domenica 10 giugno 2012

Benvenuti all'Accademia


Donne, dirigibili e brutti contadini: XI

Nuovo capitolo. Un po' troppo lungo forse; e abbondano altri estenuanti dialoghi.
Come al solito, se state leggendo il racconto e avete qualche opinione da esprimere, esprimetela.
Se siete capitati qui per caso, beh commentate lo stesso, se vi va >_>

La carrozza aspettava al margine della strada, un blocco di velluto e metallo, le insegne dell'esercito dipinte sul nero della vettura. Uno dei due destrieri che la trainavano, un cavallo dal pelo bianco già annerito dallo smog, nitrì quando con secco colpo di frusta il vetturino scese. 
"Un costoso giocattolo per le alte sfere" pensò Katherina.
Il vetturino arrotolò la frusta, l'appese alla cintura, tirò indietro il cappuccio rivelando il volto di un vecchio, inciso nella pietra, tanto sembrava vecchio. 
- La signora Katherina, suppongo?- 
Non attese risposta, sbrigandosi ad abbassare la scaletta per salire nella carrozza. 
Katherina zoppicò a fatica verso l'entrata, la stampella che continuava a lussarle la spalla. 
Congedata. Alla fine l'avevano lasciata andare, abbandonata all'entrata dell'ospedale. Aveva perso il numero delle scartoffie burocratiche ch'era stata costretta a firmare. E la predica del sindaco sulla "responsabilità civica"? Dovere morale? Incidente imbarazzante? Perchè era chiaro, anzi cristallino come si fosse trattato di un deplorevole incidente, aveva chiarito con ghigno mefistofelico il senatore.
La povera infermiera, oberata per il troppo lavoro era scivolata, e da lì la tragica caduta. Nessun parente diretto che ficcanasasse, grazie a dio. Dopo tutto, pensò Katherina, facile rimpiazzare un'infermiera, ma un capitano di dirigibili? Merce rara!


Tissot, pittore di noiose donnine borghesi
Salì in carrozza. Si respirava a stento, l'aria era pregna di un profumo lezioso, acqua di rose.
Il vetturino chiuse la portiera, e con cigolio di metallo la vettura si mise in moto. Una mano dalle unghie laccate, un bordino di merletto al polso, emerse dalle tenebre, interloquì. 
- Capitano Katherina, lieta d'averla fra noi-
Era una donna piuttosto piccola di statura, inguainata in un attilato corsetto nero, impreziosito da fili d'argento. Katherina fissò con malcelata invidia il seno prosperoso, prima di voltarsi verso la seconda figura a bordo, fino ad allora rimasta in silenzio. 
- Senatore Rehinardt. E' per lei la carrozza, giusto?-
- Non le sfugge niente, capitano.- Rispose l'uomo, addentando un sigaro. Si aggiustò il monocolo prima di chiedere:- Come l'ha capito?-
Katherina toccò con le nocche le pareti della carrozza. 
Cling. Metallo.
- Questa carrozza è verniciata di nero, ma le pareti sono in acciaio. Solo personaggi d'alto rango se le possono permettere. D'alto rango e- socchiuse gli occhi- in pericolo.
CLAPCLAP!
Katherina si voltò irritata a quel sarcastico applauso, scoprì la donna in abito elegante ridacchiare. 
- Aveva ragione, signore. Per venire dalla bassa nobiltà questa donna denota un'intelligenza inconsueta. Vede i particolari, trae deduzioni intelligenti- spalancò gli occhi pesantemente truccati- Notevole per una dall'esercito-
- Aviazione- la corresse meccanicamente Katherina.- E visto che sa già tutto della sottoscritta, gradirei molto avere il piacere di sapere con chi parlo-.
La donna alzò le mani, a frenare la domanda. - Ehi, ehi finisci il ragionamento sulla carrozza, da brava investigatrice, dai -
- Ancora questi giochetti? E' una vettura corazzata: con simili pareti può resistere a mine autocostruite, bombe, petardi e colpi di fucile a lunga distanza: deduciamo da ciò che chi ci viaggia dev'essere protetto a tutti i costi – Al sorrisetto soddisfatto della donna Katherina non resistette a tirare fuori la pipa, accendere un fiammifero e Cazzo niente fumo quì dentro imprecò l'altra donna, affrettandosi a gettare a terra il poco tabacco che aveva preso fuoco, calpestandolo con le scarpe a tacco alto. 
"Ah non sorridi più, eh stronzetta" ghignò Katherina, limitandosi allora a mordicchiare la pipa, imitato sconsolato dal senatore, dispiaciutissimo di non poter fumare in vettura.
- E da ciò deduciamo... - continuò Katherina, facendole il verso.
- Deduciamo che è ora, cara commissaria che si presenti- aggiunse il senatore, sornione, intromettendosi in quanto sarebbe altrimenti diventata una litigata coi fiocchi- Per quanto mi diverta vedere due femmine litigare- tirò fuori l'orologio- abbiamo scadenze da rispettare-.
La donna si aggiustò il corpetto- il petto ricordava la polena di una nave, dimensioni esagerate comprese- tirò il fiato. Allungò in segno d'amicizia una mano che tremava dalla rabbia. 
- Commissaria Kelly Champs, servizio di terra, Ministero della purezza razziale-
- Purezza razziale?- Strinse la mano, per un paio di secondi entrambe tentarono di spappolarsi le dita: l'anello della commissaria quasi lacerò il guanto di Katherina che dal canto suo storse malamente il mignolo all'altra. 
- Ultimamente gli insediamenti alla periferia hanno carenza di contadini e vanno reclutando le tribù indigene del posto. - spiegò il senatore con squisito tono didattico- Nulla di male: coltivare è un lavoro da bestie quali sono, ma bisogna vigilare che non ci siano matrimoni misti. L'integrità di una vera democrazia non può essere intaccata da questi subumani-.
Non ci prenda per mostri, Katherina- tentò con tono conciliante Kelly, massaggiandosi il mignolo- L'accademia ha fatto studi ben specifici al riguardo: hanno cervelli e ossa più fragili e piccole delle nostre, e nel più dei casi malattie congenite, demenza e simili piacevolezze. Sono inferiori, rispetto agli standard di umanità dei padri costituenti.
- Ma che sorpresa. Saranno anni che ordinate ai nostri zeppellin di bombardarli con gas nervino, prodotti chimici e altre schifezze. Ormai sono uno più malato dell'altro-
- E allora?- Kelly alzò le spalle, sinceramente perplessa- il problema resta. Per il momento rimane un ministero di piccole dimensioni. Per il resto del tempo mi occupo di monitorare la fedeltà dei soldati a terra.-
- Alzare il morale.- Katherina non resistette- Non le riesce difficile con quelle- Le indico le tette con mezzo ghigno. Non le sarebbe mai venuta in mente come battuta, ma aveva visto Enrico farla a una prostituta, un giorno di licenza in cui era particolarmente ubriaco.
Il senatore scoppiò a ridere. Battè una pacca sulla spalla di Katherina e continuò a ridacchiare. Al vedere un diretto superiore ridere alla battuta, Champs si limitò a colorarsi di uno sgradevole rosso che aveva poco a che fare con il pesante trucco.
- Alziamo il morale con discorsi patriottici, azioni eroiche e inculcando il rispetto del regolamento.- Aguzzò gli occhi – In ogni suo minimo comma!-
- Non dubiti che a bordo del mio zeppellin- replicò Katherina- troverà un equipaggio fedele e rispettoso. Più di metà muore a ogni missione, quindi nessun problema: di reclute zelanti e fanatiche siano pieni zeppi-
- E lei, Katherina? Il capitano rappresenta il suo zeppellin, ne siete l'incarnazione vivente-
Katherina non sapeva se ridere o infuriarsi. "Un altro test del senatore? Una punzecchiatura di Kelly?" Mise la mano sul cuore, pronunciò con voce ferma:
- Sono pura e fedele ai dettami della Sacra Repubblika, esattamente come lo è il mio equipaggio. Non violeremo nessuna legge, fino a quando la pistola- un ghigno le increspò per un attimo il volto mortalmente serio- della commissaria Kelly sarà puntata alla mia tempia, pronta a dispensare la sacra giustizia -
Kelly sembrò finalmente rabbonirsi, accennò un sorrisetto.
- Belle parole capitan macellaio, peccato siano false. Già di questa città ha infranto più volte una regola fondamentale-
Katherina si sentì come quando ci si appoggia a una ringhiera, e questa cede lasciandoti in bilico sul vuoto. 
- Cosa intende?- "L'erba, maledizione! Ha scoperto che fumo erba? Ma come ha fatto? Polvere rossa sui vestiti? Occhi infiammati? Esami del sangue? Cazzo!"
Kelly le indicò i pantaloni neri coperti dalle falde azzurro sporco dell'uniforme, gli stivali, il cappello da capitano.
- Secondo le leggi degli Antichi sta indossando abiti maschili, il che secondo le norme consuetudinarie di questa città è passibile di multa, e se reiterato più volte di periodi in istituti di correzione-.
- Cosa? E' ridicolo. Questa è la mia uniforme, commissaria-
- E lei non è formalmente in servizio, capitano. Quindi, è colpevole-
Ma ma stiamo parlando di vecchie consuetidini degli antichi! Roba di secoli e secoli orsono! Non le segue più nessuno-
Kelly sospirò, il volto dispiaciuto. 
- Non centra. In questo momento la sta infrangendo, quindi per favore la prossima che ci rivedremo si rivesta con abiti consoni.-
Katherina non potè trattenere l'orrore. 
"Gonne. Crinoline. Corsetti. Schifo."
- Ma lei senatore? Cosa ne pensa? E' assurdo.-
- Non penso nulla, mia cara. Per me può indossare tutto quello che vuole, ma mi divertirebbe per una volta vederla in gonna e ombrellino da sole. Ad ogni modo...- battè il bastone sulla carrozza, che si fermò con stridio di ruote sul selciato. Il vetturino aprì il portello, scesero in ordinata processione. 
Li sovrastava un mostruoso tempio neoclassico, ai cui piedi una torma di studenti entrava e usciva, reggendo sdrucite cartelle. L'edifico era stato costruito a somiglianza di un tempio greco, ma recenti aggiunte l'avevano reso deforme, malato, sporco d'inquinamento. Graffiti sconci deturpavano i basamenti delle giganti colonne che reggevano l'architrave; i tubi del gas, i cavi per l'illuminazione erano stati in seguito aggiunti, impiantati sulla nuda pietra, a volte spaccando gli affreschi o costringendo solitarie cariatidi a rovinose decapitazioni. 
"Stiamo venendo sommersi, pensò Katherina, dando spazio a una spiacevole sensazione che aveva provato dal suo arrivo in città. Il progresso, la tecnologia sta correndo a ritmi pazzi. E' come un treno: o lo si prende al volo, o se ne rimane schiacciati, maciullati sui binari."
Il senatore invece sorrideva, allegro. Spalancò le braccia, indicò con la punta del bastone la targa sull'architrave, corrosa dalle piogge acide. 
- Benvenuti, all'Accademia, signori! Frontiera ultima di ogni scienza, faro del progresso e della ragione! E non ultimo- abbassò la voce in un sussurro cospiratore, godendo del suo ruolo d'improvvisato anfitrione - luogo d'innominabili segreti!- 

9 commenti:

Arcamalion ha detto...

Inutile dire che l'ho letto con immenso piacere...e non ho trovato i dialoghi così pesanti, anzi!

Alessandro Forlani ha detto...

ma quanto, quaaanto sei pruriginoso... ;-)

Coscienza ha detto...

Spero nel più positivo senso del termine! XD

Coscienza ha detto...

Grazie, grazie! ^__^ Spesso sui forum non capiscono nei frequenti dialoghi chi parla con chi, chiedevo principalmente per questo :P

Cmq tu e forlani meritate la palma dei primi commentatori ormai XD

Alessandro Forlani ha detto...

Uh sì sì :-D

Temistocle Gravina ha detto...

Sono arrivato solo ora tramite Alberto. Seguirò il tuo racconto, almeno spero!

Coscienza ha detto...

Grazie Tim e benvenuto sul mio umile blog^^
Spero anch'io che seguirai il mio racconto ovviamente, tanto più che viene aggiornato moolto lentamente, quindi avrai tempo per recuperare i vecchi capitoli, ammesso che non ti stufi prima :D

Unknown ha detto...

Interessante l'introduzione delle tematiche razziali...questi indigeni malati e infestati da veleni potrebbero portare interessanti risvolti. Bello anche il conflitto tra le due gentildonne e la prospettiva futura di K con gonna e corsetto=)
Questa frase -Cazzo niente fumo quì dentro imprecò l'altra donna- a circa metà racconto manca la virgolettatura del dialogo. A proposito di dialogo, io li trovo scorrevoli, non perfetti, a volte si perde qualche piccolo passaggio, soprattutto se si legge rapidamente come si fa spesso online, ma il senso delle battute e anche il modo di porsi dei vari personaggi viene sempre fuori senza grossi problemi ;) Continua così!!

Coscienza ha detto...

grazie per il commento, particolareggiatissimo come sempre :) Purtroppo il copia incolla da open office a blogger elimina i segni dei dialoghi, che sono in seguito costretto ad aggiungere :P

Gl'indigeni sono per il momento un elemento folkloristico, per accentuare gli elementi vagamente neovittoriani: il gradino più basso della società, la feccia della feccia, perfino al di sotto degli sfruttatissimi contadini ^^ Accentuano inoltre l'elemento distopico e colonialista della Repubblika.