venerdì 21 febbraio 2014

Knights of Badassdom- Un film per veri nerd?


Knights of Badassdom
Per distrarsi dalla recente rottura con la fidanzata, il cantante heavy metal Joe si fa convincere dai suoi amici a partecipare ad un raduno di giocatori di ruolo dal vivo. Ma durante la "battaglia" il gruppo evoca accidentalmente una sanguinosa succube. Con in dotazione solo armi finte, il gruppo unisce le forze con altri giocatori di LARP per sconfiggere la creatura maligna che hanno liberato.

Nell'Americano convivono due anime piuttosto ben distinte, ma facilmente riconoscili in lungo e in largo. Nella prima anima, c'è il protestante puritano, l'anglicano, il rousseauiano per cui il successo nel lavoro non è altro che il simbolo della grazia divina, il raggio di luce che ci rivela come Dio ci abbia scelto nel novero degli eletti. Da quest'impostazione ultra-religiosa tipicamente calvinista derivano un'amore smodato per il lavoro, per il successo, per l'accumulare denaro solo per reinvestirlo, in quanto ricchezza e santità si identificano. Si pensi ai tanti racconti del self made man, che sorge dal nulla e armato di Bibbia e perseveranza giunge al successo. Guadagnare denaro per il gusto di guadagnare, per poi reinvestirlo ancora e ancora.

Nella seconda anima, c'è una forte tendenza nell'americano all'amore per i travestimenti. Non stiamo parlando dei cosplay e del Larp del film sopracitato, ma a livello più vasto del gusto infantile dell'Americano per i travestimenti, specie se vistosi, specie se variopinti. I pochi gruppi nazisti in America sembrano prediligere il nazismo per una pura questione di stile: le uniformi naziste sono cool. Protagonisti dei fumetti americani sono per l'appunto i supereroi; gente travestita, mascherata dal suo bravo mantello, dalla mascherina nera, dal vestito da pipistrello. L'uomo ragno non si traveste solo perché deve, ma perché si diverte. Si fa foto, ama il suo travestimento con tutto il cuore. E spostandoci alle piantagioni di cotone del caro, vecchio Sud? C'è davvero bisogno per Il Ku Klux Klan di vestirsi con quei ridicoli cappucci bianchi, così scomodi, come bene decostruisce Tarantino in Django? Ovvio che no. E' ancora una volta il gusto americano per il travestimento.

Fondamentalmente, se dovessi scegliere, preferirei la seconda anima dell'americano, forse più infantile, ma in fondo molto più sana, molto più feconda, specie sul versante artistico. La quantificazione che domina la prima anima è il motivo per cui in sostanza gli Stati Uniti sono tanto scarsi dal punto di vista artistico: se miri innanzitutto alla massimizzazione dei profitti, è difficile che t'impegnerai in un prodotti di qualità, considerando quanto ormai le masse divorino ogni merda che si produca, a patto che sia sbrillucicosa e bene pubblicizzata.

Il che ci porta indirettamente a Knights of Badassdom, che è dichiaratamente un film autoprodotto, in origine nel progetto iniziale molto più vasto di quant'è stato effettivamente realizzato. L'anima del travestimento domina infatti tutto il film, a partire da un protagonista che come in ogni classica nerd love story viene lasciato dalla fidanzata impegnata sulla via del successo, che non può sopportare un ragazzo “bambinone” che ama il metal e ha scelto di lavorare in un'officina pur possedendo una laurea più che prestigiosa. Insomma, anima del travestimento contrapposta all'anima calvinista del profitto. Drogato a tradimento, viene introdotto dai suoi amici a un gigantesco raduno Larp (Evermore), dove sperano dimentichi l'amore passato. Ma come annunciato nella sinossi, a causa di un finto incantesimo fin troppo ben riuscito, evocheranno una creatura infernale che metterà alla prova dell'acciaio le abilità D&d del gruppo di protagonisti.

Il rituale
In questa trama nell'insieme straccia e prevedibile, vengono tuttavia inseriti diversi elementi interessanti. 

In primis, la presenza eccezionale di un Peter Dinklage fantastico, intestardito al centopercento nel ruolo di un nanerottolo esaltato, sinceramente convinto di essere un eroe pronto alla pugna. Mescolando in modo spassoso insulti e citazioni Shakespeariane, è un elemento fondamentale in una panoplia di attori altrimenti sciapetta. Game of Thrones ha lasciato il suo segno, e la scena del combattimento fra Mr Dinklage e la succube ha un respiro epico che batte a mani basse i ridicoli giochi acrobatici de Lo Hobbit.

La Succube ammazza sul serio. Il tono è quello di uno slasher, in alcune parti; e paradossalmente funziona di gran lunga meglio come slasher che come film ironico sul Larp. L'anima del film, molto in fondo, rimane horrorifica, innervando la sceneggiatura con un po' di sostanza, che agli altri film di questo genere manca totalmente. Non siamo in presenza di una versione migliorata di The Gamers 3.

{ A proposito di The Gamers 3: evitatelo come la peste! Nonostante la massiccia campagna su kickstarter, è il film peggiore della trilogia, che abbandona la strada di Dungeons&Dragons per imbarcare una bieca operazione commerciale. Again: l'anima quantificatrice che trionfa sull'anima del travestimento, annullando qualsiasi originalità. }

La Succube dunque. Nel corso del film attraversa una trasformazione che la vede mutare da dolce demone tentatore in un pupazzo di gomma e plastilina nerboruto e mostruoso. In entrambe le versioni funziona magnificamente: sia come demonessa ultraviolenta, che affascina le sue vittime per poi mangiarne il cuore, sia come Mostro alto diversi metri, chiaramente fatto con pochi soldi, ma proprio in virtù di questo, simpatico, perché “concreto”. L'uso del computer, se c'è, è talmente rozzo da ricordare gli anno Novanta, e il mostro ha una pelle, delle fattezze talmente gommose da dare un'impressione di “ruvido”, di gigantesco pupazzone.
Non so voi, ma preferisco questo tipo di mostri all'abuso di Cg.

Un terzo elemento che funziona in Knights of Badassdom è il modo con cui viene risolta la trama. Senza fare troppi spoiler, non c'è quella crescita del personaggio che si può invece riscontrare in molti, troppi asfissianti Bildungsroman. Il protagonista non sceglie la vita reale, abbracciando l'anima quantificatrice. Al contrario, i suoi problemi vengono risolti proprio in virtù dell'anima del travestimento. E' solo nel momento in cui pienamente accetta di diventare Cavaliere Larp, che può sconfiggere il mostro. E nella carrellata finale, la parte di vita “reale” dei personaggi viene totalmente tagliata, come se il reale level up fosse avvenuto proprio nella finzione del campo Larp. E' un rovesciamento più interessante di quanto si possa pensare.

Quarto elemento. Steve Zahn. Assieme a Peter Dinklage, è un'altra icona che si presta a recitare un ruolo di spalla dell'eroe principale. E' un eterno Peter Pan che vive in un castello che mi ha davvero ricordato visivamente tantissimo la villa dei divertimenti dove Richard Garriott negli anni Ottanta/Novanta abbozzava i primi esempi di videogiochi di ruolo per il pc. Britannia Manor! L'immortale Ultima! Una strizzata d'occhio, o un riferimento casuale?

Quint'ultimo elemento: alla negatività femminile della donna tentatrice della Succube non poteva mancare un controcanto nel personaggio di Gwen, una ragazza più che capace di maneggiare la spada. In realtà, Gwen (alias Summer Glau) è un personaggio stereotipato, una superdonna simpatica, affascinante, nerd-ma-non-troppo che spoilero volentieri, finirà a letto con il protagonista. Tuttavia, è l'ennesimo riferimento significativo del film: il protagonista trova la sua nuova sistemazione proprio nel luogo che nelle trame tradizionali avrebbe dovuto rifiutare per “crescere”.

Cosa? Una recensione che rifiuta di recensire? Lunga più di 500 parole? Heresy!
Fonti: 
Il Male americano, di Alain de Benoist. 
Non vorrei creare troppe attese, con questa recensione. Il film, se non siete appassionati di Larp, gioco di ruolo, o Fantasy può risultare noioso e a tratti impacciato. Gli effetti speciali restano mediocri- Ehy, It's not Hollywood, baby!- e oggettivamente è un film bruttino. Tuttavia mi sono divertito, cosa che con i film attuali mi capita alquanto di rado, per usare un eufemismo. 

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