lunedì 25 giugno 2012

Amori perduti


Donne, dirigibili e brutti contadini: XII 

Si respirava carbone. 
Il pavimento, marmo antico ricoperto da lettere di mosaico, stava letteralmente andando in pezzi sotto i piedi di centinaia di studenti e scienziati. Transenne e un rotolo di filo spinato delimitavano un vasto squarcio nel pavimento, al cui interno membri della polizia locale prendevano appunti, facevano domande, analizzavano con lente d'ingrandimento microscopici dettagli.
- Un attentato del gruppo anarchico- liquidò in fretta il senatore, afferrando Katherina e costringendola con forza- stampelle e tutto- ad allontanarsi.
- Meglio non attirare troppa attenzione- soggiunse, masticando l'ennesimo sigaro. 
- Pensavo fosse tutta un'invenzione del governo, il gruppo anarchico- borbottò infastidita Katherina, massaggiandosi il polpaccio. La ferita, costretta all'improvviso sforzo, doleva ancora. 
- Lo era, dannazione! Ci serviva per eliminare pericolosi avversari: stampa avversa, libellisti, sostenitori della libertà di parola. Ma qualche anno dopo...-
- Sono comparsi i primi veri anarchici. Il mostro che si ribella al proprio padrone, si direbbe-
- Esatto. Ma li schiacceremo uno a uno, non tema- intervenne Kelly rimasta fino a allora in silenzio- La sacra Repubblika trionfa!-
- Certo, certo – annuì comprensivo il senatore, dando una pacca sulle spalle alla commissaria.- Intanto, vediamo di superare la burocrazia locale!-


L'impiegato al centro informazioni si accarezzò la barbetta sottile come gambe di ragno, socchiuse gli occhi miopi. La fronte bassa e sfuggente, il viso rincagnato e le unghie nere dal lerciume ricordarono a Katherina un gigantesco scarafaggio.
- No, non è possibile saltare la procedura, senatore! Dobbiamo accertare le vostre identità, procurarvi dei permessi, analizzare la vostra richiesta di visita! I permessi devono ricevere il timbro della Direzione centrale, venire convalidati dal sindaco, riesaminati dalla Commissione centrale. Inoltre- il burocrate spalancò gli occhi, rossi e dilatati, dietro le pesanti lenti degli occhiali. Indicò con cenno irritato la lunga fila di studenti, funzionari e semplici visitatori- Dovete fare la fila prima, come tutti! E ora, in coda per favore, prima che chiami la polizia!-
"Oh ma guarda guarda, finalmente vedo Rehinardt incazzarsi per qualcosa, pensò Katherina con maligno divertimento.
- Ho inviato la richiesta di visita all'Accademia più di un mese fa, dannazione! Senta- il senatore chiuse il pugno, lo agitò di fronte al burocrate, impassibile- Se non ci lascia passare la rovino, capisce! La rovino!- Tirò avanti la commissaria - Commissario politico Kelly Champs, ministero della purezza razziale- la presentò- Se non ci lascia passare, la deportiamo nei campi di lavoro!-
Il burocrate, osservò Katherina manteneva un ammirevole sangue freddo. Spostò di lato le scartoffie, si rassettò i pochi capelli rimasti. "C'è qualcosa, pensò Katherina. Ha un modo di fare, comportarsi decisamente familiare. Immagino che visto un burocrate, siano tutti uguali. Tuttavia..."
- La richiesta non è mai arrivata senatore. Finchè il permesso non arriva, non sono autorizzato a lasciarvi entrare all'Accademia. Imprigionatemi, se volete, ma obbedisco al regolamento, signor senatore. Alla legge. La vostra legge.-
"Tutta quella testardaggine. Quel modo di fare..."
- E'... è... Inaudito!- borbottò Rehinardt. 
- Sono solo un ingranaggio, signor senatore. Un piccolo umile ingranaggio di una grande macchina. Mi procuri quel permesso e forse fra qualche mese sarà libero di passare-
Il senatore s'allontanò dallo sportello, sconfitto. Beccò Katherina a guardarlo, la spinse in avanti: 
- Ci parli lei, capitano! Forse s'ammorbidisce davanti al gentil sesso!-
Katherina appoggiò i gomiti sullo sportello del centro informazioni, costrinse le labbra a un mezzo sorriso.
"E che dovrei fare? Gli scarafaggi non vanno sedotti, schiacciati piuttosto."
- E lei chi è, l'arma segreta del senatore? -
- Capitano Katherina, aviazione. Perchè non si presenta, invece che giocare al piccolo funzionario coraggioso?-
- Klaus Stab -
Un nome. Un lampo. Un ricordo. 
"Un impacciato studente dagli occhiali fondo di bottiglia. Un ragazzo dal moccio al naso, il block notes in mano, sempre pronto ad annotare, calcolare. Il ragazzo che amava i fiori, ne comprava rare specialità al mercato locale, puntualmente ingannato, frodato quando quelle rare specialità esotiche si rivelavano fiori da campo dipinti ad arte da abili truffatori. Amava i fiori..." Katherina notò un fiore essicato che sporgeva timido sulla tasca in alto della giubba. " Già, conoscevo quest'uomo, Klaus Stab. Se solo potessi ricordare..." 
- C'è una fila, dannazione signora Katherina! Una fila! Ha intenzione di fare la bella statuina e starsene lì a fissarmi per qualche altro minuto?- Klaus agitò la mano davanti a Katherina, come si fa coi ciechi. Katherina si riscosse, tentò di fermare la mano che al sbeffeggiava, ma incontrò il divisorio in vetro che separava funzionario e cliente.
"Hanno pensato proprio a tutto, questi bastardi. Non possiamo neppure strapazzare i burocrati, adesso! Pensò ironica, massaggiandosi la mano, analizzando Klaus con lo sguardo. 
"Klaus Stab. L'ho già sentito, questo è certo! Forse all'università? Ricordo di un disperato che rompeva le scatole, insistendo su quanto lo affascinassero i miei capelli rossi... E portava fiori!" Un altra vocina sarcastica intervenne " Tutti i corteggiatori di questo mondo portano fiori alle ragazze, Katherina! La vita nell'esercito te l'ha fatto dimenticare?"
" Sì, ma erano fiori speciali. Fiori dipinti!" La vocina sarcastica tacque. 
Una sottile apertura, una rientranza, si apriva nel vetro sporco, permettendo d'infilare la mano, allungare monete e documenti, senza compromettere il funzionario con sgraditi contatti ravvicinati. 
Katherina la notò, uno spiacevole sorriso le deturpò il volto. 
Quando Klaus si avvicinò al vetro, il capitano ne approfittò per afferrarlo per il bavero della giubba. 
Il funzionario tentò di divincolarsi, Katherina rinforzò la presa della mano.
- Mi lasci subito! - protestò l'uomo - Questo è un insulto all'Accademia, al buon nome della Repubblika, al glorioso...-
- Ci lasci entrare - L'uomo tempestò di pugni il braccio, che non accennava a mollare la presa. Il viso di Klaus, il colletto stretto nella morsa d'acciaio arrossì, si fece cianotico- Ora!-
Il freddo della canna di una pistola toccò la tempia di Katherina. 
- Lasci subito il collo del signor funzionario, milady-
Katherina rilassò la presa, ritrasse il braccio. Con gemito impaurito Klaus serrò il vetro, lastra impenetrabile.
Capitano Katherina, signore- Corresse Katherina, voltando leggermente la testa. Elmetto nero, giacca blu scuro. L'emblema dorato della polizia scintillava alla luce artificiale dell'atrio. "Un poliziotto. Dovevo immaginarlo".
- Capitano... Lei è in stato d'arresto. Spero abbia buone scuse per quanto fatto, una volta davanti ai giudici-
Click! Ocazzostapersparareèunpazzoassassinocazzopoliziottifanaticidelcazzo... Come scoprì l'attimo successivo, non era il clic del tamburo che ruotava pronto a sparare, ma di una pistola a cui veniva tolta la sicura. Kelly Champs puntò la pistola alla tempia del poliziotto, l'indice sul grilletto. Katherina la beccò con la coda dell'occhio mordersi le labbra, mentre minacciava il poliziotto. "Dubita anche lei, maledizione! " Dal chiuso dell'ufficio Klaus Stab si massaggiava la gola, sogghignando a vedere la scena. Dal suo punto di vista Katherina, Kelly e il poliziotto somigliavano a bizzarre perpendicolari umane.
Il capitano Katherina agisce per diretto ordine del senatore Rehinardt, poliziotto! Per ordine- la commissaria si bloccò, Katherina la immaginò che si lambiccava il cervello – Per mandato speciale del senatore Rehinardt!-
"Debole" pensò Katherina "una scusa troppo debole".
- Non mi racconti balle, commissaria- Ringhiò il poliziotto con voce secca- Maltrattare la gente è contro la legge, punto. Non esiste che sotto i miei occhi si strozzino civili... -
Un capanello di gente s'era riunita intorno alla scena. Appoggiata com'era al bancone, Katherina non li vedeva, ma ne sentiva le voci concitate, i mormorii, il frusciare di gonne, vestiti e perfino banconote. "Wow, stiamo passando proprio inosservati" Pensò. "Anche se forse..."
- Quell'uomo non è un civile, gente!- Urlò Katherina- Lo sapete chi dovete incolpare per gli attentati anarchici? La cospirazione della rosa maledetta! -
La folla d'improvviso smise di parlare, un silenzio di tomba assordò le orecchie di Katherina. 
" Mi ascoltano tutti! Bene.. O male?" Proseguì.
- Vogliono distruggere tutto quello che amiamo, rovinare la Repubblika, trascinarci in povertà e sofferenza! Perchè la chiamiamo la cospirazione della rosa maledetta? Perchè si riconoscono l'un l'altro dalla rosa che portano al taschino! Controllate quest'uomo!- Katherina indicò Klaus- Perquisitelo, spogliatelo! Troverete una rosa nel suo taschino! Segno del male! Segno dell'anarchia! -
La folla d'improvviso esplose in una cacofonia di rumori. Con l'immaginazione, Katherina vide brave signore borghesi imbracciare ombrelli come lance, attempati signori dai grandi baffi agitare il bastone, giovinastri universitari stringere le mani a pugno. 
- Queste sono tutte idiozie, capitano – balbettò il poliziotto. Già abbassava l'arma, indeciso.
- Abbiamo condotto accurati studi, poliziotto! Le posso assicurare. La setta che si autodefinisce della rosa maledetta esiste!- La voce del senatore, consueto tono didattico, accorse in aiuto.- E sono fra tutti noi, in attesa di distruggerci tutti! -
- Se non ci crede, poliziotto, perquisisca il signor funzionario!- lo invitò Katherina.
L'uomo esitò, poi entrò nel cubicolo di Klaus. La rosa essiccata che Katherina aveva intravisto, metà ricordo, metà deduzione, sporgeva dalla tasca destra della giubba. Il poliziotto la prese in mano, la guardò perplesso. La folla tratteneva il fiato. Dietro il vetro non si riusciva a capire bene cosa stesse succedendo: ma quando il poliziotto uscì, reggendo l'avvizzita rosa in mano, la folla esplose. 
Katherina si voltò- non c'era più minaccia ormai- inquadrò la folla infurata.
Il cubicolo più vicino risultò il primo a venire colpito. Un omone baffuto rovesciò il bastone sul vetro, lo infranse in una miriade di schegge. Il funzionario venne estratto a forza, denudato, bastonato. Una voglia dalla vaga forma esagonale: una rosa! Il boato di uno sparo, e le cervella dell'uomo si sparsero per terra. Altrove medesime scene si ripetevano, fino a quando l'atrio divenne un unico mattatoio di burocrati in fuga, cittadini infuriati, poliziotti che tentavano- senza successo- di ripristinare l'ordine. 
"Non ci riusciranno mai" pensò Katherina, raggiungendo senatore e commissaria, che si andavano presto defilando "Questa gente non vuole giustizia, solo vendetta. Vendetta per le ore di attesa, per le file, le sadiche richieste di firme e certificati, bolli e controbolli. L'elefante della burocrazia, finalmente  messo a morte."
Su Klaus avevano infierito più di tutti. Qualcuno gli aveva spaccato il cranio a bastonate, un osceno uovo di sangue, in cui galleggiavano le ossa del cranio. Le mani, le mani erano rimaste intatte.
Katherina le ricordò stringere un mazzo di fiori, un sorriso speranzoso sul volto. 
Al ricordo, davanti al cadavere sfigurato, una goccia scese dalla palpebra, accarezzò la piega grinzosa della cicatrice. Tirò su con il naso; cancellò la lacrima con smorfia feroce e con schioccare di tacchi s'allontanò. 

12 commenti:

Arcamalion ha detto...

Uhm, non so che dire...
Scatenare tutto questo casino di fronte a tre pubblici ufficiale (poliziotto, commissaria politica e senatore) lo vedo un po' troppo avventato persino per la nostra capitano...
Però forse è un ottimo modo per riservare sgradite sorprese, quindi attendo il prossimo capitolo con impazienza!

Coscienza ha detto...

Inquadriamo: senatore e commissario sono d'accordo, in quanto hanno fretta e non hanno tempo di sottostare a lungaggini burocratiche ^^ La reazione della folla non era nelle intenzioni di Katherina che non voleva certo un linciaggio, nè tantomeno la morte del povero Klaus; secondariamente in effetti è una scena che non convince neanche il sottoscritto, in quanto è un aggiunta "esterna" allo sbrindellato canovaccio iniziale ^__^

A voler essere cattivo un anno fa all'immatricolazione dell'università ero in una scena simile, una lunghissima fila di studenti sudati e incazzati e un funzionario all'estremità che si rifiutava di lavorare a causa del computer surriscaldato xD Ma nonostante le mie doti di agitatore, tutto è andato per il meglio xD

Arcamalion ha detto...

Al massimo, è un altro scheletro nell'armadio della capitanA da far usare al senatore per fare i porcacci propri :P

E comunque, effettivamente, anche a me le lungaggini burocratiche mi hanno più volte fatto saltare i nervi, figuriamoci in un mondo come il tuo :P

Coscienza ha detto...

Già xD Cmq non disdegnerò di riscrivere il capitolo, in seguito, magari "raddolcendolo" ed evitando il linciaggio... Umh

Arkel89 ha detto...

Anche se non fa parte della storia principale, penso che il linciaggio sia in linea col contesto socio-politico della storia..

Coscienza ha detto...

Benvenuto sul blog^^ Effettivamente il contesto ottocentesco con burocrazia ipertrofizzata non spinge a pacifiche risoluzioni ^^

Arkel89 ha detto...

grazie del benvenuto, scusa se non mi son presentato, ero un po' di fretta(credo(o banale scusa?)) è da un po' che leggevo il tuo blog, mi piace il racconto sulla Capitano Katherina e lo trovo piacevole da leggere :)

Coscienza ha detto...

Nessun problema, figurati: fa piacere sapere di avere qualche altro lettore ^__^

Ilaria ha detto...

Allora :D adoro trovare gli errori che spesso sono di battitura ma sempre meglio segnalarli.
- riga 4 uno vasto
- un capannello di gente s'era riunito non campanello
Poi avevo trovato un chiaccherare con i mancante qualche capito indietro ma non ricordo dove :P

Coscienza ha detto...

Grazie^^ Errorucci bastardi, in quanto non vengono riconosciuti dal correttore automatico :P

Unknown ha detto...

UN capitoletto che inizia lento ma che poi esplode in una bella scena concitata. Per quanto riguarda il dibattito sul realismo del tutto io mi schiero sul lato dei sostenitori. Non ho visto una stonatura nella scena del linciaggio. E anzi mi è piaciuta molto. Uno sfogo contro la burocrazia che penso tutti condivideranno. Epica la frase: "L'elefante della burocrazia, finalmente messo a morte".

Coscienza ha detto...

Grazie^^ Proverò comunque a riscrivere una versione alternativa del capitolo, una volta terminato il racconto. Poi mi appellerò di nuovo a voi, fedeli lettori, per sapere quale preferiate ;-D