martedì 1 marzo 2016

Providence 02: The Hook, di Alan Moore. Annotazioni, analisi e traduzioni.


Sono da tre mesi che leggo Providence nella edizione in volume proposta dalla Panini Comics, che raccoglie le prime quattro storie di una serie di dodici tutt'ora in svolgimento.
E continuo a sorprendermi.
Sono come un minatore con una piccozza e una lanterna, che scoperto un filone continua a scavare, e scavare e scavare... all'infinito. Esagero, ma la quantità di materiale che è possibile trarre anche solo da questo secondo numero di Providence, The Hook, è incredibile.

L'elemento orrorifico, inteso come spavento puro e semplice del lettore, è presente: anche a una lettura sfogliata, disattenta, saltando qui e lì le nuvolette di dialogo, si fanno di certi balzi sulla sedia... Lo spavento non è confinato a un elemento splatter, che pure con Burrows funzionerebbe assai bene, ma attraverso l'uso delle vignette, i contorni (!) delle stesse, i giochi di luce, le inquadrature. 
A differenza di molti suoi colleghi, Moore semplifica (nella sua complessità) la sua composizione della tavola: vignette orizzontali, classiche, quattro per pagina nei momenti di “calma”; vignette verticali, squadrate, tre per pagina nei momenti di “inseguimento del mostro”.
Almeno a livello personale, trovo che ci sia tanto da imparare in una scenografia così attenta sommata però a una simile semplicità di vignette.

Ovviamente, giunto con grande difficoltà a redarre e tradurre dall'inglese questo secondo numero di Providence, The Hook, mi è difficile dire che Providence sia “facile”.
Certo che non lo è.
Richiede tanto dal lettore, sia in attenzione che in cultura.
Richiede, obbligatoriamente, di conoscere Lovecraft e i suoi racconti, per lo meno nella sua ultima versione pop degli ultimi anni.
Richiede, obbligatoriamente, di accettare un fumetto molto “verboso” che alterna paragrafi di pure spiegazioni a passaggi del tutto “visivi” senza nemmeno un'onomatopea.
Richiede, non è fondamentale ma quasi, di aver letto il racconto cui di volta in volta Alan Moore si basa per la sua avventura: nel caso di The Yellow Sign, Aria fredda, in questo The Hook, L'Orrore a Red Hook.
Richiede di fare qualche ricerca via Internet, o per lo meno di leggere le note dei fan inglesi, come per Jess Nevins e la Lega, a costo di avere dettagli della storia che restano insoluti.

Tuttavia, se queste condizioni sembrano restrittive, al contempo non c'è momento migliore per attuarle: la Rete permette di aggiornare le annotazioni e le osservazioni dei critici all'istante, gestendo un lavoro di gruppo da parte dei fan impensabile negli anni '80 e '90.
Inoltre, mai Lovecraft è stato così popolare: che un'occasione del genere si ripresenti è difficile, probabilmente siamo negli anni migliori per lanciare sul mercato un fumetto del genere (e di genere) e sperare venga recepito, compreso e apprezzato dal pubblico.

A proposito di questo secondo numero di Providence, The Hook, valgono le spiegazioni già date in The Yellow Sign, che se non avete letto vi consiglio di fare: le citazioni che traggo da Lovecraft provengono dai Grandi Tascabili Economici Newton, le annotazioni sono tradotte dall'incredibile sito di appassionati inglese, Facts in the case of Alan Moore's Providence
La numerazione delle pagine segue dalla copertina delle rispettive storie, in poi: la copertina di Hook è pagina 0, la pagina che segue pagina 1 e così via.
Se la guida vi è stata utile, condividetela e passatela a chi sta per leggere (o rileggere) Providence...
Se ci sono errori, commentate direttamente sotto, ho perso diversi Punti Follia per scrivere certi nomi “lovecraftiani”...


The Hook


La base per la seconda avventura è l'Orrore a Red Hook.
In rapida sintesi: Robert Black riesce a incontrare il poliziotto Tom Malone a Red Hook, Brooklyn. Sempre in zona, Black incontra poi Suydam, di facciata un commerciante e un raffinato collezionista, in realtà un trafficante di schiavi. Vive a Flatbush, vicino a Hook. 
Mentre Suydam è via, Black esplora una grotta nascosta nella cantina della famiglia, dov'è inseguito da una creatura mostruosa, un demone femminile fosforescente.
Quando Black sviene, si ritrova al pianterreno, accolto da Suydam e dalla consorte, che riescono a convincerlo sia stato tutto un sogno.
Seguono come materiale d'appendice il Commonplace Book e i Pamphlet sull'occultismo comperati da Suydam.

Copertina

L'edificio raffigurato è il Club Zotique, già presente nel Cortile e nel Neonomicon (pg 17).
Nell'Orrore a Red Hook (d'ora in poi, solo Red Hook) il club Zotique possiede la sala da ballo della Chiesa in copertina.
La descrizione dal racconto:
Questa gente si riuniva in una chiesa sconsacrata che ogni giovedì si trasformava in una sala da ballo, la cui struttura gotica si stagliava nella parte più squallida del molo. Ufficialmente era una chiesa cattolica, ma nessun prete a Brooklyn ne riconosceva l'esistenza, e persino i poliziotti si trovarono d'accordo, quando udirono i rumori che di notte venivano dall'interno.

Pagina 1

Vignetta 1

Il color seppia segnala come sempre nella serie un flashback.
A sinistra c'è Prissy Turner e alla destra, il nostro protagonista, Robert Black.
Il luogo sono gli uffici del New York Herald dove Black lavora.

Vignetta 2

Il luogo è il ponte di Brooklyn.

Vignetta 3

Sulla destra stavolta c'è Ephraim Posey, il boss di Black all'Herald.
L'ambientazione è il piano terra dell'Herald, come sappiamo dopo aver letto The Yellow Sign.
Le lettere parzialmente visibili sullo sfondo si leggono “Herald Advertisemens Received”.

A nominare Suydam era stato il Dottor Alvarez in The Yellow Sign:

No, ma qui in America dicono che esista una copia. Un mercante di rarità, un certo signor Suydam di Flatbush, ce ne ha recuperata una trascrizione.

Flatbush è un sobborgo di Brooklyn.

Vignetta 4

Il luogo è Red Hook, quartiere portuale di Brooklyn. 
Tom Malone è presentato come un uomo attraente, chiaramente omosessuale, verso cui Black prova un'attrazione insoddisfatta (confessata nel suo Zibaldone/Commonplace Book).

Pagina 2

Vignetta 1.

Tom Malone è il protagonista de l'Orrore a Red Hook, dov'è presentato come
un uomo così forte, dall'aspetto perfettamente sano e normale

la cui età è
suoi quarantadue anni

di grande cultura accademica
inusuali per un laureato all'Università di Dublino, nato in una villa georgiana dalle parti di Phoenix Park.

Il detective Malone è nominato sia nel Neonomicon che nel Cortile. Sia il testo di Moore che i disegni di Burrows presentano un Malone chiaramente omosessuale, sebbene Lovecraft non scriva nulla sul carattere del suo personaggio (evanescente e stereotipato come suo solito).
Malone indossa un papillon verde identico alla cravatta verde di Black, il che potrebbe sottintendere un codice segreto (che spiegherebbe anche il loro rapporto da subito così affabile).
Il modo di parlare di Malone - almeno nella sua versione inglese - è tipicamente irlandese
Si veda l'Orrore a Red Hook:
Possedeva la facoltà tutta celtica di percepire da lontano tutto ciò che vi è di occulto e magico, ma anche l'occhio acuto del logico che scarta quanto non è convincente.

La chiesa sullo sfondo è la stessa chiesa della copertina, del Neonomicon e del racconto.
La donna sullo sfondo ricorda la madre di Johnny Carcosa dal Cortile e dal Neonomicon.
Il titolo, The Hook, l'Uncino letteralmente, si riferisce al nome del quartiere dove si trovano Black e Malone. Come molti aspetti soprannaturali di The Yellow Sign avevano un spiegazione perfettamente razionale, così Red Hook può essere spiegato con il colore del suolo del quartiere, argilla rossa (Red). Hook deriva invece dall'olandese Hoek, che significa un punto sulla mappa.
Dunque, volendo, si può dire “Punto Rosso” anziché Red Hook.
Al contempo Black è “uncinato” (hooked) preso all'amo, sia dalla sua investigazione verso Suydam che dalla sua attrazione sessuale (hooker in inglese baldracca, puttana) verso Tom Malone.

Pagina 3

Vignetta 1

Il quartiere di Red Hook era un luogo d'arrivo della manodopera immigrata, vicino al porto.
Lovecraft la descrive in Red Hook:
La popolazione, costituita da una massa di disperati, è un vero enigma: ci sono siriani, spagnoli, italiani, negri, che si danno fastidio reciproco, ed un po' più separati dalle altre razze, invece, vivono piccoli gruppi di scandinavi e americani.
Il quartiere è una babele di rumori e di sudiciume, ed emette misteriosi lamenti in risposta allo sciacquio delle onde bituminose che si infrangono sui fetidi moli, e alle orrende nenie intonate dalle sirene delle navi.

Da pagina 3 a pagina 7, Black e Malone rimangono sempre separati all'interno della stessa vignetta da elementi dello sfondo (di solito linee verticali per il corpo, o elementi architettonici/d'arredamento per il capo).


Nella vignetta 1 Black è contrapposto agli edifici e Malone al cielo.
Solo quando Black tocca la mano di Malone i corpi occupano lo stesso sfondo (edifici o cielo).

Vignetta 2-4

“Suydam” si riferisce ovviamente a Robert Suydam.

Vignetta 2

Ahah. Sarò anche un poliziotto irlandese grande e grosso, ma ho l'animo di un poeta romantico.

Si riferisce al passato di Malone inventato da Lovecraft in Red Hook:
Malone avvertiva che il mistero latente nell'esistenza era sempre presente. Da giovane sapeva recepire la bellezza insita nelle cose, e si sentiva un poeta.

Flatbush è un quartiere a Brooklyn, a est di Red Hook e di migliori condizioni socio-economiche.

Vignetta 3

ora è sopratutto un dancing e il venerdì sera è pieno zeppo di bandidos

Bandidos è portoghese per “banditi”.

Avrà forse notato che qui ospitiamo una grande varietà di etnie.

Un'osservazione sul numero di immigrati arrivati a New York in quel periodo, come aveva notato suo malgrado lo stesso Lovecraft.
Nell'originale inglese, Malone invece dice:
You might have noticed that we harbour a variety of nationalities

Il poliziotto dice “harbour” invece che “harbor” aggiungendo una “u” che non c'è nella pronuncia americana, dove si dice sempre harbor. Sono microscopici elementi che confermano sottotesto le origini irlandesi del personaggio – si veda di nuovo a pag 4 Vignetta 1 rumour (irlandese) invece che rumor (americano). Va da sé che queste sottigliezze sono intraducibili in italiano.

Tra la vignetta 3 e 4, Moore usa uno zoom sui personaggi, pur mantenendo la stessa inquadratura.
Ho già nominato la tecnica in The Yellow Sign e in Watchmen.

Vignetta 4

“Ellis Island”, a sud di Manhattan, era il luogo che per primo gli immigrati dalle navi attraversavano per entrare negli Stati Uniti.

Oh, di tutti i tipi. Asiatici, non pochi curdi passati per la Turchia...

Ricorda una frase di Red Hook:
Congetturò che quella gente appartenesse ad una razza mongola proveniente dal Kurdistan o dalle regioni vicine, e a quel punto Malone non poté evitare di ricordare che il Kurdistan era la terra degli Yezidi, gli ultimi discendenti in Persia, degli adoratori del demonio.

La donna sullo sfondo ricorda ancora una volta la madre di Johnny Carcosa.

Pagina 4

Vignetta 1

“Un sabba” è una riunione di stregacce, di solito con malvagi intenti.
Il termine inglese “Coven” fu reso popolare dal saggio di antropologia La Stregoneria nel corso dei secoli (1921), di Margaret Murray che presentava la (pseudo) teoria che le streghe fossero quanto restasse del paganesimo in seguito alle persecuzioni cristiane dell'Alto Medioevo.
Lovecraft, che come ogni bravo scrittore si documentava, conosceva il saggio, all'epoca bestseller.
“Orgia” richiama i riti orgiastici cui assiste Malone in Red Hook.
“Quando capita che scompaia qualche bambino, girano strane voci” si riferisce anche al sanguinosissimo finale di Red Hook.

Vignetta 2

Allora, al Commissariato di Butler Street sono tutti colti come lei, Detective Malone?

E' nominata come la sede di polizia dove Malone è distaccato.
Sullo sfondo, due immigrati se la stanno dando di santa ragione.
Vicino loro c'è una donna in un vestito rosa che ricorda la madre di Johnny Carcosa.

Vignetta 3

E' il rischio che corrono i sognatori. Realtà e fantasia si mescolano e i sogni possono determinare le circostanze concrete della propria vita.

L'osservazione di Malone ricorda le Terre del Sogno di Lovecraft (si vedano le avventure di Randolph Carter, Attraverso i cancelli della chiave d'argento).
Trova anche un suo corrispettivo nel Red Hook di Lovecraft:
A volte riteneva una benedizione che le persone molto intelligenti spesso deridessero i misteri più profondi, poiché altrimenti – pensava – se gli intelletti superiori si fossero messi ad indagare nei segreti di culti atavici e tenebrosi, le stranezze che ne sarebbero scaturite avrebbero minacciato il nucleo stesso dell'universo.

Vignetta 4

Come la sigaraia Mary Rogers...

Mary Rogers è realmente esistita. La venditrice ambulante fu trovata strangolata a morte a Hoboken, vicino al quartiere di Red Hook (1841). All'epoca l'assassinio - rimasto irrisolto - dominò a lungo le pagine della cronaca nera.
Malone si riferisce a “Il Mistero di Marie Roget” (1842), di Edgar Allan Poe.
In lingua originale lo potete leggere gratis su Gutenberg.

Pagina 5

Vignetta 1

Proprio quella. Uno dei più grandi giochi di prestigio di Poe, per me, è stato combinare finzione e realtà.

Consiglio ottimo per tutti gli scrittori di genere, ma valido in special modo per quanto scrisse Lovecraft e per lo stesso Moore, sia in Providence che in From Hell (si veda la maniacale ricostruzione storica).
“No weird story can truly produce terror unless it is devised with all the care and verisimilitude of an actual hoax.”

Da una lettera di H.P. Lovecraft a Clark Ashton Smith, 17 ottobre 1930.

Vignetta 2

Robert Black ricapitola per Malone e per il lettore gli eventi di The Yellow Sign.

Vignetta 3

"Tra parentesi, le case brulicanti dall'altra parte della strada" ci si riferisce all'incontrollata crescita edilizia delle case popolari; nell'originale inglese il termine “Rookery” e il riferimento a Parker Place cita l'Orrore a Red Hook:
In the teeming rookeries of Parker Place—since renamed—where Suydam had his basement flat.

(e la versione italiana)
Nel decrepito e sovrappopolato caseggiato di Parker Place – cui in seguito venne cambiato nome – dove Suydam aveva preso il suo seminterrato...

Parker Place è uno dei luoghi inventati da Lovecraft, non ha un suo equivalente reale.

“con tutti i fannulloni dalla pelle bruna” richiama le descrizioni xenofobe che Lovecraft fornisce
della popolazione locale nell'Orrore a Red Hook, ad esempio “di quei giovani dalla faccia rovinata e dallo sguardo torbido”.

L'immigrato dal medio oriente sta vestendo una taqiyah, berretto appropriato per un curdo.

Vignetta 4

La preferenza di Suydam per il “sottosuolo” si riferisce ai cunicoli segreti scoperti nel finale di Red Hook, vedasi ad esempio:
Sotto la sala da ballo, si trovava un cunicolo che portava dalla sua abitazione alla cripta della chiesa, alla quale si poteva accedere unicamente passando per un piccolo passaggio segreto posto nella parete nord, e nelle cui camere furono rinvenuti alcuni oggetti insoliti e spaventosi.

Anticipa anche l'esplorazione di Black a partire da pagina 15.

“rete di immigrazione clandestina” è ovviamente un altro riferimento a Red Hook, “la cerchia d'amicizie dello studioso coincideva perfettamente con le peggiori bande criminali, responsabili dell'arrivo sulla costa di certa feccia asiatica, priva di documenti ed impossibile da identificare, che era stata saggiamente respinta dagli uffici di Ellis Island.” oppure “e che almeno un terzo delle persone che (Suydam) frequentava era già stato arrestato dalla polizia per furto abituale, zuffe e immigrazione clandestina”

“Professor Jung” è per le bestie analfabete che non lo conoscono, Carl Gustav Jung, lo psicanalista fondatore della psicologia analitica. Svolse a inizio novecento importanti lavori sugli archetipi, sui simboli e sull'inconscio collettivo. Se Freud partiva con l'idea di fondare una scienza, sbagliando, ma almeno “tentando”, con Jung la psicanalisi diventa a tutti gli effetti una pseudo scienza...
Ciò non gli impedisce, come per Freud, di scrivere materiale bello e interessante, specie per le applicazioni in politica e letteratura...

Pagina 6

Vignetta 1

“parli di quel suo libro sui sogni” è il libro La Psicologia dell'Inconscio (1912).
Jung è stato spesso usato dagli studiosi di critica di Lovecraft. Il commentatore inglese cita ad esempio Toward a Greater Appreciation of H.P. Lovecraft: The Analytical Approach, di Dirk W. Mosig.

Vignetta 2

Il cimitero in primo piano è la Chiesa Riformata di Flatbush, situata all'angolo tra la Church Avenue e la Flatbush Avenue.
Quelle case si erano andate raggruppando intorno alla Chiesa Riformata, il cui edificio, interamente coperto da rampicanti, ospitava un campanile, ed era protetto da una recinzione in ferro nel cui prato gli olandesi seppellivano anticamente i defunti.

L'edificio sullo sfondo sembra essere il 190 Kenmore Place, attraverso la strada a ovest del cimitero, Google Street View docet

Vignetta 3

Indicibile (in italiano, nel fumetto)
Unspeakable (in inglese, nel fumetto)

Decisamente uno degli aggettivi preferiti da Lovecraft!

Pagina 7

Vignetta 1-4

Dalla posizione delle tombe (Google street view), il bar sembra essere sul lato nord di Church Avenue. Sul muro a sinistra della testa di Black c'è un'immaginetta di un'aquila che tiene tra gli artigli una bandiera americana. Secondo il commentatore Pedro Ribeiro, questo è un riferimento a Zeus che rapisce Ganymede.

Malone ci sta provando con Black; gli tocca la mano, gli fornisce il suo indirizzo, dice “Questo è il mio indirizzo” o “allora spero che mi verrai a trovare, no?” o “e ho gradito davvero la nostra chiacchierata”. Dagli “ah...uh” titubanti e dalle pause, Black è ancora indeciso, mentre Malone sta cercando di essere tanto aperto e diretto quanto poteva esserlo un omosessuale nel 1919.

Vignetta 3

Prima apparizione di Robert Suydam, già nominato dal Dr Alvarez in The Yellow Sign.
Suydam è l'antagonista di Malone in Red Hook. Si presenta come un uomo sessantenne, di interesse nell'occulto, piuttosto corpulento, scrittore di opuscoli e pamphlet.

Pagina 8

Vignetta 1

Suydam sta indossando una pelliccia, nonostante il caldo, e sembra ben vestito, un contrasto stridente con la povertà del quartiere.
Il suo aspetto sembra riflettere accuratamente la descrizione data da Lovecraft in Red Hook:
“ma per tutti gli altri era solo un eccentrico vecchio corpulento, e non degnavano che di un'occhiata divertita i suoi capelli canuti e spettinati, la sua barba ispida, i suoi vestiti neri e lisi, ed il suo bastone dal pomello d'oro”.

Vignetta 2

L'iscrizione sulla pietra tombale è in olandese e recita:

Hier leyt het lighaam van SEYTIE SUYDAM huys vrowvan de overleeden Evert Hegeman overleeden den 11 July 1802 oudt 76 Jaaren 9 maanden en 13 dagen.

Traduzione: Qui giace il corpo di SEYTIE SUYDAM, moglie e donna di casa, che morì l'11 luglio 1802 a 76 anni, 9 mesi e 13 giorni.

Pagina 9

Vignetta 1













L'uomo alla destra sta parlando curdo, scritto con alfabeto occidentale.
Una possibile traduzione: Piume di Pavone!!! Piume per i vostri bellissimi usi!

Vignetta 2

Altro tentativo di traduzione con il curdo, dalla già traballante traduzione del commentatore inglese.

“Bellissime piume per Melek Taus, che pianse al vedere il dolore del mondo...”

“confraternita” implica una fratellanza magica, la versione terrena della Grande Confraternita Bianca. Prima menzione di Salem, che richiama inoltre il culto di Dagon dal Neonomicon.

Vignetta 3

Melek Taus, l'Angelo Pavone, è un demiurgo creatore del mondo nella tradizione curda yezidica nell'Iran; la minoranza era di solito stigmatizzata perchè accusata di adorare il diavolo, per la somiglianza di Melek Taus con Satana nelle religioni del Libro.
Melek Taus era un soggetto alla moda per Lovecraft e i suoi amici, così come una presenza costante
nell'occulto (finto) su Weird Tales. Se ne trovano riferimenti in Red Hook.
Alan Moore aveva già usato un personaggioyezida”, il Re Pavone, nel fumetto di supereroi Top Ten.


L'immagine all'estrema destra è la bara di Tutankhamen.
Gli Angeli fanno parte della teologia dell'Islam, ma i curdi yezidi li venerano diversamente dal resto dei musulmani. 

Pagina 10

Vignetta 1

I processi di Salem furono un fenomeno d'isteria di massa nelle colonie puritane degli States, tra il 1692 e il 1693, simile alla caccia alle streghe avvenuta tra fine '500 e inizio '600 in Europa. Lovecraft si riferì a Salem, nei Sogni nella Casa Stregata e nel Caso di Charles Dexter Ward, documentandosi sia sui fatti di Salem che sulla teoria di Margaret Murray sull'esistenza di un culto pagano basato sulla stregoneria, che Lovecraft ipotizza si sia diffuso in America con i primi colonizzatori.

Si veda la seguente lettera, di cui non ho trovato (se c'è) la traduzione italiana. Riporto perciò l'estratto citato dal commentario inglese a Providence.
“Miss Murray, the anthropologist, believes that the witch-cult actually established a ‘coven’ (its only one in the New World) in the Salem region about 1690, and that it included a large number of neurotic and degenerate whites, together with Indians, negroes, and West-Indian slaves.”
– H. P. Lovecraft to Robert E. Howard, 4 October 1930, Selected Letters of H. P. Lovecraft.

Gli gnostici” erano un insieme eterogeneo di sette simili al Cristianesimo, nate nel Medio oriente, ma con un punto di vista diverso sul mondo, il che li pose in conflitto con la chiesa delle origini, che li riteneva eretici.
Gli gnostici sostenevano una divisione netta tra mondo fisico e spirituale. sostenendo che il primo era stato creato ed era governato da un entità inferiore a Dio, il Demiurgo.
Moore sta qui cercando di provare un collegamento tra il misticismo realmente esistito in storia e le “Dreamlands” di Lovecraft.

Sul muro a destra c'è l'Albero della Vita nella raffigurazione della Cabala.
Alan Moore ha più volte usato l'albero della vita, o il Sephirot, nel suo fumetto Promethea, che è a tutti gli effetti l'equivalente di un corso accelerato nella magia tradizionale (fattore che, incidentalmente, lo rende un pessimo fumetto come “storia”).

Vignetta 2

Una statua cornuta - probabilmente Cernunnos, un Dio celtico nella forma di un cervo, nonostante però la scultura del pilastro suggerisca un'origine classica o neoclassica.
Il dio con le corna, era un aspetto della teoria di Margaret Murray, sebbene venga aggiunto solo negli ultimi studi, con la pubblicazione del Dio delle Streghe (1933).

Sotto la nuvoletta del dialogo di Suydam, un cerchio magico, che il commentatore inglese ritiene il Settimo Sigillo di Saturno











Pagina 11

Vignetta 1

“dall'alchemista Al Buni” Probabilmente Ahmad ibn 'Ali al-buni.

Vignetta 2

Le informazioni che fornisce Suydam sono in parte false - le monete c'erano in Medio Oriente ben prima dell'Islam che iniziò a usare la polvere da sparo solo nel basso medioevo.
La storia di ibn Yazid dilaniato da invisibili jinn ovviamente è un riferimento alla storia del Necronomicon di Lovecraft e ad Abdul Alhazred.

Hali è un riferimento al Lago di Hali, del Re in Giallo di Robert E. Chambers.

Vignetta 3

Il libro di Khalid è stato tradotto per la prima volta in latino a Toledo, nella Spagna moresca.

Nella sua “storia del Necronomicon”, Lovecrat sottolinea come una delle edizioni latine del tomo maledetto fu redatta in Spagna.

Vignetta 4

I quattro metodi...

Copio-incollo dalla spiegazione già data in The Yellow Sign, dal Dr Alvarez: 

Alcuni, quali la rianimazione dei cadaveri...

E' un riferimento a Herbert West - Rianimatore.

Il trapianto delle anime...

Si riferisce a La cosa sulla soglia, di Lovecraft e forse forse L'ombra venuta dal tempo.

Due metodi su quattro non sono nominati, ma si presume siano la sopravvivenza della carne attraverso il freddo, come nel caso di Alvarez e l'inserimento del cervello in vita in un'unità di supporto vitale, com'è hobby dei Mi-Go in Colui che sussurrava nelle tenebre.

Come vedete, Moore ripete gli stessi metodi già elencati dal Dr Muroz/Alvarez, rendendo chiari i sottili collegamenti tra una storia e l'altra.

Pagina 12

In questa pagina di pure spiegazioni, densa e cerebrale, si può osservare come Moore stia spostando il discorso da New York e il Re in Giallo di Chambers, a Salem e le Terre del Sogno di Randolph Carter.

Vignetta 1

“confraternita” Si riferisce alla Grande Fratellanza Bianca, nel caso nostro la setta del New England chiamata “L'Ordine devoto della Stella Sapiente” (la versione inglese è “Worshipful Order of the Stella Sapiente”, la traduzione è mia) fondata da Roulet, Massey e Colwen.

Etienne Roulet è un personaggio di Lovecraft della Casa stregata.
Nel pamphlet di Suydam in coda a questo numero del fumetto troviamo la sua biografia.

Dietro il muro di Suydam, c'è l'immagine di un nastro di mobius (che simboleggia l'infinito) e una mano (che simboleggia forse la chiromanzia).

Sulla sinistra in basso c'è un teschio.

Proprio sopra il teschio ci sono due libri con titoli a malapena leggibili. 
Il commentatore inglese ritiene che sia l'Arcadia (Aradia) riferito al testo Aradia, or the Gospel of the Witches of Italy, di Charles Godfrey Leyland (su cui torna il pamphlet di Suydam in coda al fumetto, è quindi probabile sia Aradia).

Vignetta 2

Hekeziah Massey è l'equivalente di Providence per Keziah Mason, dai Sogni nella Casa Stregata di Lovecraft. Anche Massey è menzionato poi nel pamphlet di Suydam in coda al fumetto.

Japheth Colwen è basato su Joseph Curwen, dal Caso di Charles Dexter Ward di Lovecraft.

1692 è ovviamente la data di inizio dei processi di Salem; stando alla (finta) ricostruzione di Moore e Lovecraft, Keziah Mason (Hekeziah Massey) viene arrestata e Curwen (Japheth Colwen) fugge a Rhode Island.

Vignetta 3

“la raffineria di oro di Boggs” è un riferimento a Boggs nel precedente Neonomicon.
Boggs costituisce il doppio di Moore per la famiglia Marsh di Lovecraft e la loro raffineria a Innsmouth.

“il loro primo rappresentante, un piccolo inglese buffo” è un riferimento a Winfield Scott Lovecraft, il padre di H.P. Lovecraft.
W.S. Lovecraft era un venditore d'aste per la Gorham Silver Company ed era conosciuto per il suo accento british, nonostante fosse americano.

Un dollaro nel 1919 era l'equivalente di 14 dollari / 12 euro oggigiorno, una bella sommetta per solo dei pamphlet!

Vignetta 4

La Kabbalah è la magia ebraica, sviluppatasi in Europa nel Medioevo. Robert Black dimentica di nascondere la sua eredità ebraica, svelando di saperne qualcosa.

Qlipoth nella Kabbalah sono le rappresentazioni del male o delle forze impure.

Lilith e Asmoday (una variante di Asmodeo) ricordano la fine del racconto di Lovecraft L'Orrore a Red Hook, dove si citano demoni tipicamente medievali.

Il libro alla destra della testa di Black è la Storia della Magia di Eliphas Levi, nella traduzione di A. E. Waite, pubblicato nel 1913. (per una coincidenza che non è una coincidenza, il traduttore Waite era amico e membro della setta della Golden Dawn con Arthur Machen, quest'ultimo una grande influenza su Lovecraft).

Alla destra del libro c'è un pamphlet “Kabbalah and Faust” citato già precedentemente.
Non a caso, su Suydam in Red Hook:
Quando il dovere lo portò al suo caso, Malone non lo aveva mai visto di persona, sebbene ne avesse sentito parlare da altri come di una grossa autorità in fatto di superstizioni popolari, ed una volta aveva consultato un suo opuscolo da tempo fuori stampa, concernente argomenti quali la Kabbalah e la leggenda di Faust.

Sulla copertina c'è l'Albero della Vita della Kabbalah, di cui Moore aveva già parlato in Promethea.

Pagina 13

Vignetta 1

Lilith, almeno per come la presenta Suydam, riassume in se sia elementi del mondo materiale, terreno che della Terre del Sogno, le Dreamlands.


L'immagine incorniciata dietro la testa di Suydam è la stampa del Capricho 61: Volaverunt del grande Francisco Goya (1790). E' parte di una sequenza che raffigura il mondo dei sogni e del soprannaturale. La 61 raffigura quattro streghe che volano.

Vignetta 2

Simone Mago è considerato il mitico fondatore dello gnosticismo.

Faust è, beh, Faust?! Non credo di dovervi spiegare chi sia, insomma c'è un limite all'ignoranza...

Prima comparsa di Cornelia Gerritsen; sposa Suydam dopo il ringiovanimento nell'Orrore a Red Hook.

Reverendo Maestro/Reverend Master è un titolo onorario di solito usato per riferirsi alla gerarchia superiore del clero, anche se oggigiorno nella versione inglese “Reverend Master” può anche funzionare come soprannome amichevole come fidatissimo amico/mio amatissimo compagno ecc ecc

“E' arrivato un altro frutto acerbo a Parker Pla...” in riferimento ai rapimenti di bambini del bieco Suydam.

Pagina 14

Vignetta 1

Suydam: Allora, questo frutto...da dove viene e quanti anni ha?

Cornelia Gerritsen: Si direbbe... si direbbe norvegese. Avrà forse cinque o sei anni, non saprei...

Suydam gestisce un traffico di schiavi - in questo caso un bambino.
Si veda inoltre Red Hook, il seguente passaggio:
Si erano verificate da poco nuove scomparse di bambini – tre bambini norvegesi dagli occhi azzurri che abitavano sulla strada per Gowanus – e a quanto pareva s'era radunata una folla di possenti “vichinghi” del quartiere in atteggiamento minaccioso.

Pagina 15

Due torce elettriche. fate attenzione!
Vignetta 1

Sul muro, la luce elettrica svela un cerchio magico dentro un pentacolo, scritto probabilmente col gesso.

Sugli scaffali, è possibile notare un rotolo di corda appeso. 

Vignetta 2


Più da vicino, l'anello esterno del pentacolo è segnato da una serie di croci e nomi di Dio: “Elohim” (ebraico) e IHVH, le iniziali romane per il Tetragrammaton (I al posto in latino dell'Y).

Vignetta 3

A differenza che nell'Orrore a Red Hook non c'è stavolta una porta ben sbarrata, ma una scaletta in apparenza abbandonata che scende nelle tenebre.
Secondo il commentatore inglese, ricorda la descrizione de I Ratti nei Muri:
Attraverso un'apertura quasi quadrata del piano tassellato, si scorgeva una macabra distesa di ossa umane e semiumane sparse su una rampa di gradini di pietra, così consumati al centro da formare quasi un piano inclinato.

Il bordo delle vignette diventa, dalla discesa di Black nella grotta, di colore giallo, in contrasto col bordo frastagliato nero che è invece “normale” nel resto del volume.
Inoltre, il bordo netto e ben delineato per ogni vignetta simboleggia l'incontro con un'entità soprannaturale/divina/al di fuori della comprensione umana.

Pagina 16

Vignetta 1

Il ritmo, dalle tranquille quattro vignette per pagina diventa frenetico, si muta radicalmente sia come detto il layout che la composizione della pagina.
L'incontro coll'orrore lovecraftiano distorce l'immagine nel fumetto.

Vignetta 2

Gli scalini cedono il passo a un sistema di grotte naturali.
Inquietanti i “graffi” o sfregi sulle pietre di fronte a Black.

Vignetta 3

Stalattiti e stalagmiti (non chiedetemi la differenza, please), rinforzano l'idea di una grotta naturale.

Pagina 17

Vignetta 1-3

Compaiono resti umani.
Si può notare la maestra di disegnatore di Burrows: la luce della torcia elettrica si riflette dalla vignetta 1 alla 3, mantenendo lo stesso fondale, ma con un elemento di “movimento” (lo stesso Black) per vignetta.

Pagina 18

Ricorda ancora una volta l'Orrore a Red Hook:
Un'acqua torbida ed oleosa, della quale non si capiva la provenienza, sciabordava sui moli d'onice, ed i rintocchi spaventosi di campane stonate salutarono l'avvicinarsi di una creatura nuda dalla pelle fosforescente, che sogghignava e veniva a nuoto verso la riva, quindi si arrampicava, ed infine si accovacciava su un piedistallo d'oro visibile sullo sfondo.

Pagina 19

Vignetta 1

Da notare la colonna d'oro sullo sfondo.

Vignetta 3

Altri graffi sulle rocce.

Pagina 20

Vignetta 1-3

La creatura è la copia del mostro lovecraftiano in Red Hook:
Un'acqua torbida ed oleosa, della quale non si capiva la provenienza, sciabordava sui moli d'onice, ed i rintocchi spaventosi di campane stonate salutarono l'avvicinarsi di una creatura nuda dalla pelle fosforescente, che sogghignava e veniva a nuoto verso la riva, quindi si arrampicava, ed infine si accovacciava su un piedistallo d'oro visibile sullo sfondo.

Questa “Lilith” ha tre dita per piede, tre dita e un pollice per mano e nessun capezzolo - anche se sono chiaramente visibili i genitali femminili.

C'è un chiaro simbolismo nell'immagine di un protagonista timido e omosessuale che fugge da una creatura femminile “indemoniata” - è anche il caso di Lovecraft e della sua riluttanza a scrivere di personaggi o mostri femminili...

Pagina 21

Vignetta 1-2

Robert Black perde il cappello.

Pagina 22

La creatura lascia tracce di tre artigli, come le dita della sua mano; dalla vignetta 2-3 la vediamo avvicinarsi sempre di più a Black.

Pagina 23

Vignetta 1-2

La pietra sullo sfondo (a sinistra) sembra scolpita, o incisa.

Vignetta 3

Vignetta nera, per sottolineare sia lo svenimento che il passaggio del tempo. E' chiaro come la telecamera sia centrata su Robert Black, attraverso cui vediamo il mondo di Moore.

Pagina 24

Vignetta 1

Le voci appartengono a Suydam e Gerritsen, ma la vignetta resta nera perchè Black si sta lentissimamente ancora svegliando.
Si passa immediatamente dal formato verticale dell'incontro lovecraftiano al formato orizzontale convenzionale per le scene “normali”.
Anche il bordo giallo e geometrico scompare a favore del nero “frastagliato” per i bordi delle vignette.

Vignetta 3

Il risveglio di Black ricorda il finale di Red Hook:
In tutti i modi, è ben felice di starsene isolato a Chepachet a curare i nervi, e spera che il tempo releghi nel limbo mitico e pittoresco dei sogni remoti la sua tremenda esperienza.

Vignetta 4

Ah, il subconscio. Quanti tiri mancini, ci gioca.

Un riferimento alle teorie di Jung di cui si era interessato Malone.

Black sta guardando il muro vuoto che prima esibiva il cerchio magico inscritto nel pentagramma (anche prima che iniziasse la sequenza “onirica” nella grotta). E' stato prontamente cancellato da Suydam.

Pagina 25

Una sola torcia e niente cappello!
La sequenza di vignette per l'addio di Robert Black a Suydam sono speculari alle sequenze del suo arrivo alla suddetta casa.

Vignetta 2

Aver collegato Lily e Lilith è un'idea di Black razionalmente valida, ma sbagliata: sta rifiutando la realtà dell'incontro soprannaturale col mostro.

Black: Ah... n-non avevo un cappello quando sono entrato?

Cornelia Gerritsen: Non l'ho notato. E lei, signor Suydam?

Suydam: No. Non mi sembra proprio.

Sappiamo invece che Black aveva un cappello quand'era entrato.
Mancano inoltre una delle due torce elettriche presso la porta.

Vignetta 3

Curdo: “Per-ren yen jwan!”
Traduzione: Bellissime piume!

Vignetta 4

Curdo: Per-ren men bekirin! Per-ren tawsi yen jwan!
Traduzione: Piume per il vostro uso! Bellissime piume di pavone!

Pagina 26

Vignetta 1


Curdo: Per-ren yen jwan! Per-ren jwan yen Melek Taus…
Traduzione: Bellissime penne! Bellissime penne per Melek Taus...

Il venditore ha la faccia sfregiata da tre linee parallele, esattamente come gli sfregi lasciati sulla pietra (e sui teschi!) dagli artigli della creatura femminile nella grotta.
Questa, assieme al cappello e alla torcia mancante, è un'ulteriore prova che l'avventura nella grotta di Black era reale e che Suydam l'ha ingannato.

Ma come ogni bravo protagonista lovecraftiano, Black preferisce aggrapparsi a ogni singolo appiglio razionale, piuttosto che accettare l'indicibile (cit)...  

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