Nel corso della rivoluzione
francese molti dei caratteri del giacobinismo prima di venire
esportati all'esterno in forma di conquista militare (Napoleonica)
vengono spesso già assorbiti dai circoli della plebe urbana dei
diversi popoli confinanti, fatti propri da larghi ceti della bassa
borghesia e diffusi mediante una produzione sotterranea di libelli,
vignette e quelli che oggi definiremmo fumetti a violento intento
satirico (in effetti al cui confronto le attuali strisce son roba da
leccapiedi che godono del consenso di entrambe le parti).
In Austria, in quel
calderone che è Vienna, riescono a formarsi due circoli; il Barone
Andreas Riedel (ex di Leopoldo), dove troviamo un ufficiale, Franz
Hebenstreit; e il circolo del poeta fra massone Aloys Blumauer, i cui
contatti annoverano due importanti armatori navali. I due circoli
coinvolgono principalmente burocrati, fedeli del giuseppinismo di
ferro illuminista, piccolo clero, medici, intellettuali, qualche
studente fuori corso. Senza un reale appoggio se
non nei contadini (fondamentale alleanza fra città e campagna)
almeno nella plebe urbana (Bottegai e artigiani) il movimento è
presto destinato alla sconfitta.
Nell'estate del 1794 Riedel
e Hebenstreit decidono di passare all'azione: creano una Lega per
l'Uguaglianza antiaristocratica, redigono una professione di fede in
forma di poema, Homo hominibus, in cui auspicano: nuova legislazione
in favore dei diseredati, abrogazione delle vecchie leggi, un regno
dell'Uguaglianza, dell'Armonia e della Pace. E' un bel programma, se
non fosse che a conoscere gli intenti del circolo giacobino sono solo
un pugno di intellettuali. Le speranze di una sollevazione sono
realisticamente basse.
Nel giugno 1794
l'attivissimo Hebenstreit manda due membri del gruppo a Parigi, per
presentare i piani di sua invenzione per una temibile macchina da
guerra, che da Vovelle viene descritto come
"una sorta di carro irto di falci contro la cavalleria"
I due delegati vengono
arrestati dalla polizia francese che li reputa spie (sic), ma rilasciati da
Carnot.
Tuttavia l'arresto non passa insospettato agli occhi della
polizia viennese, che presto riesce a rintracciare il circolo e a
risalire ai suoi membri, che vengono sistematicamente stanati e
denunciati.
Hebenstreit viene catturato
e processato: l'Imperatore desidera una giurisdizione eccezionale per
eliminarlo al più presto, ma gli indispettiti giudici, formati nel
periodo delle monarchie illuminate, gli fanno piccati osservare che
si può condannare per dei fatti, non per le idee.
Hebenstreit viene
però fregato dalla sua invenzione (il carro!) e condannato a morte.
E' da qualche giorno che mi
chiedo su qualche potesse essere questa "macchina da guerra irta
di falci". La prima immagine che ho tirato fuori è stata il
carro da guerra di Da Vinci, improbabile marchingegno di morte,
poiché le falci finirebbero per danneggiare i cavalli stessi.
Siamo nel 1794, dunque è
stata inventata la spoletta volante da John Kay nel 1733, la
sgranatrice meccanica dell'americano Ely Withney nel 1790, si va
affermando il filatoio meccanico, con impressionante boom
dell'industria tessile. Nel campo siderurgico il forno a riverbero di
Henry Cort (1783-84) e la macchina a vapore di James Watt (1769)
permette importanti passi in avanti. Tuttavia è stupido confrontare
Austria e Inghilterra nel campo tecnologico, considerando poi che
siamo ai prodromi della prima rivoluzione industriale. Serve a dare
un'idea, ma per immaginare il carro dobbiamo rivolgerci più al
clockpunk che allo steampunk vero e proprio.
Guerra di secessione stampunk. I lego ci stanno sempre. |
E' interessante senza dubbio
che il carro non fosse progetto di un artista, ma opera di un
militare, inviato apposta alla Francia come aiuto: possiamo quindi
legittimamente sperare in qualcosa di funzionale e intelligente. Io
sto (ovviamente) abbozzando il progetto di un racconto con infernali
testuggini metalliche che riducono a poltiglia rossa la feccia
zarista e asburgica, ma sono un caso (clinico) a parte, se trovate
qualche informazione in più avvertitemi.
Fonti: I giacobini e il
giacobinismo, di Michel Vovelle (Edizioni Laterza).
Nella bibliografia forse
maggiori informazioni sono disponibili in Walter Markov, I giacobini
dei paesi asburgici, Studi storici, III, anno 1962.
2 commenti:
Ah, quell'affare? Ecco cos'era. Ce l'ho a casa in garage. Se ti serve. Giusto dare un po' d'olio agli ingranaggi.
Grazie, passo a prenderlo non appena il valletto finisce di preparare il mio pallone aerostatico... :-D
Carro da guerra giacobino di Hebenstreit Vs Carro meccanico di Nicola... Chi vince? Però tu hai un lanciafiamme e la renna clockpunk, parto svantaggiato u__u
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