Domenica
sera sono tornato, felice e un po' stressato, dal Lucca Comics, dopo
un giorno di viaggio (giovedì), due giorni di fiera (venerdì e
sabato), un viaggio di ritorno (domenica).
I reportage,
specie per le Convention e le Fiere, funzionano se scritti sull'onda
del sentimento, immediatamente: quando ancora l'argomento interessa e
c'è abbondanza di reduci dall'evento ansiosi di leggere qualcosa che
li consoli dalla depressione mestruale post Lucca Comics.
Tuttavia, mi
trovo un po' al bivio, perchè al momento non so bene cosa pensare di
questo Lucca Comics 2016. Di solito si tende a uscire da queste Fiere
così “muscolari” per quantità (di persone) e qualità (della
robba) con un sentimento chiaro e preciso, di solito un entusiasmo
incondizionato, o una cocente delusione. Purtroppo, nel mio caso,
non riesco a rappezzare insieme i diversi sentimenti sulla Fiera: è
la prima volta in cui mi viene da scrivere che vi sono state parti
interessanti, parti orribili e parti noiose. Insomma, mi manca la
sensazione di un'esperienza complessiva.
Come domando a chi faccio da
guida turistica “non so se rendo l'idea, ecco”