Uno
sperduto paesino presso la costa.
Una vecchia donna dalla gola
martoriata che vive solitaria.
Il
richiamo del mare, una murena per compagno e una storia di sangue e
sale da raccontare.
Fin
dalla sua prima immersione, Sara ha compreso di essere diversa dal
resto dell'umanità e persino diversa da quel già diverso insieme di
persone che amano il mare, dal sommozzatore esperto al marinaio
brizzolato.
Durante le sue prime esperienze coll'acqua, ha scoperto
di poter entrare in contatto col mondo sottomarino e di poter
comunicare, a un livello telepatico, con il mondo di pesci e creature
che ci vivono. In altri tempi, persone come Sara sarebbero diventate
il centro dell'adorazione di primitivi popoli devoti a Nettuno; nel
ventunesimo secolo alterna il piacere delle immersioni con la fatica
di controllare un potere al fondo incontrollabile.
Tra i tanti esseri
che popolano il mare, Sara ha stretto uno speciale rapporto con Lui,
una murena verso cui prova un'amicizia e una comunanza che supera il
rozzo legame padrone-animale del mondo terricolo.
Nel
frattempo, siamo nel 2012, l'immersione del batiscafo di James
Cameron al fondo delle Marianne ha prodotto una scoperta molto più
entusiasmante di qualche sasso e un ragno abissale.
Prima
di venire scartavetrata via, la telecamera subacquea ha ripreso la
figura spettrale, ma chiaramente visibile di un uomo. Una figura
umanoide, che vive in quelle profondità. Sono coloro che gli
spettatori presto definiranno “Quelli degli Abissi”.
Quando
“Uno degli Abissi” viene catturato al largo delle Filippine da
“Uno dei Terricoli” l'atto è erroneamente interpretato dal
popolo subacqueo come un casus
belli.
Presto, sia sul fronte umano che sottomarino la guerra dilaga:
gigantesche murene stritolano i sottomarini, le navi cargo affondano
l'una dopo l'altra, mentre Quelli degli Abissi invadono in
gocciolanti schiere le zone abitate presso la costa. L'esercito
reagisce con armi biologiche e droidi con atomiche, cancellando dalla
natura intere biosfere.
Mentre
la battaglia infuria, la telepatia di Sara e la sua peculiare
amicizia con una murena sospettosamente simile ai grandi serpenti
marini non passa inosservata alle autorità militari...
Consiglierei
sempre a uno scrittore di non dare mai via gratis il proprio romanzo.
Sono
un perfetto esempio per sostenere che gli ebook andrebbero sempre
pagati e se proprio si deve darli in offerta, al limite scontati.
Perchè ricordo distintamente di aver comprato My Little Moray
Eel in occasione di un'offerta gratuita di un giorno o due. E di
averlo accantonato nel lettore per un intero anno. Non perchè lo
ritenessi un cattivo libro; ma semplicemente perché di volta in
volta davo la priorità a un ebook o un romanzo per cui avevo pagato qualche soldo. Quindi sì, per quanto già si sapesse, mettere in offerta gratuita
un ebook tende a svalutarlo, perché non si ha l'impulso di leggerlo
subito, ma subentra al più la sindrome “dell'accumulo”.
Dopo
aver invece aver recuperato dalla lista degli arretrati My Little
Moray Eel mi sono reso conto dell'errore. Perchè My Little Moray Eel
è un romanzo eccellente, sia nella struttura, che nella mola di
documentazione svolta, che, nel suo piccolo, per tutti quei piccoli
dettagli di forma che solitamente gli autopubblicati ignorano
allegramente (refusi, impaginazione, note, nomi dei capitoli ecc
ecc).
Il
primo, piuttosto ovvio, è il film The Abyss di James Cameron.
Il
romanzo, come il film di Cameron, esplora la possibilità di una
razza aliena che vive negli oceani, ma descrive anche con una certa
efficacia la guerra di questa razza verso gli umani. Schätzing non
sfrutta le murene di Lucia Patrizi preferendo invece delle più
banali orche assassine. Senza spoilerare chi non abbia letto il
romanzo – comunque piuttosto mediocre – una buona porzione
dell'azione si svolge a bordo di una gigantesca portaerei che
trasporta un team di disperati scienziati.
My
Little Moray Eel fonde alcuni aspetti sia del film di Cameron, che
del romanzo di Schätzing.
Del
primo, tolte ovviamente le creature sottomarine, va inquadrato il
ruolo dell'esercito: sia nell'italiana Marina con cui nolente Sara
deve collaborare che con i militari ansiosi di Cameron, il giudizio è
molto severo. Le forze armate sono incompetenti, idiote, pronte alla
minima occasione a tradire ogni diplomazia per uccidere il “maledetto
mostro”.
Non ci si può fidare e se lo fai, te ne pentirai
amaramente.
Secondariamente,
sia in My Little Moray Eel che in Schätzing la rivolta del mondo
animale verso le creazioni dell'uomo, in questo caso le navi, vengono
descritte molto bene dando un'impressione scenografica della nave
colata a picco, dei marinai mangiati vivi e di una potenza che una volta repressa, colpisce ora con forza apocalittica.
Le
murene di My Little Moray Eel ricordando tuttavia dei draghi
dell'oceano funzionano a mio parere meglio delle orche di Schätzing.
Per
quanto raccontato in sottofondo, si descrive con maestria lo
svolgersi della guerra fratricida contro Quelli degli Abissi:
dall'abbandono delle coste, al pattugliamento raso mare degli
elicotteri, allo sviluppo di ragni artificiali e di superpredatori in
provetta.
Volevo
saperne di più su quest'ultima creazione, per quanto non svolgano
nella trama alcun ruolo:
Ilio li aveva visti in azione nel Pacifico: trenta metri di carne in movimento, i corpi a forma di siluro che scintillavano al sole quando saltavano fuori dall'acqua, le ali di una manta, i denti di uno squalo. Ciechi come lombrichi.
Avevano due bocche. Con una mordevano la preda, con l'altra ci si attaccavano addosso come ventose e la risucchiavano, spappolando muscoli e ossa...
Sviluppandosi
con una struttura a flashback, il romanzo alterna memorie “intime”
come la prima immersione o il primo incontro con Lui, a passaggi di
più ampio respiro, dove Sara giunge a influenzare eventi di larga
portata nel conflitto con gli Abissi.
Pur
comprendendo che il pov è di Sara, che ha una speciale empatia con i
pesci, il punto di vista è comunque troppo artificialmente spostato
a favore dell'innocua (?) razza abissale.
Immagine presa dal blog Il giorno degli zombi |
Sappiamo
a un certo punto che interi villaggi e persino intere città costiere
sono morte, uccise nella notte da ondate su ondate di Quelli degli
Abissi. Eppure, per tutti questi morti sia Sara che il lettore non
provano la minima compassione. Certamente il conflitto tra la
devozione verso la razza umana e l'amore verso il mare è reso con
efficacia e tuttavia è spontaneo per com'è presentata la situazione
parteggiare per i secondi. Le vere carogne restano gli umani.
Nonostante il tasso d'innocenti annientato in questo conflitto
mondiale sia spaventosamente alto, l'empatia è tutta per i poveri
pescetti. Il che immagino sia un buon esempio di quanto il romanzo
riesca a far immedesimare nella straordinaria attrazione di Sara
verso gli oceani...
I
salti temporali vengono dosati con attenzione e
pur tuttavia, tendono a frammentare troppo la vicenda. Nel momento in
cui scrivevo la trama all'inizio dell'articolo, continuavo a
individuare come la vera storia di My Little Moray Eel le sequenze di
avvenimenti a bordo della nave mercantile. Quei capitoli del romanzo
li sentivo come perfettamente incastrati l'uno con l'altro, mentre il
resto dei flashback sono più il contorno della portata principale
che un effettivo dipanarsi della trama.
Il
personaggio di Sara segue comunque un'evoluzione personale molto
forte e si avverte chiaramente come la voce narrante “anziana”
sia diversa dalla ragazza che collabora coi militari. Quasi avrei
preferito un'avventura con la “vecchia” Sara (e non solo perchè
fuma la pipa...) esplorando forse la possibilità del dopoguerra con
i militari/banditi e la difesa di Porto Ercole.
E
vi sono poi alcuni tocchi di classe nel caratterizzare il
personaggio, come la canzoncina natalizia di Innsmouth come suoneria
del cellulare... :-D
E'
solo leggendo le recensioni su Amazon che ho saputo tuttavia che il
romanzo nasce come blog-novel:
rispetto alla struttura scollegata a puntate che seguono di solito
quel genere di storie, My Little Moray Eel rimane comunque
eccezionalmente bene architettato.
Lo
stile di scrittura è semplice, articolato in qualsiasi occasione con
frasi brevi, che raramente si lanciano in monologhi o lunghe
descrizioni. Il lessico, alle volte, usa termini marinareschi di cui
vi è tuttavia la spiegazione nelle note a piè di pagina. Alcuni dei
flashback nell'infanzia rischiano tuttavia di scivolare nel melenso,
specie per i più impazienti di gore&azione. Nell'insieme,
tuttavia ci vengono risparmiati quel genere di passaggi a metà tra
il lirico e il soporifero che si rischiano in questo genere di scene.
Alcuni
capitoli si spostano dal pov di Sara al pov di Lui, la murena: non si
tenta in questo caso di mettersi nei panni squame del personaggio, ma
ci si limita a un blando raccontato. Sono interessanti, ma non le ho
avvertite particolarmente riuscite, rispetto alla voce narrante di
Sara.
Ritornando
al paragone con Cameron e con Schätzing, il finale di My Little Moray
Eel evita i difetti di entrambe le opere: se Cameron deve per forza
concludere con un lieto finale come richiede un blockbuster e
Schatzing s'imbroda in un elogio alla scienza, con Lucia Patrizi il
finale è ancora più realistico di quanto ci si aspetterebbe e ha un
che' di tagliente e asciutto.
E
in un certo senso, per un romanzo ambientato nell'acqua e nel
bagnato, è alquanto appropriato...
Fonti:
My Little Moray Eel - Pagina Amazon
My Little Moray Eel - Blog/ Il giorno degli zombi
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