Quarta e ultima storia di
Providence, White Apes prende a modello l'orrore di Dunwich, andando
a sollecitare con la delicatezza di un coltello arroventato il tema
della purezza razziale e della degenerazione biologica da sempre
fondamentali in Lovecraft.
Nel numero precedente,
basato sull'Ombra di Innsmouth, Moore giocava con argomenti pesanti
come campi di prigionia e Olocaust(i)o, mentre nei primi due, grazie
al racconto Aria fredda e Orrore a Red Hook, trattava il razzismo e
l'immigrazione. La posta pertanto è al continuo rialzo, gli
argomenti trattati salgono sempre più d'importanza, andando a
sollecitare riflessioni su argomenti “innominabili”.
In tal senso, il secondo
volume della Panini Comics, in teoria disponibile da luglio, dovrebbe
offrire un po' di respiro, perché raccogliendo i numeri di
Providence dall'05 allo 08 si occupa di argomenti più onirici, nel
campo di Kadath e compagnia bella.
Ciò non toglie, che
avendo dato un'occhiata alla versione inglese, il lettore offeso
dalle tematiche “impegnative” continuerà a restare offeso: sia
nel gioco disinvolto che Moore fa di Lovecraft stesso e delle sue
opere, sia nel suo uso delle scene di sesso, disegnate in modo da dar
“fastidio” al lettore.
Se la tra-duzione e
l'intro-duzione si manterranno ai livelli di questo primo numero, la
Panini avrà svolto un gran bel lavoro. A questo proposito, rimango
ancora dubbioso sulla scelta di una traduzione intermittente, che
alterna una resa dei dialoghi in dialetto assai sofisticata a una
rinuncia di alcuni termini di geografia e storia. Trovo ad esempio
irritante che non siano stati tradotti i titoli dei capitoli –
White Apes? Yellow Sign? Sul serio? - come d'altronde i vari libri di
occultismo di cui pure esiste la versione italica. L'idea di
sfruttare l'esotismo del titolo per far colpo non mi sembra simpatico
verso il lettore. Tuttavia, nell'insieme posso comprendere che un
lavoro come quello di Providence è nel contempo l'incubo e il sogno
di ogni traduttore esperto.
Come sempre, il
riferimento fondamentale da cui traggo ogni traduzione è Facts in the Case of Alan Moore's Providence, collettivo anglosassone di
esperti il cui acume non cessa di stupirmi.
Ho aggiunto tuttavia
qualcosa di mio, sopratutto da Providence 02 in poi: è divertente
constatare, man mano che scrivo l'articolo, come anche gli annotatori
si stanchino, lasciando passare intuizioni per me ovvie.
Le citazioni dai testi di
Lovecraft sono invece tratte dalla solita edizione economica
Newton&Compton, dalla copertina biancheggiante. Rivedendo i
titoli di alcuni racconti rimango sempre stupito dalla sciatteria di
certe scelte stilistiche dell'epoca. Certo, il Solitario di
Providence è un autore difficile da trattare, ma tra le traduzioni
del secondo dopoguerra e il recente trattamento “modernizzante”
di Altieri mi pare che non ci sia ancora stato un lavoro da vero
filologo dietro.
E nessuno più di uno
storico o un filologo saprebbe rendere una scrittura bizantina (!)
come quella di Lovecraft.
Non appena uscirà il
secondo volume (Providence 05-08) continuerò con le annotazioni.
Come sempre, non esitate a
segnalare errori, incongruenze o curiosità.
La copertina
raffigura la fattoria Wheatley in Athol, Massachusetts, basata sulla
fattoria Whateley a Dunwich, come descrive Lovecraft nell'Orrore di
Dunwich.
Pagina 1
Vignette 1-4
Le vignette
di questa prima pagina sono realizzate usando solamente rossi e
gialli, come se fossimo in prima persona nella prospettiva di un
soldato col visore termico – tracciamo i contorni delle figure
sulla base del loro calore. Alcuni animali cacciano in questo modo,
ma questo genere di prospettiva è di solito associato nel cinema con
l'alieno di Predator.
Assieme alle
vignette illeggibili, comunica al lettore che il punto di vista non è
umano, ma alieno.
La pagina
segue gli eventi che succedono da pagina 23 in poi, ma dal punto di
vista del figlio di Leticia Wheatley, il mostro invisibile che passa
sotto il nome di John Divine.
Le 4
vignette sono a telecamera fissa, tecnica ricorrente in Providence,
usata originariamente in Watchmen.
I bordi
delle vignette sono linee dritte e squadrate, contrapposte alle linee
frammentate e irregolari che rappresentano la “normalità” nel
volume.
Vignetta 3
Compare
Leticia “Letty” Wheatley, l'involontaria madre del mostro.
Leggiamo un
dialogo fuori campo del barbiere di Black, cui arriveremo voltata
pagina.
“Dicono
che l'incesto inizia là dove finiscono le strade asfaltate. L'avete
mai sentita?”
Tema
ricorrente in molte storie di Lovecraft, si veda La paura in agguato e l'Orrore di Dunwich.
“I
contadini hanno un'idea diversa del tempo, col fatto che poltriscono
tutto il giorno.”
Una
riflessione identica compare nel Neonomicon, sul diverso concetto di
temporalità espresso da Brears e Sax. Nonostante il barbiere stia
esponendo stereotipi e pregiudizi razzisti, potrebbe esserci un
granello di verità in quel che dice.
Vediamo da
pagina 3 che il barbiere ha un orologio rovesciato, in modo che chi
guarda lo specchio possa leggerne l'ora.
“Non
vedono le cose come noi e non si comportano secondo decenza.”
Un'altra
osservazione sgradevole, ma corretta: nel caso di Black, i cultisti
finora incontrati non sembrano avere rispetto per le norme sociali,
apparendo molto promiscui.
Pagina 2
Vignetta 1
Black ha
richiesto barba&capelli in un negozio di Athol, Massachusetts.
Il titolo
letto dalla finestra corrisponde infatti a “Barber's Est, 1898”.
Sappiamo dal
Commonplace Book la data, il 4 agosto 1919.
Il barbiere
tiene in mano una candela, con la quale sta tagliando le punte dei
capelli di Black. E' il vecchio metodo, alla bruciatura. Un modo
desueto persino negli anni '20, il che trasmette quanto la cittadina
di Athol sia arretrata. Se persino per un barbiere rimasto così
indietro i Wheatley sembrano primitivi, vorrà davvero dire molto...
Il titolo -
White Apes - era tranquillamente traducibile in italiano come Scimmie
bianche.
Il
riferimento è alle vicende di Arthur Jermyn e della sua famiglia,
narrate da Lovecraft nell'omonimo racconto.
Lovecraft,
coerentemente con quanto si credeva “scienza” all'epoca, riteneva
che la razza bianca fosse l'apice del percorso evolutivo, in linea
con gli studi di eugenetica e un darwinismo va da se rozzo e
generalista. Anziché evolversi da un antenato simile alla scimmia,
si credeva che l'uomo si fosse evoluto direttamente dall'animale
“scimmia”, dalle sue diverse razze.
Ne
conseguiva, per queste pseudoscienze, che alcune “razze” umane,
come i cinesi e gli africani, fossero più vicini alle scimmie per il
loro colore della pelle e per le loro caratteristiche fisiche, di
conseguenza maggiormente propense a regredire bruscamente allo stadio
“scimmiesco”.
L'uomo
bianco, specie se anglosassone, borghese e protestante, rappresentava
invece lo stadio dell'eccellenza della cultura occidentale
(vittoriana, in tal senso).
Residui di
questo genere di mentalità permangono nel linguaggio di alcuni
razzisti – non “negro”, ma “brutto scimmione”, orangutan,
ecc ecc – ma negli anni '20 questo genere di scoperte era ancora
nuovo e la sua diffusione nella popolazione normale (il primo
congresso dell'eugenetica risale al 1913, ad esempio). Lovecraft, nel
bene o nel male, cercava di tenersi al passo con quant'erano le
scoperte scientifiche dell'epoca, tra cui le discendenze di sangue,
la genetica e la purezza razziale giocavano un ruolo non da poco. Si
veda in tal senso l'influenza degli studi di psichiatria sul razzismo
e l'antisemitismo moderno. Erano, all'epoca, parte integrante della scienza.
Lovecraft,
da buon inglese, sviluppa la fobia per i meticci e gli incroci
multietnici sia nelle Vicende di Arthur Jermyn, che La paura in agguato e
l'essere nella caverna.
“non sono
meglio dei negri.”
I pregiudizi
razziali negli anni '20 avevano raggiunto l'apoteosi, in concomitanza
con le leggi sull'immigrazione e una forte influenza da oltreoceano,
dall'Europa. Affermazioni del genere erano comunemente accettate. Nel
Mein Kampf, Hitler loda apertamente le leggi anti-immigrazione
statunitensi, additandole come modello (in chiave antisemita).
La bottiglia
in mezzo è dopobarba Bay Rum.
Pagina 3
Vignetta 1
Black
conferma al lettore che è ad Athol (il modello reale per la Dunwich
di Lovecraft) cercando la famiglia Wheatley (l'equivalente di Moore
per la famiglia Whateley).
Vignetta 2
Stregone
Wheatley è l'equivalente per Lovecraft del mago Whateley.
L'orologio
allo specchio è un orologio da barbiere, coi numeri invertiti in
modo che il cliente possa sapere l'ora anche guardandolo dallo
specchio. Una strizzata d'occhio visiva al concetto di tempo di cui
discorreva il barbiere a pagina 1? Per i contadini il tempo funziona
all'inverso, come per l'orologio del barbiere?
“Alloggio
ad Athol da una settimana al Pequoig qua sul corso...”
Si riferisce
all'Hotel Pequoig, sulla Main Street, ad Athol, ora una casa di
riposo.
Black nomina
l'hotel nel suo Commonplace Book.
Vignetta 3
Cass Meadows
è un luogo a nord di Athol, fertile e adatta alle fattorie già da
prima che arrivassero i coloni. E' ora un parco protetto.
Garland è
Garland Wheatley, già nominato nel numero precedente di Providence.
Vignetta 4
Definire
Wheatley uno “sciamano” sembra suggerire che sia un uomo di
medicina (nell'originale inglese è infatti “Medicine Man”).
Il palo
colorato è un simbolo antico per un negozio da barbiere.
Il barbiere
nel Medioevo e nell'età moderna era il medico dei poveri, il
macellaio e chirurgo del villaggio. Il medico universitario non
toccava il sangue, sarebbe stato considerato umiliante.
Anche lo
sciamano, nelle società primitive, era in realtà un medico.
Ecco una
possibile interpretazione: il barbiere/medico come simbolo della
scienza contrapposto allo sciamano/medico come simbolo dell'occulto e
della superstizione.
Pagina 4
Vignetta 1
L'edificio a
quattro piani al centro è l'hotel Pequoig.
Nonostante
sia il 1919 non ci sono automobili, solo carrozze e cavalli. Athol
appare come una città isolata dal tempo.
Come sempre,
i flashback sono color seppia.
Laroy
Starrett è Laroy S. Starrett, fondatore della L. S. Starrett
Company, ad Athol. Ancora una volta, personaggi storicamente
esistiti.
Dopo il giro
in bus dello scorso numero, Black sembra piuttosto stanco (nota le
palpebre abbassate).
Vignetta 3
Il ponte
principale di Athol sopra il fiume Millers.
Vignetta 4
Un altro
flashback. Come in tutte le biblioteche, si parla sotto voce, sia per
non disturbare i lettori che per la natura scabrosa di quanto si sta
discutendo.
“Sono
arrivati dopo, da Salem.”
Un
riferimento alla fuga di chi accusato di stregoneria a Salem nel
'600.
Se ne parla
nell'Orrore di Dunwich:
La vecchia nobiltà, rappresentata da due o tre famiglie di possidenti terrieri trasferitesi qui nel 1692 provenienti da Salem, si è mantenuta in qualche modo al di sopra del livello generale di decadenza, ma alcuni rami sono caduti tanto in basso, e si sono confusi a tal punto con la sordida plebaglia, che ormai soltanto il loro nome testimonia la nobile origine che questa gente ha disonorato.
Pagina 5
Vignetta 1
Un altro
flashback.
“Con il
tempo le linee di sangue possono degenerare... dal punto di vista
intellettuale, morale... persino fisico.”
La
bibliotecaria può sembrare una vecchia razzista e bigotta (forse lo
è?) ma prima della scoperta del dna era questo il livello generale
di conoscenza, non tanto tra gli analfabeti quanto tra gli
acculturati che non fossero scienziati seri.
“tra
quelle colline con le cime rotonde.”
Un
riferimento alle colline e alle montagne descritte ne L'Orrore di
Dunwich.
Il nastro sottile del Miskatonic superiore somiglia stranamente a un serpente che si torce ai piedi delle colline tondeggianti da cui nasce.
Vignetta 2
Probabilmente
il cimitero che nomina il barbiere nelle istruzioni per arrivare alla
residenza di Wheatley. Oggi è il cimitero di Mount Pleasant sulla
North Orange Road.
Vignetta 3
“Io penso
che il passato entri nel midollo di un luogo e forse anche dei suoi
abitanti.”
Riflette
l'attaccamento di Lovecraft con il suo passato, in particolare in
riferimento a Providence.
Vignetta 4
L'Orrore di
Dunwich si apre con la seguente descrizione:
Il viaggiatore che nel Massachusetts centro-settentrionale imbocchi il bivio sbagliato al raccordo del Picco d'Aylesbury, appena oltre Dean's Corners, si ritrova ben presto in una regione strana e solitaria.
Il che
corrisponde perfettamente al paesaggio disegnato in questa vignetta,
al “raccordo”.
Vignetta 1
Riconosciamo
la casa di Wheatley dalla copertina di Providence 4, oltre che dal
nome Wheatley sulla casella postale.
La ruggine,
il campo incolto, le chiocciole e le lumache sulla palizzata
sottolineano come il luogo sia in parte abbandonato.
A sinistra
di Black c'è una sputacchiera di rame per il tabacco da masticare.
Vignetta 2
Il
macchinario che si vede a sinistra del gomito di Black è un vecchio
modello di lavatrice.
Pagina 7
Vignetta 1
Un barile di
acqua piovana sotto la grondaia rugginosa nell'angolo a sinistra è
probabilmente l'unica fonte di acqua fresca per la famiglia
Whateleys, considerando che non vi sono pozzi o fiumi nei dintorni.
La porta a
destra alla stalla è chiusa e sbarrata con un catenaccio, come
descrive l'Orrore di Dunwich:
In realtà il vecchio aveva cominciato i lavori alla nascita di Wilbur, quando aveva improvvisamente riparato una baracca e l'aveva fornita di una nuova e robusta serratura.
Vignetta 2
La stalla è
chiaramente visibile nella copertina alternativa del quarto numero di
Providence.
Pozze di
sangue sono visibili di fronte alle porte.
Prima
comparsa di Garland Wheatley.
Wheatley è
l'equivalente di Providence per il vecchio stregone Whateley
dall'Orrore di Dunwich.
Il modo con
cui Whateleys impugna il forcone ricorda il quadro di Grant Wood,
Gotico Americano.
E' anche
tipico delle rappresentazioni del diavolo.
I tre rebbi
del forcone sono un riferimento alle tre colonne dell'albero della
vita.
Dal punto di
vista della composizione della scena, Moore e Burrows usano il
forcone in tanti modi diversi - qui sembra inforcare, catturare
Black.
Pagina 8
Vignetta 1
Wheatley
indossa amuleti e simboli magici che rappresentano la sua militanza
in diverse sette e congreghe. Le più appaiono positive: abbiamo il
compasso della massoneria, la scimitarra degli Shriners (sub divisione della Massoneria), la spilla degli Elks, i triangoli dei cavalieri di Pythias, la spilla con l'aquila a due teste della massoneria del 33esimo livello, etc.
Le tre dita
sollevate di Black si contrappongono simbolicamente ai tre rebbi del
forcone di Wheatley.
Vignetta 2
Tobit
Boggs... Zeke Hillman
Riferimenti
agli eventi successi in Providence 3.
Vignetta 3
Garland è
in pantofole e veste da camera, il che suggerisce come sia appena
uscito di casa.
Vignetta 4
Il libro di
Hali è il Kitab, o il libro della Stella Sapiente, l'equivalente del
Necronomicon per Lovecraft. Il libro è per la prima volta nominato a
pagina 15 di The Yellow Sign, ma viene grandemente approfondito dal
secondo numero di Providence, The Hook, in particolare nel pamphlet
di Suydam.
1912 è
l'anno in cui nasce Wilbur Whateleys, a maggio, stando all'Orrore di
Dunwich.
Pagina 9
Wheatley
spiega il perché della rottura con l'Ordine della Stella Sapiente,
com'era già accennato in A Lurking Fear (Providence 3).
Vignetta 1
La società
e il “gruppo chiamato la Stella Sapiente” sono la stessa
associazione dedita allo studio del Kitab, già nominati nei numeri
precedenti. Si veda ancora una volta il pamphlet di Suydam.
Si menziona
per la prima volta il Collegio di Sant'Anselmo a Manchester,
l'equivalente di Providence per la Miskatonic University ad Arkham.
Manchester non è la città inglese, ma il suo doppio americano nel
New Hampshire. In effetti c'è addirittura nella cittadina realmente
esistente un collegio di Sant'Anselmo!
A quanto
pare Manchester sarà l'equivalente di Arkham e Il Collegio
l'equivalente del Miskatonic.
In origine
Lovecraft aveva basato la “finta” Arkham sull'esistente Salem, ma
Moore già nel Neonomicon aveva scelto di associare Salem con
Innsmouth.
1890 è
l'anno in cui nasce Lovecraft.
Nell'Orrore
di Dunwich, il gemello mostruoso di Wilbur Whateley si nutre di
bestiame in grande quantità. Le vacche appaiono malate come nella
storia di Lovecraft:
Eppure, pareva che la sgangherata stalla dei Whateley fosse sempre semivuota. Ci fu un periodo in cui la gente, spinta dalla curiosità, andava a nascondersi nei paraggi contando i capi che pascolavano precariamente sull'erto pendio della collina dove era abbarbicata la fattoria, e nessuno riuscì mai a vedere più di dieci o dodici anemici animali. Evidentemente qualche influsso nocivo, il cimurro provocato dal pascolo malsano o forse i funghi e i legni infetti della stalla, erano la causa di un'alta mortalità fra le bestie dei Whateley. Strane ferite o piaghe, che ricordavano vagamente delle incisioni, sembravano affliggere i capi visibili, e in un paio di occasioni, nei primi mesi, alcuni visitatori credettero di scorgere piaghe simili sulla gola del vecchio dalla grigia barba incolta e della sudicia albina dai capelli ricci.
Come nella
storia di Lovecraft, il secondo piano della casa di Wheatley sta
venendo rammodernato e ingrandito per contenere il simil mostro di
Leticia Wheatley, ormai troppo grande per la stalla.
Vignetta 2
Un'occhiata
più da vicino ai talismani e alle spillette di Wheatley.
“E' come
quando hanno tirato giù quel sasso, nell'82, che se lo sono tenuto
per loro.”
Si riferisce
alla storia di Lovecraft Il Colore venuto dallo Spazio.
Vignetta 3
“Tanto a
loro non gliene frega niente di quello che succede al raccolto.”
Uno dei
tanti riferimenti sul legame tra il sangue dei Wheatley e la terra:
questo è il loro territorio, la loro proprietà.
Si può
vedere un contrasto tra i Wheatley (campagna) e L'Ordine della Stella
Sapiente (città).
“se lo
portano via di nascosto a Rhode Island.”
Suggerisce
che la sede della Stella Sapiente è a Providence.
Vignetta 3-4
(compresa pagina 10)
Si può
notare il contrasto tra la natura piena di vita fuori dalla proprietà
dei Wheatley e al suo interno invece una generale sensazione di arido
e marcio. Fuori dal cancello della fattoria, vediamo funghi sugli
alberi e a pagina 10 acqua corrente, rane, tartarughe, insetti vari
ecc ecc
Quest'idea
sembra presa dalla descrizione di Lovecraft nell'Orrore di Dunwich:
Gli alberi dei boschi circostanti sembrano troppo grandi, e la sterpaglia, i pruni e le erbacce crescono con un rigoglio insolito per una regione abitata. Per contrasto, i pochi campi coltivati appaiono singolarmente brulli, mentre le fattorie sparse qua e là presentano un sorprendente e uniforme aspetto di decrepitezza, desolazione e decadenza.
Vignetta 4
La Profezia
del Redentore è contenuta nel Kitab. Ve ne accenna Providence 2, nel
pamphlet di Suydam.
Pagina 10
Vignetta 1
“Il libro
dell'arabo”
E'
ovviamente il Kitab.
Vignetta 2
“Diavolo,
no. E nemmanco il college, dopo l'incendio del '92.”
Si riferisce
all'incendio che realmente distrusse il collegio di St. Anselmo nel
1892.
“Cunnin'
feller/fattucchiere...”
Variazione
di uomo astuto (cunning man), un termine usato dagli inglesi per un
mago di campagna in Inghilterra e in America; simile alla nostra
“donna saggia”, la vecchia del villaggio ecc ecc
I maghi da
baraccone dei paesini erano spesso l'oggetto del disprezzo se non del
sarcasmo dei maghi operanti in città.
“Che
pregiudizio meschino. Il signor Boggs di Salem ha detto praticamente
lo stesso, che lui e i suoi parenti sono stati ostracizzati.”
Ancora una
volta, Moore espone i “cattivi” di Lovecraft sotto una luce
benevola.
Vignetta 3
“E come
no? Parlano di stelle lontane e degli abissi dell'eternità e dicono
che l'uomo non conta niente”
Il
cosmicismo lovecraftiano descritto in una sola frase: l'uomo piccolo,
sperduto, superfluo nel caos incommensurabile dell'universo.
Pagina 11
Vignetta 2
“Be', se
scomparsa significa che l'abbiamo trovata con tutte le ossa rotte
come se l'avessero tirata su e poi mollata per terra allora sì.”
Riferimento
secondo il commentatore inglese al romanzo di Derleth The Lurker at the Threshold, una collaborazione postuma nata da due frammenti di
Lovecraft.
“Se Miss
Wheatley è morta nel 1890, Leticia deve per forza esser nata prima e
avere dunque trent'anni nel 1919.”
C'è
sicuramente un gioco di parole, con il riferimento “all'anno del
diavolo”, difficile però contestualizzarlo, al di fuori dell'ovvio
riferimento al forcone da diavolaccio.
Vignetta 3
“è roba
cattolica”
Un riflesso
dell'antipatia dei vecchi protestanti per i cattolici,
particolarmente diffuso tra settecento e ottocento in America e nel
1919 ancora presente nel New England.
“come la
chiesa della società a Rhode Island.”
Un altro
riferimento alla sede della Stella Sapiente nella chiesa di
Providence.
Pagina 12
Vignetta 1
Prima
comparsa di Leticia “Letty” Wheatley. Leticia Wheatley è
l'equivalente di Providence per Lavinia Whateley dalla storia di
Lovecraft L'Orrore di Dunwich, dov'è descritta come:
Meno degno di nota parve il fatto che la madre appartenesse al ramo decaduto dei Whateley; era una donna di trentacinque anni, albina e macilenta, poco attraente, che viveva con il vecchio padre quasi pazzo.
Rispetto a
Lavinia, Leticia ha i capelli lisci, non è macilenta e sembra aver
ereditato gli zigomi di suo padre. L'albinismo può svilupparsi a
causa di un pool genetico molto ristretto, con legami intrafamiliari
quali la famiglia Wheatley.
Leticia
Wheatley viene ritratta tutte le volte che compare dentro una
vignetta con una sorta di aureola sul capo: un quadro, un tavolo
ovale, la cornice del quadro stesso o di una fotografia.
Probabilmente un'allusione alla sua “innocenza” all'interno della
famiglia, fornita dalla sua disabilità mentale.
“Stai
facendo i disegni per capire, vero?”
Quel “per
capire” serve a sottolineare al lettore e a Black che Leticia è un
po' tocca.
Vignetta 2
“Noi
saremo nella vostra storia?”
Potrebbe
riferirsi alla storia di Black, come allo stesso fumetto di Moore (un
tocco meta narrativo).
Vignetta 3
“Ma lui
è... ah, vuoi dire Willard. Non so proprio dove si è cacciato.”
Leticia si
lascia sfuggire dell'altro suo figlio chiuso nella stalla/capanno dei
macelli.
Willard è
Willard Wheatley, l'equivalente di Providence per Wilbur Whateley.
“Certo,
grazie, signora... Ah, signorina Wheatley.”
Black non è
abitato ad avere a che fare con madri che non siano sposate,
provenendo da un ambiente estremamente civilizzato quale New York.
Pagina 13
Vignetta 1
“Torno a
momenti. Se Willard non se ne è andato di nuovo in collina,
sicuramente starà pensando allo studio.”
Nell'orrore
di Dunwich Wilbur Whateleys passa il suo tempo a studiare il
necronomicon del nonno e a visitare i cerchi di pietre sulle colline.
“Stiamo
facendo i lavori.”
Riferimento
a come, nell'Orrore di Dunwich, il vecchio stregone Whateley ripari
la casa e l'ingrandisca per ospitare il gemello di Wilbur. A
differenza che nella storia di Lovecraft, con Moore manca la rampa
per condurre il bestiame al secondo piano, dove si trova il mostruoso
parente.
La vignetta
1-4 è a camera fissa, un classico di Moore nella serie di Providence
e di Watchmen.
Vignetta 2
Il quadro
sulla parete raffigura una sorta di Madonna con bambino, anche se in
realtà di bambini ne abbiamo due, un chiaro riferimento ai gemelli
di Leticia (Wilbur/Willard e John Divine, il mostro).
I Whateleys
stanno trasferendo il gemello dalla baracca chiusa al piano superiore
della casa in via di costruzione.
Vignetta 4
John Divine
è un'involontaria rivelazione di Leticia.
Il
commentatore inglese osserva come sia L'Orrore di Dunwich che Il
Grande Dio Pan di Arthur Machen ripercorrano in chiave pagano/horror
il concepimento, la nascita e la morte di Gesù Cristo, un argomento
largamente studiato sia da Robert M. Price che da Donadl Burleson nel
suo saggio Lovecraft: Disturbing the Universe.
Pagina 14
Vignetta 2
“Ci devono
essere le figure. A tutti piacciono le figure, per quando si stancano
di leggere.”
Secondo il
commentatore inglese The Gentleman Mummy, non stiamo parlando di
disegni infantili, ma del potere immaginifico del fumetto.
Moore si è
sempre considerato alfiere di un nuovo modo d'intendere il fumetto,
che “rompa” ogni sua barriera interpretativa.
A tutti piacciono le figure (il fumetto) quando si stancano delle parole (il romanzo).
A tutti piacciono le figure (il fumetto) quando si stancano delle parole (il romanzo).
Vignetta 4
“E' stato
sul Sentinel Elm, accanto a Moore Hill Road, che viene dopo North
Orange.”
Sentinel Elm
è l'equivalente del Sentinel Hill de l'Orrore di Dunwich.
Nella Athol
realmente esistente possiamo trovare una fattoria “Sentinel Elm”.
“A dirvi
la verità, nei ricordi c'è qualche pezzo che mi manca.”
Nel Grande
Dio Pan, vedere il dio pagano trasforma Mary, la protagonista
femminile, in una malata di mente, come la stessa Leticia.
Pagina 15
La pagina
lascia sottintendere come sia stato Garland Wheatley a lasciare
incinta la figlia nel 1912.
Questo,
ironicamente, dimostra la fondatezza sugli stereotipi dell'uomo di
campagna dedito all'incesto.
Vignetta 1
“Quello
che ho capito io è che papà è stato come una di quelle siringhe
che ora si usano tanto per inseminare...”
Nel 1919
cominciavano a diffondersi le prime inseminazioni artificiali
nell'allevamento del bestiame.
Vignetta 2
“... e
cantavano i caprimulghi.”
Uccellacci
che si diceva catturassero le anime dei defunti al momento della
morte. Compaiono sia nel fumetto di Moore, Yuggoth Creatures, sia
nell'Orrore di Dunwich.
Vignetta 3
“e papà
sta disegnando gli angoli.”
Riferimento
alla geometria non euclidea de I sogni nella casa stregata.
“Lui
era... tante grosse palle, capito?”
Doppio
riferimento, sia ai testicoli di Garland che alla descrizione di
Lovecraft di Yog-Sothoth.
Vignetta 4
La zoomata
da vicino dell'iride dell'occhio era già presente nel vecchio
Miracleman.
Pagina 16
Vignetta 1
Un chiaro
flashback: l'intercorso sessuale tra Garland Wheatley (in apparenza
posseduto) e la figlia.
Il punto di
vista è dagli occhi di Leticia.
Le sfere nel
cielo sopra la testa di Garland prendono la forma dell'Albero della
Vita della Kabala.
E' già
comparso nel secondo numero di Providence, a casa di Suydam (pagina
10, vignetta 1) e sulla copertina del suo pamphlet, “Kabbalah and
Faust” (Pagina 12, vignetta 4). E' anche una presenza costante nel
fumetto Promethea.
Associare
L'Albero della Vita con Yog-Sothoth ha senso, perchè nell'Orrore di
Dunwich è Yog-Sothoth che ingravida Lavinia, si veda il seguente
passaggio del racconto:
Yog-Sothoth conosce la porta. Yog-Sothoth è la soglia. Yog-Sothoth è la chiave e il guardiano della soglia. Passato, presente, futuro coesistono in Yog-Sothoth.
Questo
genere di descrizione si può tranquillamente applicare anche
all'Albero della Vita inteso dalla Kabala (la coesistenza dei versi
periodi temporali).
A sinistra
vediamo Sentinel Elm.
Pagina 17
Vignetta 1
“Willard è
nella sua tana, a fare i compiti di matematica.”
Si riferisce
alla mescolanza di magia e matematica presente in particolare ne I
Sogni nella casa stregata.
Vignetta 2
“Io dico
che è perchè non ha compagni di giochi grandi come lui.”
Si riferisce
alla crescita accelerata di Willard Wheatley.
Il forcone
di Garland Wheatley, posto davanti alla faccia di Leticia, sembra
intrappolarla.
Pagina 18
Vignetta 1
Vediamo per
la prima volta Willard Wheatley, l'equivalente di Providence per
Wilbur Whateley dall'Orrore di Dunwich.
Willard
corrisponde alla descrizione di Wilbur come “un caprone”:
La stranezza non consisteva in ciò che diceva, né nei semplici vocaboli che usava, ma sembrava vagamente connessa all'intonazione o agli organi stessi della parola. Anche la precocità del volto era rimarchevole, perché, sebbene come la madre e il nonno praticamente non avesse mento, il naso forte già formato e l'espressione dei grandi occhi scuri, quasi latini, gli conferivano un'aria da persona adulta d'intelligenza quasi sovrumana. Era tuttavia bruttissimo, a dispetto della sua vivacità d'ingegno: c'era qualcosa di caprino e di bestiale nelle grosse labbra, nella pelle giallastra dai pori dilatati, nei capelli crespi e arruffati, nelle orecchie stranamente allungate.
Le mani di
Willard sembrano non avere ossa all'interno, ruotano e si muovono
come i tentacoli del suo parente più prossimo, Yog Sothoth.
Il fatto che Willard viva in una stalla trova ovviamente una corrispondenza con L'Orrore di Dunwich, dove le stalle sono invece due:
Nell'estate del 1927 Wilbur riparò due baracche e cominciò a trasferirvi tutti i suoi libri e le sue cose.
Il ferro di
cavallo sopra la porta augura la buona fortuna.
Vignetta 2
“Tu sii
quello, l'arald'.”
Black
continua a scambiare l'appellativo di “araldo” con il suo
giornale, l'Herald e non per la sua vicinanza agli dei lovecraftiani.
I tesseratti
sono un concetto matematico a quattro dimensioni analogo del cubo. I
cubi che sta maneggiando Willard sono la sezione tridimensionale dei
tesseratti a quattro dimensioni.
La mappa sul
muro è etichettata come “Athol”.
Pagina 19
Vignetta 1-4
Per tutta la
pagina, Willard manipola i cubi trasparenti in modi che riconosciamo
impossibili per leggi della fisica. Inoltre volge la schiena a Black,
per cui il lettore se ne accorge, mentre Black rimane all'oscuro.
Vignetta 2
“C'ho
quasi un sei anni e mezzo.”
Corrisponde
alla cronologia dell'Orrore di Dunwich.
Se Willard è
stato concepito nella Pasqua di maggio del 1912, come il Wilbur
Whateley di Lovecraft, e partorito nove mesi dopo, l'età corretta
sarebbe effettivamente 6 anni e qualcosa, visto che siamo nel luglio
del 1919.
La
spiegazione di Willard del funzionamento dei Tesseratti è rozza, ma
corretta.
Vignetta 4
“Nella
storia del 'dentore, c'è il nonno fuori di zucca e la donna con la
faccia bianca e il bambino che sembra cattivo.”
Doppio
riferimento sia all'Orrore di Dunwich che alla vita di Lovecraft.
Molti hanno osservato come la famiglia dei Whateley sembri
rispecchiare metaforicamente la famiglia malata di Lovecraft, in
particolare il giudizio durissimo della madre sulla bruttezza
(mostruosità? Animalizzazione?) del figlio.
S. T. Joshi
in realtà a questo proposito argomenta con efficacia nella sua
biografia come la madre non fosse poi così crudele come si è
ritenuto in passato, permettendo comunque al giovane H. P. di
esercitare le sue passioni (nei libri, nella scienza, si pensi agli
esperimenti di astronomia e chimica).
Può essere
solo una coincidenza, ma una raffigurazione del tesseratto permette
di scorgervi dentro una stella di Davide a sei punte, il che si
ricollegherebbe al discorso della Kabala.
“Per
questo i' manco ti guardo. Tu sii de n'altra storia.”
Riferimento
meta-narrativo? Il ruolo di Black come “araldo” e marionetta di
Moore per visitare i mondi di Lovecraft? O accenno a un suo ruolo da
protagonista nelle storie che verranno?
Pagina 20
Vignetta 1
“Tu stai
con la concorrenza, stai.”
Le
spaccature e le rivalità dei diversi culti interni a Providence sono
già stati trattati in precedenza - in particolare si tenga a mente
il culto della Stella Sapiente.
“Come
farete a riportare in cima i posti sepolti, i' non so.”
Può essere
un riferimento all'isola sommersa di R'lyeh, dove dorme Cthulhu.
Vignetta 2
“Il libro
con le lette Aklo”
Riferimento
alle lettere Aklo, un linguaggio in codice proprio del necronomicon
nell'Orrore di Dunwich, riutilizzato come meta-linguaggio nel Cortile
e nel Neonomicon.
Lovecraft
prese a prestito le lettere di Aklo dall'opera di Arthur Machen “Il popolo bianco”.
Vignetta 3
“E i' so
chi sii meglio di chi lo sai tu.”
Riferimento
allo status di Black come “araldo”, già sottolineato nei numeri
precedenti, ad esempio da Zeke Hillman.
Pagina 21
Vignetta 3
Una
fotografia di Willard Wheatley e presumibilmente di suo fratello -
come il fratello di Wilbur Whateley, è invisibile - anche se si può
avere un'idea delle sue dimensioni dalla depressione nel cuscino del
divano.
“Ronald Underwood Pitman” sembra essere l'equivalente di Providence per Richard Upton Pickman dal modello di Pickamn.
Come
Pickman, Pitman vive a Boston.
Pagina 22
Vignetta 2
“Il
ragazzo forse ha solo bisogno di coricarsi un po'. (...) già. ogni
mese più o meno in questo giorno fa il suo riposino, di solito dopo
sta meglio...”
Il
“riposino” è probabilmente dovuto all'anormale crescita corporea
e cerebrale di Willard.
Vignetta 4
Bear's Den
(in originale nella versione italica) è una piccola caverna vicino
ad Athol e compare nell'Orrore di Dunwich.
Pagina 23
Vignetta 1-4
Vediamo
adesso - e sta in ciò la genialità di Moore - la stessa scena della
pagina iniziale da un punto di vista stavolta “umano” e non
dell'essere invisibile.
Black non
sembra accorgersi (ma il lettore attento sì!) che la stalla non
contiene attrezzi per il macello (come aveva invece stabilito
Wheatley a pagina 7, Vignetta 4) ma al contrario dei quadretti, come
una camera da letto.
Sia Leticia
che Willard possono vedere il mostro/figlio John Divine.
Pagina 24
Vignetta 1
Saint Anselm
- Vedi Pagina 9, Vignetta 1.
Vignetta 2
Be', gli
Stellati sono ancora parecchi... - Vedi pagina 9, Vignetta 1.
“Ora che
andate a Manchester... “
Wheatley non
sa che Black sta effettivamente per andare a Manchester, per cui
questa è una delle sue dimostrazioni di preveggenza/magia.
Pagina 25
Vignetta 4
E'
l'identica intersezione di pagina 5, Vignetta 4.
Sui cartelli
leggiamo rispettivamente, Old Turnpike e North orange Road.
“There was
no hand to hold me back/non vi fu mano a trattener la mia”
Sono i primi
due versi di un poema di Lovecraft, The Ancient Track, che continua
la pagina seguente.
Vignetta 1-4
Prosegue il
magnifico poema The Ancient Track.
Moore sua
ancora una volta la camera fissa, dando stavolta l'impressione che ci
sia qualcuno (oltre al lettore) che guarda Black.
Zaman's Hill
è il titolo di una breve storia di Lovecraft.
Il poema invece proviene dalla raccolta Fungi from Yuggoth.
Il poema invece proviene dalla raccolta Fungi from Yuggoth.
4 commenti:
Complimenti (e grazie) per questo lavoro, utilissimo (prevedo una ulteriore rilettura alla luce di questo quarto post).
Rileggi, rileggi, che Alan Moore si presta molto bene alle riletture ( in effetti, sono quasi obbligatorie, alcune volte).
Ciao! Innanzitutto complimenti e grazie per l'immensa mole di lavoro. Senza tutte queste annotazioni probabilmente si godrebbe di questo capolavoro solo a metà. Te ne sono davvero grato :D
Approfitto per fare un excursus, spero interessante, su John Divine (https://yoursworld.altervista.org/9-segreti-inquietanti-della-cattedrale-di-st-john-the-divine-a-new-york/).
@Marco
Grazie a te Marco! Anche se la serie di analisi su Providence non ha mai riscosso il successo che speravo fa piacere che continui a circolare...
Posta un commento