venerdì 12 ottobre 2012

Teddy bear detective e altre storie: una recensione trasversale



Questa sarà una recensione trasversale. Trasversale nel senso che mi propongo di superare il trito binomio SI'/NO che caratterizza televisione e giornali, e proverò a spingere l'asticella della valutazione qualche pollice più in su, sia nel senso che allargherò la recensione a temi paralleli, se non per l'appunto trasversali, includendo non dunque solo la sola produzione cinematografica – o letteraria- ma spingendomi fino ai campi del fumetto, o del videogioco.
L'intento della recensione trasversale è decostruire; smontare il tradizionale, nauseante impianto della solita recensione, frutto di medium ormai sorpassati- La televisione, mostro a occhio solo, il giornale, antiquato pezzo di carta emittente- destinatario privo d'ogni discorso con il lettore.

L'oggetto della recensione trasversale di oggi è il Teddy bear. Scendendo nel particolare, il Teddy bear "cattivo"; che trascende il semplice pupazzo di peluche e diventa (s)politically correct.



In questo senso in campo cinematografico l'ovvio riferimento è Ted, film in uscita in questi giorni, commediola americana che per bizzarro miracolo del regista, il mitico Seth Macfarlane già autore dell'affilatissima satira che sono in realtà i Griffin, supera l'umorismo americano retard e abbozza un'opera che sebbene non capolavoro, si conquista il suo posto nel cuore dei lettori. Seth in questo caso ha fatto l'impossibile. Regista (e non è poco), sceneggiatore, voce del Teddy nella versione originale e produttore. Multitasking al massimo livello! ^^

L'introduzione si apre con la voce narrante in sottofondo e una velocissima carrellata dell'infanzia del protagonista: in una notte di Natale il piccolo John Bennet (Mark Wahlberg) pronunciò un desiderio, che divenne miracolo: il pupazzo di Teddy diventò vivente, un "miracolo di Dio" come viene proclamato da giornali e televisione. Giurò eterna amicizia a John; una bella cosa quando sei un bambino di undici anni, decisamente una presenza ben più ingombrante quando sei sul punto di sposarti a trent'anni con la bella Lori Collins (Mila Kunis). A ruotare come antagonisti abbiamo la coppia di Rex (Joe McHale) che mira a conqusitare Lori e Donny (Giovanni Ribisi) che mira invece a rapire Ted. Insomma un attacco in realtà in piena regola agli affetti del buon John.

Un'osservazione veloce: interessante notare come John viva la sua infanzia nel 1985, e come de facto la cultura anni 80/ 90 imbeva di citazioni e rimandi il film. Basti solo citare una delle primissime scene iniziali, con Ted e John in fila a vedere Star wars. Gli anni 80 stanno colonizzando il nostro presente, come ho già scritto.

A scanso d'equivoci Ted annovera comunque numerosi difetti. A partire da un umorismo citazionista e non sense, fine a se stesso fin dalla voce narrante all'inizio, passando alle poche effettive svolte di una trama altrimenti piuttosto stiracchiata. Spesso scene e dialoghi ti lasciano perplessi, e qualcosa non suona; poi ti rendi conto che in effetti ai fini della trama o dei personaggi sono totalmente inutili, se non appunto per buttar lì qualche battuta.
Ma si può soprassedere. L'impianto generale funziona alla grande e alcune scene- in particolare cito l'incontro con Flash Gordon – sono destinate a piantarsi nella retina indelebili. Coordinazione delle inquadrature, effetti visivi, dialoghi limati a puntino- Tutto molto anni 80. O 90. O in ogni caso molto retrò. D'altra parte è il massimo che possiamo aspettarci dal cinema, anche quando s'evita il pericolo dei remake/ sequel; film retroambientati nel passato. Come il dio greco Crono che divorava i suoi stessi figli, il cinema continua a prosperare nelle rovine del passato, divorando sotto la patina dei "bei vecchi tempi" ogni possibile innovazione. Pazienza.

" We're gonna party like in the 80's!"
Al di là della polemica anni 80 Ted funziona e ha un grandissimo merito, a mio parere poco sottolineato dai recensori "ufficiali": giustifica per la prima volta l'uomo Peter Pan. John Bennet al termine del film non giunge- come in molti film "educativi" a comprendere come sia importante mollare l'adolescenza, i divertimenti, il proprio lato infantile, ogni piccolo hobby per il solo scopo di entrare in quell'autentica follia schizofrenica che etichettiamo come "adulto responsabile e maturo". Al contrario, raggiunge un compromesso e mantiene anche il proprio lato goliardico, raggiungendo così, in un'autentica maturazione del protagonista, un nuovo equilibrio.
E' il trionfo del geek quarantenne.
E' il trionfo del nerd felice, e per giunta sposato.
E' una bella rottura di uno stereotipo che si va – finalmente!- frammentando.



Considerando la recensione in questione una recensione "trasversale" non potevo non esimermi dal citare il libro che in questi giorni andavo finendo di leggere: Jimmy plush, Teddy bear detective.
Un romanzo bizzarro, termine non casuale, che condivide con Ted alcuni punti di fondo.

"Jimmy Plush, teddy bear detective" è un libro che rientra nel filone della Bizarro fiction. Rimando all'articolo della Gambera per eventuali approfondimenti; sarà innanzitutto necessario precisare che rispetto a Mellick l'autore Garrett Cook mantiene bizzarrie a livello umano, senza dare eccessiva briglia alla fantasia.
E' un bizarro "contenuto".

Al contempo Teddy bear detective è il suo primo libro, e come tanti esordienti Garrett si trascina dietro parecchi difetti, a cominciare dallo stile spesso un po' abbozzato, passando alle scene d'azione a tal punto veloci da risultare confuse. L'origine d'esordiente risulta inoltre nella stessa scrittura a capitoli, in realtà quasi racconti completamente autonomi.

Protagonista è Jimmy Plush, uomo scrittore pulp che dopo aver invano inseguito il successo, diventa giocatore d'azzardo (gambler, nell'originale inglese). Inseguito dai debiti, dopo aver fallito anche nella carriera di giocatore professionista, accetta dietro lauta somma di scambiare il proprio corpo con un Teddy Bear parlante: anima e personalità dell'uomo vengono trasfuse nell'orsacchiotto di pezza, il cui carattere tuttavia perfido guadagna gl'indubbi vantaggi di un corpo umano.
Imprigionato nella sua nuova forma, Jimmy ricerca un'impossibile redenzione nei panni morbidosi di un orsacchiotto detective, affiancato nelle sue investigazioni dalla sua ragazza, la prostituta- furry Jean e il suo autista cinese, l'esperto in arti marziali Chang.

Ciò che più distingue il teddy bear di Garrett dal Ted di cellulosa è la grande attenzione che l'autore dedica a problemi, inconvenienti e vantaggi dell'essere un pupazzo di stoffa e stracci imbottiti.
Nella scena del primo racconto il teddy bear striscia silenzioso- un pupazzo non fa rumore di passi- e spara alle rotule di due delinquenti che avevano rapito una ragazza. L'autore giunge a segnalare come Jimmy si sia fabbricato una pistola su misura (La " 45. Teddy Bear", LoL) ; per non citare le osservazioni acide sulla poca forza che può avere un pupazzetto di meno di mezzo metro. E il dolore quando viene torturato da uno sgherro che gli lacera l'imbottitura e lo svuota dalle morbide interiora di cotone e gommapiuma (stuffing)? Non sanguini, certo, osserva il protagonista. Ma provi un dannatissimo dolore! Più che con il cazzone Ted, Jimmy condivide molto con lo psicopatico protagonista del videogioco "Naughty Bears". E' un peluche con mille cicatrici, che gira vestito con trench e pistola, una smorfia arcigna sul volto.
Garrett è infine particolarmente bravo a delineare un autentico perdente.
Già quand'era umano, Jimmy fallisce come scrittore, come giocatore e ora nei panni di un Teddy come investigatore privato. La prima metà del romanzo è un'autentica sequenza di fallimenti, a dispetto della determinazione ai limiti della brutalità del protagonista. Garrett forse imbastisce una trama lineare, ma cazzo se ci va pesante coi topos del "protagonista che soffre" o degli "ostacoli al protagonista". La narrazione è in questo senso costruita per contrapporre a ogni fallimento un'ulteriore inacidirsi del protagonista che sprofonda sempre più nella violenza; senza scivolare in eccessivi spoiler Jimmy adora torturare ladri e malavitosi aprendogli ampie ferite col coltello e imbottendole di cotone... Per poi richiuderle.

"You Furries. You make me laugh. Walkin' around, pretending to be what I am. It's insulting. It's hilarious, too. I'm gonna give you what you want. Chang, stuff 'im. "
My chaffeur's yellow skin turned pale.
" Mr Plush..."
" Take the cotton and stick it in the hole, Chang. Then sew it."
The penguin thug' eyes widened. They must have looked enormous to Chang.
" Please, mister, you can't..."
Chang give his customary bow.
" As you wish, most honored Mister Plush."
So, Chang stuffed the wound with cotton and sewed it shut. The penguin thug made several noises I never expected to hear out of a man or a penguin. I glared at him with my round, black plastic eyes. I knew he couldn't see any expression behind them, but from the look on his tear stained face, I could tell that he knew I was glaring and he knew i wasn't above cutting him again."


I Teddy bear picchiano duro...

Due parole sull'ambientazione.
Garrett delinea una buona atmosfera che mantiene una sua notevole coerenza interna in particolare nei primi due capitoli- racconti: la città in cui agisce Jimmy è l'equivalente di una Los Angeles anni 40, dai toni noir, densi e cupi. La malavita domina, l'immigrazione- esclusivamente cinese – è una costante. Si respira l'atmosfera dei romanzi di Ellroy, di una Dalia nera o del Grande Nulla, per citare titoli che conosco. Nella prefazione, l'autore paragona Jimmy a Sam Spade!
Insomma il filone di riferimento è uno dei segreti per rendere convincente questo sporco pupazzo.


E i furry? Che centrano i furry, vi starete chiedendo. Centrano, centrano.
Jimmy non è l'unico a soffrire di corpo scambiato. Una larga maggioranza della popolazione per inganno o spinta alla disperazione dalla povertà ha scelto di vendere il proprio corpo agli animali parlanti, che nella stramba ambientazione costituiscono la norma. Oltre al teddy abbiamo un uomo intrappolato in una bambola di porcellana, un onesto poliziotto rapito nel corpo di un piccolo pony per congiura del corpo di polizia corrotto fino al midollo, una gatta che in realtà... Ci siamo capiti. A differenza di Ted l'esistenza di un Teddy Bear parlante è sviscerata spesso nell'ambientazione, elemento di fondo, e al contempo tema portante.
Ben altra cosa, del desiderio di un bambino che urla "Magia! Pekke è fantasy!" da tutti i pori.
La presenza di animali parlanti e corpi scambiati non scatena cacce alle streghe, ma al contrario si verifica un processo opposto: imitare corpi scambiati, fare finta di essere un animale, che sia uno scoiattolo, una volpe o un cane è la norma. Sempre nei primi capitoli un killer che assale Jimmy indossa un vestito da pinguino; non per nascondersi, come spiega all'orrificato detective, ma perché si considera un umano "troppo brutto". La malavita è  infatti spesso un insensato ammasso di animali parlanti e assassini che indossano vestiti morbidosi, con effetto nelle descrizioni grottesco.
Ovviamente una simile ossessione, e un simile disgusto del corpo umano non possono non prescindere dal sesso. Le strade pullulano di prostitute e racket, e tutte vestite da brave furry.
Non a caso l'amatissima ragazza di Jimmy rifiuta di togliersi l'aderente tutina da volpe, cosa che al frustato Teddy è fonte d'ulteriore fastidio, ben considerando come sia conscio che essere nel corpo di un animale non è in realtà bella cosa.

" The argument ended abruptly when we both noticed the same thing: there were more furry girls on the streets. Usually they were rare and hard to pick up, but now there were squirrel girls or skunk girls or kitty cat girls or even killer whale girls pedding their wares everywhere. First Halperin (uno dei cattivoni N.d.T.) employs Furries, now every pimp in the city must be doing it. Something didn't add up..."


Man mano che la trama procede crescono parallelamente gli elementi bizzarri, con progressivo e delirante accumulo; il finale è infatti un'immensa rissa che coinvolge buona parte dei precedenti protagonisti e che risolve l'altrimenti sgangheratissima vicenda. Non saltate inoltre il racconto bonus, "Le avventure di Jimmy Plush nelle tombe dei faraoni marziani", molto più in linea con la produzione di Mellick in particolare con alcune gustose trovate

Dove trovarlo
Su Amazon a 3. 51 la versione ebook, a 8.27 la versione cartacea (la copertina, come tutte le copertine bizarro è splendida U_u)
Ma volendolo provare, lo trovate gratis su Mirc, con un po' di smanettamento...
Anche se insomma, 3 euro sono davvero pochi ^^

Fonti
Gli anni 80, gli amati- odiati anni 80/90. Rimando al mio articolo, e soprattutto al SITO di Bittanti, che nelle recensioni cinematografiche risulta sempre molto chiaro a questo proposito; all'inizio mi offendevo, poi mi sono reso conto della sgradevole verità.
Bittanti inoltre offre uno stimolante esempio di recensione un pochino diversa dalle solite tabelline con pro e contro nella recensione-non-recensione di "Insieme, ma soli": Sherry Turkle e i paradossi della tecnologia.
Everyeye- per la media buona, ma insapore delle recensioni delle webzine online, ha pubblicato una recensione di Ted notevole. E già che ci sono, aggiungiamo la recensione di Giobblin che scopro solo adesso.
Jimmy Plush è ricco di recensioni su Amazon, e alcune cogliono in effetti aspetti del romanzo- ma nell'insieme sono tutti troppo entusiasti di un romanzo buono sì, ma non eccezionale.
Il blog di Garrett! Squallido nella grafica, ma è possibile vedere alcune recenti foto dell'autore.
Interessante come sia ingrassato e si sia fatto crescere una folta barba.
L'agile silhouette di george rr martin ha fatto scuola (LoL).  

a man with a beard is a cool man! ^^

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