venerdì 28 marzo 2014

Ultima, di Carlo Vicenzi - steampunk post apocalittico


Ultima è, letteralmente, l'Ultima città. 
In un futuro post apocalittico dove l'umanità è regredita a "bastoni e pietre" dopo un conflitto nucleare, una piccola città nel nucleo dello scarpone italico è sopravvissuta, formando una rozza caricatura di una società vittoriana. Classista, crudele, spinta da una tecnologia a vapore oliata più dal sangue che dall'olio di macchina. Ogni quartiere rappresenta un mondo a parte, in termini videoludici una gilda con le sue caratteristiche, le sue peculiarità e vantaggi... Ogni quartiere gareggia per avere il diritto di governare la città nel Palio delle Contrade, una competizione sportiva ultraviolenta che sancisce di anno in anno quale Contrada guiderà la città. Ma in questo fragile equilibrio qualcuno ha scelto di giocare più sporco del solito...

La scrittura di Carlo Vicenzi è incalzante. 
Dovessimo affrontare un testo proveniente dalla tradizione anglosassone, non calcherei più di tanto la mano su quest'aspetto: ma è per una volta bello affrontare un romanzo in italiano di una piccola casa editrice che presenta chiaramente una narrazione senza fronzoli eccessivi, metaforone o maledette catene di avverbi. Non so se sia merito di Carlo Vicenzi, o dell'editing di Mauro Saracino: in ogni caso il romanzo è fluido, senza scarti, con qualche lungaggine di troppo solo nel finale eccessivamente strascicato.

L'incipit parte con il protagonista Demetrio Deisanti che nel corso dell'ultimo palio giunge a ferire mortalmente un suo contendente: qualcuno ha manomesso la sua asta, sabotandola con una lama celata. Condannato già nel primissimo paragrafo, torturato, esiliato dalla cerchia di appartenenza: un reietto, insomma.
"Appena le ferite si chiusero venni gettato in strada, come spazzatura. I miei vestiti erano ridotti a stracci, le gambe non mi sostenevano. Usai un'asse di legno trovata in un vicolo per camminare, diretto al rione dell'ovest. Per strada, la gente non aveva pietà per me, solo disprezzo.
I marciapiedi in marmo della grande strada maestra erano calpestati da migliaia di persone, mentre al centro si muovevano eleganti carrozze a vapore. La città era attraversata da rotaie su cui transitavano grossi mezzi pubblici carichi di lavoratori e cittadini. Zoppicai fino a una fermata e cercai di salire su un vagone.
Un ragazzo di non più di vent'anni mi si parò davanti.
<< Tu non puoi salire, merda Senza Cerchia. >>
Con uno spintone mi fece cadere a terra, tra i passanti. Il mezzo partì sbuffando, allontanando le risate di quel figlio di puttana. Non avevo nemmeno fatto in tempo a vedere a che Contrada appartenesse."

A piccoli passi, il protagonista attraverserà un percorso di redenzione che lo porterà scontro dopo scontro a scoprire una trama ricca di intrighi. In tal senso è un protagonista molto punk, nel vecchio senso del termine: è continuamente mosso dalla rabbia, dall'odio; è una furia intrattabile, piacevole nei rapporti sociali quanto un porcospino. La frasetta "non immagini quanto odio ho dentro" che amano tanto ripetere bimbiminkia di ogni età può adattarsi benissimo a Deisanti, che a differenza dei citati bimbetti ha parecchi motivi seri, per la sua rabbia. Man mano che il romanzo procede, il punto di vista continua a scivolare dove più ferve l'azione, passando principalmente a due co-protagoniste femminili, una spia e un'inventrice, che nonostante lo sforzo di caratterizzazione di Vicenzi appaiono nell'insieme piuttosto anonime. Essendo una coppia lesbica inoltre Vicenzi non riesce a esimersi da qualche perla che vorrebbe dirsi "affettuosa" ma che scivola nel trash (parere mio, eh!)
" << Esatto >>, rispose Veronica, abbracciando l'amica. Nello sguardo che si scambiarono c'era più che amicizia. "
Donnine steampunk. 
"Cominciò a disegnare partendo dalla clavicola, fino a scendere verso il solco tra i seni. La punta metallica mi graffiava appena, regalandomi brividi di eccitante solletico. Mi godetti la sensazione di ogni segno tracciato dalla mano del mio piccolo genio, senza staccare o sguardo dai suoi occhi. Mi triempiva il cuore di tenerezza quando si concentrava in quel modo." Punto di vista di Veronica (la spia)

Brividi di eccitante solletico? Seriously? >__<
"Camminavo alle spalle di Veronica, godendomi la vista della corrente d'aria che faceva aderire la corta gonna al corpo. In fondo il vento non era così male."

Oookay... Sorvoliamo.

La componente tecnologica è ben descritta.
Essenzialmente Demetrio si avvale di un esoscheletro azionato a vapore, o meglio considerando l'accenno a bombole, probabilmente motorizzato dall'aria compressa. Non esattamente una soluzione originalissima, ma svolge il suo sporco ruolo nelle numerose scene di azione. C'è inoltre una corsa automobilistica all'interno del Palio, che per quanto poco credibile sul piano tecnico è assai avvincente. Una Formula Uno, una VaporFerrari, così potremmo definirla. Automobili a vapore. Ricorda qualcosa...
Nell'insieme, il romanzo innegabilmente perde sul piano dell'originalità, ma si mantiene buono su tutto il resto; il ritmo c'è, i personaggi sono buoni, l'ambientazione convince. Per 2,49 è un buon affare. 
Curiosa la presenza di un'appendice con un largo estratto del romanzo Codex Gilgamesh. Un trailerino per invogliare futuri acquisti. Una piccola chicca che vorrei replicata maggiormente, nel mercato ebook.

Fonti: 
Pagina Amazon- Ultima, Carlo Vicenzi

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