Leggendo alcune riviste
di fumetti alternativi degli anni sessanta/settanta – penso a Metal Hurlant o l'Heavy Metal Magazine, a seconda della lingua –
rimango sempre colpito di come funzionassero sulla base di
un'assenza, anziché di un eccesso.
Il senso di mistero
proveniva dal formato breve, dalla psichedelia di quegli anni, dalla
scelta di chiudere le storie ex abrupto, costretti dalla mancanza di
ulteriori fondi. La conseguenza necessaria erano storie per forza
oniriche, enigmatiche, chiuse in piccoli mondi autosufficienti.
La ricerca della
sensazione, del dettaglio minuto, dell'orgia di colore contrapposta
alla “prigione” dei dialoghi e delle sceneggiature a tavolino: si
trattava di non-storie a tutti gli effetti, dove lo stile demoliva
ogni necessità di seguire un “filo logico”.
Siamo ovviamente nel
periodo di Moebius, le cui storie di quegli anni, da lui stesso
definite “una eiaculazione” (1) risultano il paradigma per
eccellenza di un disegno che supera il dialogo, Garage ermetico docet.
Ora, l'Indiegogo per il
fumetto Shadow Planet non è certo Moebius. Eppure, rimane qualcosa
di quel genere di fumetto nello stile, nel disegno, nell'argomento,
fin quanto nella stessa presentazione della campagna.
La matita di Gianluca
“Johnny” Pagliarani restituisce tavole che naufragano nel
dettaglio, intricati mosaici di sassolini, tubature e finissimi
ingranaggi. All'impressione “polverosa”, alle lande lunari come
agli interni “alieni” il pensiero torna ai deserti e ai paesaggi
minuziosi di certa sci fi del '60. Il colore di Alan Junior d'Amico,
con una palette che ruota sul grigio e il rosso trasla il fumetto di
dieci anni indietro, ponendolo dentro le tute super aderenti degli
astronauti di celluloide degli anni '50.
Sebbene non sia
possibile pronunciarsi sulla sceneggiatura, le parole chiave disperse
qui e lì trasmettono i brividi: si va dal pulp, all'atompunk, al
Lovecraft più casareccio.
Doverose strizzate
d'occhio all'Alien del 1979, basti osservare la posizione
dell'astronave nella presentazione, con l'inquadratura e lo
“spiaggiamento” simile al ritrovamento nel film.
Fucili a raggi, la
presenza di un robot nelle vignette trapelate, l'enfasi su razzi e
bulloni assicurano la fisicità del -punk nell'atompunk, con
un'elettronica che non vada al di là dell'analogico:
Non a caso, la prima cosa a cui ho pensato dopo aver visto la folle Moonette, è all'automobile nelle prime pagine di Garage Ermetico:
La presentazione per la campagna su Indiegogo a sua volta si mostra come vicina ai lettori e lontana dalle formalità, anche per gli standard della Radium: non c'è un disegnatore, un colorista e uno sceneggiatore, ma i Blasteroid Bros, come non c'è la storia di tre astronauti alle prese con un orrore alieno, quanto Razzi-Bulloni-Mostri-Pistole a Raggi. I responsabili del (futuro) fumetto compaiono con armi dalla fallica gigantezza in mano e il tono sulla pagina Facebook è decisamente indovinato.
La presentazione per la campagna su Indiegogo a sua volta si mostra come vicina ai lettori e lontana dalle formalità, anche per gli standard della Radium: non c'è un disegnatore, un colorista e uno sceneggiatore, ma i Blasteroid Bros, come non c'è la storia di tre astronauti alle prese con un orrore alieno, quanto Razzi-Bulloni-Mostri-Pistole a Raggi. I responsabili del (futuro) fumetto compaiono con armi dalla fallica gigantezza in mano e il tono sulla pagina Facebook è decisamente indovinato.
Infine, a questo
cocktail -retro viene inoculato l'elemento moderno: anziché un
equipaggio incolore di maschi bianchi degli anni '50, troviamo la
comandate Jenna Scott, come la luogotenente Nikke Larsson e un unico
maschio, l'efebo John Vargo, che al di fuori della sigaretta
all'angolo della bocca ha un'acconciatura più curata delle sue
stesse compagne di viaggio interstellare.
Ancora una volta
evidente l'influenza dell'Alien(s), centrifugata però nello stile
del pulp passato.
La campagna Indiegogo
si avvicina all'ultima settimana, ma rispetto alle precedenti
raccolte fondi mi sembra stia procedendo spedita, siamo a un punto
eccellente.
Come da tradizione
della Radium, le possibili opzioni prevedono cartonati, copertine
alternative – consiglierei quella di Jacen Burrows – un diorama
a edizione limitata e una pistola laser sospettosamente simile a una
mauser modificata. La natura della storia vieta per una volta ogni
comparsa/ opzione “trasformami in fumetto” che sembra a volte
trasformare certi numeri in folle di comparsate. Il primo numero di
Prussiani vs Alieni, ad esempio, sembra avere quasi più backers in
forma di personaggi che personaggi stessi (!).
Sempre apprezzabile
come vi sia un'opzione per gli indecisi o chi voglia spendere di
meno: con soli cinque euro ci si porta a casa tutti e quattro i
numeri in edizione digitale e con nove anche gli schizzi di
lavorazione in esclusiva. Se siete tra chi aspetta “a lavoro
finito” o “quando sarà pubblicato” perchè invece non
contribuite con la cinquina direttamente disponibile, adesso?
Mi sembra il modo
migliore per tastare il terreno senza perderci troppo denaro nel caso
(improbabile) che Shadow Planet si riveli una delusione. Anche a
uscita in negozio, i fumetti della Radium non stanno comunque avendo
recensioni tali da poter giudicare se valgano o meno la pena, provare
direttamente al momento della campagna è l'idea migliore.
(1) Si veda In Search of Moebius (BBC).
Fonti:
Pagina del progetto su Indiegogo.
Sito della Radium, pagina dedicata a Shadow Planet.
Pagina Facebook della Radium.
Fonti:
Pagina del progetto su Indiegogo.
Sito della Radium, pagina dedicata a Shadow Planet.
Pagina Facebook della Radium.
2 commenti:
Sai sono iscritto a Radium, ma a causa delle stravaganti stranezze di FB non mi arrivano le notizie del progetto.
Mi rifaccio un giretto per vedere a che punto stanno.
@Marco Grande Arbitro
Dacci un'occhiata, stanno facendo un gran lavoro, anche sul fronte della quantità di roba pubblicata :)
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