L'atteggiamento
di Roosevelt nei confronti dell'Unione Sovietica era piuttosto
arrendevole, questo lo sappiamo tutti. Stretto tra le due potenze,
Churchill si sentiva come la Polonia in un conflitto globale. Come
ogni politico abile, Roosevelt considerava l'Unione Sovietica uno
stato con cui trattare, concludere accordi e poter ragionare: una
potenza bruta, un po' stupida, sgradevole, ma dallo status
diplomatico riconosciuto. Dall'opposizione politica all'opposizione
ideologica si passa dapprima con Truman e non si tratta
necessariamente di un passaggio obbligato. La guerra fredda non era
inevitabile fino a quel punto; la tensione post conflitto avrebbe
potuto allentarsi, pur con l'ipocrisia della realpolitik. Sono
anni di ricostruzione post bellica e di finanziamenti ingenti
all'Europa. A retrospezione, è incredibile quanto riuscisse a
ottenere la Russia in popolarità con il minimo sforzo, e all'opposto
quanto l'America faticasse a imporsi con le più esagerate
elargizioni.
Il clima di
continuo scontro con il gigante russo, la guerra ideologica per
convincere il popolo americano che ci fosse un nemico ineliminabile,
inumano e mostruoso al di là della cortina di ferro deve aver
lasciato le sue belle cicatrici anche nelle generazioni più recenti.
Il crollo del muro risale a neanche trent'anni fa, siamo ancora
dentro generazioni su generazioni di menti addestrate a concepire
l'est come un'orda mongola pronta a invaderli. Psicologicamente, in
Europa, l'abitudine mentale a vedere nell'America la salvezza sempre
e comunque rimane molto forte. L'immagine è positiva, magari
incrinata dagli ultimi dieci anni di totale incompetenza, ma pur
sempre positiva. Non mi sto riferendo a vegliardi, a reduci, a
pensionati, ma semplicemente a persone che vivevano negli anni '70 e
'80 la loro giovinezza.
La
russofobia della Hillary Clinton nel corso della campagna elettorale
fa leva proprio su questo sentimento; è in effetti sorprendente non
sia successo prima. Il trauma di intere generazioni addestrate a
odiare qualunque cosa inizi con la R e termini con la A è una fonte
di voti a basso costo inesauribile. Il culmine dell'ipocrisia è
stato raggiunto nel corso del secondo dibattito, quando la Hillary ha
ricordato i poveri bambini uccisi dai bombardamenti russi.
Decisamente comico, considerando gli oltre quattro milioni di civili morti in Medio Oriente dalla guerra del Golfo, agli interventi di
Clinton negli anni '90, all'attuale situazione, dove i bombardamenti
in Libia hanno ricevuto la benedizione e il pieno appoggio della
Hillary Clinton. Mi chiedo se sia questo il modo di difendere i
bambini e le donne di cui la Hillary si dichiara protettrice.
Ovviamente, prima che vi disiscriviate e andiate a lamentarvi su
forum&social, questo non è un articolo a favore di Trump.
E' un uomo
disgustoso e miserabile, esattamente come miserabili sono Putin ed
Erdogan. A questo proposito trovo che Slavoj Zizek colpisse nel segno
quando ha definito una farsa l'ostilità tra Russia e Turchia,
considerando le sorprendenti somiglianze di governo e nazionalismo
(da cui il nomignolo che ha causato la crocifissione mediatica di
Zizek: “Putogan”). E' anche vero, dall'altro lato, come i
pericoli che rappresenti Trump siano già tutti presenti
nell'establishment liberale statunitense.
Quale
minaccia rappresenterebbe Trump, se tutti gli elementi che rischia di
attuare sono già in atto da decenni negli USA?
Sotto
l'amministrazione Obama, come rilevava Chomsky, non si è verificato
nessun allentamento nella corsa nucleare, anzi. Il concetto di mutuo
disarmo della guerra fredda è stato abbandonato e le spese sono
aumentate. Mentre Trump ha dichiarato nel primo dibattito presidenziale come il ricorso all'arma nucleare sia da escludere a
priori, anche nel caso di una difesa, Obama non ha mai fatto un passo indietro nel campo nucleare. Gli si può al più riconoscere di non
aver armato le forze ucraine in funzione anti-russa due anni fa, ma
questo è il limite del pacifismo obamiano.
Come ha
osservato l'esteso studio sull'uso dei droni di The Intercept, Obama
ha mosso quasi più guerre di Bush, con un record di assassini
silenziosi. I missili termobarici in uso con i droni contengono
polvere di alluminio fluorurato tra il contenitore del missile e la
carica di esplosivo. Quando il missile esplode, la polvere si spande
nell'aria bruciando ad alte temperature.
L'obiettivo
colpito viene incenerito all'istante, mentre i civili nell'area
bruciano come zolfanelli.
Ci si può
chiedere quale sia la differenza tra i roghi dell'Isis e i roghi di
un missile Hellfire, o quale sia la differenza tra i roghi dei
missili Hellfire di Obama e i futuri roghi dei missili Hellfire di
Clinton. Stando ai dati del 2015, nel 90% dei casi le campagne con i
droni uccidono civili innocenti, bruciandoli vivi. Questo è un
genere di azione che proseguirà sotto l'amministrazione Clinton, i
cui più forti sostenitori dell'ultima ora sono proprio quei neocon
che sostenevano senza sosta Bush e l'invasione dell'Iraq.
Considerando il rifiuto del nucleare da parte di Trump, quale sarebbe
la politica guerrafondaia che dovrebbe perseguire? C'è già
un'escalation, c'è già un bombardamento di civili. Immagino che
l'etichetta liberale applicata a Clinton e Obama giustifichi
l'uccisione d'innocenti.
Una linea di
politica presidenziale perfettamente in linea con le precedenti
amministrazioni liberal: sostenere la guerra in Vietnam/Medio
Oriente e nel contempo agire da progressista nel campo interno.
Mostrarsi femminili e aperti sul fronte interno impone per avere
l'appoggio dei repubblicani in Senato una politica virile e
aggressiva all'esterno: lo vediamo dagli anni '60.
Certamente
Trump è razzista e misogino. Questi non sono solo tratti distintivi
del suo amabile carattere, sono anche fondamenta di tutta la campagna
repubblicana. L'odio verso le donne di carriera, le donne single,
messicani, neri, ebrei sono pietre angolari del successo di Trump.
Esattamente com'erano fondamenta delle precedenti campagne
repubblicane: chiedete alla Palin nel periodo della corsa alla
presidenza contro Obama vs McCain. On passant, andrebbe notato
come nell'occasione la Hillary, anch'essa candidata, continuasse a
insinuare come Obama fosse un musulmano, bugia che una volta messa in
circolazione ha trovato terreno fertile tra i repubblicani, assieme
all'idea che siano tutti rettiliani, che abbia un anello con sopra
scritto io-amo-l'islam e altri complottismi. Sorrido, pertanto, al
vedere sui giornali i repubblicani distanziarsi da Trump perchè
sessista e razzista. Fox News per ormai un abbondante decennio
continua a trasmettere gli identici catechismi dell'odio che Trump va
predicando da neanche un anno. Non è il caso di prendere le distanze
da chi è pericoloso, è il caso di prendere le distanze da una
possibile concorrenza.
Come
osservava l'altrimenti fazioso documentario The Brainwashing of My Dad, Fox News, assieme
alle trasmissioni radiofoniche ultraconservatrici continuano a
vomitare insulti e odio da ormai diversi anni. In occasione degli
attentati a Parigi, pur non avendo giornalisti sul posto, affermavano
che interi quartieri della capitale fossero monopolio di gang
islamiche, aree sottratte alla giurisdizione francese. Di fronte a
una simile catena di bugie proposta dalla fine degli anni '90, perchè
meravigliarsi di fronte a Trump? La sua misoginia è perfettamente
allineata con i leader repubblicani.
Arnold Schwarzenegger, tanto per citare
uno dei repubblicani contrari a Trump, era altrettanto sessista nella
sua corsa alla carica di Governatore della California. Non bisogna
perciò meravigliarsi se è stato uno scandalo sessuale con la
cameriera a impedirne l'ascesa (erezione?) politica.
Non appena vedi una bionda con delle grandi tette e un grande culo, ti dici subito “Hey, dev'essere stupida o non avere nient'altro da offrire lì sotto”, che magari può essere il caso, molte volte. Ma poi ti capitano ancora delle volte in cui è tanto intelligente quanto sono belle le sue tette, vincente tanto quanto la sua faccia è figa, bella esattamente come tutto il suo corpo sembra meraviglioso e così, lo sai, le persone rimangono scioccate.
Queste non
sono le chiacchiere da spogliatoio (locker room talk) di
Trump, è un'intervista di un attore famoso, un'icona del cinema,
pronunciate intenzionalmente all'Esquire nel luglio 2003.
Perchè
Trump sì, e Arnold no?
Il sessismo
è semplicemente endemico alla scena politica, vederlo solo in Trump
è pura ingenuità.
D'altronde,
nella scena italiana non dovremmo certo sorprenderci: basti leggere
la gran parte delle Pagine Facebook per incontrare quell'identica
misoginia e quell'identico razzismo che gli stessi utenti poi
“aborriscono” in Trump. Gli articoli dell'Oltreuomo, Pastorizia, Spotted, Gli uomini sono le nuove donne, le varie pagine sulla Friendzone, senza citare i diversi gruppi o il
Forum dei Brutti. Il sessismo di queste pagine riflette il sessismo
di Trump, nemmeno se ne differenzia granché: entrambi direbbero ad
esempio che è “solo” ironia. Dopotutto, una pagina femminista
che seguivo, piuttosto interessante, è stata chiusa solo per aver
postato svergognandoli uno screen dove due ragazzi discutevano
quale fosse il modo migliore per stuprare una ragazza sedata (Bill Cosby docet). Ma non era un
problema, tranquilli: stavano solo scherzando, era tutta “ironia”,
black humor, satira “intelligente” ecc ecc
King of the Hill(lary)
|
Altri
esempi? Perchè non discutiamo di Melania Trump, la moglie?
Non è
interessante come il femminismo della Hillary – un femminismo che
non sembra avere remore a vendere armi all'Arabia Saudita –
scompaia come la rugiada alla mattina quando si tratta di Melania
Trump. Ancora una volta: come il marito, anche Miss Trump è una
persona orribile sotto ogni profilo, dall'umano, al morale, allo
psicologico, al politico. Al di fuori dell'azione politica, tuttavia,
non la conosco. E non vedo perchè debba, come hanno fatto i
sostenitori della Hillary, procedere a una sistematica persecuzione.
Quindi, sì,
andrebbe osservato come definire Melania Trump una “bimbo”
illetterata dall'Est Europa, “con le tette e nulla più” è un
insulto sessista, così come lo è andare a spulciare il suo record
di studi in Slovenia, a Ljubljana, addirittura pubblicandoli per
aggiungere altro fango alla gogna mediatica. Lo stereotipo etnico
prevede che Melania sia stupida (= perchè dell'Est), ma
incredibilmente bella, conseguentemente ultrasessualizzata (= una
bambola). Al di fuori della politica, lo vediamo nel modo e nelle
frasi con cui si parla della Sharapova, che a sentirla descrivere
dagli appassionati non è un essere umano quanto un oggetto sessuale,
una marionetta di carne da cui sbavare dallo schermo della Tv.
Ancora: non
mi interessa difendere Melania Trump, piuttosto osservare l'ipocrisia
di quei media liberali che rimproverano a Trump di essere sessista...
e si comportano da sessisti verso sua moglie.
La
russofobia all'inizio dell'articolo torna qui in pompa magna, perchè
essendo Melania slovena, è dell'Est e se è dell'Est, è russa e se
è russa è comunista... questa serie di nessi causali senza ne capo
ne coda non sono il prodotto di repubblicani malati, è quanto mi
sorbisco sui giornali liberal dall'inizio della campagna.
Come negli
anni '60 e il Vietnam, è commovente come non siano mai le persone
che scatenano le guerre a subirne gli effetti. Mi chiedo ad esempio,
quali degli hipster-radical-chic-leftisti che sostengono interventi
militari e pugno di ferro contro Mosca e Medio Oriente andranno
effettivamente in guerra. Nessuno, va da sé: nelle little wars
di Bush senior e Bush junior sono state le classi povere a finire sul
fronte, quelle stesse famiglie bianche impoverite che ora votano
Trump.
Quali, di
questi tecno-impasticcati alla Wired, di fotografi Instagram e
“creativi” che condividono un post dietro l'altro contro Trump
andranno in guerra?
– Ah. Hu. Sì, certo. Ma dopo, chi twitterà al posto mio? Chi guarderà le nuove serie tv? Chi... no, guarda, meglio che ci vadano i poveri al mio posto. Tanto sono solo redneck idioti. Cosa? Ci vanno anche gli afroamericani che difendevo nei miei post come “perseguitati dal razzismo”? Beh, al diavolo, sarà per loro un'esperienza formativa. –
Immagino
mentalmente un dialogo del genere.
In effetti,
anche qui in Italia ormai l'espressione “analfabeta funzionale”
sta divenendo un nuovo epiteto per qualunque cosa sia in contrasto
con lo status quo. Come la borghesia razzista di fine '800, si
preferisce oggigiorno dire che è “stupido”, piuttosto che
“povero”, parlando addirittura di togliere voti a chi non è in
grado di votare. Sono discorsi che un secolo fa avremmo trovato in
bocca solo agli ultra-reazionari e in condizioni ben più terribili
di queste, tra analfabetismo di massa e contadini succubi delle
istituzioni ecclesiastiche.
Intelligenza
e stupidità non sono che nuovi termini per il vecchio conflitto di
classe.
Sempre in ambito nostrano, per ricollegarci al discorso precedente di Melania,
la Raggi è una cattiva sindaca perchè non si trucca abbastanza e di
conseguenza non è abbastanza “femminile”.
A cosa serve
che piagnucoliate sulla bambola gonfiabile di Salvini, se dopo
condividete misoginia del genere dal giornalismo mainstream?
L'abbraccio
di Michelle Obama nei confronti di Bush Junior è un altro esempio di
doppio peso, doppie misure. Se davvero la dinastia Obama era
interessata a lanciare un gesto simbolico, perchè non abbracciare
Tyler Ziegel?
Ziegel con la moglie al momento del matrimonio, dopo 3 anni di chirurgia/Michelle Obama con Bush, dopo dieci anni d'ipocrisia |
Ziegel era
un marine in servizio in Iraq nel 2004, quando ha ricevuto tali
ustioni da trasformarlo in una grottesca maschera di carne. E' in
seguito morto per un incidente, dopo aver assunto eroina,
antidolorifici e alcool in quantità massiccia. Non è stato Putin a
spedire Ziegel in guerra, ma un certo aspirante genocida che vedete
qui sorridente, abbracciato da Michelle.
Cara first
lady, perchè non stringi anche la mano alle tante protesi dei
migliaia di soldati mutilati da oltre un decennio di guerriglia in
Iraq e Afghanistan? Troppa fatica, troppo impegno. Certo non può
farlo il marito, troppo occupato a bombardare l'ennesimo staterello straccione, lo Yemen stavolta.
Senza
dimenticare che questi stupidi di veterani spesso votano “comunista”,
cioè il moderato liberal che era Bernie Sanders, o dopo il
tradimento di quest'ultimo, Trump.
L'atteggiamento
sul tema della tortura da parte di Trump è certamente riprovevole,
sconsiderato, disgustoso. Tuttavia non c'è alcun rischio che Trump
riporti la tortura in auge, semplicemente perchè viene già
abbondantemente usata, dai tempi dello scandalo di Abu Ghraib, a
Guantanamo, allo scandalo del waterboarding. I repubblicani
non hanno mai nascosto la loro predilezione per il fine che
giustifica i mezzi, mentre dall'altro la stessa amministrazione
liberale non indietreggia all'idea di usare la tortura. Con metodi
meno eclatanti, certo, magari in altri stati vassalli, ma pur sempre
in uso. E senza voler rigirare il coltello nella piaga, quel certo
Bush che vedete abbracciato da Michelle è uno dei maestri
torturatori nel campo.
Perchè,
come i veterani ora abbandonati da un'assistenza sociale inesistente,
Michelle non abbraccia gli ex prigionieri della CIA che ora soffrono
di stress post traumatico e tendenze suicide?
Sarebbe un
gesto certo più responsabile.
Sento della
gente urlare laggiù, in fondo, nel recinto degli haters.
Strepitano qualcosa a proposito della grande muraglia, di un certo
muro che Trump vorrebbe costruire. Ah sì, The Wall.
Non c'è
bisogno di preoccuparsi che Trump costruisca un muro al confine con
il Messico per l'elementare ragione che c'è già una barriera contro
i migranti. In questo momento sfoglio un National Geographic
sull'argomento, del maggio 2007. Di tutto un po': si passa da
barriere architettoniche contro i bagnanti, a barriere elettrificate
nello stile di Romero, a vere e proprie postazioni fortificate con
torrette e filo spinato. Una delle didascalie avverte che uno dei
compiti della polizia alla frontiera è di passare il “setaccio”
sulla sabbia, per individuare, il giorno dopo, eventuali
trasgressori. Non vi ricorda la caccia alla volpe? Queste colonie
inglesi sono molto più vicine alla madrepatria di quanto piaccia
loro pensare, anche se mai negli aspetti positivi.
Le fantasie
del muro di Trump non sono fantasie irrealizzabili, sono fantasie da
completare. Il muro c'è e per quanto sia disgustoso quanto Trump
stesso, lì rimarrà. Già che siamo in argomento, uno dei motivi
della migrazione messicana è la povertà causata dall'accordo Nafta,
che Hillary aveva sostenuto e Trump e Sanders respinto. E nemmeno si
dovrebbe piangere troppo il Messico, considerando come disponga al
confine del Guatemala di un muro tale e quale il confine a nord, per
“proteggersi” dai flussi migratori dal Sud America.
Il
giornalismo americano non ricerca mai l'obiettività, quando descrive
un avvenimento: la battaglia è sempre tra bene e male, tra salvati e
peccatori. Il bene è sempre oggettivamente giusto, il male è sempre
oggettivamente sbagliato. Ovviamente, non si può vedere di quanto
oggettivamente giusto c'è nel male, come non si può vedere quanto
di oggettivamente sbagliato c'è nel bene. Trump e Hillary, male e
bene. L'incapacità genetica di criticare uno dei candidati che pure
si supporta, ma al contrario la necessità di sostenerlo ad oltranza,
di difenderlo sempre e comunque, produce dei mostri. Manca in altre
parole qualsiasi autocritica e non nei fan, nei sostenitori, ma nello
stesso giornalismo pagato delle grandi testate (sul muro, più che
giornalistiche).
In questo
momento, se disattivassi AdBlock su un articolo che rimprovera Trump
di essere sessista verrei inondato di pubblicità di modelle
anoressiche proposte come unico modello possibile. Da un lato un
modello orrendo di attrazione sessuale, per di più ben al di sotto
della soglia dell'età adulta, dall'altro un modello di vita
distruttivo per le generazioni che guardano. E non sono queste
pubblicità sovvenzionate dal malvagio Trump, ma semplicemente la
pubblicità da almeno trent'anni a questa parte. Il problema non è
dunque Trump, è la struttura che l'ha accolto e gli ha reso
possibile prosperare. Quell'identico apparato che ora gli rimprovera
difetti che sa bene possedere strutturalmente.
2 commenti:
Grazie davvero per questo articolo. Penso le stesse cose, ma non sarei mai stato in grado di esporle in maniera così documentata e ben argomentata. Quando sul posto di lavoro, in pausa caffé, si chiacchiera di Hillary e Donald e io affermo le cose che tu hai appena descritto mi bollano come... "fascio" :)
Darò questo link a ben più di un/a collega.
Un caro saluto.
Benvenuto sul blog, Fumetti di Carta! :)
E' un onore averti tra i lettori, mi sono appassionato ad Alan Moore in parte grazie ai tuoi vecchi articoli e interviste. Perdona per i commenti in moderazione, ma ero via al Lucca Comics e in assenza di un padrone di casa metto sempre tutto in pausa, non avendo accesso a Internet.
Vedere certa gente sostenere la Clinton a spada tratta è sempre deprimente... Ho conosciuto qualche mese fa una barista serba e mi hanno velocissimamente ripassato la memoria su quanto "pacifisti" siano i Clinton, specie quando si tratta di procedere a bombardare popolazioni civili di altri paesi.
Ormai la corsa presidenziale è una cartina da tornasole per vedere l'affidabilità di una testata giornalistica: ad isolare ad esempio i titoli di testa del Guardian si ottengono risultati comici a dir poco... si fatica a pensare che sia giornalismo, anche per gli standard americani.
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