E' sempre interessante
constatare come alcune attese e aspettative possano venire facilmente
fraintese, sia dal popolino che dai mezzi d'informazione che dagli
alti quadri.
Prendiamo una fiera quale
Lucca Comics.
Una convention che,
essenzialmente, si propone di vendere fumetti e action figure.
Sì,
sì: giochi di ruolo e videogames, qualche spazio alla
narrativa fantasy, ma de facto il grosso viene ancora occupato dai
numerosissimi stand (indipendenti e non) di fumettari.
Il nucleo è quello. E non a
caso, ritengo che il Japan Palace ne sia in questo senso l'apice, il
pinnacolo.
In quell'affollatissimo spazio di un già affollatissimo
luogo, tutto converge: manga, visitatori, cosplay, anime,
merchandising, cibo-jappo-non-jappo.
Ed è interessante, che
nonostante la pubblicità sia concentrata in modo massiccio
sull'Ubisoft, sul nuovo Assassin's Creed, sulle ultime anteprime dei
filmetti della Marvel, su incontri tanto urlati quanto
superflui (Davvero gliene importa qualcuno, di parlare coi
doppiatori... Non gli attori, i doppiatori! De lo Hobbit? Suvvia...)
che insomma nonostante questa pantagruelica macchina pubblicitaria, il
nucleo rimangano venditori indipendenti, fumetti e prevalga la sostanza sulla forma.
In tal senso, il sabato
ricordo con un certo ghigno la flebile, se non scocciata risposta
della massa di nerd, che accalcati sotto il tendone della premiazione
dei cosplay terminavano gli slogan ormai meme della saga degli
Assassini. Mentre procedendo verso le mura qualche istante dopo
assistevo a una ben più calorosa accoglienza del gruppo di cosplay
di One Piece o ai complimenti entusiasti verso l'usuale spettacolo di
spade Jedi. Non voglio postulare una superiorità del cosplay, del
fumetto, dell'anime vecchio/ di nicchia, ma semplicemente constatare
che per una volta ho avuto la sensazione che più di una folla, si
trattasse di un assembramento, dunque caratterizzato da una certa
volontà, un certo suo specifico gusto.
Per carità, non voglio
idealizzare. I grossi finanziatori ci vogliono, non sono per forza
The Evil Empire, malvagi miliardari che vogliono maltrattare i loro
consumatori. E stiamo pur sempre parlando di una fiera, che nel
termine stesso include un'idea di forte commercializzazione. Esistono
mecenati ben più biechi della Ubisoft e col tempo arriverò
probabilmente a guardare con nostalgia all'onnipresente Credo
dell'Assassino. Tuttavia, preferisco per il momento profili bassi e
incisivi quali lo show dell'Umbrella Corporation.
Il tizio col machete *___* E gli zombie che vagavano nella folla... |
Quindi, ricordi positivi di
questo viaggio a Lucca:
- L'arrivo il venerdì, dopo una fila lunga, ma veloce per i biglietti.Entri nella porticina laterale, già scorgi i primi soldati di Vilegis sul camminamento. Fermi, immobili, lance puntante al cielo. E' l'1 novembre, le nove di mattina. Sali le scalette e senti l'amico tirare il fiato, quando vedi i primi cosplay che passeggiano. E mentre ti addentri... non saprei definire la sensazione: come infilare la mano in una pellicola trasparente, lacerare un velo, entrare nello specchio.Esagero, senza dubbio. Ma la sensazione di straniamento che mi aveva pigliato la prima volta a Lucca torna decisa. Straniamento positivo, marxista: tornare coi piedi per terra, porre le reali priorità finalmente al loro posto :-D
Piovigginava sottile. Ma eroicamente, questo cosplay non desisteva... - I cosplay steampunk son dei fighi, poco da fare.Non c'è ragione di discuterne, dal vivo spiccano tantissimo.Il cuoio, gli ingranaggi, le borchie: un realismo che il polistirolo e la schiuma espansa non potranno mai vantare. La rivincita dell'ottocento vittoriano. E poi, ammettiamolo, una ragazza bruttina in vestito steampunk fa un figurone, mentre invece se prova a impersonare qualche filiforme e impossibile figura di un anime il risultato beh... Sconfinerà nell'orrendo.
- La folla di Lucca Comics è una folla positiva. Ve lo dice un asociale che odia le folle, che vi rimane spesso intrappolato. Non è la folla di un concerto, non è la lenta processione all'altare, non è quel confuso mostro che sono i cortei studenteschi. E non è ovviamente, il tentacolo di braccia e spranghe ch'erano i Riots a Londra. E' una folla di tanti individui, ognuno ben consci della propria individualità, ognuno alla ricerca dei propri interessi, che sì, coincidono (quasi) con quelli degli altri, ma senza confondersi. E' una folla nel senso migliore del termine, come tante persone ognuno menefreghisticamente intento alle proprie attività.E okay, i treni di collegamento Lucca-Pisa sono una sofferenza, uno stillicidio di bimbetti e ragazzi stretti l'un altro come sardine. Però rispetto all'altro anno la sicurezza è *leggerissimamente* migliorata, i tabelloni erano (quasi) a prova di scemo e il sistema di ambulanze e soccorsi presente in buon numero.Ripeto: rimane un luogo invivibile, specie il sabato pomeriggio.Ma un piccolo sprint l'abbiamo fatto, dai...
- Mi sorprendo sempre della gentilezza della gente, sia nella fiera a Lucca che a Pisa.I commessi ringraziano quando compri qualcosa, addirittura riesci ad arrivare facilmente a sconti e nei diversi stand non si fanno problemi a lanciarsi in lunghe spiegazioni. Potrebbe sembrare ovvio, ma provate a fare un salto a Trieste, dove non c'è buongiorno, né arrivederci, ma solo il brutale "Cossalavol?"
- All'ultimo giorno, nel mare di cosplay e nerd sono inciampato finendo praticamente con la faccia nei capelli rosa acceso di qualche prosperosa cosplay. Per un attimo ho pensato che poteva essere l'incipit di qualche romance story, ma con perfetta coerenza, la ragazza ha levato sdegnata il nasino all'insù e da brava tsundere ha lanciato un inorridito rimprovero LoL
Se non funziona, prossimo anno tuffo integrale |
Ho anch'io "risciacquato i panni nell'Arno".
Sperando che questo mi porti a concludere svariati racconti/ novelle e non a usare Pov onnisciente, convertirmi al più bieco cattolicesimo provinciale e a morire sui gradini di una Chiesa ^__^
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