giovedì 16 febbraio 2017

The Wall 5/6 (racconto)


Spiegone incoming...

The Wall 5/6

Il fantasma a tre braccia leggeva un manoscritto sotto lo sguardo di Ernst. La prima mano reggeva il dorso del libro, la seconda voltava le pagine, la terza maneggiava una matita per gli appunti. Ernst sbatté le palpebre, un mal di testa compresso tra le tempie pulsanti. A ogni respiro, le costole rotte strisciavano le une sulle altre, mentre il polso sinistro giaceva slogato. Si divincolò, senza troppa convinzione. I fantasmi l'avevano appeso a un asse di legno, un chiodo per palma della mano. Il peso gravava sulle spalle, rendendogli difficile respirare.

- Ti abbiamo crocifisso, Ernst. –

Il mutante dal turbante nero parlava un tedesco sgraziato, ma corretto. Mise via il libro e incrociò le gambe a fissare Ernst dal basso all'alto.

- Dove... dove sono? –

- Benvenuto nella wasteland, come la chiamate voi leccapiedi dell'Imperatore. La terra maledetta, dove nessuno vuole vivere. Ti sorvegliamo, Ernst. Sorvegliamo tutti sul Muro, ma voi tre siete i nostri bersagli preferiti. Mai tuttavia, avrei immaginato di vederti tradito da un tuo simile, da un tuo compagno di guerra... –

- Tommaso... –

- Il giovane? Divorato, sì. Una triste necessità, ma dobbiamo pur sempre mangiare. Se non altro, si è offerto in sacrificio di sua volontà. Mangiate la mia carne, sarete liberi. Nel mondo reale il cannibalismo esiste ormai da anni, Ernst. Prima ci si è dati alla religione, poi alla violenza e infine al mangiarsi l'un l'altro. E' così che sopravviviamo, fuori dalla favoletta per bambini che è il vostro ridicolo Impero. –

- I chiodi... –

- Ancora una volta, una triste necessità. Per esperienza di secoli, voi occidentali comprendete solo la forza bruta, la violenza gratuita. Non ci siamo inventati nulla, noi fantasmi. Diamine, Ernst, non sono certo stato io a pestarti, o a gettarti dalle mura come si svuota la spazzatura. E' stato Lucas. E' stata la tua gente. La violenza è l'unica cosa che il tuo Imperatore comprende e rispetta davvero. Com'era l'unica cosa che comprendesse la vecchia Unione o quella meretrice di Babilonia degli States. La razza bianca agogna la violenza, la desidera come una droga. La violenza è il suo modo di parlare, di esprimersi, di rapportarsi all'altro. Ernst, tu sei tedesco, mentre Lucas è serbo e Tommaso italiano. La vostra razza e la vostra cultura sono letteralmente fondate sulla violenza. L'Occidente ha divorato e disossato come noccioline i nostri paesi, li ha depauperati all'esasperazione. Ci avete mangiato, come la classe ricca fagocita la classe povera. Ti disgusta così tanto, che noi fantasmi vi mangiamo, allora? La rivincita della natura, ecco di cosa si tratta! Il ricco mangiava il povero, nel vecchio mondo, ma è ora il povero forte a mangiare il ricco debole. Siete deboli, voi sudditi dell'Imperatore. Siete fragili, uno spettro prossimo a scomparire... altro che noi fantasmi! Siete voi, gli spettri dell'Europa. Nella wasteland tutto mangia tutti, ma da voi esistono ancora prati verdi, casette e famigliole felici. E' tempo che tutto ciò cambi. –

- Il Muro... –

- Il Muro cadrà. E sarai tu a farlo cadere. –

Ernst guardò altrove, agghiacciato dalle pupille calme e sicure del fantasma. Si trovava in un bunker trasformato in un luogo di preghiera. Affreschi geometrici si alternavano a tappeti e arazzi. Una folla di mutanti si era nel frattempo raccolta alle spalle del loro leader, in attesa.

- Come dicevano i nostri padri, pregando un dio che sapevano inesistente: occhio per occhio, dente per dente. –

- Così il mondo diventa cieco. –

- Sul serio? Una citazione da Gandhi? Allora, è vero: prima dell'arruolamento nell'esercito del Satana Imperatore eri davvero un professore! Fantasmi, qui riuniti, drizzate le vostre orecchie: c'è un professore! Seduti in cattedra! –

I mutanti si accovacciarono a guardare un Ernst esausto e confuso. Il leader consultò un fantasma, richiese con suoni gutturali una specifica persona. Una donna alta e sottile, dalla testa ricoperta da un turbante che gli svelava la sola bocca, dalle labbra delicate. Su sollecitazione del mutante, svolse con lentezza il tessuto. Aveva sulla faccia una cascata di pupille, di occhi di ogni dimensione e colore che guardavano in molteplici direzioni. Dai due occhi del naso, scendevano su entrambe le guance come una spolverata di lustrini. Le pupille si dilatavano e restringevano come un magma umido e multicolore, spaziando dal giallo della cataratta all'onice del gatto.

- Occhio per occhio, professore? Un consiglio valido per voi umani forse, ma per noi? Siamo disposti a perdere un occhio, due, cinque, dieci... Quanti sono necessari, pur di abbattere il Muro e conquistare la libertà. –

- Avete tanti occhi, ma siete ciechi. Non vedi il problema, è proprio il caso di dirlo: come abbattere il Muro. –

- Sarai tu a farlo, Ernst. Te l'ho già detto: sarai tu la chiave che ci aprirà il paradiso terrestre. Sarai il nostro cavallo di Troia, il nostro colpo di genio per superare l'ultima barriera. –

- Non sono un traditore. –

- Va bene. Allora resta qui a dissanguarti, mentre Lucas se la spassa con tua nipote. Sai bene cosa succede a chi rimane orfana e senza genitori, nel vostro Impero fondato sulla tradizione... –

- Non è una scelta. –

- Hai già scelto di aiutarci, solo non lo sai ancora. Cominciamo però dalla base. Sai cos'è il Muro? –

- Una barriera costruita da nanotecnologie, governata da un'intelligenza artificiale con l'unico imperativo di tenere noi dentro e voi fuori. –

- Corretto! Si vede che sei un professore. Tuttavia, come ogni organismo si ammala, il Muro può venir infettato da un virus. Nello specifico, essendo alla fine una macchina con un suo sistema informatico, può venir corrotta da un apposito virus informatico. Un trojan, appunto. Come nei vecchi computer. –

Uno stuolo di nani grinzosi trasportò al mutante una valigetta aperta, con all'interno una siringa.

- Ti stiamo per iniettare qualcosa che risale almeno a trent'anni fa, estratto da me medesimo da un centro militare diversi chilometri giù in Grecia. Sono nanovirus dispersi in una soluzione alcalina. La permanenza negli archivi li ha corrotti e mutati oltre ogni definizione. Ti basterà toccare il Muro e sopratutto passarci attraverso: nel momento in cui supererai il cancello, l'infezione avrà corso. Allora il Muro e la bolla cadranno. –

- Di cosa diamine parli? –

- Non lo sai? Quello che chiamate “Muro” non è che la base di una struttura colossale, una bolla trasparente che racchiude il vostro Impero. Sono nanotecnologie progettate per alimentarsi dal sole, le une connesse alle altre in una flessibile membrana. Una bolla, appunto. Uno dei motivi per cui sugli spalti non dovete indossare maschere o tute di protezione, o il perché vivete in un ambiente naturale immacolato. La bolla impedisce alle radiazioni di passare, agendo da filtro. Non passa nulla che possa danneggiare il vostro prezioso ecosistema. Siano specie invasive, insetti o fantasmi. Protetti e coccolati, a spese degli altri. Come sempre. –

- Se il Muro cade... –

- Le fondamenta crollano. Verrete invasi da venti radioattivi, flagellati dalle epidemie, distrutti da orde di noi fantasmi. Saccheggeremo il vostro Impero come un frutto maturo. E' il ritorno dell'inconscio. Ci avete represso e nascosto sotto la vostra apparente “rispettabilità” troppo a lungo. E' ora di cambiare. –

Controllò che l'ago funzionasse e diede inizio alla procedura.

2 commenti:

LorenzoD ha detto...

Vediamo un po'... ho trovato pesante lo spiegone del mutante (Ancora un po' etc...), non perché non condivida il contenuto (sotto certi aspetti, questo è irrilevante) ma perché... perché... vediamo un po': se fai copia e incola di quel brano e lo metti su facebook, viene fuori un bel post? Se la risposta è sì, allora (criterio personale, per carità) non lo metto in un racconto ma direttamente su FB.

Come rendere l'idea che vuoi comunicare, allora? Ah, non sono abbastanza bravo o presuntuoso da fare il maestro, dico solo le mie impressioni: se vuoi comunicare che l'Impero, in quanto erede della cultura occidentale, contiene già in se il male che si vuole tenere fuori dal Muro, magari avresti potuto far vedere come la vita là fuori è una parodia distorta e violenta di quella dell'Impero. O qualcosa del genere, non so se rendo l'idea. Tipo che anche il mutante ha una nipotina alla quale spiega la situazione dal punto di vista opposto: che il muro c'è per contenere il male dell'Impero.

O graffiti con gli orrori dell'Impero invece di "Affreschi geometrici".

Per il resto, tutto ok.

Coscienza ha detto...

@LorenzoD

Se pubblicassi qualcosa del genere su Facebook verrei tolto da almeno un terzo dei miei contatti... e non avrebbero nemmeno tanto torto! Io non condivido l'opinione del mutante: è la sua giustificazione per come si comporta; ne dovrebbe trapelare il cinismo di base (ogni mezzo è lecito; la religione, gli idealismi, sono solo coperture per il nichilismo più totale).

No, capisco l'obiezione: anche se mascherato dal dialogo si tratta di un frammento di "raccontato" anziché di mostrato. Il problema con i racconti è la scarsità di spazio a disposizione. Non c'era altro modo, a meno di stravolgere tutta la struttura di base.

Però sì, sono d'accordo che si tratta di un punto debole. Dopo boh, a me piace perchè mi piacciono i dialoghi lunghi e gonfiati, ma questa è una mia perversione...