giovedì 12 maggio 2016

Il Signore dei Film - Le due torri parte 2 (analisi)


Il tempo scorre veloce e inesorabile, mi sembra ieri che scrivevo la parte 1 della Compagnia dell'anello e siamo invece a (quasi) metà maggio, con gli esami universitari all'orizzonte.
Dei tre film della trilogia jacksoniana ho sempre preferito la Compagnia, per la varietà di situazioni che presenta: dalla Contea, a Brea, a Gran Burrone, a Moria, a Lorien.
Le due torri, al confronto, appaiono di gran lunga più omogenee e circoscritte.
Da un lato Rohan, dall'altro le paludi e Faramir. Gondor e Rohan, i reami degli uomini: al di fuori della “meraviglia” degli Ent, l'elemento fantasy viene piuttosto ridotto.
Da chi non è un fanboy un appassionato di Tolkien, Le due torri è anche il film che vedo meglio sopportare, con le motivazioni che è meno dispersivo, meno confusionario, con l'attenzione di regista e attori concentrati su pochi punti. Innegabile, senza citare la lunghezza effettiva, rispetto al colosso (anche in edizione normale) che è La compagnia dell'anello.
Tuttavia, la lentezza della Compagnia, così come del primo film de Lo hobbit rappresenta per me un valore aggiunto, un lento scalare in grandezza che vede il lettore/spettatore dapprima guardare degli hobbit festeggiare un compleanno per ritrovarsi nemmeno tre ore dopo al confronto con la morte eroica di Boromir. Al confronto, Le due torri è piatto, non vede alcuna escalation reale. Intuiamo fin dall'inizio che scopo di Saruman è annientare Rohan assediando il Fosso di Helm.
Vi sono poi le scelte di design che trovo spinte all'eccessivo stereotipo, rispetto alla verosimiglianza accettabile della Compagnia: gli umani di Rohan sono un'etnia completamente bionda, neanche i norvegesi hanno una simile omogeneità genetica, mentre al contrario i soldati di Gondor hanno tutti capelli neri e un'inesauribile scorta di armature fabbricate in serie.
Con ciò, oggettivamente Le due torri è un film migliore, di facile fruizione.

Le due torri parte 2 inizia con lo scontro con i warg, che immaginavo già presente nella parte 1, per poi proseguire con Faramir e la cattura di Gollum. Le curiosità e le annotazioni che leggete sono per lo più tradotte dal saggio The Lord of the Films, di J. W. Braun. 
Sono errori, curiosità di regia, finezze di Peter Jackson invisibili ai profani.
In teoria, La parte 2 dovrebbe venire trasmessa stasera, su Italia 2, alle 21.10.
Buona lettura/visione!

Aragorn, Eowin e Arwen

Sulla strada per la Fortezza di Helm, i warg attaccano la gente di Rohan. Nello scontro, Aragorn precipita da un crepaccio nel fiume ed è dato per disperso. Gimli e Legolas, al castello, trasmettono la triste novella a dama Eowin.

I commenti di Gimli sulla rarità delle nane derivano dall'appendice A del Signore degli Anelli.

Il sogno di Aragorn è anch'esso un riferimento all'appendice A, dove si descrive Aragorn che cammina scalzo a Gran Burrone con Arwen.

Sia Snaga (l'orchetto che vuole mangiare Merry e Pipino) che Sharku (l'orchetto a capo dei warg) sono interpretati dallo stesso attore, Jed Brophy, il miglior cavallerizzo della Nuova Zelanda.

L'attacco dei warg non è una totale invenzione di Jackson: nel primo libro, la Compagnia dell'Anello viene attaccata dai lupi presso le Porte di Moria!
Jackson e Fran Walsh hanno semplicemente spostato l'evento a Le Due Torri, per aggiungere un pizzico di azione in una sequenza altrimenti piatta.


La scena dove Theoden, Legolas e Gimli guardano dalla cengia il fiume dov'è caduto Aragorn è identica a una scena di Indiana Jones e l'ultima crociata (1989). Rhys-Davies (Gimli) compare in entrambe le scene e alla stessa altezza: ne Le Due Torri è un nano, in Indiana Jones è in ginocchio.

Il potere di Saruman

Faramir porta Frodo e Sam al rifugio segreto di Henneth Annun, dove riesce a catturare Gollum e a sapere dell'Anello. Intanto, gli uruk di Saruman marciano contro il Fosso di Helm. Elrond sembra riuscire a convincere Arwen a partire dalla Terra di Mezzo con una delle ultime navi. Brego (il cavallo) salva Aragorn dalle rapide del fiume.

Il momento più spaventoso per Mortensen ne Le due torri fu lasciarsi trasportare a corpo morto dal fiume – la corrente e i flutti rischiarono di farlo affogare, finendo sott'acqua alla bellezza di quindici piedi (4,6 metri) di profondità, con spada e cotta di maglia addosso.


La visione di Aragorn da parte di Arwen non era originariamente presente nella sceneggiatura, ma fu aggiunta dietro richiesta di un fan – cita un passaggio delle Appendici in coda al Signore degli Anelli.  
Per gli elfi in partenza a Gran Burrone ci si accorse solo all'ultimo momento che c'era necessità di cinquanta lampade elfiche, che vennero fabbricate al volo in due giorni.

In origine doveva esserci una scena in cui Elrond, Galadriel, Celeborn e Haldir discutono tutti se mandare o meno un corpo di spedizione elfico al Fosso di Helm.

In origine al Concilio di Elrond compariva anche Denethor (John Noble).

L'arazzo nella camera di Arwen raffigura i due alberi di Valinor e una nave, con i simboli delle terre al di là del mare. Senza dubbio una scelta d'arredamento fatta da Elrond!

Arwen chiama Elrond “Ada”, che andrebbe sottotitolato più come papà che come “padre” che è invece “Adar”. In inglese si propone la distinzione tra “father” e “daddy”.

Nonostante non ci sia una reale parentela, Sean Bean (Boromir) e David Wenham (Faramir) si assomigliano parecchio, hanno in particolare lo stesso naso.

Quando Aragorn sale su Brego, il cavallo non ha più una sella. Quando scende da cavallo giunto esanime al Fosso, il cavallo magicamente ha una sella con tanto di finimenti.

Il Fosso di Helm

Aragorn arriva al Fosso di Helm e avvisa Theoden che gli Uruk di Saruman marciano a tappe forzate. Nel frattempo, Barbalbero con Merry e Pipino radunano una Entaconsulta. Gli orchi iniziano l'assedio e dopo l'uso della polvere nera, cadono le mura esterne. Faramir porta Frodo a Osgiliath, con la mezza idea di presentarlo a Denethor. Mentre Eomer e Gandalf vincono a Helm, a Isengard, gli Ent assalgono al roccaforte del mago e “liberano il fiume”.

Il personaggio di Gamling (Bruce Hopkins) non aveva grande importanza all'inizio delle riprese, ma man mano che girava, Jackson si accorse che gli serviva un “vice” che trasmettesse gli ordini del re ai soldati di Rohan.

La corazza frontale di Theoden ha decorazioni tradizionali di Rohan incise all'interno. Non si vedono nel film, ma servivano a Bernard Hill a immedesimarsi nel personaggio.

Per ragioni sanitarie non si può usare sangue o fango veri in un film, pertanto prima della battaglia del Fosso di Helm interi frigoriferi erano pieni di sacchetti di fango finto, con tanto di data di scadenza (Aragorn in particolare è sempre sporco di fango nelle battaglie!).

Durante le battaglie, Jackson aveva sempre a disposizione un furgoncino col solo compito di spruzzare sangue finto sugli attori – the gore truck – senza dubbio un'eredità gloriosa de il film Gli Schizzacervelli.

Vi sono talmente tanti cavalieri di Rohan che il team del make up terminò le parrucche bionde e lenti a contatto azzurre e reclutò diversi maori dai capelli castani che si tenessero come comparse nelle retrovie, dove non si vedevano più di tanto.
Si soprannominarono i Bro-han, contrapposti ai Ro-han.

Terminarono anche le comparse alte a sufficienza per interpretare gli uruk, con un gran numero di uruk nanerottoli che venivano tenuti nelle retrovie e soprannominati uruk-low.

Mentre filmavano la battaglia al Fosso di Helm, Hopkins (Gamling) ferì con la spada all'orecchio Hill (Theoden), dopo neanche tre giorni di riprese. Il re fu subito trasportato a cavallo err in ambulanza tra file di uruk perplessi.

Osgiliath è un copia-incolla di rovine prese dagli altri set (Amon Sul, Amon Hen, Minas Morgul).

I cavalli al Fosso di Helm vengono tenuti in stalle sotterranee adiacenti alle grotte in cui si salvano le donne e i bambini – il set risultò troppo dispendioso e contorto da realizzare, ma lo si intuisce quando Theoden e Aragorn radunano i cavalli per l'ultima carica.

Per evitare di scivolare, i cavalli che escono dalla fortezza hanno sugli zoccoli scarpe di gomma e galoppano su strisce di vernice epossidica.

La sorella di Elijah Wood (Frodo) viene inquadrata come la ragazza sperduta che è la prima a entrare nelle grotte sottostanti il Fosso di Helm.

Quando Legolas si lamenta per la situazione disperata nell'armeria, vediamo Alan Lee (il famoso disegnatore) e Dan Hennah (il direttore artistico) alla sinistra di Aragorn come uomini di Rohan.


Jackson ha un nuovo cameo, come un cavaliere di Rohan che lancia il suo giavellotto.

Compaiono anche i figli di Jackson e Walsh, come bambini di Rohan nelle grotte.

Quando Haldir muore, il tema musicale è lo stesso di quando Aragorn guarda la tomba della madre nella versione estesa de La compagnia dell'anello.

Le rovine di Amon Sul continuano a perseguitare Frodo e Sam, comparendo stavolta a Osgiliath.

Inizialmente, assieme a Eomer e Gandalf doveva esserci anche Arwen, che combatteva fianco a fianco con i due eroi. La scena è stata tagliata, ma Arwen compare ancora per mezzo secondo a destra di Eomer.

La fine de Le due torri

Il Nazgul fallisce di catturare Frodo a Osgiliath.
Faramir resiste al potere dell'anello e lascia i due hobbit e l'abbietta creatura che li accompagna proseguire per la propria missione a Mordor.

Ian Mkellen usa spesso e volentieri gli stunt per le scene a cavallo. Uno dei suoi più cari amici, Roy Kinnear, era morto proprio per una caduta da cavallo, ne Il Ritorno dei Moschettieri (1989).

La sceneggiatura de Le due torri fu per Jackson la più difficile da scrivere.

La canzone di Gollum avrebbe dovuto essere cantata da Bjork, che rifiutò perché incinta.
La sostituì Emiliana Torrini.

Come nella Compagnia dell'anello avevamo Gimli che descriveva involontariamente il percorso di Frodo nelle Due torri, qui abbiamo Gollum che ci descrive la trama del Ritorno del re, almeno per quanto riguarda Frodo e Sam...

Nella versione estesa, quando Pipino prende una mela dalle cantine di Saruman, guarda in alto per assicurarsi che nessuno gli stia tirando nulla, come nella Compagnia dell'anello.


Nonostante Frodo e Sam siano prigionieri di Faramir, questi non sottrae mai loro le spade.

Il discorso di Sam sull'importanza di non arrendersi e andare avanti riecheggia un suo precedente ruolo per i Goonies (1985), in cui a metà dell'avventura, Mikey (Astin/Sam Gamgee) convince tutto il gruppo a proseguire la caccia al tesoro con un commovente discorso.

2 commenti:

Marco Grande Arbitro ha detto...

La storia dell'affogamento di Mortensen la conoscevo... Cavolo quanto ha rischiato!
Peccato anche per l'assenza canora di Björk, ma almeno lei ha avuto un lieto evento ahah

Coscienza ha detto...

@Marco Grande Arbitro
Non si può dire che il buon Viggo abbia paura a fare da stunt, è un attore decisamente viscerale :D