venerdì 29 gennaio 2016

Providence 01: The Yellow Sign, di Alan Moore. Annotazioni, analisi e traduzioni.


Ultimamente la saggistica mi interessa molto di più che la narrativa. Non capisco da quando è successo; dopo aver infatti scritto la tesi mi aspettavo un certo senso di disgusto all'idea di tornare a leggere saggi di storia, ma al contrario ne ho ricavato uno sprone ad approfondire sempre di più determinati argomenti di mio interesse. Inoltre, per quanto suoni paradossale, trovo che i saggi in lingua inglese siano molto più leggibili dei romanzi: certo, è in parte a riprova di un livello molto basso della prosa universitaria oltreoceano, però è così. Sempre più di frequente con molti romanzi che nemmeno cito qui sul blog, sopravviene la noia. Non sono scritti per forza male, o non sono mal costruiti: tuttavia dover ogni volta leggere “del giovane protagonista”, contro “l'antagonista”, con i colpi di scena presenti dove devono esserci e il percorso di crescita dell'eroe, e il dialogone finale... Non sono i difetti che mi fanno sbadigliare (quelli piuttosto mi fanno incazzare...), è l'estrema prevedibilità della struttura narrativa, con quel dato eroe, quel dato “nemico”, quel dato svolgimento.

La serie di Providence, di Alan Moore, mi ha finalmente riportato a una narrativa in grado di combattere ad armi pari con la saggistica. Per la prima volta da qualche mese ho avuto l'impressione di leggere un qualcosa che di fronte alla saggistica non si rintanasse nei soliti schemi, ma anzi le desse battaglia, senza perdere colpi. Providence, in tal senso, mi ha soddisfatto: è una serie solida, incredibilmente profonda e complessa, dove (finalmente!) trovo carne al fuoco su cui discettare.

La serie (composta di dodici capitoli) segue le vicissitudini di Robert Black, giornalista del New York Herald nel 1919. Il nostro giovane protagonista, emigrato a New York dalla cittadina di Milwaukee, indagando per conto del suo giornale su alcuni fatti di cronaca, conosce il Dr Alvarez, che in seguito ad alcune sue domande su un testo ritenuto maledetto, Sous le Monde, gli rivela il primo gradino di un mondo sotterraneo e nascosto, di testi antichi e strani rituali.
Black, ancora traumatizzato dal suicidio del fidanzato Jonathan Russell, ne approfitta per chiedere un permesso al direttore dell'Herald e imbarcarsi in un'investigazione ai limiti del soprannaturale tra il New England e il Massachusetts... il suo intento è di scrivere un romanzo che documenti la storia del soprannaturale nell'America pre moderna.

Alan Moore chiaramente escogita Robert Black come una (voluta) confusione tra caratteri antitetici di H.P. Lovecraft: da un lato, è un immigrato ebreo, omosessuale; dall'altro però ricorda Lovecraft perchè è un giovane scrittore insicuro, timido, fobico, con ambizioni di romanziere “impegnato” che non riesce però a concretizzare niente al di là della narrativa breve.

A questo personaggio già in contraddizione, Moore aggiunge un'ambientazione e una storia che gioca abilmente con i racconti brevi di Lovecraft senza però riconoscervene il canone, ma anzi citandolo con lievi correzioni che in apparenza innocue distorcono l'edificio “classico” lovecraftiano fino a farlo crollare. Un po' come quando rimuoviamo un sassolino da una montagna e la vediamo crollare in una valanga di schegge e sassi. Come se non bastasse, il sassolino tolto è dato proprio da quegli elementi che in Lovecraft sono sempre stati più controversi: nei quattro episodi finora tradotti compaiono infatti il meticciato e la purezza di sangue, gli immigrati, l'occulto e sopratutto il “rimosso”, cioè il sesso, le donne e nel caso del protagonista stesso, l'elemento antisemita.

Fare leva su questi elementi per atteggiarsi ad autore rivoluzionario nel frattempo confezionando l'ennesima opera becera e banale è già stato fatto tante volte. Sedicenti liberal ansiosi di dimostrare la loro (inesistente) superiorità di vedute rispetto a quel brutto razzista di Lovecraft hanno tante volte inserito a forza gli elementi che reputavano “mancassero”. Il risultato è sempre stato rozzo, un'operazione di chirurgia che degenerava in un macello. Perchè al di là di una non specificata “superiorità culturale”, non c'è alcun lavoro ne di documentazione, ne di analisi del corpus di testi su cui si vorrebbe operare. E il risultato è sempre bambinesco. 

Non così con Providence. 
Sarebbe superfluo citare il lavoro di documentazione, che costituirebbe già una storia a sé. Sopratutto, però, è magistrale come Moore sappia creare un'opera fobica, che sembra concentrare in vignette calme e lente una terribile ansia. Providence può venir letto sia come sovversione del canone lovecraftiano, sia paradossalmente come una sua dimostrazione. Questo perchè il fumetto giunge a incarnare tutte le fobie che Lovecraft aveva, concentrandole nel nevrastenico protagonista, che è in tal senso un vero intellettuale nella tradizione dei Miti. Se nel Neonomicon c'era una violenza di fondo, una forzatura rispetto ai testi di Lovecraft, qui in Providence la forzatura c'è, ma non si vede: proseguendo con l'analogia Moore ha scassinato il canone lovecraftiano senza lasciare la minima traccia, nel più assoluto silenzio.
E nella casa/canone che ha scassinato ha lasciato però un vero casino di mobili spaccati, materassi svuotati e insomma un canone completamente rivoltato a metà. Ma il modo in cui l'ha fatto! Ah, un furto con scasso raffinatissimo, poco da dire. 

L'edizione della Panini Comics raggruppa le prime quattro puntate.
Considerando che altre case editrici per l'identico prezzo avrebbero avuto la faccia tosta di proporre un volume in formato piccolo, ritengo che tutto sommato ci è andata bene. La copertina è solida, le pagine ampie e spaziose danno modo di mostrare i dettagli delle vignette, invero minuziosi. In coda al fumetto, ci sono le pagine con le copertine alternative, così come un breve saggio di Antonio Solinas, davvero ben fatto rispetto alla media del genere.

Le note che seguono sono in parte mie, in parte tradotte dall'ottimo sito Facts in the case of Alan Moore's Providence. Mi sono limitato alle annotazioni ufficiali ufficiali, evitando di tradurre le annotazioni relative ai testi in appendice a ogni singolo numero (Il Common Place Book, di Robert Black). Se volete davvero scendere in profondità vi consiglio il sito in lingua inglese e se volete proprio perdervi nella Tana del Bianconiglio, i commenti deliranti in calce a ogni articolo.
La traduzione della Panini Comics ha mescolato parole inglesi e italiane, con rese alterne. Avrei infatti preferito che si traducesse il titolo ad esempio, The Yellow Sign, così come alcuni degli slang newyorkesi risultano va da sé traducibili solo perdendo la connotazione locale. Vedremo come va con i numeri 5-8.
L'idea è di compilare, come avevo fatto con Nemo, delle note a piè di pagina per tutti e quattro i capitoli presenti in questa prima raccolta. Fatemi sapere che vi sembra e se l'idea suscita interesse, è un lavoraccio...


The Yellow Sign 



L'edificio raffigurato sulla copertina è il 317 W 14th, St New York, New York, 10014.
L'indirizzo corrisponde a quello fornito da H.P. Lovecraft nel racconto “Aria fredda”, su cui come detto, questo primo numero gioca abilmente.
Le citazioni che traggo da Aria fredda provengono dall'edizione dei Grandi Tascabili Newton Compton, Le Storie dell'Orrore Puro, Tomo I, ristampa settembre 2004.
La versione originale, “Cool Air”, è legalmente scaricabile da Gutenberg&simili se preferite l'inglese.
Purtroppo compresi subito che tra i mali dovevo scegliere il minore; ed invece, dopo un po', scovai per caso un caseggiato nella Quattordicesima ovest che mi parve meno ripugnante degli altri.
Era una palazzina di mattoni a quattro piani color marrone bruciato, che non doveva avere più di quarant'anni, la cui facciata recava ancora decorazioni di legno e di marmo, ed il cui fasto decaduto, pur offuscato dagli anni, testimoniava di un buon gusto e di uno splendore da tempo andati.
La luce accesa al quarto piano, color blu azzurro, si riferisce all'alloggio del dottor Muroz nel racconto di Lovecraft.
La padrona, una spagnola molto trascurata e quasi barbuta di nome Herrero, non saliva ad angosciarmi con le sue chiacchiere, né mi prendeva a brutte parole per aver tenuto accesa fino a tardi la luce del pianerottolo del terzo piano (…) La signora Herrero sparì su per le scale del quarto piano, ed io tornai in camera. L'ammoniaca non gocciava più...
Lo specifico indirizzo, realmente esistente, era la casa di George Kirk, uno degli amici di Lovecraft quando visse a New York nel 1925.

Retro della copertina

Una mappa dell'amatissima Providence, Rhode Island, luogo di nascita di H.P.
Alla sommità possiamo distinguere il cimitero di Swan Point, dove Lovecraft è attualmente sepolto (anche se, come sappiamo, la tomba è vuota).

Pagina 1.

Vignetta 1.
La lettera è rivolta a Jonathan Russell, a cui il protagonista, Robert Black, si riferisce come Lillina “Lily” Russell. L'uomo che sta stracciando la lettera è Jonathan Russell e ha appena ricevuto il rifiuto di Robert.

Nonostante la lettera risalga all'aprile 1919, il primo albo di Providence inizia il 5 giugno 1919
(si veda pag. 30).

“Huysmans” si riferisce allo scrittore del decadentismo Joris-Karl Huysmans, la cui opera maggiormente famosa è À rebours (Controcorrente). 

Vignette dall'1 alla 4.

L'intera pagina è costruita in modo da concentrare il punto di vista verso il centro di ogni vignetta che si allarga progressivamente verso il lettore, ingrandendo la visuale e retrocedendo sempre più vicino sia al lettore “reale”, che al lettore nel fumetto, e cioè Jonathan Russell.
Il commentatore, Joe Linton, osserva che questo genere di struttura della pagina compare spesso sia in Providence, che in precedenza in Watchmen.
Possiamo anche notare come le pagine della lettera strappate rivelino cosa c'è sotto, in questo caso Bryant Park. Le parole in questo caso cedono il passo al “reale” di New York. Questo tema è portante in tutta la serie: l'idea di più strati sovrapposti da svelare man mano, sia per quanto riguarda Black stesso (il nascondere le sue origini ebree e il suo essere omosessuale) sia per quanto riguarda il rapporto tra immagini e parole (prima della parola c'è sempre l'immagine) sia in senso stretto (i culti di adorazione degli dei lovecraftiani nascosti “sotto” la buona società).


Sia in Providence che nel Neonomicon i bordi e lo sfondo sono neri, anziché bianchi. Le vignette pertanto, spesso si uniscono allo sfondo, si amalgamano, si confondono, specie nelle zone d'ombra.
Nella vignetta 3 e nella 4 il vestito nero di Jonathan Russell si getta nello sfondo senza soluzione di continuità.
I bordi di ogni pannello sono inoltre disegnati a mano, frastagliati, decisamente irregolari.

Vignetta 2 - 3

La caratteristica forma della fontana che spunta tra le pagine ci permette di collocare Russell a Bryant Park, a New York. La posizione di Russell sembra essere vicina alla biblioteca, rivolto a Ovest verso la Sesta Avenue. Lo spazio tra gli edifici nel centro delle vignette dovrebbe essere la 41esima Avenue.

Vignetta 4

La voce è di Ephraim Posey, che interviene nel flusso di pensieri di Russell, sancendo inoltre il passaggio dalla parola scritta (della lettera) alla parola viva del dialogo (dialogo pur sempre nel balloon del fumetto).

Pagina 2.

L'ambientazione sono gli uffici del New York Herald, giornale realmente pubblicato a New York dal 1853 al 1924. Il nome Herald/Araldo diventerà nel corso della serie una parola ambigua, perchè Black si presenterà come giornalista dell'Herald, ma anche inconsapevolmente come “Araldo” (di qualche divinità lovecraftiana?).
Compaiono in ordine: Ephraim Posey (sinistra), Prissy Turner (centro), Freddy Dix (centro-destra) e il nostro sprovveduto protagonista, Robert Black (destra).
Sembra esserci chiaramente una catena di affetti non contraccambiati: Dix ci prova senza successo con Turner, che sua volta è interessata senza speranza a Robert Black.

Il titolo sul giornale si riferisce al Trattato di Versailles (che verrà siglato il 28 giugno 1919).
Sanciva la fine della guerra stabilendo le basi della seconda attraverso l'inumano carico di risarcimenti imposto agli ora defunti Imperi centrali.
L'autore dell'articolo è Robert Black, il nostro protagonista. Sappiamo da Moore che è una fusione tra Robert Blake, il protagonista immaginario de L'abitatore del buio, basato sullo scrittore e amico Robert Bloch e Samuel Loveman, un altro amico di Lovecraft. Rimane il protagonista di tutta la serie. E' di carattere eccezionalmente riservato, di buona educazione, colto. Nasconde il suo essere di origini ebree (immigrato) e di essere omosessuale.

Hearst è ovviamente William Randolph Hearst, il colosso della stampa americana noto per un genere di giornalismo spicciolo e sensazionalista, spesso incurante delle sue conseguenze.
In Italia è sempre stato l'unico giornalismo che conosciamo, ma questo è un altro discorso...

Le Dime Novel precorsero i giornaletti pulp. Era narrativa di massa, rivolta a fine ottocento ai ceti più bassi. Lettura becera, d'intrattenimento, che aiutò l'alfabetizzazione del popolo certo più di tanti altri prodotti della cultura “alta”.

Le pubblicità fuori dalla finestra sono reali pubblicità dell'epoca, confrontabili online. Notiamo in particolare la Blue Label Ketchup, Packard Black D Shoe Polish, Turkish Trophies...

Il titolo The Yellow Sign si riferisce al ciclo di Miti creato da Robert W. Chambers nel suo libro Il Re in Giallo (1895), in seguito fatto proprio e adattato dai Miti di Cthulhu. The Yellow Sign è un glifo che rende mentalmente succubi dal Re in Giallo. Le storie di Chambers accennano anche una città aliena, esistente in un'altra dimensione, chiamata “Carcosa”.

Il commentatore Padraig O Mealoid - che chi ha letto le mie note su Nemo ricorderà - compare anche qui, suggerendo che tutto il primo albo abbia continui riferimenti ai colori: The Yellow Sign, Black D Shoe Polish, Blue Label Ketchup ecc ecc

Pagina 3

Vignette 1-4

Alan Moore in questa sequenza usa per ogni vignetta una diversa prospettiva sulla stanza, mettendo così in risalto le interazioni tra i quattro personaggi in dialogo ( mantenendo però sempre il punto di vista “centrato”).

Vignetta 1

Il Diavolo del Jersey è un mostro presente nei giornali americani a partire dal 1909. Essendo troppo recente per dirsi “mitologico” ma non abbastanza “contemporaneo” per essere una leggenda metropolitana, rappresenta una via di mezzo fra i due, com'è simboleggiato dal suo bizzarro aspetto.
Bobby, qual era quel libro che faceva impazzire tutti?
Uno dei malintesi frequenti tra chi pensa di conoscere Lovecraft, ma in realtà sa ben poco, è ritenere che i libri del Mito di Cthulhu e il famigerato Necronomicon immediatamente ti facciano impazzire. Sicuramente nei racconti di H.P. contribuiscono allo squilibrio mentale dei personaggi, ma l'idea che da soli rendano folli non c'è: un libro resta solo un libro. Joe Linton giustamente osserva che quest'invenzione deriva dal gioco di ruolo Il Richiamo di Cthulhu, famoso già dagli anni ottanta, quando si perdevano così tanti Punti Follia da rendere il personaggio inutilizzabile. Sicuramente si riferisce anche al racconto di Chambers Il Re in Giallo, dove l'omonima opera teatrale rende folli chi la legge o ascolta.

Vignetta 2.


Sous le Monde è un'espressione francese per “Sotto il Mondo” (la versione italiana della Panini Comics non sembra averlo tradotto, mantenendo anche nelle spiegazioni l'accezione francese). Sous le Monde è un'invenzione letteraria di Moore, l'analogo per Providence de Il Re in Giallo, che nel ciclo di Chambers, fa impazzire i suoi lettori. La frase “Sous le Monde” sembra esser presa dalla prefazione di Victor Hugo a Odes et Ballades (1822):
“Sous le monde réel, il existe un monde idéal, qui se montre resplendissant à l’œil de ceux que des méditations graves ont accoutumés à voir dans les choses plus que les choses.”
Sotto il mondo reale, c'è un mondo ideale, che si mostra splendente agli occhi di chi in seria meditazione sono abituati a vedere le cose come qualcosa di più delle cose.
Che faceva impazzire...? Ah, parli di Sous le Monde, negli anni Ottanta, ma non credo che...
Si riferisce al 1880 e al 1890, caratterizzati dal movimento decadentista nell'arte e nella letteratura, in particolare in Francia e in Inghilterra, dove gli esibizionismi di Oscar Wilde e dello Yellow Book diedero vita all'espressione I Gialli Novanta/ Yellow Nineties.
Stando al commentatore, Alan Moore ha scritto sul decadentismo nell'opera 25000 Years of Erotic Freedom, che mai stampata qui in Italia è per me (purtroppo) sconosciuta.
“Sous le Monde”? Cos'è, francese?
Razzismo culturale: Possey sembra considerare reale solo quanto è scritto in inglese. Secondo il commentatore Raul Moreno è anche un meta-riferimento: Moore ci sta sottolineando come Sous le Monde sia inventato e il titolo reale sia Il Re in Giallo.
Alla sinistra della spalla di Robert Black vediamo l'innovativo sistema di posta pneumatica.

Vignetta 3

Il Re in Giallo (1895) è il capolavoro weird di Robert W. Chambers. E' una serie di storie brevi che mescolano fantasy, fantascienza, narrativa sperimentale e lavori realistici basati sulle esperienze dello stesso Chambers a Parigi.
In riferimento a Providence, sono d'annotare l'opera teatrale Il Re in Giallo, The Yellow Sign, la già nominata Carcosa e il Lago di Hali, tutte fra loro collegate dalla figura sconosciuta e macabra del Re in Giallo. Per quanto riguarda Hastur, Carcosa e Hali, Chambers rubò i termini al suo collega Ambrose Bierce. Riferimenti alla mitologia di Chambers sono presenti in Lovecraft.

Francamente non ho mai letto nulla di Chambers, e non ho mai visto questo fantomatico True Detective; pertanto vi rimando a questo proposito agli articoli di Strategie Evolutive e Obisdian Mirror.

Pagina 4

Vignetta 1

Dottor Alvarez è l'equivalente di Providence per il Dr. Munoz del racconto “Aria fredda”.

La Quattordicesima ovest era anche l'indirizzo del Dr Munoz in “Aria fredda”.

Vignetta 2.
Ah. be', forse un giorno, se lo vuole la Provvidenza.

E' sia Moore che si dà da solo di gomito, sia un riferimento all'intera serie, Providence per l'appunto, sia un riferirsi a Lovecraft stesso, che come Robert Black non riuscì mai a scrivere un romanzo, nonostante i buoni propositi.

Vignetta 3.
Be', quando hanno pubblicato Sous le Monde, sembrerebbe che alcuni lettori siano impazziti e si siano suicidati.

Un altro riferimento alla prima storia de Il Re in Giallo, Il Riparatore di Reputazioni.

Vignetta 4
Oh, solo il pensiero mi dà la pelle d'oca.
Non nutrite troppe speranze. Per quanto ne so, Alvarez potrebbe essere rigido come un cadavere. Comunque, ci proviamo.

Sono tutte descrizioni calzanti per il Dr Munoz in Aria Fredda. Come per tutti i dialoghi in Providence, c'è un'ambiguità di fondo: la pelle d'oca potrebbe derivare dall'aria fredda, così come dal senso di raccapriccio e “sbagliato” dato dal colloquiare con un cadavere rianimato. Rigido come un cadavere può essere inteso sia come una persona chiusa e noiosa, “rigida”, sia come una persona effettivamente morta (qual'è il Dr Munoz nel racconto di Lovecraft). Questo genere di giochi verbali rendono meglio nella versione inglese.

Pagina 5

Vignetta 1

L'ambientazione ritorna a Bryant Park.
Sull'acqua fluttuano le pagine strappate della lettera a Pagina 1.

Vignetta 2

Mi sembra superfluo sottolinearlo, ma il commentatore inglese osserva che le scarpe di Jonathan hanno ricche ghette bianche (stile Zio Paperone, per intenderci).

L'edificio sulla destra, chiamato Giardino di Uscita, è in realtà un dispositivo consistente in una camera a gas che permette a chi lo desidera di suicidarsi. I Giardini compaiono nella Camera Letale della prima storia di Chambers, Il Riparatore di Reputazioni.

Le camere, come tanti altri dettagli, sono varianti tecnologiche dell'altrimenti irreprensibile costruzione filologica di Moore. Palese il riferimento a cosa avverrà di lì a qualche decennio in Europa, considerando che il protagonista è inoltre ebreo...

Pagina 6

Vignetta 1

Molte delle strade di New York ancora nel 1919 non erano pavimentate e il traffico era un'eclettica mescolanza di automobili e carri trainati da cavalli.

Vignetta 2

I pannelli color seppia/grigiastro segnalano un flashback.
L'ambientazione è Milwaukee, nel Wisconsin.
Il ragazzo è ovviamente Robert Black, seduto al tavolo coi genitori.
L'enfasi sul diventare un dottore e il tono del dialogo rivelano al lettore che Robert Black è un immigrato di origini ebree.
A sinistra si può vedere una silhouette ritagliata di Robert Black. Lovecraft aveva una sua silhouette ritagliata da E.J. Perry.

Vignetta 3

Horn&Hardart era un fast food automatizzato con numerosi punti di ristoro nella New York degli anni '20.

Vignetta 4

Di nuovo il color seppia indica un flashback. Robert Black parla con suo padre.
Black, essendo omosessuale, si allontana dalla piccola città di origine per recarsi nella grande metropoli (New York) dove sarà maggiormente accettato.

Pagina 7.

Vignetta 1

Compare per la prima volta Charles.
Il fast food automatizzato era in realtà una serie di scomparti completi di forchette e piatto, in cui inserivi la moneta e da cui ritiravi il piatto pronto. “Automatizzato” solo alla lontana...

Vignetta 2

Charles, come Black, dev'essere gay o conoscere i circoli di New York, altrimenti non potrebbe conoscere la relazione segreta tra Black e Jonathan/Lilly Russell.

Vignetta 3


Vera è a quanto pare l'amante di Charles.

Wearing her hair up slang dell'epoca per dire di non essere apertamente gay.
Dropping hairpins era slang del tempo per lasciare indizi di essere gay, come primo passo a flirtare.
Questi modi di dire erano intraducibili, infatti nella versione italiana il senso collegato dell'espressione si è perso:
Come sempre. Finge ancora di essere dell'altra sponda, ma semina sempre indizi.

Charles indossa anche un fiocco rosso, simbolo usato dagli omosessuali di New York per riconoscersi negli anni '20, stando al libro Gay New York.

Pagina 8

Vignetta 1-4

Gioco di riferimenti incrociato tra le vignette: il giornale sulla sinistra della vignetta 1 diventa il giornale Herald del direttore Posey nella vignetta 2; il vizio dell'alcool sulla sinistra della vignetta 3 diventa il vizio della coppia nella zona portuale nella vignetta 4

Vignetta 2

Di nuovo il color seppia indica un flashback. Il giovane uomo è Robert Black, assunto dal suo (ora) direttore Ephraim Posey.

Vignetta 3

Sulla sinistra si vede chiaramente una dimostrazione del Movimento per la Temperanza – Drink The Demon That Is Haunting America - parte di quella che sarà la campagna per il (disastroso) Proibizionismo.
Black sta camminando lungo la Quinta Avenue. Sulla destra c'è il Flatiron, gli alberi dietro Robert Black sono del parco Madison Square. Nelle sue parti principali la via è rimasta la stessa anche oggigiorno, si veda Google street view.

Vignetta 4

Di nuovo il color seppia segnala un flashback. Black sta passando per una zona d'incontri gay. La sua schiena data al lettore indica la sua mancanza di apertura, la sua riservatezza.
Il marinaio indossa il tipico cappello dixie cup.

Pagina 9.

Vignetta 1.

Il color seppia segnala un flashback.
Lillian Russell è un altro nome per il Jonathan Russell che stracciava la lettera all'inizio e che abbiamo visto suicidarsi a pagina 5. A questo punto il lettore in effetti è ancora confuso se Russell sia un uomo o una donna: nei flashback Black è talmente nervoso sul suo essere gay da immaginarlo come una donna (Lilly).
Anzi, non mi è giunta voce che vivevi sopra l'Ariston quando c'è stata la retata del 1903?

I bagni Ariston, sotto l'Hotel Ariston a New York, erano un ritrovo storico per gli omosessuali. Vennero colpiti da un raid della polizia nel 1903, prima volta che la polizia newyorkese agiva contro la minoranza.

vignetta 3.

Il color seppia segnala un flashback.
Gautier è ovviamente Theophile Gautier, lo scrittore romantico francese.
Swinburne è Algeron Charles Swinburne, poeta inglese.
De l'Isle Adam è August Villiers De l'Isle-Adam, uno scrittore simbolista francese la cui raccolta Contes cruels (1883) diede il nome a un intero sottogenere della narrativa horror.
Forza, vieni. Io sarò Venere e tu sarai Tannhauser...

Sicuramente un riferimento al romanzo di Aubrey Beardsley The Story of Venus and Tannhauser (1907), pubblicato in origine come Under the Hill. Beardsley era noto come un artista degli Yellow Nineties, assieme a Oscar Wilde e Il Grande Dio Pan di Arthur Machen.

Vignetta 4.

Black è arrivato all'indirizzo della casa di Alvarez/Muroz.
Le case disegnate sono uguali a quelle presenti all'epoca e che si trovano lì tutt'ora, Google Street View docet.

Pagina 10

E' la casa di Alvarez, anche presente sulla copertina. Le luci sono accese al quarto piano, appartamento del Dottore.

Pagina 11


Compare per la prima volta Miss Ortega, l'equivalente di Providence per la Miss Herrero di Lovecraft in Aria Fredda.
Miss Ortega risponde alla porta in ritardo, avvolta nella pelliccia.
Le ragioni sono mostrate al lettore a termine dell'albo.

Sì? E' in italiano anche nel testo originale in inglese. Perchè non è ovviamente italiano, ma spagnolo.

Pagina 12

Vignetta 1


Prima comparsa del Dr Alvarez, l'equivalente di Providence per il Dr Munoz della storia di Lovecraft “Aria fredda”.
“Señor Alvarez? Este caballero es del periódico. Como siempre le digo, todos deberían saber de usted. Mr. Alvarez?”

Traduzione: Signor Alvarez? Questo signore è un giornalista. Come dico sempre, tutti dovrebbero sapere di te. Mr Alvarez?
“Oh, muy bien. Puede pasar. Espero verla más tarde, querida señorita Ortega.”

Traduzione: Oh, molto bene. Può entrare. Spero di vederla più tardi, mia cara Miss Ortega.

Anche il Dottor Alvarez è scarsamente vestito: indossa solo una giacca da camera - probabilmente per la stessa ragione di Miss Ortega.

Vignetta 2
“Lo veré esta noche… y háblele bien de usted a este joven.”
Traduzione: La vedrò stanotte... e parli bene di lei a questo uomo così giovane.

Si può notare come la carnagione di Black, normalmente molto chiara al confronto con i suoi colleghi dell'Herald, sembri però “scura” se confrontata con il cadaverico Alvarez. 
Il colorista usa una palette fredda, che oscilla tra il blu e il verde.

Vignetta 3

Va da sè che sia il freddo, che la malattia di Alvarez che il sistema di raffreddamento ad ammoniaca siano riferimenti ad “Aria Fredda”, di Lovecraft.

Particolarmente ingegnosa l'idea di Moore e Burrows di mostrare solo il respiro e la nebbiolina ghiacciata che ne deriva di Black, lasciando invece sottintendere che Alvarez sia un cadavere dalle funzioni vitali cessate da tempo.

Pagina 13


Vignetta 1

Claude Guillot è un'altra delle invenzioni di Moore, un nome proprio che è anche un probabile gioco linguistico con la parola “guillotine”.

A sinistra c'è una raffigurazione incorniciata di un cuore umano, sezionato. Questa e altre raffigurazioni disperse per lo sfondo rinforzano il background medico di Alvarez.

Vignetta 2

Il capo d'abbigliamento raccolto da Alvarez sembra essere un paio di mutande. Il chiaro sottinteso, se leggiamo il dialogo, è che Miss Ortega e Alvarez sono in una relazione amorosa e che Black è arrivato proprio nel momento in cui facevano sesso (dato confermato dal fatto che anche Ortega indossa solo una pelliccia). Questo rapporto è ovviamente stato inventato da Moore e non compare in Aria Fredda, dove anzi Ortega/Herrero è una spagnola e dunque per Lovecraft una subumana “quasi barbuta”.

Vignetta 3

"Sfarda" è un riferimento agli ebrei sefarditi nati in Spagna, un riferimento sottile all'eredità spagnola sia del dottore che della sua serva, oltre che dell'ebraismo del nostro protagonista, Black.

Pagina 14


Si ritorna temporalmente a pagina 5, a Jonathan/Lilly/Russell che si suicida nel Giardino di Uscita di Bryant Park.
L'aspirante suicida aspetta la morte ascoltando la musica che preferisce da un fonografo (la mano nella prima vignetta è di Jonathan).

Pagina 15

Vignetta 3

Aria Fredda, il racconto originale, specifica l'amore per i libri rari e antiqui di Munoz/Alvarez:
Mi raccontava degli esperimenti segreti che aveva condotto e dei risultati stupefacenti che aveva raggiunto, ed io tremavo leggermente alla vista di certi rarissimi volumi che gremivano gli scaffali della sua libreria.

“Kitab Al-Hikmah Al-Najmiyya” è arabo per il “Libro della Saggezza delle Stelle”. Il libro è l'equivalente per Providence del Necronomicon, di Lovecraft.
Molti libri arabi sull'alchimia, sull'occulto, sulla filosofia e sulla medicina arrivarono in Europa nell'Alto Medioevo, contribuendo alle fondamenta della cultura europea.
Anche per il Necronomicon di Lovecraft l'origine è simile, attribuibile all'arabo Al Azif (a volte reso in altre versioni come Kitab Al-Azif o simili).

Vignetta 4
Non è molto noto. Per molti anni si pensava fosse uno scherzo, una finzione.

Di nuovo, Moore si sta creando un suo mondo alternativo di testi “classicamente” lovecraftiani: invece che Il Re in Giallo, il Sous le Monde, invece che Al Azif/Necronomicon, il Kitab Al-Hikmah Al-Najmiyya/Libro della Saggezza delle Stelle.

Khalid Ibn Yazid è l'equivalente di Moore per l'Arabo Pazzo di Lovecraft, Abdul Alhazred.

Pagina 16

Vignetta 1

Dr Estes è l'equivalente in Lovecraft del Dr Torres di “Aria Fredda”.
Alcuni, quali la rianimazione dei cadaveri...

E' un riferimento a Herbert West - Rianimatore.
Il trapianto delle anime...

Si riferisce a La cosa sulla soglia, di Lovecraft e forse forse L'ombra venuta dal tempo.

Due metodi su quattro non sono nominati, ma si presume siano la sopravvivenza della carne attraverso il freddo, come nel caso di Alvarez e l'inserimento del cervello in vita in un'unità di supporto vitale, com'è hobby dei Mi-Go in Colui che sussurrava nelle tenebre

Vignetta 2
Un certo Signor Suydam, di Flatbush,

E' un riferimento a L'Orrore a Red Hook. Suydam è anche nominato nel Cortile e nel Neonomicon.

Vignetta 3

La statua mutilata a sinistra sembra essere una copia della Venere di Milo.

Vignetta 4

Il New York Herald aveva mandato l'intrepido Henry Morton Stanley in un viaggio di soccorso in Africa alla ricerca dello scomparso David Livingstone - l'avvenimento, successo quarant'anni prima, dà un indizio sulla reale età di Alvarez.

Pagina 17

Vignetta 1

La Statua di Atena e i gufi elettrici sono veramente presenti nell'edificio dell'Herald, pedissequamente disegnati in seguito anche nel fumetto.

Vignetta 2-3

Black sembra nervoso al sentire di una societànascosta”, fraintendendola per il codice di riconoscimento tra gli omosessuali di New York, o per un sospetto che Alvarez abbia scoperto le sue origini di immigrato ebreo.

Vignetta 4
Questa verità è una terra sommersa sotto molte braccia di oceano.

Riferimento doppio sia all'isola sommersa di R'lyeh, sia al segreto personale dell'identità sessuale di Blake.

Pagina 18

Vignetta 1

Di nuovo alla camera del suicidio, il “Giardino d'Uscita” a Bryant Park. Il servitore sembra aspettare che il gas letale abbia compiuto il suo effetto. Possiamo notare a destra un elenco di registrazioni e a sinistra un dispositivo per pompare il gas nella stanza.

Vignetta 4

E' pomeriggio tardo, a giudicare dalla luce.
Una farfalla bianca (una falena, forse) giace sul suolo, morta, uccisa forse da un'esalazione dei gas nella camera.

Pagina 19

Vignetta 2

Dr Alvarez a sorpresa offre una spiegazione perfettamente razionale per i suicidi associati a Sous le Monde.

Vignetta 3-4

Black pensa si riferisca all'America nascosta del discorso precedente, ma in realtà il Dr Alvarez sta probabilmente pensando alla sua relazione con Miss Ortega.
Non dobbiamo mai allontanare chi ci ama. Senza di loro, è una maledizione.

L'osservazione di Alvarez sembra adattarsi perfettamente a Black: il protagonista ha rifiutato il suo amore, Russell, che di conseguenza abbiamo visto suicidarsi. Stando ad Alvarez, è pertanto maledetto.

Vignetta 4
Nel mio caso, senza la Signora Ortega, credo che andrei a pezzi

E' una descrizione di quanto letteralmente succede al Dr Munoz nel finale di “Aria Fredda”.

Pagina 20

Vignetta 1

Black si fissa la mano con cui ha stretto l'addio ad Alvarez, probabilmente perché gelida dal contatto col morto vivente.

Pagina 21

Vignetta 2

Il color seppia segnala un flashback, in questo caso recente. Black si molla con Jonathan/Lillian Russell.

Vignetta 3

A sinistra, i vecchi autobus a due piani.

Vignetta 4

Il color seppia segnala un flashback, Black che se ne va da Jonathan/Lillian Russell.
Come fai a essere così tanto vile? Nascondi la tua religione, nascondi la verità su di noi...

Si riferisce ai due segreti che Black tenta di nascondere in continuazione: la sua omosessualità e il suo essere ebreo.
Sei così gelido...

Riferimento (in)volontario al Dr Alvarez e al suo dispositivo refrigerante ad ammoniaca.

Pagina 22

Vignetta 1


Il New York Herald Building, prima descritto da Alvarez è ora mostrato alla luce della sera. Se ne trovano ancora diverse foto, l'edificio fu infatti demolito nel 1921 (ora rimane Herald Square).

Pagina 23

Vignetta 1

Dix e Posey stanno discutendo la proposta di vietare l'alcool da parte del Movimento per la Temperanza.

Vignetta 2
Bobby, sei stato via tutto il pomeriggio. Cos'è, sei uscito con una donna?

Dimostra ancora una volta quanto bene Black abbia nascosto la sua identità sessuale.
Si vede inoltre di nuovo il servizio di posta pneumatica (tra Dix e Turner).

Pagina 24

Vignetta 1
Ah, un povero scemo l'ha fatta finita nel Giardino d'Uscita di Bryant Park.


Per la prima volta la camera per il suicidio viene definita il Giardino d'Uscita. La stessa definizione – o idea – era già comparsa in un vecchio fumetto di Moore, La Ballata di Halo Jones (che avevo anche recensito secoli fa sul blog, manco a farlo apposta...)

Pagina 25

Non ci sono riferimenti nascosti nella tensione pazzesca raggiunta in quest'ultima pagina, ma si possono fare un bel po' di riflessioni.
Robert Black, dopo aver promesso a Miss Ortega che i giornalisti non mentono, fa proprio ciò, per proteggere la reputazione del suo ex, Russell. In tal senso, attribuire il suicidio ad aver letto Sous Le Monde è un modo come un altro per distrarre l'attenzione da altre possibili cause, quali per l'appunto la separazione da Black.
Chiaramente il nostro protagonista è dilaniato dal senso di colpa.

Pagina 26

Vignetta 1

Miss Ortega ritorna come promesso da Alvarez: per la pagina di chiusura Alan Moore usa l'identica sequenza e inquadratura della lettera lacerata a inizio storia: in questo caso a “svelarsi” è il corpo di mezz'età della gentile miss, mentre la copertina e le parole sono in questo caso sostituite dalla pelliccia.

Pagina 27

Due veloci note sulla copertina dello zibaldone di Robert Black: il dio greco Hermes, essendo il “messaggero”, l'araldo (come il New York Herald) sembra un adeguato patrono per il giornalismo. Fuso con il dio Thot e con Ermete Trismegisto era inoltre in età tardo antica il protettore della magia occidentale.
MCMXIX vuol dire 1909.  

6 commenti:

LorenzoD ha detto...

Avevo già adocchiato questo Providence in fumetteria, ed ero indeciso se prenderlo o meno.

Ho ancora il dubbio, perché penso che ormai Lovecraft inizi a diventare un po' troppo abusato, ma in ogni ho evitato di leggere tutte la annotazioni per non rovinarmi una possibile sorpresa.

Ma andremo avanti in eterno a ritornare a Lovecraft? O magari tra qualche decennio inizieremo a "rimaneggiare" qualcun'altro, tipo King?

Ai posteri l'ardua sentenza!

Coscienza ha detto...

Beh, se sei stufo di Lovecraft, ovviamente non te lo consiglio. Il lavoro di Moore si regge tranquillamente sulle sue gambe, è dipendente dagli scritti di H.P. ma non li imita pedissequamente. Valuta un po'...

King sarebbe un autore interessante da riscrivere, ma essendo ancora vivo (well, sort of...) non credo la prenderebbe bene... In effetti ci si dimentica che se tutto ciò è possibile, è solo perchè su Lovecraft è cessato il copyright. Chissà quali rivisitazioni della Terra di Mezzo potremmo leggere, in assenza della Tolkien Estate, ad esempio.

Sulla scena anglosassone ti dò ragione che Lovecraft è stato esplorato sufficienza. Qui in Italia c'è ancora spazio di manovra, considerando che gli spin off e le varie imitazioni finora si sono limitate agli aspetti più baracconi e/o famosi: Cthulhu, cultisti, Shoggoth ecc ecc


M.T. ha detto...

Complimenti per l'articolo, molto approfondito.

Coscienza ha detto...

Grazie dei complimenti! E' anche larghissimo merito delle annotazioni che ho tradotto dall'inglese.

Marco Grande Arbitro ha detto...

Io... Io... Rimango sempre affascinato da quello che scrivi.
Mi lasci sempre da ragionare :)

Coscienza ha detto...

Troppo gentile, Grande Arbitro! :)