Con questo
articolo volevo provare a compilare una lista di libri, fumetti e
film che dovrebbero uscire nel 2018.
Ho eliminato di proposito ogni
film blockbuster, così come i fumetti mainstream e i
libri delle grandi case editrici: quello che vorrei proporvi è una
selezione di nicchia.
Quel genere
di fuoriclasse, di estranei, di indipendenti che non trovano spazio
nemmeno alla pubblicazione, figurarsi nei listoni per l'anno nuovo.
Nicchie dentro altre nicchie, produzioni via crowdfunding,
prodotti troppo strani, “bizzarri” per diventare popolari.
Considerateli
una Lega degli Straordinari Gentlemen.
Il riferimento non è
casuale, perchè esordendo con il fumetto, a giugno 2018 dovrebbe
uscire il primo volume di “The Tempest”, ultimo capitolo
dell'ormai decennale saga di Alan Moore.
Nel caso della Lega è uno
dei fumetti che seguo da più tempo, nelle sue diverse iterazioni e
spin off, a cui sono sinceramente appassionato, tanto nei
personaggi quanto negli splendidi disegni di Kevin O' Neill.
Il fumetto dovrebbe
svilupparsi su tre differenti piani temporali: nei quartieri generali
dell'Intelligence della Gran Bretagna, ai giorni nostri; nella
perduta città di Kor della regina Ayesha, in Africa e nel mondo post
apocalittico del 2996. La copertina sembra dimostrare che sono
sopravvissute solo due dei membri originari della Lega, ovvero Mina
Murray e l'androgino Orlando.
A questi tre differenti
filoni, che Moore promette più che mai meta referenziali e
citazionisti, si affiancherà uno spin off chiamato “Seven Stars”,
un immaginario fumetto supereroistico del 1964, in bianco e nero (lo
vedete sullo sfondo dell'abbozzata copertina).
Confesso che speravo in un
ritorno allo steampunk dei primi due volumi, ma chiaramente quel
filone sembra per Moore esaurito: l'ambientazione africana è
tuttavia interessante, così come la rivisitazione degli anni '60,
con ogni probabilità dissacrante e anti-nostalgica.
Ovviamente non appena
verrà tradotto sarò il primo a proporre le annotazioni: dopo una
pausa dall'odissea di Providence sono curioso di approcciare un
lavoro più leggero e “alla mano”.
Tra i fumetti italiani il
Progetto Radium dopo diverse campagne di crowdfunding su Indiegogo
sudate&meritate al momento tace, ma sono fiducioso su nuovi
progetti in vista del 2018.
“Shadow Planet”
intanto si rumoreggia possa avere un adattamento cinematografico e io
dal mio canto sono pronto a sostenere qualsiasi campagna di raccolta
fondi volessero lanciare.
E' francamente difficile
anticipare quali libri aspettarsi dal 2018.
L'industria
cinematografica è in grado di proporre una ragionevole scaletta, i
fumetti pure, i videogiochi non ne parliamo, i giochi da tavolo con
le campagne Kickstarter ancora di più... e i libri, niente, le case
editrici sono incapaci di annunciare una programmazione coerente.
Fanno eccezione alcune
piccole case editrici di genere, così come all'opposto i grandi
titoli mainstream di attori, Youtubers e feccia varia. Mi sembra una
mossa stupida, perchè impedisce di creare quell'hype,
quell'aspettativa che permette le vendite di un libro. I lettori in
Italia non devono solo lottare per vedere alcune traduzioni, devono
letteralmente cercarle nel catalogo, tra prenotazioni via Amazon e
riferimenti fluttuanti sui gruppi.
Zona 42 is on fire:
quest'anno ha debuttato con alcuni titoli interessanti, che ho avuto
il piacere di comprare direttamente in libreria, senza doverli
nemmeno ordinare. Qui a Trieste sono ragionevolmente diffusi nella
sezione fantascienza di tante librerie, una luce nel tunnel
dell'ennesima ristampa di Philip Dick, di Asimov, ecc ecc.
Avevo iniziato a leggere
“Laguna”, della nigeriana Nnedi Okorafor a novembre, ma ho dovuto
metterla da parte in favore di altre, più urgenti letture. Sono
ancora indeciso su come giudicare il romanzo, ma è senza dubbio
qualcosa di diverso dal solito, oltre che un fondamentale excursus
nell'altrimenti assente (in Italia) afrofuturismo.
Per il 2018 Zona 42
continua a promettere meraviglie imprevedibili, a partire dalla
pubblicazione di un altro italiano, Stefano Paparozzi. Si tratta di
un romanzo di fantascienza “di madri e figlie, di scienza e
religione, di crescita e dolore e speranza”. Ancora una volta,
evidente lo sforzo tenace con il quale Zona 42 cerca di “staccare”
il genere dai suoi tecnologici stereotipi per catturare un pubblico
non per forza interessato solo e soltanto alla fantascienza.
Un'altra novità
inaspettata è l'annuncio della pubblicazione di un'opera fantasy
tout court, anche se permane il mistero sull'autore, le
modalità e la tipologia. Mi sembra un passaggio naturale se si
considera il catalogo già eclettico della casa editrice.
Il 2018 sarà l'anno di
Conan. Cioè, per quella ristretta fascia di lettori in Italia che
legge Howard dalle pagine ingiallite delle produzioni di nicchia.
Pochi, ma buoni. Selezione naturale, come piacerebbe all'irsuto
barbaro dalla Cimmeria.
La Dagon Press ha un
catalogo difficile da navigare, essendo su blogspot e Lulu, ma
pubblica materiale davvero interessante. Tempo e risparmi
permettendo, mi piacerebbe analizzare gli “Studi Lovecraftiani”
così come la loro più recente pubblicazione, “Zotique”.
Non ho sotto mano il post,
ma la Dagon Press dovrebbe pubblicare degli inediti di Howard nel
2018. Prendetelo cum grano salis, ma è quanto avevo letto sul
gruppo di Letteratura Weird su Facebook.
Sempre in ambito
howardiano, la casa editrice Elara aveva annunciato “Il Signore di Samarcanda e altre storie”: cinque romanzi brevi orientaleggianti
tra cui figura la prima storia di Red Sonya, guerriera in realtà con
Howard molto più credibile e tridimensionale che nelle porcellose
raffigurazioni successive.
Providence Press svolge in
questo revival la parte del leone con due uscite inedite: “Kirb O'
Donnell Cacciatore di Tesori” a gennaio 2018 e il primo volume
della saga di El Borak a ottobre 2018. Non ho ancora letto nulla di
questa casa editrice, complice un prezzo eccessivo, ma sembrano due
uscite interessanti.
La quantità di materiale che si continua a
scoprire di Howard rende la sua morte per suicidio ancora più
tragica... ci ha lasciato davvero un'eredità di storie e
immaginazione tragicamente sottovalutate.
El Borak, secondo Tim Bradstreet |
La
Independent Legions è stata tra le case editrici “minori” che ho più recensito nel 2017, un trend che non vedo interrompersi nel 2018
ormai vicino.
Il nuovo
anno sembra divorare grandi quantità di horror a partire dalla
riedizione di “Cadavere Squisito”, di Poppy Z. Brite, romanzo di
fine millennio raffinato e cannibale, ambientato nelle profondità
umide di una New Orleans mai così decadente.
John Skipp fu a fine anni '80 e inizio anni '90 una delle meteore del movimento Splatterpunk e nel 2018 dovrebbe uscire un suo romanzo del 2006, “The Long Last Call”. Il protagonista è un luciferino uomo d'affari che inizia a seminare discordia in un strip club, un dollaro alla volta.
Restando nell'ambito, è stato anche annunciato “The Bridge”, di John Skipp e Craig Spector: horror ecologista del 1991, considerato una rivisitazione del film “The Crazies”, di Romero.
Laymon è considerato dalla Independent Legions un padre putativo e di conseguenza non deve sorprendere che nel 2018 uscirà tradotto un altro suo romanzo, “Night in the Lonesome October”, un'opera basata più sulle atmosfere e le psicologie che sullo splatter (un caso raro per Laymon!).
Dovrebbe anche uscire nel corso dell'anno “The Midnight Tour”, il terzo e conclusivo romanzo della serie della “Casa della Bestia”.
La saga di
Hellraiser, in perfetta congiunzione con l'uscita del nuovo film,
continua anche in Italia con “Hellraiser: The Toll”, di Mark Alan
Miller. Stretto collaboratore di Barker e già raffinato autore dei
fumetti dedicati al Cenobita, Mark Alan Miller ha accettato di
scrivere un romanzo che prosegua le avventure di Kirsty Cotton, nel
contempo preparando il terreno per quell'ascesa al potere di Pinhead
descritta nei “Vangeli di Sangue”.
Caleb
Battiago è lo pseudonimo per Alessandro Manzetti, il vulcanico
editore della Independent Legions. Nel 2018 dovrebbe uscire il terzo
volume di una trilogia esordita anni or sono con il patrocinio di
Alan D. Altieri: “Samsara – Il Ritorno del Messia”. Il primo
romanzo trattava il tema della carne con “Naraka – L'Apocalisse
della Carne”, il secondo il tema del sesso, con “Shanti – La
Città Santa”, il terzo infine toccherà il tema del sentimento
religioso.
Cannibalismo
distopico, se lo si deve riassumere con due termini.
Le antologie
sono sempre le benvenute, grazie alla possibilità di pubblicare più
autori e nel contempo di soddisfare più gusti, più alternative al
singolo romanzo che può intimidire.
A marzo 2018
dovrebbe uscire la raccolta “Shining in the Dark”, curata da
Hans-Ake Lilya, il gestore del portale “Lilya's Library”, uno dei
siti più visitati e longevi sul web dedicato a King.
La raccolta
appare come una collezione notevole di racconti altrimenti
introvabili, tanto in originale quanto in italiano: dal “Blue
Compressor”, di Stephen King, pubblicato solo sull'Heavy Metal
degli anni '80, alla storia di Clive Barker “Pidgin and Theresa”
del 1993 e molti altri.
A settembre 2018 dovrebbe
uscire l'antologia “Il Libro degli Orrori”, una selezione
prestigiosa di Stephen Jones, che annovera tra le tante gemme Caitlin
Kiernan (finora ignorata dal mercato italiano), Stephen King, Lisa
Tuttle (autrice erroneamente considerata “fantasy” in Italia),
John A. Lindqvist, Ramsey Campbell e... non vi basta?
Edward Lee è
un altro peso massimo dello splatter, noto per certe efferate scene
di certi efferati romanzi. Nel 2018 verrà pubblicato “The
Bighead”, un'altra opera cardine dello scrittore. Ne aveva scritto
Zweilawyer, ormai anni e anni or sono e mi era rimasto impresso
quanto la prosa di Lee sia efficace nel riprodurre la parlata
sgrammaticata dei suoi redneck psicopatici.
Non vorrei
essere nella mente del traduttore, sarà una bella sfida...
L'autrice
(ora autore) Poppy Z. Brite vedrà poi pubblicato nel corso del 2018
altre due sue opere, rispettivamente “Lost Souls” e “Guilty but
Insane”. Nel primo caso è un sequel al romanzo vampirico “Disegni
di Sangue”, uscito nel 2017; nel secondo caso si tratta di un
diario autobiografico del 2001 incentrato sulla vita dell'autore e
sulla città di New Orleans nel 1990.
Uno dei
romanzi maggiormente originali del catalogo è “This Symbiotic
Fascination”, prima opera del 1997 della scrittrice Charlee Jacob.
A giudicare dai lamenti su Goodreads, il romanzo merita appieno la
definizione di “horror estremo”...
Concludiamo
infine con un'opera italiana, “Messa Nera”, di Paolo Di Orazio e
Caleb Battiago.
La cover
sembra promettere demoni e rituali, ma non ho trovato una sinossi,
quindi non resterà che attendere maggio 2018 per saperne di più...
Prima di
passare a film e serie tv non posso non accennare un paio di righe al
mondo dei giochi di miniature e dei wargames tridimensionali. Ci
vorrebbero pagine su pagine per elencare la valanga di materiale in
arrivo, tra vecchie glorie e progetti avveniristici.
So che a
molti lettori non interessa e va bene così, perchè questo è un
blog essenzialmente di riflessioni e recensioni letterarie. Tuttavia
devo segnalare obbligatoriamente il ritorno su Kickstarter di
Confrontation! A inizi 2000' il gioco di miniature della casa
francese Rackham aveva le miniature più belle mai prodotte prima
d'ora, capolavori di grazia e vigore marziale: miniature che
anticiparono nell'arte e nei kit innovazioni che sono state raggiunte
dalla Games Workshop solo molti anni dopo. Il background
dell'universo di Confrontation era altrettanto interessante, così
come il loro spin off di ruolo, “Cadwallon”: mondi ricchi
e credibili, con le loro culture e influenze esotiche.
I goblin della
Rackham, ad esempio, erano una rielaborazione della cultura
cino-giapponese, mentre i nani erano mostruosità effettivamente
deformi, oltre che steampunk ante litteram. Senza addentrarci
nel capolavoro che era la razza dei Wolfen, gli Orchi, gli Alchimisti
di Dirz...
Contemporaneamente
“Cadwallon”, l'azienda russa che aveva iniziato a recast(are)
autonomamente le miniature della Rakham, ha annunciato un proprio
gioco e un proprio Kickstarter, “Legends of Signum”, una copia
carta carbone di Confrontation. Chiaramente si vuole battere sul
tempo l'azienda francese che detiene il copyright, con un “proprio”
gioco ispirato alla Rackham.
Mi va più
che bene, in ogni caso siamo noi giocatori a vincere dalla
competizione in atto...
Un film o
una serie tv hanno un'importanza relativa in sé, ma acquisiscono un
immenso potere quando hanno un successo di massa. Certo, anche i
fumetti e i videogiochi hanno modo d'influenzare le mode del momento,
ma il predominio dell'audiovisivo resta fondamentale.
Forse solo
la parola scritta – il romanzo di successo – è altrettanto
pervasiva.
La
diffusione dello Starbucks negli Stati Uniti ha permesso ad esempio
la diffusione di una cultura del caffè inesistente in America,
permettendo a diverse nicchie di produttori e distributori indie
di farsi strada. In altre parole il colosso Starbucks ha creato un
mercato con i suoi clienti, a sua volta permettendo alle piccole
aziende di caffè di ampliare il proprio giro d'affari.
Alcune
correnti e alcune tematiche di genere, spostandoci dai beveraggi
all'industria culturale, seguono identici meccanismi. Senza il
successo mondiale del “Signore degli Anelli”, a inizi '2000, non
ci sarebbe stato spazio per la valanga di romanzi fantasy che hanno
in seguito affollato le librerie. La trilogia di Jackson ha creato –
o meglio rinnovato – un mercato fino ad allora incentrato sulla
moda dei vampiri degli anni '90. E parlando di succhiasangue,
“Twilight”è la merda della merda, ma quantomeno ha permesso di
rilanciare l'horror vampiresco. E lo stesso ragionamento potrebbe
funzionare per gli zombie con l'altrimenti dimenticabile “Walking
Dead”.
Quello che
mi entusiasma del nuovo film neozelandese “Macchine Mortali”,
diretto da Christian Rivers e prodotto da Peter Jackson è la parola
a cui sta venendo associato: “steampunk”.
Il film è
ambientato in un mondo post apocalittico dove le poche risorse
vengono disputate tra città stato montate su ruote, semoventi
mostruosità di metallo e ingranaggi. Le città grandi mangiano le
città piccole e le capitali, come Londra, sono autentici mostri
mangia capoluoghi.
Tutto questo
è “steampunk”? Well, potremmo discuterne.
Io definisco
lo steampunk come un genere della fantascienza dove l'avanzamento
tecnologico avviene all'interno di una civiltà vittoriana. Non deve
per forza essere ambientato ai tempi della Regina Vittoria, come non
dev'essere per forza una tecnologia a vapore. L'estetica tuttavia
dev'essere vittoriana o quantomeno edoardiana. Accetto come al
confine tra i generi persino uno steampunk con l'estetica del
1918-19, ma la mentalità e i costumi devono risultare retrò, legati
ai valori e all'etica di un mondo perduto compreso con generosità
tra il 1815 e il 1918.
“Macchine
Mortali” risulterà steampunk quanto più la città “Londra”
risulterà caratterizzata da una mentalità e un'atmosfera
vittoriana.
La chiave
sta tutta nel successo o meno di “Macchine Mortali”.
Se il film
riuscisse a sbancare al botteghino, sarebbe lecito sperare nel
rilancio della parola “Steampunk” con tutto ciò che concerne gli
indie e le piccole produzioni in Italia e nel mondo
interessati a questo genere. Lo Steampunk aveva raggiunto una
popolarità notevole nel 2007, ma è ormai in declino, circoscritto a
una nicchia attiva, ma pur sempre una nicchia. “Macchine Mortali”
funzionerebbe in tal senso come un formidabile volano per le vendite,
facilitando la vendita della fantascienza retrofuturistica in tutte
le sue forme. Il film tuttavia deve sbancare i botteghini nella
maniera più assoluta e feroce, senza concedere prigionieri: deve
diventare un trend, una mania, il film di cui tutti parlano.
Al momento,
l'uso della parola steampunk nelle testate mainstream è fortemente
positivo.
Le rassegne
dei film in uscita nell'anno venturo sono una faccenda delicata.
I
film che dovrebbero uscire nel mondo sono diversi dai film che
dovrebbero uscire in Italia e a sua volta sono diversi dai film che
si vorrebbe finalmente vedere, ma che si perdono di anno in anno nel
dimenticatoio.
A questa
lista aggiungerei volentieri quanti e quali film sarebbe interessante
vedere se uscissero dal purgatorio di una distribuzione talmente
sporadica da sfuggire persino un mezzo di promozione disperato quale
la pirateria. Ad esempio aspetto dal 2016 il film fantasy “I nani
di Demrel”: l'opera è terminata e ha fatto un giro preliminare tra
i backers del Kickstarter e i festival, ma gli sviluppatori non hanno
modo di riversarlo in dvd e blueray. Senza un servizio interessato a
distribuire il film, l'opera giace sul fondo del cassetto. A pity.
Sembra
imminente l'uscita nel 2018 di “Hellraiser: Judgement”. Il film
ha ricevuto l'approvazione del vate Clive Barker e appare diretto
dall'esperto in trucchi ed effetti speciali Gary G. Tunnicliffe.
I costumi e
la trama sembrano voler introdurre nuovi cenobiti e pittoreschi
personaggi infernali; mal che vada sarà quantomeno qualcosa di
diverso dalla macelleria a basso costo degli ultimi sequel.
“Mary
Shelley” era già uscito in America nel 2017, ma deve ancora
compiere il passaggio al blueray e alla distribuzione digitale (o
uscire nei cinema europei). E' un film biografico sulla giovane
scrittrice di Frankenstein. E' interessante, perchè stando ai
recensori recupera quell'elemento sovversivo, incosciente e selvaggio
proprio del Romanticismo. Di solito i film di costume sono per forza
di cose puritani e manierati, irrigiditi nei propri abbigliamenti;
chiunque tuttavia conosca il periodo saprà invece quali eccessi e
quale vitalità caratterizzasse il movimento.
Il remake di
Maniac Cop sembra imminente per il 2018. Si propone come un thriller
più che uno slasher e lo segnalo perchè prodotto da uno dei miei
registi preferiti, il dio del neon Nicolas Winding Refn.
Sono
sicuramente l'unico blog italiano a segnalarlo e non è motivo di
vanto: nel 2018 dovrebbe uscire “Sky Sharks”, una produzione
finanziata via Kickstarter che ruota attorno a un'invasione della
Terra a opera di nazisti zombie che cavalcano squali zombie volanti.
Lo so, lo so: deplorevole.
Sempre per
il gusto di far bastion contrario, il 2018 dovrebbe finalmente
permettere l'uscita di “Sandman”, il film horror con Iggy Pop
basato sulla novella dell'omino del sonno di Hoffmann. Dario Argento
alla regia: una notizia che vent'anni fa avrebbe fatto esultare gli
spettatori e ora suscita commenti velenosi. Io lo segnalo egualmente.
Sono tra i pochi assieme a Frusciante convinto che Argento può
tornare alla sua età dell'oro, anzi alla sua silver age.
Timo
Vuorensola, il direttore dell'incompreso “Iron Sky”, ci regala
per il 2018 il suo ultimo capolavoro, il sequel “The Coming Race”.
La terra
cava è in realtà abitata da nazisti. E ovviamente, come insegna
Verne ne “Il viaggio al centro della Terra”, l'ambiente tropicale
permette una fauna di dinosauri. Non dimentichiamo che ¾ dei leader
mondiali, secondo il film, sono rettiliani. Prima che urliate al
ridicolo, se il film sarà strutturato e motivato come “Iron Sky”
per me risulterà perfettamente accettabile. Sarà in ogni caso un
film molto più interessante dell'ennesimo sequel asfittico di
Jurassic Park.
Sempre di
dinosauri si tratta, non vedo dove stia la differenza.
Previsto per
il 2019, “Avenging Silence” è il seguito spirituale di “Valhalla
Rising”.
Un sicario
europeo dalle corde vocali danneggiate riceve l'incarico di
assassinare il più potente boss della Yakuza, ma per un incidente si
ritrova spiaggiato sulle coste giapponesi, senza direzione e
identità, con l'unico indizio di 4 segni – conquista, guerra,
carestia e morte – attraverso cui riconoscere il suo bersaglio.
Il film
vorrebbe pagare un tributo a classici come “Il Dottor No” e “Nova
Express”, ma trovo che sia una micidiale combinazione di tematiche
e regista: una cultura come quella giapponese ossessionata dal segno
inserita dentro un'altra cultura quale quella criminale a sua volta
caratterizzata da rituali e simbologie, infine filtrati dalla
sensibilità maniacale di Refn, abituato a infarcire ogni
inquadratura con simboli e rimandi.
Completamente
ignorato nel senso più assoluto del termine, “Blessed Virgin” è
il nuovo film di Paul Verhoeven previsto per il 2018. Dovrebbe
trattarsi della storia di sorella Benedetta Carlini, una suora del
1600 che si fingeva visionaria, in seguito accusata di omosessualità,
mendacia e altre accuse criminali. Con qualunque altro regista avrei
liquidato il film come l'ennesimo biopic, ma nel caso di
Verhoeven sento di andare sul sicuro.
“Hanagatami”
è l'ultimo film del regista Nobuhiko Obayashi, autore d'innumerevoli
classici tra cui “House” (1977). Il film dovrebbe trattare la
purezza della giovinezza corrotta dall'incontro con la guerra, negli
occhi di alcuni ragazzi giapponesi nel 1941.
“Freakshift”
è stato descritto dal regista Ben Wheatley come “donne con shotgun
che combattono granchi giganti”. Il film è ambientato in
un'immaginaria città dove mostri giganti emergono al calare della
notte per divorarne gli abitanti, che hanno reagito formando un team
incaricato di cacciarli ed eliminarli. E' stato descritto come
“fantascienza surrealistica”, ma non mi sembra così diverso
dalla trama di un anime. Sono un grande fan di “Free Fire” e “A
Field in England” pertanto sono cautamente ottimista...
“Beyond
the Black Rainbow” non è affatto il capolavoro che tanti
descrivono: un finale talmente abbozzato da risultare inesistente e
una certa pretenziosità di fondo lo appesantiscono oltre modo. Panos
Cosmatos rimane tuttavia un regista interessante e il suo nuovo film
previsto per il 2018 appare come un'opera schizzata sotto ogni
aspetto. “Mandy” propone Nicolas Cage come un pacifico padre di
famiglia intento alla vendetta dopo aver perso la moglie per mano di
una setta di fanatici guidati dal luciferino Jeremiah Sand. Il setting:
le montagne del Pacific Northwest del 1983.
Il film è stato descritto come una “Heavy Metal Story of Demon Bikers”.
“Mute” è
il nuovo film del regista Duncan Jones, autore di “Moon” e
“Source Code”.
Ho
finalmente recuperato il suo ultimo film, “Warcraft” e sono
rimasto sorpreso dalla qualità complessiva di quello che alla fine è
un adattamento da un videogioco. Non ho modo di commentare sulla
fedeltà alle fonti originali, ma si trattava di una produzione bene
lontana dall'orrore descritto dai critici. “Mute” è ambientato
in una Berlino fantascientifica del 2052, immersa nelle luci al neon
e nella nebbia propria di un Blade Runner anni '80. Duncan ha
descritto il film come un seguito spirituale a “Moon” e le
anteprime sembrano proporre una distopia insolitamente colorata.
Non guardo
per principio le serie tv, anche se sono consapevole di quante cose
mi stia perdendo e di come siano ormai sfumati i confini tra cinema e
televisione. Tuttavia, non posso non attendere con interesse “Altered
Carbon”, tratto dalla trilogia cyberpunk sotto steroidi di Takeshi
Kovacs e “The Witcher”, tratto... well, se leggete
Cronache Bizantine lo sapete. Nel secondo caso sappiamo come
Sapkowski sia stato coinvolto nello script della serie e sono
pertanto fiducioso nella resa generale.
Ci sono alte probabilità di
un disastro, ma insomma, guardiamo in faccia la realtà: sarebbe
davvero difficile far di peggio della serie tv polacca d'inizio 2000.
E il mondo dello Witcher non è nemmeno così costoso, nelle sue
quest di mostri e contadini spaventati...
Nicolas
Winding Refn dovrebbe anche curare una serie tv in uscita nel 2018,
“Too Old to Die Young”, ambientata nel sottobosco criminale di
Los Angeles. Dagli accenni criptici di Refn su Twitter sappiamo che
si tratterà di un “tragitto esistenziale dall'essere assassini a
diventare samurai nella città degli angeli”. Duelli all'arma
bianca e un possibile cross over con Neon Demon fanno
schizzare la serie tra le poche che attendo sul serio nell'anno a
venire.
6 commenti:
Sulla serie di "The Witcher" modererei gli entusiasmi.
Leggendo questa intervista ho avuto l'impressione (magari sbaglio eh) che il Sap. sia poco coinvolto in questa operazione:
https://jpn.up.pt/2017/12/18/andrzej-sapkowski-oeste-adaptacao-original-nunca-irao-encontrar/
Vedremo.
P.S: auguri per il prossimo anno a te e al tuo interessatissimo blog.
In bocca al lupo!
Benvenuto sul blog, Anonimo!
La fonte che hai citato è molto interessante e dal seguente passaggio (almeno con Google Traduttore) mi sembra evidente che Sapkowski (a) è disgustato dalla serie tv (b) non è stato coinvolto nella progettazione.
Il che è dannatamente triste, anche se va considerato che Sap è un po' un trollone, adorabile, ma trollone.
"Apesar de não se querer envolver no desenvolvimento, para além de fornecer o material de inspiração, a saga “The Witcher” foi adaptada numa série de videojogos com grande sucesso. Neste momento, a Netflix encontra-se no processo de pré-produção de uma série baseada nesta saga. Está envolvido neste projeto de alguma maneira?
Em todas as adaptações, seja a primeira ou a última, nunca estou envolvido no seu desenvolvimento. Do meu ponto de vista, o livro é o livro e a adaptação é a adaptação. Como Kipling disse sobre Este e Oeste: “Este é Este e Oeste é Oeste, e nunca os dois se irão encontrar”. A adaptação e o original nunca se irão encontrar. Nunca. A adaptação deve ser feita pelos adaptadores. É tudo o que tenho a dizer quanto a isso porque, como deve saber, a Netflix assinou um contrato comigo onde está discriminado explicitamente que qualquer informação relativa à produção que eu divulgue irá resultar numa penalização financeira severa. O que é bom para mim, porque não sei uma merda. Por isso, não posso dizer nada.
Então não está envolvido de nenhuma maneira nesta produção?
Absolutamente. E vai ser sempre assim. A Netflix esqueceu-se de incluir a minha opinião pessoal no contrato e a minha opinião pessoal é de que não sei, e nunca quererei saber, nada sobre a produção."
Vacci sempre leggero, Sapkowski... :-D
"O que é bom para mim, porque não sei uma merda."
Ero rimasto che Sapkowski avrebbe lavorato come "creative consultant", quindi me ne dispiace parecchio.
Mi piacerebbe che riuscissero a tirar fuori qualcosa che sia coerente con quanto costruito con la saga videoludica e nel contempo "diverso", con una sua identità. Troppe aspettative...
Buon anno anche a te! (e grazie dei complimenti)
All'epoca assistetti alla morte di Confrontation.... Oggi voglio contribuire al suo ritorno, quando ci sarà la possibilità!
Macchine mortali mi intriga, proprio oggi ho visto il trailer...
Per il resto ci becchiamo nel 2018!
Buon anno :D
@Marco Grande Arbitro
Buon anno nuovo! :-)
Ho assistito anch'io alla morte di Confrontation, per cui speriamo sia la volta buona. E si vocifera anche che la Cyanide (l'azienda di videogiochi che deteneva i diritti della Rackham) voglia finalmente vendere la proprietà di A-43, quindi c'è la possibilità che ritorni anche il "gemello" fantascientifico.
Non ho letto Laguna, ma almeno un'altro esempio di sf africana l'ha pubblicato anche Future Fiction. Il racconto di per se non era eccezionale, una sorta di cyberpunk distopico, ma ambientato a Lagos anziché NY e quindi un po' più fresco.
@Marco Stabile
Ehilà Argonauta! E' bello rivederti tra i commentatori.
Conosco un pochino la Future Fiction, volevo recuperare il loro racconto pubblicato con Viscusi, "Memehunter".
Non sapevo della storia, hanno un catalogo interessante, anche se mi piacerebbe pubblicassero qualcosa di più corposo...
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