Aletheia
(2/2)
Nulla da vedere in
televisione, stasera. Un deserto elettrico di reboot, sequel&triti
documentary senza sostanza. Mi afferro la fronte fra le mani, chiudo
gli occhi. Le pupille pulsano, sotto i polpastrelli. Lampi rossi
nella testa. Quell'idea, quel pensiero. L'intero pomeriggio la
inseguo, senza sosta. A tratti, in frammenti di lucida consapevolezza
sento che si avvicina, che manca un niente, affinchè mi ritorni alla
memoria. Ogni tanto ritorna, come quel pizzicare dell'uomo ragno nei
vecchi fumetti marvel. Lambire con dita troppo sudate per afferrare,
qualcosa che da tempo stai rincorrendo. Spengo la televisione con le
viscere annodate dal troppo cercare. E dai resti della pizza
surgelata.
Aletheia sente il naso
schiacciato dalla canna della pistola. Il contatto osceno di
un'appendice di metallo sporca d'olio, fredda. Avverte confusa, nella
cortina di sangue e lacrime, il cavaliere-scatola blaterare un ultimo
discorso, prima di flettere l'indice sul grilletto. Poi, nell'istante
che precede l'accensione della polvere da sparo nel proiettile,
l'uomo scompare. Si disgrega quasi, in un sibilo di ozono e gomma
bruciata. La scatola al posto della testa vomita una babele di luci e
rumori, poi esplode dall'interno, disseminando il deserto di
frammenti di vetro e plastica.
Pancia sul divano, mi
gratto i capelli sporchi, prima di guardare dal cellulare il mio
profilo twitter. Amori spezzati, giochi di parole, link pubblicitari:
il solito schifo. Clicco una volta, poi due sul simbolo esc. Dannato
schermo touch, non imparerò mai a usarlo...
Aletheia trascina la gamba
ferita, si appoggia ai battenti in bronzo del tempio. Guarda con il
coraggio che solo la stanchezza può dare il cavaliere canarino
sollevare lo shotugun, prendere la mira. Nota la pistola
dell'uomo-scatola ai suoi piedi, ma al tempo stesso si rende conto
che non riuscirebbe mai ad afferrarla prima che l'impatto del
proiettile la spappoli come un fiore calpestato. Si aggrappa alla
porta del tempio, spinge in avanti. Allargare la fessura. Entrare.
Mettersi in salvo. L'uomo canarino spara. Un boato ravvicinato,
un'esplosione. Aletheia per la seconda volta nel giro di pochi
secondi chiude gli occhi, li riapre. Il cavaliere azzurro si rotola
nella sabbia, cerca disperato di spegnere le fiamme che divorano le
sue piume colorate. Quel becco da cartooon è sporco di sangue,
spezzato. Un occhio dell'uccello pende dall'orbita, ondeggia per il
nervo che ancora lo trattiene. Aletheia si avvicina, inciampa nello
shotgun. La canna è deforme, dilaniata dall'interno. Schegge
ovunque. " Gli è esploso in faccia! " Esulta, prima che il
terzo cavaliere l'accoltelli alla schiena con un affilato bisturi.
Di nuovo! Quel dannato
prurito alla nuca! Afferro la prima penna che mi capita sotto mano,
prendo il quaderno di appunti di storia greca. Apro la copertina
color bronzo, cerco una pagina vuota. Scrivere, devo scrivere
quest'idea che mi vaga nella mente, penso. Il suono di una risposta
nella chat di facebook mi distrae. Metto da parte il quaderno,
ritorno al portatile. Toh guarda, il cesso si è deciso a
rispondermi! Comincio a inventare qualche rozza galanteria.
Il ragazzo dalla maglietta
sportiva la stringe con un braccio alla gola, avvicina un bisturi
sudicio di sangue. Agita il bisturi, mira a cavarle gli occhi.
Aletheia tira indietro il gomito, colpisce le costole, sente il
ragazzo esalare il respiro. Indietreggiano, si separano. Il ragazzo
crolla in ginocchio, vomita bava. Il bisturi si conficca vibrando
nella sabbia. Aletheia si trascina verso il revolver, afferra
l'impugnatura. Il ragazzo respira, tremando afferra il bisturi, ma
nello stesso istante, Aletheia già gli punta il revolver in piena
faccia.
- Fine della corsa,
cacciatore! -
Preme il grilletto.
Non ci posso credere.
Sono, finalmente! In chat con la persona che aspettavo da oltre due
giorni, e mi è... Mi è saltata la connessione internet! Non... non
è giusto, ecco! Spengo e accendo il modem, spengo e accendo il
modem. Compare la schermata di google, esulto. Provo l'accesso a
facebook, e la bestemmia avanza.
" Mi dispiace, ma
stiamo sperimentando problemi tecnici. Riprovi più tardi".
Zuckenberg, sei solo uno
psicopatico con un mare di soldi, nient'altro.
Apro il quaderno, fisso
strofinandomi la fronte con la penna, la pagina bianca. Stupida idea,
salta fuori, avanti.
Alla fine, scrivo una sola
parola. Aletheia. Che vorrà dire? Mi sento sull'orlo di una
rivelazione, ma la consapevolezza che sia un termine della filosofia
di Heidegger non è affatto un buon segno. Con un sospiro, richiudo
il quaderno e vado a letto.
Aletheia indietreggia dal
cadavere dilaniato del ragazzo, lascia scivolare di mano la pistola.
Zoppica, un passo dietro l'altro, al tempio. Spinge con tutte le sue
forze i battenti, li schiude con cigolio di mostruosi ingranaggi.
Entra in un vestibolo illuminato dal sole. Al centro, gli zampilli
dell'acqua di una fontana scolpita a conchiglia. Corre, cade, si
rialza. Immerge la testa nella fontana, scuote la chioma lucente.
- Ma quale commovente
spettacolo! -
Aletheia sorride, si
volta. Un airone è appollaiato su una delle poche colonne ancora in
piedi. Si strofina il becco sulle piume, con gesto compiaciuto.
- Thot. Chi non muore, si rivede. -
- Aletheia. Ce l'hai
fatta infine. Sei sopravvissuta ai tre cavalieri -
La dea alza le spalle, si
massaggia la chioma.
- Non credo che come
tutti gli dei, si possano uccidere davvero. Ma sento che per la
prima volta dopo anni, se non secoli, siamo nuovamente padroni di
qualcosa. Una mente umana, forse. Una mente che pensa, e riflette.
E' un primo passo, no? -
L'airone ride. - Forse sì,
forse no. Sicuramente questi nuovi dei torneranno all'assalto,
brutali come sempre. Ma intanto, abbiamo conquistato la libertà -
- Libertà. - Aletheia
assapora la parola – Ma sua, non nostra. - Sospira. Slaccia gli
stracci del peplo, scende nuda nella fontana. - Ma speriamo sappia
cosa farsene, di questa "libertà"! -
Rabbrividisce e sorride, al contatto della pelle con l'acqua – E non la getti via come fanno sempre, solo per inchinarsi a qualche nuovo idolo! -
Rabbrividisce e sorride, al contatto della pelle con l'acqua – E non la getti via come fanno sempre, solo per inchinarsi a qualche nuovo idolo! -
2 commenti:
Nulla da dire. Le due parti del racconto sono scritte con stili completamente diversi; quest'ultimo è molto più diretto, lo preferisco. Credo che la difficoltà che si sentiva all'inizio fosse solo a ingranare la marcia, a fornire subito tutti i dati necessari per capire la vicenda.
Quindi il mio verdetto è: rilassati, quello che scrivi si capisce benissimo, anche perché si basa su buone idee. ^_^
Ohh grazie! *__*
Forse sottovaluto un po' l'intelligenza dei miei fedeli lettori, xD
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