Situata sulla Costa delle Zanne nel Reame delle Bestie (Ghur), Excelsis è una megalopoli fantasy-rinascimentale, costruita attorno alla sacra reliquia del Mondo-che-Era, la Lancia di Mallus.
Città mercantile, snodo importante per le flotte dei duardin, della Gilda e della mafia elfica, Excelsis è un confuso aggregato di cattedrali e palazzi, stamberghe e tuguri, viuzze e ghetti.
Una città cosmopolita rispetto alle invenzioni medievali di Warhammer Fantasy, ma piagata dalle sue stesse dimensioni: per un reame basato sul “più forte” quale Ghur, niente di meglio che una giungla urbana dove il tagliagole non è un crimine, è una professione.
Armand Callis è un onesto caporale della milizia della Gilda, l'equivalente fantasy di un poliziotto ai primi anni di servizio, quando non ha ancora compreso che tutti in America in Age of Sigmar sono corrotti e che se non è Tzeench a prenderti, è la Cia l'Ordine di Azyr, i cacciatori di streghe.
Visto che il suo superiore è troppo ubriaco per il giro di pattuglia, la responsabilità passa ad Armand, che conduce i suoi soldati a pattugliare le Vene, l'area più malfamata, pericolosa e corrotta di Excelsis: un sobborgo che il suo superiore era ben contento di evitare, con l'aiuto anche di una bustarella (o due). Nelle Vene, scorre il sangue: Armand scopre un traffico illecito di “glimmerings”, frammenti della Lancia di Mallus che conferiscono visioni del futuro, premonizioni altamente quotate. Questa sostanza profetica è usata dalla città come valuta pregiata, ma è controllata, come si può immaginare, con grande attenzione. Durante il combattimento, Armand si rovescia per errore addosso i “glimmerings”, ricevendo una visione del futuro di Excelsis.
Senza far spoiler, non è una visione molto allegra...
Tradito dai cultisti che hanno contatti tra giudici e polizia, Armand non ha altra scelta che accettare l'alleanza di un ambiguo cacciatore di streghe, Hanniver Toll, del suo collega nano, Kazgur. I due investigavano da tempo una cellula di Tzeench, che grazie all'incidente con Armand ha rivelato essersi infiltrata sia nella Gilda, che nelle gerarchia ecclesiastica di Excelsis. Complice l'assenza degli Stormcast diretti ad affrontare la minaccia degli Orruks, i seguaci del Dio del Mutamento progettano di catturare la città con un bel lavoretto dall'interno.
Il successo della rilettura di Gotrek&Felix mi ha ben disposto a dedicare il venerdì ai romanzi della Games Workshop e nello spirito delle pari opportunità agli handicappati, anche ad Age of Sigmar. In realtà, a due anni di distanza, sono ormai ansioso di dare un'opportunità al background del nuovo Warhammer, ma i romanzi finora letti erano davvero scadenti. Non si riusciva nemmeno a parlare di storia, quanto piuttosto di collage di scene d'azione descritte da Racconti di Guerra incolori. Studio di psicologie, di antagonisti e protagonisti, di descrizione degli ambienti, di worldbuilding... zero di zero. Prenderò in futuro in esame due esempi di questo genere, al di là del disastro de I Cancelli di Azyr, per cercare di spiegare i motivi dell'insuccesso.
Ovviamente, sono conscio degli ostacoli che incontrano gli scrittori della Gw: dal sistema “a richiesta”, secondo cui ti metti a disposizione in attesa di ricevere istruzioni su quale argomento scrivere, ai limiti stessi dei designer. Se negli anni '80 c'erano creativi come Rick Priestley, che aveva una laurea in archeologia (e lo dimostrava, diamine!), oggigiorno i designer sono esperti di... di cosa, esattamente? Di Warhammer, certo, di gestione aziendale, sicuramente! Ma di cos'altro?
Solo i Kharadron si sono rivelati interessanti, proponendo una civiltà coerente, strutturata e finalmente originale, una cosa che non si vedeva dai Tau in Warhammer 40k nel 2001, o del Regno degli Ogri in Warhammer Fantasy (tutte e tre razze che infatti suscitano reazioni amore-odio).
“City of Secrets” è il primo romanzo che leggo di Age of Sigmar che mi convinca pienamente. Non si tratta di un romanzo geniale, ne di un capostipite, ne di un'opera originale: ci si diverte, però, e le caratterizzazioni, così come gli ambienti, sono scritti con maestria.
Excelsis è una città dalle belle scenografie: si passa dai palazzi di marmo e oro della Guardia Palatina, ai vicoli sozzi e bituminosi delle Vene, ai moli incrostati di salsedine e alghe. La città mantiene quel qualcosa di “vago” che danna tutto il setting di Age of Sigmar, ma rappresenta pur sempre un netto passo in avanti: è un luogo realistico, dove percepiamo ci vivono persone di diverse razze e credi, ognuna rigorosamente sospettosa dell'altra.
La peculiare “moneta” della città rende i suoi mendicanti una razza di drogati di profezie, che letteralmente si sniffano i “glimmerings”, persi negli infiniti reami del futuro prossimo. Il quartiere delle Vene, con i suoi cortiletti, le sue pompe per l'acqua sudicie, i suoi medicanti deformi mi ha riportato alla mente Mordheim. Si veda, tra le tante, la seguente descrizione:
After another hour or so of trudging onwards, they emerged in a small, cramped square, in the centre of which was a bent and broken hand-pump. Posts, some of iron and some of rotted wood, were scattered around the far edge of the square, and various crumbling porches and balconies overlooked the clearing on all sides. The corporal took a wild guess that the original idea had been for this place to act as a communal well while doubling as a place to hitch beasts of burden. An idea typical of the efficient – or insane – approach that those who had thrown together the Veins seemed to favour. Sigmar alone knew what kind of liquid source that pump would have drawn on.
I personaggi vanno bene, funzionano senza esagerare. Armand Callis soffre, è un uomo, per cui rischia di essere ucciso/mutilato/ferito, è facile che sia simpatico per il lettore, senza risultare un intralcio per i due “combattenti”, Hanniver e Kazgur. Non serve infatti sottolineare quale incubo sia per uno scrittore cercare di mettere in pericolo un immortale quale un sigmarita... un autentico anticlimax vivente!
Hanniver è un cacciatore di streghe nello stile di Van Helsing, un inquisitore dai mille gadget e una moralità con più sfumature di grigio di un container di romanzi di E. L. James. Simpatico, inflessibile senza esagerare. Kazgur è il nano armiere, un arsenale in meno di un metro di altezza. Nano pistolero, con tanto di battuta sardonica e gemma blu al posto dell'occhio.
Il worldbuilding si concentra nei primi capitoli, i più interessanti: apprendiamo ad esempio delle tensioni tra gli umani “introdotti” dai sigmariti e i “barbari” che sono intanto sopravvissuti nei secoli di dominazione del Caos. I barbari sono confinati agli slum dei bassifondi, gli umani “puri” al ceto medio, gli stronzi i sigmariti ai piani alti.
Callis allowed himself a few moments of enjoyment from her embarrassed guilt. He was second generation reclaimed himself, descended from the nomadic tribesmen who had flocked to Excelsis when the light of Sigmar had returned to the realms. He had the same dark skin and slight, lithe frame of his mother, a legacy of the many generations his ancestors had spent scratching an existence from the ruthless plains and valleys of the Coast of Tusks. Despite their insistence that all were equal in Sigmar’s realm, many pure-blood Azyrites still harboured a mistrust of those descended from the reclaimed tribes. The unspoken assumption was that such folk were untrustworthy somehow, as if their people’s long years without the light of Sigmar must surely have left them tainted.
La FreeGuild è un esercito della prima metà del settecento, una Compagnia delle Indie strafatta di fantasy e con qualche marchingegno steampunk a dare man forte. Si combatte in linea alla Barry Lyndon, spalla a spalla e moschetto in mano. Qualche cannone e persino un carro a vapore.
Gli Aelves compaiono come elfi corsari, un'algida razza aggraziata e letale. La descrizione del loro leader, Zenthe, rivela tratti decisamente alieni rispetto alle orecchie a punta cui siamo abituati:
A tall, thin creature stood before them, slender in a way that would have spoken of malnourishment in a human, but here promised only lithe agility and strength. She wore a long leather coat embroidered with images of the kraken, with a collar that rose in barbed spikes around her angular face. That face was striking, in the way of aelves, but harsh also, with the hint of a predator’s smile. Her hair was short at the sides, almost clipped like a soldier’s, and spiked at the tips.
E' troppo poco per confermare se gli elfi lovecraftiani saranno o meno una nuova fazione. Sicuramente c'è un legame marino, confermato dall'uso di un occhio di Kraken come televideo da parte di Hanniver. Gli elfi di Excelsis si comportano come una mafia locale, compiendo razzie e taglieggiando chi gli pare. All'occorrenza, però, sanno schierarsi dalla parte degli umani contro il Caos, un po' come la mafia italoamericana contro la mafia russa (Eraser docet).
Nonostante le tattiche dei sigmariti non sembrano deviare molto dalla carica ad cazzum e dal coordinamento di tiro e combattimento, “City of Secrets” offre un livello di tecno-fantasy molto alto, tra protesi meccaniche, gemme magiche al posto del cuore (esplode se cadi in mano nemica, a mo' di capsula di cianuro) e armi quantomeno esotiche.
Two old fellows leaned against a wooden fence, each filling the air with the spiralling purple smoke of hadja leaf. One was a duardin whose lower leg had been replaced with a metal prosthetic, the other other a thin, irritable-looking human clutching a hardwood cane. Both eyed him suspiciously as he passed, for which he could hardly blame them in his current state.
Lo stile di scrittura, nonostante sia costellato di digressioni e infodump, regge a una prima lettura. Nick Horth ha un debole per l'espressione “grew out”, che infila ovunque (!) e gli elfi vengono paragonati a delle “orche aggraziate”, che è semplicemente ridicolo, considerando le dimensioni di quei pachidermi assassini!
Quando gli spagnoli riconquistarono la penisola dai mori, accompagnarono la “gloriosa” reconquista con operazioni di pulizia etnica, come ogni esercito della storia; successivamente, “purgarono” i propri sudditi dai devianti: cacciarono gli ebrei il 31 marzo 1492 e successivamente scatenarono i domini canes dell'Inquisizione a controllare le coscienze, a correggere i diversi.
Stavo ripensando alla reconquista e alla deleteria operazione di purezza de sangre perseguita dai Cattolicissimi quando leggevo “City of Secrets”, perchè Nick Horth rende evidente fin da subito come i Sigmariti abbiano compiuto cose molto simili.
A inizio romanzo, un moccioso di strada, ad esempio, accenna agli stormcast come dei fanatici senza cuore, dei crociati che sono talmente puri, talmente ammantati di fede da risultare stranamente simili a coloro che combattono.
Uno dei membri della milizia di Armand parla con chiarezza di “purghe” compiute verso chiunque sia accusato di sospetto con il Caos:
Happer snorted indignantly. ‘Boy’s been fed too many tall tales. I’ve lived long enough to know the Eternals ain’t no fairy-tale knights. I ever tell you about the purges, son? I’ve seen things that would make your guts turn to ice.’
From the other side of the room came an exasperated groan, and a balled-up sock arced across to strike Happer on the side of the head.
‘Spare me another tale of the bloody White Angels,’ said Longholme, running a hand through her greasy black hair. ‘I’ve heard a hundred times how they’re going to come at night and steal us all away, damn us all as heretics and stick our heads on the harbour wall.’
Happer opened his mouth to reply, but instead just shook his head and muttered darkly under his breath.
La stessa elfa, Zenthe, definisce gli Stormcast Eternals come dei “macellai”. Uno dei pochi leader rimasti nella città, il Lord Veritant dei Cavalieri, Cerrus Sentanus, è chiamato con il nomignolo di “White Reaper”. E' un angelo, ma della morte: la sua mitica figura è appellata dalle madri per mandare i bambini a letto, come un babau.
D'altronde, Nick Horth si rivela in ciò insospettabilmente realistico: una terra quale quella di Age of Sigmar, dove il “peccato” esiste realmente, non è limitato a una questione “morale”, si presta a questo clima di epurazione e terrore, dove i sigmariti non sanno bene se fidarsi di gente rimasta per secoli sotto il giogo del Caos. E' il dilemma che si ritrova chi ha di fronte una popolazione una volta sottomessa, composta da collaboratori e opportunisti, codardi e convertiti.
Come incarnazioni di un dio, i sigmariti non possono che guardare con disprezzo agli umani, che a loro volta ricambiano volentieri l'insopportabile arroganza di questi crociati divini.
Siamo in un clima talmente sigmarita, talmente religioso che persino un cacciatore di streghe come Hanniver appare “moderato” e sensibile!
A ogni conquista, a ogni battaglia segue sempre un “dopo”: all'ubriacatura dello scontro e della vittoria, segue una sbornia di disordine, violenze, guerriglia. Involontariamente Nick Horth tocca quest'argomento proprio in un mondo, come quello di Age of Sigmar, che aveva fatto delle battaglie plasticose una delle sue principali caratteristiche.
Fonti:
City of Secrets: A Legends of the Age of Sigmar novel (Sito Black Library)
2 commenti:
Purtroppo non ho ancora letto i romanzi di Age of Sigmar. Dovrei farlo per farmi un'idea.
@Marco Grande Arbitro
C'è abbondanza di romanzi su Ags, così come c'è abbondanza di ciarpame, ahimè...
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