Come tutti i movimenti
Sindacali delle Trade Unions operaie e allargando il campo come per
ogni movimento di emancipazione, il movimento delle suffragette fu
un affare duro e sanguinoso.
Nei libri di storia le
pretese degli operai vengono inseriti nel flusso di un progresso
generale, dove i diritti del lavoratore vengono man mano integrati
nel più generale processo di industrializzazione. Tuttavia, se il
movimento di scioperi e proteste ebbe successo fu per la
testardaggine dei lavoratori, difficilmente per un'immaginaria
“apertura” degli imprenditori e dei lavoratori delle fabbriche.
L'idea che mi sono fatto è che le richieste dei diversi movimenti
operai nel corso dell'Ottocento fossero violentemente in contrasto
con l'ordinamento che si andava imponendo. Infatti, a ogni puntuale
crisi economica, guerra (di produzione e/o militare) le suddette
conquiste venivano metodicamente annullate. L'Inghilterra era una
monarchia parlamentare pesantemente classista e poté raggiungere
questo alto grado d'industrializzazione proprio in virtù di un
classismo teorizzato e legiferato dalla Gentry. La Francia tormentata
da continue rivoluzioni politiche e sociali, perse infatti il passo:
troppo potere al popolino, troppa apertura alla democrazia. La
Prussia che andava unificando la Germania invece, non a caso in virtù
del suo rigidissimo sistema che l'avvicinava all'Inghilterra (e forse
la superava) poté industrializzarsi con rapidità spaventosa.
Lo
vediamo tutt'oggi: la direzione centralizzata della Cina sta
conquistando i mercati molto più rapidamente della Russia
post-comunista, che liberalizzando completamente il mercato andò
rapidamente nello sfascio più completo. Questo per dire che non c'è
alcun necessario nesso Democrazia-Industria-Progresso, anzi il primo
temine lo escluderei decisamente.
Gli scioperi della fame
risultarono una sgradita novità per le carceri inglesi, che scelsero
un'alimentazione forzata che non possedeva certo la delicatezza delle
Flebo endovena moderne: dovete immaginare tubi che spaccano i denti
di bocche risolutamente serrate, sbobba ficcata in gola,
rigurgiti&vomiti, gente soffocata e altre simili piacevolezze.
In questo contesto la situazione verso il 1913 raggiunse un autentico “punto di
ebollizione”.
Sylvia Pankhurst giunse a
consigliare le sue seguaci d'imparare le arti marziali e prese a
raccomandare che ognuno si portasse randelli e
We have not yet made ourselves a match for the police, and we have got to do it. The police know jiu-jitsu. I advise you to learn jiu-jitsu. Women should practice it as well as men.
Don’t come to meetings without sticks in future, men and women alike. It is worth while really striking. It is no use pretending. We have got to fight.
L'esortazione di Sylvia
Pankhurst non andò inascoltata, anzi: per proteggere i diversi
leader del movimento dagli assalti di arrabbiati difensori dello
status quo, la Women's Social and Political Union scelse di creare
una Bodyguard, un corpo di guardie del corpo femminili, che
proteggessero le Suffragette nei momenti più violenti dei numerosi
Comizi in piazza. Venticinque, trenta donne che scelsero d'imparare
il jiu-jitsu. Questa particolare arte giapponese era già stata
introdotta in Inghilterra quindici anni prima dalla leggendaria
figura di Edward William Barton-Wright, il fondatore del Bartitsu,
l'arte marziale di autodifesa usata da Arthur Conan Doyle nei
racconti di Sherlock Holmes! I giornalisti non appena vennero a
conoscenza del fatto deliziati coniarono l'impronunciabile neologismo
Jujitsusufragettes!
E ora
veniamo allo scontro in cui dove più la Bodyguard di suffragette
diede prova di sé:
La battaglia di Glasgow (Battle of Glasgow)
Tempo: 9 marzo 1913
Forze
in campo e Schieramento: La Bodyguard comprendeva trenta donne, che
viaggiarono sotto la copertura di un vagone di terza classe
fingendosi una Compagnia Teatrale. Alloggiarono in un Hotel vicino
alla St Andrew Hall e il giorno del comizio si posizionarono in
cerchio attorno al palco dell'oratore.
La
mattina presto i poliziotti avevano già circondato la Hall, e
piazzato cinquanta poliziotti nell'aula. Non si hanno dati su quanti
investigatori e poliziotti in abiti borghesi fossero invece stati
piazzati strategicamente nella folla, ma il numero doveva essere
senza dubbio molto alto.
Causa dello scontro:
Un comizio della famosa leader Emmeline Pankhurst. Il governo era in
una brutta situazione: se avesse lasciato parlare Miss Pankhurst
avrebbe perso altri voti e fatta la figura del debole. D'altronde, un
uso della forza avrebbe fatto apparire come martiri le suffragette,
che stavano ormai conquistando la simpatia dei ceti urbani. Era una
non-scelta e infatti gli alti quadri a Londra optarono per il pugno
di ferro della Polizia.
Luogo:
Scozia. Glasgow. St Andrew Hall.
Podio destinato al discorso di Miss
Pankhurst. Un cerchio di sedie circondava il palco, decorato con
ghirlande di fiori bianche e viola e diversi striscioni inneggianti
slogan.
Svolgimento:
I
poliziotti avevano circondato la Hall per impedire la venuta della
star delle piccole femministe, Miss Pankhurst, che tuttavia dopo un
breve ritardo comparve magicamente sul palco. Molto semplicemente
aveva potuto evitare i controlli vestendosi normalmente, non dando
nell'occhio e comprando un biglietto per il comizio come ogni altra
partecipante.
Nel
momento in cui la Pankhurst cominciava il suo discorso, i cinquanta
poliziotti “ufficiali” nella Hall partirono alla carica per
arrestare l'oratrice. Alla punta dell'assalto secondo le cronache
stava un gigante d'uomo. A pochi passi dall'obiettivo si scontrarono
tuttavia con la Bodyguard schierata in cerchio. Janie Allen, una
Bodyguard scozzese in un elegante abito nero da sera, estrasse una pistola e
sparò nella pancia dell'omaccione a capo della polizia. L'uomo tentò
di voltarsi e fuggire, scompaginando tuttavia i poliziotti che lo
seguivano. La pistola in realtà era stata caricata a salve, ma
immaginate lo spavento del pover'uomo!
Mentre
la Pankhurst imperterrita continuava a parlare le venticinque donne
esperte in jujitsu estrassero randelli indiani (?) e cominciarono
una mischia spaccadenti con i cinquanta poliziotti nell'aula, che a
loro volta estrassero manganelli e sfollagente. Gli investigatori
mimetizzati nel Comizio tentarono di attaccare la Pankhurst
arrampicandosi sul palco e approfittando del caos nella Hall. Ma
ebbero un'orribile sorpresa quando si accorsero che le ghirlande di
fiori nascondevano in realtà dell'acuminato Filo Spinato! Gli
sfortunati detective che nonostante tutto riuscivano a passare
venivano punzecchiati indietro senza pietà dagli ombrelli di
numerose anziane signore indignate.
Alla
fine, i poliziotti riuscirono a farsi strada e trascinarono a forza
una strillante Emmeline Pankhurst verso una carrozza della polizia.
Praticamente nuda perché l'abito nella lotta era stato fatto a
brandelli, la star delle suffragette incontrò fuori dalla Hall
l'appoggio di una folla di quattromila persone. Più tardi una forza
di polizia a cavallo che proverà a disperdere i simpatizzanti
aggiungerà ulteriori feriti a una giornata già straordinariamente
sanguinosa.
La
Bodyguard continuerà a svolgere un ruolo essenziale sia “muscolare”
che di propaganda nell'azione delle suffragette. Il 21 maggio poco
fuori Buckingham Palace attaccherà un gruppo di poliziotti
collezionando un numero straordinario di feriti e mandando K.O.
All'Ospedale un poliziotto troppo zelante.
Fonti:
Sulle considerazioni iniziali:
La valle di lacrime cinese (Slavoj Zizek) Contenuto in "Politica della vergogna".
Sulla Francia, Il Secolo della Rvoluzione 1770-1880 (Furet)
2 commenti:
Cristo, che figata! Le aggiungo a queste (http://www.iwanami.it/Le%20Donne%20Samurai.htm) nella mia lista di sogni storico-erotico-letterari :-)
Ahhh Le giapponesi con la Naginata! Bellissime! *___*
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