Uno
degli ultimi articoli della Leggivendola dava di che pensare.
La
blogger argomentava nel primo punto che leggere è un legittimo
hobby, di cui non ci si dovrebbe vergognare; è giusto potersene
vantare, così come poterlo citare come attività da svolgere nel
tempo libero. L'argomento era trattato in modo passeggero e la
vignetta incriminata convinceva più della tesi contraria sostenuta
dall'autrice.
L'argomento
mi lasciava piuttosto indifferente, ma un commento di Athenae Noctua prendeva una posizione decisamente più estrema.
Come
vi sono accaniti tifosi di calcio, così vi sono accaniti lettori, e
non dovrebbero vergognarsi di più i primi che i secondi, essendo
leggere un'attività molto più elevata e nobile?
Perché
un lettore italiano, in mezzo a tanti analfabeti funzionali (curiosa
definizione del tutto anti-scientifica, questa), dovrebbe vergognarsi
di voler entrare in club di lettura e dedicare quel poco tempo che
lavoro&vita sociale ci lasciano per leggere dei bei romanzi?
Dall'opinione
di passaggio della Leggivendola, si veleggiava in territori già più
radicali e insicuri, pericolosamente vicini alle rapide distruttive
della vignetta incriminata.
Se
ovviamente la lettura è una bellissima attività, è altrettanto
vero che difficilmente la si può categorizzare come hobby.
L'hobby
riguarda un'attività che si caratterizza per essere specifica di un
dato ambito e materia, rigorosamente circoscritto nello spazio e nei
modi.
C'è
chi per hobby colleziona: ma non si limiterà mai a collezionare
“solamente”. Collezionerà qualcosa di specifico, possibilmente
di raro.
Colleziono...
francobolli del secondo dopoguerra.
Colleziono...
bustine di zucchero dei bar.
Colleziono...
fossili rari.
C'è
anche chi per hobby pratica uno sport: ma non si limiterà mai
semplicemente a “fare” uno sport. Farà corsa agonistica, tennis
competitivo, calcio con gli amici, ping pong con l'amico cinese ecc
ecc
Cerchiamo
allora un hobby che sia il più generico possibile.
Il
signor Rossi per hobby guarda la televisione. Quando non sa cosa fare
accende il capezzolo di vetro e guarda che di bello c'è in tv.
Tuttavia, di nuovo: il signor Rossi sarebbe una scimmia
lobotomizzata, se guardasse un po' tutto, senza sviluppare uno
specifico gusto.
C'è
quindi chi per hobby guarda la televisione, ma il più delle volte
avrà l'hobby di guardare una data trasmissione, serie tv, cartone
ecc ecc
Non
si può pertanto difendere la lettura come un hobby con una sua
dignità, perché non è né un hobby, né un passatempo. E'
un'attività che svolgiamo ogni giorno, assolutamente generale e
ancora molto richiesta nel lavoro, nella vita sociale e nell'attività
umana dalle piccole città alle megalopoli.
Il
neonato impara a camminare, a parlare. E nei primi anni delle
elementari impara a scrivere e leggere. Lo ripeto, nel caso vi fosse
sfuggito il concetto: impariamo a leggere quando siamo bambini con il
grembiule sporco di cibo e l'altezza di un hobbit rincoglionito.
Leggere
non è qualcosa di speciale, è un requisito fondamentale della
civiltà moderna.
(Norman Rockwell) |
Camminare
è un'attività umana, che viene imparata nei primi anni di vita.
Perchè dovrei vergognarmi di camminare in lungo e largo nel mio
tempo libero, quando c'è gente che si vanta di seguire il calcio?
O
ancora: nei primi anni delle elementari l'allegro scolaro memorizza
le tabelline.
Perchè non dovrei fondare, anziché un club di
lettura, un club di matematica elementare?
E'
bella la matematica. Divertiamoci a fare le addizioni tutti assieme!
Credo
sfugga a molti che l'intera Rete richiede di saper leggere. Non tutti
gli articoli sono meme,
non tutti i blog sono raccolte fotografiche. Persino un utente
eccezionalmente pigro deve saper leggere per orientarsi sui social,
sui blog e sui (i pochi rimasti) forum. Se sa leggere in inglese,
alcuni articoli delle grandi testate giornalistiche hanno le
dimensioni di piccoli saggi.
Una
persona può leggere molto senza leggere per forza romanzi.
L'immagine
stessa, su Facebook, funziona quando è accompagnata da un motto di
spirito, una battuta, una sottolineatura di chi l'ha postata.
Raramente l'immagine compare “pura”, depurata da ogni contenuto
verbale.
Per
altro, e richiederebbe un discorso lungo e complesso, il
verbocentrismo non è sinonimo d'intelligenza. Possiamo immagi(ni)are
culture altamente evolute che comunichino solo attraverso disegni,
senza l'intermediazione scritta.
Vantarsi
di un'attività che avete imparato quand'eravate mocciosi è
parecchio stupido.
On
passant,
in questi club spesso circolano meme
di ragazze che con un libro di carta in mano e gli immancabili
occhialoni hipster svelano quanto sia “attraente” leggere.
Ma anche no. |
Spetta
ovviamente alle ragazze stesse giudicare, ma venire considerate
attraenti e intelligenti perché in grado di leggere, ovvero svolgere
un'attività imparata da bambini, mi sembra un filino sessista.
Se
qualcuno mi dicesse che sono particolarmente attraente solo perchè
“leggo” consiglierei all'interlocutore un simpatico test nell'encefalogramma.
Credo
che chi dice che come hobby legge, intenda che legge romanzi
cartacei, con una frequenza notevole e un buon rapporto con la
libreria/biblioteca locale.
Una
forma di lettura classica, un tempo molto diffusa e ora in declino, sintetizzata nell'immagine del tranquillo lettore che accoccolato
alla sera in poltrona immerge il naso nell'ultimo mattone di Stephen
King. Perché non sorgano fraintendimenti, anch'io leggo romanzi,
anch'io leggo in poltrona, anch'io prendo in prestito dalla
biblioteca sfogliatine di carta (cit) da leggere nel tempo libero.
Tuttavia,
far equivalere la lettura con questa forma di lettura tradizionale è
oltre che pericoloso, semanticamente errato. Semplicemente leggere è
un'attività molto più vasta di così, e la varietà di medium che
abbiamo ormai a disposizione lo dimostra.
Ai
membri di questi gruppi, e a chi legge “per passione”,
consiglierei di specificare meglio cosa e come intendono per
“leggere”, in modo che diventi davvero un'attività piacevole in
sé stessa, e non un bastone morale con cui rompere la schiena a chi
per temperamento o abitudini preferisce guardare un film, andare a
teatro, o gozzovigliare in discoteca.
E
ora scusate, ma un videogioco mi chiama, ho appena sbloccato il nuovo
boss e credo proprio rinvierò di qualche giorno il romanzo che stavo
finendo di leggere...
6 commenti:
Mi trovo perfettamente d'accordo con te...
Quando penso a queste cose mi vengono in mente i "I 10 diritti del lettore" di Pennac.. Mettono a tacere ogni cosa!
Secondo me dipende dal contesto.
Camminare è uno strumento, serve a muoversi. Camminare in montagna è un hobby.
Un coltello è uno strumento. Serve a tagliare. Beh, immaginate voi gli hobby…
Leggere è uno strumento, serve a imparare, orientarsi…. Leggere romanzi horror la sera in poltrona è un hobby.
Una ragazza che legge non è sexy, se legge la lista della spesa. È sexy se legge (ma qui i gusti variano) romanzi di fantascienza o i classici latini.
Quindi più che altro è un problema (1) di specificare il fine dello strumento e (2) gusti personali, perché quello che è un hobby per qualcuno è una perdita di tempo dannosa per qualcun altro.
@Marco Grande Arbitro
Pennac! Adesso che me l'hai nominato, non lo leggo dalle medie, dovrei recuperarlo...
@LorenzoD
Provo a risponderti in ordine.
Sia leggere che camminare non sono strumenti opzionali, almeno nella società attuale: una persona non può fare a meno di camminare e leggere, sia pure in minima quantità. Non trovo che la lettura, intesa nel suo senso più ampio sia così "accessoria".
Una ragazza che legge è una ragazza che legge. Uno studente del classico può trovarla particolarmente sexy, ma è un suo feticismo personale (anche se molto diffuso, bisogna dirlo).
Ma sopratutto si deve leggere per leggere, non per sembrare "belle esteticamente". Quello che mi dà fastidio della digressione "Reading is sexy" è l'implicito sottinteso che la ragazza media sia così stupida che persino una ragazza che legge sia una perla inestimabile.
Questo ovviamente è falso anche statisticamente.
Cmq, come ne discorrevo con Poropat su Facebook, nell'articolo ho usato il termine "lettura" e "leggere" in modo molto disinvolto, può essere che pensiamo a diversi significati del termine :-)
Ciao,
grazie per la risposta. Ma ti faccio presente che non ho mai detto che leggere o camminare siano "accessori". Sono strumenti, ognuno ne fa l'uso che preferisce.
Sì, in realtà penso che stiamo dicendo le stesse cose ma usando termini diversi.
Questo mi ricorda quando ero intervenuto sul tema "scrittura/scrittore", ripulendo i termini, come mi sembra faccia anche tu qui, da tutti i significati non necessari che solitamente si è soliti apporci. La mia tesi era che uno scrittore è colui che... be', che scrive. Uno scrittore di romanzi gotici scrive romanzi gotici (può essere un hobby). Uno scrittore che ha pubblicato un romanzo gotico con Otranto Edizioni, non a pagamento, quindi, non è l'unico individuo, fra chi scrive a potersi definire scrittore. Allo stesso modo, se io trovo sexy una donna che studia un libro di indoeuropeo, non è tanto l'attività che svolge a renderla attraente, quanto l'interesse che risveglia in me il fatto che abbiamo interessi simili. Leggere non nobilita, siamo d'accordo. Purtroppo, qua fuori è pieno di "tifosi" che si accendono per un nonnulla. Proprio oggi riflettevo che l'atteggiamento di molti lettori (intorno al'ecosistema dei blog letterari) reagiscono alla proclamazione dei premi Nobel come quelli che si lamentano puntualmente che Di Caprio ha mancato l'ennesimo Oscar. Al di là del fatto che i Nobel sono altra cosa, immancabilmente da quel momento sembra che tutti debbano lanciarsi sulla letteratura, che so, bielorussa, per il bisogno di colmare la lacuna. Come se leggere autrici bielorusse aiutasse a sentirsi sexy (o intelligenti, o impegnati) quando solitamente l'area di interesse è italiana o anglosassone.
Non so se sono rimasto in tema, in caso contrario mi scuso. :)
@Salomon Xeno
No, no figurati, sei in tema :)
Ammetto che nei confronti dei premi Nobel sono piuttosto indifferente: ne ho letti pochi, e come non ci trovo nulla nella letteratura mainstream, così non trovo mai nulla d'interessante nei premiati (o aspiranti tali).
Forse soffro di anti-intellettualismo XD
Il meccanismo dei fan che assolutamente vogliono quel dato scrittore "vincere" è reso ancora più assurdo dalle mancate dichiarazioni degli scrittori stessi: ad esempio Murakami non ha mai detto di volere il Nobel (figurarsi, è troppo occupato a correre, ahah).
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