geografica del romanzo non trascura però i suoi abitanti. Le conseguenze sulla società di città che vivono con poca gravità, in perpetua ricerca di calore, dipendenti dalla propria inventiva per sopravvivere, è notevole.
In particolare il Sole dell'avvenire non splende sulle società di Virga, che sono classiste, nobiliari, darwiniane: avere il sole è avere il potere è più si è vicini a un sole più si è potenti. La società descritta da Schroeder ricorda il primo ottocento: una nobiltà militarista si affianca a un ampio ceto di tecnici e burocrati, mentre nella plebe non ci sono industrie vere e proprie – almeno non in questo primo romanzo. Nonostante la tecnologia arrivi agli anni 30', l'autore suggerisce un'atmosfera da colonia oltremare, un mondo di uniformi rigide e cappelli a tricorno.
Negli insediamenti più vicini al Sole dei soli, la gravità è somministrata in modo da tenere sotto controllo e indebolire la plebe, dando loro solo corpi deboli e deformi incapaci di ribellarsi.
E' difficile immaginare qualcosa d'altrettanto crudele e classista:
Quei cittadini mettevano a disagio Venera.
A Gehellen solo i ricchi e i potenti avevano regolarmente accesso alla gravità e anche loro erano molto più alti di quanto lei fosse abituata, quasi tutti deformi e ossuti, anche se alcune donne raggiungevano uno stato di grazia eterea il cui effetto sul marito Venera non aveva mancato di notare. Le classi inferiori erano immediatamente riconoscibili: in quella sala da ballo i servitori riuscivano a stento sollevare la testa, per non parlare delle bevande e dei canapè che servivano. Incombevano sui loro superiori come ragni giganti e apparivano preoccupati e a disagio.
Venera poteva capire quella dicotomia, se si trattava di una politica deliberata per mantenere deboli i poveri.

Vi sono anche altri esempi più bizzarri, come i rifugi senza luce dei pirati, gli insediamenti sottomarini nei mari che “fluttuano” nello spazio di Virga o gli accampamenti di disperati sugli asteroidi. Il romanzo funzionerebbe perfettamente sia come gioco di ruolo che come videogioco free roaming per la quantità di diversi setting che si incontrano navigando nella bolla.
Gli Antagonisti hanno una doppia faccia: da un lato, la Natura Artificiale “fuori” da Virga, dall'altro La Formazione di Falcon all'interno. Sono in realtà identici, perché la Formazione di Falcon è uno stato ipertotalitarista, che mira a uniformare tutta Virga sotto un dominio che farebbe sembrare Mao un agnellino. 
Ah, dimenticavo: per “pirati” intendiamo psicopatici stupratori straccioni, non i Johnny Depp di turno.


Lo stile di Schroeder è per un abbondante novanta per cento visivo. Descrive quanto i personaggi vedono con pennellante precise e contenute, senza mai eccedere. Tuttavia, i cinque sensi sono assenti: intervengono i pensieri dei protagonisti, ma persino nei dialoghi si ricerca il dettaglio visivo. Non c'è però la sensazione di sfogliare qualcosa di plasticoso, delle fotografie: il dettaglio è vivido, tridimensionale. Gli unici eccessi si verificano descrivendo la meccanica di molti utensili, o veicoli. I dialoghi sono spesso scialbi, come molti personaggi. Si cerca di mimare il tono avventuroso classico, ma l'effetto è stucchevole.
In effetti, la cura nell'ambientazione sembra diluirsi al momento d'incontrare i nostri protagonisti: Hayden è un giovane da Bildungsroman, un romantico assettato di vendetta. Venera Fanning è una cinica manipolatrice, una mangiatrice d'uomini deturpata da una cicatrice. Chaison Fanning – il mio preferito – è l'ammiraglio di Slipstream, un uomo coraggioso e ingenuo, un po' tonto. Aubri Manhallan è l'outsider simpatica e procace di petto, una figura per Hayden sia di desiderio sessuale che materno (avendo perso i genitori). Martor è il ragazzino che in tutti i blockbuster gli spettatori sperano che muoia, ma che ovviamente (Spoiler!) sopravvive. I personaggi pertanto li si ricorda facilmente, perché hanno tic e manie loro proprie; tuttavia rimangono piatti e prevedibili.
E' ovvio anche per chi non ha letto il romanzo che Hayden passerà dall'essere un adolescente a un uomo responsabile, che Venera ammorbidirà il suo cinismo, che Martor diventerà un affidabile aiutante ecc ecc

Il Sole dei soli è fantascienza. Su questo, nessun dubbio. Ma è anche steampunk?
Lo steampunk è un sottogenere della fantascienza, così come il cyberpunk, che piaccia o meno.
Possiamo correttamente definire lo steampunk come somma di due elementi:

società vittoriana, dove per questo termine intendo le caratteristiche della società occidentale nell'ottocento industrializzato

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un'accelerazione tecnologica e scientifica vertiginosa e il modo con cui questa società si adegua agli effetti di un'improvvisa industrializzazione (come, in effetti, i vittoriani hanno dovuto far fronte...)

Società vittoriana non vuol dire società reale sul pianeta terra. Possiamo trasporre le caratteristiche della società moderna e industriale ottocentesca su altri pianeti e altri mondi. Senza dubbio l'universo di Virga è vittoriano in tal senso: ricorda l'europa nell'ottocento, sia nella vertiginosa frammentazione di stati-nazione, sia nei forti contrasti e nel classismo, sia nelle sopravvivenze dell'ancient regime (la nobiltà) che del ruolo predominante di ceti burocratici (come nella monarchia consultiva dal 1815-48).

Andando invece “a naso” il Sole dei soli è steampunk perchè ama senza condizioni le sue macchine, i suoi aggeggi, i suoi meccanismi di ottone, legno e olio di macchina. Sia nelle descrizioni dello scrittore che per ammissione stessa del turista Aubri Manhallan, la fisicità, la rudezza degli utensili del mondo di Virga è molto soddisfacente. Diamine, tra moto a reazione, aeronavi, catamarani e scialuppe volanti e per sottolineare l'ovvio intere città semoventi e soli artificiali! C'è di che perdersi. C'è una contrapposizione netta tra la Natura Artificiale al di fuori della bolla e la tecnologia invece di Virga. La prima è minimalista, gelida, artificiale, che soggiace l'uomo alla macchina, del tutto incomprensibile come si dimostra nel passeggio alla stazione turistica.
La seconda invece è calda, aggiustabile all'istante con un violento colpo di chiave inglese, composta di materiali robusti e soddisfacenti sia per l'occhio che per l'efficienza, straripante di decorazioni. Gli oggetti che popolano il mondo di Virga sono oggetti veri e artigianali, creati da mano umana.
Quando tornò, lei aprì il coperchio della scatola e disse:
– E' meraviglioso poter costruire oggetti di cui siamo in grado di progettare il funzionamento. Come questa nave. – Accarezzò la parete. – Oggetti come questo vengono fabbricati grazie alle proprie conoscenze. – Assaporò la parola “conoscenze” mentre la pronunciava.
– Perché, non avete conoscenze nel luogo da cui venite voi? – Hayden pose la domanda in tono scherzoso, ma con sua grande sorpresa lei scosse la testa.
– No. Perlomeno, non riguardo al mondo fisico. I sistemi della Natura Artificiale rendono superfluo per noi sapere le cose. – Mahallan vide l'espressione sconcertata sul volto di Hayden e sorrise. – Lo so, è difficile da spiegare. Ecco perchè non vi ho mai parlato prima del posto da dove vengo. Vedete, nei mondi al di fuori di Virga gli esseri umani non hanno più bisogno di fabbricarsi le cose da soli. E' la Natura Artificiale a fabbricarle per noi.
– E nessuna macchina o apparecchiatura è mai uguale a un'altra; ciascuna si evolve nel proprio mondo virtuale pre fisico... –

Nel particolare, gli scontri tra le navi da guerra mi hanno tanto ricordato i vascelli marziani di Spazio 1889, così come di John Carter in generale. L'equipaggiamento è fermo agli anni venti/trenta e il continuo riferirsi a legno e ottone dà un'impressione decisamente marinaresca. Alcuni scontri descritti da Schroeder implorano un boardgame. 
Un altro richiamo visivo, del tutto personale, è al futuro vittoriano immaginato dagli scrittori verniani a fine ottocento: il sogno ricorrente di uomini in volo, tra postini portalettere, gente a passeggio e cacciatori con ali alla schiena al posto di cavalli sotto le gambe. Ne ho messo un'immagine nella recensione, perchè il Sole dei soli riesce a giustificarli scientificamente, il che per lo steampunk è sempre notevole!
In tutte le direzioni l'aria era punteggiata di navi. Ogni tanto avvistavano persino umani volanti, individui intrepidi che usavano ali montate sulla schiena e mosse dalle gambe per viaggiare come angeli tra le città e le case. Il traffico navale venne incanalato tra le file di fari e le sei navi di Slipstream si mantennero giudiziosamente entro tali confini.

In un'intervista a Schroeder, scopriamo che ogni libro della saga di Virga segue un pattern preciso: il Sole dei soli è Master & Commander (senza l'antipatico Russell Crowe), La Regina del Sole è il Conte di Montecristo, Pirate Sun è l'Odissea, Sunless Countries è, parole dell'autore non mie, Bridget Jones.
Ogni libro corrisponde inoltre a un diverso protagonista del primo romanzo: Venera Fanning è La Regina del Sole, Pirate Sun è l'ammiraglio Chaison e Sunless Countries chiude il cerchio.

Avendo riletto con grande soddisfazione Il Sole dei soli, inizierò perciò Regina del Sole, che è stato nel frattempo tradotto da tempo da Zona 42.

Il seguito della recensione, così come del libro, non sarà perciò lontano...  

Fonti: 
Il Sole dei soli, di Karl Schroeder, pagina italiana di Zona 42.
Il Sole dei soli, pagina Amazon, per i possessori di Kindle.
Zona 42, pagina Facebook (aggiornata spesso). 
A Trieste i libri di Zona 42 sono spesso presenti alla Libreria Lovat e alla Libreria Ubik, ma per ogni dubbio vi rimando all'utile pagina sul sito di Zona 42
Sulla saga esiste anche una graphic novel digitale, ma i disegni li trovo eccessivamente infantili.

5 commenti:

LorenzoD ha detto...

Interessante! Sembra proprio un romanzo che mi piacerebbe scrivere... vedrò di procurarmelo quanto prima.

Sono curioso: quelle che hai descritto sembrano proprio Sfere di Dyson nel senso più ampio del termine. Nel romanzo come viene creata (se c'è) l'alternanza giorno/notte?

Coscienza ha detto...

Non avevi detto lo stesso anche di China Mieville? :-D

C'è l'alternanza giorno/notte, che è regolata a seconda della città.
Può basarsi sui ritmi del sole artificiale "locale" o sul Sole dei soli, o una combinazione di entrambi.
Ti ho trovato questo passaggio, cercando al volo:

"Fuori dai boccaporti la luce si stava affievolendo: la notte calava su Falcon. la Formazione sincronizzava i ritmi giorno e notte con quelli di Candesce, perciò probabilmente in quel momento anche il Sole dei soli si stava spegnendo."

LorenzoD ha detto...


Infatti lo avevo pensato leggendo anche China. Beh ma fa piacere così: se lo hanno già scritto loro, non serve che perda tempo a scriverlo io, no?

LorenzoD ha detto...

Finalmente ho letto Sun of Suns. Per quanto bello, devo correggermi sul fatto che avrei voluto scriverlo io. Per quanto l’ambientazione si ben descritta e originale ho trovato la caratterizzazione dei personaggi un po’ deludente. Posso per fare un confronto con l’altro romanzo che ho giudicato “magari l’avessi fatto io”, The Scar di China Mieville, che è ambientato in un mondo molto più terra-terra (letteralmente) rispetto a SoSs. China riesce a combinare la descrizione del mondo con quella della psicologia dei suoi personaggi. Per Schroeder le due cose sembrano viaggiare su binari diversi, e a velocità diverse.

Coscienza ha detto...

Grazie per essere tornato sul luogo del delit... cioè, della recensione :D

Di China Mieville ho letto interamente solo Perdido Street Station e a essere sincero l'ho trovato con gli stessi difetti che attribuisci invece a Schroeder: i personaggi hanno la profondità psicologica di un porta ombrelli, non esistono, si limitano a una caratterizzazione in superficie che "colpisca" e nulla più. Con Il Sole dei soli, invece, i personaggi sono sì stereotipati, ma sono quel genere di stereotipo che trovi nei romanzi d'avventura, che un po' ti aspetti d'incontrare.

Se Schroeder e Mieville viaggiano sullo stesso piano a livello di wordlbuilding, il primo però scrive molto meglio, è raro incontrare una scrittura così pesante e ingarbugliata come quella di Mieville...