3Narratori è un ebook
auto prodotto dal blog di Argonauta Xeno, che raccoglie sei (brevi)
racconti fantastici attentamente selezionati attraverso un concorso
bandito un anno fa.
La raccolta è completamente
gratuita, l'editing e la sistemazione digitale del prodotto a buoni
livelli.
Ero distrattamente incappato
nel concorso per segnalazione di Forlani, ma per pigrizia troppo
studio l'ho lasciato perdere, accontentandomi di guardare come
s'evolvesse.
Nell'insieme la tematica
"fantastica" ha portato una buona varietà, pur
mantenendosi nei canoni del Fantasy Classico, senza troppe incursioni
nel Weird o nell'ucronia storico/scientifica.
Passiamo dal polveroso
diario di un antropologo intrappolato nelle terre selvagge a
supereroi mascherati a incursioni (in Derowen e La Locanda) nel
Medievale alla Dragonlance.
La raccolta è breve (anche
troppo!) e scorre piacevolmente, con qualche intoppo ogni tanto. Non
sono incappato in errori di battitura o formato, sebbene sia più
attento sulla carta che sul kindle.
Di seguito, qualche
specifica impressione sui singoli racconti.
Stralci dal diario di J. M.,
antropologo, ritrovato sull’isola di Guadalcanal in condizioni
psicofisiche precarie
Di Alessandro Madeddu- Frottole -
La narrazione diaristica non
è la mia preferita, in quanto lenta, "esterna" alla vicenda
narrata. Veicola un'impressione di polveroso, d'anticaglia ammuffita.
Tuttavia, può trasmettere bene sensazioni di una certa vaghezza,
indefiniti palpiti d'orrore. Non a caso veniva talvolta usata da
Mastro Lovecraft. Così, nelle prime pagine, il racconto di Madeddu
fatica a ingranare, con rari sbalzi di qualità, come:
Parla di un ‘sasso’ luminoso come un incendio, che è passato sopra la foresta, là dove i rami, meno fitti, permettono di vedere qualche frammento di cielo. Ho chiesto cosa intendesse dire con ‘sasso’, e lui ha raccolto un sasso da terra e, alquanto interdetto, mi ha spiegato che i sassi sono come i sassi. Ho ringraziato per la precisazione e ho precisato a mia volta che mi interessava molto sapere quanto era grande il sasso che, avvolto dalle fiamme, ha solcato il cielo. «Come un sasso» è stata la risposta. Mi deve aver preso per cretino. Indagare ulteriormente, in queste condizioni, è inutile.
Verso la fine, la narrazione
più si spezzetta più diventa affascinante, chiudendosi con
un'immagine sicuramente lovecraftiana, che vista attraverso gli occhi
"civilizzati" dell'antropologo trasmette una discreta
impressione.
- Re della notte
Di Moreno Pavanello- Storie da birreria-
Partivamo risentiti, perché
le frasi a effetto, i periodi brevissimi, i verbi lasciati soli e
soletti per meglio incidere nella narrazione spesso fatico a
sopportarli, li trovo sfibranti, più adatti al fumetto che alla
narrazione pura e semplice. Inoltre, odiavo sinceramente lo
stucchevole tono auto compiaciuto del vigilantes mascherato.
Ed è lì che lui interviene. Nel buio. Nella paura. Nel dolore. Lui arriva, ma non porta la luce.
Perché il suo buio è più oscuro di quello della città stessa. Lui non porta la speranza, ma la disperazione.
Ma la porta solo ai colpevoli, a chi ha commesso il peccato di lasciarsi andare alla violenza e al crimine. Per questo, per gli altri, lui è l'Eroe.
Nel passaggio all'intervista
il racconto accelera per approdare al colpo di scena finale,
descritto con un certo gusto splatter che mi ha fatto rivalutare
quanto avevo letto inizialmente.
Spunto originale, insomma.
- Derowen
Di Maria Cristina Robb
Mi dispiace dirlo, perchè
alcune frasi sono davvero ben scritte, ma è il racconto che più ho
faticato a portare a termine. Nutro una certa antipatia per certi
clichè frequenti nel fantasy, e la contrapposizione fra la Dea,
femminile, benevola e ambientalista e i "malvagi monaci" con il
loro dio (cristiano?) crudele e guerresco è uno dei più odiosi.
«Non era così un tempo. Da quando quei monaci hanno portato il loro Dio tra la mia gente, tutto è cambiato.» (...) «Prima seguivamo la legge della Dea: amore, sostegno reciproco, giustizia. Adesso invece non riescono a pensare ad altro che alla forza e al potere.» La voce di Derowen si incrinò. «Stanno persino considerando di attaccare il villaggio vicino, senza un vero motivo, solo per conquistare le loro terre e portare via le loro donne.»
Conan disapprova. |
Donne e ricchezze?
Ma non esiste motivo più valido *__*
Una protagonista incolore
non aiuta, ma viene in soccorso una buona descrizione, in particolare
del mostro, evocativa al punto giusto.
Il viso squadrato e olivastro era contornato da un alone scomposto di capelli scuri e lanosi e sotto la fronte ampia si aprivano due enormi occhi allungati, con un taglio che ricordava le foglie del lauro. Il bulbo era completamente nero e luccicava sotto i raggi del sole come fosse di onice. Un corto muso ferino con due fosse al centro a sostituire il naso sotto cui si apriva una bocca larga senza labbra.
- Denocciolato
Di Marco Migliori
La bestia denocciolatrice sbuca da un angolo. Quattro salti veloci su quell'unica gamba metallica, aggirando la gente a cui ha svuotato la testa ma che ancora è in piedi, e ce la troviamo di fronte.
Io sono davanti, Antonio è dietro di me.
Già vedo la lingua a tubo saettare fuori dal quel corpo a forma di scaldabagno sdraiato e piantarsi nella mia testa.
La bestia salta di lato, mi aggira.
Neanche faccio in tempo a voltarmi che già sento quel rumore metallico seguito dal risucchio.
Antonio è come gli altri, adesso. La testa sembra un'oliva denocciolata: la faccia allungata da assonnato perenne non c'è più, sostituita da una cavità in cui si vede l'interno del cranio fino alla nuca, e in basso i buchi della trachea e dell'esofago. Come un'oliva denocciolata, manca solo la croce in fondo.
Fin dalle prime righe mi ha
impressionato la qualità della scrittura: diretta nell'azione,
pulita, senza fronzoli. Purtroppo, la narrazione fluida e
l'ambientazione bizzarra sembrano scoppiare in un finale onirico che
lascia, se non perplessi, certamente con un senso d'insoddisfatto.
- Lezione di botanica
Di Alessandro Forlani- Il grande Avvilente-
C'è questa tendenza in
Stephen King dove lo scrittore si serve di personaggi che sono a loro
volta scrittori. Così non sorprende che in questo racconto di
Forlani sia protagonista un editor, che regala alcune scene piuttosto
spassose, dove a far da contrasto all'orrore della minaccia vegetale,
c'è una doppia satira dell'autore fantasy classico che va venendo
riscritto e dell'editor che spietatamente lo massacra eliminando
parole che egli stesso confessa di non aver voglia d'imparare.
Con un gesto libidinoso e cattivo cancellò col pennarello rosso gli aggettivi, i sinonimi e gli avverbi che infarcivano quel paragrafo di piattume sword & sorcery, lo ridusse all’abbiccì: ce n’erano di così astrusi che non li aveva mai letti, e si stizzì del vaniloquio del bimbominchia aspirante Michael Moorcock: si strinse nelle spalle, si grattò gli attributi, lasciò il vocabolario a impolverare su uno scaffale.
Personalmente avrei
preferito più "orrore", ma resta una storia piacevole.
- La locanda
Di Mauro Ruggieri- Suoni dal sole-
L'ambientazione della
locanda è talmente stereotipizzata da risultare Kitch.
Un insieme di convenzioni
che non è difficile prevedere verranno presto ribaltati.
E'
difficile parlare del racconto senza finire nello spoiler, ma
nell'insieme la vicenda funziona, nonostante le motivazioni del
locandiere non siano molto solide, siamo sul territorio del "perchè
sì".
La taverna l'ho costruita qui perché è una bella zona di passaggio, avventurieri, mercanti, viandanti. Loro sono di passaggio. (...) Smancerie, deve esserci del tenero, lei deve essere una strega o un' indovina. Ne ho viste molte passare di qui. Il suo compito, nel gruppo, è quello di consigliare e condurre e, se possibile, scaldare, perché l'amore è una chimica inevitabile, se ci sono i presupposti. Comunque è bella, giovane e quando si leva il pesante mantello trapuntato rivela il corpo atletico di chi trascorre la giornata a viaggiare o combattere.
Quello che credo sia il capo è di corporatura possente, dalla schiena sporge l'elsa di una spada che richiede forza e abilità per essere brandita.
Gli altri due sono uomini giovani ma dall’atteggiamento sicuro e determinato, dagli abiti e dalle armi sembrano essere di nobili natali o comunque ricchi, il che significa che quello che fanno lo fanno per la gloria. Almeno credo.
Uno è alto e con braccia forti, l'altro è basso e asciutto, dall’aria pensierosa e il corpo nervoso e scattante.
Osservando lo sguardo e il comportamento del loro condottiero, capisco che un giorno quell’uomo potrà essere chiamato eroe.
Piuttosto che gettare il
vostro tempo a leggere le minchiate di Volo e Parodi, muovete quelle vostre manine nerd, chiudete il sito porno che stavate guardando e gustatevi una buona raccolta fantasy gratuita.
6 commenti:
Che dire, grazie per la bella rece-segnalazione!
Di nulla ;)
Ho amato il racconto del buon Madeddu (sono un fan del "diario" dai tempi della blitzkrieg). Per il resto, concordo con la recensione :)
Il racconto di Madeddu ha un finale indubbiamente impressionante, che non so quanto bene avrebbe raggiunto senza il diario ^^
"del'editor"
sei proprio un bimbominchia aspirante Michael Moorcock! :-D :-D :-D
grazie della segnalazione carissimo!
Corretto! E per questo, già vedo la Mia Musa ispiratrice tirar fuori il frustino :-D
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