venerdì 1 giugno 2018

Warhammer Adventures: opportunità di crescita o rovina dell'hobby?


Il canale ufficiale della Games Workshop ha annunciato una settimana fa una nuova serie di libri dalla casa editrice ufficiale, la Black Library: “Warhammer Adventures”, una nuova collana prevista nel 2019 “per ragazzi e ragazze dagli 8 ai 12 anni”, con “protagonisti più giovani del solito che vivono emozionanti avventure e affrontano pericolosi nemici”. 

Si tratta di storie “scritte dai migliori autori con esperienza nella scrittura fantastica per ragazzi, e saranno il modo perfetto per introdurre i tuoi figli, fratelli, nipoti e altri giovani fan nella tua vita, nell'hobby che ami, dando loro il primo sguardo agli incredibili mondi del 41' Millennio e dei Reami Mortali.”

Il primo titolo per Warhammer: Age of Sigmar sarà “Realm Quest: The City of Lifestone”, di Tom Huddleston e il primo titolo per Warhammer 40000 sarà “Warped Galaxies: Attack of the Necron”, di Cavan Scott. Sia Tom che Cavan hanno lavorato a lungo per un pubblico giovane, con diverse collaborazioni alla serie di Star Wars. 

Anche se mi sarebbe piaciuto scopre qualcosa di più su Huddlestone – anche solo per un nome così assurdo – Warhammer Community ha intervistato Cavan: 

Sono contentissimo di poter trasmettere l'avventura, l'eccitazione e le stranezze della vita nel 41' Millennio a una nuova generazione. Ci saranno battaglie spaziali e pericolosi alieni. Ma ci saranno anche amicizie e atti di coraggio nella forma dei nostri tre protagonisti: il teppista Talen, il marziano Mekki e l'esploratrice Zelia. Sanno già che la vita nell'Imperium è tosta, ma non si sarebbero mai aspettati che sarebbe stata così difficile, che si sarebbero ritrovati sperduti e soli. Mentre inizia la loro quest, dovranno presto imparare di chi fidarsi e quali rischi vale la pena correre. E sopra ogni cosa, impareranno che hanno bisogno l'uno dell'altro per sopravvivere.  

Quale reazione può avere un hobbista – sottolineo “hobbista” e non nerd – di fronte alla notizia: educata perplessità, leggera curiosità, scrollare di spalle. Confesso di aver avuto esattamente quest'ultima reazione: non sono interessato a leggere romanzi per bambini, se non per imparare a scrivere per quel pubblico. Tuttavia sui Forum e sui Social si sono spante così tante lacrime e stridore di denti da far sembrare l'inferno dantesco una vacanza a Lignano Sabbiadoro. 
Warhammer Adventures si è rivelato nell'ordine un complotto femminista, un complotto per passare all'industria dei giocattoli, un complotto per distruggere Warhammer 40000, un complotto del marxismo culturale per sovvertire la sacra famiglia e i governi sovrani e così via.
Va riconosciuto, la scena italiana si è dimostrata più matura degli anglo-americani e la notizia è stata presa con la corretta piega comica, senza attribuirci più di tanto peso. D'altronde, specie in questi mesi, abbiamo questioni più gravi su cui angosciarci...
La notizia e l'associata reazione è tuttavia interessante, in quanto svela un comportamento obliquo tanto alla cultura pop quanto alla cultura in generale, caratteristico di questi ultimi anni: il lettore/giocatore/spettatore ormai giudica un prodotto sulla sola base di quanto “sente” personalmente, senza riuscire a immedesimarsi in altre persone al di fuori del suo ego. Quindi se il videogioco non è destinato alla sua fascia d'età, è automaticamente una “cazzata”, se una serie di libri viene esplicitamente scritta per i bambini in età scolare è uno “schifo”, una “bambinata”, ecc ecc 
Sorpresa delle sorprese, un romanzo destinati agli alunni di 7/8 anni è una bambinata, perchè destinato ai bambini, perchè scritto per loro, non per altri. Annoia, sembra “stupido”, è pedante e moralistico perchè destinato a quel pubblico, a quella specifica fascia di lettori. Qualsiasi il prodotto, qualsiasi la tipologia, sembra ormai che debba sempre soddisfare una fascia di nostalgici e fan-boy dai trenta ai cinquant'anni (sto generalizzando, non vi arrabbiate...). Questo è ovviamente assurdo. Mi sembra lapalissiano doverlo sottolineare, ma non ogni romanzo, non ogni film dev'essere apprezzabile da tutti o per forza “adulto”. 
Chiaramente, come scrivevo ormai quattro anni fa, questo non deve scusare la cattiva scrittura: una storia banale rimane tale, indifferente sia scritta per un dottorando con venti master o un moccioso che ha appena imparato a leggere. Bisognerebbe imparare a distinguere tra quegli elementi che consideriamo difetti, ma risultano necessari quando rivolti a un lettore alle prime armi e dall'altro quegli elementi prodotto di una pigrizia mentale, strafalcioni e buchi narrativi imperdonabili. Purtroppo, specie con il fantasy in Italia, la qualità si è a tal punto abbassata che scrivere fantasy equivale a scrivere per bambini e conseguentemente equivale a saper scrivere male. Al di fuori delle cerchie degli scrittori e dei lettori specializzati, se si chiede a una persona comune la sua opinione risponderà questo. Si può forse argomentare un cambiamento di mentalità nella concezione della fantascienza, complici le serie tv e i film, ma non per il fantasy e per l'horror. Una triste situazione, esacerbata fino a cinque anni fa dall'erronea assunzione delle case editrici che uno scrittore adolescenziale sappia scrivere per i bambini. Una cosa tutt'altro che scontata, anzi. La vicinanza di età significa assai poco, specie in relazione all'esperienza e alla stessa volontà dell'adolescente di staccarsi da quanto percepito “infantile” e come tale disprezzabile. 


Stabilito dunque come un romanzo destinato ai bambini non sia per forza apprezzabile dagli adulti, occorre procedere con il secondo punto al centro della controversia, ovvero la problematicità dell'ambientazione cupa e distopica di Warhammer 40000
Warhammer 40000 è certo un'ambientazione gotica e dark, dove un'umanità depressa sotto un teocratico regime fermo all'età medievale combatte una lotta senza speranza contro la minaccia del Caos e molteplici razze aliene. Xenofobia, Imperialismo, Neo-Feudalesimo, Cyberpunk, Body Horror, soluzioni disperate per tempi disperati, dal genocidio agli assalti alla baionetta sono tutte tematiche innegabilmente “buie”, adatte solo a un pubblico maturo. 
C'è una differenza fondamentale tra Warhammer 40000 e un classico distopico quale “1984”, di George Orwell, ovvero il tono generale della narrazione, in questo caso ludica. Difficilmente si può pensare di “giocare” con il mondo di Orwell o di poterlo adattare a un videogioco: il tono è volutamente pesante, angosciante, senza vie di scampo. Al contrario, Warhammer 40000 si presenta come distopico, ma sostanzialmente il dramma di quest'umanità sull'orlo dell'abisso, torturata e schiavizzata, rimane una cornice, una scenografia utile a far risaltare i protagonisti. Alcuni passaggi di Dan Abnett o della trilogia di Draco di Ian Watson rimangono ancora oggi capaci di trasmettere quell'angoscia, quella depressione propria di una distopia orwelliana; generalmente tuttavia lo scrittore o il game designer preferisce sottolineare la scala inconcepibile, il senso di sublime derivante dalla contemplazione di un'armata dell'Astra Militarum, di una Cattedrale dalle dimensioni di un continente, di un conflitto che perdura da secoli, di un pianeta demoniaco ricoperto di teschi umani.... Si ricerca il meraviglioso, sia pure un meraviglioso terribile, paragonabile al sublime kantiano permesso dalle forze della natura, come un terremoto, un vulcano, una valanga ecc ecc. 
Il genere di storie, estetica e azione permessa da Warhammer 40000 raramente è angosciante o terribile; al più grottesco. L'accezione distopica funziona nel senso che permette un'escalation degli argomenti e delle forze in campo: non combattono pertanto migliaia di soldati, ma miliardi su miliardi; non si viaggia semplicemente a velocità iperluce nello spazio, ma si viaggia direttamente nell'Inferno, cioè nel Warp; un singolo Space Marine non è solo in grado di sconfiggere cinque soldati, ma un intero esercito bene equipaggiato; non ci si accontenta di fucili laser, ma si usano requiem e spade a catena... tutto esagerato, tutto convulso. Distopico sì, ma d'una distopia che piace, caciarona&esagerata, barocca&ostenziosa. 
Per dirla all'inglese, domina il “Rule of Cool”. 

Il primo Rogue Trader, zibaldone regolistico di Rick Priestley, era tutt'altra cosa. Ho recuperato l'incipit, traducendolo di mio pugno, per meglio evidenziare questo passaggio da una distopia autenticamente orwelliana alle fantasie Marvel degli ultimi anni, con Space Marine Primaris e miracolose resurrezioni di Primarchi. 

Per più di cento secoli l'Imperatore è rimasto immobile sul Trono d'Oro della Terra. Egli è il Signore dell'Umanità per volontà degli Dei e il tiranno di milioni di mondi grazie alla volontà delle sue inesauribili armate. E' una carcassa marcescente che freme dei poteri dell'Oscura Era della Tecnologia. E' il Cadavere Signore dell'Imperium al quale migliaia di anime vengono sacrificate ogni giorno e per il quale sangue viene bevuto e carne viene consumata. Sangue umano e carne umana – la materia di cui è fatto l'Imperium. 

Essere un uomo in tempi simili è essere uno tra bilioni senza nome. E' vivere sotto il più crudele e sanguinoso regime possibile. Questa è la storia di quei tempi. E' un universo che puoi vivere adesso, se hai coraggio – perchè questa è un'era terribile e oscura, dove troverai poca o nulla speranza. Se vuoi prendere parte all'avventura, allora preparati adesso. Dimentica il potere della tecnologia, scienza e dell'umanesimo illuminato. Dimentica la promessa del progresso e della conoscenza, perchè non ci può essere pace tra le stelle, solo un'eternità di guerra e massacro e la risata degli dei affamati. 

Ma l'universo è un vasto luogo e, qualunque cosa avverrà, non mancherai a nessuno...

Questo breve passaggio condensa tutti gli elementi che distinguono Rogue Trader dalle successive edizioni di Warhammer 40000 con particolare riferimento agli ultimi anni: qui l'Imperium non viene presentato come un benefattore, ma come uno stato fascista e teocratico, dove lo stesso Imperatore rappresenta una figura negativa. Il punto di vista privilegiato non è il singolo space marine o il comandante dell'esercito, ma il civile, uno tra i tantisenza nome”, costretto a sofferenze inimmaginabili. Il manuale stesso, ricordato per la sua comicità di fine anni '80, si presenta come una satira dei totalitarismi, aspetto tuttavia che non gli impedisce di essere dannatamente divertente. 
Il testo per altro non è affatto un unicum nel periodo, ma è anzi intercambiabile con le tante storie gotiche e dark presenti nei fumetti britannici di 2000 AD, dal Giudice Dredd, a Future Shock, a Nemesis the Warlock... Sono gli anni grigi della Thatcher, della distruzione della classe lavoratrice inglese, del punk, della corsa agli armamenti negli anni finali della guerra fredda

Se fosse questo il Warhammer 40000 a cui indirizzare Warhammer Adventures, sarei d'accordo nel definire l'operazione inappropriata, anche se con alcune riserve... dopotutto quando se non nell'infanzia sarebbe necessario insegnare ai ragazzi i pericoli delle teocrazie e delle dittature? 
Da Jack London, a Dickens, a Tolkien è stato dimostrato come si possa trattare qualsiasi argomento, purchè lo si renda comprensibile a un alunno delle elementari. Dickens e London sono entrambi scrittori estremamente brutali, violenti persino, nelle loro storie. Perchè non avere una serie di fantascienza – più fantasy che scienza in questo caso – che sia interessante e nel contempo ammonisca sul pericolo delle teocrazie e delle forme di pensiero estremista-religioso

"Strontium Dog", dal documentario su 2000 AD "Future Shock" (2014)
Tuttavia appare innegabile come Warhammer 40000 negli anni si sia ammorbidito e trasformato, seguendo una naturale evoluzione dalla base economica, ovvero il traino delle vendite degli Astartes: se gli Space Marine vendono, introdurre il giocatore con la prospettiva di essere “uno tra tanti” non è certo allettante. Si potrebbe in tal senso considerare l'ormai enciclopedica serie dell'Eresia di Horus come una conseguenza a lungo termine di spostare l'attenzione dal gotico e dal “distopico” alle azioni eroiche dei cavalieri in armatura potenziata. 
Nel migliore dei casi, possiamo leggere di saghe e storie degne di una mitologia contemporanea, una re-invenzione dell'Iliade adatta al 21' secolo. Un'epopea tragica e carica di pathos. 
Nel peggiore dei casi, sembra di leggere gli scontri e i battibecchi dei supereroi della Marvel, a malapena mascherati da una vernice di teschi e tetraggine (poco) convincente. 
In entrambi i casi la carica gotica e distopica dell'ambientazione è scomparsa a favore di una netta presa di posizione a favore dell'Imperium, nonostante tutto, e orientata a una fantascienza distopica solo nello stile, non nella sostanza
Una soluzione perfetta: chi, come il sottoscritto, preferisce lo sporco e i compromessi morali dell'Inquisizione può scegliere di seguire e partecipare nei tanti gruppi seguaci di John Blanche, come Inquisitor 28 o The Inquisitorium
Chi preferisce invece un approccio più eroico, può seguire il mainstream ufficiale. 

Quindi, tornando all'argomento, Warhammer Adventures non potrà mai annacquare il background del gioco, semplicemente perchè questo è già stato modificato e cambiato negli anni. 
Non è nemmeno possibile lamentare un cambiamento dall'alto, perchè i giocatori per primi hanno preferito la serie di Horus, la transizione superoeroistica dei diversi Primarchi, ignorando invece gemme in avanti con i tempi come il primo codex dei Cacciatori di Streghe
I giocatori in primis hanno preferito inseguire la gloria delle grandi avventure invece della distopia inumana del primo Rogue Trader. 
Warhammer 40000 ha abbandonato ogni pretesa di distopia o tetraggine d'almeno dieci anni. Sfido oggigiorno a elaborare un concept agghiacciante come l'arcoflagellante di Inquisitor o la Macchina Penitente delle Sorelle Guerriere. Ripeto, a scanso di equivoci, questo cambio di direzione non significa affatto che siano peggiorati i contenuti. 
Come può Warhammer Adventures rovinare un'ambientazione che letteralmente non esiste più da un decennio? Cmon, è ridicolo. E perchè non considerare questa nuova serie come una forma di prodotto dell'Imperium, una sorta di libro di scuola preparato per gli orfani del Ministorum? 
Certo, i protagonisti sono troppo “sovversivi” per confermare quest'ipotesi, ma non mi sembra impossibile immaginare avventure di questo genere scritte per i rampolli della nobiltà  e per le classi alte dei pianeti formicaio. Un equivalente di quei stucchevoli testi per l'infanzia come il nostro “Cuore” o “Pinocchio”. 


Argomentato il nocciolo dell'argomento, ovvero la presunta impossibilità di trasporre Warhammer 40000 ai bambini, possiamo passare alle singole critiche. 
Slaanesh non è la divinità caotica del sesso, ma dell'eccesso, ovvero la tentazione di perfezionarsi nella propria arte a tal punto da trasformarla in un solipsismo, un esercizio fine a sé stesso. L'associazione di un demone alla sessualità è un prodotto della mentalità puritana dagli States, francamente imbarazzante. Non c'è alcun problema pertanto a spiegare Slaanesh ai bambini. 
Perchè scegliere i necron come avversari e non gli orki o i tiranidi: semplicissima ragione, essendo una forma di “robot”, si può farli combattere senza paura di spaventare il genitore. Mentre un orko sanguina e muore, un necron può essere colpito, distrutto, mutilato senza far sorgere alcuna protesta. E' “solo” un pezzo di latta. I fumetti dei primi anni '80 di 2000 AD avevano proprio questa caratteristica, ovvero sfruttavano come nemici i robot per poter disegnare sulle vignette elaborate scene di combattimento e violenza altrimenti considerate troppo grafiche con un essere umano. Trucchi per semplificarsi la vita e aggirare la censura. 
L'estetica, infine: fumettosa, coloratissima e lontana dal grigiore e dai teschi di Warhammer. Andrebbe tuttavia ricordato come siano i giocatori stessi a proporre ormai da anni caricature e stilizzazioni di space marine, sorelle guerriere, eldar e così via. Qualsiasi sia il fenomeno della cultura pop, dagli anni '80 in poi, si è sempre affiancato alla versione seria un equivalente comico/grottesco/cartoonesco, una sorta di mascotte e/o parodia. I bambini negli anni '80 compravano pupazzi di Freddy Krueger, mentre Hellboy ha avuto una sua serie “chibi”. La cultura degli anime e dei manga mescola spesso, nella forma d'intermezzi o serie parallele, personaggi comici e stilizzati, senza nulla togliere alla brutalità estrema di Berserk e Attacco dei Giganti. La cuteness, la “pucciosità”, di un personaggio non danneggia il filone principale, caso mai lo rafforza.

Saranno questi due romanzi capolavori indimenticabili, degni di Tolkien e della Rowling? Improbabile. In effetti, non ho aspettative: prevedo una serie di libriccini insapore, senza carattere. L'idea, tuttavia, rimane valida, anche nell'ottica di attrarre e far crescere giocatori attenti più all'hobby e alla costruzione di una storia, che alla competitività estrema dei videogiochi online. 

2 commenti:

Alan D'Amico ha detto...

Ottima analisi, come sempre dopotutto.

Coscienza ha detto...

@Alan D'Amico

Grazie, Alan :-) Se t'interessa ripubblicarlo sull'Orco Nero, è tutto tuo.