Ultima è, letteralmente,
l'Ultima città.
In un futuro post apocalittico dove l'umanità è
regredita a "bastoni e pietre" dopo un conflitto nucleare,
una piccola città nel nucleo dello scarpone italico è
sopravvissuta, formando una rozza caricatura di una società
vittoriana. Classista, crudele, spinta da una
tecnologia a vapore oliata più dal sangue che dall'olio di macchina. Ogni quartiere rappresenta un mondo a parte, in termini videoludici
una gilda con le sue caratteristiche, le sue peculiarità e
vantaggi... Ogni quartiere gareggia per avere il diritto di governare
la città nel Palio delle Contrade, una competizione sportiva
ultraviolenta che sancisce di anno in anno quale Contrada guiderà la
città. Ma in questo fragile equilibrio qualcuno ha scelto di giocare
più sporco del solito...
La scrittura di Carlo Vicenzi è
incalzante.
Dovessimo affrontare un testo proveniente dalla
tradizione anglosassone, non calcherei più di tanto la mano su
quest'aspetto: ma è per una volta bello affrontare un romanzo in
italiano di una piccola casa editrice che presenta chiaramente una
narrazione senza fronzoli eccessivi, metaforone o maledette catene di
avverbi. Non so se sia merito di Carlo Vicenzi, o dell'editing di
Mauro Saracino: in ogni caso il romanzo è fluido, senza scarti, con
qualche lungaggine di troppo solo nel finale eccessivamente
strascicato.
L'incipit parte con il protagonista
Demetrio Deisanti che nel corso dell'ultimo palio giunge a ferire
mortalmente un suo contendente: qualcuno ha manomesso la sua asta,
sabotandola con una lama celata. Condannato già nel primissimo
paragrafo, torturato, esiliato dalla cerchia di appartenenza: un
reietto, insomma.
"Appena le ferite si chiusero venni gettato in strada, come spazzatura. I miei vestiti erano ridotti a stracci, le gambe non mi sostenevano. Usai un'asse di legno trovata in un vicolo per camminare, diretto al rione dell'ovest. Per strada, la gente non aveva pietà per me, solo disprezzo.
I marciapiedi in marmo della grande strada maestra erano calpestati da migliaia di persone, mentre al centro si muovevano eleganti carrozze a vapore. La città era attraversata da rotaie su cui transitavano grossi mezzi pubblici carichi di lavoratori e cittadini. Zoppicai fino a una fermata e cercai di salire su un vagone.
Un ragazzo di non più di vent'anni mi si parò davanti.
<< Tu non puoi salire, merda Senza Cerchia. >>
Con uno spintone mi fece cadere a terra, tra i passanti. Il mezzo partì sbuffando, allontanando le risate di quel figlio di puttana. Non avevo nemmeno fatto in tempo a vedere a che Contrada appartenesse."
A piccoli passi, il protagonista
attraverserà un percorso di redenzione che lo porterà scontro dopo
scontro a scoprire una trama ricca di intrighi. In tal senso è un
protagonista molto punk, nel vecchio senso del termine: è
continuamente mosso dalla rabbia, dall'odio; è una furia
intrattabile, piacevole nei rapporti sociali quanto un porcospino. La
frasetta "non immagini quanto odio ho dentro" che
amano tanto ripetere bimbiminkia di ogni età può adattarsi
benissimo a Deisanti, che a differenza dei citati bimbetti ha
parecchi motivi seri, per la sua rabbia. Man mano che il romanzo
procede, il punto di vista continua a scivolare dove più ferve
l'azione, passando principalmente a due co-protagoniste femminili,
una spia e un'inventrice, che nonostante lo sforzo di
caratterizzazione di Vicenzi appaiono nell'insieme piuttosto anonime.
Essendo una coppia lesbica inoltre Vicenzi non riesce a esimersi da
qualche perla che vorrebbe dirsi "affettuosa" ma che
scivola nel trash (parere mio, eh!)
" << Esatto >>, rispose Veronica, abbracciando l'amica. Nello sguardo che si scambiarono c'era più che amicizia. "
Donnine steampunk. |
"Cominciò a disegnare partendo dalla clavicola, fino a scendere verso il solco tra i seni. La punta metallica mi graffiava appena, regalandomi brividi di eccitante solletico. Mi godetti la sensazione di ogni segno tracciato dalla mano del mio piccolo genio, senza staccare o sguardo dai suoi occhi. Mi triempiva il cuore di tenerezza quando si concentrava in quel modo." Punto di vista di Veronica (la spia)
Brividi di eccitante solletico?
Seriously? >__<
"Camminavo alle spalle di Veronica, godendomi la vista della corrente d'aria che faceva aderire la corta gonna al corpo. In fondo il vento non era così male."
Oookay... Sorvoliamo.
La componente tecnologica è ben
descritta.
Essenzialmente Demetrio si avvale di un esoscheletro
azionato a vapore, o meglio considerando l'accenno a bombole,
probabilmente motorizzato dall'aria compressa. Non esattamente una
soluzione originalissima, ma svolge il suo sporco ruolo nelle
numerose scene di azione. C'è inoltre una corsa automobilistica
all'interno del Palio, che per quanto poco credibile sul piano
tecnico è assai avvincente. Una Formula Uno, una VaporFerrari, così
potremmo definirla. Automobili a vapore. Ricorda qualcosa...
Nell'insieme, il romanzo innegabilmente
perde sul piano dell'originalità, ma si mantiene buono su tutto il
resto; il ritmo c'è, i personaggi sono buoni, l'ambientazione
convince. Per 2,49 è un buon affare.
Curiosa la presenza di
un'appendice con un largo estratto del romanzo Codex Gilgamesh.
Un trailerino per invogliare futuri acquisti. Una piccola chicca che
vorrei replicata maggiormente, nel mercato ebook.
Fonti:
Pagina Amazon- Ultima, Carlo Vicenzi
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