Sono da tre
mesi che leggo Providence nella edizione in volume proposta dalla Panini Comics, che raccoglie le prime quattro storie di una serie di
dodici tutt'ora in svolgimento.
E continuo a
sorprendermi.
Sono come un
minatore con una piccozza e una lanterna, che scoperto un filone
continua a scavare, e scavare e scavare... all'infinito. Esagero, ma
la quantità di materiale che è possibile trarre anche solo da
questo secondo numero di Providence, The Hook, è incredibile.
L'elemento
orrorifico, inteso come spavento puro e semplice del lettore, è
presente: anche a una lettura sfogliata, disattenta, saltando qui e
lì le nuvolette di dialogo, si fanno di certi balzi sulla sedia...
Lo spavento non è confinato a un elemento splatter, che pure con
Burrows funzionerebbe assai bene, ma attraverso l'uso delle vignette,
i contorni (!) delle stesse, i giochi di luce, le inquadrature.
A
differenza di molti suoi colleghi, Moore semplifica (nella sua
complessità) la sua composizione della tavola: vignette orizzontali,
classiche, quattro per pagina nei momenti di “calma”; vignette
verticali, squadrate, tre per pagina nei momenti di “inseguimento
del mostro”.
Almeno a
livello personale, trovo che ci sia tanto da imparare in una
scenografia così attenta sommata però a una simile semplicità di
vignette.
Ovviamente,
giunto con grande difficoltà a redarre e tradurre dall'inglese questo secondo numero di Providence, The Hook, mi è difficile dire
che Providence sia “facile”.
Certo che
non lo è.
Richiede
tanto dal lettore, sia in attenzione che in cultura.
Richiede,
obbligatoriamente, di conoscere Lovecraft e i suoi racconti, per lo
meno nella sua ultima versione pop degli ultimi anni.
Richiede,
obbligatoriamente, di accettare un fumetto molto “verboso” che
alterna paragrafi di pure spiegazioni a passaggi del tutto “visivi”
senza nemmeno un'onomatopea.
Richiede,
non è fondamentale ma quasi, di aver letto il racconto cui di volta
in volta Alan Moore si basa per la sua avventura: nel caso di The
Yellow Sign, Aria fredda, in questo The Hook, L'Orrore a Red Hook.
Richiede di
fare qualche ricerca via Internet, o per lo meno di leggere le note
dei fan inglesi, come per Jess Nevins e la Lega, a costo di avere
dettagli della storia che restano insoluti.
Tuttavia, se
queste condizioni sembrano restrittive, al contempo non c'è momento
migliore per attuarle: la Rete permette di aggiornare le annotazioni
e le osservazioni dei critici all'istante, gestendo un lavoro di
gruppo da parte dei fan impensabile negli anni '80 e '90.
Inoltre, mai
Lovecraft è stato così popolare: che un'occasione del genere si
ripresenti è difficile, probabilmente siamo negli anni migliori per
lanciare sul mercato un fumetto del genere (e di genere) e sperare
venga recepito, compreso e apprezzato dal pubblico.
A proposito
di questo secondo numero di Providence, The Hook, valgono le
spiegazioni già date in The Yellow Sign, che se non avete letto vi
consiglio di fare: le citazioni che traggo da Lovecraft provengono
dai Grandi Tascabili Economici Newton, le annotazioni sono tradotte
dall'incredibile sito di appassionati inglese, Facts in the case of Alan Moore's Providence.
La
numerazione delle pagine segue dalla copertina delle rispettive
storie, in poi: la copertina di Hook è pagina 0, la pagina che segue pagina 1 e così via.
Se la guida
vi è stata utile, condividetela e passatela a chi sta per leggere (o
rileggere) Providence...
Se ci sono
errori, commentate direttamente sotto, ho perso diversi Punti Follia
per scrivere certi nomi “lovecraftiani”...
The Hook
In rapida
sintesi: Robert Black riesce a incontrare il poliziotto Tom Malone a
Red Hook, Brooklyn. Sempre in zona, Black incontra poi Suydam, di
facciata un commerciante e un raffinato collezionista, in realtà un
trafficante di schiavi. Vive a Flatbush, vicino a Hook.
Mentre
Suydam è via, Black esplora una grotta nascosta nella cantina della
famiglia, dov'è inseguito da una creatura mostruosa, un demone
femminile fosforescente.
Quando Black
sviene, si ritrova al pianterreno, accolto da Suydam e dalla
consorte, che riescono a convincerlo sia stato tutto un sogno.
Seguono come
materiale d'appendice il Commonplace Book e i Pamphlet
sull'occultismo comperati da Suydam.
Copertina
L'edificio
raffigurato è il Club Zotique, già presente nel Cortile
e nel Neonomicon (pg 17).
Nell'Orrore a Red Hook (d'ora in poi, solo Red Hook) il club Zotique possiede la sala da ballo della Chiesa in copertina.
Nell'Orrore a Red Hook (d'ora in poi, solo Red Hook) il club Zotique possiede la sala da ballo della Chiesa in copertina.
La
descrizione dal racconto:
Questa gente si riuniva in una chiesa sconsacrata che ogni giovedì si trasformava in una sala da ballo, la cui struttura gotica si stagliava nella parte più squallida del molo. Ufficialmente era una chiesa cattolica, ma nessun prete a Brooklyn ne riconosceva l'esistenza, e persino i poliziotti si trovarono d'accordo, quando udirono i rumori che di notte venivano dall'interno.
Pagina 1
Vignetta 1
Il color
seppia segnala come sempre nella serie un flashback.
A sinistra
c'è Prissy Turner e alla destra, il nostro protagonista, Robert
Black.
Il luogo
sono gli uffici del New York Herald dove Black lavora.
Vignetta 2
Il luogo è
il ponte di Brooklyn.
Vignetta 3
Sulla destra
stavolta c'è Ephraim Posey, il boss di Black all'Herald.
L'ambientazione
è il piano terra dell'Herald, come sappiamo dopo aver letto The
Yellow Sign.
Le lettere
parzialmente visibili sullo sfondo si leggono “Herald Advertisemens
Received”.
A nominare
Suydam era stato il Dottor Alvarez in The Yellow Sign:
No, ma qui
in America dicono che esista una copia. Un mercante di rarità, un
certo signor Suydam di Flatbush, ce ne ha recuperata una
trascrizione.
Flatbush è un sobborgo di Brooklyn.
Vignetta 4
Il luogo è
Red Hook, quartiere portuale di Brooklyn.
Tom Malone è presentato
come un uomo attraente, chiaramente omosessuale, verso cui Black
prova un'attrazione insoddisfatta (confessata nel suo
Zibaldone/Commonplace Book).
Pagina 2
Vignetta 1.
Tom Malone è
il protagonista de l'Orrore a Red Hook, dov'è presentato come
un uomo così forte, dall'aspetto perfettamente sano e normale
la cui età
è
suoi quarantadue anni
di grande
cultura accademica
inusuali per un laureato all'Università di Dublino, nato in una villa georgiana dalle parti di Phoenix Park.
Il detective
Malone è nominato sia nel Neonomicon che nel Cortile. Sia il testo
di Moore che i disegni di Burrows presentano un Malone chiaramente
omosessuale, sebbene Lovecraft non scriva nulla sul carattere del suo
personaggio (evanescente e stereotipato come suo solito).
Malone
indossa un papillon verde identico alla cravatta verde di Black, il che potrebbe
sottintendere un codice segreto (che spiegherebbe anche il loro
rapporto da subito così affabile).
Il modo di
parlare di Malone - almeno nella sua versione inglese - è
tipicamente irlandese.
Si veda l'Orrore a Red Hook:
Possedeva la facoltà tutta celtica di percepire da lontano tutto ciò che vi è di occulto e magico, ma anche l'occhio acuto del logico che scarta quanto non è convincente.
La chiesa
sullo sfondo è la stessa chiesa della copertina, del Neonomicon e
del racconto.
La donna
sullo sfondo ricorda la madre di Johnny Carcosa dal Cortile e dal
Neonomicon.
Il titolo,
The Hook, l'Uncino letteralmente, si riferisce al nome del quartiere
dove si trovano Black e Malone. Come molti aspetti soprannaturali di
The Yellow Sign avevano un spiegazione perfettamente razionale, così
Red Hook può essere spiegato con il colore del suolo del quartiere,
argilla rossa (Red). Hook deriva invece dall'olandese Hoek, che
significa un punto sulla mappa.
Dunque,
volendo, si può dire “Punto Rosso” anziché Red Hook.
Al contempo
Black è “uncinato” (hooked) preso all'amo, sia dalla sua
investigazione verso Suydam che dalla sua attrazione sessuale (hooker
in inglese baldracca, puttana) verso Tom Malone.
Pagina 3
Vignetta 1
Il quartiere
di Red Hook era un luogo d'arrivo della manodopera immigrata, vicino
al porto.
Lovecraft la
descrive in Red Hook:
La popolazione, costituita da una massa di disperati, è un vero enigma: ci sono siriani, spagnoli, italiani, negri, che si danno fastidio reciproco, ed un po' più separati dalle altre razze, invece, vivono piccoli gruppi di scandinavi e americani.
Il quartiere è una babele di rumori e di sudiciume, ed emette misteriosi lamenti in risposta allo sciacquio delle onde bituminose che si infrangono sui fetidi moli, e alle orrende nenie intonate dalle sirene delle navi.
Da pagina 3
a pagina 7, Black e Malone rimangono sempre separati all'interno
della stessa vignetta da elementi dello sfondo (di solito linee
verticali per il corpo, o elementi architettonici/d'arredamento per
il capo).
Nella vignetta 1 Black è contrapposto agli edifici e Malone al cielo.
Nella vignetta 1 Black è contrapposto agli edifici e Malone al cielo.
Solo quando
Black tocca la mano di Malone i corpi occupano lo stesso sfondo
(edifici o cielo).
Vignetta 2-4
“Suydam”
si riferisce ovviamente a Robert Suydam.
Vignetta 2
Ahah. Sarò
anche un poliziotto irlandese grande e grosso, ma ho l'animo di un
poeta romantico.
Si riferisce
al passato di Malone inventato da Lovecraft in Red Hook:
Malone avvertiva che il mistero latente nell'esistenza era sempre presente. Da giovane sapeva recepire la bellezza insita nelle cose, e si sentiva un poeta.
Flatbush è
un quartiere a Brooklyn, a est di Red Hook e di migliori condizioni
socio-economiche.
Vignetta 3
ora è
sopratutto un dancing e il venerdì sera è pieno zeppo di bandidos
Bandidos è
portoghese per “banditi”.
Avrà
forse notato che qui ospitiamo una grande varietà di etnie.
Un'osservazione
sul numero di immigrati arrivati a New York in quel periodo, come
aveva notato suo malgrado lo stesso Lovecraft.
Nell'originale
inglese, Malone invece dice:
You might have noticed that we harbour a variety of nationalities
Il
poliziotto dice “harbour” invece che “harbor” aggiungendo una
“u” che non c'è nella pronuncia americana, dove si dice sempre
harbor. Sono microscopici elementi che confermano sottotesto le
origini irlandesi del personaggio – si veda di nuovo a pag 4
Vignetta 1 rumour (irlandese) invece che rumor (americano). Va da sé
che queste sottigliezze sono intraducibili in italiano.
Tra la
vignetta 3 e 4, Moore usa uno zoom sui personaggi, pur
mantenendo la stessa inquadratura.
Ho già nominato la tecnica in The Yellow Sign e in Watchmen.
Ho già nominato la tecnica in The Yellow Sign e in Watchmen.
Vignetta 4
“Ellis
Island”, a sud di Manhattan, era il luogo che per primo gli
immigrati dalle navi attraversavano per entrare negli Stati Uniti.
Oh, di tutti
i tipi. Asiatici, non pochi curdi passati per la Turchia...
Ricorda una
frase di Red Hook:
Congetturò che quella gente appartenesse ad una razza mongola proveniente dal Kurdistan o dalle regioni vicine, e a quel punto Malone non poté evitare di ricordare che il Kurdistan era la terra degli Yezidi, gli ultimi discendenti in Persia, degli adoratori del demonio.
La donna
sullo sfondo ricorda ancora una volta la madre di Johnny Carcosa.
Pagina 4
Vignetta 1
“Un sabba”
è una riunione di stregacce, di solito con malvagi intenti.
Il termine
inglese “Coven” fu reso popolare dal saggio di antropologia La
Stregoneria nel corso dei secoli (1921), di Margaret Murray che
presentava la (pseudo) teoria che le streghe fossero quanto restasse
del paganesimo in seguito alle persecuzioni cristiane dell'Alto
Medioevo.
Lovecraft,
che come ogni bravo scrittore si documentava, conosceva il saggio,
all'epoca bestseller.
“Orgia”
richiama i riti orgiastici cui assiste Malone in Red Hook.
“Quando
capita che scompaia qualche bambino, girano strane voci” si
riferisce anche al sanguinosissimo finale di Red Hook.
Vignetta 2
Allora, al
Commissariato di Butler Street sono tutti colti come lei, Detective
Malone?
E' nominata
come la sede di polizia dove Malone è distaccato.
Sullo
sfondo, due immigrati se la stanno dando di santa ragione.
Vicino loro
c'è una donna in un vestito rosa che ricorda la madre di Johnny
Carcosa.
Vignetta 3
E' il
rischio che corrono i sognatori. Realtà e fantasia si mescolano e i
sogni possono determinare le circostanze concrete della propria vita.
L'osservazione
di Malone ricorda le Terre del Sogno di Lovecraft (si vedano le
avventure di Randolph Carter, Attraverso i cancelli della chiave d'argento).
Trova anche
un suo corrispettivo nel Red Hook di Lovecraft:
A volte riteneva una benedizione che le persone molto intelligenti spesso deridessero i misteri più profondi, poiché altrimenti – pensava – se gli intelletti superiori si fossero messi ad indagare nei segreti di culti atavici e tenebrosi, le stranezze che ne sarebbero scaturite avrebbero minacciato il nucleo stesso dell'universo.
Vignetta 4
Come la
sigaraia Mary Rogers...
Mary Rogers
è realmente esistita. La venditrice ambulante fu trovata strangolata
a morte a Hoboken, vicino al quartiere di Red Hook (1841). All'epoca
l'assassinio - rimasto irrisolto - dominò a lungo le pagine della
cronaca nera.
Malone si
riferisce a “Il Mistero di Marie Roget” (1842), di Edgar Allan
Poe.
In lingua
originale lo potete leggere gratis su Gutenberg.
Pagina 5
Vignetta 1
Proprio
quella. Uno dei più grandi giochi di prestigio di Poe, per me, è
stato combinare finzione e realtà.
Consiglio
ottimo per tutti gli scrittori di genere, ma valido in special modo
per quanto scrisse Lovecraft e per lo stesso Moore, sia in Providence
che in From Hell (si veda la maniacale ricostruzione storica).
“No weird story can truly produce terror unless it is devised with all the care and verisimilitude of an actual hoax.”
Da una
lettera di H.P. Lovecraft a Clark Ashton Smith, 17 ottobre 1930.
Vignetta 2
Robert Black
ricapitola per Malone e per il lettore gli eventi di The Yellow Sign.
Vignetta 3
"Tra parentesi, le case brulicanti dall'altra parte della strada" ci si
riferisce all'incontrollata crescita edilizia delle case popolari;
nell'originale inglese il termine “Rookery” e il riferimento a
Parker Place cita l'Orrore a Red Hook:
In the teeming rookeries of Parker Place—since renamed—where Suydam had his basement flat.
(e la versione italiana)
Nel decrepito e sovrappopolato caseggiato di Parker Place – cui in seguito venne cambiato nome – dove Suydam aveva preso il suo seminterrato...
Parker Place
è uno dei luoghi inventati da Lovecraft, non ha un suo equivalente
reale.
“con tutti
i fannulloni dalla pelle bruna” richiama le descrizioni xenofobe
che Lovecraft fornisce
della
popolazione locale nell'Orrore a Red Hook, ad esempio “di quei
giovani dalla faccia rovinata e dallo sguardo torbido”.
L'immigrato
dal medio oriente sta vestendo una taqiyah, berretto appropriato per
un curdo.
Vignetta 4
La
preferenza di Suydam per il “sottosuolo” si riferisce ai cunicoli
segreti scoperti nel finale di Red Hook, vedasi ad esempio:
Sotto la sala da ballo, si trovava un cunicolo che portava dalla sua abitazione alla cripta della chiesa, alla quale si poteva accedere unicamente passando per un piccolo passaggio segreto posto nella parete nord, e nelle cui camere furono rinvenuti alcuni oggetti insoliti e spaventosi.
Anticipa
anche l'esplorazione di Black a partire da pagina 15.
“rete di
immigrazione clandestina” è ovviamente un altro riferimento a Red
Hook, “la cerchia d'amicizie dello studioso coincideva
perfettamente con le peggiori bande criminali, responsabili
dell'arrivo sulla costa di certa feccia asiatica, priva di documenti
ed impossibile da identificare, che era stata saggiamente respinta
dagli uffici di Ellis Island.” oppure “e che almeno un terzo
delle persone che (Suydam) frequentava era già stato arrestato dalla
polizia per furto abituale, zuffe e immigrazione clandestina”
“Professor
Jung” è per le bestie analfabete che non lo conoscono, Carl Gustav Jung, lo psicanalista fondatore della psicologia analitica. Svolse a
inizio novecento importanti lavori sugli archetipi, sui simboli e
sull'inconscio collettivo. Se Freud partiva con l'idea di fondare una
scienza, sbagliando, ma almeno “tentando”, con Jung la
psicanalisi diventa a tutti gli effetti una pseudo scienza...
Ciò non gli
impedisce, come per Freud, di scrivere materiale bello e
interessante, specie per le applicazioni in politica e letteratura...
Pagina 6
Vignetta 1
“parli di
quel suo libro sui sogni” è il libro La Psicologia dell'Inconscio
(1912).
Jung è
stato spesso usato dagli studiosi di critica di Lovecraft. Il
commentatore inglese cita ad esempio Toward a Greater Appreciation of H.P. Lovecraft: The Analytical Approach, di Dirk W. Mosig.
Vignetta 2
Il cimitero
in primo piano è la Chiesa Riformata di Flatbush, situata all'angolo
tra la Church Avenue e la Flatbush Avenue.
Quelle case si erano andate raggruppando intorno alla Chiesa Riformata, il cui edificio, interamente coperto da rampicanti, ospitava un campanile, ed era protetto da una recinzione in ferro nel cui prato gli olandesi seppellivano anticamente i defunti.
L'edificio
sullo sfondo sembra essere il 190 Kenmore Place, attraverso la strada
a ovest del cimitero, Google Street View docet.
Vignetta 3
Indicibile
(in italiano, nel fumetto)
Unspeakable
(in inglese, nel fumetto)
Decisamente
uno degli aggettivi preferiti da Lovecraft!
Pagina 7
Vignetta 1-4
Dalla
posizione delle tombe (Google street view), il bar sembra essere sul
lato nord di Church Avenue. Sul muro a sinistra della testa di Black
c'è un'immaginetta di un'aquila che tiene tra gli artigli una
bandiera americana. Secondo il commentatore Pedro Ribeiro, questo è
un riferimento a Zeus che rapisce Ganymede.
Malone ci
sta provando con Black; gli tocca la mano, gli fornisce il suo
indirizzo, dice “Questo è il mio indirizzo” o “allora spero
che mi verrai a trovare, no?” o “e ho gradito davvero la nostra
chiacchierata”. Dagli “ah...uh” titubanti e dalle pause, Black
è ancora indeciso, mentre Malone sta cercando di essere tanto aperto
e diretto quanto poteva esserlo un omosessuale nel 1919.
Vignetta 3
Prima
apparizione di Robert Suydam, già nominato dal Dr Alvarez in The
Yellow Sign.
Suydam è
l'antagonista di Malone in Red Hook. Si presenta come un uomo
sessantenne, di interesse
nell'occulto, piuttosto corpulento, scrittore di opuscoli e pamphlet.
Pagina 8
Vignetta 1
Suydam sta
indossando una pelliccia, nonostante il caldo, e sembra ben vestito,
un contrasto stridente con la povertà del quartiere.
Il suo
aspetto sembra riflettere accuratamente la descrizione data da
Lovecraft in Red Hook:
“ma per tutti gli altri era solo un eccentrico vecchio corpulento, e non degnavano che di un'occhiata divertita i suoi capelli canuti e spettinati, la sua barba ispida, i suoi vestiti neri e lisi, ed il suo bastone dal pomello d'oro”.
Vignetta 2
L'iscrizione
sulla pietra tombale è in olandese e recita:
Hier leyt
het lighaam van SEYTIE SUYDAM huys vrowvan de overleeden Evert
Hegeman overleeden den 11 July 1802 oudt 76 Jaaren 9 maanden en 13
dagen.
Traduzione:
Qui giace il corpo di SEYTIE SUYDAM, moglie e donna di casa, che morì
l'11 luglio 1802 a 76 anni, 9 mesi e 13 giorni.
Pagina 9
Vignetta 1
L'uomo alla destra sta parlando curdo, scritto con alfabeto occidentale.
Una
possibile traduzione: Piume di Pavone!!! Piume per i vostri
bellissimi usi!
Vignetta 2
Altro
tentativo di traduzione con il curdo, dalla già traballante
traduzione del commentatore inglese.
“Bellissime
piume per Melek Taus, che pianse al vedere il dolore del mondo...”
“confraternita”
implica una fratellanza magica, la versione terrena della Grande
Confraternita Bianca. Prima menzione di Salem, che richiama inoltre
il culto di Dagon dal Neonomicon.
Vignetta 3
Melek Taus,
l'Angelo Pavone, è un demiurgo creatore del mondo nella tradizione
curda yezidica nell'Iran; la minoranza era di solito stigmatizzata
perchè accusata di adorare il diavolo, per la somiglianza di Melek
Taus con Satana nelle religioni del Libro.
Melek Taus
era un soggetto alla moda per Lovecraft e i suoi amici, così come
una presenza costante
nell'occulto
(finto) su Weird Tales. Se ne trovano riferimenti in Red Hook.
Alan Moore
aveva già usato un personaggio “yezida”, il Re Pavone, nel
fumetto di supereroi Top Ten.
Gli Angeli
fanno parte della teologia dell'Islam, ma i curdi yezidi li venerano
diversamente dal resto dei musulmani.
Pagina 10
Vignetta 1
I processi
di Salem furono un fenomeno d'isteria di massa nelle colonie puritane
degli States, tra il 1692 e il 1693, simile alla caccia alle streghe
avvenuta tra fine '500 e inizio '600 in Europa. Lovecraft si riferì
a Salem, nei Sogni nella Casa Stregata e nel Caso di Charles Dexter Ward, documentandosi
sia sui fatti di Salem che sulla teoria di Margaret Murray
sull'esistenza di un culto pagano basato sulla stregoneria, che
Lovecraft ipotizza si sia diffuso in America con i primi
colonizzatori.
Si veda la
seguente lettera, di cui non ho trovato (se c'è) la traduzione
italiana. Riporto perciò l'estratto citato dal commentario inglese a
Providence.
“Miss Murray, the anthropologist, believes that the witch-cult actually established a ‘coven’ (its only one in the New World) in the Salem region about 1690, and that it included a large number of neurotic and degenerate whites, together with Indians, negroes, and West-Indian slaves.”
– H. P. Lovecraft to Robert E. Howard, 4 October 1930, Selected Letters of H. P. Lovecraft.
“Gli gnostici” erano un insieme eterogeneo di sette simili al
Cristianesimo, nate nel Medio oriente, ma con un punto di vista
diverso sul mondo, il che li pose in conflitto con la chiesa delle
origini, che li riteneva eretici.
Gli gnostici
sostenevano una divisione netta tra mondo fisico e spirituale.
sostenendo che il primo era stato creato ed era governato da un
entità inferiore a Dio, il Demiurgo.
Moore sta
qui cercando di provare un collegamento tra il misticismo realmente
esistito in storia e le “Dreamlands” di Lovecraft.
Sul muro a
destra c'è l'Albero della Vita nella raffigurazione della Cabala.
Alan Moore
ha più volte usato l'albero della vita, o il Sephirot, nel suo
fumetto Promethea, che è a tutti gli effetti l'equivalente di un
corso accelerato nella magia tradizionale (fattore che,
incidentalmente, lo rende un pessimo fumetto come “storia”).
Vignetta 2
Una statua
cornuta - probabilmente Cernunnos, un Dio celtico nella forma di un
cervo, nonostante però la scultura del pilastro suggerisca
un'origine classica o neoclassica.
Il dio con le corna, era un aspetto della teoria di Margaret Murray, sebbene venga aggiunto solo negli ultimi studi, con la pubblicazione del Dio delle Streghe (1933).
Il dio con le corna, era un aspetto della teoria di Margaret Murray, sebbene venga aggiunto solo negli ultimi studi, con la pubblicazione del Dio delle Streghe (1933).
Sotto la
nuvoletta del dialogo di Suydam, un cerchio magico, che il
commentatore inglese ritiene il Settimo Sigillo di Saturno
Pagina 11
Vignetta 1
“dall'alchemista
Al Buni” Probabilmente Ahmad ibn 'Ali al-buni.
Vignetta 2
Le
informazioni che fornisce Suydam sono in parte false - le monete
c'erano in Medio Oriente ben prima dell'Islam che iniziò a usare la
polvere da sparo solo nel basso medioevo.
La storia di
ibn Yazid dilaniato da invisibili jinn ovviamente è un riferimento
alla storia del Necronomicon di Lovecraft e ad Abdul Alhazred.
Hali è un
riferimento al Lago di Hali, del Re in Giallo di Robert E. Chambers.
Vignetta 3
Il libro
di Khalid è stato tradotto per la prima volta in latino a Toledo,
nella Spagna moresca.
Nella sua
“storia del Necronomicon”, Lovecrat sottolinea come una delle
edizioni latine del tomo maledetto fu redatta in Spagna.
Vignetta 4
I quattro
metodi...
Copio-incollo dalla spiegazione già data in The Yellow Sign, dal Dr Alvarez:
“Alcuni, quali la rianimazione dei cadaveri...
E' un riferimento a Herbert West - Rianimatore.
Il trapianto delle anime...
Si riferisce a La cosa sulla soglia, di Lovecraft e forse forse L'ombra venuta dal tempo.
Due metodi su quattro non sono nominati, ma si presume siano la sopravvivenza della carne attraverso il freddo, come nel caso di Alvarez e l'inserimento del cervello in vita in un'unità di supporto vitale, com'è hobby dei Mi-Go in Colui che sussurrava nelle tenebre.”
Come vedete,
Moore ripete gli stessi metodi già elencati dal Dr Muroz/Alvarez, rendendo
chiari i sottili collegamenti tra una storia e l'altra.
Pagina 12
In questa
pagina di pure spiegazioni, densa e cerebrale, si può osservare come
Moore stia spostando il discorso da New York e il Re in Giallo di
Chambers, a Salem e le Terre del Sogno di Randolph Carter.
Vignetta 1
“confraternita”
Si riferisce alla Grande Fratellanza Bianca, nel caso nostro la setta
del New England chiamata “L'Ordine devoto della Stella Sapiente”
(la versione inglese è “Worshipful Order of the Stella Sapiente”,
la traduzione è mia) fondata da Roulet, Massey e Colwen.
Etienne
Roulet è un personaggio di Lovecraft della Casa stregata.
Nel pamphlet
di Suydam in coda a questo numero del fumetto troviamo la sua
biografia.
Dietro il
muro di Suydam, c'è l'immagine di un nastro di mobius (che
simboleggia l'infinito) e una mano (che simboleggia forse la chiromanzia).
Sulla
sinistra in basso c'è un teschio.
Proprio
sopra il teschio ci sono due libri con titoli a malapena leggibili.
Il commentatore inglese ritiene che sia l'Arcadia
(Aradia) riferito al testo Aradia, or the Gospel of the Witches of Italy, di Charles Godfrey Leyland (su cui torna il pamphlet di Suydam
in coda al fumetto, è quindi probabile sia Aradia).
Vignetta 2
Hekeziah
Massey è l'equivalente di Providence per Keziah Mason, dai Sogni nella Casa Stregata di Lovecraft. Anche Massey è menzionato poi nel
pamphlet di Suydam in coda al fumetto.
Japheth
Colwen è basato su Joseph Curwen, dal Caso di Charles Dexter Ward di
Lovecraft.
1692 è
ovviamente la data di inizio dei processi di Salem; stando alla
(finta) ricostruzione di Moore e Lovecraft, Keziah Mason (Hekeziah
Massey) viene arrestata e Curwen (Japheth Colwen) fugge a Rhode
Island.
Vignetta 3
“la
raffineria di oro di Boggs” è un riferimento a Boggs nel
precedente Neonomicon.
Boggs
costituisce il doppio di Moore per la famiglia Marsh di Lovecraft e
la loro raffineria a Innsmouth.
“il loro
primo rappresentante, un piccolo inglese buffo” è un riferimento a
Winfield Scott Lovecraft, il padre di H.P. Lovecraft.
W.S.
Lovecraft era un venditore d'aste per la Gorham Silver Company ed era
conosciuto per il suo accento british, nonostante fosse americano.
Un dollaro
nel 1919 era l'equivalente di 14 dollari / 12 euro oggigiorno, una bella
sommetta per solo dei pamphlet!
Vignetta 4
La Kabbalah
è la magia ebraica, sviluppatasi in Europa nel Medioevo. Robert
Black dimentica di nascondere la sua eredità ebraica, svelando di
saperne qualcosa.
Qlipoth
nella Kabbalah sono le rappresentazioni del male o delle forze
impure.
Lilith e
Asmoday (una variante di Asmodeo) ricordano la fine del racconto di
Lovecraft L'Orrore a Red Hook, dove si citano demoni tipicamente
medievali.
Il libro
alla destra della testa di Black è la Storia della Magia di Eliphas Levi, nella traduzione di A. E. Waite, pubblicato nel 1913. (per una
coincidenza che non è una coincidenza, il traduttore Waite era amico
e membro della setta della Golden Dawn con Arthur Machen,
quest'ultimo una grande influenza su Lovecraft).
Alla destra
del libro c'è un pamphlet “Kabbalah and Faust” citato già
precedentemente.
Non a caso,
su Suydam in Red Hook:
Quando il dovere lo portò al suo caso, Malone non lo aveva mai visto di persona, sebbene ne avesse sentito parlare da altri come di una grossa autorità in fatto di superstizioni popolari, ed una volta aveva consultato un suo opuscolo da tempo fuori stampa, concernente argomenti quali la Kabbalah e la leggenda di Faust.
Sulla
copertina c'è l'Albero della Vita della Kabbalah, di cui Moore aveva
già parlato in Promethea.
Pagina 13
Vignetta 1
Lilith,
almeno per come la presenta Suydam, riassume in se sia elementi del
mondo materiale, terreno che della Terre del Sogno, le Dreamlands.
L'immagine incorniciata dietro la testa di Suydam è la stampa del Capricho 61: Volaverunt del grande Francisco Goya (1790). E' parte di una sequenza che raffigura il mondo dei sogni e del soprannaturale. La 61 raffigura quattro streghe che volano.
Vignetta 2
Simone Mago
è considerato il mitico fondatore dello gnosticismo.
Faust è,
beh, Faust?! Non credo di dovervi spiegare chi sia, insomma c'è un limite all'ignoranza...
Prima
comparsa di Cornelia Gerritsen; sposa Suydam dopo il ringiovanimento
nell'Orrore a Red Hook.
Reverendo
Maestro/Reverend Master è un titolo onorario di solito usato per
riferirsi alla gerarchia superiore del clero, anche se oggigiorno
nella versione inglese “Reverend Master” può anche funzionare
come soprannome amichevole come fidatissimo amico/mio amatissimo
compagno ecc ecc
“E'
arrivato un altro frutto acerbo a Parker Pla...” in riferimento ai
rapimenti di bambini del bieco Suydam.
Pagina 14
Vignetta 1
Suydam:
Allora, questo frutto...da dove viene e quanti anni ha?
Cornelia
Gerritsen: Si direbbe... si direbbe norvegese. Avrà forse cinque o
sei anni, non saprei...
Suydam
gestisce un traffico di schiavi - in questo caso un bambino.
Si veda
inoltre Red Hook, il seguente passaggio:
Si erano verificate da poco nuove scomparse di bambini – tre bambini norvegesi dagli occhi azzurri che abitavano sulla strada per Gowanus – e a quanto pareva s'era radunata una folla di possenti “vichinghi” del quartiere in atteggiamento minaccioso.
Pagina 15
Sul muro, la luce elettrica svela un cerchio magico dentro un pentacolo, scritto probabilmente col gesso.
Sugli
scaffali, è possibile notare un rotolo di corda appeso.
Vignetta 2
Più da vicino, l'anello esterno del pentacolo è segnato da una serie di croci e nomi di Dio: “Elohim” (ebraico) e IHVH, le iniziali romane per il Tetragrammaton (I al posto in latino dell'Y).
A differenza
che nell'Orrore a Red Hook non c'è stavolta una porta ben sbarrata,
ma una scaletta in apparenza abbandonata che scende nelle tenebre.
Secondo il
commentatore inglese, ricorda la descrizione de I Ratti nei Muri:
Attraverso un'apertura quasi quadrata del piano tassellato, si scorgeva una macabra distesa di ossa umane e semiumane sparse su una rampa di gradini di pietra, così consumati al centro da formare quasi un piano inclinato.
Il bordo
delle vignette diventa, dalla discesa di Black nella grotta, di
colore giallo, in contrasto col bordo frastagliato nero che è invece
“normale” nel resto del volume.
Inoltre, il
bordo netto e ben delineato per ogni vignetta simboleggia l'incontro
con un'entità soprannaturale/divina/al di fuori della comprensione
umana.
Pagina 16
Vignetta 1
Il ritmo,
dalle tranquille quattro vignette per pagina diventa frenetico, si
muta radicalmente sia come detto il layout che la composizione della
pagina.
L'incontro
coll'orrore lovecraftiano distorce l'immagine nel fumetto.
Vignetta 2
Gli scalini
cedono il passo a un sistema di grotte naturali.
Inquietanti
i “graffi” o sfregi sulle pietre di fronte a Black.
Vignetta 3
Stalattiti e
stalagmiti (non chiedetemi la differenza, please), rinforzano l'idea
di una grotta naturale.
Pagina 17
Vignetta 1-3
Compaiono
resti umani.
Si può
notare la maestra di disegnatore di Burrows: la luce della torcia
elettrica si riflette dalla vignetta 1 alla 3, mantenendo lo stesso fondale, ma con un elemento di “movimento” (lo stesso Black) per
vignetta.
Pagina 18
Ricorda
ancora una volta l'Orrore a Red Hook:
Un'acqua torbida ed oleosa, della quale non si capiva la provenienza, sciabordava sui moli d'onice, ed i rintocchi spaventosi di campane stonate salutarono l'avvicinarsi di una creatura nuda dalla pelle fosforescente, che sogghignava e veniva a nuoto verso la riva, quindi si arrampicava, ed infine si accovacciava su un piedistallo d'oro visibile sullo sfondo.
Pagina 19
Vignetta 1
Da notare la
colonna d'oro sullo sfondo.
Vignetta 3
Altri graffi
sulle rocce.
Pagina 20
Vignetta 1-3
La creatura
è la copia del mostro lovecraftiano in Red Hook:
Un'acqua torbida ed oleosa, della quale non si capiva la provenienza, sciabordava sui moli d'onice, ed i rintocchi spaventosi di campane stonate salutarono l'avvicinarsi di una creatura nuda dalla pelle fosforescente, che sogghignava e veniva a nuoto verso la riva, quindi si arrampicava, ed infine si accovacciava su un piedistallo d'oro visibile sullo sfondo.
Questa
“Lilith” ha tre dita per piede, tre dita e un pollice per mano e
nessun capezzolo - anche se sono chiaramente visibili i genitali
femminili.
C'è un
chiaro simbolismo nell'immagine di un protagonista timido e
omosessuale che fugge da una creatura femminile “indemoniata” - è
anche il caso di Lovecraft e della sua riluttanza a scrivere di
personaggi o mostri femminili...
Pagina 21
Vignetta 1-2
Robert Black
perde il cappello.
Pagina 22
La creatura
lascia tracce di tre artigli, come le dita della sua mano; dalla
vignetta 2-3 la vediamo avvicinarsi sempre di più a Black.
Pagina 23
Vignetta 1-2
La pietra
sullo sfondo (a sinistra) sembra scolpita, o incisa.
Vignetta 3
Vignetta
nera, per sottolineare sia lo svenimento che il passaggio del tempo.
E' chiaro come la telecamera sia centrata su Robert Black, attraverso
cui vediamo il mondo di Moore.
Pagina 24
Vignetta 1
Le voci
appartengono a Suydam e Gerritsen, ma la vignetta resta nera perchè
Black si sta lentissimamente ancora svegliando.
Si passa
immediatamente dal formato verticale dell'incontro lovecraftiano al
formato orizzontale convenzionale per le scene “normali”.
Anche il
bordo giallo e geometrico scompare a favore del nero “frastagliato”
per i bordi delle vignette.
Vignetta 3
Il risveglio
di Black ricorda il finale di Red Hook:
In tutti i modi, è ben felice di starsene isolato a Chepachet a curare i nervi, e spera che il tempo releghi nel limbo mitico e pittoresco dei sogni remoti la sua tremenda esperienza.
Vignetta 4
Ah, il
subconscio. Quanti tiri mancini, ci gioca.
Un
riferimento alle teorie di Jung di cui si era interessato Malone.
Black sta
guardando il muro vuoto che prima esibiva il cerchio magico inscritto
nel pentagramma (anche prima che iniziasse la sequenza “onirica”
nella grotta). E' stato prontamente cancellato da Suydam.
Pagina 25
Una sola torcia e niente cappello! |
Vignetta 2
Aver
collegato Lily e Lilith è un'idea di Black razionalmente valida, ma
sbagliata: sta rifiutando la realtà dell'incontro soprannaturale col
mostro.
Black: Ah...
n-non avevo un cappello quando sono entrato?
Cornelia
Gerritsen: Non l'ho notato. E lei, signor Suydam?
Suydam: No.
Non mi sembra proprio.
Sappiamo
invece che Black aveva un cappello quand'era entrato.
Mancano
inoltre una delle due torce elettriche presso la porta.
Vignetta 3
Curdo:
“Per-ren yen jwan!”
Traduzione:
Bellissime piume!
Vignetta 4
Curdo:
Per-ren men bekirin! Per-ren tawsi yen jwan!
Traduzione:
Piume per il vostro uso! Bellissime piume di pavone!
Pagina 26
Vignetta 1
Traduzione:
Bellissime penne! Bellissime penne per Melek Taus...
Il venditore
ha la faccia sfregiata da tre linee parallele, esattamente come gli
sfregi lasciati sulla pietra (e sui teschi!) dagli artigli della
creatura femminile nella grotta.
Questa,
assieme al cappello e alla torcia mancante, è un'ulteriore prova che
l'avventura nella grotta di Black era reale e che Suydam l'ha
ingannato.
Ma come ogni
bravo protagonista lovecraftiano, Black preferisce aggrapparsi a ogni
singolo appiglio razionale, piuttosto che accettare l'indicibile
(cit)...
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