mercoledì 3 ottobre 2012

Scambio di vedute


Donne, dirigibili e brutti contadini: XVI

Capitolo leggero, un po' breve, di collegamento all'ultima parte del racconto, che sarà piena d'azione
(a meno di drastiche modifiche dalla scaletta iniziale).

- Katherina! Calma, cazzo! -
Accoccolata in fragili lenzuola imbevute di sudore, urlava. Si calmò con un profondo sospiro. 
Sprofondò lenta la faccia fra le mani. 
- Un sogno. Tutto un maledettissimo sogno -
- Sei svenuta, Kathy. - Kelly indicò con la mano la stanza d'albergo – Mi sono fatta dare una mano da un paio di giovani volenterosi, e ti abbiamo riportata al tuo albergo – Aguzzò gli occhi, la fissò con mezzo sorriso – Deliravi a più non posso, mia cara. Ho sentito cose molto interessanti...-
Katherina si morse il labbro, tirò su le lenzuola. La stanza era come la ricordava: sporca, intrisa di fumo e tabacco. Diede una furtiva occhiata intorno, alla ricerca dei vestiti. 
- Oh, non ne dubito, commissaria. Intanto, gradirei  sapere dov'è finita la mia gonna...-

- Ho punito la cameriera, mia cara. T'aveva allacciato il corsetto ben oltre ogni umano limite. L'avevi per caso offesa perché si vendicasse così tanto? -
- Un paio di volte – Ammise. " Un paio di frustate, qualche crudele gioco psicologico, ma alla fine se sei una serva devi aspettartele certe cose... "
Recuperò la coperta, la strinse fra spasimi dei muscoli contratti. Era ancora scossa da brividi di sudore gelido. L'avvolse intorno al corpo, vestaglia improvvisata. Azzardò un'occhiata sotto il letto, alla ricerca dei vestiti. A chinare la testa, le venne un capogiro.. I capelli erano umidi di sudore, la fronte bolliva.
Sperò di non aver preso la febbre e pregò fossero solo i postumi della sbornia. 
- Un bicchiere d'acqua, Kathy? -
Katherina guardò la commissaria versare in un bicchiere scheggiato un po' d'acqua dalla brocca della stanza. 
- Gentile, da parte tua -
- Se tu ti ammali, addio alla missione. Se diciamo addio alla missione, rimarrò intrappolata in questa cazzo di città per un altro anno, a sbrigare noiosi incarichi per conto della polizia locale -
Katherina sentì la testa ciondolare e il ragionamento farsi confuso già a metà del discorso della commissaria. " Mi ricordavo più resistente alle sbornie" Rammentò con una certa irritazione. Forse erano gli strascichi dello svenimento.
- Visto? Non vedi l'ora di uccidere qualche sporco contadino. Ti piace il sapore del sangue -
Katherina assaggiò le prime gocce d'acqua con lievi prudenti singulti. Sembrava normale acqua, c'era perfino il tipico retrogusto da fogna: si rinfrescò un po' la gola. 
- Non sono io quella col nomignolo da capitan macellaio – replicò Kelly, irritata dalla frecciatina del capitano – Odio in ogni caso questa città. Hai mai avuto l'impressione. Katherina, che se resterai un altro mese in un luogo non lo lascerai mai? Troverai sempre una qualche stupida scusa per rinviare la missione, indifferente quanto insignificante sia. E un passo dopo l'altro, rimani lì a marcire. Non hai provato mai nulla di simile? -
Katherina rispose con una smorfia. Agitò la mano, a liquidare tutte quelle ridicole preoccupazioni. 
- Sono sempre stata troppo preoccupata a sopravvivere al prossimo assalto, per arrivare a riempirmi la testa di simili sciocchezze! Si vede, che sei commissaria. Probabile sia per te il massimo massacrare civili, in qualche fossa comune -
- Credi sia facile? - Kelly ridacchiò. Più di ogni cosa, fu quella risata a ghiacciare la schiena a Katherina. Quella donna rideva, di quello che faceva, lo considerava un divertente gioco, forse un lavoro ai pari del soldato e dell'operaio. - Hai idea di quanta gente dobbiamo mandare a morte? Coscritti che si rifiutano di attaccare, contadini in rivolta, selvaggi che escono dalle riserve, briganti e partigiani, spie di altri stati, spie delle sette, spie anarchiche, spie di altre spie, spie nostre che tradiscono, capitani che tradiscono, disertori dell'esercito, disertori della marina, disertori dell'aviazione, feccia monarchica, feccia borghese, burocrati corrotti... Siamo noi il primo tribunale, hai idea? Siamo noi che firmiamo gli atti, autorizziamo, e tutto dev'essere fatto rapidamente, capisci? Siamo sotto assedio, continuamente. Quindi sì – si riempì un bicchiere – la tua missione al confronto è una vacanza! - Bevve soddisfatta, un sorriso da serafina sul volto. 
Katherina si grattò la testa, perplessa. La sindrome dell'assedio, dell'esser circondati da un nemico sterminato e senza fine, sembrava l'ossessione di molti dei capi e dei senatori in città. Perfino l'altrimenti razionalissimo Brandt ne era ossessionato. Katherina sospettò fosse il primo segno di una schizofrenia cui induceva la forsennata e velocissima vita cittadina, ma non ne aveva le prove. Sbadigliò. 
- Mi sento decisamente meglio – Annunciò, stiracchiando le gambe intorpidite. In qualche modo sapere che Kelly aveva massacrato ben più contadini di quanto lei avesse mai fatto, per lo più a sangue freddo... Sentì un po' del gelo abbandonarla. Prese gli stivali, l'infilò, prima di notare con sollievo la sua vecchia uniforme nascosta nell'interstizio fra testiera del letto e parete. 
- Partiamo domani. Avverti il senatore, e... Che stai guardando? -
Con imbarazzo, si accorse di aver lasciato cadere il lenzuolo. S'affrettò a infilare la camicia bianco sporco dell'uniforme. Lo sguardo di Kelly fissava la schiena nuda con intensità tale che sembrava volesse bucarla.  
- Quella cicatrice sulla schiena, come... -
- Girarsi, e concedermi un po' d'intimità, magari Kelly? - Ringhiò il capitano. - il mio corpo e le cicatrici su di esso sono affari miei, se non ti dispiace - 
- Ahh se solo non fossi così rude, Kathy – Cinguettò Kelly, con finto tono ironico. - Saresti anche una carina ragazza... -
Katherina nascose il rossore concentrandosi ad allacciare in gran velocità il corpetto in cuoio, prima d'infilare le braccia nelle maniche in pesante velluto.
- Se non fossi rude, Kelly, non sarei Katherina. E ho trentacinque anni e cinque cicatrici, pervertita. Quindi per favore, elimina il Kahty, e l'aggettivo "ragazza", grazie -
" Se mi dà così tanto fastidio che mi chiami Kathy... Pensò... Perché sto sorridendo? "
In ogni caso- terminò il discorso – prepariamoci a salire sullo zeppellin! E' ora di partire! -
Uscirono a passo di marcia dalla stanza. 


4 commenti:

Alessandro Forlani ha detto...

posso aggiungermi all'immagino chilometrica fila dei "giovini volonterosi?"

Tu sai che di tutto ciò faranno un film, vero?

Tu sai che sarà il primo film con protagoniste Lady Gaga e Dita Von Teese, vero?

Coscienza ha detto...

Oh andiamo, signor forlani. A leggere questo mio papiro siete quattro gatti XD Chilometrica fila, magari ^^

Approvo Dita Von teese, ovviamente. Lady Gaga, però diavolo, no!

Alessandro Forlani ha detto...

"Mi sono fatta dare una mano da un paio di giovani volenterosi, e ti abbiamo riportata al tuo albergo"

intendevo questi :-D

Coscienza ha detto...

Ahh adesso comprendo. Allora sì, si può unire ^^ ma con Eleaonore Cole è già in ottima compagnia, dopotutto ^^