Questa sarà una recensione
trasversale. Trasversale nel senso che mi propongo di superare il
trito binomio SI'/NO che caratterizza televisione e giornali, e
proverò a spingere l'asticella della valutazione qualche pollice più
in su, sia nel senso che allargherò la recensione a temi paralleli,
se non per l'appunto trasversali, includendo non dunque solo
la sola produzione cinematografica – o letteraria- ma spingendomi
fino ai campi del fumetto, o del videogioco.
L'intento della recensione trasversale
è decostruire; smontare il tradizionale, nauseante impianto della
solita recensione, frutto di medium ormai sorpassati- La televisione,
mostro a occhio solo, il giornale, antiquato pezzo di carta
emittente- destinatario privo d'ogni discorso con il lettore.
L'oggetto della recensione trasversale
di oggi è il Teddy bear. Scendendo nel particolare, il Teddy
bear "cattivo"; che trascende il semplice pupazzo di
peluche e diventa (s)politically correct.
In questo senso in campo
cinematografico l'ovvio riferimento è Ted, film in uscita in questi
giorni, commediola americana che per bizzarro miracolo del regista,
il mitico Seth Macfarlane già autore dell'affilatissima
satira che sono in realtà i Griffin, supera l'umorismo americano
retard e abbozza un'opera che sebbene non capolavoro, si conquista il
suo posto nel cuore dei lettori. Seth in questo caso ha fatto
l'impossibile. Regista (e non è poco), sceneggiatore, voce del Teddy
nella versione originale e produttore. Multitasking al massimo
livello! ^^
L'introduzione si apre con la voce
narrante in sottofondo e una velocissima carrellata dell'infanzia del
protagonista: in una notte di Natale il piccolo John Bennet
(Mark Wahlberg) pronunciò un desiderio, che divenne miracolo: il
pupazzo di Teddy diventò vivente, un "miracolo di Dio"
come viene proclamato da giornali e televisione. Giurò eterna
amicizia a John; una bella cosa quando sei un bambino di undici anni,
decisamente una presenza ben più ingombrante quando sei sul punto di
sposarti a trent'anni con la bella Lori Collins (Mila Kunis).
A ruotare come antagonisti abbiamo la coppia di Rex (Joe
McHale) che mira a conqusitare Lori e Donny (Giovanni Ribisi)
che mira invece a rapire Ted. Insomma un attacco in realtà in piena
regola agli affetti del buon John.
Un'osservazione veloce: interessante
notare come John viva la sua infanzia nel 1985, e come de facto la
cultura anni 80/ 90 imbeva di citazioni e rimandi il film. Basti solo
citare una delle primissime scene iniziali, con Ted e John in fila a
vedere Star wars. Gli anni 80 stanno colonizzando il nostro
presente, come ho già scritto.
A scanso d'equivoci Ted annovera
comunque numerosi difetti. A partire da un umorismo citazionista e
non sense, fine a se stesso fin dalla voce narrante all'inizio,
passando alle poche effettive svolte di una trama altrimenti
piuttosto stiracchiata. Spesso scene e dialoghi ti lasciano
perplessi, e qualcosa non suona; poi ti rendi conto che in effetti ai
fini della trama o dei personaggi sono totalmente inutili, se non
appunto per buttar lì qualche battuta.
Ma si può soprassedere. L'impianto
generale funziona alla grande e alcune scene- in particolare cito
l'incontro con Flash Gordon – sono destinate a piantarsi nella
retina indelebili. Coordinazione delle inquadrature, effetti visivi,
dialoghi limati a puntino- Tutto molto anni 80. O 90. O in ogni
caso molto retrò. D'altra parte è il massimo che possiamo
aspettarci dal cinema, anche quando s'evita il pericolo dei remake/
sequel; film retroambientati nel passato. Come il dio greco Crono che
divorava i suoi stessi figli, il cinema continua a prosperare
nelle rovine del passato, divorando sotto la patina dei "bei
vecchi tempi" ogni possibile innovazione. Pazienza.
" We're gonna party like in the 80's!" |
Al di là della polemica anni 80 Ted
funziona e ha un grandissimo merito, a mio parere poco sottolineato
dai recensori "ufficiali": giustifica per la prima volta
l'uomo Peter Pan. John Bennet al termine del film non giunge- come in
molti film "educativi" a comprendere come sia importante
mollare l'adolescenza, i divertimenti, il proprio lato infantile,
ogni piccolo hobby per il solo scopo di entrare in quell'autentica
follia schizofrenica che etichettiamo come "adulto responsabile
e maturo". Al contrario, raggiunge un compromesso e mantiene
anche il proprio lato goliardico, raggiungendo così, in un'autentica
maturazione del protagonista, un nuovo equilibrio.
E' il trionfo del geek quarantenne.
E' il trionfo del nerd felice, e per giunta sposato.
E' una bella rottura di uno stereotipo
che si va – finalmente!- frammentando.
Considerando la recensione in questione
una recensione "trasversale" non potevo non esimermi dal
citare il libro che in questi giorni andavo finendo di leggere: Jimmy
plush, Teddy bear detective.
Un romanzo bizzarro, termine non
casuale, che condivide con Ted alcuni punti di fondo.
"Jimmy Plush, teddy bear detective" è un libro che rientra nel filone della Bizarro fiction. Rimando all'articolo della Gambera per eventuali
approfondimenti; sarà innanzitutto necessario precisare che rispetto
a Mellick l'autore Garrett Cook mantiene bizzarrie a livello umano,
senza dare eccessiva briglia alla fantasia.
E' un bizarro
"contenuto".
Al contempo Teddy bear detective è il
suo primo libro, e come tanti esordienti Garrett si trascina dietro
parecchi difetti, a cominciare dallo stile spesso un po' abbozzato,
passando alle scene d'azione a tal punto veloci da risultare
confuse. L'origine d'esordiente risulta inoltre nella stessa
scrittura a capitoli, in realtà quasi racconti completamente
autonomi.
Protagonista è Jimmy Plush, uomo
scrittore pulp che dopo aver invano inseguito il successo, diventa
giocatore d'azzardo (gambler, nell'originale inglese). Inseguito dai
debiti, dopo aver fallito anche nella carriera di giocatore
professionista, accetta dietro lauta somma di scambiare il proprio
corpo con un Teddy Bear parlante: anima e personalità dell'uomo
vengono trasfuse nell'orsacchiotto di pezza, il cui carattere
tuttavia perfido guadagna gl'indubbi vantaggi di un corpo umano.
Imprigionato nella sua nuova forma,
Jimmy ricerca un'impossibile redenzione nei panni morbidosi di un
orsacchiotto detective, affiancato nelle sue investigazioni dalla sua
ragazza, la prostituta- furry Jean e il suo autista cinese, l'esperto
in arti marziali Chang.
Ciò che più distingue il teddy bear
di Garrett dal Ted di cellulosa è la grande attenzione che l'autore
dedica a problemi, inconvenienti e vantaggi dell'essere un pupazzo di
stoffa e stracci imbottiti.
Nella scena del primo racconto il teddy
bear striscia silenzioso- un pupazzo non fa rumore di passi- e spara
alle rotule di due delinquenti che avevano rapito una ragazza.
L'autore giunge a segnalare come Jimmy si sia fabbricato una pistola
su misura (La " 45. Teddy Bear", LoL) ; per non citare le
osservazioni acide sulla poca forza che può avere un pupazzetto di
meno di mezzo metro. E il dolore quando viene torturato da uno
sgherro che gli lacera l'imbottitura e lo svuota dalle morbide
interiora di cotone e gommapiuma (stuffing)? Non sanguini, certo,
osserva il protagonista. Ma provi un dannatissimo dolore! Più che
con il cazzone Ted, Jimmy condivide molto con lo psicopatico
protagonista del videogioco "Naughty Bears". E' un peluche
con mille cicatrici, che gira vestito con trench e pistola, una
smorfia arcigna sul volto.
Garrett è infine particolarmente bravo
a delineare un autentico perdente.
Già quand'era umano, Jimmy fallisce
come scrittore, come giocatore e ora nei panni di un Teddy come
investigatore privato. La prima metà del romanzo è un'autentica
sequenza di fallimenti, a dispetto della determinazione ai limiti
della brutalità del protagonista. Garrett forse imbastisce una trama
lineare, ma cazzo se ci va pesante coi topos del "protagonista
che soffre" o degli "ostacoli al protagonista". La
narrazione è in questo senso costruita per contrapporre a ogni
fallimento un'ulteriore inacidirsi del protagonista che sprofonda
sempre più nella violenza; senza scivolare in eccessivi spoiler
Jimmy adora torturare ladri e malavitosi aprendogli ampie ferite col
coltello e imbottendole di cotone... Per poi richiuderle.
"You
Furries. You make me laugh. Walkin'
around, pretending to be what I am. It's insulting. It's
hilarious, too. I'm gonna give you what you want. Chang, stuff
'im. "
My chaffeur's yellow skin turned pale.
" Mr Plush..."
" Take the cotton and stick
it in the hole, Chang. Then sew it."
The penguin thug' eyes widened. They
must have looked enormous to Chang.
" Please, mister, you can't..."
Chang give his customary bow.
" As you wish, most honored Mister
Plush."
So, Chang stuffed the wound with cotton
and sewed it shut. The penguin thug made several noises I never
expected to hear out of a man or a penguin. I glared at him with
my round, black plastic eyes. I knew he couldn't see any expression
behind them, but from the look on his tear stained face, I could tell
that he knew I was glaring and he knew i wasn't above cutting him
again."
I Teddy bear picchiano duro...
Due parole sull'ambientazione.
Garrett delinea una buona atmosfera che
mantiene una sua notevole coerenza interna in particolare nei primi
due capitoli- racconti: la città in cui agisce Jimmy è
l'equivalente di una Los Angeles anni 40, dai toni noir, densi e
cupi. La malavita domina, l'immigrazione- esclusivamente cinese – è
una costante. Si respira l'atmosfera dei romanzi di Ellroy, di una
Dalia nera o del Grande Nulla, per citare titoli che conosco. Nella
prefazione, l'autore paragona Jimmy a Sam Spade!
Insomma il filone di riferimento è uno
dei segreti per rendere convincente questo sporco pupazzo.
E i furry? Che centrano i furry, vi
starete chiedendo. Centrano, centrano.
Jimmy non è l'unico a soffrire di corpo
scambiato. Una larga maggioranza della popolazione per inganno o
spinta alla disperazione dalla povertà ha scelto di vendere il
proprio corpo agli animali parlanti, che nella stramba ambientazione
costituiscono la norma. Oltre al teddy abbiamo un uomo intrappolato
in una bambola di porcellana, un onesto poliziotto rapito nel corpo
di un piccolo pony per congiura del corpo di polizia corrotto fino al
midollo, una gatta che in realtà... Ci siamo capiti. A differenza di
Ted l'esistenza di un Teddy Bear parlante è sviscerata spesso
nell'ambientazione, elemento di fondo, e al contempo tema portante.
Ben altra cosa, del desiderio di un
bambino che urla "Magia! Pekke è fantasy!" da tutti i
pori.
La presenza di animali parlanti e corpi
scambiati non scatena cacce alle streghe, ma al contrario si verifica
un processo opposto: imitare corpi scambiati, fare finta di essere un
animale, che sia uno scoiattolo, una volpe o un cane è la norma.
Sempre nei primi capitoli un killer che assale Jimmy indossa un
vestito da pinguino; non per nascondersi, come spiega all'orrificato
detective, ma perché si considera un umano "troppo brutto".
La malavita è infatti spesso un insensato ammasso di animali
parlanti e assassini che indossano vestiti morbidosi, con effetto
nelle descrizioni grottesco.
Ovviamente una simile ossessione, e un
simile disgusto del corpo umano non possono non prescindere dal
sesso. Le strade pullulano di prostitute e racket, e tutte vestite da
brave furry.
Non a caso l'amatissima ragazza di
Jimmy rifiuta di togliersi l'aderente tutina da volpe, cosa che al
frustato Teddy è fonte d'ulteriore fastidio, ben considerando come
sia conscio che essere nel corpo di un animale non è in realtà
bella cosa.
" The argument ended abruptly when
we both noticed the same thing: there were more furry girls on the
streets. Usually they were rare and hard to pick up, but now there
were squirrel girls or skunk girls or kitty cat
girls or even killer whale girls pedding their wares
everywhere. First Halperin (uno dei cattivoni N.d.T.) employs
Furries, now every pimp in the city must be doing it. Something
didn't add up..."
Man mano che la trama procede crescono parallelamente gli elementi bizzarri, con progressivo e delirante
accumulo; il finale è infatti un'immensa rissa che coinvolge
buona parte dei precedenti protagonisti e che risolve l'altrimenti
sgangheratissima vicenda. Non saltate inoltre il racconto bonus, "Le avventure di Jimmy Plush nelle tombe dei faraoni marziani", molto più in linea con la produzione di Mellick in particolare con alcune gustose trovate
Dove trovarlo
Su Amazon a 3. 51 la versione ebook, a
8.27 la versione cartacea (la copertina, come tutte le copertine
bizarro è splendida U_u)
Ma volendolo provare, lo trovate gratis
su Mirc, con un po' di smanettamento...
Anche se insomma, 3 euro sono davvero
pochi ^^
Fonti
Gli anni 80, gli amati- odiati anni
80/90. Rimando al mio articolo, e soprattutto al SITO di Bittanti,
che nelle recensioni cinematografiche risulta sempre molto chiaro a
questo proposito; all'inizio mi offendevo, poi mi sono reso conto
della sgradevole verità.
Bittanti inoltre offre uno stimolante
esempio di recensione un pochino diversa dalle solite tabelline con
pro e contro nella recensione-non-recensione di "Insieme, ma soli": Sherry Turkle e i paradossi della tecnologia.
Everyeye- per la media buona, ma
insapore delle recensioni delle webzine online, ha pubblicato una
recensione di Ted notevole. E già che ci sono, aggiungiamo la
recensione di Giobblin che scopro solo adesso.
Jimmy Plush è ricco di recensioni su
Amazon, e alcune cogliono in effetti aspetti del romanzo- ma
nell'insieme sono tutti troppo entusiasti di un romanzo buono sì, ma
non eccezionale.
Il blog di Garrett! Squallido nella
grafica, ma è possibile vedere alcune recenti foto dell'autore.
Interessante come sia ingrassato e si
sia fatto crescere una folta barba.
L'agile silhouette di george rr martin
ha fatto scuola (LoL).
a man with a beard is a cool man! ^^ |
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