martedì 11 marzo 2014

Cara oggi niente Van Gogh per pranzo, che dopo mi resta sullo stomaco...


L'iniziativa è partita dalla raccolta fondi della società inglese non-profit Art Fund, che ha lanciato il bando per il progetto Edible Masterpieces, letteralmente Capolavori che si possono mangiare, masticabili. 
L'idea è di costruire riproduzioni di opere d'arte in miniatura utilizzando materiale commestibile, alla base, in modo che all'occorrenza, dopo averli creati possano servire come deliziosi dessert. L'iniziativa non è originalissima, e come il sito Hyperallergic osserva, “pasti” del genere erano già popolari al Caffè Blue Bottle del museo di Arte Moderna di San Francisco.

In composizioni con miniature di piccoli visitatori a dare il senso delle dimensioni alcune di queste raffigurazioni valgono un'occhiata. Il dolcetto Pollock richiede

“splash[ing] the four colours [of icing] over the cake until you are satisfied that you have done Pollock justice, or maybe even out-done him.”

" schizzare i quattro colori sul tortino fino a quando non ti sembra d'aver fatto giustizia a Pollock, o addirittura ti sembra d'averlo superato in foga "

Un Pollock assai originale... :D

Per i minus habens, come il sottoscritto, l'installazione più semplice in assoluto che si possa realizzare è la Rachel Whiteread, che consiste solamente di cubetti di zucchero. Disporre a piacere.
Divorarla può tuttavia richiedere di trangugiare un'esorbitante quantità di tazze di te...


Ovviamente, se siete personcine di grande pazienza, potete anche cimentarvi con mostruosità di pane e verdure quali l'autoritratto di Van Gogh. Un gran numero di componenti diverse, d'arrangiare con grande delicatezza, ma se non altro non è richiesto di cucinare nulla, è tutto "a freddo". 

Un Van Gogh alquanto squadrato...
L'obiettivo dell'iniziativa, attraverso il tam tam della Rete è in ultima analisi di raccogliere fondi, e sfidare amici e parenti a mangiare le proprie opere d'arte. Il 9 maggio, data ultima della raccolta fondi, sarà possibile pubblicare le foto delle proprie creazioni (#ediblemasterpieces) partecipando con una quota, gareggiando alla possibilità di vincere dei Premi in palio. 
I soldi raccolti andranno a sovvenzionare musei e gallerie d'arte in tutta la Gran Bretagna. 

Ora: è chiaro che non verranno raccolti milioni, attraverso quest'iniziativa. 
E non voglio assolutamente giocare all'inglesofilo. Tuttavia, non posso fare a meno di confrontare la creatività di raccolte fondi del genere con il grigiore (e l'aggressività e l'arroganza e la stupidità) delle Raccolte fondi italiane, dove non sembra possibile uscire dalla strategia demente del banchetto in strada+raccolta firme+urlatori seriali. Mentre l'atteggiamento (assai cattolico, per altro) di piangersi addosso e invocare l'aiuto di mamma stato è qui prevalente, lì si danno da fare cercando d'accattivarsi il pubblico con iniziative quantomeno simpatiche. Ripeto: non faranno i soldoni. 
Ma quantomeno non ficcano in mano alla gente cartoline e penne cercando di spillar loro centesimi con patetici ricatti morali

Fonti:

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