Inizialmente Janni Drakkar, dalla sua
prima comparsa nel volume "1910", non mi piaceva per
niente.
Molto cliché – la fuga dal padre, l'incontro col mondo
selvaggio e brutale della città, la vendetta finale – e molto
convenzionale. Era un elemento d'attrito interessante che Nemo avesse
desiderato un figlio maschio, l'avesse anzi dato per scontato e
avesse poi ricevuto un'unica figlia femmina.
Ma la trilogia spin
off della Lega, con Janni come protagonista, sarebbe stata
ambientata un bel po' di anni dopo la morte di Nemo, ormai anziano.
Dunque, non era su Nemo, pardon, Janni, che puntavo le carte,
ma sull'ambientazione. E invece.
Se il primo volume Cuore di ghiaccio
brillava proprio per una protagonista determinata, ma ancora giovane,
quasi "ingenua", questo secondo volume mostra una Nemo
ormai irrigidita, qualche anno prima che si avvii alla mezz'età. E'
forte, quasi "virile" nella sua determinazione ad assumere
il mantello del padre ("è solo questo mantello... E' troppo
grande e pesante, alle volte" cit. Nemo: cuore di ghiaccio) ma
quest'implacabile tenacia a perseguire i propri obiettivi s'esplica
in un personaggio molto chiuso in sé stesso.
Nel corso di questa seconda avventura
gli sprazzi di emotività e sentimento vengono tutti relegati al vice
(e amante) in comando, Broad Arrow Jack. E' Jack a commuoversi per la
disgrazia che colpisce a inizio volume, è Jack che commenta
disgustato gli orrori del regime di Hynkel, è Jack che sceglie di
reagire con rabbia e furore agli antagonisti, mai prima d'ora così
crudeli.
Il peso della responsabilità di
Lincoln Island, del Nautilus e dei delicati rapporti geopolitici in
cui sono invischiati porta Janni a una freddezza che cela un profondo
dolore.
Personaggio, a differenza della Mina Murray, meno generalista
e dunque più difficile d'approcciare.
Janni, in questo secondo volumetto, è
caduta in una trappola.
La figlia, Hira, s'è sposata con
Armand Robur, figlio dell'omonimo Robur costruttore della micidiale
aeronave "Il Terrore". Essendo Robur un bravo francese
patriottico, Janni ha scelto dunque di schierarsi dalla parte di
francesi e inglesi contro la potenza di Tomania, guidata dal fanatico
Adenoid Hynkel.
Moore nei volumi della Lega gioca con letteratura
alta e bassa mescolandola agli eventi storici. Conseguentemente, nel
mondo di Nemo non esiste Hitler, ma esiste Hynkel, il dittatoruncolo
di Chaplin del film "Il Grande dittatore". Allo stesso modo
ci si riferisce a un certo Benzino Napaloni, alter ego del nostro già
buffonesco Benito Mussolini. Hynkel regna sulla Tomania, che affianca
la Germania imperiale, che a sua volta ha accettato la dittatura di
Hynkel.
Inoltre, a complicare le cose,
l'inventore delle macchine di “Metropolis”, Rotwang, si è qui
dedicato in prima persona alle ristrutturazioni architettoniche per
cui era famoso il film; di conseguenza troviamo sia la bella
Maria-Robot, lo strumento di "propaganda" donna-macchina,
sia i ritmi e gli edifici nello stile Bauhaus.
E ancora; dovendo
citare la cinematografia dell'avanguardia espressionista tedesca, non
poteva mancare il dottor Caligari e il criminale Mabuse.
Il primo è tra i prediletti di Hynkel
e comanda uno spietato commando di Narco-soldati. Implacabili
macchine di carne, mosse dalla potenza del sonno ipnotico saranno un
osso duro per gli scontri a fuoco di Nemo. Il secondo, invece nel
nome del crimine aiuterà a sorpresa Janni, spezzando così lo
stereotipo dei tedeschi tutti-sempre-cattivi.
Con una mossa a sorpresa, Hynkel
annuncia d'aver abbattuto il terrore di Robur e aver catturato la
coppia di sposini; la lotta contro la pirateria di Janni è infatti
voluta dall'alleata africana di Hynkel, l'immortale Ayesha già
presente in Cuore di ghiaccio. Un'infuriata Nemo corre a salvare la
figlia dalle grinfie dei nazisti... Oops, dei Tomaniani!
Le inquietantissime truppe di Narco-commando |
Per certi versi è difficile
distinguere oggettivamente se questo volume sia migliore del primo, o
costituisca un passo indietro. Le mie preferenze storiche vanno tutte
all'età tardo vittoriana, o al primo Novecento. Conseguentemente,
Nemo: cuore di ghiaccio per me non può che essere superiore a questo
pur profumatissimo Rose di Berlino. C'è inoltre d'osservare come più
ci si avvicini all'età contemporanea, più scompaiono i riferimenti
letterari e pulp, a segnalare la progressiva discesa per la cuna
tipica della cultura di massa.
D'altronde, sul piano della trama
quest'episodio fila molto più veloce e divertente del primo.
Siamo nel campo della classica
avventura spara-spara contro i cattivi Nazi.
I dialoghi sono ridotti
all'osso, i personaggi agiscono, senza molto discutere. Molte delle
linee di dialogo tra Nemo e Jack sono battute, domande brevi e frasi
interrotte. Visivamente Kevin O' Neill regala alcuni scorci
mozzafiato. Non è da tutti coniugare Metropolis con la Gestapo, o
reinventare i toni chiaroscurali di questa Berlino mai così grigia,
mai così mefitica. E' come se Alan Moore avesse deposto la penna e
consegnato completa carta bianca al suo disegnatore di fiducia.
Considerando che vi sono molti più appassionati della Seconda Guerra
Mondiale che degli anni 20', l'avventura è molto più abbordabile
rispetto a Cuore di ghiaccio.
Io la odio questa gente! (cit) |
Alcuni personaggi poi spiccano
particolarmente.
Mabuse, Caligari e Hynkel rimangono
sullo sfondo, ma Maria-Robot è uno splendido Villain.
Ayesha, invece
è il prototipo della stronza arrogante, ma svolge il suo ruolo con
efficacia, con tanto di epico duello finale.
Ho già inoltre scritto di Janni, che
trovo un personaggio femminile di Moore più riuscito di altri; o se
non altro meno maltrattato. In effetti tutta l'avventura è al
(quasi) completo femminile; tra Maria-Robot, Ayesha, Hira e Janni
Drakkar tutti i personaggi che mettono in moto il plot sono
femminili.
Questo lascia tanto più perplessi,
quando a un certo punto nella storia, c'è un gratuito ingresso in un
“Bordello di stato Tomaniano” in un continuo display di seni e
ghiandole mammarie. E' difficile dire, se sia fan service dovuto a
Moore che invecchia o un riferimento al postribolo che visita
Maria-Robot in Metropolis. Propendo per la seconda ipotesi; c'è
inoltre da dire che lo stile graffiante di Kevin O' Neill riesce a
rendere aguzze e rettangolari anche le tette, per cui l'elemento
“sensuale” risulta praticamente assente.
Gustosissimo infine l'inserto
“finto-giornalistico” finale, con le consuete strizzate d'occhio,
dall'olezzo della “gigantesca scimmia in decomposizione” (King
Kong!) al resoconto di questa seconda guerra mondiale alternativa,
con la popolazione di “pacifici troll della Norvegia”
perseguitati dai Tomaniani, o con l'abbattimento della “Dinastia
Ubu” polacca, i fabbricanti “di candele verdi”.
Promosso, dunque? Sì, sì, ma con
riserva. C'è meno carne al fuoco, ma questo per molti costituirà un
punto a vantaggio. D'altronde, a ripensare e palpeggiare certe
splendide scenografie, certe innovazioni, per non citare la
Maria-Robot... Ci si sorprende a consegnare l'ennesima Lode.
4 commenti:
Ok. Oggi vado in fumetteria.
Dopo fammi sapere che t'è sembrato, che sono curioso :)
PS: Verso lunedì spero di tradurre le annotazioni relative di Jess Nevins come avevo già fatto con Nemo: cuore di ghiaccio!
...e avevi ragione. Solite squisite citazioni "alla Moore", ok, ma... beh, un po' grattato via, ecco. Forse l'episodio "con i nazisti", dato lo spessore ormai storico della saga dei Gentlemen, avrebbe meritato più approfondimento. Sono sincero: ho sentito la mancanza di almeno il doppio delle pagine di sviluppo. Al confronto, "Cuore di Ghiaccio" mi è piaciuto di più; un'avventura artica alla HPL e stop, tanto meglio per gli accaniti di Lovecraft che hanno potuto apprezzare, ma buono lo stesso per i neofiti. In ultimo, piccola lamentela editoriale: i baloons in tedesco si potevano tradurre, eh?... fosse stato un "Teufel", uno "Schnell" qua e là... ma interi dialoghi... uhm...
Sì, alla fin fine è una sorta di avventura pulp molto "leggera". 10/10 al disegnatore, 6/10 per Moore, una sufficienza un po' rosicata.
La Bao ha detto che i Baloons sono stati tenuti in tedesco per esplicita volontà di Moore che essendo masochista, cerca sempre di scoraggiare il lettore >.<
Nelle annotazioni di Nevins sono in parte tradotti.
Però visto che roba, eh la Maria-robot? "L'involucro non è più utile alla sua funzione di propaganda" Peccato ;-D
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