mercoledì 2 agosto 2017

Providence 11. The Unnamable, di Alan Moore. Annotazioni, analisi e traduzioni


Il penultimo capitolo della serie a fumetti di Providence, The Unnamable, compie ancora una volta il miracolo: posto dinanzi alla banalità di tante conclusioni insoddisfacenti e/o insolute di tante saghe, Moore preferisce piuttosto fornire risposte al lettore, anzi dargli di nascosto la chiave (d'argento?) per comprendere non solo Providence stessa, ma anche il Neonomicon. Gli accenni comparsi nei capitoli precedenti ritrovano in The Unnamabale il loro pieno completamento: ogni singola storia dei numeri precedenti trova in questo caso un finale che è nel contempo il finale dei racconti di Lovecraft corrispondenti e allo stesso tempo è un finale Mooriano, sovvertito nella sua stessa essenza. 

All'elemento fittizio della narrativa del Solitario di Providence, si affiancano due altri filoni: la ricostruzione - ancora una volta fittizia e nel contempo reale - degli eventi storici che conducono al 2006 del Neonomicon, e la ricostruzione stavolta storica e ineccepibile della vite e delle tragiche conclusioni di tanti amici del circolo di Lovecraft e del Weird Tales: dal cervello esploso per un colpo di rivoltella di Howard, al suicidio per barbiturici di Barlow, alla lenta caduta nell'oblio di tanti scrittori dell'epoca, un dimenticare tanto più visibile quanto più lo scomparso Lovecraft s'ingigantisce fino a diventare l'attuale juggernaut della cultura pop. 

Il cerchio, o meglio la forma circolare domina The Unnamable: dall'occhio di Black, che ha visto cose che la retina umana non potrebbe a ragione vedere, al disco a 45 giri che sceglie di ascoltare, alle ruote del bus che lo riconducono alla New York dove tutto era iniziato. Un cerchio che non è solo un motivo geometrico per tenere assieme il bric-a-brac di citazioni di Alan Moore, ma costituisce anche un simbolo di continuità e di rinascita, quell'eterno ritorno che banalizzato da Kundera trova qui una piena espressione fumettistica, un'incarnazione nietzschiana riverberata dal cavallo frustrato dal vetturino a Pagina 6, che ricorda l'abbraccio folle a Torino del filosofo dell'oltreuomo. 

La carrellata di scrittori e letterati raffigurati dalla sempre abile mano di Burrows mi ha fatto riflettere su quanto Lovecraft mi sia stato utile in questi anni non solo come singolo scrittore e filosofo, ma come consigliere di letture e scrittori da scoprire e fare propri: troviamo qui ad esempio il Robert E. Howard di Conan, così come Frank Belknap Long, Derleth, Burroughs, Borges...
Vi sono scrittori auto conclusivi, il cui corpus letterario si chiude in sè stesso; nel caso tuttavia di Lovecraft, caso tanto più pregevole se consideriamo che è un autore di genere, il lettore è motivato a cercare altri testi, altri romanzi, altri racconti. E a rifletterci attentamente, sono davvero tanti gli scrittori a cui mi sono avvicinato perchè avevano collaborato con Lovecraft, o perchè avevano una sfumatura che mi pareva lovecraftiana. Spesso si critica Lovecraft perchè spendeva troppo tempo a scrivere lettere anziché dedicarsi ai suoi racconti e romanzi: tuttavia senza quegli scambi di pagine e pagine di consigli letterari, di riflessioni, di sincere amicizie non avremmo avuto quella base forte di scrittori dell'horror e weird che è poi compiutamente sbocciata tra gli anni '50 e '60. 
Qual'è infatti una delle domande più frequenti nei gruppi e nei forum lovecraftiani? 
Ragazzi, mi consigliate uno scrittore come Lovecraft?
Ragazzi, mi consigliate un bel romanzo lovecraftiano?
Il lettore, dopo aver letto Lovecraft, è naturalmente spinto a scoprire nuovi autori, nuove opere. 
Non è un passaggio così ovvio, così naturale. Tanti lettori con la puzza sotto il naso, che leggono letteratura alta, rimangono legati a quei due autori in croce e raramente se ne distaccano. 
E cosa dire degli altri autori fantasy? Non conosco un singolo appassionato della Rowling che chieda di leggere un romanzo rowlinghiano. Nessuno, nei gruppi di fan di Enrico il Vasaio, domanda altri romanzi di quel genere, altre saghe su scuole di magia e urban fantasy (e ce ne sono, eh? Anche migliori...). No, a differenza dei fan di Lovecraft con questi autori l'appassionato si adagia a rileggere ossessivamente i sette romanzi, a imparare a memoria nomi e luoghi, a masturbarsi reciprocamente con nostalgiche rievocazioni dei film e dei libri. 
C'è un unico autore che mi sovviene avere una popolarità paragonabile a quella di Lovecraft... 
J. R. R. Tolkien, naturalmente. Autori entrambi di mitologie, autori entrambi di opere che affamano chi le scopre di nuove letture, nuovi autori, all'interno di un percorso di crescita, di maturazione, non di rincoglionimento infantile...

Come sempre, le annotazioni sono tradotte dal sito inglese Facts in The Case of Alan Moore's Providence; scomparso il diario di Black, abbiamo 32 pagine, 16 tradotte dal velocissimo Matteo Poropat della Tana dello Sciamano e altre 16 dal sottoscritto. 
As usual, commenti e osservazioni sono i benvenuti. 




Riassunto

Black torna a New York, dove decide come concludere il viaggio e la sua vita. Il tempo si srotola, portandoci fino a un presente alternativo dove le conseguenze dell’incontro con Lovecraft sono ben visibili.

Copertina

La cover rappresenta uno dei Giardini di Uscita, edifici dove si può suicidarsi, basati sulle Camere Letali citate nel racconto di Robert W. Chambers Il riparatore di reputazioni (The Repairer of Reputations). Questo è lo stesso giardino di Bryant Park dove l’amante di Robert Black si è tolto la vita in Providence 01, pagina 5, vignette da 2 a 4.

Pagina 1

Vignetta 1

La data non è definita in questo numero, ma dovrebbe trattarsi del 28 dicembre 1919. L’ambientazione iniziale è il vagone di un treno che va da Providence a New York.
Il testo “Howard…” appartiene a un dialogo tra Robert Black e Howard Phillips Lovecraft, nel corso degli eventi tra Providence 10 e 11.

“c’è stato qualcosa” in originale “Something…something came to me” si riferisce a Johnny Carcosa, come avatar di Nyarlathotep, apparso a Black alla fine del numero precedente.
Come fa notare la risposta di Lovecraft, la frase è ambigua, utilizzata comunemente per indicare un’idea o un ricordo che è arrivato.

Le persone nella carrozza sembrano normali, in contrasto con quanto si vede a pagina 2.

Le vignette da 1 a 4 formano una sequenza con un effetto di zoom.

Vignetta 2

“caro Robertus” il nomignolo affettuoso che Lovecraft utilizza con Robert Black. Lovecraft era uso chiamare così anche lo scrittore Robert Bloch nelle sue lettere.

Vignetta 4

“Zio Theobaldus” è basato su uno degli pseudonimi di Lovecraft, che includevano Lewis Theobald Junior, diventato “Zio Theobald” per gli amici, nelle sue lettere.

Pagina 2

The Unnamable” è un riferimento al racconto di Lovecraft L’innominabile (The Unnamable), ma potrebbe anche riferirsi alle critiche a Lovecraft per la sua abitudine nel creare orrori “indescrivibili”.

La carrozza del treno dalla prospettiva di Black, con le entità soprannaturali incontrate durante i suoi viaggi, così come viste nei precedenti numeri di Providence. Mentre i personaggi sono diversi da quanto visto a pagina 1, vignetta 1, molti dettagli sono identici tra le due scene:

- chi stava leggendo un giornale a pagina 1 lo sta facendo anche a pagina 2 (con l’eccezione di Shadrach Annesley); lo stesso vale per chi guardava fuori dalla finestra, le posizioni dei personaggi e il loro genere che combacia. Allo stesso modo, nessuno dei personaggi visti da Black è morto.

In senso orario, partendo dalla mano di Black poggiata sulla poltrona in basso a sinistra:
- Elspeth Wade da Providence 05 e 06, è l’unica che guarda direttamente Black.
- Hekeziah Massey da Providence 05
- Robert Suydam (corridoio) e Cornelia Gerritsen (finestra) visti in Providence 02.
- Zeke Hillman (corridoio) da Providence 3, e Japheth Colwen risorto con le sembianze di Charles - Howard (finestra) così come appare in Providence 10.
- Tobit Boggs (corridoio) e la moglie Negathlia-Lou Boggs (finestra) da Providence 03.
- Due dei passeggeri con la maschera di Innsmouth, dal pullman visto in Providence 03.
- L’agente federale Stubbs da Providence 05.
- Uno dei controllori dalla faccia a forma di tentacolo, visti nelle terre dei sogni da Providence 08.
- Una figura sconosciuta in trench e cappello (corridoio) – forse uno degli uomini del governo visti in - Providence 03 e 05, ed Henry Annesley (finestra) da Providence 08 e 09.
- Shadrach Annesley (corridoio) e Increase Orne (finestra) da Providence 03.
- Il demone (corridoio) da da Providence 02 e Garland Wheatley da Providence 04.
- Un posto vuoto (presumibilmente l’invisibile John Divine Wheatley) e Willard Wheatley (finestra) da Providence 04.
- L’uomo-ratto Mr. Jenkins (corridoio) da Providence 05, una figura sconosciuta che sembra dotata di branchie (finestra). La coda di Jenkins è visibile sopra e sotto la sua poltrona.
- Il dottor Hector North (corridoio) e il suo compagno James Montague (finestra) da Providence 05, 06 e 07.
- Un ghoul da Providence 07.
(Assenti degni di nota: Lavinia Wheatley, Randall Carter, St. Anselm professors, e altri ancora)

I bordi delle vignette sono regolari, il che indica la percezione dell’attività paranormale, come già visto nei numeri precedenti e in Neonomicon.

Pagina 3

Vignette 2-3

Il passaggio dalla forma rotonda della ruota del treno alla stessa forma dell’etichetta del disco nella vignetta 3 ricorda un effetto di dissolvenza cinematografica. La stessa tecnica verrà usata molte volte nella prima metà di questo numero.

Vignetta 3

You Made Me Love You” (1913) di Al Jolson su un 78 giri della Colombia Records.
Il passaggio chiave del testo è “You made me love you/I didn’t want to do it” che suggerisce una relazione amore/odio, o un’inattesa attrazione, come quella che molti lettori possono aver provato per il lavoro di Lovecraft.

Il disco è una sorta di motivo che permea l’intero numero di Providence e può essere visto come una metafora del guardare “fuori dal tempo”. Noi percepiamo la musica in modo lineare, ma su un disco è possibile percepire più momenti in uno, anche se così facendo si perde la struttura musicale. Il disco è altresì un oggetto tridimensionale che contiene una sorta di spirale bidimensionale del tempo, che si va a chiudere sulla sua inevitabile conclusione. La spirale è percepibile però soltanto dall’alto, quindi sfruttando la terza dimensione. Un riferimento al senso del tempo e dell’eterno di Alan Moore, esplorato più nel dettaglio in Jerusalem. Una allusione allo stesso concetto è presente nell'opuscolo di Suydam (Providence 02, pagina 31).

Un lettore ha esteso questo concetto, indicando un possibile parallelo tra la struttura del disco e l’apparenza stratificata di Johnny Carcosa in Providence 10: le scanalature, l’elemento multi temporale, the black grooves, the multi-time element, il foro, l’occhio, l’occhio ciclopico, e l’etichetta bluastra che ricorda lo sfondo stellato del cosmo.
Confrontare in tal senso Providence 10, pagina 25, vignetta 2 con un disco.

Un altro lettore fa notare che nel numero 4 di Neonomicon vediamo Merril Brears guardare nell’occhio di Quello degli Abissi ucciso dalla squadra SWAT. Nel cercare il proprio riflesso, l’immagine ci fa notare come l’occhio sia circondato da scure increspature dell’orbita oculare che assomigliano a una spirale attorno all’occhio torbido e scuro. C’è inoltre un misterioso parallelo tra l’occhio del deep one e il disco con il rapporto tra il simbolo con la faccia sorridente e la goccia di sangue e l’orologio dell’apocalisse di Watchmen.


C’è anche un legame tra la canzone “You Made Me Love You” e le sue disturbanti implicazioni con la vita aliena che è stata impiantata nel ventre dell’agente Brears.

Notare come il disco esegue una rotazione in senso orario ogni 14 immagini, attraverso l’intero numero. La lenta rotazione indica il passare del tempo nella storia (c’è una piccola T nera sull’una, che non ruota con il resto dell’immagine, per motivi sconosciuti).

Un altro commentatore suggerisce che l’intera sequenza sia una sorta di momento alla Allucinazione perversa (Jacob’s Ladder) e appartenga solo alla mente di Black ormai morente per le esalazioni di gas nella camera dei suicidi. Il disco a pagina 3 sta già suonando, il che potrebbe suggerire come tutto ciò che segue sia una allucinazione. Non c’è una visuale esterna alla carrozza, e la ruota del treno cambia nel disco a pagina 3, vignetta 2. Gli eventi di questo numero sarebbero parte di questo viaggio mentale di Black che ripercorre i suoi passi mentre muore, influenzato dalla sua connessione con la dimensione di Leng. Le quattordici immagini del disco raffigurano la sua rotazione finale come esso, e Black, raggiungono l’inevitabile conclusione - così come tutti gli eventi concorrono a portarci al momento finale.

I bordi di tutte le immagini del disco hanno i bordi regolari.

Anche in Providence 01 c’era un disco di Al Jolson (pagina 14, vignetta 1).

Vignetta 4


Il controllore con la voglia sul volto fa una nuova apparizione dopo quella di Providence 03, pagina 3, vignetta 2.

Pagina 4

Vignetta 1


L’angolo della “telecameradal basso dà l’impressione che la costruzione incomba su Black. La vista inclinata è nota come “angolo olandese”, una tecnica spesso utilizzata per indicare disturbo o tensione a livello psicologico.

Vignetta 2

Le persone condotte in prigione sono presumibilmente clienti di un club che serve alcolici illegali durante il Proibizionismo.

Vignetta 3

Horn & Hardart è il ristorante automatizzato che Black visita in Providence 01.
Il mendicante con un braccio solo sembra essere lo stesso visto in Providence 01, pagina 2, vignetta 3, all’esterno dello stesso locale.

Vignetta 4

Ricompare Charles, da Providence 01. Indossa una fede nuziale al dito medio della mano sinistra, utilizzata come segnale per la sua omosessualità.

Pagina 5

Vignetta 1

L’immagine nel quadro sulla destra è del ponte di Brooklyn.

Vignetta 2

“Vera è stata arrestata” si riferisce a Vera, l’amante di Charles, al quale si faceva menzione, senza mai mostrarla, in Providence 01, pagina 7, vignetta 3.

“una retata in un bar clandestino” si riferisce a uno speakeasy, un club o bar che serviva illegalmente alcolici durante il Proibizionismo.

Vignetta 3

“gli scioperi vengono interrotti” si riferisce allo sciopero degli attori del 1919, da Providence 03, pagina 1, vignetta 2, l’ultima volta che Black ha visto Charley.

Il decreto “Volstead” rendeva di fatto illegale la vendita di alcolici.

Arnold Rothsteins” è Arnold “The Brain” Rothstein a capo del crimine organizzato ebreo a New York.

Vignetta 4

“Non c’è lavoro, neanche uno” si riferisce probabilmente agli attori e intrattenitori nello specifico, dopo lo sciopero e la chiusura di molte sedi durante i primi mesi del Proibizionismo, ma potrebbe anche prefigurare l’avvento della grande depressione del ‘29.

“Insomma lo sai cosa ti fanno in galera. Lo sai cosa succede a...” allude alle violenze, anche a sfondo sessuale, indirizzate agli omosessuali in prigione.

Pagina 6

Vignetta 1

“Non avrei mai sognato che tutto potesse diventare un incubo” è Charles che inavvertitamente riassume l’esperienza di Black (o è una linea di dialogo che sarebbe dovuta appartenere a Black?)

Le vignette 1 e 2 sovrappongono l’immagine del pudding di Black con quella del vinile, sottolineando una transizione con lo stesso motivo circolare visto a pagina 3.

Vignetta 2

Ancora “You Made Me Love You” (1913) di Al Jolson, vedere pagina 3, vignetta 3.

Vignetta 3

C’erano ancora carrozze a cavalli nella New York del 1919.


“Sullivan” si riferisce alla contea di Sullivan, New York, una sorgente di carbone dal 1860.
Più commentatori suggeriscono che l’immagine dell’uomo che colpisce il cavallo sia un’allusione all’incidente di Nietzsche.

Vignetta 4


Visti da dietro a Black uomini e motociclette subiscono l’effetto di time lapse col quale Black ha visto Johnny Carcosa in Providence 10 e presente in Neonomicon 04 (pagine 22, 23) come descrizione del livello di coscienza detto “pianoro di Leng”, quindi Black in parte sta percependo il tempo al di fuori del suo flusso normale.

Pagina 7

Vignetta 1

Black inserisce il suo “zibaldone” in una busta, atto che richiama il finale di Watchmen con la sua ambiguità lasciata al diario di Rorschach spedito per posta.

Vignetta 2

“Detective Thomas Malone” è un personaggio del racconto di Lovecraft L’orrore a Red Hook visto in Providence 02. Le ultime note del diario di Black sono indirizzate proprio a Malone, come visto in Providence 10, pagina 40.

Vignetta 3

Black spedisce il pacco a Malone.

Vignetta 4


L’auto rossa ricorda quella del signor Jenkins da Providence 05 e 06.

Pagina 8

Vignetta 1

La vista dell’automobile (pagina 7, vignetta 4) sembra attivare di nuovo qualcosa in Black. La situazione è simile a quanto accade a molti protagonisti delle storie di Lovecraft, dove la follia sopraggiunge dopo l’incontro col soprannaturale, come per lo stesso Malone, col suo “improvviso attacco nervoso” in Orrore a Red Hook.

Le vignette da 1 a 3 costituiscono una sequenza con zoom, simile a quella a pagina 1, ma accelerata.

Vignette 3 e 4

La transizione tra le vignette ancora si basa su un motivo circolare. Questo potrebbe essere il momento in cui Black ha deciso di togliersi la vita, in quanto il disco è quello della camera dei suicidi.

Vignetta 4

Ancora “You Made Me Love You” (1913) di Al Jolson, confronta pagina 3, vignetta 3.

Pagina 9

Vignetta 1

Black siede su una panchina a New York in Bryant Park (vedere pagina 12, vignetta 1) come già visto per Jonathan/Lily in Providence 01.

Vignetta 2

Gli occhiali di Black sono stranamente interi in questa e solo questa vignetta. Un errore o un qualche simbolo, magari a indicare un ultimo momento di chiarezza?

Vignetta 3

Freddy Dix, degli uffici dell’Herald, visto l’ultima volta in una sequenza onirica in Providence 03, menzionato successivamente in Providence 08.

Vignetta 4

“Non avrei mai detto che quelli come lei avessero tante pene” è forse una presa in giro all’essere “gay” di Black, che significa sia felice, gaio, che omosessuale. Black la prende in questo modo, a vedere pagina 10, vignetta 1.

Pagina 10

Vignetta 1

“gallinelle” in originale “chickabiddies” un vecchio termine gergale per “donne”. Il linguaggio di Dix suggerisce sia originario di New York.

Vignetta 2

“Io sono un invertito” Black alla fine ammette con franchezza a qualcuno la sua omosessualità. Considerando quanto accuratamente l’abbia nascosta per l’intera serie, questa ammissione mostra
quanto profondamente sia scosso.

Le vignette 2 e 3 formano una sequenza a camera fissa.

Vignetta 3

“Venerdì sera se non troviamo una ragazza tanto vale andare con una mezzafemmina” in originale “Friday nights when we can’t find a gal, we’d just as soon go with a sissy
Freddy ammette una sorta di bisessualità. Il confondere omosessuale con mezzafemmina (“sissy”) era comune nei primi anni del ventesimo secolo, dove la sessualità era saldamente legata al genere.

“non è che vuole un goccio?”
Freddy passa a Black una fiaschetta da tasca con un qualche liquore illegale.

La scena richiama un sogno di Black descritto in Providence 08, pagina 32.

Un commentatore fa notare come curiosamente questo derivi da una persona per la quale Black aveva espresso disprezzo. Black è sempre stato pessimo nel giudicare il carattere delle persone.

Vignetta 4

Prissy Turner e Ephraim Posey sono comparsi per la prima volta in Providence 01. Turner è apparsa anche nella sequenza onirica in Providence 03.

“L’ha sistemata in un appartamento e sua moglie non sa niente” significa che la Turner è l’amante/mantenuta di Posey. L’appartamento fornisce un luogo per i loro incontri clandestini.

Pagina 11

Vignetta 1

“Non riesco a esprimerlo” “a” “parole” mostra con precisione l’incapacità di Black di gestire eventi mondani, ancora aggrappato alle sue ultime esperienze. Dal momento che Black si definisce uno scrittore, la mancanza di parole è solo l’ennesimo orrore annichilente. Se non riesce più a trovare le parole appropriate, c’è ancora un qualche scopo per la sua esistenza?

Un commentatore fa notare come Robert “il messaggero” non riesce a metterlo in parole mentre Lovecraft “il redentore” ce la fa.

Vignetta 4

Black si lascia alle spalle la valigia alla quale sembra attaccato un qualche capo d’abbigliamento, a indicare lo stato mentale confuso di Black.

Le vignette da 2 a 4 formano una sequenza a camera fissa.

Pagina 12

Vignetta 1

Black vaga sullo stesso ponte di fronte a una fontana in Bryant Park che il suo ex amante Johnathan Russell/Lily ha visitato in Providence 01, pagina 1, vignetta 3.

Vignetta 2

Black visita lo stesso exit garden che Russell/Lily visita in Providence 01, pagina 5, vignetta 2.
È consapevole della simmetria?

Vignetta 3

L’inserviente sceglie un disco.

L’immagine nel quadro a sinistra è una copia de L’isola dei morti, un dipinto di Arnold Böcklin. Il quadro esiste in più versioni, questa sembra essere quella del 1883. Simbolica in innumerevoli modi, decisamente pertinente a un luogo del genere. Può trattarsi di un riferimento a R’lyeh, anch’essa in un certo senso un’isola dei morti.


Vignetta 4


Black estrae “You Made Me Love You” (1913) di Al Jolson, vedere a pagina 3, vignetta 3.
In Providence 03, nella sequenza onirica (pagina 17, vignetta 4), Jonathan/Lily dice a Robert “mi hai fatto innamorare di te Robert, io non volevo”, in originale “You made me love you, Robert, I didn’t want to do it.”

Questa scena è un riferimento diretto a Providence 01, pagina 14, vignetta 1, dove Jonathan/Lily compie la sua scelta.

Pagina 13

Vignette 1-3

Una sequenza a camera fissa che riecheggia Providence 01, pagina 14, vignette 2-4.

Vignetta 4

Ancora “You Made Me Love You” (1913) di Al Jolson, vedere a pagina 3, vignetta 3.

Vignette 14-32

Queste pagine alternano eventi dalla vita reale di Lovecraft e i suoi contemporanei con altri fittizi tratti dalle sue storie, ricostruendo una cronologia che connette gli eventi di Providence con storie reali e di finzione, fino e oltre quanto narrato ne Il cortile e in Neonomicon.
Le informazioni sui vari Necronomicon sembrano tratte dal libro di Harms e Gonce The Necronomicon Files. Le vignette (a parte il disco di Jolson) sembrano seguire uno stretto ordine cronologico dal 1919 fino all’incirca al presente (o perlomeno alla fine di Neonomicon, che ha luogo in un 2006 alternativo).

Pagina 14

Vignetta 1

Thomas Malone riceve il pacco contenente il diario di Black.

Vignetta 2

“purtroppo ci sono notizie su Susie” riferimento alla madre di H. P. Lovecraft, Sarah Susan Phillips Lovecraft, morta il 24 maggio 1921. La donna dietro è presumibilmente una delle sue zie. Un indizio che tra le vignette il tempo scorre.

Vignetta 3

“J-James? Sono ancora… ancora vivo” la testa senza corpo appartiene al dottor Hector North, mentre l’altro impaurito è il suo compagno James Montague. La scena è una variazione del finale di Herbert West, rianimatore (Herbert West—Reanimator). Basandosi sugli indizi nel racconto ci si dovrebbe trovare nel 1921 o 22.

Vignetta 4

Thomas Malone (a destra) sorveglia di nascosto Robert Suydam e Cornelia Gerritsen. Tutti loro si sono visti in Providence 02 e nel racconto Orrore a Red Hook (The Horror at Red Hook).

Pagina 15

Una scultura di Clark Ashton Smith




















Vignetta 1

Sulla sinistra vediamo per la prima volta lo scrittore Clark Ashton Smith. Il ritratto assomiglia a un’illustrazione del 1930.

“Gent.mo Signor Smith” dalla prima lettera di Lovecraft a C. A. Smith, datata 12 agosto 1922. Smith divenne un corrispondente di Lovecraft, e portò il proprio contributo ai Miti di Cthulhu. A parte la narrativa, Smith era principalmente un poeta ed era conosciuto per le sue piccole sculture, prodotte qualche anno più tardi. Le sculture nella vetrina sembrano basate sui lavori di Smith.

Samuel Loveman era un poeta omosessuale, corrispondente di Smith e Lovecraft, del quale Lovecraft fa menzione a Black in Providence 10, pagina 7, vignetta 1.

L’abitante lunare”, scultura di Clark Ashton Smith
Vignetta 2

Ancora “You Made Me Love You” (1913) di Al Jolson, vedere pagina 3, vignetta 3.

Vignetta 3

L’uomo sulla sinistra si direbbe un giovane Farnsworth Wright, primo lettore della rivista Weird Tales, nel 1923.

Sulla destra invece c’è Edwin Baird, primo editore della rivista.

L’ambientazione è apparentemente quella degli uffici di Weird Tales, nel Baldwin Building al centro di Indianapolis in Indiana.

Dagon” è un racconto breve di Lovecraft, pubblicato per la prima volta nel 1919 su Vagrant, dove viene letto da Robert Black (Providence 10, pagina 11, vignetta 4 e pagina 38); Baird accettò in seguito la storia per pubblicarla su Weird Tales. (Selected Letters 1.231)

“se solo si prendesse la briga di batterlo a macchina” è un riferimento alle prime storie di Lovecraft, consegnate scritte a mano, e restituite con la richiesta di una versione a macchina. (Selected Letters 1.229)

“Non so se queste cose sono adatte” è dalla lettera con cui Lovecraft proponeva le sue prime storie a Weird Tales. Estratti della lettera vennero pubblicati nel numero di settembre del 1923 e successivamente riprodotti in molte biografie e raccolte di suoi racconti.

Vignetta 4

“vorrei svolgere altre indagini”
Malone dà l’avvio agli eventi raccontati in Orrore a Red Hook (The Horror at Red Hook).

Pagina 16

Vignetta 1

Prima apparizione di Sonia Haft Greene, che sposò H. P. Lovecraft nella cappella di S. Paul a New York il 3 marzo 1924. La coppia è di fronte alla chiesa di S. Paul (street view).
259 Parkside Avenue” era l’indirizzo di Lovecraft appena sposato, a Brooklyn.
“Cara zia Lillian” è Lillian Delora Phillips Clark, la più anziana delle zie di Lovecraft.
Il testo della lettera è tratto da Selected Letters 1.319-322.

Vignetta 2

La vignetta raffigura la morte di Robert Suydam e sua moglie Cornelia Gerritsen. La loro morte ricorda quella delle controparti narrative in L’orrore a Red Hook.
“Il medico di bordo, che entrò nella cabina e accese le luci un momento più tardi, non impazzì ma non rivelò a nessuno ciò che aveva scoperto fino al momento in cui, diverso tempo dopo, scrisse una lettera a Malone presso la fattoria di Chepachet. C'era stato un omicidio: strangolamento, ma le impronte sulla gola della signora Suydam non potevano essere né quelle del marito né di nessun'altra mano umana, e la scritta rossa sulla parete, che il dottore vide per un attimo e in seguito trascrisse a memoria, non era altro che la paurosa evocazione in lettere caldee del nome LILITH”
I segni degli artigli su Cornelia presentano tre solchi, suggerendo siano stati inflitti dall’entità Lilith, incontrata da Black in Providence 02.

Lovecraft scrisse L’orrore a Red Hook (The Horror at Red Hook) nel 1925. Nonostante non ci siano date precise nella storia, i titoli menzionati pongono gli eventi in quella finestra temporale.

Vignetta 3

Lovecraft si separò dalla moglie nel 1925, quando lei traslocò a Cleveland per motivi di lavoro, lasciando Lovecraft a Flatbush – non lontano dal quartiere di Red Hook – in un piccolo appartamento al 169 di Clinton Street. Nello stesso appartamento avranno luogo molti degli eventi de Il cortile e
Neonomicon.

Questa e la vignetta 3 a pagina 27 raffigurano lo stesso, che corrisponde all’attuale (street view) ma non a quanto visto in Neonomicon 01, pagina 10, vignetta 1.

Vignetta 4


Thomas Malone sotto la chiesa a Red Hook, osserva Lilith cullare il corpo di Robert Suydam. La scena è simile alla fine del racconto L’orrore a Red Hook:
“Satana teneva in quel luogo la sua corte pagana e le membra contaminate di Lilith venivano lavate col sangue dei bambini. Incubi e succubi gridavano le lodi di Ecate, mostri nati senza testa invocavano la Magna Mater.”
Pagina 17

Vignetta 1

“...e il giovane Malone che ha perso il senno. E' a Rhode Island in convalescenza.”
E' un riferimento all'Orrore a Red Hook, quando Malone si sta riposando a Pascoag, Rhode Island.

“Perchè non lo passa all'F.B.I.?” anticipa gli eventi dell'Ombra su Innsmouth, oltre alla sequenza onirica nel terzo numero di Providence, senza dimenticare la storia dietro l'intervento dell'FBI nel Cortile.

Vignetta 2


Compare nuovamente la signorina Herrero dal primo numero di Providence: a giudicare dall'effluvio marcescente che la sommerge, siamo di fronte al finale di “Aria fredda”.
Veniamo a sapere che il primo nome del Dr Alvarez era Emilio. La vignetta sembra inoltre seguire immediatamente la copertina “Le Donne di HPL”, una variant per Providence 01.
E' anche da notare come Lovecraft avesse scritto “Aria fredda” all'inizio del 1926.

Vignetta 3

E' presumibilmente Lovecraft che sta tornando a Providence, nel 1926.


Uno dei commentatori inglesi ipotizza che il segnale stradale sia posizionato per far leggere “prudence”, cioè “pudore”, anzichè Providence. Evidenzierebbe pertanto il vero motivo del ritorno di Lovecraft nella città natale, dopo il fallimento del suo matrimonio con Sonia Greene.

Vignetta 4

La canzone sul disco è You Made Me Love You (1913), di Al Jolson (Vedi Pagina 3, Vignetta 3).

Pagina 18

Vignetta 1

A destra possiamo vedere un giovane August William Derleth, che sarebbe in seguito diventato una figura di spicco nell'editoria a tema weird. Derleth era uno dei (tantissimi) corrispondenti di Lovecraft, e risultò alla sua morte forse tra i più attivi nel contribuire, riorganizzare e ingrandire la mitologia dei Grandi Antichi. Fu Derleth, ad esempio, a inventare la locuzione poi divenuta popolare “I Miti di Cthulhu”. Sarà poi Derleth, con l'aiuto di Donald Wandrei, a fondare Arkham House per pubblicare il corpus letterario di Lovecraft.

La donna a sinistra è probabilmente la madre di Derleth, Rose Louise Volk Derleth.

“10 Barnes Street” è l'indirizzo di Lovecraft al suo ritorno nella città natale nel 1926.

“Mio caro Sig. Derleth...” è l'effettivo testo di una delle lettere presa dalla raccolta Selected Letters 2.63.

“Ha ragione nel porre La Collina dei Sogni al primo posto tra le opere di Machen...”
Si riferisce alla Collina dei Sogni (1907), un romanzo semi-biografico dello scrittore gallese Arthur Machen, il cui stile e la cui atmosfera influenzarono largamente Lovecraft, specialmente nell'Orrore di Dunwich.

Vignetta 2

Pitman si riferisce a Ronald Underwood Pitman, l'equivalente di Providence per il Richard Upton Pickman; era già presente in Providence 07. La scena corrisponde al finale de Il Modello di Pickman. Lovecraft scrisse la storia nel tardo 1926.

La fotografia corrisponde a quella di Providence 07, Pagina 26, Vignetta 4.

Vignetta 3

La vignetta raffigura un episodio dell'infanzia di Randall “Mr. Randy” Carver che sappiamo da Providence 06 costituire l'equivalente del Randolph Carter di Lovecraft. la scena qui presente è descritta nell'opera La Chiave d'Argento, di Lovecraft.
Lovecraft scrisse anche questo racconto nel 1926.

Vignetta 4

La vignetta raffigura Howard e Donald Wandrei, fratelli e amici di penna sia di H. P. Lovecraft che di molti membri del circolo del giornale Weird Tales. Howard era l'artista, Donald lo scrittore e il poeta. Donald aveva appena sedici anni, quando cominciò a mandare lettere a Lovecraft.

“Caro Sig. Wandrei...” è un estratto da una lettera di Lovecraft dell'11 dicembre 1926, trovata in Mysteries of Time and Spirit: The Letters of H. P. Lovecraft and Donald Wandrei 1.

Pagina 19

Vignetta 1

La vignetta raffigura i penultimi eventi dal Caso di Charles Dexter Ward, che Lovecraft aveva ambientato all'inizio del 1928.

“…’ngah’ng ai’y zhro!” è il termine di un'evocazione in Aklo. La formula intera, presente nella storia di Lovecraft è il seguente scioglilingua:
“OGTHROD AI’F GEB’L—EE’H YOG-SOTHOTH ’NGAH’NG AI’Y ZHRO.”

Vignetta 2

E' la prima volta che nella serie di Providence compare l'agente speciale Clyde Tolson (a sinistra) e il Direttore dell'FBI J. Edgard Hoover (a destra).

“sia un effemminato” implica che Black sia omosessuale.

“Forse persino un comunista/Maybe even a red” implica che Black è un comunista. J. Edgar Hoover era un tantino paranoico, quando si trattava di combattere la minaccia sovietica. 

“questo incrocio di razze (mescolamento delle razze)” era un tabù preso molto sul serio negli Stati Uniti, ancora illegale nella prima metà del Novecento in alcuni degli stati più retrogradi. Hoover sembra aver frainteso i commenti di Black per una semplice “degenerazione” in quel senso, come un semplice mescolamento etnico.

Vignetta 3

Troviamo qui raffigurata la morte di Willard Wheatley (a sinistra). Hank Wantage è a destra, con una torcia elettrica in mano.
La vignetta sembra riprodurre la seguente scena dall'Orrore di Dunwich, ambientato nel 1928:
Era parzialmente umana, al di là di ogni dubbio, con delle mani e una testa affatto antropomorfe, e il volto caprino, dal mento sfuggente, portava impresso chiaramente il marchio dei Whateley. Ma il torso e le parti inferiori del corpo erano una mostruosità teratologica, tanto che solo un abbondante abbigliamento poteva averle permesso di camminare sulla faccia della terra senza venire fermata ed eliminata.
Al di sopra della cintola era semiumana, anche se il torace, su cui posavano le zampe del cane che l’avevano straziata, aveva la pelle spessa e retinata di un coccodrillo o di un alligatore. Il dorso era screziato di giallo e di nero, e ricordava vagamente l’epidermide squamosa di certi serpenti.
Sotto la cintola, però, stava il peggio, poiché lì scompariva ogni somiglianza con l’uomo, dando spazio alla pura fantasia. La pelle era coperta da una folta e ruvida pelliccia nera, e dall’addome pendeva una serie di lunghi tentacoli grigio verdi, flosci, con delle bocche rosse adatte a succhiare. Erano disposti in modo strano, e sembravano seguire le simmetrie di qualche strana geometria cosmica sconosciuta sulla Terra e nel sistema solare. Su ogni estremità, sprofondato in una orbita fornita di ciglia, era disposto quello che sembrava un occhio rudimentale; al posto della coda pendeva una specie di proboscide o di antenna, segnata da anelli purpurei che, con ogni evidenza, doveva essere una bocca o un esofago non sviluppato.
Le membra, eccetto che per la loro pelliccia nera, ricordavano le zampe posteriori dei sauri giganti della preistoria e terminavano con dei cuscinetti increspati che non formavano né degli zoccoli, né degli artigli. Quando la cosa respirava, la sua coda e i suoi tentacoli cambiavano ritmicamente di colore, come per la circolazione di un fluido verdastro, non umano, mentre nella coda appariva un che di giallastro che, negli spazi tra gli anelli purpurei, si alternava con un qualcosa di repellente, grigio o biancastro. Non c’era traccia di vero sangue; c’era solo il fetido icore giallo-verdognolo che scorreva sul pavimento dipinto.

Vignetta 4

E' il raid delle forze di pronto intervento dell'FBI sulla comunità di Quelli degli Abissi a Salem, ricalcando gli eventi narrati nel finale dell'Ombra su Innsmouth e anticipati dal sogno di Black in Providence 03, oltre che descritti nel documento dell'FBI che Aldo Sax riceve nel Cortile.

La testa insanguinata dell'uomo sembra essere quella di Tobit Boggs.

Gli agenti dell'FBI sembrano avere pregiudizi verso una data etnia - collegamento con il presente?

Gli eventi si collocano nell'inverno tra il 1927 e il 1928.

Pagina 20

Vignetta 1

La canzone sul disco è You Made Me Love You (1913), di Al Jolson (Vedi Pagina 3, Vignetta 3).

Vignetta 2

E' possibile chiaramente intravedere nella polvere di John Divine il profilo di Wheatley, agevolo una comparazione con una vignetta da Providence 04, Pagina 24, Vignetta 3.

Providence 04/Providence 11
La scena sembra essere l'equivalente di Providence per il finale dell'Orrore di Dunwich.
Troviamo, da sinistra a destra:

- John Divine - vedi Providence 04, Pagina 1. Divine è un mostro invisibile che si può parzialmente intravedere se lo spruzzi con della polvere o qualche sostanza. I personaggi di Lovecraft lo descrivono come “Più grosso di una stalla... tutto fatto di corde aggrovigliate.”
Come intuiamo dal profilo ricostruito nella vignetta, il mostro ha “Oh, mio Dio, quella mezza faccia... quella mezza faccia che aveva in cima... quella faccia con gli occhi rossi e i capelli ricci da albino, senza mento, come i Whateley”
Nella parte alta a sinistra della vignetta si può vedere bene l'ampia fronte, il mento e il naso,

- Hank Wantage. Vedi Providence 06, Pagina 8, Vignetta 3.

- Padre Walter Race (al centro-destra della vignetta) - Vedi Providence 05, Pagina 2. Race tiene in mano lo spruzzatore descritto nell'Orrore di Dunwich: “Certo, non possiamo esserne sicuri, però possiamo sempre provarci. È invisibile, e lo sapevo, però, in questo spruzzatore a lunga gittata, c’è una polvere che la farà apparire per un secondo. Più tardi lo proveremo.”

Un altro prete (presumibilmente dal Collegio di Sant'Anselmo; la presenza di un giovane prete può essere una presa in giro dell'Esorcista) che sembra leggere dal Libro di Hali. Con tutta probabilità l'equivalente del Dr Morgan dall'Orrore di Dunwich.

“…O-ogthrod ai’f geb’l…” è un'incantazione Aklo, sebbene non sia direttamente presa da Dunwich. Un commentatore inglese osserva infatti come provenga dal Caso di Charles Dexter Ward.

Vignetta 3

Prima comparsa di Robert E. Howard, il mitico creatore di Conan, Kull, Solomon Kane e tanti altri personaggi dell'heroic fantasy. Howard era un altro degli amici di penna di Lovecraft, in effetti uno dei più vicini, nonostante le divergenti filosofie: anche Howard collaborò attivamente al progetto open source dei Miti di Cthulhu. Il modo con cui Jacen Burrows ha disegnato Howard sembra tolto di peso dall'omonimo Vincent D'Onofrio del film The Whole Wide World.

“Caro Sig. Howard...” 
Segue il frammento di una lettera di Lovecraft a Howard del 14 agosto 1930, dalle Selected Letters 3.166.

“Mi permetta di confessare che si tratta di una mia elaborazione personale, analoga al popoloso e variegato pantheon della Pegana di Lord Dunsany.”
La lettera di Lovecraft ribadisce, ancora una volta, la natura puramente inventata della mitologia dei Grandi Antichi, al contempo citando quello stesso Dunsany che avevamo visto in Providence 08, nell'ormai lontano 1919.

Vignetta 4

A sinistra troviamo la prima raffigurazione di Robert Hayward Barlow, un giovane collezionista e corrispondente di Lovecraft, che diventerà poi un'autorità accademica nel campo del Nahuatl, la lingua uto-azteca parlata dall'antichità in Mesoamerica e nel Messico pre conquistadores.
Come Black, anche Barlowe era omosessuale. L'inizio della corrispondenza con Barlow risale a quando il giovane studioso aveva appena 13 anni, all'insaputa di H.P.
Barlowe è stato anche uno scrittore di racconti weird, per quanto non eccezionale.
La donna è quasi sicuramente la madre, Bernice Barlow.

Lovecraft si è trasferito al 10 Barnes Street.

La prima lettera di Lovecraft a Barlow risale al 25 giugno 1931; vedi O Fortunate Floridian: H. P. Lovecraft’s Letters to R. H. Barlow 3.

Pagina 21

Vignetta 1

Sono i resti di Brown Jenkin, come vengono scoperti nel finale dei Sogni nella casa stregata. Nella storia, questo succedeva nel 1931. L'equivalente di Providence per Brown Jenkins era stato Mr. Jenkins, che era comparso nel num. 5 e nel num. 6.

Vignetta 2

La scena finale della Cosa sulla Soglia, con l'equivalente di Providence di Edward Derby, in questo caso chiamato “Darby”, segnando così la fine di Etienne Roulet/Elspeth Wade da Providence 06.
La storia fu scritta da Lovecraft nel 1933.

Vignetta 3

Un ingrigito H. P. Lovecraft parla con una delle sue zie.

“e ho saputo che in Connecticut il bradford Review and East Heaven News ha pubblicato una recensione del mio immaginario Necronomicon. Sospetto che dietro la burla ci sia una giovane canaglia come Bloch o Wollheim”
Si riferisce a Donald A.Wollheim, uno dei contatti epistolari di Lovecraft, che aveva effettivamente contraffatto il Necronomicon per l'incredulità delle masse, nel settembre 1936. Un altro dei corrispondenti di Lovecraft era Robert Bloch, ancora un teenager, che diventerà poi l'autore di Psycho, uno dei grandi nel campo dell'horror.

Vignetta 4


Alla mattina dell'11 giugno 1936, alla morte dopo lunga malattia di sua madre, Robert E. Howard, straziato dal dolore, si chiuse in macchina e commise suicidio nel deserto, sparandosi in testa.

Pagina 22

Vignetta 1

A sinistra possiamo vedere la nuca di R. H. Barlow.
Assomiglia stranamente a Black e non è certo un caso...

Lovecraft nominò Barlow come suo esecutore testamentario, nelle sue “Istruzioni in Caso di Decesso.” Non è chiaro quando scrisse questo abbozzo di testamento, ma l'incontro probabilmente avrà avuto luogo quando Barlow visitò Lovecraft a Providence, tra il luglio-agosto 1936.

Vignetta 2

H. P. Lovecraft morì di cancro il 15 marzo 1937, alle 7.15 di mattina, nella stanza n. 232 dell'ospedale Jane Brown Memorial.

Vignetta 3

La canzone sul disco è You Made Me Love You (1913), di Al Jolson (Vedi Pagina 3, Vignetta 3).

Vignetta 4

La donna a sinistra sullo sfondo è presumibilmente Annie Gamwell, l'unica zia sopravvissuta di Lovecraft, erede dei suoi possessi.
Al centro c'è invece August Derleth.
L'uomo a destra è Donald Wandrei.

“Faccia tosta di quel tappo di Barlow? HPL aveva praticamente detto che sarei stato io l'esecutore...”
Si riferisce a come, dopo la morte di Lovecraft, Barlow sarebbe diventato l'esecutore letterario delle ultime volontà di Lovecraft, raccogliendo e riorganizzando i suoi appunti per garantirne la loro conservazione e disponibilità ai posteri. August Derleth e Donadl Wandrei volevano invece pubblicare Lovecraft, e riuscirono ad assicurarsene i diritti con una serie di trattative con la zia di Lovecraft e diverse intimidazioni, nonostante legalmente tutti i diritti restassero di Barlow. Certamente Derleth e Wandrei erano nel giusto a voler pubblicare Lovecraft, ma il loro comportamento verso Barlow, che stava per altro attraversando un periodo davvero difficile, fu aggressivo e sgarbato. Sempre contro Derleth, osserverei inoltre come abbia semplificato e banalizzato la mitologia di Lovecraft, volgarizzandola in un banale scontro Bene vs Male, vedendo nel suo “modello” un modo per far soldi nel mercato librario.

“Aspetta che ne parlo con Smith! Nessuno avrà più nulla da spartire con quel nanerottolo!”
In seguito alle polemiche di Derleth con Barlow, anche Clark Ashton Smith ruppe ogni rapporto con lo sfortunato linguista.

Pagina 23

Vignetta 1

Si costruiscono le prime cupole trasparenti anti-meteoriti, uno degli elementi più misteriosi dell'ambientazione altrimenti “normale” del Neonomicon.
Si accennava alla costruzione delle cupole già in Providence 05, Pagina 14, Vignetta 3.

Vignetta 2


Derleth (a destra) e Wandrei (a sinistra) sfogliano la prima collezione in volume delle storie di Lovecraft, l'iconica The Outsiders and Others (1939), pubblicata dalla Arkham House da loro fondata.

Vignetta 3

A sinistra Rheinhart Kleiner e a destra Frank Belknap Long, due degli amici e corrispondenti di Lovecraft. Frequentavano entrambi il Kalem Club a New York.

“la libreria di Gove Street chiede copie del Necronomicon e del Vermis Mysteriis di Ludvig Prinn.”
Si riferisce a un avviso pubblicitario pubblicato sul numero del 7 luglio 1945 del Publisher's Weekly. Il De Vermis Mysteriis venne creato da Robert Bloch, ma il titolo latino era stato suggerito da Lovecraft.

“Il vecchio gentiluomo” era uno dei pseudonimi di Lovecraft.

Sopra la testa di Long è possibile vedere la torcia e la corona della Statua della Libertà.

Sullo sfondo della vignetta, dalla finestra a destra, si può intravedere la cupola ormai completata.

Vignetta 4

Il cadavere sul letto è lo sfortunato R. H. Barlow. Si suicidò con un'overdose di barbiturici nella Città del Messico, dopo un lungo periodo di depressione, spezzato infine dalla minaccia di uno studente di svelarlo ai giornali come omosessuale.

L'uomo a destra è con tutta probabilità William S. Burroughs, che infatti commenterà l'accaduto, anche se in modo indelicato, osservando che non comprendeva quale fosse il fascino del suicidio. 
Fu infatti Barlow a introdurre Burroughs ai lavori di Lovecraft.

Il testo che inizia col “Caro Allen” è preso dalla lettera di Burroughs ad Allen Ginsberg, Le Lettere di William S. Burroughs: Volume I pp. 77-78. Burroughs avrebbe in seguito riutilizzato gli elementi dei Miti di Cthulhu nei suoi lavori; ricordiamo tra tutti I Mastini di Tindalos già invenzione di Frank Belknap Long.

Pagina 24

Vignetta 1

“No, amico, dico davvero. Cioè, questo libro della Mirage Press è uno studio del vero Necronomicon.”
Si riferisce alla pubblicazione del The Necronomicon: A Study, di Mark Owings, pubblicato dalla Mirage Press.

Il disco appoggiato è il Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club band, dei Beatles.

No, nessuna di queste persone è un giovane Alan Moore!

Vignetta 2

Watkins's Books è una libreria realmente esistente a Londra.

L'uomo in primo piano ha in mano l'opera The Magical Revival, di Kenneth Grant (1972). Le citazioni sono prese dal libro, dove Grant cerca di trovare delle corrispondenze tra il sistema magico di Crowley e il sistema inventato di Lovecraft. Grant è anche menzionato nel secondo capitolo del Neonomicon.
Secondo uno dei commentatori inglesi, l'uomo che trasporta il libro di Grant è l'autore inglese e critico M. John Harrison. C'è in effetti una certa somiglianza fisica. A quel tempo, Harrison aveva 27 anni e viveva a Londra.

Vignetta 3

A destra possiamo trovare L. Sprague de Camp.

A sinistra c'è probabilmente George Scithers, fondatore della Owlswick Press.

“Alla Owlswick” si riferisce alla pubblicazione da parte dell'omonima casa editrice di Al Azif, che aveva un'introduzione scritta da Lyon Sprague de Camp (archeologo che sarebbe poi diventato uno scrittore di punta nel campo del fantasy), seguito da un testo indecifrabile.

“Sarebbe una pausa dopo tutte le ricerche sui poveri nevrotici”
Si riferisce a Robert E. Howard. Sprague De Camp scrisse una delle prime in assoluto biografie di Lovecraft e Howard; svolse un ottimo lavoro di ricerca, ma entrambe le opere sono purtroppo rovinate da un infantile uso del metodo psicanalitico per analizzare i due autori, trovando in entrambi difetti (inesistenti) che attribuiva alle reciproche nevrosi.

Vignetta 4

A sinistra c'è Jorge Louis Borges, uno scrittore argentino famoso in tutto il mondo, traduttore, saggista e poeta, uno dei pilastri della letteratura mondiale. Borges era un fan di Lovecraft, anche se gli insopportabili fan di Borges a loro volta non sono fan di Lovecraft...

La donna alla destra dovrebbe essere Marìa Kodama, l'assistente personale di Borges nei suoi ultimi anni di vita. A quel tempo Borges era completamente cieco e dettava gran parte dei suoi lavori.

Le citazioni sono tolte dalla novella di Borges “There Are More Things” (1975) da Il libro di sabbia. La storia è infatti dedicata al Solitario di Providence.

Pagina 25

Vignetta 1

La canzone sul disco è You Made Me Love You (1913), di Al Jolson (Vedi Pagina 3, Vignetta 3).

Vignetta 2

E' il Magickal Childe, oggi conosciuto come il Warlock Shoppe, a Brooklyn, dove secondo il Neonomicon fu creato la versione del Necronomicon di Schlangekraft, un pericoloso falso costruito sulla base dei precedenti, ma col testo in sumerico, i nomi cambiati e gran parte delle protezioni magiche tolte o alterate. La persona a sinistra è Herman Slater, che gestiva il Magickal Child. Il personaggio a destra è presumibilmente Peter Levenda, un altro collaboratore in quest'ambito. Levenda usava lo pseudonimo “Simon”, per cui questa (finta) versione del Necronomicon è spesso conosciuta come “Simon Necronomicon”, o peggio, Simonomicon (!).

“Il Necronomicon di Culp” - Una versione del Necronomicon prodotta come una fanzine chiamata l'Esoterico Ordine di Dagon (febbraio 1976)

I commessi dell'epoca di Childe lo chiamavano “il negozio che non era mai pulito”.

Vignetta 3

L'uomo a destra è William S. Burroughs (vedi Pagina 23, Vignetta 4 e Pagina 26, Vignetta 2), che a quanto sembra visitava il Warlock Shoppe mentre veniva pubblicato il loro Necronomicon (1977). Elementi del Necronomicon (1977) di Schlangekraft compaiono poi nel suo romanzo Le città della notte rossa (1981), in particolare un certo “Kutulu”.

Vignetta 4

Con tutta probabilità agenti dell'FBI e della polizia. Il Necronomicon di Simon fu pubblicato su carta a basso costo e copertina flessibile dalla Avon, dopo di che non fu più ripubblicato.
La copia del Necronomicon è in mano all'ufficiale a destra, con il sigillo inventato da Khem Caigan. Il Necronomicon di Simon appariva nel Neonomicon in relazione a due separati omicidi.

Pagina 26

Vignetta 1

La copertina estremamente elaborata del Necronomicon di Simon era parte dell'edizione speciale per il libro - Vedi Pagina 25, Vignetta 2.

“E' un falso, ma dicono che contenga roba che funziona davvero” - Purtroppo vero. Molti occultisti tutt'ora sono convinti, come d'altronde lo stesso Warlock Asylum, della veridicità e della validità delle formule magiche contenute nel grimorio.

A destra sembra esserci un giovane Leonard Beeks, il proprietario del negozio Sussurri nelle Tenebre (citazione del racconto Colui che sussurrava nelle tenebre) del Neonomicon - Vedi il secondo capitolo dello stesso, Pagina 8, Vignetta 3.

Vignetta 2

William S. Burroughs morì il 2 agosto 1997.


L'uomo che scopre il cadavere dovrebbe essere James Grauerholz, l'esecutore letterario di Burroughs.

Il libro, di cui vediamo il retro, sulla pancia di Burroughs, è The Starry Wisdom: A Tribute to H. P. Lovecraft (1994), che contiene l'opera di Burroughs “Wind Die. You Die. We Die.” e Il Cortile di Alan Moore. 
Lo possiamo considerare un cameo dello stesso autore di Providence? (Moore?)


Vignetta 3

La scena corrisponde a un evento reale, l'assassino nel 1998 di Shevawn Geohegan da Glen Mason e i suoi complici, com'è descritto nel saggio “The Necronomicon Squat: The Horror at Santa Monica”, pp 206-208:
[…] Mason tied and gagged Shevawn, after which he strangled her and left her body in a sleeping bag in the squat’s basement, surrounded by Satanic graffiti, inverted pentagrams drawn in blood, and corpses of sacrificed animals. It was here that the police found her body two days later.

E' la prima volta che ne sento parlare, per cui vi rimando all'articolo inglese di LaWeekly.
Tornerò su questa nota con qualche approfondimento per i lettori italiani.

Vignetta 4

La canzone sul disco è You Made Me Love You (1913), di Al Jolson (Vedi Pagina 3, Vignetta 3).

Pagina 27

Vignetta 1


Il solito assortimento trash che si può trovare nelle fumetterie e nei negozi “per nerd”: una maglietta Miskatonic, magneti per frigorifero con Cthulhu, diversi pupazzi con Cthulhu, una bambola di Cthulhu, Cthulhu bobblehead e un insieme variegato di giochi di ruolo e giochi da tavolo, che vanno da Call of Cthulhu ad Arkham Horror.

Vignetta 2

A destra c'è il direttore dell'FBI, Carl Perlman, il superiore di Aldo Sax ne Il Cortile, oltre che un comprimario nel Neonomicon.

La vignetta sembra precedere gli eventi de Il Cortile, che partono con la caccia al killer testa-e-mani. Ho letto Il Cortile nella versione inglese, pertanto non ho idea se sia la traduzione corretta.
In inglese è “head-and-hands killer.”
La storia è ambientata nel 2004, prima del Neonomicon.

Sia il (detective Thomas) Malone che Red Hook erano già stati menzionati nel Cortile e provengono dall'Orrore a Red Hook di Lovecraft - Vedi Providence 02 e Providence 11, Pagina 14-18.

“La retata nel porto” nominata nel Cortile proviene dall'Ombra su Innsmouth di Lovecraft. Moore aveva già mostrato la retata della polizia a Pagina 19, Vignetta 4.

La fotografia nella mano di Perlman è la stessa che era stata mandata via fax ad Aldo Sax nel Cortile.

Prima comparsa di Gloria.

“Solo questo libro di appunti/This book of jottings” - è il commonplace book di Black!
Jottings nella versione inglese aggiunge una sfumatura di disprezzo, i jottings sono infatti scarabocchi, appunti disordinati.

Vignetta 3

Compare Aldo Sax, protagonista del Cortile (e anche presente nel Neonomicon).
Sta visitando il 169 Clinton Street nel quartiere di Red Hook di Brooklyn (lo stesso luogo già mostrato a Pagina 16, Vignetta 3).
“Mitzvah” è yiddish per comandamento, qui usato nel senso di gentilezza, di favore.
Sax è antisemita, ma sa che Perlam è ebreo.

Vignetta 4


Dopo gli eventi del Cortile, quando un Sax ormai impazzito mozza la mano di Perlman; da confrontare con la variante del secondo numero inglese di Neonomicon (New York Comicon Variant Cover).

“…G’Harne yr g’yll gnaii, y’nghai mhhg-gthaa ep uguth…” è Aklo, una variante incomprensibile del balbettio di Sax nel Cortile.

G'Harne è una città primordiale dei Miti, situata in Africa, inventata da Brian Lumley, che la definisce la fonte dei frammenti di G’Harne.

Pagina 28

Vignetta 1

Sul letto c'è Carl Perlman, riconoscibile dalla protesi al posto della mano mozzata da Sax.

A fianco c'è Merrill Brears, la protagonista del Neonomicon. La scena - l'esatto dialogo - è mostrato a Pagina 2 di Neonomicon 02.

Le immagini sul muro sembrano essere vecchie star televisive - Ma chi?

Vignetta 2

La canzone sul disco è You Made Me Love You (1913), di Al Jolson (Vedi Pagina 3, Vignetta 3).

Vignetta 3

La scena ha luogo dopo la fine del Neonomicon, verso il tardo 2006 o 2007.

Nel mezzo c'è l'agente Barstow.

A destra c'è apparentemente l'agente Fuller, già visto nel Neonomicon 01, Pagina 10, Vignetta 2 e nel Neonomicon 04, Pagina 9, Vignetta 1.

“Ospedale Psichiatrico di Haven” è l'istituto psichiatrico di massima sicurezza da Neonomicon 01, dove sono stati incarcerati Aldo Sax e i tre killer testa-e-mani.

Vignetta 4

Più a sinistra c'è Merril Brears.
Alla destra di Brears, riconoscibile dal marchio sulla fronte, c'è Aldo Sax.
Gli altri tre dovrebbero corrispondere ai tre killer testa-e-mani.
Alla guardia morta manca una mano.

Uno dei commentatori inglesi ha notato come l'evoluzione di Providence sembri ricalcare la storyline di Promethea; anche lì ha inizio un'apocalisse e una protagonista femminile libera diversi prigionieri (che includono un ex agente dell'FBI) da un istituto detentivo.

Pagina 29

Vignetta 1

La chiesa sullo schermo della televisione è la chiesa dell'Orrore a Red Hook di Lovecraft, da cui Robert Suydam opera in Providence 02 e che ospita il Club Zothique nel Cortile e nel Neonomicon.

“Una forma di plasma o di fulmine globulare...” - è l'Albero della Vita manifestazione di Yog-Sothot, come avevamo già visto con Providence 04.

A destra troviamo ancora Carl Perlman, riconoscibile dalla mano prostetica.

Vignetta 2

La canzone sul disco è You Made Me Love You (1913), di Al Jolson (Vedi Pagina 3, Vignetta 3).

Vignetta 3

“... il libro che ha chiesto Carl.” Si ricollega perfettamente a un annotazione di Black in Providence 08, Pagina 33: “davanti a me c'era un uomo di mezza età con l'espressione sconfitta e forse con una mano atrofizzata o qualcosa di simile e non stava spargendo coriandoli ma sembrava invece che strappasse le pagine di un libro e le gettasse nella corrente del Menrimack.”

Vignetta 4

La canzone sul disco è You Made Me Love You (1913), di Al Jolson (Vedi Pagina 3, Vignetta 3).

Pagina 30

Vignetta 2

L'uomo è il responsabile agli exit garden, nel tardo 1919 o 1920.

La vignetta ripete l'ambientazione da Pagina 18, Vignetta 2 di Providence 01.

Vignetta 3


The Stars Are Right” è ovviamente un riferimento a Il Richiamo di Cthulhu, dove gli Antichi sarebbero tornati quando le stelle sarebbero state allineate correttamente.
Per il resto questi non sembrano essere cultisti, quanto fan di Cthulhu sullo stile degli hipster, con magliette e pupazzi.

Vignetta 4

Black nell'exit garden nel 1919-20 mentre la musica termina (e così l'effetto del gas)

La vignetta ripete l'ambientazione da Pagina 18, Vignetta 3 di Providence 01.

Pagina 31

Vignetta 1

La canzone sul disco è You Made Me Love You (1913), di Al Jolson (Vedi Pagina 3, Vignetta 3).

Vignetta 3


L'exit garden nell'inverno del 1919-20, apparentemente all'alba o al crepuscolo.

La vignetta ripete l'ambientazione di Pagina 18, Vignetta 4, di Providence 01.

Pagina 32

Le creature sono Magri Notturni, mostri dell'infanzia di Lovecraft, visti per l'ultima volta in Providence 08.

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