mercoledì 16 aprile 2014

Suffragette Ninja!



Come tutti i movimenti Sindacali delle Trade Unions operaie e allargando il campo come per ogni movimento di emancipazione, il movimento delle suffragette fu un affare duro e sanguinoso.

Nei libri di storia le pretese degli operai vengono inseriti nel flusso di un progresso generale, dove i diritti del lavoratore vengono man mano integrati nel più generale processo di industrializzazione. Tuttavia, se il movimento di scioperi e proteste ebbe successo fu per la testardaggine dei lavoratori, difficilmente per un'immaginaria “apertura” degli imprenditori e dei lavoratori delle fabbriche. 
L'idea che mi sono fatto è che le richieste dei diversi movimenti operai nel corso dell'Ottocento fossero violentemente in contrasto con l'ordinamento che si andava imponendo. Infatti, a ogni puntuale crisi economica, guerra (di produzione e/o militare) le suddette conquiste venivano metodicamente annullate. L'Inghilterra era una monarchia parlamentare pesantemente classista e poté raggiungere questo alto grado d'industrializzazione proprio in virtù di un classismo teorizzato e legiferato dalla Gentry. La Francia tormentata da continue rivoluzioni politiche e sociali, perse infatti il passo: troppo potere al popolino, troppa apertura alla democrazia. La Prussia che andava unificando la Germania invece, non a caso in virtù del suo rigidissimo sistema che l'avvicinava all'Inghilterra (e forse la superava) poté industrializzarsi con rapidità spaventosa. 
Lo vediamo tutt'oggi: la direzione centralizzata della Cina sta conquistando i mercati molto più rapidamente della Russia post-comunista, che liberalizzando completamente il mercato andò rapidamente nello sfascio più completo. Questo per dire che non c'è alcun necessario nesso Democrazia-Industria-Progresso, anzi il primo temine lo escluderei decisamente.


In questo ambito, come detto, il movimento delle suffragette fu un affare singolarmente sanguinoso.
Gli scioperi della fame risultarono una sgradita novità per le carceri inglesi, che scelsero un'alimentazione forzata che non possedeva certo la delicatezza delle Flebo endovena moderne: dovete immaginare tubi che spaccano i denti di bocche risolutamente serrate, sbobba ficcata in gola, rigurgiti&vomiti, gente soffocata e altre simili piacevolezze.


In questo contesto la situazione verso il 1913 raggiunse un autentico “punto di ebollizione”.
Sylvia Pankhurst giunse a consigliare le sue seguaci d'imparare le arti marziali e prese a raccomandare che ognuno si portasse randelli e 

We have not yet made ourselves a match for the police, and we have got to do it. The police know jiu-jitsu. I advise you to learn jiu-jitsu. Women should practice it as well as men.
Don’t come to meetings without sticks in future, men and women alike. It is worth while really striking. It is no use pretending. We have got to fight.


L'esortazione di Sylvia Pankhurst non andò inascoltata, anzi: per proteggere i diversi leader del movimento dagli assalti di arrabbiati difensori dello status quo, la Women's Social and Political Union scelse di creare una Bodyguard, un corpo di guardie del corpo femminili, che proteggessero le Suffragette nei momenti più violenti dei numerosi Comizi in piazza. Venticinque, trenta donne che scelsero d'imparare il jiu-jitsu. Questa particolare arte giapponese era già stata introdotta in Inghilterra quindici anni prima dalla leggendaria figura di Edward William Barton-Wright, il fondatore del Bartitsu, l'arte marziale di autodifesa usata da Arthur Conan Doyle nei racconti di Sherlock Holmes! I giornalisti non appena vennero a conoscenza del fatto deliziati coniarono l'impronunciabile neologismo Jujitsusufragettes!

E ora veniamo allo scontro in cui dove più la Bodyguard di suffragette diede prova di sé: 

La battaglia di Glasgow (Battle of Glasgow)




Tempo: 9 marzo 1913

Forze in campo e Schieramento: La Bodyguard comprendeva trenta donne, che viaggiarono sotto la copertura di un vagone di terza classe fingendosi una Compagnia Teatrale. Alloggiarono in un Hotel vicino alla St Andrew Hall e il giorno del comizio si posizionarono in cerchio attorno al palco dell'oratore.

La mattina presto i poliziotti avevano già circondato la Hall, e piazzato cinquanta poliziotti nell'aula. Non si hanno dati su quanti investigatori e poliziotti in abiti borghesi fossero invece stati piazzati strategicamente nella folla, ma il numero doveva essere senza dubbio molto alto.

Causa dello scontro: Un comizio della famosa leader Emmeline Pankhurst. Il governo era in una brutta situazione: se avesse lasciato parlare Miss Pankhurst avrebbe perso altri voti e fatta la figura del debole. D'altronde, un uso della forza avrebbe fatto apparire come martiri le suffragette, che stavano ormai conquistando la simpatia dei ceti urbani. Era una non-scelta e infatti gli alti quadri a Londra optarono per il pugno di ferro della Polizia.

Luogo: Scozia. Glasgow. St Andrew Hall. 
Podio destinato al discorso di Miss Pankhurst. Un cerchio di sedie circondava il palco, decorato con ghirlande di fiori bianche e viola e diversi striscioni inneggianti slogan.

Svolgimento:
I poliziotti avevano circondato la Hall per impedire la venuta della star delle piccole femministe, Miss Pankhurst, che tuttavia dopo un breve ritardo comparve magicamente sul palco. Molto semplicemente aveva potuto evitare i controlli vestendosi normalmente, non dando nell'occhio e comprando un biglietto per il comizio come ogni altra partecipante.

Nel momento in cui la Pankhurst cominciava il suo discorso, i cinquanta poliziotti “ufficiali” nella Hall partirono alla carica per arrestare l'oratrice. Alla punta dell'assalto secondo le cronache stava un gigante d'uomo. A pochi passi dall'obiettivo si scontrarono tuttavia con la Bodyguard schierata in cerchio. Janie Allen, una Bodyguard scozzese in un elegante abito nero da sera, estrasse una pistola e sparò nella pancia dell'omaccione a capo della polizia. L'uomo tentò di voltarsi e fuggire, scompaginando tuttavia i poliziotti che lo seguivano. La pistola in realtà era stata caricata a salve, ma immaginate lo spavento del pover'uomo!

Mentre la Pankhurst imperterrita continuava a parlare le venticinque donne esperte in jujitsu estrassero randelli indiani (?) e cominciarono una mischia spaccadenti con i cinquanta poliziotti nell'aula, che a loro volta estrassero manganelli e sfollagente. Gli investigatori mimetizzati nel Comizio tentarono di attaccare la Pankhurst arrampicandosi sul palco e approfittando del caos nella Hall. Ma ebbero un'orribile sorpresa quando si accorsero che le ghirlande di fiori nascondevano in realtà dell'acuminato Filo Spinato! Gli sfortunati detective che nonostante tutto riuscivano a passare venivano punzecchiati indietro senza pietà dagli ombrelli di numerose anziane signore indignate.

Alla fine, i poliziotti riuscirono a farsi strada e trascinarono a forza una strillante Emmeline Pankhurst verso una carrozza della polizia. Praticamente nuda perché l'abito nella lotta era stato fatto a brandelli, la star delle suffragette incontrò fuori dalla Hall l'appoggio di una folla di quattromila persone. Più tardi una forza di polizia a cavallo che proverà a disperdere i simpatizzanti aggiungerà ulteriori feriti a una giornata già straordinariamente sanguinosa.
La Bodyguard continuerà a svolgere un ruolo essenziale sia “muscolare” che di propaganda nell'azione delle suffragette. Il 21 maggio poco fuori Buckingham Palace attaccherà un gruppo di poliziotti collezionando un numero straordinario di feriti e mandando K.O. All'Ospedale un poliziotto troppo zelante.

Fonti:

Sulle considerazioni iniziali: 
La valle di lacrime cinese (Slavoj Zizek) Contenuto in "Politica della vergogna".
Sulla Francia, Il Secolo della Rvoluzione 1770-1880 (Furet)

2 commenti:

Alessandro Forlani ha detto...

Cristo, che figata! Le aggiungo a queste (http://www.iwanami.it/Le%20Donne%20Samurai.htm) nella mia lista di sogni storico-erotico-letterari :-)

Coscienza ha detto...

Ahhh Le giapponesi con la Naginata! Bellissime! *___*