Nonostante il caldo che sta lentamente trasformando Trieste in un umido avamposto vietcong, io e il mio collega Matteo Poropat della Tana dello Sciamano siamo riusciti a tradurre il numero successivo di Providence, The Haunted Palace. Siamo a metà strada dalla conclusione, nel mezzo del terzo volume curato dalla Panini Comics.
Black, finalmente arrivato a Providence, sta lentamente assemblando i pezzi del tortuoso puzzle costruito da Moore nei nove numeri precedenti. Per il giornalista da New York, la bugia che quanto vede sia solo un'allucinazione mentale è ormai impossibile da mantenere: lentamente le ultime vestigia di sanità mentale lo stanno abbandonando.
Un numero fondamentale, dunque, questo The Haunted Palace, dove le annotazioni ancora una volta risultano importanti, gettando un filo di Arianna a un lettore altrimenti sperduto nel labirinto di citazioni, riferimenti letterari, meta-letterari, cinematografici, filosofici, scientifici... Senza dimenticare che mai come in The Haunted Palace Alan Moore esplicitamente si auto-cita, obbligando a una ri-lettura di alcuni passaggi chiave, di alcuni frammenti dei volumi precedenti.
Se The Haunted Palace è rivolto all'indietro, nel contempo è proiettato in avanti: gli agganci con il Neonomicon diventano stavolta espliciti, alludendo all'operazione di maniacale raccordo narrativo che incontreremo con Providence 11 e Providence 12.
Al solito, la fonte originale sono le annotazioni del gruppo inglese Facts in The Case of Alan Moore's Providence. L'impaginazione considera la pagina 0 la copertina e procede seguendo una numerazione progressiva. I riferimenti ai numeri precedenti di Providence possono essere sbagliati di qualche pagina, ma non di molto: in ogni caso, a serie completa, ricontrollerò per sicurezza la bibliografia. Come sempre osservazioni e commenti sono i benvenuti.
Riassunto
Black conversa lungamente con lo scrittore H.P. Lovecraft e giunge finalmente a comprendere la verità di tutto ciò che gli è accaduto.
Copertina
La chiesa rappresentata in copertina è la Saint John’s Roman Catholic Church, su Atwells Avenue a Federal Hill, Providence.
La chiesa è stata demolita in passato e ora al suo posto si trova il Saint John Park. La costruzione ha ispirato Lovecraft per la chiesa della Saggezza Stellare nel racconto L’abitatore del buio (The Haunter of the Dark):
La Chiesa di St. John |
“Ma del lontano scorcio di Federal Hill, quello che più affascinava Blake era l'enorme e cupa mole d'una chiesa. In certe ore del giorno spiccava con particolare nitidezza, e al tramonto la grande torre della guglia appuntita di stagliava nera contro il cielo fiammeggiante. Doveva sorgere su un terreno particolarmente elevato, perché la facciata scura e il fianco nord, di cui intravedeva di sbieco il tetto spiovente e la porzione superiore di grandi finestre ad ogiva, s'innalzavano arditamente sull'intrico di tetti e comignoli degli edifici circostanti. Singolarmente sinistra e austera, sembrava costruita interamente di pietra, ora macchiata e corrosa dal fumo e dalle intemperie di oltre un secolo.”
La chiesa compare in alcune vignette nel numero precedente, quando Black la visita assieme al giovane Howard Charles nelle pagine 10-13. Si può notare che Black la vede dalla sua stanza, a pagina 20.
Pagina 1
Vignette 1-4
La data è il 27 dicembre 1919. Dalla scarsa luce si desume che questi eventi hanno luogo più tardi rispetto quanto si vede nelle pagine da 2 a 13.
La sequenza ha luogo sui gradini della chiesa rappresentata in copertina.
La donna che al centro viene avanti è la madre di Johnny Carcosa, vista l’ultima volta in Providence 09, pagina 20, vignetta 4.
Le donne ai lati della scalinata stanno pregando dinanzi a candele votive, e fiori che sembrano gigli.
Benché fino a ora quello che si è visto della Stella Sapiente sia largamente dominato da uomini, qui è rappresentato un ampio gruppo di donne che sembrano in qualche modo collegate a loro.
La voce nei riquadri di testo appartiene a H.P. Lovecraft, come rivelato a pagina 2. La maggior parte del testo che Moore assegna a Lovecraft è originale, ma trasposto nel modo di esprimersi dello scrittore. Il testo, come già visto tipico di Moore, ha un elaborato doppio significato, riferendosi anche alla scena con protagonista la madre di Carcosa.
Le vignette formano una sequenza nella quale la “camera” sembra scendere i gradini e potrebbe rappresentare il punto di vista di qualcuno.
I bordi sono netti e non irregolari. Come già visto in precedenza questo sta a indicare la percezione un elevato valore di attività paranormale.
Vignetta 1
“Quei piedi…” è Lovecraft che parla di Edgar Allan Poe, famoso scrittore americano dell’orrore e della narrativa investigativa, che ebbe un’enorme influenza su Lovecraft. Questa sezione non è tratta da una specifica lettera di Lovecraft, ma segue i sentimenti dello scrittore.
Poe visitò Providence nel 1845 e nel 1848.
Le frasi “quei piedi…” e “l’apice dell’orrore e del mistero” si riferiscono anche alla madre di Carcosa. In Providence 09 si suggerisce (pagina 11, vignetta 4 e pagina 20, vignetta 4) che la donna è in qualche modo il “capo segreto” della Stella Sapiente.
Un commentatore ha indicato che quelle frasi potrebbero alludere a “Gerusalemme” di William Blake:
And did those feet in ancient timeWalk upon England's mountains green:And was the holy Lamb of God,On England's pleasant pastures seen
Questo sarebbe uno dei molti collegamenti tra Lovecraft, il Redentore della Stella Sapiente, e Gesù Cristo.
Vignetta 2
“Quella fronte gonfia” è l’ampia fronte di Poe, ma potrebbe essere un riferimento anche alla fronte della donna.
“dietro la quale pullulavano torture e pestilenze e soffocamenti” sono riferimenti ad alcune tra le più famose opere di Poe, Il pozzo e il pendolo, La maschera della morte rossa e Un barile di Amontillado.
Dallo sguardo della donna a destra in basso, così come dallo sguardo della madre di Carcosa nelle prossime vignette, sembra che qualcosa stia emergendo dalla chiesa.
Vignetta 3
“Macabre pietre” un riferimento alle lapidi che si vedranno nella pagina successiva, come potrebbe riferirsi alla chiesa e al Trapezoedro scintillante (“la pietra di Manchester”, in Providence 09, pagina 11, vignetta 2) custodito al suo interno.
“dall’impulso di conversare con una sola, specifica donna” è un riferimento al motivo per il quale Poe visitò Providence nel 1848. La visita fu dovuta alla (infruttuosa) corte che lo scrittore faceva a Sarah Helen Whitman. Lovecraft non mancava di far notare durante alcuni dei suoi tour di Providence la firma che Poe lasciò nell’ateneo, lo stesso edificio dove la Whitman ruppe la relazione il 23 dicembre 1848.
Nel primo paragrafo de La casa sfuggita (The Shunned House) Lovecraft racconta “...Providence, dove intorno alla metà del secolo scorso Edgar Allan Poe soggiornava spesso durante l'infruttuoso corteggiamento della poetessa Sarah Helen Whitman.”
Una seconda interpretazione sul testo potrebbe riferirsi all'incontro tra Black e la madre di Carcosa nella forma di Carcosa stesso, come si vedrà più avanti nel fumetto.
“Più di ogni altro io non son capace di fare supposizioni su questo genere di desiderio o di aspettativa” si riferisce al fatto che Lovecraft è ancora vergine e a quel tempo non si era ancora impegnato in una relazione romantica. Sta anche a significare che Lovecraft non ha ancora incontrato consciamente nessuno della Stella Sapiente.
Vignetta 4
“Un essere tanto monumentale” è un riferimento a Poe e alla sua influenza su Lovecraft. D’altro canto, forse è la madre di Carcosa a essere un essere monumentale, o lo è l’essere che la madre di Carcosa sta osservando? Potrebbe essere una delle creature dei miti di Lovecraft.
“Ylyl yr nhhngr” è il linguaggio Aklo.
“Yr nhhngr” è la terza parola Aklo data a Aldo Sax nel racconto Il Cortile, presa dal racconto di Lovecraft L’orrore di Dunwich (The Dunwich Horror). In Providence 05, pagina 3, vignetta 3, padre Race descrive “yr nhhngr” come “un tempo verbale contenuto in un altro”.
“Ora è prima” si può tradurre letteralmente, a indicare un incontro tra passato e presente a chiudere un loop temporale. Oppure la sostituzione di Charles Howard con Japheth Colwen. In riferimento a Providence in particolare, questo numero contiene elementi e personaggi del primo numero della graphic novel.
Pagina 2
L’ambientazione è il vecchio cimitero della chiesa episcopale di S. John.
Sia Poe che Lovecraft visitarono quel luogo.
Siamo il 27 dicembre del 1919 come indicato a pagina 16, vignetta 1.
I due uomini seduti sono Robert Black e H.P. Lovecraft.
In basso a destra si può osservare un “memento mori” formato da un teschio con le ossa incrociate, un antico simbolo dei cimiteri.
Sullo sfondo si può osservare la cupola della Rhode Island State House.
Il titolo “The Haunted Palace” si riferisce all’omonimo poema di Poe (The Haunted Palace) incorporato più tardi nel racconto La caduta della casa degli Usher (The Fall of the House of Usher) che ebbe una certa influenza su Lovecraft. Si può anche riferire al film con lo stesso nome (in italiano La città dei mostri) diretto da Roger Corman nel 1963. Il regista utilizzò un titolo di Poe per portare sulle scene un adattamento del racconto di Lovecraft Il caso di Charles Dexter Ward.
Wikipedia cita Poe a proposito del poema: “Intendevo riferirmi a una mente infestata dai fantasmi - un cervello disfunzionale”. La citazione potrebbe essere presa come riferimento allo stato della mente di Black alla fine del fumetto.
Wikipedia, a proposito del film The Haunted Palace, cita Andrew Migliore e John Strysik, che nel loro saggio Lurker in the Lobby: A Guide to the Cinema of H. P. Lovecraft scrivono: “The Haunted Palace è un film seminale per gli amanti di Lovecraft; è la prima pellicola di una major cinematografica a introdurre al grande pubblico creazioni lovecraftiane quali il Necronomicon e abomini come Cthulhu e Yog Sothoth.
Questo potrebbe ricordare il tema di Providence di portare le idee di Lovecraft a un pubblico più vasto.
Pagina 3
Vignetta 1
“Signora Whitman” è Sarah Helen Whitman – vedere le note su pagina 1 e pagina 3.
“Quasi onirica, anche se completamente diversa da quella di Dunsany” riferimento alle storie di Lord Dunsany (visto in Providence 08) che hanno luogo in un “mondo dei sogni” che è precursore dei racconti lovecraftiani nelle Dreamlands.
Vignetta 2
“Il suo mondo è una mitologia inventata” esprime come la cosmogonia di Dunsany ha in parte ispirato quella di Lovecraft.
La nave bianca è una storia di Lovecraft (The White Ship) pubblicata nel numero di novembre del 1919 della rivista The United Amateur.
“questo gelo dicembrino produce in me un certo debilitamento” si riferisce a come, nel corso della sua vita, Lovecraft ebbe acute reazioni al freddo.
Vignetta 3
Sullo sfondo dei giovani giocano a palle di neve.
“…nobile Plunkett…” è Lord Dunsany il cui nome completo era Edward John Moreton Drax Plunkett.
“…esattamente come il sottoscritto in tutti i dettagli.” si riferisce a un sentimento non così raro per Lovecraft, che tendeva a identificarsi con coloro i quali ammirava.
“…nel fantastico sono sempre più attratto da un certo realismo…” un riferimento agli scritti del Lovecraft più maturo, dove l’attenzione per il realismo e per tutti i dettagli della storia si accentuò notevolmente. Come per Moore e Burrows nel ricercare il massimo del dettaglio in Providence.
Il luogo è il cancello su Church Street (street view).
Vignetta 4
“ci sono quelle storie che Poe ha inventato partendo dalla vita reale, come quel racconto su Marie Roget” è un riferimento alla storia (The Mystery of Marie Rogêt) inizialmente venduta come se lo stesso Poe avesse risolto il mistero dell’omicidio di Mary Rogers”.
Poe e la Rogers sono già stati citati, Providence 02, pagina 4, vignetta 4.
“le sue burle, come ‘Lo scarabeo d’oro’…” cita una famosa burla sulla crittografia e su un supposto tesoro dei pirati; Lovecraft, nello scorrere queste nozioni con Black, fa da parallelo a Moore e il lettore, suggerendo l’importanza dell’influenza su Lovecraft della narrativa di Poe.
“giovane Robertus” – Lovecraft ha solo 29 anni nel 1919, e Black è approssimativamente della stessa età; ma Lovecraft preferiva atteggiarsi a un uomo anziano. “Robertus” è ovviamente un segno d’affetto per Robert Black, simile ai soprannomi latini che diede agli altri amici del circolo di scrittori come Frank Belknap Long (“Belknapius”) e James F. Morton (“Mortonius”).
Black e Lovecraft si trovano su Benefit Street (street view).
Pagina 4
Vignetta 1
Prima comparsa di Japheth Colwen, che fuma una vecchia pipa di argilla, e ha segni della barba sul mento, in contrasto con il giovane e senza barba Charles Howard visto in Providence 09.
Colwen e Howard sono gli analoghi di Joseph Curwen e Charles Dexter Ward, personaggi del racconto lovecraftiano Il caso di Charles Dexter Ward (The Case of Charles Dexter Ward).
Nel racconto il protagonista, Charles Dexter Ward, riporta in vita il maligno antenato Curwen che riuscirà a prendere il suo posto.
“Zibaldone” è il diario con le idee per delle storie che è sfondo e parte della narrazione in Providence, con la sua cronaca del viaggio di Black. Lovecraft stesso utilizzò un cosiddetto “commonplace book” contenente idee e pensieri, dal 1920.
“...non pensavo quanto il mio suolo natale potesse essere uno sfondo adeguato per il fantastico.” da comparare con l’apertura del racconto Un’illustrazione e una vecchia casa (The Picture in the House) del 1920:
Ma il vero epicureo dell'orrore, l'individuo per il quale un brivido di terror macabro rappresenta il fine principale e la giustificazione dell'esistenza, agogna le antiche fattorie nei boschi del New England, perché in esse i tenebrosi elementi che gli stanno a cuore - potere, solitudine, senso del grottesco e superstizione - si uniscono a formare la perfezione dell'orrore.
La location è Benefit Street guardando a nord verso Cady Street (street view). Dalla visuale attuale si comprende che Colwen si trova di fronte alla casa sfuggita al 135 di Benefit Street. La casa appare in Providence 09 sulla copertina e a pagina 8, vignetta 4. In Providence, la casa fu la residenza di uno dei fondatori della Stella Sapiente, Jacques Roulet.
Vignetta 2
“Questo è uno scherzo?” “Assolutamente no. Quando lo faccio, nessuno se ne accorge mai.” (nell’originale Lovecraft dice: “Emphatically not. No one appreciates it when I do that”). Un riferimento allo scarso senso dello humor di Lovecraft, che rendeva spesso difficile distinguere quando era serio da quando prendeva in giro qualcuno.
“Mi sono già appropriato indebitamente degli aneddoti relativi al tuo incontro con il signor Annesley al tuo arrivo, il mese scorso.” indica che dal numero precedente Lovecraft ha preso ispirazione per scrivere Dall’Altrove (From Beyond).
Vignetta 3
“È splendidamente divertente” è Lovecraft che astutamente indica il tipo di burle che mette nella sua narrativa, sottolineando come in precedenza stesse prendendo in giro lo stesso Black a proposito del non scherzare.
Vignetta 4
“…mi dà la carica”, in originale “…really peps me up” è una forma arcaica dove “pep” sta per “elevata energia o spirito” e deriva dalla parola “pepper” (pepe). Al giorno d’oggi è usato comunemente come la base per Pepsi mentre negli anni ‘20 e ‘30 c’erano le “pep pill”, pillole di anfetamina.
Pagina 5
Vignetta 1
“Howard Charles” è il discendente di Japheth Colwen col quale Black ha fatto sesso nel numero precedente. Howard Charles è l’equivalente di Charles Dexter Ward. Colwen ha già sostituito Charles.
“Sembri diverso dall'ultima volta che ti ho visto” implica che Charles è stato sostituito dal suo antenato Colwen, seguendo gli eventi alla base del racconto Il caso di Charles Dexter Ward. Per enfatizzare ciò, Charles/Colwen indossa un alto cappello in vecchio stile, assieme alla pipa (cappello molto diverso da quello che indossano Lovecraft e Black).
Vignetta 2
“speranza di essere cresciuto” è letterale in quanto Colwen è stato evocato ed è “cresciuto” dai sali essenziali ricavati dal cadavere.
“Somigliare al mio illustre progenitore”, in originale “Akin to my illustrious forebear” mostra come anche la dizione di Charles/Colwen sia cambiata divenendo formale e arcaica, enfatizzando il suo essere un uomo “fuori dal tempo”.
Vignetta 3
“la sua natura essenziale” gioco di parole sui sali essenziali utilizzati per riportare in questo mondo un defunto secondo quanto raccontato in Il caso di Charles Dexter Ward (The Case of Charles Dexter Ward).
“nel nostro santuario qui” è apparentemente la casa sfuggita di fronte alla quale si trova Colwen.
“della ricorrenza appena trascorsa” un riferimento al racconto di Lovecraft “La ricorrenza” (The Festival) che Black confonde con il Natale (la ricorrenza citata è Yuletide, il progenitore dell’attuale Natale).
Vignetta 4
Qualcuno sta osservando la conversazione dalle finestre superiori della casa sfuggita. Non viene chiarito chi sia, ma la casa è di proprietà dei membri della Stella Sapiente.
Pagina 6
Vignetta 1
“Quelle cose che i ragazzi fanno per affermare la loro virilità.” ancora un riferimento all'abitudine di Lovecraft di agire come un uomo più anziano della sua vera età. È anche un riferimento al rapporto Charles/Colwen e gli analoghi dal racconto Charles Dexter Ward.
La casa al 135 di Benefit Street è visibile sulla destra oltre la testa di Lovecraft (street view).
Vignetta 2
“Ho deciso di procurarmi un tomo simile” predice come Lovecraft inizierà il suo “commonplace book” nel 1920.
“Il nome Hali, per esempio, è stato citato dal signor Bierce, una mia recente scoperta” Lovecraft si riferisce allo scrittore Ambrose Bierce, il cui racconto Un abitante di Carcosa (An Inhabitant of Carcosa) contiene riferimenti al lago di Hali, presi in prestito da Robert W. Chambers nel creare le storie sul Re in Giallo.
I gradini per la casa sfuggita sono visibili sulla sinistra (street view).
Vignetta 3
“Chambers lo scrittore di storie d’amore? Non lo avrei mai detto”
Robert W. Chambers dopo la svolta nella narrativa horror, divenne un romanziere di successo, e raramente tornò alla narrativa weird. Lovecraft non leggerà Il Re in Giallo fino al 1926.
“Arabo pazzo, Khalid ibn Yazid” è il corrispettivo in Providence del lovecraftiano Abdul Alhazred.
Vignetta 4
“Nonno Theobald” uno dei soprannomi che Lovecraft usava per se stesso; egli scriveva anche sotto lo pseudonimo “Lewis Theobald, Jun.”
“…altri dei miei figli e corrispondenti.” – “figli” era una sorta di titolo onorifico che Lovecraft utilizzava per alcuni amici molto stretti quali Albert Galpin e Frank Belknap Long; le donne in questa categoria, come la zia di Lovecraft, erano indicate come “figlie”. Egli tenne una voluminosa corrispondenza dove registrava molti degli eventi della sua vita. Sfortunatamente molte delle sue lettere dal 1919 non sono state conservate.
Pagina 7
Vignetta 1
“…Loveman, il mio caro Samuelus.” – Samuel Loveman, poeta e scrittore, uno dei conoscenti più stretti di Lovecraft per molti anni.
“…la sua poesia ‘Ermafrodita’...” – un poema neoclassico di Samuel Loveman.
“Loveman ha un qualcosa che mi ricorda la tua persona.” – Loveman era ebreo e omosessuale benché non è chiaro se Lovecraft fosse consapevole della sessualità dell’amico.
“Ciascuno di voi è un Adone…” – una divinità greca, nota per la sua bellezza. La frase può sembrare un tentativo di flirt, per questo forse Black balbetta.
Vignetta 2
“Epicene” significa avere caratteristiche di entrambi i sessi o di nessuno dei due.
“compagnie epicene” è Lovecraft che confonde omosessualità con la mancanza di mascolinità negli uomini. “Conflating homosexuality with lack of masculinity in men” (tema discusso nel saggio Sex and the Cthulhu Mythos). Loveman fu amico tra gli altri del poeta gay Hart Crane, che incontrò Lovecraft in società.
“…aderisca a un ideale platonico…” – “platonico” nel senso del filosofo greco Platone, che proponeva la tesi che esistono le pure idee.
“…piuttosto che degradarsi in una immonda concretezza.” – Lovecraft professa disgusto per le relazioni omosessuali, anche se puramente intellettuali.
“specie floreali” – fiori delicati, indicano che Lovecraft ritiene gli omosessuali sensibili ed effeminati.
Vignetta 3
Sono tornati al 598 di Angell Street dove vive Lovecraft (street view).
“Ancora più straordinario quando pensiamo che Loveman, per quanto sia un’eccezione di quella tribù sgradevole, è un ebreo.” mostra un comune pregiudizio contro gli ebrei per il quale farà eccezioni in pochissimi casi (l’amico Loveman e la futura moglie Sonia Haft Greene) che lo porteranno però a modificare il suo punto di vista più avanti negli anni.
Vignetta 4
“…infernale gaiezza natalizia.” Lovecraft è ateo e sebbene non avversi la Cristianità divenne apostata in tenera età.
“…luogo più caldo…” ancora l’avversione di Lovecraft per il freddo.
Pagina 8
Vignetta 1
Lovecraft proietta un’ombra ampia abbastanza da oscurare Black. Ciò potrebbe prefigurare gli eventi che seguiranno. Black morirà e le sua avventure in Providence vivranno attraverso Lovecraft.
Vignetta 2
Notare la cura nell'inserire i motivi dello sfondo, elemento che è stato al centro di una delle domande nell'intervista all'artista Jacen Burrows.
Vignetta 3
“Il solo libro arabo è inestimabile” suggerisce che lo studio del Kitab da parte di Black abbia ispirato Lovecraft a creare il suo Necronomicon, inserendo nella narrativa un elemento delle esperienze reali di Black. Questo richiama quanto è stato annotato su Neonomicon 02, a proposito di come Lovecraft e i suoi Miti coesistano in questo universo narrativo.
“...quanto all’autore da ragazzo avevo inventato per i miei giochi un nome arabo che potrebbe fare al caso” si riferisce a come Lovecraft, che da bambino adorava Le Mille e una Notte, aveva l’abitudine di utilizzare un nomignolo, Abdul Alhazred, molto prima di inserirlo nella sua cosmogonia.
“Ha fatto di te quelli che sei” potrebbe trattarsi di un semplice modo per Moore di forzare Lovecraft a esporsi; in alternativa potrebbe essere indirizzato al lettore, specialmente dato il pregiudizio appena espresso dallo scrittore, su quanto le influenze esterne sono responsabili per chi egli è e per ciò che scrisse.
Pagina 9
Vignetta 1
“...ho sempre pensato che passato e lignaggio creino una sorta di destino”
Un concetto presente nella narrativa di Lovecraft che va sotto il nome di determinismo biologico - come espresso in Arthur Jermyn o La maschera di Innsmouth (The Shadow over Innsmouth) dove l’eredità biologica irreparabilmente modifica le vite dei protagonisti.
È anche espressione del suo essenziale classismo; non implica altresì alcuna credenza nel destino soprannaturale, essendo Lovecraft un materialista. Nel contesto del fumetto Providence il concetto si lega con la visuale del tempo della Stella Sapiente, dove le cose si dicono essere preordinate o già accadute, dal momento che tutti gli eventi accadono simultaneamente e solo la nostra percezione dell’universo li rende sequenziali. Si può comparare questo con un fumetto. Tutte le vignette esistono, ma solo la decisione del lettore di leggere dalla prima all'ultima rende la narrazione comprensibile.
Vignetta 2
Vignetta 3
Sarah Susan Lovecraft (a sinistra), Winfield Scott Lovecraft (a destra,
H. P. Lovecraft (al centro); 1892
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La fotografia di Lovecraft con i genitori è basata su una foto reale scattata quando aveva 2 anni.
“Fauntelroy” – Dal romanzo per bambini Il piccolo Lord (Little Lord Fauntleroy) del 1886, le cui illustrazioni influenzarono la moda del tempo.
“abituarmi ai pantaloni” – Lovecraft dovette seguire le indicazioni della madre e fino all’età di sei anni non poté indossare pantaloni.
Vignetta 4
“Winfield Scott Lovecraft, figlio di madre Inghilterra, nato a Rochester, stato di New York” – Storicamente accurato; la maggior parte dei parenti dalla parte del padre di Lovecraft rimasero nell’area di Rochester, nello stato di New York.
“Mi… mi sembrava di riconoscerlo” – Black ha già visto W. S. Lovecraft, in una foto della Stella Sapiente in Providence 06, pagina 10, vignetta 1 e ancora in Providence 07, pagina 11, vignetta 1.
Pagina 10
Vignetta 1
Donne anziane iniziano a riunirsi di fronte alla chiesa di S. John. La scena precede quanto visto a pagina 1.
“Molti lo ritenevano inglese” – W. S. Lovecraft aveva un accento molto marcato al punto da venir scambiato a volte per un gentiluomo inglese.
“il valore delle tradizioni antiche” ha un doppio significato. Superficialmente si riferisce alla predilezione del padre di Lovecraft per le tradizioni inglesi. Dall’altro alle tradizioni della Stella Sapiente.
I bordi delle vignette sono precisi, come sempre questo indica una percezione dell’attività paranormale.
Vignetta 2
“...fosse il protetto di mio nonno” – suggerito dall’appartenenza di W. S. Lovecraft alla Stella Sapiente, e dal matrimonio con la figlia di Whipple Van Buren Phillips.
“...altrimenti non riesco a interpretare la sua presentazione a mia madre”
Non è chiaro come si incontrarono Winfield e Susie. Kenneth W. Faig Junior suggerisce che i genitori di lei potrebbero aver disapprovato tale unione nel saggio “The Parents of Howard Phillips Lovecraft.”
“...associazione di categoria quando lavorava come fabbro”
W. S. Lovecraft lavorò come fabbro a Rochester, tra il 1872 e il 1873.
“...o tramite la massoneria”
Mentre è nota l’affiliazione di Whipple Van Buren Phillips alla libera massoneria, non ci sono prove che lo stesso valesse per Winfield Lovecraft; l’appartenenza di Lovecraft alla massoneria è un punto chiave della burla contenuta nell’introduzione al Necronomicon di Hay, scritta da Colin Wilson.
“i suoi pareri hanno formato molti dei principali comportamenti”
Winfield Lovecraft fu colpito da paralisi nel 1893 e morì nel 1898; i ricordi di Lovecraft a proposito del padre sono pochi, data la giovane età.
Vignetta 3
“...quando faceva il commesso viaggiatore”
Winfield Scott Lovecraft fu un “commesso viaggiatore” per la Gorham & Company, nel campo dell’argento, tra il 1889 e il 1893, operando principalmente su Boston.
“Do-dove ha viaggiato di preciso?” – Black sta iniziando a mettere assieme i pezzi, incrociando la vita di Lovecraft con quanto conosce della Stella Sapiente.
“la sua attività nell’oro e nell’argento”
Gorham & Co. lavoravano l’argento; il riferimento all’oro suggerisce legami con le Raffinerie Boggs di Salem viste in Providence 03. Suydam fa riferimento a un “uomo inglese” che lavorava come venditore per i Boggs (Providence 02, pagina 12, vignetta 3).
“…Salem, New York, e Chicago…” – Salem è dove si trovano le Raffinerie Boggs; a New York si trova la chiesa di Red Hook; Winfield Lovecraft si trovava a Chicago quando soffrì di un episodio allucinatorio, forse dovuto a una forma di sifilide, episodio adattato da Alan Moore nel breve Recognition in Alan Moore’s Yuggoth Cultures (testo non collegato a Il Cortile, Neonomicon, o Providence).
Vignetta 4
“È mai stato a Manchester?” – Luogo di alcune avventure di Black, in Providence 05-6.
“...pensavo di poter raccontare alcune elaborazioni sulle tue idee spacciandole per sogni. Se non altro, questa è la scusa che ho usato con ‘Dagon’” – Molti dei racconti di Lovecraft sono imputati a sogni; Dagon fu uno di questi.
Pagina 11
Vignetta 1
I bordi sono precisi, c’è ancora percezione dell’attività paranormale.
Vignetta 2
“si… direbbe che tu abbia un rapporto stretto con i sogni. Qua-quasi come se per te rappresentassero un mondo completamente diverso” – Black sta ancora unendo i pezzi; a questo punto egli potrebbe sospettare, come hanno fatto gli occultisti William Lumley e Kenneth Grant, che Lovecraft fosse un “adepto inconscio” che riceveva rivelazioni occulte “reali” codificate come sogni. Data appartenente ignoranza da parte di Lovecraft della Stella Sapiente, Black sta elaborando idee non semplici.
Vignetta 3
“Ricordo di aver incontrato regolarmente stormi di esseri privi di volto, neri e gommosi, con le ali di pipistrello e code pungenti. Li ho chiamati ‘magri notturni’” – Lovecraft sognò dei “magri notturni” dall’età di sei anni, dopo la morte della nonna materna.
“l’insidioso solletico che facevano nel trasportarmi” – sperimentato direttamente da Black in Providence 08, pagina 14, vignetta 2.
Vignetta 4
“...dopo la scomparsa di tuo padre” – W. S. Lovecraft morì nel 1898, mentre i sogni sui “magri notturni” iniziarono nel ‘96, ma non ci sono indizi che H. P. Lovecraft vide suo padre dopo il ‘93.
“...le storie popolari che ti raccontava.” – Whipple Van Buren Phillips fu la figura maschile principale nella vita di H. P. Lovecraft, dopo l’internamento del padre, ed era uso raccontare al nipote molte storie: “Mio nonno ha viaggiato attraverso l’Italia, e mi deliziava con lunghi resoconti delle sue bellezze e delle memorie dell’antica grandezza” (Selected Letters 1.300)
Pagina 12
Vignetta 1
“…storie di quello che gli immigrati facevano nei boschi…” – richiama i riti de L’orrore di Dunwich (The Dunwich Horror) e de Il richiamo di Cthulhu (The Call of Cthulhu) così come i pregiudizi di Lovecraft sugli immigrati. In questa realtà d’altronde i suoi pregiudizi possono essere spiegati in quanto ci sono orrori reali, incarnati dalle entità soprannaturali incontrate da Black (e andando oltre anche Johnny Carcosa e la madre, immigrati “dal vecchio mondo” ne Il cortile e Neonomicon).
Gli immigrati si riferisce anche alle donne che si assiepano davanti alla chiesa.
“L’oscurità e la superstizione dei loro quartieri miseri e malsani” – richiama Orrore a Red Hook (The Horror at Red Hook) e La strada (The Street).
“Gli abissi nei quali questi esseri possono, nel tempo, degenerare.” – richiama La paura in agguato (The Lurking Fear), La bestia nella grotta (The Beast in the Cave), Fatti concernenti il defunto Arthur Jermyn (Facts Concerning the Late Arthur Jermyn and His Family) e La maschera di Innsmouth (The Shadow over Innsmouth).
I bordi delle vignette sono ancora regolari.
Vignetta 2
“Diceva che se non fosse stato per alcune confraternite […] la fine dell’umanità sarebbe stata lenta e imbastardita.” – Implica che tra gli obiettivi della Stella Sapiente c’è il tentativo di evitare quel tipo di mescolanza etnica rappresentata dagli ibridi incontrati a Salem in Providence 03 – il che potrebbe spiegare come mai Whipple Phillips unì le sue forze alla società razzista come scoperto da Black in Providence 08.
Vignetta 3
“…soggetto a emicrania e ad apoplessia…” – secondo Lovecraft, un male di famiglia.
“…ha fondato la città di Greene e la sua loggia massonica.” – storicamente accurato.
“…ha conosciuto dignitari, vescovi e generali confederati.” – Phillips era un importante industriale di Providence, ma non ci sono indizi che incontrò un generale confederato al di fuori dell’incontro testimoniato da Black in Providence 08.
Vignetta 4
Whipple Van Buren Phillips |
Notare la goccia di sudore sul volto di Black – ha riconosciuto l’uomo dalla foto della Stella Sapiente, vista in Providence 06 e 08.
Pagina 13
Vignetta 1
“…gli occhi moderni riescono a malapena a comprendere la statura di individui simili…” – Notare come Lovecraft mitizza suo nonno, come in precedenza abbiamo visto fare con Poe. L’ironia sta nel fatto che H. P. Lovecraft sembra ignorare la vera estensione dei poteri e dell’influenza del nonno.
Vignetta 2
“Van…van Buren?” – Black ha sentito il nome in molte occasioni. Confrontare le note alle pagine 14 e 15 più avanti.
“Rathbun” – parenti da parte del bisnonno materno di Lovecraft.
“…non sia ricomparsa la spagnola che ha colpito Providence l’anno scorso…”
L’influenza spagnola colpì la città verso la fine del 1918.
Vignetta 3
“Se le nostre posizioni fossero rovesciate, vorrei tornare a Providence.”
Prefigura quanto Lovecraft farà in futuro, tornando a Providence dopo il fallimentare trasloco a New York.
Vignetta 4
“…scappare via così…” – Black vede il suo agire come un atto codardo, ma dopo essere riuscito ad allontanare dalla mente tutti gli orrori incontrati fino a ora, è una tranquilla conversazione con un uomo del tutto ignaro di ciò che sta accadendo, a confermare a Black la realtà delle sue recenti esperienze, alle quali diceva di non credere. Essere inseguiti da un mostro può passare per una allucinazione o un sogno, ma non la prosaica realtà del dialogo con Lovecraft.
“Sospetto che la tua visita abbia influenzato Nonno Theobald facendolo diventare l’autore che era destino diventasse.” – Ironicamente accurato, dati gli eventi di Providence fino a questo punto: lo zibaldone di Black ha fornito a Lovecraft i semi per molte delle sue più famose storie.
Il Redentore e il Messaggero si sono incontrati.
Pagina 14
Black è perseguitato dai mostri di cui aveva avvertito la presenza, senza mai vederli davvero, dal resto della serie.
Vignetta 3
“Per quarant'anni i loro commessi viaggiatori” - Vedi Providence 02, Pagina 12, Vignetta 3.
“Anche se di questi tempi, gli Stellati” - Vedi Providence 03, Pagina 11, Vignetta 3.
Un gatto nero è visibile nella finestra.
Vignetta 4
“Vedete, facevo parte di una società” - Vedi Providence 04, Pagina 9, Vignetta 1
Lo steccato è quello attorno alla Brown University, già visto nel numero precedente, Providence 09, Pagina 3, Vignetta 1.
Pagina 15
Vignetta 1
Black torna al 66 di College Street.
“Nella storia del dentore” - Vedi Providence 04, Pagina 19, Vignetta 4.
“Era qua con i suoi amici” - Vedi Providence 07, Pagina 11, Vignetta 2.
“Ahm, è Buren” - Vedi Providence 07, Pagina 11, Vignetta 1.
Vignetta 2
“L'uomo, ahm, l'uomo al suo fianco”- Vedi Providence 07, Pagina 11, Vignetta 1.
“Quello è il, ahn, il mondo dei sogni soppresso” - Vedi Providence 07, Pagina 11, Vignetta 2.
“Nel 1889 abbiamo avuto un matrimonio combinato”- Vedi Providence 09, Pagina 6, Vignetta 1.
Vignetta 3
“Assolutamente consensuale, ovviamente.”- Vedi Providence 09, Pagina 6, Vignetta 1.
“Per fortuna hanno prodotto subito un figlio” - Vedi Providence 09, Pagina 6, Vignetta 2.
Vignette 3 e 4 sono a camera fissa.
Vignetta 4
Black fissa dalla finestra del 66 di College Street - che se potessimo seguire lo sguardo di Black mostrerebbe il campanile della chiesa di St. John a Federal Hill. Troviamo una descrizione corrispondente nel racconto L'abitatore del Buio:
Lo studio di Blake, un’ampia camera a Sud-Ovest, affacciava da un lato sul giardino anteriore, mentre le finestre occidentali (la scrivania era posta davanti ad una di esse) offrivano dalla sommità del colle una vista magnifica dei tetti cittadini sottostanti e dei mistici tramonti che divampavano alle loro spalle.
Pagina 16
Vignetta 1
Un barlume di luce mostra ancora una volta il campanile della chiesa di St. John sulla Federal Hill, ricordando un passaggio dell'Abitatore nel Buio (“Fu allora, mentre il crepuscolo si addensava attorno a lui, che a Blake parve di scorgere una debole traccia di luminosità nella pietra follemente sagomata...”) che brilla ancora più forte man mano che la chiesa aumenta di dimensioni, nonostante il resto dell'inquadratura della vignetta resti identica alla precedente.
“Caro Tom”- Si riferisce a Tom Malone di Providence 02.
Vignetta 2
I bordi delle vignette da pagina 16 a pagina 21 (quando Black chiude gli occhi) sono regolari e geometrici, segno che è all'opera il sovrannaturale.
“Mi trovo nella mia stanza di Providence. C'è una vecchia chiesa in lontananza.”
E' la chiesa di St. John. Black non si è ancora accorto che la distanza si sta rapidamente riducendo.
Vignetta 3
“Un meteorite sottratto da un campo nei dintorni di Manchester, New Hampshire”
Si riferisce al Trapezoedro Scintillante presente sia in Providence 05, che in Providence 09.
Vignetta 4
“Nel porto di Salem ci sono persone che forse non sono davvero persone. Forse l'FBI sa anche di loro” – Gli abitanti deformi di Salem di Providence 03, in seguito reclusi e deportati con Quelli degli Abissi dalle autorità federali, come scrive Lovecraft ne La Maschera di Innsmouth, un riferimento già usato da Moore nel Cortile e in Neonomicon.
“E Suydam a Red Hook. Succede qualcosa, sotto casa sua”.
Il riferimento è ovviamente a Providence 02 e all'Orrore a Red Hook.
Pagina 17
Vignetta 2
“e, per Dio, Tom, credo che mi risucchierà.”
In effetti, in questo caso la previsione va intesa in senso letterale (!).
Vignetta 4
Il Trapezoedro Scintillante è alla destra di Black.
Ormai la chiesa sovrasta completamente la stanza di Black.
Pagina 18
Vignetta 1
I sé multipli di Black ricordano la dilatazione temporale che era avvenuta leggendo il Libro di Hali con Providence 06.
Il dialogo e la caduta di Black ricordano fortemente il fumetto Little Nemo in Slumberland/Bubi nel Paese del dormiveglia, dove il punto di svolta delle (brevissime) storie è dato dal bambino Nemo che cade dal letto. Alan Moore è piuttosto familiare con Nemo, è un fumetto che ama spesso citare e/o riutilizzare nelle sue storie. Ovviamente Nemo è un fumetto per bambini, che inizia in un mondo fantastico, dove cadendo ci si può risvegliare nel mondo reale, nel proprio letto.
Black non è così fortunato...
Vignetta 2
Prima comparsa di Johnny Carcosa, che ricordiamo aver visto per l'ultima volta nel Neononomicon. Il suo aspetto ricorda il modo con cui su Leng si vedono gli umani alla fine della quarta parte del Neonomicon. Leng è infatti non un luogo fisico, ma un luogo matematico, da cui la confusione delle dimensioni.
Johnny Carcosa appare come un essere bidimensionale, che si estende nel tempo come una terza dimensione. Questo si ricollega al disegno col gessetto nel Neonomicon e alla sua fondamentale natura di personaggio da fumetto (che esiste su carta, che è a due dimensioni, appunto)
L'occhio iniettato di sangue che si prolunga da Carcosa fino a Black (nuovamente visibile a Pagina 24) è probabilmente un riferimento all'”occhio ardente dai tre lobi” che conclude il racconto L'Abitatore del Buio.
Un altro ovvio riferimento è all'occhio nella piramide, “L'Occhio della Provvidenza”, un simbolo oggigiorno associato alla massoneria, ma che ha un significato e un utilizzo molto più vasto.
Vignetta 3
“Non esistere”
Un sunto perfetto del terrore esistenziale lovecraftiano. Black è terrorizzato, non dalle azioni di Carcosa, ma dalla sua stessa esistenza.
Vignetta 4
“Noi ti szalutiamo”
Carcosa ha ancora il difetto di pronuncia che aveva nel Neonomicon.
Pagina 19
Vignetta 1
“Ai nosztri occhi, i tuoi szervigi szono szplendidi”.
Dal dialogo di Carcosa, Black ha assolto il suo scopo: l'Araldo (Black) ha consegnato le idee che servivano al Redentore (Lovecraft).
Vignetta 2
“Noi sziamo parole szcritte. Szu un papiro, mille anni or szono.”
Le entità dei Miti erano già descritte nel Libro di Hali - questo vuol forse dire che qualcuno le ha create? Sono artificiali? Hanno le azioni di Black completato un cerchio invisibile di azioni predestinate?
Qui le mani e le braccia di Carcosa sembrano avere tre dimensioni.
Vignetta 3
“Ora è il tempo della Ricorrensza. Goiszci/Now ith the time of Fethtival. Rejoithe”
Japhet Colwen aveva detto che il festival era appena terminato, ma dal discorso di Carcosa forse è ancora in corso... o magari dalla sua prospettiva è sempre in corso; dopotutto è un essere bidimensionale per il quale tempo e spazio non sono che la stessa cosa e in questo momento lo spazio si sta piegando in maniere decisamente non conformi alle regole scientifiche, giudicando dagli occhi spalancati di Black.
Vignetta 4
Gli occhiali rotti sono un classico simbolo per la pazzia.
Pagina 20
Vignetta 1
“… che il nostro Redentore è vivo/Liveth” in inglese, riecheggia l'inglese arcaico della Bibbia di re Giacomo; in effetti Carcosa sta citando Giovanni, 19:25-27:
For I know that my redeemer liveth, and that he shall stand at the latter day upon the earth:And though after my skin worms destroy this body, yet in my flesh shall I see God:Whom I shall see for myself, and mine eyes shall behold, and not another; though my reins be consumed within me.
Carcosa veste un abito da sera, con farfallino, guanti bianchi e ghette.
Un vestito anni '20, adatto alla festa galante di un club&simili.
E' curioso come sia anche un vestito identico agli abiti che indossava Jonathan/Lily nel primo numero di Providence.
Lo spazio dietro Carcosa ricorda visivamente l'immagine di apertura e di chiusura del Neonomicon, anche se l'immagine in realtà non si rivela essere lo spazio profondo.
Vignetta 2
“Szono un szottoinszieme dei szuoi numeri.”
L'implicazione sembra essere che Carcosa è una parte del tutto; se l'Aklo è un sistema numerico tanto quanto un alfabeto, come nell'ebraico, questo potrebbe implicare che Carcosa stesso è una piccola porzione del testo sacro (il che si accorderebbe bene col fatto che è un personaggio bidimensionale, di carta, aggiungo io)
“Szono il szisztema con cui eszo comunica. Szono la szua voce.”
Carcosa è ovviamente l'avatar di Nyarlathotep, anche se dal modo con cui lo dice sembra quasi sottintendere un paragone meccanico, egli è il “sistema”, l'organo vocale e motorio con cui il dio s'interfaccia con la realtà di Black.
A mio parere è chiaro che Carcosa è Nyarlathotep, ma per onestà riporto che secondo i commentatori inglesi può anche essere Azathoth.
Qui la figura di Carcosa sembra bidimensionale, sicuramente le gambe lo sono, mentre le mani possiedono una certa solidità.
Pagina 21
Vignetta 1
Quando Black chiude gli occhi, Carcosa non è ne lì, ne all'interno del campanile della chiesa, suggerendo che stia tutto avvenendo all'interno della mente di Black.
I bordi del pannello sono frastagliati, nuovamente tratteggiati a mano, segnalando che siamo tornati alla realtà.
Vignetta 2
“Invece szi. Perchè nero è il meszaggero. E nero è il szuo desztino/Yeth, it ith. For Black ith the methenger. And Black ith hith Dethtiny”.
Dal Libro di Hali (vedi Providence 06, Pagina 35) - anche se lì era “perchè nero è il messaggero e nera è la sua via”.
Il carattere tutto maiuscolo impedisce di trovare un significato chiaro alla frase: certo Nyarlathotep è spesso chiamato “Nero Messaggero” e “Faraone Nero” o “Uomo Nero”; inoltre quel Black in inglese può riferirsi a Black il protagonista? In tal caso, invece di affermare che il destino di Black è nero/black, vorrebbe dire che Black personaggio, uomo, è il suo destino. C'è una bella differenza!
I bordi della vignetta sono nuovamente rigidi e geometrici, segnalando una fase sovrannaturale.
Vignetta 3
Carcosa non ha più l'effetto alla Leng del Neonomicon e sembra essere totalmente tridimensionale. Può essere che Carcosa diventi bidimensioanle solo quando è Nyarlathotep a usarlo come marionetta per parlare con Black.
“La prego, szignor Black, szi szieda”.
L'atto che vuole fare Carcosa sarebbe molto più semplice se Black si sedesse.
Carcosa prende la sedia di Black, che non era dalla sua prospettiva visibile nelle ultime pagine.
Vignetta 4
“Ha traszmeszo la buona novella al nosztro Szalvatore e Redentore”.
L'espressione buona novella è ricorrente nella gran parte delle traduzioni bibliche e solitamente annuncia la venuta del Salvatore (Redentore?), Gesù, nel Nuovo Testamento.
Nuovamente, “Providensze”, dovrebbe essere considerato come un riferirsi contemporaneamente a: la città di Lovecraft, la Provvidenza divina e il libro stesso di Moore, Providence.
Pagina 22
Vignetta 1
“La szua importansza consziszte nell'aver conszegnato quanto gli szerve per riprisztinare il mondo nella szua condiszione originaria”.
Carcosa sembra qui implicare che le azioni del Redentore, cioè di Lovecraft, cambieranno radicalmente il mondo, lo resetteranno in qualche modo, completando il cerchio, riflettendo così le parole “Ora e prima” dell'incipit della madre di Johnny.
Vignetta 2
“Non deve szapere. Deve szolo raccontare le szue sztorie... e la szua szpecie szoszterrà che szono vere.” – Carcosa sembra voler dire che le creazioni di Lovecraft diventeranno realtà perché le persone ci credono; nuovamente, Moore sta giocando con i confini tra realtà e finzione letteraria (o fumettistica, in questo caso)
Vignetta 3
“Ed esziszte un proceszo che szi chiama poszt-szelezione e che lei ancora non capiszce.”
La Post-Selezione è un aspetto della Teoria della Probabilità, la quale prevede che quando un evento viene selezionato, determina una probabilità. L'implicazione è che Black sia necessario per assicurarsi che Lovecraft scriva le storie che ha bisogno di scrivere. Questo è molto simile allo Strong Anthropic Principle (ignoro se ne esista una traduzione italiana) che Moore adopera in altri suoi lavori, ad esempio ne The Moon & Serpent Grand Egyptian Theatre of Marvels.
“Non nutriamo interesze per Chambersz...”
Carcosa e i suoi, emh, superiori divini, non hanno interesse in Chambers, perchè ha smesso di scrivere letteratura weird.
Vignetta 4
“… e Ambrosze ora è inszieme a noi.”
Ambrose Bierce, che scomparve in un viaggio in Messico nel 1913, nel mondo di Providence è ora un asset di Nyarlathotep.
Si può notare come la finestra e la tenda dalla stanza di Black sono brevemente riapparsi dietro Carcosa.
Pagina 23
Vignetta 1
“Szto dicendo che nel dare un nome a qualcosza szensza forma, gli hanno dato un'identità.”
Carcosa in questo caso riformula la Dottrina dei Nomi nella magia, l'idea che dare un nome a qualcosa equivalga a crearla, o che conoscere il nome autentico di qualcosa ti conferisce potere su di esso. Com'è naturale, seguendo questa Dottrina gli scrittori sono tutti un po' maghi...
“Bierszce mi ha dato forma. Queszto szaszo è un'asztraszione della sua creaszione Hasztur...”
Bierce creò il nome Hastur da Haita il Pastore; fu in seguito adattato e ripreso da Lovecraft e dai suoi colleghi e integrato nel canone.
Vignetta 2
“E il Redentore darà nomi a tutto”.
Tecnicamente, Lovecraft non inventò tutti i nomi per il suo pantheon di dei, ma prese a prestito molti termini dai suoi colleghi di lavoro, da Bierce, a Chambers, Arthur Machen, Robert E. Howard, Clark Ashton Smith, Frank Belknap Long, August Derleth, ecc ecc
“E queszto mondo szarà Yuggoth; szarà szempre sztato Yuggoth”.
Il concetto è semplice, anche se espresso in maniera contorta: i mostri di Lovecraft creano le condizioni che necessitano per essere creati. In questo caso, l'araldo Black che “pianta” i semi delle idee per i racconti nella mente di Lovecraft. Questo era già stato in parte accennato nei frammenti del Libro di Hali con Providence 06.
Vignetta 3
“No. Voi sziete szogni che noi sztiamo facendo. Voi sziete parte di noi.”
Carcosa sembra qui riflettere il concetto filosofico del sogno della farfalla, di Zhuangzi - dove non si è certi se è la farfalla a sognare di essere un uomo, o l'uomo a sognare di essere una farfalla; Black è convinto che siano gli umani a creare i Miti di Lovecraft sognandoli, ma Carcosa suggerisce l'ipotesi molto più agghiacciante che siano gli dei a sognare gli uomini, in modo che questi pongano ed alimentino le condizioni per la loro esistenza.
Questo atto di auto-creazione è anche parte integrante della tradizione giudeo-cristiana.
Questo ricorda una discussione di Alan Moore sulla magia con Dave Sim:
Ora, il punto di vista razionalista sugli incontri magici è probabilmente che tutte queste entità siano in realtà proiezioni esternalizzate di parti del nostro essere. Non ho grossi argomenti contro, a eccezione del fatto che anche l'inverso potrebbe essere vero: noi siamo al contempo proiezioni esternalizzate di loro, di queste entità. In un certo senso, il punto di vista più semplice sarebbe accettare che tutte queste manifestazioni, noi stessi inclusi, costituiscono semplicemente diversi stati di un essere in atto multidimensionale (o se preferite un'altra traduzione, di uno svolgersi di un essere multi-dimensionale in una forma).
“Hai szodomiszato quel ragaszo qui perchè la pietra aszorbe le energie aszurre del piacere szeszuale.”
Black aveva avuto un rapporto sessuale con Howard Charles in Providence 09. Le “energie blu” sono l'orgone, a cui già Moore si riferiva nel Neonomicon, e precedentemente in Providence.
Vignetta 4
“Il male non esziszte. All'universo non interesza. Questo non è un casztigo, ma piuttosto il szuo ringrasziamento.”
Uno dei concetti centrali di Lovecraft era che l'universo era materialistico e amorale, senza alcuna ricompensa divina o punizione dall'aldilà.
“Szono qui giunto a ricompenszarti per i tuoi szforszi. Vedi, coszi io mi abbaszo. Coszì io mi inginocchio davanti a te/I am come to reward your endeavors. See, so shall I abase myself. So shall I kneel before thee…”
La versione inglese mima a questo punto i primi versi del poema di Lovecraft “Fungi from Yuggoth”, il cui autore di finzione è non a caso Nyarlothotep.
And at the last from inner Egypt cameThe strange dark One to whom the fellahs bowed
Nel Neonomicon, Moore si riferisce a quest'espressione, “to whom the fellahs bowed”, come a un gergo per il sesso orale. Carcosa, che almeno a livello di avatar è anche Nyarlothotep, sembra usare la frase con lo stesso significato.
Pagina 24
Vignetta 1
C'è di nuovo l'effetto “Leng” sul personaggio di Carcosa.
Vignetta 2
“Khalid ibn Yathid è ora un lago di gasz fluoreszente nei preszi di una sztella della cosztellaszione del toro”
La confusione è facilmente spiegabile se si considera che Hali (di cui il Libro), può essere una persona nell'opera di Bierce, “An Inhabitant in Carcosa” e un lago nell'opera di Chambers, Il Re in Giallo: entrambi sono veri, può essere che Hali sia stato trasformato per il suo servizio in un lago gassoso della “costellazione del toro!”
Pagina 25
Vignetta 1
“Tutto queszto non szi può prevenire o modificare ed è szempre lo steszo.”
Come le parole scritte sulla pagina nel Libro.
“Tutto queszto isztante, szempre queszta sztansza, szempre queszto che szuccede, incenszantemente.”
Questo sembra riecheggiare alcune porzioni dell'opera di Moore The Moon And Serpent Grand Egyptian Theatre of Marvels:
There is something happening.There is only one moment.There is only one room.There is one person here.I love you.
Vignetta 2
La maschera di Carcosa sembra finalmente muoversi, rivelando... non esattamente una bocca, quanto una cavità, sospettosamente anale.
“Ora è prima.”
Parole di chiusura e nel contempo di inizio, completando un cerchio. Va anche ricordato che questo è l'ultimo numero di Providence che includa lo zibaldone di Black.
Vignetta 3
Carcosa sembra stia intrattenendo un ormai terrorizzato Black con un rapporto orale.
Forse un'appropriata ricompensa per il suo ruolo di Araldo.
Nell'Abitatore del Buio, un avatar di Nyarlathotep uccide Robert Blake.
In Providence, Carcosa, un avatar di Nyarlathotep, porta Black all'orgasmo... definito non a caso, “la piccola morte”.
Vignetta 4
E' difficile capire quanto realmente stia succedendo e quanto sia prodotto dell'immaginazione di Black. Vediamo la realtà ordinaria solo quando Black chiude gli occhi o li copre.
I bordi delle vignette sono di nuovo frastagliati, irregolari.
Pagina 26
Vignetta 3
La donna sul suolo è colei che si era artigliata gli occhi - Vedi Pagina 1, Vignetta 3.
Se è questo il caso, c'è un errore di colorazione, perchè le vesti e il cappuccio non corrispondono.
Vignetta 4
Stiamo guardando sopra la spalla della madre di Carcosa.
Una simile inquadratura era stata utilizzata per Providence 02, Pagina 4, Vignetta 1.
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