L'iniziativa è partita dalla raccolta
fondi della società inglese non-profit Art Fund, che ha lanciato il
bando per il progetto Edible Masterpieces, letteralmente Capolavori
che si possono mangiare, masticabili.
L'idea è di costruire riproduzioni di opere d'arte in miniatura utilizzando materiale
commestibile, alla base, in modo che all'occorrenza, dopo averli
creati possano servire come deliziosi dessert. L'iniziativa non è
originalissima, e come il sito Hyperallergic osserva, “pasti” del
genere erano già popolari al Caffè Blue Bottle del museo di Arte
Moderna di San Francisco.
In composizioni con miniature
di piccoli visitatori a dare il senso delle dimensioni alcune di
queste raffigurazioni valgono un'occhiata. Il dolcetto Pollock richiede
“splash[ing] the four colours [of icing] over the cake until you are satisfied that you have done Pollock justice, or maybe even out-done him.”
" schizzare i quattro colori sul tortino fino a quando non ti sembra d'aver fatto giustizia a Pollock, o addirittura ti sembra d'averlo superato in foga "
Un Pollock assai originale... :D |
Per i minus habens, come il sottoscritto, l'installazione più semplice in assoluto che si possa realizzare è la Rachel Whiteread, che consiste solamente di cubetti di zucchero. Disporre a piacere.
Divorarla può tuttavia richiedere di
trangugiare un'esorbitante quantità di tazze di te...
Ovviamente, se siete personcine di
grande pazienza, potete anche cimentarvi con mostruosità di pane e
verdure quali l'autoritratto di Van Gogh. Un gran numero di
componenti diverse, d'arrangiare con grande delicatezza, ma se non
altro non è richiesto di cucinare nulla, è tutto "a freddo".
Un Van Gogh alquanto squadrato... |
L'obiettivo dell'iniziativa, attraverso
il tam tam della Rete è in ultima analisi di raccogliere fondi, e
sfidare amici e parenti a mangiare le proprie opere d'arte. Il 9
maggio, data ultima della raccolta fondi, sarà possibile pubblicare
le foto delle proprie creazioni (#ediblemasterpieces) partecipando
con una quota, gareggiando alla possibilità di vincere dei Premi in
palio.
I soldi raccolti andranno a sovvenzionare musei e gallerie
d'arte in tutta la Gran Bretagna.
Ora: è chiaro che non verranno
raccolti milioni, attraverso quest'iniziativa.
E non voglio
assolutamente giocare all'inglesofilo. Tuttavia, non posso fare a
meno di confrontare la creatività di raccolte fondi del genere con
il grigiore (e l'aggressività e l'arroganza e la stupidità) delle
Raccolte fondi italiane, dove non sembra possibile uscire dalla
strategia demente del banchetto in strada+raccolta firme+urlatori
seriali. Mentre l'atteggiamento (assai cattolico, per altro) di
piangersi addosso e invocare l'aiuto di mamma stato è qui
prevalente, lì si danno da fare cercando d'accattivarsi il pubblico
con iniziative quantomeno simpatiche. Ripeto: non faranno i soldoni.
Ma quantomeno non ficcano in mano alla gente cartoline e penne
cercando di spillar loro centesimi con patetici ricatti morali.
Fonti:
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