Il canale della
BBC, in occasione del centenario, aveva offerto un gran numero di
approfondimenti sulla prima guerra mondiale, non ultime sulle cause
concomitanti al conflitto.
Nonostante
l'apparente onestà di mostrare sia l'opinione tradizionale che
“revisionista”, l'accusa in fondo restava la stessa: era stata la
Germania l'unica responsabile, l'unica miccia a innescare il
conflitto, seguita a ruota dall'Austria-Ungheria.
Gli imperi
centrali avevano istigato una politica aggressiva e guerrafondaia, di
contro al pacifismo inglese e americano. Un'opinione “morbida” e
ragionata, com'era logico aspettarsi dalla BBC, ma pur sempre
un'opinione che addossava il peso del conflitto agli Stati maggiori
tedeschi.
La storiografia
inglese ha sempre amato ritrarsi come una nazione aggredita dal
tedesco invasore, costretta suo malgrado a una lotta impari contro un
nemico bestiale e incivile. Se questa bella favola la si può
raccontare a proposito della Seconda guerra mondiale, la Prima è
un'altra faccenda e i puri fatti storici remano contro la sola idea
che Inghilterra, Francia e Russia volessero evitare il conflitto.
Vi sono certo
responsabilità e atrocità da parte degli imperi centrali anche
nella Prima guerra mondiale, come nella politica a tratti eccentrica
del Kaiser. Volere però ascrivere il conflitto alla sola volontà di
distruzione dell'Imperatore appare ridicolo e non si discosta un
granché dalla propaganda tra il '10 e il '20 nel mondo anglosassone.
La prepotenza
in campo coloniale dei britannici, le atrocità dei pogrom, della
polizia segreta e del falso dei Protocolli di Sion nella Russia
zarista, il revanscismo malato della Francia... un colpo di spugna e
tutto sparisce da un orizzonte ideologico che pretende una Germania
aggressiva versus un'Inghilterra inerme.
Si potrebbe in
effetti argomentare come la Germania proposta dai manifesti e dalla
propaganda inglese sia successivamente servita come modello positivo
per il Reich di Hitler.
La storia è
ricca di profezie che si auto avverano, quando un nemico “inventato”
(the hun, in questo caso) diventa improvvisamente fin troppo reale.
Dopotutto, non erano i manifesti inglesi esplicite citazioni dei
manifesti antisemiti di fine '800?
Il tedesco/ebreo scimmione, la
vittima ariana/bianca, il tedesco/ebreo maiale ecc ecc
Con la
Germania di Hitler è questo genere d'immaginario in origine
anglosassone che ritorna all'ovile e viene sfruttato per la creazione
del Reich millenario.
Con l'eccezione
che a differenza del '17 e del '18, l'Inghilterra cominciava a
mancare il jingoismo e la voglia di muover guerra che possedeva nel
secolo precedente...
Un'altra
costante storica, accanto alla profezia: la reazione sbagliata nel
momento giusto e la reazione giusta nel momento sbagliato. Nel '14,
quando nessuno conosceva la vastità del conflitto che si stava per
scatenare, nessun stato pensò di reagire con un'attività
diplomatica seria. Nel '30, quand'era chiaro che la diplomazia non
sarebbe servita e che fosse necessaria un'azione di forza,
Chamberlain scelse la via diplomatica prima negletta.
Un'ammirevole
dimostrazione di come sbagliare tempo di bollitura e infusione, e
questo da un popolo che di te e tempistica dovrebbe in teoria
saperne...
Uno dei primi
tentativi di mostrare come fossero stati anche gli anglosassoni (in e
oltre oceano) ad aizzare il conflitto era già stato fornito negli
anni '20 con il testo Il mito di una nazione colpevole.
L'autore,
Albert Jay Nock, anarchico americano e pacifista, scrisse il pamphlet
usando sia le carte della diplomazia belga che gli archivi zaristi
“rivelati” in seguito alla rivoluzione.
Gli accordi
segreti e i discorsi politici seguono a una solida base economica,
con le cifre relative all'incremento di esercito e flotta.
Il risultato di
Nock è in stridente contrasto con una società che stava invece
sprofondando in dibattiti sempre più semplicistici. La tedescofobia
della Grande guerra era ancora viva nella classe intellettuale,
trasversale a ogni orientamento, dagli imperialisti come Kipling, che
aveva perso il figlio, ai socialisti fabiani (sostenitori per altro
dell'eugenetica), alle classi liberali.
Sul continente,
il risentimento prendeva le forme dell'antisemitismo già latente
nell'ultimo quarto dell'Ottocento, attribuendo la sconfitta a
fantasiosi complotti giudaico-massoni.
Il mito di
una nazione colpevole, pertanto, è un testo intelligente dentro un
periodo come gli anni '20 e '30 d'incredibile stupidità. Ma se non
mi credete, è disponibile gratuitamente.
Sulla base
dei dati economici di crescita e corsa degli armamenti e citando le
carte della diplomazia russa, inglese e belga, Nook conclude 8 fatti
incontrovertibili a favore della Germania:
- Dal gennaio 1906, gli alti comandi inglesi e francesi collaboravano per un conflitto contro la Germania considerato “inevitabile”.
- Anche la flotta inglese e francese collaborava a tal fine (con frequenti esercitazioni).
- Lord Fischer propose tra il '12 e il '13 un attacco preventivo alla Germania con sbarco sulla Pomerania, senza formale dichiarazione di guerra.
- La Russia si preparava a un conflitto dal 1909, con un accordo con la Francia che una sua mobilitazione delle truppe avrebbe equivalso a una dichiarazione di guerra (particolare che i tedeschi sospettavano e che va ricordato nel 1914).
- La mobilitazione russa avvenne già nella primavera del 1914 e continuò fino allo scoppio della guerra vera e propria.
- Nell'aprile del 1914, quattro mesi prima dell'inizio del conflitto, le flotte russe e francesi pianificavano azioni coordinate di guerra contro la Germania.
- Ancora nel 1914, la Germania vendeva regolarmente grano a Francia e Russia in grandi quantità: difficilmente una politica aggressiva!
- Le pretese della Germania precedenti al 1914 erano al più di natura economica, pretendendo di avere eguale accesso al “libero” mercato rispetto alla condizione privilegiata dell'Inghilterra.
Paragonando
i dati di crescita in termini di flotta, esercito e tecnologia
militare, la bilancia risulta ancora una volta a favore
dell'Inghilterra. Nonostante la “corsa agli armamenti guglielmina”
dei libri scolastici, l'impero britannico spendeva molto di più sia
nell'esercito di terra che nella flotta.
Se possibile
dati ancora più alti compaiono per la Francia e per la Russia.
Nel 1901 la
flotta inglese superava del 112 per cento la flotta tedesca e nel
1904 la superava del 200 per cento, con una spesa rispettivamente di
42431000 da parte inglese e 11659000 da parte tedesca.
Le barchette
di Albione investivano nelle spese militari oltre il doppio di quanto
vi spendesse il “sanguinario” Kaiser!
Le spese per
la costruzione di nuove navi da guerra tra il 1909 e il 1914 lo
dimostrano chiaramente:
Anno
|
Inghilterra
|
Germania
|
1909
|
11076551
|
10177062
|
1910
|
14755289
|
11392856
|
1911
|
15148171
|
11710859
|
1912
|
16132558
|
11491187
|
1913
|
16883875
|
11010883
|
1914
|
18676080
|
10316284
|
Vi basti
guardare i decimali per vedere come le spese tedesche erano rimaste
pressoché stabili, mentre le spese inglesi continuavano a salire e
salire inesorabilmente...
Addirittura
nel 1914 le spese erano calate da 11010883 a 10316284!
L'esercito
inglese spendeva per le sue forze di terra 28 milioni nel 1914,
mentre la sola Austria-Ungheria vi spendeva neanche 24 milioni.
Tornando al 1905, l'Inghilterra già allora investiva 28 milioni nel
suo esercito, mentre anche sommato il budget militare di Austria e
Germania non avrebbe superato i 48 milioni, comparati ai 94 milioni
di Francia, Inghilterra e Russia.
Un'osservazione
senza dubbio interessante sul reale motivo dietro la corsa agli
armamenti inglese viene offerta il 18 febbraio 1905 dall'ambasciata
belga a Berlino:
La causa reale per l'odio dell'Inghilterra verso la Germania è la gelosia sorta dall'incredibile sviluppo della sua marina mercantile e dal suo commercio e sviluppo industriale. Quest'odio durerà fino a quando l'Inghilterra non comprenderà che il commercio globale non è per nessun diritto un esclusivo monopolio inglese. Inoltre, (quest'odio) è fomentato a tavolino dal Times e da un gran numero di quotidiani e periodici che non si fermano di fronte a nessuna calunnia, pur di piacere ai gusti dei propri lettori.
Le carte
diplomatiche relative al conflitto nei Balcani del 1912 avvalorano
ancora una volta la posizione di una Germania singolarmente
riluttante a muover guerra.
Il Barone
Beyens, da Berlino, scrive:
Non c'è alcun dubbio che l'Imperatore, il Cancelliere e il Segretario di Stato per gli Affari Esteri (von Kiderlen-Wachter) siano appassionatamente a favore della pace.
Un'altra
significativa citazione dal Barone Beyens, citata da Nock, il 28
giugno 1912:
L'Imperatore è persistente e non ha abbandonato ogni speranza di vincere le simpatie dell'Inghilterra, com'è riuscito, fino a un certo punto, a ottenere la fiducia dello Zar, per la forza delle sue personali attrazioni.
Tra le
diverse crisi diplomatiche precedenti al 1914, la crisi marocchina
del 1911 rappresenta meglio di tutte la parzialità della politica
franco-inglese (sia nell'azione che successivamente nella distorsione
storiografica).
Nel 1905, il
Kaiser in visita a Tangieri aveva provocato la prima crisi, volendo
sancire simbolicamente l'assoluta indipendenza del Marocco.
Ovviamente, l'intento era assicurare alla Germania una delle poche
colonie rimaste indipendenti in età edoardiana, dopo la grande
spartizione di fine secolo.
Il trattato
di Algeciras, sebbene contenesse già i germi per una possibile
invasione francese, garantiva nel 1906 l'indipendenza del piccolo
regno.
Nel 1911, in
seguito al casus belli di alcuni cittadini francesi in pericolo a
Fez, la Repubblica si decise finalmente a muovere le sue pedine,
nella forma di trentamila soldati acquartierati nella capitale.
Ovviamente, che ci fossero europei, tantomeno francesi, tantomeno
cittadini in pericolo, non è mai stato accertato... e sono d'accordo
con Nock nello sputare su scuse tanto ridicole.
In seguito
alle proteste tedesche, l'Inghilterra si limitò a fare spallucce,
dichiarando di aver gettato a mare il Trattato di Algeciras, che
mutatis mutandis non valeva più. L'Inghilterra non aveva
davvero avuto scelta nella questione, stretta com'era dall'Entente
Cordiale ad appoggiare la Francia.
La reazione
della Germania consistette nell'inviare una cannoniera nella baia di
Agadir, scatenando l'omonima crisi. La paranoia degli inglesi passò
subito a interpretarlo come una minaccia di guerra e la Francia si
meravigliò che ci fosse una reazione alla sua gratuita aggressione
in sprezzo a un trattato che essa stessa aveva siglato (!). La
situazione fu alla fine risolta con la concessione di alcune briciole
di terra dal Congo ai tedeschi e dall'altro con il riconoscimento
della sovranità francese sul Marocco.
Ora, nei
manuali di storia e nei libri sugli antecedenti alla prima guerra
mondiale, si presenta la crisi di Agadir come un esempio di
aggressione imperialista da parte della Germania, di piena
sconsideratezza diplomatica. Ma è davvero così?
La Germania
aveva inviato un unica nave, per di più di classe inferiore (una
cannoniera), in una baia del Marocco dove nemmeno si poteva sbarcare.
La Panther era una nave da mille tonnellate, con due piccoli cannoni,
6 mitragliatrici e 125 uomini di equipaggio.
Difficilmente
una flotta agguerrita!
E questa
reazione appare misurata e paziente, se si considera che la Germania
aveva aspettato per otto anni per poter avere il Marocco, guardando
invece mercanti e missionari francesi infiltrarsi sempre più nello
stato ritenuto “libero”.
M. Francis
de Pressense descrive bene quale genere di farsa fosse stata la
“liberazione” di Fez:
Questi fantomatici ribelli che stavano minacciando Fez sono scomparsi come rugiada alla mattina.
Appena appena alcuni straccioni a cavallo hanno sparato un colpo o due prima di girarsi e cavalcare via a un galoppo furioso. Un corrispondente troppo smaliziato o troppo sincero ha confessato la scena. La forza di spedizione si lamenta - aveva registrato attentamente - dell'assenza del nemico; la stagione della mietitura stava tenendo tutti i giovani maschi nei campi! Fu così che il fantasma abilmente evocato dal Comité du Maroc per il beneficio dei suoi intenti, scomparve in una notte.
La Panther
non era una dichiarazione di ostilità, ma un monito affinché si
osservassero le regole e i trattati che ne la Francia (per l'appoggio
dell'Inghilterra), ne l'Inghilterra (per la sua potenza navale)
sembravano interessati a rispettare. Era una gunboat
policy a favore della promessa “porta aperta” in Marocco
come in Cina. E la scusa della Panther era esattamente la stessa
della Francia: proteggere alcuni mercanti tedeschi a Fez.
Ma non è
alla fine questo, il leit motiv di tutto il decennio che va dal 1900
al 1914?
Come il
Giappone pretendeva di avere uguali diritti agli stati occidentali in
seguito alla guerra cino-giapponese, così la Germania pretendeva di
avere eguali diritti alla Francia e all'Inghilterra in campo
coloniale ed economico (termini sinonimi, in questo periodo). In
entrambi i casi, si richiede soltanto che i trattati diplomatici e
gli accordi economici valgano per la carta con cui sono scritte e non
siano solo consuetudini delimitate al mondo anglosassone...
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