Il cavaliere errante giura fedeltà al sacro codice della cavalleria, imbraccia la lancia, corre a vendicare gli oppressi, a difendere le giovani vergini, a uccidere orribili mostri.
Lo stadio successivo in ogni fantasy che si rispetti è il cavaliere della cerca; l'intrepido eroe che viaggia alla disperata ricerca del Graal, guidato dalle (poco) affidabili visioni della Dama del Lago.
E' facile comprendere come il cavaliere della cerca sia un personaggio miiiille volte più interessante, pur nei ristretti stereotipi del medioevo fantasy. Il percorso verso il Graal è lastricato di continue sfide, dilemmi morali e inganni che mettono a dura prova.
Il cavaliere dalla scintillante armatura si sporca, deve scendere a difficili compromessi, esce dal zuccheroso mondo delle fiabe. Matura. A volte fallisce, e il suo scheletro dilaniato giace in qualche tomba dimenticata.
Altre volte ancora sprofonda nella follia, corrotto dai poteri oscuri, consumato dal preghiere e privazioni.
In rari casi riesce, ma nel momento in cui poggia le labbra sul Graal tutto quello che sente è la cenere del rimpianto e del dolore per gli amici perduti.
E poi ovviamente c'è la Dama del Lago. Questa... Dea le cui visioni, le cui apparizioni dovrebbero condurre il cavaliere all'immortalità. Una dea beffarda, che gioca col suo cavaliere come una marionetta di latta, che spesso lo conduce alla pazzia.
Ammetto spesso di sentirmi come un Cavaliere della cerca, intrappolato in un'infinita quest senza senso.
Con la fondamentale differenza che con i mostri nell'ipocrita 21 secolo ci devo convivere e con stretta al cuore stringerci la mano e dialogare civilmente, mentre al mio fianco sfilano Dee indifferenti, dalle visioni beffarde. Troverò prima o poi la dama del lago? ^__^
Questo racconto sarebbe parte di un mio vecchio progetto, una quadrilogia che includa quattro racconti, ognuno attorno al tema del cavaliere alla ricerca del graal. Ogni racconto sarebbe legato ad una diversa stagione. Gelida primavera è il primo, Cavaliere d'inverno il secondo.
In attesa che la morsa degli esami si allenti almeno un pochino vi propongo la prima parte, ovviamente ancora da rivedere.
Pregava.
Ginocchia immerse nella neve, mani
congiunte, preghiera sulle labbra.
La tempesta infuriava da ore, forse
addirittura giorni.
Vento spietato, inizialmente. Poi gelo
e pioggia. Fulmini. Infine la neve.
Un granello dopo l'altro, con la
lentezza del becchino che spala terra su un cadavere.
Tossiva.
Violenti singulti scossero il
cavaliere, spasmi di un corpo malato.
Sotto le ginocchiere di metallo la neve
s'accumulava gelida un fiocco alla volta.
Sono malato, pensò. Erano giorni che
pregava nella radura, digiunando, meditando, aspettando con pazienza
ai limiti dell'ossessione qualcosa che lui stesso stentava a
comprendere.
Un segno riflettè. Un segno della
Dama, che m'indichi la sacra via per il Graal.
Per un attimo costrinse la mente a
ricordare la vita prima della chiamata.
Prima che abbandonasse tutto quello che
aveva mai conosciuto, dalla ragazza che sarebbe dovuta divenire sua
sposa, alla famiglia d'antica generazione che nel suo unico figlio
aveva riposto ogni speranza, fino al popolino che tanto lo adorava
per le sue prodezze ai tornei. Passato.
Ora solo la visione della Dama del Lago
importava, e unicamente sulla preghiera e la fede poteva fare
affidamento.
Alzò la testa, fissò gli occhi
sull'improvvisato altare in pietra e legno.
Le mani tremarono al ricordo e uno
stentato sorriso si fece strada fra le labbra screpolate: lì era
apparsa la Dama del Lago, quando ormai ogni speranza era svanita e la
fame lo costringeva a camminare zoppicando e gattonando, un uomo
affamato, ridotto sull'orlo della demenza.
La dea: una giovane in veste azzurra,
la cui folta chioma di capelli neri incorniciava un volto perfetto
nella sua semplicità.
Svanita nell'istante stesso in cui
l'aveva vista. Perduta.
Un lampo nero colto con la coda
dell'occhio.
Tentò con uno scatto di girarsi ed
estrarre la spada, ma le ginocchia cedettero di schianto, i muscoli
si ratrappirono dopo ore d'estenuante immobilità.
Il lupo caricò. Zanne aguzze si
piantarono nella spalla, affondarono come uncini nella carne,
lacerando cuoio ed anelli, lasciando gocce rosse stillare nella neve.
Dioquantoègrande
Urlò mentre tempestava di calci la
bestia. Rotolò qualche metro lontano, trascinandosi in ginocchio
nella neve.
Smettila di camminarmi intorno
stupido lupo, attacca!
Scrollò
l'impugnatura della spada. Tunc! Tunc!
Elsa e fodero
gelate insieme, fuse in un solido blocco di ghiaccio. Vagò con lo
sguardo verso il nemico, colse l'immagine sdoppiata di due, tre lupi
che lo fissavano, i fianchi scarni per la fame, pelo irto e zanne
snudate. Si strofinò gli occhi, il branco rimase dov'era.
Oh C.azzo.
Saltò di lato,
goffa piroetta da guitto demente. Il primo lupo perse slancio, finì
a ringhiare qualche metro lontano. Impatto sulla neve. Crack. Spada e
fodero sbatterono sul terreno, vi finì sopra con tutto il corpo.
Esalò un respiro soffocato. In piedi, forza! Ringhiò.
Sfoderò la spada in un unico movimento fluido, gli sfuggì di mano
l'istante dopo. La spalla destra! Una voragine di morso, gli orli
slabbrati e sanguinanti. Dolore atroce. Passò la spada nella mano
sinistra, abbandonò l'arto quasi fosse un ramo spezzato. Nella mano
estranea, più avvezza a reggere lo scudo che brandire l'arme,
manovrò la spada con la stessa delicatezza di un bastone.
Schemi, passi,
semplici mosse d'attaccò e parata: tutto andato, nella mano
sinistra, f.ottuto senza speranza.
Mi circondano i bastardi, sono
intrappolato, dannazione!
L'attacco
venne dal basso. Il lupo più vicino, belva nera orba d'occhio,
azzannò il polpaccio, spaccandosi denti e e mascella sul ferro del
gambale. Guaì, tentò di ritrarsi. Il cavaliere gli spezzò la
schiena con violenta frustata della spada. Un colpo rozzo, primitivo.
Nessuna finezza. Il cavaliere zoppicò lontano, il secondo lupo gli
saltò sul petto. Sono finito! Pensò il cavaliere in un secondo
di lucidità, prima di rovinare a terra.
Confuso agitare di
zanne e pelo sulla faccia. Mezz' orecchio staccato, poi le mani
strette sulle fauci della bestia, tenute a pochi centimetri distanti
dalla faccia. Bava sul viso. Trattenne la nausea, evocò con ogni sua
forza a disposizione la desolante immagine del suo scheletro
abbandonato nel verde, divorato dalla radura. L'immagine gli si
stampò a fuoco nella mente, memento impossibile.
Strinse i denti.
Allontanò le fauci di una decina di centimetri, poi trenta. Il corpo
pompò adrenalina in unico fiotto liberatorio. Cacciò indietro il
lupo, strinse la mano sulla spada e nello stesso momento in cui la
bestia tentava di saltargli addosso la trafisse da parte a parte, in
una doccia di sangue. Cadde in ginocchio, i polmoni un mantice che
soffiava disperato. La vista era un colabrodo di stelle e lampi,
mentre l'ultimo lupo attaccava.
Zac! L'animale finì
agonizzante nella neve, una freccia gli aveva trapassato i polmoni.
Il
cavaliere alzò il viso, inquadrò l'immagine di una ragazza dai
capelli neri, avvolta in una veste azzurra, una balestra da caccia
fra le mani. Balbettò. La Dama? Non può essere...
Provò a mormorare
qualcosa, alzarsi in piedi. Svenne nel suo stesso sangue.
6 commenti:
A me non è affatto dispiaciuto, lo trovo come sempre vivo e "sporco" (in senso buono, ovviamente, nel senso di reale).
C'è solo una cosa che ho da dire di "negativo": un cavaliere medievale non può pensare "carne in scatola", ti prego u.u
Non è dignitoso :P
grazie, effettivamente dubito ch'esistesse la carne in scatola nel medioevo :D a dire il vero dubitavo anche sulle parolacce, ma dopotutto Martin le usa, dunque...
Penso che le parolacce siano esistite in ogni epoca, solo diverse per epoca u.u
Cose come idiota o simili, ad esempio avevano una valenza molto più pesante u.u
Ripensandoci neanche poi tanto :-D
Ad esempio avevo trovato questo:
http://dizionari.zanichelli.it/biblioteca-italiana-zanichelli/antonio-vignali-la-cazzaria/
Buon racconto, davvero un buon racconto, ma... NO! IL FANTASY NO! NON PUOI ESSERE COSI' CRUDELE E INFLIGGERMI FANTASY! Quello di ispirazione al ciclo bretone/carolingio, per giunta! :-D :-D :-D
Oddio quando ho letto il commento sono scoppiato a ridere xD xD
Brutta bestia l'High fantasy ^__^
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