venerdì 6 gennaio 2017

Il sapore d'assenzio della New Orleans di Poppy Z. Brite


Schizzo di Giampaolo Frizzi
La Independent Legions sta pubblicando un'interessante serie di libri, sia ebook che cartacei.

Il 2017 sarà infatti l'anno in cui Clive Barker torna sui nostri scaffali, dopo letteralmente un decennio di assenza: The Scarlet Gospels (con protagonista Pinhead!) e Mr. B. Gone (horror meta narrativo). Sono paradossalmente curioso più di leggere il secondo che il primo, anche se si tratta di una breve storia con la media di una stelletta e mezzo su Goodreads. 

Di recente, dopo aver apprezzato largamente Alyssa Wong, che è stata anche tanto gentile da retwittarmi, ho provato altre due uscite della casa, Danze Eretiche Volume 1 e Il Cimitero dei Vivi, raccolta di Poppy Z. Brite

Danze Eretiche riunisce tre racconti, rispettivamente “Un buon Posto Segreto”, di Richard Laymon, “Risvegli” di Poppy Z. Brite e “Carousel Raiser” di Paolo Di Orazio. 

Rick e Jim vivono nel tipico sobborgo americano, villette a schiera, gente che innaffia il giardino, cagnolini che portano il giornale, (finti) drammi di adolescenti bianchi. Un giorno li saluta un nuovo arrivato, un ragazzino di nome George. E' il ritratto di quell'amico grassoccio, impacciato e fastidioso che ti si attacca dietro e non ti molla più: 
Non era un guantone qualsiasi, ma quello di un prima base. Avete mai notato come tutti gli stupidi ragazzini di questo mondo usino sempre il guantone di prima base? Penso che lo facciano perchè hanno paura della palla. Un grande scudo di pelle come quello ti permette di non farla avvicinare troppo alla faccia. 
Rick e Jim, esasperati da un'amicizia così pestifera e appiccicosa, decidono di giocargli un cattivo scherzo nel “Posto Segreto”, un sottopassaggio abbandonato e infame. 

Laymon è la mente di un adolescente intrappolata nel corpo di un adulto. 
Tra gli autori che trovo più immersivi nel suo ambito, capace di trascinarti con un gancio di idee e parole fin dalla prima frase. La partenza del racconto è da maestro, Rick e Jim due fotografie perfette di due ragazzi a quell'età: tutti, in un modo nell'altro, abbiamo conosciuto o siamo stati come “George”. 
Il rovescio della medaglia, è che se Laymon conosce la mente dell'adolescente, sembra anche possederne i difetti: chi ha letto almeno due dei suoi romanzi sa quanto sia fissato col descrivere il “generoso seno”, e le “mammelle” delle sue protagoniste. Un altro rischio è quando si scivola nel gore senza che vi sia una struttura a trattenerlo, tutto questo sangue: succede con i suoi romanzi più brutti. Nel caso in questione, “Un Buon Posto Segreto” è un Buon racconto, dove si gestisce bene il (doppio) colpo di scena nel finale. 

Il volume horror si alza parecchio con il secondo racconto di Danze Eretiche, “Risvegli”, di Poppy Z. Brite. Suko, una prostituta trans da Bangkok, arriva in cerca di una vita migliore a Los Angeles, dove frequentando i locali scopre Justin, un uomo affascinante che nasconde nella sua casa un agghiacciante segreto... 

Il racconto è anche presente nella raccolta Il Cimitero dei Vivi, anche se non consiglierei questa storia in particolare come primo approccio a Poppy. La produzione dello scrittore è spesso surrealista, onirica: questo è uno dei casi invece dove il body horror la fa da padrone, anche se l'immedesimazione dei vari personaggi ne garantisce una sfumatura psicologica. 

Il racconto si muove su diversi piani, con salti temporali e passaggi di Pov: Justin, nonostante sia alla fine un serial killer d'una specie assai particolare, è narrato con maggiore convinzione di Suko, che è una protagonista buttata lì, una ragazzina narcisista che paga il prezzo della propria ingenuità. Con alcuni passaggi, il racconto non è per i deboli di cuore, né per chi si disgusta per un etto di cane cruda; tuttavia Poppy riesce a buttarci dentro anche delle citazioni colte e un finale che per quanto “strampalato”, capovolge da cima a fondo l'assunto di base del racconto. 
Justine aveva letto Dandelion Wine diciassette volte, e ogni volta detestava arrivare all'ultima pagina. Da sempre odiava i finali.
Girò l'ultima pagina del libro e rimase per alcuni minuti all'ombra della sua camera da letto, cullando il vecchio tascabile di Ray Bradbury, stupendosi di quell'intero mondo che teneva tra le mani. Aveva completamente dimenticato l'afa della città, fuori; era ancora perso nella fresca e verde Bisanzio del 1928. 
Una vecchia presenza italiana con Paolo Di Orazio, che propone il breve “Carousel Raiser”. A New Orleans, nell'ottocento, arriva per la gioia dei piccini e l'interesse dei grandi, il Branzini Medical Show. E' un circo di attrazioni mostruose, scherzi della natura esibiti da dietro le sbarre. 

Il racconto ha delle buone premesse, ma il problema è che si ferma alle suddette: non avanza, non arretra, non inizia nulla. Quando stai pensando che “ah, adesso fa sul serio!” il racconto in realtà è già terminato. Il che è frustrante, perchè nonostante un lunghissimo monologo iniziale, il circo e i suoi membri sembravano avere potenziale. 
Involontariamente comica la seguente esclamazione: 
– Italiano maledetto, stai per assaggiare le punte del mio forcone – strepitò un altro. 
Purtroppo, dalle premesse si passa senza soluzione di continuità a un finale al massacro, dove spunta il dubbio che l'autore si fosse stufato, non sapesse come continuare o avesse un margine massimo di parole che impedivano di espandere la storia. 

Prima o poi dovrò immergermi nel bagno di sangue dello splatterpunk anni '90: dal cyberpunk allo steampunk, lo splatterpunk è un capitolo intermedio dove la sovversione -punk era stata mantenuta, anzi ampliata con opere volutamente destabilizzanti. E almeno in America e nell'ambito letterario doveva andare forte: nel documentario Never Sleep Again sulla serie Nightmare in Elm Street, gli scrittori splatterpunk del periodo, in teoria responsabili della sceneggiatura del quarto Nightmare (Dream Child - Il Mito) sembrano delle autentiche celebrità, badass come pochi. Se si sfoglia la biografia di Poppy Z. Brite, che ora ha smesso di scrivere, si scopre il primo romanzo a diciannove anni (!), l'iconico Lost Souls (1992). 

Craig Spector e John Skipp dell'iconico In fondo al tunnel (di recente ripubblicato) 
Il Cimitero dei Vivi è una raccolta nell'insieme omogenea nello stile e nelle tematiche, che propone una selezione della narrativa breve di Poppy. 

La Palude delle Lanterne (2000) è un racconto gotico di grande atmosfera, piacevole, ma incompiuto. E' iniziare con il freno tirato a mano la raccolta, ma per “ingannare” il lettore casuale può andare. Southern Gothic, consigliato a Halloween

La sesta sentinella (1992), ambientato a New Orleans (setting ricorrente nel Cimitero dei Vivi), è la storia di un fantasma che affascina una ragazzina goth che vive tra ubriacature e feste nei night club. Rosalie “Sfortuna” Smith, in fuga dal fidanzato, arriva nel “posto più a sud dove era riuscita ad arrivare”. Ci vuole altro per spaventare una patita del gotico – siamo infatti negli anni '90, periodo di sub culture. Vivere con un fantasma, pertanto, non è un problema: raccontargli le sue sventure, ancora meno. Tuttavia, il fantasma, Jean, è meno innocente di quanto sembri... 

Narrato in prima persona dal fantasma, La sesta sentinella suona così verosimile su tanti livelli: la goth ad esempio, come una ragazza che conoscevo di quella corrente, ha in realtà paura di cimiteri, tombe e luoghi veramente lugubri, al di là di trucco e plastica. La capacità del fantasma di entrare nei pensieri altrui e di scendere nei ricordi di chi possiede non è un'abilità romantica, ma un comportamento da stalker violento. E Jean, nonostante sia il narratore, è un fantasma viscido, che si intuisce dopo qualche pagina colmo di segreti e intenzioni non esattamente limpide: il brusco finale infatti è terribile e, almeno per me, completamente imprevisto. 
Storia di fantasmi anti-fantasma

Calcutta, Signora delle Impudenze” (1992) è un altro pezzo da novanta della raccolta. 
Un americano nato in India decide di tornare nella sua città natale, Calcutta: la città è un desolato slum di alcolismo e delinquenza. Mentre una terribile epidemia falcidia i suoi abitanti, gruppi di zombie si muovono in periferia, nell'indifferenza generale. Girovagando, sperduto nella propria depressione, il protagonista scopre un tempio dedicato alla dea Kalì... 
Io e mio padre partimmo per l'America prima che arrivassero i monsoni. Calcutta, senza mia madre, era un inferno pestilenziale, un vasto territorio di cremazione (…) Non avrei rischiato di essere derubato dai thug per finire con la gola tagliata, non sarei stato rapito dai Goonda, che avrebbero venduto le mie ossa come fertilizzante. Non c'erano mucche a infettare le strade con il loro fumante e sacro piscio. 
Il protagonista di Calcutta è anonimo, una persona depressa che vaga nella città indiana, agitato da pensieri perversi. Quanto colpisce è invece la grandiosa descrizione della megalopoli, un maestoso e putrido ammasso di catapecchie, templi e vecchi edifici, dove l'umanità vive una non-vita, in attesa della morte liberatrice (vera corrente del Cimitero dei Vivi) 

Vi sono alcune scene gratuite, per il gusto del malato, come degli zombie che divorano una donna incinta sul punto di morire per fame e alcune descrizioni grafiche buttate lì per alzare il bodycount del racconto. Tuttavia vi si ritrova l'identico disagio delle produzioni horror che all'elemento soprannaturale aggiungo un'ambientazione da terzo mondo: 
Una ciotola di riso e lenticchie al mattino, un sorso d'acqua da un tubo rotto durante la notte. Avevo l'impressione che i morti viventi fossero tra i cittadini più nutriti di Calcutta. 
La Calcutta di Poppy è una città sovraffollata e nel contempo deserta, una città “orientale” nel senso del mistero e dell'esotismo che una volta si associava al termine. 
Una città dove gli abitanti sono fantasmi nel loro essere “invisibili” e gli zombie sono abitanti, nella loro “animalità”. 


Mussolini e il Jazz dell'Uomo con l'Ascia” (1995) è il motivo per acquistare questa raccolta. 
A New Orleans, lo spirito dell'assassinato Francesco Ferdinando dell'attentato di Sarajevo si presenta a un attonito detective, Joseph D'Antonio, e gli chiede di fermare un uomo, un mago, di nome Cagliostro: se non lo farà il mondo sprofonderà in una seconda guerra mondiale. A sua volta, il secondo protagonista, Cagliostro, è convinto che l'uomo capace di far scoppiare la WW2 sia un piccolo uomo chiamato Mussolini... un evidente errore di giudizio! Quando il detective rifiuta, il fantasma prende possesso del suo corpo e si mette a uccidere ogni possibile sospettato che sia Cagliostro: sono, per l'appunto, gli omicidi dell'uomo con l'ascia. 
– (…) Il complotto è stato messo in atto dai vostri compatrioti; in particolare, da un uomo di nome Cagliostro. Forse ne avete sentito parlare. –
– Una specie di mago? –
– Sì, un mago. Ma anche un medico, un truffatore, un falsario e un assassino. Ha più di un secolo sulle spalle, eppure continua ad avere l'aspetto di un trentenne. E' un uomo malvagio e pericoloso. E' nato con il nome di Giuseppe Balsamo a Palermo, nel 1743. Ha viaggiato per tutto il continente vendendo amuleti, pozioni, elisir di giovinezza. Alcuni potrebbero anche essere stati veri, perché lui stesso smise di invecchiare in quel periodo. Poi è diventato anche un massone. (…) All'inizio del secolo, ha incontrato un giovane giornalista di nome Benito Mussolini, che si autodefiniva “apostolo di violenza”, ma non aveva una chiara direzione. Cagliostro ha guidato la sua carriera sin da allora. Nel 1915, il giornale di Mussolini ha contribuito a spingere l'Italia verso la guerra. 
Che strano racconto! Potremmo definirlo un Terminator Jazzpunk Storico: non si sa chi sia davvero Cagliostro, di conseguenza Joseph/Francesco Ferdinando uccidono italiani a caso, in scene efferate, come Schwarzenegger eliminava una per una tutte le Sarah(e) Connor del film di Cameron. 
Torna la New Orleans tanto amata da Poppy, malinconica, alcolica e sanguigna: una città bella ma solo per i suoi lati oscuri, -punk, in tal senso. 
Storico, perchè l'atmosfera anni '20 e '30 è bene gestita, ci si diverte e vi sono piccoli cenni di documentazione che, se non fanno gridare al miracolo, rendono il periodo “vivo”. 

E in realtà si tratta anche di magia, negromanzia alla Forlani del Grande Avvilente, visto Cagliostro. Quindi: un Terminator alchemico anni '20 con ambientazione Jazzpunk. Cosa si può volere di più?

New Orleans Vintage secondo Il National Geographic
La sua bocca saprà di assenzio” (1990) è un racconto con una coppia di protagonisti reminescenti dei tanti racconti del periodo “gotico” di Lovecraft: due giovani annoiati che vanno alla ricerca di sensazioni “estreme” pagandone alfine il prezzo. Confrontate la trama del Mastino (di cui consiglio il fumetto di Tanabe) alla trama della storia di Poppy Z. Brite: 
I due amici, conviventi, annoiati dalla banalità della vita quotidiana, incominciano a cercare sempre più nuovi stimoli prima nell'arte dei movimenti culturali estetici e romantici, poi nella letteratura simbolista, fino ad arrivare alla conoscenza dell'occulto e alla negromanzia. Escono di notte nei cimiteri a dissotterrare tombe e collezionano resti umani e oggetti legati ai miti esoterici. 
Anche nella bocca saprà di assenzio c'è un simile incipit, perchè abbiamo due amici (1) annoiati, dal presente (2), ricchi, che si dilettano con droghe e sesso (3, con estetici/romantici di questo parliamo) e che alla fine si interessano di negromanzia, con tanto di catacombe, dissotterramento dei cadaveri e segrete “arredate” con gli ultimi ritrovamenti dalle tombe. Come nel Mastino/Il Cane, anche il medaglione di Poppy Z. Brite è simile: 
Oh, ho dimenticato di descrivere l'amuleto magico, il feticcio vodoo recuperato dalla terra umida della tomba? Non lo dimenticherò mai. Era una lucida scheggia d'osso (o forse un dente, ma quale zanna sarebbe mai potuta essere così lunga, così ben scolpita, e nel contempo assomigliare così tanto a un dente umano?) fasciata da una striscia di rame. Incastonato nel metallo, un singolo rubino scintillava come una goccia di sangue contro uno sfondo di verderame. 
Ciò che davvero cambia da questo plagio/omaggio è il mostro: non un mastino, non un essere extradimensionale, ma qualcos'altro che celo per motivi di spoiler. Basti dire che dal mostro da cui si fuggiva con la pistola alla tempia, si è passati al mostro da cui si viene involontariamente affascinati e distrutti – in altre parole il mostro lovecraftiano non è esterno, come una volta, ma interno, siamo noi. Paradigmatico di un cambio di direzione dell'horror. 

Il cuore di New Orleans” (2002) è un racconto sulla falsariga della Palude delle Lanterne. L'atmosfera è come sempre eccellente, Southern Gothic fino in fondo e l'idea alla base è anche complessa, cervellotica quasi: la vicenda però non si sviluppa, si blocca sul nascere. 

Risvegli” (1996), è la giusta conclusione per la raccolta. Il titolo originale “Self Made Man” trasmetteva bene l'organico senso di copia-incolla e ricomposizione dei corpi che hanno i protagonisti di questa novella di chiusura, già citata in Danze Eretiche.

Fonti: 

Nessun commento: