E' mia ferma convinzione
che per avere un futuro migliore occorra per prima cosa immaginarlo.
L'immaginazione gioca un
ruolo potente quando si tratta d'influenzare le scelte di politici e
tecnici.
La gente comunemente
accetta che una certa visione, una certa filosofia possa risultare
causa dell'azione concreta di un individuo. E' normale per un partito
politico o per un movimento attivista riferirsi a un dato pensatore,
fare riferimento a un certo ideale di comunità, o di modello.
Niente Illuminismo, niente
Rivoluzione francese. Niente teoria, niente pratica.
Le guerre d'idee precedono
sempre i conflitti reali. Senza Rousseau, senza Voltaire, senza
Diderot non avremmo avuto i giacobini, Robespierre, Napoleone e il
nuovo codice civile. Un bel po' di risultati concreti, per degli
“intellettuali ammuffiti”!
Le idee, o nel caso
peggiore l'ideologia, precedono sempre guerre e cambiamenti.
Si veda al capitolo:
guerre religiose.
Si veda al capitolo: prima
guerra mondiale.
Si veda al capitolo:
guerre per la pace nel mondo.
La fantascienza plasma il
nostro futuro.
Se ammettete che la saggistica, e sì anche la
letteratura possano influenzare il Reale (per il semplice motivo che
gli uomini reali si rapportano alla realtà inventata di romanzi e
saggi per agire) dovete anche ammettere l'importanza della fantascienza.
Lungi dall'essere solo
“fuga”, il fantastico influenza il reale.
Immaginando mondi
migliori, otterremo mondi migliori.
Criticando distopie in
divenire, le bloccheremo sul nascere.
Criticando tecnologie
sempre più vacue e schizofreniche, spingeremo verso nuovi, inediti
utilizzi.
Sono convinto che molti,
se non tutti dei difetti dell'attuale Web 2.0 siano dovuti
all'afflosciarsi del movimento cyberpunk. Scomparse le idee,
scomparsa l'audacia anarco-aristocratica di voler immaginare qualcosa
di più che l'ennesimo parco giochi capitalista, Internet è decaduta
rapidamente. Vogliamo davvero parlare dell'esplorazione spaziale?
Scomparso il pungolo delle astronavi e del brivido della scoperta, la
Nasa è marcita in progetti sempre più inconcludenti, dilaniata
dall'assenza di fondi.
Non dobbiamo disperare.
Gli esempi positivi continuano a superare gli esempi negativi. Cory
Doctorow, sia pure nel suo insopportabile buonismo1,
è uno scrittore che ha fatto molto per la Rete. Leggere X alle
attuali generazioni sarebbe d'obbligo per maturare un uso della
tecnologia se non consapevole, quantomeno più fruttuoso dell'attuale
zapping tra Facebook e Youtuber d'accatto.
Senza trascurare i tanti,
tantissimi modi in cui s'immaginava la realtà virtuale negli anni
novanta, o quale gigantesco debito di riconoscenza abbiamo verso gli
schermi sottili, minimalisti di buona parte della fantascienza dagli
anni sessanta, 2001: Odissea nello spazio in poi. Il touch screen non
è fondamentale. Come non lo sono molti degli accessori, dei
giocattoli con cui ci gingilliamo nella vita di ogni giorno. Star
Trek ci ha messo lo zampino, ammettiamolo.2
Nell'ultimo decennio
tuttavia, il meccanismo s'è incartato. Le distopie incutono orrore
più per l'incapacità degli scrittori che per lo scenario distopico
raffigurato, mentre la fantascienza “ottimista” ormai si risolve
nello Young adult supereroistico. Non basta vestire la gente di
grigio, mostrare qualche poliziotto antisommossa e un paio di
uniformi militari, per poter dire “è distopico”. 3
Bisognerebbe al contrario sentire l'aura di disperazione del setting,
mostrare (non raccontare!) torture e fucilazioni di massa, diabolici
aggeggi di surveillance e polizie segrete.
Inoltre il continuo
richiamo a 1984 risulta ormai superato. Il mondo contemporaneo è
molto più vicino a Il mondo nuovo, di Huxley, piuttosto che alla dittatura
ipertrofica e burocratica di Orwell. Il sovraccarico
dell'informazione, l'apatia delle masse erano pericoli chiaramente immaginati da Huxley.
Kevin Kelly è stato il
cofondatore della rivista Wired, oltre a scrittore attualmente di
grande successo. In italiano è uscito tradotto il suo ultimo libro,
Quello che vuole la tecnologia (2010).
Non conosco il personaggio
a sufficienza per giudicarlo. Non ho letto i suoi libri, ma leggo il
suo blog, che sebbene aggiornato raramente contiene spunti
interessanti. Non condivido il suo ottimismo verso la tecnologia di
qualunque genere, specie nei confronti dei progressi dell'ultimo
decennio. A questo proposito, risulta illuminante citare Sterling:
Nel settore della musica, della letteratura, dell’arte, dell’intrattenimento, della cultura in generale, nell’editoria, nel settore militare, nel giornalismo, nella politica, nel settore produttivo... Sostanzialmente, in tutti i contesti possibili ed immaginabili... Ad eccezione della finanza, della sanità, della legge, del business delle carceri e di alcuni settori militari... Il che spiega perché pochi privilegiati sono pieni di soldi mentre la maggior parte degli esseri umani, quelli che secondo la leggenda metropolitana avrebbero beneficiato della rivoluzione digitale, faticano a sbarcare il lunario. Confermo: le nuove tecnologie sono dirompenti: non fanno prigionieri. (...) Nessuno si rende conto di quello che abbiamo perso. I vantaggi sono minimi se consideriamo tutto quello che ci siamo bruciati negli ultimi anni. La situazione cambia rapidamente... Il passato prossimo viene immediatamente ignorato perché... passato, vecchio, andato. Tutti sbavano per la nuova frontiera elettronica. Nessuno si preoccupa della foresta che abbiamo raso al suolo con le seghe elettriche e gettato nei fiumi per fare spazio al nuovo. E l’idea che il “nuovo” sia sempre “meglio” è una favola pericolosa. Quando m’imbatto in gente che dice “usiamo la tecnologia per migliorare il mondo” specie in posti come SXSW, li guardo con compatimento. Non tanto perché sono ipocriti, ma perché la loro ingenuità infantile mi fa quasi tenerezza. Questa gente non comprende che il mondo presenta aspetti tragici, non capisce che la tecnologia non è la soluzione. In molti casi, è parte del problema. Le cose non migliorano. Il mondo è pieno di deserti. Dopo la mezza età, il declino metabolico degli individui accelera. E’ dal 2008 che la situazione va peggiorando e la tecnologia, per certi versi, ha accelerato la crisi. Le strategie dell’austerity hanno miseramente fallito. E’ persino peggio del panico! Oggi, nel 2013, ogni aspetto delle nostre esistenze è deteriorato: il livello della cultura è peggiorato. I governi sono peggiorati. Le infrastrutture sono in evidente declino. Il business è peggiorato. Nella Silicon Valley, un mucchio di gente vive per le strade. Anche per quanto concerne la moda, la situazione è grama. Se non altro, abbiamo tutti perso qualche chilo... Sono tempi difficili.
Sono d'accordo con
Sterling che abbiamo perso più di quanto guadagnato.
Forse col tempo
la situazione tornerà a riequilibrarsi, ma per il momento resta
fosca. E' inoltre profondamente irrazionale aspettarsi che
magicamente i problemi causati dalla tecnologia vengano risolti dalla
tecnologia stessa. 4
Kevin Kelly, a ogni modo,
fedele all'idea che la fantascienza influenzi le invenzioni
dell'uomo, e l'agire degli scienziati, ha voluto lanciare un appello:
cento parole per descrivere un futuro che vorreste tra cent'anni. Il
futuro doveva obbligatoriamente essere:
- Positivo, senza risultare utopico. Un futuro possibile, per quanto sia difficile crederlo. Kevin Kelly infatti si definisce “a protopian” (bellissimo termine, per altro!)
- A favore del progresso: il futuro da voi desiderato non deve consistere nel tornare “indietro”. Al contrario, il progresso tecnologico deve continuare a piccoli passi, con i suoi difetti, ma anche con i suoi vantaggi. Va da sé che per Kevin Kelly i vantaggi superano sempre i difetti, asserzione di fede sulla quale non sarò mai, mai d'accordo!
- Un futuro credibile, senza balzi fantasy troppo arditi (niente stronzate hippie come “vivremo per sempre nell'armonia e nella beatitudine dell'era dell'acquario”, grazie!)
Al vincitore di queste
cento parole per descrivere il nostro futuro sarebbero andati cento
dollaroni!
Piccola parentesi: è
triste che persino in questi piccoli concorsi in America si premi il
vincitore, invece che farlo lavorare gratis qual'è la moda in
Europa. Un concorso col premio di novanta euro sarebbe un'autentica
utopia in Italia! (O piuttosto un futuro desiderabile...)
La sfida è comunque dura,
durissima d'affrontare. Posti sulla carta, facciamo davvero fatica a
immaginare un futuro che non consista in qualche rinuncia al life
style del secondo dopoguerra.
Il ritorno all'antico è
una tentazione fortissima sul piano teorico, sebbene difficilmente
attuabile nella realtà. Per esercizio teorico, io ho buttato giù
questo schizzo:
2115. Frammentazione dello stato-nazione in realtà regionali autogestite, in continua cooperazione/competizione. Scomparsa dei mezzi di trasporto individuali. Sfruttamento dell'energia solare. Scomparsa dell'aereo a favore di ferrovie transoceaniche. Sovrappopolazione rediretta verso gigantesche colonie fluttuanti nello spazio. Scomparsa del concetto di proprietà individuale rimpiazzato dall'idea dell'accesso. Esempio: il giardino di casa non è tuo, ma io comunque non ci cammino sopra perché non ne ho l'accesso. L'accesso è regolato dal “dono” e dalla consuetudine. Grazie alla mia “cortesia” e a doni che presuppongono altri “doni” in risposta, ricevo l'accesso al tuo giardino. Conseguente scomparsa sia del denaro, che del suo “accumulo”.
Un'economia basata sull'agire cortese.
Se volete, perché non mi
commentate quale futuro vorreste?
Cercando se possibile di
evitare sia la barzelletta, che l'utopia assolut(ist)a.
Ricordate: cento parole
per un futuro tra cent'anni.
Ovviamente l'appello di
Kevin Kelly è terminato da un pezzo, ma sarebbe interessante sentire
cosa proponete. Non preoccupatevi di suonare troppo ridicoli, temo
che già la mai idea di futuro faccia ridere da qui all'eternità,
specie i miei arcigni colleghi che studiano economia
all'università...
Una volta che avrete
commentato, inserirò man mano le vostre risposte sotto questo
spazio.
Aggiungerò anche
Blog/pagina Facebook/Sito, se siete tra gli affamati di Seo e visite
:-D
***
"Da quel poco che vedo e leggo, e da questo tuo post, direi che stiamo vivendo nell'era del "far fare". Abbiamo per tanto tempo ambito a quel futuro che ci era stato promesso nel quale le macchine avrebbero fatto il nostro lavoro a tal punto che oggi diamo in pasto a qualsiasi cosa contenga un microprocessore ogni aspetto della nostra vita.Abbiamo qualcun'altro che fa le cose giuste, qualcun'altro che sbaglia, stiamo dando corpo e anima al bisogno di trovare un colpevole, un elemento esterno, che viva al nostro posto. Google cerca per noi, il gps viaggia per noi, il tablet accumula per noi cose che non leggeremo mai, abbiamo trovato chi fa "il lavoro duro" in modo che noi si possa fare altro.Peccato che abbiamo dato via proprio la nostra vita, tenendoci il tempo per rimirare il vuoto che rimane quando ciò che conta, e che richiede sempre uno sforzo, lo fa la macchina che abbiamo pagato." Matteo Poropat - Blog - La tana dello sciamano.
Di seguito ho tradotto alcune delle proposte elencate sul blog di Kevin Kelly.
Nuove fonti d'energia
Energia solare e da fusione hanno eliminato l'energia dalle considerazioni pratiche.
Grazie all'automazione, solo il 20% della popolazione è occupata,
principalmente in lavori creativi. Il PIL mondiale è cresciuto
esponenzialmente, rendendo praticabile per i governi fornire una vita
confortevole senza la necessità di lavorare. Vasti progetti stanno
riparando il danno ecologico. Africa e il Medio Oriente si stanno
rapidamente sviluppando agli standard del resto del mondo. L'educazione è stata riprogettata per aiutare le persone a
raggiungere soddisfazione nella vita e ad apprezzare la gioia
dell'imparare. Scoperte nella natura della motivazione hanno permesso
di sviluppare intelligenze artificiali che abbiano una vita ricca per
tutti come obiettivo primario.
– Douglas Summers-Stay
2030: L'ultimo edificio
costruito su energie non rinnovabili e politica fiscale crolla
all'emergere di una nuova intelligenza globale. Abbiamo il vento
nelle nostre vele. Bilioni di persone muovono rapidamente dall'essere
schiavi del salario a partecipare in un'economia decentralizzata,
sostenibile, opt-in che fornisce loro il tempo d'innovare e sostenere
dal basso uno tsunami di soluzioni. 2060: la biodiversità fiorisce.
La coscienza è sotto il nostro pieno controllo. Puoi fisicamente
vivere su Marte, Antartide, Nuova Atlantide o la cintura degli
asteroidi. Molti scelgono una vita nella mente dei server distribuiti
e vivono secoli in una settimana. 2090: annoiarsi è impensabile.
Popolazione conscia: 10^20. Bioma restaurato. 2114: inizia la Seconda
Terra. – Luke Cockerham.
L'alba dell'intelligenza artificiale
Mi preoccupavo non sarei
mai stato benestante quanto i miei genitori. Non mi aspettavo questo.
La chiamiamo "L'Età dell'Euforia". E' sopra ogni limite,
ma è una buona descrizione di cosa succede quando sostituisci il
giudizio umano con l'ottimizzazione algoritmica. Ci volle un po' ai
sistemi per auto-aggiustarsi. Andai nel panico quando il mio dottore
venne rimpiazzato da un'app. Il denaro divenne presto scarso.
Ma c'era sempre abbastanza da mangiare, tuttavia. L'aria divenne più
pulita; Internet e il servizio di trasporto (via Amazon) divennero
ancora più veloci. Abbiamo smesso di preoccuparci di cosa fare. E
abbiamo iniziato a guardare in che modo vivere la nostra vita.
Insieme. – Andy Hickl.
L'immortalità ha spostato
l'attenzione dagli obiettivi a breve termine, a obiettivi a lungo
termine. Una nuova era di responsabilità è sorta. Modificazioni del
corpo e ringiovanimenti erano solo a un passo di distanza (nuove
opzioni esotiche erano disponibili sul mercato) e tante persone
iniziarono a cambiare aspetto settimanalmente, per stare al passo con
le ultime mode. Ciò ha reso nulle le abitudini passate di giudicare
a seconda di razza e sesso; ora distinguiamo le persone solo
dall'abilità e dall'esperienza. Da quando i robot coltivano il cibo
di cui abbiamo bisogno e costruiscono le nostre case, ci siamo
riuniti in gruppi tribali di nostra scelta con forme di governo
indipendenti scelte da noi. Gli umani erano liberi d'immaginare e
creare mondi utopici con più arte e ricerca che mai prima d'ora. –
Jean Rintoul
Il cibo è lo stesso, ma
non è costruito geneticamente. Viaggiare in aereo è diventato
estremamente costoso. Le Compagnie fanno soldi dallo squilibrio
nell'informazione al vendere segreti. I consumatori pagano per
preservare le loro esperienze e condividere dati sulla loro vita
segretamente e in privato, e pagano per gadget che permettano loro di
processare più dati contemporaneamente (o in altre parole di essere
un super uomo). Un'incubatrice per start up diventa l'università
numero 1 nel mondo. I guidatori devono abilitare il pilota automatico
sull'autostrada. Una compagnia di gadget intelligenti possiede il 50%
del traffico dati nel mondo. Senza faccia-a-faccia o voce, è
difficile dire se la persona con la quale stai interagendo è un
robot o un umano. – Jackie Lee
Internet e graffiti
Quando avremo “l'Internet
delle cose” e sensori onnipresenti, ecco un piccolo uso che
potrebbe riscaldare il mio cuore: anti-vandalismo. Considera i
graffiti: prima di tutto, gli spray non funzioneranno su una
superficie, se non hai il permesso del possessore di quella
superficie. Se qualche giovane punk in qualche modo riesce a
tracciare un paio di graffiti, la sua identità è catturata, e
sente, per nome, che è stato multato. A un secondo tentativo, non
solo la sua multa si moltiplica, ma uno sciame di droni spara-vernice
traccia graffiti sui suoi capelli, sul suo corpo, sui suoi vestiti,
sulla sua borsa, e sulla sua moto. - Rodney Offman
Dormo di solito con il mio
impianto addosso. Permette che i miei sogni si mescolino con quelli
dei miei amici, diluendo l'ansia, aumentando la creatività. Mi
sveglio naturalmente, pieno di energia, eccitato
dall'idea d'iniziare la mia giornata. Il mio impianto si chiude
automaticamente per la mia toilet mattutina. Cucino la colazione alla
solita, vecchia maniera. Bollire un uovo, spremere del succo fresco.
Il pane che ho fatto ieri possiede ancora una magnifica crosta
croccante. Apro il mio impianto, ascoltando quello che i miei amici
stanno creando, di che cos'hanno bisogno e aggiungendo un paio delle
mie personali aspirazioni. Quindi prendo i miei strumenti e ci
mettiamo tutti al lavoro. – Steve Hoefer.
Una nuova umanità
I sopravvissuti al cambio
climatico, dal cuore spezzato per la massiccia morte di massa, sono
il pool genetico per la nuova fase evolutiva dell'uomo.
Nell'adattarsi a un ambiente ostile, l'inclinazione latente alla
compassione e alla generosità diventano tratti ereditari. Sistemi,
cultura, commercio, e governo hanno lo scopo esplicito di fornire un
bene comune per tutti. Condividere la propria conoscenza è riverita
come la più celebrata propensione umana. Questo risulta in una
corteccia cerebrale consapevole di sè stessa: l'umanità funzionante
come neuroni, reti di un sistema nervoso. Gli scienziati imparano a
programmare la conoscenza umana su fluttuazioni quantiche che possono
sopravvivere il calore mortale dell'universo, nonostante per quale
fine rimanga un enigma. – Alan Chamberlain.
La visione di Kevin Kelly
2121. Popolazione 4
bilioni: 85% urbano. Boom delle città, le periferie si svuotano e
lottano per non scomparire. Acri di agricoltura ridotti con l'uso
degli Ogm. La natura è monitorata quantitativamente: le aree verdi
aumentano con l'ingegneria genetica. Energia solare, nucleare,
piccole centrali generano energia a basso costo. Adattamento al
cambio climatico. La nuova maggioranza è borghesia media, in grado
di viaggiare globalmente. Piloti computerizzati rendono il viaggio
per tutto il globo comune internazionalmente. Turismo ecologico e
storico sono la fonte primaria per i più poveri. I robot prendono
possesso degli ultimi lavori di fatica in Asia e Africa. Internet di
tutto prosegue fisicamente. Biblioteche universali ed educazione
accessibile a ogni età gratis per tutti. Tutti gli esseri umani
sulla rete sempre. Interfacce per il cervello, indossabili. Monitoraggio onnipresente. Quantificazione per la medicina personalizzata. Tecno-alfabetizzazione (gestione) delle competenze obbligatoria. – Kevin Kelly
***
Ho scelto questi esempi
perché li trovavo i più interessanti.
Kevin Kelly ci azzecca
abbastanza, per quanto l'idea di una borghesia creativa in eterno
movimento affiancata dalle classi basse che lavorano col turismo sia
una visione deprimente. Abbiamo la divertente nonchalance con cui
Chamberlain affronta l'idea di una morte di massa, come parte
necessaria di un futuro piacevole (!!!). La chiesa Pro-Facebook (o
pro-Twitter) colpisce ancora, con un futuro con impianti che ti
mettano in diretto contatto con le sensazioni dei tuoi “amici”.
Brr.
Offman ha chiaramente
visto Demolition Man troppe volte e altrettanto chiaramente deve
avere qualche risentimento verso i punk, che per inciso non tracciano
i graffiti, quelli sono i graffitari!
Jackie Lee traccia un
futuro abbastanza credibile, tanto di cappello. Anche Rintoul traccia
un futuro tecno-primitivo molto piacevole, che tutto sommato non mi
dispiacerebbe. Per altro il tribalismo è già un fenomeno diffuso
d'almeno un decennio, che piaccia o meno.
Andy Hickl invece fa
affidamento sulla matematica e sull'imparzialità delle macchine.
Impossibile giudicare una fiducia così religiosa nella tecnica.
Luke Cockerham infine
gioca (quasi) sull'onirico, ma la fiducia nel crowdfunding è bene
riposta, a mio parere. Inoltre la suddivisione per date trasmette
un'efficace visione del futuro per gradi, lasciando come ogni buon
narratore il meglio all'immaginazione del lettore.
E voi? Quali sono i vostri
preferiti?
Fonti:
The Technium – Il sito di
Kevin Kelly.
Nel futuro di Kevin Kelly non so come tradurre il termine co-veillent. Qualche idea?
Un'intervista in italiano trovata per caso – Kelly dovrebbe farsi una bella chiacchierata con
un certo Foucault. Imparerebbe che è in ultima analisi il potere
dominante a detenere le redini della tecnologia, anche di quella
“rivoluzionaria”.
1. Se non mi credete
provate a seguire Cory Doctorow via Twitter. Vi si cariano i denti
dopo due giorni, se non meno...
2. Un testo che sembra
interessante a questo proposito sembra essere “Make It So: Interaction Design Lessons from Science Fiction”. Prima o poi
dovrò leggerlo.
3. Un certo coff coff
(tossicchiare imbarazzato) … Hunger Games … coff coff
4. Vedasi i menefreghisti
sull'ambiente. – Sì, la situazione dell'ambiente è disperata, ma
la scienza ci aiuterà, basta aspettare... La clonazione per le
specie minacciate... Quando arriverà... Basta aspettare... Sì, la
crisi economica è grave, ma vedrai i social network ci salveranno,
Internet aprirà nuove meravigliose opportunità... – Il bello
brutto è che in quest'ultimo caso i social&compagnia sono
arrivati, ma non hanno portato assolutamente nulla. Anzi, hanno
aggravato inutilmente un divario già ampio. Un ottimo esempio di
eterogenesi dei fini!
5 commenti:
Non seguo molto la scena che tu descrivi, conosco i nomi ma non quello che dicono i loro testi.
Da quel poco che vedo e leggo, e da questo tuo post, direi che stiamo vivendo nell'era del "far fare". Abbiamo per tanto tempo ambito a quel futuro che ci era stato promesso nel quale le macchine avrebbero fatto il nostro lavoro a tal punto che oggi diamo in pasto a qualsiasi cosa contenga un microprocessore ogni aspetto della nostra vita.
Abbiamo qualcun'altro che fa le cose giuste, qualcun'altro che sbaglia, stiamo dando corpo e anima al bisogno di trovare un colpevole, un elemento esterno, che viva al nostro posto. Google cerca per noi, il gps viaggia per noi, il tablet accumula per noi cose che non leggeremo mai, abbiamo trovato chi fa "il lavoro duro" in modo che noi si possa fare altro.
Peccato che abbiamo dato via proprio la nostra vita, tenendoci il tempo per rimirare il vuoto che rimane quando ciò che conta, e che richiede sempre uno sforzo, lo fa la macchina che abbiamo pagato.
Non ho le 100 parole per immaginare un futuro migliore, ti potrei raccontare come gli ultimi anni di "real life" mi abbiano talmente macinato da togliermi proprio la capacità di immaginare, figuriamoci immaginare un futuro migliore.
Mi dispiace :-(
Anch'io faccio fatica a immaginare un futuro migliore. A quattordici anni mi immaginavo con una mia casa e un mio lavoro, mentre ora (22) sono nella stessa situazione dei quattordici, cioè a studiare e lavorare con meno soldi di prima. Tuttavia c'è un certo masochismo nel continuare a immaginare distopie sempre più cupe. Un certo auto-compiacimento...
L'idea alla base della meccanizzazione è sempre stata di liberare "più tempo" per noi stessi. Tuttavia, questo presupponeva che il lavoro che facessimo non venisse "rubato" dalle suddette macchine che dovevano darci più tempo libero. Credo sia anche il punto del tuo commento, sui tablet che "accumulano", il gps che viaggia per noi ecc ecc
La situazione verrebbe risolta se si riorganizzasse la società in modo da togliere centralità a lavoro e soldi come motore primario. Ma come, non ne ho idea... :-D
P.S. Cmq, se non ti dispiace, metto comunque la tua proposta in lista, commenti così mi capitano di rado.
Purtroppo, per colpa di un presente poco simpatico, mi torna davvero difficile immaginarmi un bel futuro.
Oggi ti rispondo così:
https://www.youtube.com/watch?v=O49roInRzOc
@Misantrophia
Da una persona tuttavia che ha scritto "Stay positive" nell'immagine profilo tanto pessimismo lascia perplessi...
(by the way, benvenuta sul blog)
@Alessandro Forlani
Ahimè, risposta musicale più che adatta all'occasione.. Purtroppo.
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