Considero
Providence 08 uno dei turning point della saga di Alan Moore.
Nei numeri precedenti di Providence, l'elemento orrorifico era
predominante: che fosse politico, cosmico, sociale, gore, puramente
soprannaturale, lo scopo era trasmettere la paura e l'angoscia del
protagonista. Con Providence 08 invece, il discorso si apre ad altri
sentimenti e altri orizzonti, pur restando pienamente nei canoni
lovecraftiani.
Vediamo qui compiutamente all'opera quale ampiezza, quale dimensione
abbia preso la ricerca di Moore: invece che limitarsi, come tanti
epigoni pennivendoli, ai racconti dell'orrore, il buon Alan arriva
finalmente a trattare le Dreamlands di Lovecraft. Comprende
perciò che non tutto Lovecraft è horror e non tutto Lovecraft è
Cthulhu; realizzazione a cui molti sedicenti “appassionati”
ancora non arrivano. Sul suo sito, S. T. Joshi ha sottolineato più e
più volte quanti e quali interessi nutrisse Lovecraft; come al di
fuori della fiction avesse coltivato una personale filosofia e stile
di scrittura che pur rigettando (nei contenuti) il Modernismo, in
realtà (nella forma) lo adottava senza remore.
Uno studio dell'epistolario, come della filosofia lovecraftiana è
ancora parziale e frammentato: e uno dei principali ostacoli resta
senza dubbio l'ostinazione con cui sia fan che anti-fan si
concentrano su una minima parte di quanto ha scritto, trascurando
tutto il resto.
Dove sono gli studi sul concetto di scienza per Lovecraft?
Sulla sua evoluzione filosofica?
Sul newdealismo/interventismo statale degli ultimi anni?
Dove sono – è il nostro caso – gli studi sulla sua produzione
dunsaniana, di stampo onirico?
Per i fan, ogni minimo aspetto della vita del povero H. P. dev'essere
ingigantita, distorta, mitizzata fino a trasformarla in un aspetto
dei suoi racconti.
Quel dato evento traspare in quella data opera;
quel trauma in quello specifico mostro...
Quando questo genere di
analisi non funziona, il fan si limita a cercare dettagli
inquietanti, sulla base del semplice assioma: racconti inquietanti =
scrittore inquietante. Dall'altro, gli anti-fan si limitano a
riprendere queste scenette, queste citazioni della vita di Lovecraft,
capovolgendole però in chiave negativa: l'inquietudine diventa così
razzismo, fobia, nazismo, comunismo ecc ecc
I fan e gli anti-fan (etichetta dove raccolgo sia gli haters puri che
alcune frange intellettuali) sono però stranamente simili: entrambi
cercano un Lovecraft “mitico”, probabilmente mai esistito, dotato
di orribili o meravigliose caratteristiche a seconda
dell'interlocutore.
Perchè finalmente si riconosca il valore di Lovecraft bisognerebbe
abbandonare questa “idolatria” di Lovecraft per abbassarlo a
quanto ha sempre voluto considerarsi: un essere umano tra i tanti,
contraddittorio e propenso a cambiare come tutti. Si potrà allora
accorgersi di quanti e quali aspetti si continua a trascurare, senza
infognarsi nelle solite polemiche.
In Italia, lo studio di Lovecraft è nel vicolo cieco dell'evoluzione
a causa della traduzione mancata di ogni studio accademico serio:
ogni articolo su Lovecraft vi sa citare due soli autori: Stephen King
e Houellebecq. Ironia delle ironie, sono due autori tra i peggiori
nel campo, sostenitori a oltranza di un Lovecraft talmente
stereotipato da risultare una marionetta, un involucro che ha l'unico
scopo di contenere le idee dei due autori, senza il minimo legame con
la realtà, che sia la bibliografia, o l'epistolario del Solitario di
Providence.
King, che ritrovo citato ovunque in articoli persino
universitari, o presunti tali, non ha mai compreso nulla di
Lovecraft, se non quei due concetti e quei due personaggi da plagiare
a oltranza. Non metto in dubbio che King sia un bravo romanziere, ma
non è uno studioso e si vede: non c'è alcuna riflessione seria su
Lovecraft, il che bene si accorda con il suo anti-intellettualismo.
Houellebecq “inventa” il suo Lovecraft per adattarlo alle sue
idee politiche, tirando fuori qualche idea interessante (le
osservazioni sullo stile di scrittura, ad esempio, le critiche a
Freud) ma in ultima analisi anche lì Lovecraft non esiste, ne
sopravvive solo un esagerato “mito”.
Non abbiamo roba tosta,
cazzuta, non abbiamo nemmeno le fondamenta: rendiamoci conto che
tutt'ora S. T. Joshi è stato tradotto in più lingue, russo compreso. Russo, diamine!
In America, è ormai impossibile menzionare Lovecraft senza ricevere
una minaccia; o da chi ti accusa di razzismo, o da chi ti accusa di
svalutarlo. Stretto tra le due morse, non c'è da sorprendersi se S.
T. Joshi stia diventando sempre più un vecchio malmostoso chiuso
sulla difensiva. Dev'essere frustrante vedere svanire il lavoro di
una vita da scrittori ansiosi di sollevare un po' di pubblicità
gratuita, che sia insultando, o all'opposto dichiarandosi il suo
nuovo “erede”.
Con questo ottavo numero di Providence ci spostiamo nella direzione
giusta, per altro finalmente ponendo su carta un Lovecraft “uomo”
che sia credibile senza risultare macchietta. Mostrare le Dreamlands
forse spingerà qualche fan a interessarsi a qualcosa di diverso dal
Ciclo di Cthulhu, anche se sono pessimista al riguardo...
Come per gli ultimi 3 numeri delle annotazioni, le prime 13 pagine sono state tradotte da Matteo Poropat della Tana dello Sciamano. Fateci un salto, sta per lanciare un'interessante rubrica su Hellboy tra cinema e fumetto. Le annotazioni sono come sempre tratte da Facts in the Case of Alan Moore's Providence.
The Key
In breve: Robert Black esplora
le terre del sogno con Randall Carver. In seguito Carver e
Black partecipano a una conferenza di Lord Dunsany dove Black
incontra H.P. Lovecraft.
Copertina
La scena rappresenta l'interno della
casa di Randall Carver a Boston.
Randall Carver è l'equivalente del
personaggio lovecraftiano Randolph Carter. Carver è apparso per la
prima volta in Providence 07, pagina 26, vignetta 3.
Pagina 1
Vignetta 1
“Wallace Tillinghast” e “aeroplano
segreto” sono parte di un inganno avvenuto realmente, descritto ne
Il libro dei dannati di Charles Fort, libro che Lovecraft conosceva.
Il nome potrebbe aver fornito un'ispirazione per il personaggio di
Crawford Tillinghast, l'antagonista nel racconto di Lovecraft
Dall'altrove.
“Stella Sapiente” è il Venerabile
Ordine della Stella Sapiente, la congrega americana associata con il
libro della Stella Sapiente, noto come Kitab, l'analogo del
Necronomicon (cfr. l'opuscolo di Suydam descritto in Providence 02).
Henry Annesley compare da Providence 09
(pagina 1, vignetta 3) ed è l'equivalente di Crawford Tillinghast
dal racconto “Dall'altrove”, ed è in qualche modo connesso con
Shadrach Annesley (visto in Providence 03, pagina 7, vignetta 4).
Annesley è stato menzionato per la prima volta in Providence 07,
pagina 11, vignetta 1, dove compare nella foto dei membri della
Stella Sapiente, realizzata da Pittman.
I bordi delle vignette da 1 a 3 sono
lineari, al contrario della quarta vignetta i cui bordi sono
irregolari. In precedenza i bordi lineari sono stati usati per
indicare una qualche forma di percezione paranormale.
Vignetta 3
“festa di mezz'inverno” è un
possibile riferimento al racconto di Lovecraft Il festival, o a
qualche rituale pagano legato al solstizio.
Vignetta 4
Sulla sinistra c'è Carver, sulla
destra il protagonista Robert Black.
La data è il 20 ottobre 1919,
l'ambientazione è la casa di Carver a Boston.
“E quindi potremmo dire che tutti i
miei racconti sono ispirati da sogni e allucinazioni” appartiene a
H.P. Lovecraft, del quale molti racconti furono ispirati a vari
livelli dai sogni.
“sei un vero decadente del
Massachusetts” si riferisce ai decadenti, un movimento artistico
degli anni '80 e '90 del 1800, il quale includeva Oscar Wilde, che si
dedicò anche alla narrativa weird.
Barton Levi St. Armand fu
autore di un saggio, intitolato H.P. Lovecraft: New England Decadent,
il quale evidenziava le similitudini con lo stile di Lovecraft.
Pagina 2
Vignetta 1
Il titolo del capitolo “The Key”
si riferisce a due storie scritte da Lovecraft con lo stesso
protagonista, Randolph Carter: La chiave d'argento e Attraverso i cancelli della chiave d'argento (basato su una bozza scritta da Edgar
Hoffman Price, riscritta completamente da Lovecraft).
Molti aspetti dell'abbigliamento di
Carver e dell'arredamento della casa sono di fattura orientale:
il suo berretto, le ciabatte a punta, l'incensiere con il Buddha, la
teiera cinese, il tappeto persiano ne sono solo alcuni esempi.
L'oriente esercitò un fascino molto intenso sullo stesso Lovecraft
(dai racconti delle “Mille e una notte” trasse ispirazione per la
città perduta di Irem o per l'autore del Necronomicon, l'arabo pazzo
Abdul Alhazred).
Nella vignetta vediamo un gatto
nero, elemento ricorrente di Providence, certamente legato
all'intenso rapporto di Lovecraft con i felini (per chi non lo
sapesse esiste un saggio dedicato interamente a questo argomento, “Il libro dei gatti”, a cura di G. de Turris e C. De Nardi, con la
collaborazione di P. Guarriello).
Sul caminetto si trova un quadro dalla
figura difficilmente identificabile. Forse un angelo che cade?
Pagina 3
Vignetta 1
“Sous le Monde” è un libro
fittizio, l'equivalente del “re in giallo” di Robert W. Chambers
(vedere in Providence 01, pagina 3, vignetta 2).
“Il re in giallo” si riferisce
all'omonimo romanzo scritto da Robert W. Chambers nel 1985.
(Providence 01, pagina 3, vignetta 3).
“pubblicazioni amatoriali” – il
giornalismo amatoriale era una forma altamente organizzata
nell'America tra gli anni '10 e '30, con numerose uscite a livello
nazionale, convention annuali e organi ufficiali. Molti dei periodici
erano magazine dedicati a letteratura mainstream o di genere, ai
quali Lovecraft contribuì con poemi, saggi e altri articoli,
arrivando a produrre il proprio giornale amatoriale, “The
Conservative”.
Oltre il muro del sonno è una storia
di H.P. Lovecraft, apparsa per la prima volta sulla rivista
amatoriale Pine Cones nel 1919.
Alle spalle di Black si intravede una
piccola statua del dio Indu Ganesh, che servì da ispirazione a Frank
Belknap Long (amico di Lovecraft) per il romanzo L'orrore dalle colline, la quale conteneva una lunga parte onirica, un estratto da
una delle lettere ricevute proprio da Lovecraft.
Vignetta 2
“mi ha catturato sin dall'incipit”
– Sottolinea l'importanza della prima frase, che serve ad
agganciare il lettore e gettarlo nella storia.
“Algol” – il nome arabo di una
stella nella costellazione di Perseo, nota come “Stella demone”
per la sua associazione in origine a un particolare tipo di demone
della mitologia araba, il ghoul (esseri dei quali si è parlato in
Providence 07).
Vignetta 4
“dopo tante settimane che ti vengo a
trovare” – Black ha apparentemente passato molto tempo con
Carver, e questo breve dialogo prepara il lettore per il salto
temporale dalla fine del capitolo precedente.
Pagina 4
Vignetta 1
“orfano in giovane età” – un
escamotage per tagliar corto sulla vita famigliare di un personaggio
e sulle sue relazioni famigliari che potrebbero compromettere lo
sviluppo di una storia. Lovecraft non scrisse mai nulla sui genitori
di Randolph Carter. Nelle pagine successive Moore cerca di mettere
assieme le pochissime informazioni, aggiungendo farina del suo sacco,
per incastrare bene il personaggio all'interno dei suoi nuovi Miti.
Vignetta 2
“tra tutte le mie terre dei sogni,
quella sia la più inaccessibile” ricorda come, nel racconto
originale “Alla ricerca del misterioso Kadath”, Randolph Carter
cerchi una particolare “terra dei sogni”, che scoprirà
infine essere la sua giovinezza.
I bordi delle vignette 2 e 4 (e fino a
pagina 7, alternando vignette che riportano la finzione Lovecraftiana
e i ricordi di Carver) sono diritti, che, come abbiamo già visto,
indica una qualche presenza del paranormale. I bordi delle vignette 1
e 3 sono al contrario tracciati a mano, la situazione che presentano
è nella “normale” realtà.
Vignetta 3
“negli anni '90 dello Yellow Book”
indica gli anni '90 del 1800, riferendosi alle correnti della
letteratura decadente, identificate con il periodico The Yellow Book,
pubblicato dal 1894 al 1897.
“geografia coerente” – la
coerenza delle terre dei sogni nel ciclo di racconti di Lovecraft.
Vignetta 4
I volti scolpiti sul fianco della
montagna ricorda una scena dal racconto “Alla ricerca del
misterioso Kadath” di Lovecraft:
Severo e terribile splendeva il sembiante che il tramonto accendeva di fuoco. La mente umana non poteva misurarne la vastità, ma Carter sapeva che non era opera dell'uomo: era un dio forgiato dalle mani di dei e posava gli occhi alteri e maestosi su chi veniva a cercarlo. Secondo la leggenda nel volto vi era qualcosa di strano e inconfondibile, e Carter si rese conto che era proprio così: gli stretti occhi obliqui e le orecchie dai lobi allungati, il naso sottile e il mento a punta tradivano una razza non umana, ma di immortali. Carter rimase abbarbicato all'alto e pericoloso spuntone, pur avendo finalmente trovato ciò che era venuto a cercare: perché nel volto di un dio c'è qualcosa che trascende tutte le aspettative, e se è più grande di un tempio e appare, al tramonto, nel silenzio sconfinato di un mondo superiore, modellato per mano divina nella lava nera di tempi antichissimi, lo stupore è troppo grande perché l'uomo possa sfuggirvi.
“le mie capacità si sono in seguito
affievolite” richiama quanto accade al protagonista del racconto
“La chiave d'argento”:
A trent'anni Randolph Carter perse la chiave della porta dei sogni.
“arrivare all'occultismo” – un
presagio di quanto spingerà Randolph Carter e il suo amico Harley
Warren in un antico cimitero, nel racconto di Lovecraft La dichiarazione di Randolph Carter.
Pagina 5
Vignetta 1
Una scena dal racconto “La
dichiarazione di Randolph Carter”, nel quale Harley Warren
scende in una cripta sotterranea dove ad attenderlo troverà
gli orrori della tomba. È un possibile riferimento al rapporto tra
il mondo sotterraneo e le credenze dell'ordine della Stella Sapiente,
illustrati da Pitman (Providence 07).
“pagine cifrate” sono
presumibilmente pagine scritte nel linguaggio Aklo per celare i suoi
segreti. Nel racconto “La dichiarazione di Randolph Carter”:
Come ho già detto, gli eccentrici studi di Harley Warren mi erano noti e in parte familiari. Possedeva una vasta raccolta di libri rari su argomenti occulti: ho letto tutti quelli scritti in lingue che conosco, ma sono una minoranza. La maggior parte, credo, sono in arabo, e il libro demoniaco che Warren portò con sé quella notte, l'opera che ha tenuto in tasca fino al momento in cui ha lasciato per sempre questo mondo, era scritto in caratteri che non avevo mai visto. Warren non ha voluto rivelarmene il contenuto.
Vignetta 2
“Con il senno di poi entrambe le mie
avventure occulte potrebbero essere state allucinazioni” – un
riferimento alla difficoltà di Black nel distinguere le sue
esperienze nel sottosuolo dalla realtà e dal sogno
Vignetta 3
“orrori 'innominabili'” si
riferisce alla versione di Carver del racconto di Lovecraft
L'innominabile, ambientato ad Arkham.
Vignetta 4
“documenti di famiglia” – dal
racconto “L'innominabile”:
ma a quel punto decisi di rivelargli ciò che avevo scoperto in un vecchio diario tenuto fra il 1706 e il 1723 e che avevo scoperto fra le carte di famiglia a nemmeno due chilometri dal punto in cui eravamo seduti.
“abitando stanze di colore diverso a
seconda dell'umore” si riferisce a una descrizione dal racconto “La
chiave d'argento”:
Decise di vivere in una dimensione rarefatta e arredò la sua casa di Boston per adeguarla ai suoi mutevoli stati d'animo: una stanza per ognuno di essi, tappezzata con colori opportuni, ammobiliata con oggetti e libri adatti, e provvista delle fonti atte a produrre le richieste sensazioni di luce, calore, suono, gusto e odore.
Pagina 6
Vignetta 1
“il palazzo del principe Prospero”
– L'ambientazione del celebre racconto di E. A. Poe, La maschera della morte rossa.
Vignetta 2
“a volte sembrava un luogo terrestre
precedente alle nostre più antiche civiltà” richiama le antiche
terre di Mnar, nel racconto “La rovina che giunse a Sarnath”.
La scena e gli abiti richiamano
un'ambientazione romana, con la quale Lovecraft aveva una
speciale affinità, avendo sognato spesso di sé nei panni di un
romano, come si può leggere nel racconto “L'antica gente dei
monti”.
Vignetta 3
“settecento gradini che portano al
sonno” – I gradini necessari a Randolph Carter per entrare nelle
terre del sogno, come descritto nel racconto “Alla ricerca del
misterioso Kadath”:
Chiese ai sacerdoti una benedizione d'addio e abbozzato un itinerario conveniente discese con coraggio i settecento gradini che portano alla Soglia del Sonno Profondo; di lì si incamminò nel bosco incantato.
“un capo della stella sapiente e
insigne massone” – Whipple Van Buren Phillips, il nonno materno
di H.P. Lovecraft, fondò la loggia massonica N. 28 a Greene nel
Rhode Island, nel 1870.
Vignetta 4
Sulla sinistra (cfr. pagina 10,
vignetta 2) c'è Whipple Van Buren Phillips, nonno di H.P. Lovecraft,
citato tra i leader della Stella Sapiente (con il nome di Buren) in
Providence 03, pagina 11, vignetta 3. Compare nella foto vista nel
numero precedente (Providence 06, pagina 10, vignetta 1) ed è citato
da Pittman in Providence 07, pagina 11, vignetta 1.
Sulla destra vediamo Albert Pike,
brigadiere generale, importante e attivo massone. Pike è citato in
Providence 04, pagina 9, vignetta 4.
Stranamente i due uomini non sembrano
usare una qualche sorta di saluto (stretta di mano) tipica della
massoneria. Pike indossa la sua uniforme da confederato, nel
1863 la guerra civile americana era ancora in corso. Gli uomini non
si incontrarono mai nella vita reale (vedi invece pagina 9 e pagina
10).
Pignoleria: sulla manica sinistra del
generale manca la banda dorata che invece compare sulla manica
destra.
Pagina 7
Vignetta 1
La scena è tipica di una certa fiction
sulla colonizzazione, alla quale si ispirò molta narrativa weird,
ma non è direttamente correlata ad alcun racconto di Lovecraft (a
meno che non si considerino riferimenti generici alle antiche civiltà
nel “continente nero”).
“Giorno d'ozio sullo Yann” è una
storia di Lord Dunsany.
Vignetta 2
Lord Dunsany visitò Boston nel
1919; H. P. Lovecraft era lì per sentirlo leggere, ma troppo timido
per chiedere un autografo. Dunsany era, come riferisce Carver, un
aristocratico titolato, un soldato nell'esercito britannico e un
amante della caccia grossa.
“mi ha spinto ad arruolarmi nella
legione straniera” – un altro riferimento al racconto “La
chiave d'argento”:
Fu all'inizio del 1897 che egli impallidì quando un viaggiatore menzionò la città francese di Belloy-en-Santerre, e i suoi conoscenti se ne ricordarono allorché rimase ferito quasi mortalmente nel 1916 proprio in quella località, mentre combatteva nella Legione Straniera all'epoca della Grande Guerra.
Da notare, comunque, che Carter servì
in Francia, mentre i ricordi sulla Legione Straniera di Carver
sembrano relativi a un'ambientazione desertica, il che
suggerisce una deviazione dalla storia originale, o forse è Carver
che non sta raccontando tutto a Black.
Vignetta 3
“Io sono... ah... sono stato scartato
per, ah, ragioni mediche” – la dissimulazione da parte di Black
suggerisce che non si arruolò veramente. Lovecraft tentò di
arruolarsi e sebbene inizialmente accettato, venne scartato su
pressione della madre e del medico di famiglia.
Vignetta 4
“Il mio metodo è soltanto cerebrale”
– i metodi di Carver ricordano la moderna tecnica della meditazione
guidata.
Pagina 8
Vignetta 1
I 700 gradini sono numerati. Da notare
il gatto che guida il gruppetto. Nella mitologia lovecraftiana, i
gatti esistono sia nel mondo reale che in quello dei sogni.
“tenere un diario” – pratica
comune nelle tecniche di sogno lucido, dove si ha il controllo del
proprio stato onirico. È ironico pensare che è quanto Black sta già
in qualche modo facendo dall'inizio del suo viaggio con il suo
zibaldone.
Come nei numeri precedenti, il cambio
di stile nei bordi delle vignette indica un passaggio a uno stato
paranormale, in questo caso uno stato onirico.
Vignetta 3
Il background ricorda il dettaglio di
alcune opere di Stephen Biesty e David Macaulay.
Pagina 9
Vignetta 1
Re George, da Providence 07. La sua
presenza rinforza l'idea che i ghoul siano in grado di
spostarsi tra i mondi della veglia e del sogno. I ghoul compaiono
nelle terre del sogno del racconto “Alla ricerca del misterioso
Kadath”.
“Carver, vigliacco maledetto”
urlato da un uomo nel deserto, nell'uniforme della legione straniera
francese, suggerisce che Carver possa averlo abbandonato, evento in
qualche modo connesso al racconto La città senza nome. Potrebbe
anche trattarsi del fantasma di un camerata di Carver, la cui
immagine gli infesta i sogni.
“Alice nel paese delle meraviglie”
– nella storia originale, del 1865, Alice giunge nel paese
delle meraviglie cadendo in una tana di coniglio. In questo contesto
più che l'avventura che segue è proprio il modo di transizione
che interessa.
Scendendo verso le terre del sogno si
notano fossili di dinosauro e trilobiti, come se i due stessero
viaggiando indietro nel tempo attraverso intere ere geologiche.
Questo si accorderebbe con le idee di Carver, secondo cui le terre
del sogno esistono in un passato incredibilmente lontano e
suggerisce una possibile correlazione con le civiltà mitiche vissute
“al centro della terra”.
Vignetta 2
Il parlato, nel mondo della veglia, si
fa più confuso, mentre scendono in profondità nel sogno.
Vignetta 3
“Vendome” è l'hotel Vendome, a
Boston.
“confini di Hypnos” – Hypnos è
il dio greco che impersonifica il sonno.
Le geometrie del pavimento sono
praticamente identiche a quelle del luogo in cui Whipple Phillips e
Albert Pike si sono incontrati (pagina 6, vignetta 4).
Pagina 10
Vignetta 1
I bordi fino a pagina 15 sono regolari,
a indicare uno stato alterato della realtà.
Vignetta 2
Alla sinistra c'è Albert Pike, alla
destra Whipple Van Buren Phillips (cfr. Pagina 6, vignetta 4).
“Cavalieri del Cerchio d'oro” –
una società segreta americana favorevole alla schiavitù, che
supportò la conquista di territori in centro e sud america.
“al suo amato sud” – gli stati
confederati d'America.
Vignetta 3
La figura dietro a Pike indossa gli
abiti tipici della seconda incarnazione del Ku Klux Klan.
Vignetta 4
Si vedono i membri del Ku Klux Klan.
L'incarnazione originale del Klan si formò come conseguenza della
guerra civile, agendo tramite gruppi di vigilanti schierati contro
politici profittatori ed ex schiavi nel sud. La seconda
incarnazione, formatasi nel 1915, era essenzialmente una
società come la frammassoneria, ma focalizzata sul razzismo e sul
nativismo.
Pagina 11
Vignetta 1
Dal salone passano accanto a un
deposito di carrelli ferroviari, prendendo in prestito elementi da un
sogno di Lovecraft, che diventò il frammento di un racconto, “La
cosa al chiaro di luna”.
Vignetta 2
“il desiderio carnale per le nostre
madri [...] professor Freud” – si riferisce al complesso di
Edipo, tratto dagli studi del professor Sigmund Freud. Lovecraft
non era particolarmente affezionato alle teorie di Freud, ma in
questo caso il riferimento indica come Carver si sia documentato
sulle teorie del sogno del “padre della psicoanalisi”.
La luna piena e la torre sullo sfondo
sono dettagli che richiamano un passaggio nel racconto “Alla
ricerca del misterioso Kadath”:
C'era la possibilità che Carter riuscisse a penetrare nel tenebroso paese dalle torri di pietra a un'ora in cui i giganti erano satolli e dormivano nelle loro case, e a raggiungere la torre centrale con il segno di Koth. All'interno della torre, una lunga scalinata conduce alla botola nel bosco incantato.
Pagina 12
Vignetta 1
“il nostro New England” – un
possibile riferimento alla nomenclatura tradizionale dei luoghi nel
New England. Lovecraft fa riferimento a queste tradizioni con la
cittadina di Dean’s Corners nel racconto L'orrore di Dunwich.
Vignetta 2
“Questi luoghi dominano il mio
paesaggio interiore” un riferimento a “La dichiarazione di
Randolph Carter”.
“identici alle creature dipinte da
Pittman” si riferisce al ghoul dipinto da Ronald Pitman in
Providence 07.
“il redentore della Stella Sapiente”
richiama la profezia del Redentore, attorno alla quale ruota
il credo dell'ordine della Stella Sapiente. Il Redentore arriverà,
secondo il Kitab, per “set things right,”. Tutti gli indizi
portano a credere che H.P. Lovecraft sia il Redentore e Black
il suo Araldo. Si fa cenno alla profezia per la prima volta
nell'opuscolo di Suydam (Providence 02, pagina 39). Viene poi
spiegata da Garland Wheatley in Providence 04 (da pagina 9, vignetta
4) e dettagliata dalla lettura del Kitab in Providence 06, pagine 34
e 35.
Vignetta 3
“non servirebbe a niente senza essere
contattato da un altrettanto improbabile 'messaggero'” sembra
suggerire il motivo per cui Black è stato trattato così bene dai
personaggi che ha incontrato (e dalle forze lovecraftiane con le
quali è entrato in contatto). Coloro i quali sono consapevoli della
profezia del Redentore e vogliono vederla compiersi, desiderano che
lui completi il suo viaggio, in quanto lo ritengono il messaggero o l'araldo.
Vignetta 4
“se ne servono per accedere ai tratti
inferiori del nostro regno” – Il simbolico si fa pratico.
Dopo essere scesi, per entrare il regno del sogno più profondo,
bisogna ascendere, per raggiungere le zone di sonno più leggero. Il
processo è visto in maniera esplicita anche ne “Alla ricerca del
misterioso Kadath”.
“Quei luccichii sporadici possono
essere stalattiti ma anche stelle” – ancora un suggerimento che
lo scenario sia quello della Terra Cava, molto influente in
certi circoli occulti.
Pagina 13
Vignetta 1
“la realtà sia in uno stato diverso
quando non viene osservata” si riferisce agli esperimenti di Erwin
Schrödinger sulla sovrapposizione quantistica, scoperta nel
1935. Lo scienziato è noto anche per il suo esperimento mentale
denominato “il paradosso del gatto di Schrödinger”.
La presenza dei gatti nella vignetta
sembra intenzionale nel sottolineare il collegamento.
Vignetta 2
“questa combriccola mi conosce da
tanto tempo e mi considera un amico” si riferisce all'alleanza tra
Randolph Carter e i gatti di Ulthar, in “Alla ricerca del
misterioso Kadath”.
Vignetta 4
Ali da pipistrello si insinuano
dai lati della vignetta, anticipando quello che sta per accadere.
Pagina 14
Vignette dall'1 alla 3 e parzialmente
Pagina 15
Insieme con la Pagina 15 otteniamo
un'unica, grande panoramica delle terre del Sogno, che appaiono come
una fusione del New England e delle Dreamlands di Lovecraft.
La sequenza è un omaggio a Piccolo
Nemo a Slumberland di Winsor McCay, fumetto comparso dal 1905 al
1920 sui giornali di quello stesso New York Herald presso cui Black
lavora.
Vi sono alcune notevoli somiglianze:
- Nemo esplora le terre del
Sogno, esattamente come Carver/Carter.
- McCay spesso adopera vignette
verticali, come Moore in questi casi. Fu anche uno dei primi a
usare sequenze polyptyche (ho italianizzato il termine, se conoscete
il nome per questa tecnica vignettistica ditemelo e correggo).
- Ogni storia termina con una vignetta
dove Nemo si sveglia nel mondo reale, come a Pagina 15, Vignetta 6.
Di solito è un anticlimax rispetto a un crescendo di tensione nelle
ultime vignette della storia, con un pericolo incombente (di solito
la caduta da grandi altezze che risveglia il piccolo Nemo).
Moore e Colleen Doran hanno reso
omaggio al capolavoro di Winsor McCay con Big Nemo, su Electricomics.
Nella saga di Promethea, Little Margie in Misty Magic Land è
un omaggio a Little Nemo. Il commentatore inglese ha però mancato di notare come si tratti dell'unica storia di Promethea NON scritta da Alan Moore!
Vignetta 1
Carver e Black vengono trasportati in
aria dai Magri Notturni (nigthgaunts), che compaiono ne
“La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath” (e sulle copertine
oniriche di Providence 06 e Providence 09.)
In alto a sinistra possiamo vedere una
città contemporanea con grattacieli, delle pagode cinesi, una
fabbrica con tanto di fumo e un castello gotico (?).
Vignetta 2
“Mi solleticano” è uno degli
aspetti più bizzarri del mezzo romanzo di Lovecraft:
Riacquistata la lucidità mentale, e consapevole di trovarsi nella gelida stretta dei volteggiatori senza volto, Carter ricordò la parola d’ordine dei ghoul, e la sibilò più forte che poté nel vento e nella confusione del volo.
Pur privi di cervello come sono reputati, l’effetto sui Magri Notturni fu immediato; il solletico cessò all’istante, e le creature si affrettarono a mettere il prigioniero in una posizione più confortevole.
L'edificio dove convergono le linee
ferroviarie da cui Black e Carver sono partiti ricorda distintamente
una chiesa.
Pagina 15
Vignetta 1
Un castello medievale e una città
cinta da mura sono visibili in lontananza, come nel Reame di Re Kuranes della Ricerca onirica.
Vignetta 2
Le entità/ dei esterni vengono in
effetti menzionati da Lovecraft nella Ricerca onirica.
Pagina 16
Vignetta 2
Il ponte disegnato è difficile da
collocare nella topografia urbana attuale. Stando alle mappe
storiche, per andare velocemente da F Street alla Copley Plaza, Black
e Carver avrebbero dovuto attraversare il ponte di Dover Street sopra
il canale di Fort Point. Sia il canale che il ponte sono oggigiorno
irriconoscibili; il luogo corrisponderebbe alla 4th Street/Berkeley
Street sulla Interstate 93. Confusi? Date un'occhiata a Street View
per farvi le idee chiare.
Ci sono alcuni ponti a Boston ancora
esistenti con quell'edificio a metà ponte:
- Il ponte di Harvard sul fiume Charles
(1891), con un edificio a metà ponte come nella cartolina.
- Il ponte girevole di Summer Street
(1899) sopra il canale di Fort Point, con un edificio sul ponte
visibile da una foto dell'epoca.
- Il ponte di Congress Street Bridge
(1930) sopra il canale di Fort Point, con un edificio ora sede del
Museo sul Boston Tea Party.
- Il ponte su Northern Avenue sopra il
canale di Fort Point, con un edificio adiacente, ma con una struttura di metallo che ha poco a che fare con il ponte disegnato nella
vignetta.
Il ponte Summer e il ponte Congress
sembrano essere nella posizione corretta, ma non sono orientati come
nel disegno. E' probabile che, come molte altre invenzioni di Moore,
siano una mescolanza di reale e finzione.
Vignetta 3
Copley Plaza fu il luogo della lettura
in pubblico di Lord Dunsany, il 20 ottobre 1919. Il luogo era la sala
da ballo di Copley Plaza dell'hotel Fairmont, in piazza Copley.
L'edificio sulla destra compare sulla
140 Clarendon Street - Vedi Street View.
Vignetta 4
La vignetta reintroduce James
Montague e Doctor (Hector) North da Providence 05 e
Providence 06. Si sono spostati a Boston, come nell'omonima storia di
Lovecraft - Herbert West, rianimatore.
“Come scavarsi la fossa con le
proprie...”
Può riferirsi sia all'attività di
tombarolo di West, sia al rischio corso da Black di sprofondare ai
livelli inferiori delle terre del Sogno.
Il luogo è a est di Trinity Church -
Vedi Street View.
Pagina 17
Vignetta 2
Abbiamo già visto gli scioperi della
polizia e le rivolte in Providence 07.
Il grande edificio sulla sinistra in
alto, è la Biblioteca McKim di Boston. A sinistra abbiamo invece
l'Hotel Fairmont. A destra troviamo la Trinity Church. Vedi Street View.
Vignetta 3
“Finchè non sarà reclutata una
nuova polizia non corrotta dal bolscevismo, direi di sì.”
Carver usa il bolscevismo come
sinonimo di trade unions e sindacati, come in effetti era abitudine
all'epoca (cioè, lo è ancora in America tutt'oggi, lasciamo
stare...)
“Non ha lo splendore antico del tuo
Vendome...”
Il luogo è l'entrata all'hotel
Fairmont - Vedi Street View.
Carver mette a paragone il Fairmont, un
edificio recente (1912) con lo splendore del Vendome (1882).
Vignetta 4
Professor Baker è l'uomo che da le
spalle al pubblico (sulla sinistra), il professore George Baker
dell'Università di Harvard, che introduce Dunsany (sulla destra).
Pagina 18
Vediamo per la prima volta Lord
Dunsany.
Purtroppo non possiedo versioni
italiane dell'epistolario lovecraftiano, per cui a differenza dei
racconti non so se esista un corrispettivo del passaggio che citano
le annotazioni inglesi.
E' il seguente:
“Arriving early at the Copley-Plaza, we obtained front seats; so that during the address I sat directly opposite the speaker, not ten feet from him. Dunsany entered late, accompanied and introduced by Prof. George Baker of Harvard. He is of Galpinian build–6 ft. 2 in. in height, and very slender. His face is fair and pleasing, though marred by a slight mustache. In manner he is boyish and a trifle awkward; and his smile is winning and infectious. His hair is light brown. His voice is mellow and cultivated, and very clearly British. He pronounces were as wair, etc. Dunsany first touched upon his ideals and methods; then hitched a chair up to his reading table, seated himself, and commenced reading his short play, The Queen’s Enemies. This is based very obviously upon the anecdote of Nitocris in the second book of Herodotus; but Dunsany averred that he had purposely avoided reading details or even learning the names of the characters in the story, for fear his original imaginative work on the play might be hampered or impaired. I advise you to read it for yourself–it is in Plays of Gods and Men, which every well-regulated library has or ought to have on the shelves. Later Dunsany read selections from other works of his, including a masterly burlesque on his own style–Why the Milkman Shudders when he Sees the Dawn. As he read this, he could not repress his own smiles and incipient chuckles! The audience was large, select, and appreciative; and after the lecture Dunsany was encircled by autograph-seekers.
– Selected Letters of H. P. Lovecraft 1.91-92
Vignetta 2
Vediamo per la prima volta Lovecraft in
carne e ossa. All'epoca ha 29 anni.
Pagina 19
Vignetta 1
“Qui si trovano gemme sotterranee più
lucenti dei tramonti...”
Un possibile riferimento alle
Dreamlands.
Vignetta 2
Drammi di uomini e dei (1917) - Sebbene
oggigiorno Dunsany sia meglio noto per la sua produzione fantasy,
all'epoca era uno scrittore teatrale molto attivo sulla scena
inglese.
Vignetta 3
“Ha inizio in un tempio sotterraneo
dell'Egitto della sesta dinastia e si intitola I nemici della
Regina.”
Questa è la storia di Nitocris,
che attirava i suoi nemici a una festa sotterranea, per poi
ucciderli. La storia ha ispirato un buon numero di racconti gotici,
in particolare La vendetta di Nitocris, di Tennessee William.
Lovecraft la nomina sia ne L'estraneo
che ne Il prigioniero dei faraoni, dov'è la regina dei ghoul.
Pagina 20
Vignetta 2
E' la scena da I nemici della Regina,
ambientata in antico Egitto.
Vignetta 4
Ancora un'altra scena dai Nemici della
Regina. Come sempre, in Providence, le cose più importanti avvengono
sottoterra.
Pagina 21
Vignetta 1
Un'altra scena da I nemici della
Regina.
Vignetta 2
Why the Milkman Shudders When He Perceives the Dawn è una breve storia dai Tales of Wonder (1916) di
Dunsany. E' una breve storiella auto-ironica, in cui Dunsany
parodia se stesso.
Vignetta 3
Una scena delle ultime righe del
racconto: l'ultima frase termina con la parola alba, come
nella vignetta. L'uditorio del racconto risponde con le parole
dell'uditorio reale a cui Dunsany sta leggendo.
Vignetta 4
“... sciocchina, Alice!” Riprende
fedelmente quanto scrive Lovecraft nelle sue lettere:
“Egged on by her aunt, Miss Hamlet almost mustered up courage enough to ask for an autograph, but weakened at the last moment. Of this more anon. For mine own part, I did not seek a signature; for I detest fawning upon the great.”
Si tratta della giovane Miss Hamlet e
di sua zia.
Pagina 22
Vignetta 1
Il “Water closet” è il gabinetto
(lasciato nell'originale inglese anche nell'edizione della Panini).
Vignetta 2
“Mio giovane Lee” è Ed Lee, il
cugino della sciocchina Alice.
“Tu e lei uscite insieme?” Alice
Hamlet assicurò più volte che non si era messa con Lovecraft.
“Se tutta la compagnia dei
giornalisti dilettanti...” Si riferisce alla collaborazione di
Lovecraft e Hamlet con il giornalismo amatoriale, di cui H. P. fu
anche uno dei presidenti.
Vignetta 4
“L'articolo “La fama e il poeta”
del nobile Dunsany sull'Atlantic di agosto manifesta con chiarezza il
suo disprezzo per chi lusinga i suoi idoli letterari.”
Lovecraft ripete qui nel dialogo quanto
riporta nella lettera del 1919 a Rheinhart Kleiner:
For my own part, I did not seek a signature; for I detest fawning upon the great. Dunsany himself has written a piece (Fame and the Poet, in the August Atlantic) which shews his contempt for the flatterers of genius.
Pagina 23
Vignetta 1
“Sono soltanto un bisbetico anziano e
impacciato.”
Lovecraft nel fiore della giovinezza si
considerava un vecchio malato, riferendosi a sé stesso come
nonno e presentandosi nelle lettere come un uomo molto avanti negli
anni.
Vignetta 2
La madre di Johnny Carcosa,
all'entrata della chiesa di Red Hook (Providence 02).
I bordi della vignetta sono geometrici
e regolari, segnalando così una sequenza soprannaturale.
Vignetta 3
“Il caro collega Plunkett” è Lord
Dunsany, è il suo nome di famiglia.
Vignetta 4
Il buon Willard Wheatley da
Providence 04, mentre trascina quella che sembra una mucca alla
stalla dov'è rinchiuso suo fratello.
Pagina 24
Vignetta 1
“Se avessero potuto, le stelle
immotivate su di noi avrebbero sicuramente architettato questa nostra
convergenza.”
Lovecraft si prende un po' in giro, non
mi arrischio nemmeno a trattare i vari riferimenti alla Stella
sapiente, alle stelle e ai miti di Cthulhu ecc ecc
Vignetta 2
Elspeth Wade, da Providence 06.
Vignetta 3
598 Angell Street era il vero indirizzo
di Lovecraft nel 1919 (!).
Hekeziah Massey e Mister Jenkins da
Providence 05.
Pagina 25
“Forse gli scriverò...”
Alice Hamlet in effetti scrisse a Lord
Dunsany, che le mandò in risposta un autografo allegato alla
lettera, come riporta lo stesso Lovecraft.
Vignetta 3
“come se mi perseguitassero./
haunting me.” L'inglese rende meglio il gioco di parole sulle
disavventure di Black nelle Dreamlands.
Vignetta 4
“per la mia circumnavigazione
notturna del cimitero di Saint Augustine.”
Lovecraft amava passeggiare nei
cimiteri di notte (ognuno deve avere i suoi hobby...).
Nel caso in questione ci si riferisce
alla Chiesa di St. Augustine a sud di Boston.
Pagina 26
Vignetta 1-4
Sono le prime righe de Oltre il muro
del sonno.
Il font per i dialoghi è infatti quello di una vecchia
macchina da scrivere.
Vignetta 4
Sulla sinistra la chiesa di Trinity
Church - Vedi Street View.
2 commenti:
Salve, volevo complimentarmi per l'ottimo lavoro. Nel contempo volevo fare presente che non è vero che "in Italia, lo studio di Lovecraft è nel vicolo cieco dell'evoluzione a causa della traduzione mancata di ogni studio accademico serio". Esiste infatti in Italia, da più di dieci anni ormai, la rivista di critica STUDI LOVECRAFTIANI, che nelle sue pagine ha presentato interessanti studi (anche di Joshi) su Lovecraft e la sua opera, studi anche di ambito accademico, tesi di Laurea ecc.
Se qualcuno volesse contribuire alla rivista, anche con una analisi su questo importante lavoro di Moore, è il benvenuto. Un caro saluto!
@Dagon Press
Benvenuti sul blog, è un onore avervi qui! :)
Conosco Studi Lovecraftiani e so che siete saggistica di alto livello. Tuttavia, non si può certo dire che vi è una produzione a livello "mainstream", neppure nel ristrettissimo ambito delle pubblicazioni universitarie e specialistiche. Se proponessi una tesi di laurea a un professore su Edgar Allan Poe o Tolkien potrebbe (con tanti -ebbe...) accettare, ma se gli menzionassi Lovecraft, a meno che non sia un cultista, "uno di noi", difficilmente saprebbe chi è. Ecco, la frase era sicuramente eccessiva, scritta sul momento, ma al di là dei solito nomi, non vedo una scena particolarmente "viva". Il fatto stesso che pubblichiate su Lulu dà un indizio della difficoltà di arrivare ai lettori.
Ma non mi lamento: la situazione americana infognata sul razzismo di Lovecraft non è messa molto meglio... ^.^
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