Il tempo scorre veloce
e inesorabile, mi sembra ieri che scrivevo la parte 1 della Compagnia dell'anello e siamo invece a (quasi) metà maggio, con gli esami
universitari all'orizzonte.
Dei tre film della
trilogia jacksoniana ho sempre preferito la Compagnia, per la varietà
di situazioni che presenta: dalla Contea, a Brea, a Gran Burrone, a
Moria, a Lorien.
Le due torri, al
confronto, appaiono di gran lunga più omogenee e circoscritte.
Da un lato Rohan,
dall'altro le paludi e Faramir. Gondor e Rohan, i reami degli uomini:
al di fuori della “meraviglia” degli Ent, l'elemento fantasy
viene piuttosto ridotto.
Da chi non è un fanboy
un appassionato di Tolkien, Le due torri è anche il film che vedo
meglio sopportare, con le motivazioni che è meno dispersivo, meno
confusionario, con l'attenzione di regista e attori concentrati su
pochi punti. Innegabile, senza citare la lunghezza effettiva,
rispetto al colosso (anche in edizione normale) che è La compagnia
dell'anello.
Tuttavia, la lentezza
della Compagnia, così come del primo film de Lo hobbit rappresenta
per me un valore aggiunto, un lento scalare in grandezza che vede il
lettore/spettatore dapprima guardare degli hobbit festeggiare un
compleanno per ritrovarsi nemmeno tre ore dopo al confronto con la
morte eroica di Boromir. Al confronto, Le due torri è piatto, non
vede alcuna escalation reale. Intuiamo fin dall'inizio che scopo di
Saruman è annientare Rohan assediando il Fosso di Helm.
Vi sono poi le scelte
di design che trovo spinte all'eccessivo stereotipo, rispetto alla
verosimiglianza accettabile della Compagnia: gli umani di Rohan sono
un'etnia completamente bionda, neanche i norvegesi hanno una simile
omogeneità genetica, mentre al contrario i soldati di Gondor hanno
tutti capelli neri e un'inesauribile scorta di armature fabbricate in
serie.
Con ciò,
oggettivamente Le due torri è un film migliore, di facile fruizione.
Le due torri parte 2
inizia con lo scontro con i warg, che immaginavo già presente nella
parte 1, per poi proseguire con Faramir e la cattura di Gollum. Le curiosità
e le annotazioni che leggete sono per lo più tradotte dal saggio The
Lord of the Films, di J. W. Braun.
Sono errori, curiosità di regia,
finezze di Peter Jackson invisibili ai profani.
In teoria, La parte 2
dovrebbe venire trasmessa stasera, su Italia 2, alle 21.10.
Buona lettura/visione!
Aragorn, Eowin e Arwen
Sulla strada per la
Fortezza di Helm, i warg attaccano la gente di Rohan. Nello scontro,
Aragorn precipita da un crepaccio nel fiume ed è dato per disperso.
Gimli e Legolas, al castello, trasmettono la triste novella a dama
Eowin.
I commenti di Gimli
sulla rarità delle nane derivano dall'appendice A del Signore degli
Anelli.
Il sogno di Aragorn è
anch'esso un riferimento all'appendice A, dove si descrive Aragorn
che cammina scalzo a Gran Burrone con Arwen.
Sia Snaga (l'orchetto
che vuole mangiare Merry e Pipino) che Sharku (l'orchetto a capo dei
warg) sono interpretati dallo stesso attore, Jed Brophy, il miglior
cavallerizzo della Nuova Zelanda.
L'attacco dei warg non
è una totale invenzione di Jackson: nel primo libro, la Compagnia
dell'Anello viene attaccata dai lupi presso le Porte di Moria!
Jackson e Fran Walsh
hanno semplicemente spostato l'evento a Le Due Torri, per aggiungere
un pizzico di azione in una sequenza altrimenti piatta.
La scena dove Theoden,
Legolas e Gimli guardano dalla cengia il fiume dov'è caduto Aragorn
è identica a una scena di Indiana Jones e l'ultima crociata (1989).
Rhys-Davies (Gimli) compare in entrambe le scene e alla stessa
altezza: ne Le Due Torri è un nano, in Indiana Jones è in
ginocchio.
Il potere di Saruman
Faramir porta Frodo e
Sam al rifugio segreto di Henneth Annun, dove riesce a catturare
Gollum e a sapere dell'Anello. Intanto, gli uruk di Saruman marciano
contro il Fosso di Helm. Elrond sembra riuscire a convincere Arwen a
partire dalla Terra di Mezzo con una delle ultime navi. Brego (il
cavallo) salva Aragorn dalle rapide del fiume.
Il momento più
spaventoso per Mortensen ne Le due torri fu lasciarsi trasportare a
corpo morto dal fiume – la corrente e i flutti rischiarono di farlo
affogare, finendo sott'acqua alla bellezza di quindici piedi (4,6 metri) di
profondità, con spada e cotta di maglia addosso.
La visione di Aragorn
da parte di Arwen non era originariamente presente nella
sceneggiatura, ma fu aggiunta dietro richiesta di un fan – cita un
passaggio delle Appendici in coda al Signore degli Anelli.
Per gli elfi in
partenza a Gran Burrone ci si accorse solo all'ultimo momento che
c'era necessità di cinquanta lampade elfiche, che vennero fabbricate
al volo in due giorni.
In origine doveva
esserci una scena in cui Elrond, Galadriel, Celeborn e Haldir
discutono tutti se mandare o meno un corpo di spedizione elfico al
Fosso di Helm.
In origine al Concilio
di Elrond compariva anche Denethor (John Noble).
L'arazzo nella camera
di Arwen raffigura i due alberi di Valinor e una nave, con i simboli
delle terre al di là del mare. Senza dubbio una scelta d'arredamento
fatta da Elrond!
Arwen chiama Elrond
“Ada”, che andrebbe sottotitolato più come papà che come
“padre” che è invece “Adar”. In inglese si propone la
distinzione tra “father” e “daddy”.
Nonostante non ci sia
una reale parentela, Sean Bean (Boromir) e David Wenham (Faramir) si
assomigliano parecchio, hanno in particolare lo stesso naso.
Quando Aragorn sale su
Brego, il cavallo non ha più una sella. Quando scende da cavallo
giunto esanime al Fosso, il cavallo magicamente ha una sella con
tanto di finimenti.
Il Fosso di Helm
Aragorn arriva al Fosso
di Helm e avvisa Theoden che gli Uruk di Saruman marciano a tappe
forzate. Nel frattempo, Barbalbero con Merry e Pipino radunano una
Entaconsulta. Gli orchi iniziano l'assedio e dopo l'uso della polvere
nera, cadono le mura esterne. Faramir porta Frodo a Osgiliath, con la
mezza idea di presentarlo a Denethor. Mentre Eomer e Gandalf vincono
a Helm, a Isengard, gli Ent assalgono al roccaforte del mago e
“liberano il fiume”.
Il personaggio di
Gamling (Bruce Hopkins) non aveva grande importanza all'inizio delle
riprese, ma man mano che girava, Jackson si accorse che gli serviva
un “vice” che trasmettesse gli ordini del re ai soldati di Rohan.
La corazza frontale di
Theoden ha decorazioni tradizionali di Rohan incise all'interno. Non
si vedono nel film, ma servivano a Bernard Hill a immedesimarsi nel
personaggio.
Per ragioni sanitarie
non si può usare sangue o fango veri in un film, pertanto prima
della battaglia del Fosso di Helm interi frigoriferi erano pieni di
sacchetti di fango finto, con tanto di data di scadenza (Aragorn in
particolare è sempre sporco di fango nelle battaglie!).
Durante le battaglie,
Jackson aveva sempre a disposizione un furgoncino col solo compito di
spruzzare sangue finto sugli attori – the gore truck –
senza dubbio un'eredità gloriosa de il film Gli Schizzacervelli.
Vi sono talmente tanti
cavalieri di Rohan che il team del make up terminò le parrucche
bionde e lenti a contatto azzurre e reclutò diversi maori dai
capelli castani che si tenessero come comparse nelle retrovie, dove
non si vedevano più di tanto.
Si soprannominarono i
Bro-han, contrapposti ai Ro-han.
Terminarono anche le
comparse alte a sufficienza per interpretare gli uruk, con un gran
numero di uruk nanerottoli che venivano tenuti nelle retrovie e
soprannominati uruk-low.
Mentre filmavano la
battaglia al Fosso di Helm, Hopkins (Gamling) ferì con la spada
all'orecchio Hill (Theoden), dopo neanche tre giorni di riprese. Il
re fu subito trasportato a cavallo err in ambulanza tra file di uruk
perplessi.
Osgiliath è un
copia-incolla di rovine prese dagli altri set (Amon Sul, Amon Hen,
Minas Morgul).
I cavalli al Fosso di
Helm vengono tenuti in stalle sotterranee adiacenti alle grotte in
cui si salvano le donne e i bambini – il set risultò troppo
dispendioso e contorto da realizzare, ma lo si intuisce quando
Theoden e Aragorn radunano i cavalli per l'ultima carica.
Per evitare di
scivolare, i cavalli che escono dalla fortezza hanno sugli zoccoli
scarpe di gomma e galoppano su strisce di vernice epossidica.
La sorella di Elijah
Wood (Frodo) viene inquadrata come la ragazza sperduta che è la
prima a entrare nelle grotte sottostanti il Fosso di Helm.
Quando Legolas si
lamenta per la situazione disperata nell'armeria, vediamo Alan Lee
(il famoso disegnatore) e Dan Hennah (il direttore artistico) alla
sinistra di Aragorn come uomini di Rohan.
Jackson ha un nuovo
cameo, come un cavaliere di Rohan che lancia il suo giavellotto.
Compaiono anche i figli
di Jackson e Walsh, come bambini di Rohan nelle grotte.
Quando Haldir muore, il
tema musicale è lo stesso di quando Aragorn guarda la tomba della
madre nella versione estesa de La compagnia dell'anello.
Le rovine di Amon Sul
continuano a perseguitare Frodo e Sam, comparendo stavolta a
Osgiliath.
Inizialmente, assieme a
Eomer e Gandalf doveva esserci anche Arwen, che combatteva fianco a
fianco con i due eroi. La scena è stata tagliata, ma Arwen compare
ancora per mezzo secondo a destra di Eomer.
La fine de Le due torri
Il Nazgul fallisce di
catturare Frodo a Osgiliath.
Faramir resiste al
potere dell'anello e lascia i due hobbit e l'abbietta creatura che li
accompagna proseguire per la propria missione a Mordor.
Ian Mkellen usa spesso
e volentieri gli stunt per le scene a cavallo. Uno dei suoi più cari
amici, Roy Kinnear, era morto proprio per una caduta da cavallo, ne
Il Ritorno dei Moschettieri (1989).
La sceneggiatura de Le
due torri fu per Jackson la più difficile da scrivere.
La canzone di Gollum
avrebbe dovuto essere cantata da Bjork, che rifiutò perché incinta.
La sostituì Emiliana
Torrini.
Come nella Compagnia
dell'anello avevamo Gimli che descriveva involontariamente il
percorso di Frodo nelle Due torri, qui abbiamo Gollum che ci descrive
la trama del Ritorno del re, almeno per quanto riguarda Frodo e
Sam...
Nella versione estesa,
quando Pipino prende una mela dalle cantine di Saruman, guarda in
alto per assicurarsi che nessuno gli stia tirando nulla, come nella
Compagnia dell'anello.
Nonostante Frodo e Sam
siano prigionieri di Faramir, questi non sottrae mai loro le spade.
Il discorso di Sam
sull'importanza di non arrendersi e andare avanti riecheggia un suo
precedente ruolo per i Goonies (1985), in cui a metà dell'avventura,
Mikey (Astin/Sam Gamgee) convince tutto il gruppo a proseguire la
caccia al tesoro con un commovente discorso.
2 commenti:
La storia dell'affogamento di Mortensen la conoscevo... Cavolo quanto ha rischiato!
Peccato anche per l'assenza canora di Björk, ma almeno lei ha avuto un lieto evento ahah
@Marco Grande Arbitro
Non si può dire che il buon Viggo abbia paura a fare da stunt, è un attore decisamente viscerale :D
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